La psiche o mente, può essere intesa come un insieme di funzioni; un
complesso di comportamenti integrati.
Poiché tali funzioni possano esistere, sono necessarie le strutture, e quindi il
rapporto mente-corpo si può intendere come un rapporto tra strutture e funzioni
integrate.
Psicologia dei gruppi: punti di forza e punti di debolezzaAda Moscarella
Psicologia dei gruppi: punti di forza e punti di debolezza.
di Ada Moscarella, psicologa, mediatrice familiare
http://mifacciobene.wordpress.com
www.psicologicampani.it
www.ampsico.it
Queste slide sono state realizzate per il corso per aspiranti animatori turistici. Le slide sono state realizzate dalla pedagogista Elisabetta Incollingo, Presidente dell'Associazione Culturale Sunshine. Sono state utilizzate fonti bibliografiche e una buona dose di esperienza personale. Hanno contribuito alla realizzazione dell'evento (Corso) anche altri soci dell'associazione, professionisti del campo dell'animazione e dello sport.
Su richiesta, le slide in inglese.
L'operatore socio-assistenziale è un operatore che, in possesso di adeguata preparazione culturale e professionale, svolge la sua attività prevalentemente nell'assistenza diretta e di cura dell'ambiente di vita, sia a domicilio dell'utente che nelle strutture di cura residenziali. Opera al fine di favorire l'autonomia personale dell'utente nel rispetto della sua autodeterminazione. Svolge la sua attività in strutture pubbliche e private e/o convenzionate, in maniera organizzata in cooperative sociali o in modo autonomo.
Il periodo che intercorre tra la decisione di avere un figlio e i primi anni di vita del nuovo arrivato rappresentano un momento di grande importanza sia per la persona che diventerà genitore sia per la persona che presto si affaccerà al mondo. Sono molti gli aspetti che coinvolgono genitore-figlio in questa fase di vita: la gravidanza, la nascita, l’allattamento, il sonno, l’alimentazione.
Lo psicologo perinatale è un professionista che possiede una preparazione specifica in uno o più ambiti e ha il compito di guidare, aiutare, sostenere e supportare i genitori in questo periodo di vita. La figura dello psicologo perinatale è coinvolta durante i corsi di accompagnamento alla nascita, nella collaborazione con altri specialisti come ginecologi, ostetriche, consulenti professionali in allattamento, psichiatri e pediatri.
In queste slide viene presentato il ruolo dello psicologo perinatale con un’attenzione agli ambiti e alle aree di intervento. Si cercherà inoltre di delineare nello specifico quali competenze e conoscenze sono necessarie per lavorare in quest’ambito.
Obiettivi
- Saper definire la psicologia perinatale
- Riconoscere ed individuare ambiti e aree di intervento della psicologia perinatale
- Conoscere i contenuti della psicologia perinatale
- Identificare il ruolo dello psicologo perinatale
Le cause che caratterizano il fenomeno dello stress lavoro-correlato con la definizione di stress, la distinzione dello stress positivo e negativo e gli interventi a livello individuele e organizzativo per la gestione dello stress nei luoghi di lavoro
La psiche o mente, può essere intesa come un insieme di funzioni; un
complesso di comportamenti integrati.
Poiché tali funzioni possano esistere, sono necessarie le strutture, e quindi il
rapporto mente-corpo si può intendere come un rapporto tra strutture e funzioni
integrate.
Psicologia dei gruppi: punti di forza e punti di debolezzaAda Moscarella
Psicologia dei gruppi: punti di forza e punti di debolezza.
di Ada Moscarella, psicologa, mediatrice familiare
http://mifacciobene.wordpress.com
www.psicologicampani.it
www.ampsico.it
Queste slide sono state realizzate per il corso per aspiranti animatori turistici. Le slide sono state realizzate dalla pedagogista Elisabetta Incollingo, Presidente dell'Associazione Culturale Sunshine. Sono state utilizzate fonti bibliografiche e una buona dose di esperienza personale. Hanno contribuito alla realizzazione dell'evento (Corso) anche altri soci dell'associazione, professionisti del campo dell'animazione e dello sport.
Su richiesta, le slide in inglese.
L'operatore socio-assistenziale è un operatore che, in possesso di adeguata preparazione culturale e professionale, svolge la sua attività prevalentemente nell'assistenza diretta e di cura dell'ambiente di vita, sia a domicilio dell'utente che nelle strutture di cura residenziali. Opera al fine di favorire l'autonomia personale dell'utente nel rispetto della sua autodeterminazione. Svolge la sua attività in strutture pubbliche e private e/o convenzionate, in maniera organizzata in cooperative sociali o in modo autonomo.
Il periodo che intercorre tra la decisione di avere un figlio e i primi anni di vita del nuovo arrivato rappresentano un momento di grande importanza sia per la persona che diventerà genitore sia per la persona che presto si affaccerà al mondo. Sono molti gli aspetti che coinvolgono genitore-figlio in questa fase di vita: la gravidanza, la nascita, l’allattamento, il sonno, l’alimentazione.
Lo psicologo perinatale è un professionista che possiede una preparazione specifica in uno o più ambiti e ha il compito di guidare, aiutare, sostenere e supportare i genitori in questo periodo di vita. La figura dello psicologo perinatale è coinvolta durante i corsi di accompagnamento alla nascita, nella collaborazione con altri specialisti come ginecologi, ostetriche, consulenti professionali in allattamento, psichiatri e pediatri.
In queste slide viene presentato il ruolo dello psicologo perinatale con un’attenzione agli ambiti e alle aree di intervento. Si cercherà inoltre di delineare nello specifico quali competenze e conoscenze sono necessarie per lavorare in quest’ambito.
Obiettivi
- Saper definire la psicologia perinatale
- Riconoscere ed individuare ambiti e aree di intervento della psicologia perinatale
- Conoscere i contenuti della psicologia perinatale
- Identificare il ruolo dello psicologo perinatale
Le cause che caratterizano il fenomeno dello stress lavoro-correlato con la definizione di stress, la distinzione dello stress positivo e negativo e gli interventi a livello individuele e organizzativo per la gestione dello stress nei luoghi di lavoro
Comunità CTA Sant'Antonio, un modello di Comunita Terapeutica DemocraticaRaffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Ferdinando Troina ci ha parlato di della comunità terapeutica Sant'Antonio, un organizzazione che si reinventa ogni giorno.
I primi colloqui col minore....Quando un minore inizia un percorso terapeutico, come terapeuti come dobbiamo muoverci e cosa considerare ? spunti di riflessione secondo l'approccio dell' analisi transazionale
Le ferite fanno parte dell’esistenza umana, sono elemento integrante dello sviluppo della personalità di ciascuno di noi, ma non devono giocare un ruolo determinante nella nostra vita. Ciascuno ha ricevuto una grande riserva di forza vitale e voglia di vivere. Esistono situazioni e fasi della vita in cui la nostra parte ferita preme per venire a galla e chiede di essere guardata e guarita, se possibile.
L’infanzia ed i legami con la nostra famiglia sono due ambiti da cui prendiamo dinamiche e tematiche che chiedono di essere affrontate, elaborate e integrate. Pertanto chi vuole venire a patti con se stesso, può accettare il proprio passato e accogliere se stesso. Attraverso l’acquisizione di nuove prospettive è possibile migliorare o trasformare i rapporti difficili, anche dopo molti anni. Possiamo imparare ad impostare preventivamente rapporti equilibrati e sereni, rielaborando il rapporto con i propri genitori che è la miglior base di partenza per sviluppare l’autonomia nella vita che seguirà
Dott.ssa Elisa Bressani, psicologa psicoterapeuta a Milano - Relazione al convegno "Possibili forme di genitorialità" - Milano, 13 marzo 210 - SOS Infertilità ONLUS
Liberamente a caltagirone.40 anniversario della legge basagliaRaffaele Barone
La salute mentale comunità indica il livello di benessere relazionale, di sviluppo culturale, i sentimenti dicoes ione, di appartenenza e di libertà dei suoi membri; rappresenta quindi un fattore di sostegno allosviluppo del sentimento identitario individuale e al superamento delle crisi esistenziali evolutive.
Il Budget di Salute alla luce del nuovo “Servizio Socio Sanitario Regionale” Raffaele Barone
Convegno Economia e Salute Mentale - Torino 13 Ottobre 2017
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Per contrastare e prevenire gli esiti invalidanti delle malattie, alcuni dei quali possono essere imputati a metodi e protocolli di cura inappropriati (si consideri, in proposito, l'ampia letteratura sulle conseguenze invalidanti dell'istituzionalizzazione protratta), è necessario implementare azioni e strumenti, non solo inerenti alla malattia (“prestazioni di cura”) ma attivare interventi ricostruttivi e di valorizzazione dei contesti ambientali, sociali e relazionali.
Piano socio sanitario regione sicilia 2017. salute mentale, anziani non autos...Raffaele Barone
“Il Servizio socio-sanitario
regionale: Piano delle azioni e dei servizi socio-sanitari e del
Sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni
socio-sanitarie”
Il Servizio Socio Sanitario - Regione Sicilia 2017Raffaele Barone
Slides riepilogative del primo piano delle Azioni e dei Servizi Socio-Sanitari e del Sistema unico di accreditamento dei soggetti che erogano prestazioni socio-sanitarie della Regione Siciliana dell'anno 2017.
Potete approfondire la conoscenza dei contenuti del Piano scaricando la versione integrale e guardando il video-guida alla lettura appositamente preparato. E' possibile approfondire l'argomento andando su --> www.RaffaeleBarone.com/piano-socio-sanitario-regione-sicilia
Vademecum Operativo Amministrazione di SostegnoRaffaele Barone
L'amministrazione di sostegno è uno strumento di tutela della persona introdotto dalla legge n. 6 del 2004: permette "di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive, in tutto o in parte, di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente".
Linee guida per la costruzione di percorsi clinici ed assistenziali per i dis...Raffaele Barone
I Disturbi del comportamento Alimentare ((Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione DSM 5 2014) “sono caratterizzati da persistente disturbo dell'alimentazione oppure da comportamenti inerenti l'alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo che compromette significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale” (DSM5).
Tali disturbi includono quadri clinici, di interesse psichiatrico ed internistico, adeguatamente codificati.
La Comunità Terapeutica Democratica come pratica non violenta.Raffaele Barone
Durate il corso di Formazione ECM dal titolo "Le violenze collettive nelle comunità contemporanee. Il Dialogo come metodo terapeutico" di Piazza Armerina Convegno Angela Volpe ci ha parlato di pratiche non violente nelle comunità terapeutiche.
Psicopatologia: Empatia Zero e Crudeltà di Raffaele BaroneRaffaele Barone
La costruzione di una persona non richiede solamente dati biologici, culturali, sociali, professionali. La costruzione di una persona passa necessariamente dal sentire l'altro, dal pensare l'altro, dall'essere con l'altro. Da qui era iniziato il discorso sull'empatia continuato poi con l'approfondimento della tesi sulla funzione riflessiva. La cura è il paradigma che ha come cardini empatia e mentalizzazione/riflessività che, infatti, è possibile ritrovare come atti centrali in ogni pratica di cura e disposizione etica alla cura. Alcuni sentimenti morali sono particolarmente importanti per questo percorso: la fiducia, la speranza, la tenerezza, l'accettazione, la serenità.
GPMF e Open Dialogue, Strumenti di una PsicoTerapia di ComunitàRaffaele Barone
Slide di Raffaele Barone e Angela Volpe durante il secondo Convegno Nazionale del Laboratorio di Psicoanalisi MultiFamiliare tenuto a Roma 2016.
L'Open Dialogue e il Gruppo di Psicoanalisi MultiFamiliare (GPMF) vengono da tempo applicati nella distretto Calatino Sud-Simeto come strumenti di Psicoterapia di Comunità nella Salute Mentale più Umana.
Un esempio unico ed un esperienza da replicare nei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) Italiani e nel Mondo.
Visita il sito ---> www.RaffaeleBarone.com <--->argomento.
1. D I R A F F A E L E B A R O N E
C O R S O D I F O R M A Z I O N E E C M
P I A Z Z A A R M E R I N A
C T A S . A N T O N I O
2 8 / 1 0 / 2 0 1 5
S I T O : R A F F A E L E B A R O N E W O R D P R E S S . C O M
Il gruppo di psicoanalisi
multifamiliare
2. Storia
E’ stato inventato da Jorge Garcia Badaracco in
Argentina il quale iniziò a convocare i familiari alle
riunioni che teneva tutti giorni con i pazienti al fine
di discutere tutti i problemi che, prevedibilmente, si
sarebbero potuto ripresentare, di lì a poco, una volta
che il paziente migliorato, durante il ricovero,
sarebbe rientrato in famiglia
3. conversazione
Secondo le idee di Badaracco il gruppo è composto
dagli operatori, dai pazienti, dai loro genitori e altri
loro familiari. Si tratta di instaurare una situazione
in cui pazienti e genitori appartenenti a più nuclei
familiari e operatori possano partecipare a pieno
titolo ad una “conversazione” in cui ognuno può
esprimere quello che pensa e può sentire di poter
contare su qualcuno che aiuta a ritrovare sé stessi
4. Psicosi e gruppo multifamiliare
Al suo interno è possibile prendere in considerazione
“ la psicosi” vedendo in azione non tanto i
meccanismi inconsci che l’hanno generato nel
tempo, quanto le interazione che, ripetendosi
all’infinito, la mantengono in vita anche in quel
momento: le interazioni patologiche e patogene
reciproche tra genitori e figli. Sono situazioni nelle
quali i figli, considerati in genere solo malati, ma
anche i genitori, visti soltanto come sani, sono
“abitati dalla presenza degli altri” che non li lasciano
essere sé stessi.
5. Imparare nuovamente ad ascoltare
Il gruppo di psicoanalisi multifamiliare è un gruppo
aperto. I suoi componenti appartengono a
generazioni diverse e differenti nuclei familiari: fin
dalla prima volta che si partecipa si può intervenire
e, soprattutto, si può ascoltare. Badaracco sostiene
che la cosa più importante che avviene è che chi vi
partecipa può imparare nuovamente ad ascoltare
6. “narcisismo patologico”.
Esso consiste nella tendenza a parlare ed ascoltare solo sé
stessi, presente nei genitori e nei figli, che non riescono a
vedere l’altro come “altro da sé” e che tendono, perciò, a
desiderare per tutta la vita che figli e genitori siano come loro
ritengono che debbono essere. Il rispetto per ognuno dei
partecipanti si ottiene pretendendo che ognuno che prende la
parola sia ascoltato dagli altri e che, quindi, si parli uno per
volta, aspettando che l’altro finisca, senza sovrapporre la
propria voce a quella degli altri. In questo modo si riattiva la
possibilità/capacità di ascoltare l’altro, che era andata perduta
in relazione all’instaurarsi della situazione simbiotica,
caratterizzata dalla convinzione di sapere meglio dell’altro
cosa l’altro sta per dire e, quindi, dalla tendenza a precederlo
o, comunque, a non ascoltarlo.
7. “rispecchiare metaforicamente”
I componenti di un nucleo familiare patologico non
hanno occasione, nel corso della loro vita, di tirarsi
fuori dalla loro situazione e di mettersi ad osservare
“dall’esterno”, quello che accade loro. Nel gruppo
multifamiliare essi si possono “rispecchiare
metaforicamente” e praticamente nel modo di
funzionare di uno, o più, di uno, dei nuclei familiari
che si trovano di fronte e iniziare a riflettere su come
imparare a non ripetere acriticamente all’infinito “gli
stessi errori”.
8. i transfert multipli
I transfert psicotici possono essere diluiti, spezzettati
e ricomposti in un pensiero unico, a cui le menti di
tutti i partecipanti, sia di quelli che parlano che di
quelli che ascoltano possono dare un contributo
originale e significativo. Quando due persone sono
troppo vicine, come nelle situazioni simbiotiche,
diventa difficile pensare.
9. “la funzione di terzo”.
Per tornare a pensare evolutivamente è necessario
introdurre la funzione di “terzo”. Gli operatori
possono svolgere la funzione di terzo con più facilità
che di altri contesti di cura della psicosi, ma è
soprattutto il gruppo nel suo complesso che con il
tempo impara a svolgere “la funzione di terzo”.
10. identificazione proiettiva
Il gruppo multifamiliare come altri tipi di gruppi
induce le persone che vi partecipano a recuperare il
senso di sé rispetto agli altri che, con il tempo, li
spinge a ritrovare un senso di se rispetto a sé stessi.
Questo recupero sembra sia legato, da un lato alla
attenuazione delle tendenze ad espellere parti
indesiderati di sé nell’altro (cioè nel ricorso al
meccanismo difensivo della identificazione
proiettiva), dall’altro dalla tendenza a reintegrare
“le forze coesive dell’io” che, da tempo, avevano
dimenticato di possedere e di utilizzare.
11. La virtualità sana
Focalizzando l’attenzione sulla necessità di
riacquisire parti di sé depositate nell’altro e di
evitare che l’altro deponga nuovamente parti di lui
in noi, cioè ricostituendo i confini ed evitando lo
sviluppo indiscriminato ed eccesivo del fenomeno
di “los otros in nosotros”, si giunge ad intravedere
di nuovo, o per la prima volta, la”virtualità sana”
presente nelle persone.
12. La virtualità sana non corrisponde
soltanto allo sviluppo di parti sane
L’uso massiccio dell’identificazione proiettiva, che
conduce all’instaurazione di una comunicazione
basata esclusivamente sullo scambio di “messaggi
di relazione” e non “di contenuto”, inibisce la
differenziazione e lo sviluppo individuale e
favorisce le identificazioni reciproche
indifferenziate che danno luogo alle
interdipendenze patologiche e patogene.
Lo sviluppo di un itinerario inverso permette il
recupero di una virtualità sana che non si sapeva,
spesso, nemmeno di possedere.
13. In un nuovo contesto si vedono e si
pensano cose nuove
Lavorando nel gruppo di psicoanalisi multifamiliare
gli operatori sperimentano un situazione che
permette loro di porre al primo punto della loro
attenzione la scoperta della virtualità sana,
attualmente esistente, del paziente e dei genitori.
La virtualità sana di entrambi, che quasi nessuno è in
grado di far emergere nella realtà e, quindi, di far
riconoscere agli altri come esistente.
14. L’inizio della malattia costituisce un
blocco del processo di sviluppo
Il paziente, ammalandosi psichicamente, torna ad
essere piccolo e, quindi, meno responsabile della
propria vita e, implicitamente, sollecita il
mantenimento di un assetto costante della
relazione con il/i genitore/i.
Il genitore torna a svolgere la funzione di
contenitore nei confronti del figlio, ma in una
forma stabile, non evolutiva, che non risente dei
continui aggiustamenti che lo svolgimento di
questa funzione richiede ad un genitore, in
relazione alla crescita del figlio.
15. Interdipendenza patologica e
patogena
Così si costituisce una simbiosi patologica o quella
che Jorge Garcia Badaracco definisce una
interdipendenza patologica e patogena: genitore e
figlio rimangono bloccati nel loro processo di
crescita.
I livelli generazionali diversi si confondono: nella
simbiosi non c’è più un padre o una madre e un figlio
o un figlia, ci sono due persone che formano un
tutt’uno e che sono in continua lotta per imporre il
proprio predominio l’uno sull’altro.
16. Processo terapeutico
Consiste nel mettere in luce l’esistenza delle
interdipendenze patologiche e patogene e nel cercare di
indurre entrambi i soggetti a rendersi conto che la
situazione apparentemente senza via d’uscita nella quale
si trovano è legata a episodi traumatici avvenuti in
passato, che hanno dato origine alla costituzione di
legami simbiotici paziente-genitore i quali hanno influito
negativamente sui processi di identificazione. Queste
identificazioni vanni messi in discussione, cercando di
avviare processi di disidentificazione dell’uno e dell’altro.
Cercando di abbandonare aspetti propri del “falso Sè” del
paziente per accedere al riconoscimento di parti del “vero
Sè” finora del tutto sconosciuti.
17. Non si può riconoscere l’esistenza di
due livelli generazionali diversi
Non si passa da una situazione a due ad una
situazione a tre, tutto rimane preedipico: non si
può sperimentare l’esclusione con amore che
garantisce la sopravvivenza del sé in forma
autonoma, cioè il complesso edipico.
Ne risulta danneggiato lo sviluppo del
funzionamento corretto della mente che dovrebbe
imparare a riconoscere che come ci sono livelli
generazionali differenti, così ci sono livelli logici di
funzionamento gerarchicamente organizzati: per
es. dal concreto all’astratto e viceversa.
18. L’impossibilità di metacomunicare in
una situazione psicotica
Prova di ciò è l’impossibilità di percepire che ci
possono essere due livelli di comunicazione
differenti, per cui quello che viene detto ad un
livello di comunicazione può essere negato ad un
altro, come nella situazione di doppio legame, della
quale il paziente psicotico e il genitore si vengono a
trovare prigionieri.
Tanto è che ognuno di loro ama e odia la persona
che lo tiene avvinto e gli dà la sensazione di
esistere: se la perdesse, sentirebbe di poter andare
in frantumi.
19. Il processo di disidentificazione
Il processo di disidentificazione riguarda tutte e due
o tre le persone ingabbiate nelle identificazioni
patologiche e patogene su cui si sono costituite le
interdipendenze patologiche e patogene.
E’ un processo pieno di incognite e di inevitabili
ricadute, tendenti a confinare nuovamente le
persone nel precedente modo invalidante di vivere la
realtà, in un sincizio deidentificato.
20. Il dramma della disidentificazione
E’ un processo drammatico perché si tratta di
abbandonare una situazione nella quale ognuna
delle due o tre persone che ne fanno parte non
hanno la percezione di sé come individui separati
ed autonomi, ma sono parte di una coppia o di un
terzetto, in cui ognuno sente di doversi
preoccupare delle esigenze dell’altro, oltre che delle
proprie e in cui ogni decisione e, quindi, nessuna
andrebbe presa tenendo presente l’opinione
dell’altro, purché sia simile alla propria.
21. “mente ampliada”
Secondo Jorge Garcia Badaracco, con il passare dei
minuti, le menti dei componenti di un gruppo di
Psicoanalisi Multifamiliare iniziano a funzionare
come le parti di un’unica grande mente, la “mente
ampliada”, che si caratterizza, sostanzialmente, per
un aspetto: pareri diversi, espressi da persone
differenti, possono coesistere all’interno di un
ragionamento comune, a cui ognuno dei presenti
fornisce il proprio contributo per capire meglio
come stanno le cose e non per prevalere l’uno
sull’altro.
22. Conseguenze di ciò per pazienti e
genitori
Pazienti e genitori possono finalmente partecipare
congiuntamente ad una discussione in cui ognuno
sente che non è tanto importante “pretendere di
avere ragione”, ma essere sicuro di essere ascoltato
e rispettato per quello che dice.
I messaggi della comunicazione non sono più volti
ad ottenere di poter prevalere l’uno sull’altro, ma
vengono usati per spiegare meglio all’altro quello
che ognuno sente, pensa e fa.
23. Conseguenze per gli operatori
Lo stesso risultato si verifica tra gli operatori: la
sensazione di potersi esprimere in base a quello
che si sente e/o si pensa e che il proprio parere,
qualsiasi esso sia, sarà tenuto nella giusta
considerazione dal resto del gruppo e, in
particolare, dagli altri operatori, contribuisce
all’instaurazione di un clima di collaborazione e di
rispetto reciproco che mira alla valorizzazione
massima dei contributi di tutti gli operatori.
24. Che cosa è il gruppo di psicoanalisi
multifamiliare per gli operatori?
E’ il luogo psicologico in cui gli operatori possono
imparare a non avere paura della simbiosi patologica
o stato fusionale.
In cui possono imparare ad accettare la simbiosi
come già fanno nel mondo esterno, anche nel loro
mondo interno.
In cui possono iniziare a capire che, per una serie di
vicissitudini, sempre molto drammatiche, le persone,
legate alle e dalle interdipendenze patologiche e
patogene, hanno scelto di rimanere vincolate per far
sopravvivere le loro menti e che, per uscire da questa
situazione, l’unica misura di cui dispongono è di
mettersi a riflettere insieme, ripartendo dagli eventi
dolorosi sui quali si è edificata la loro unione.
25. Alcuni studi suggeriscono che le TMF
sono indicate per alcune situazioni
specifiche
Pazienti al primo episodio psicotico
Gravità sintomatologica
Alto livello di Emozioni Espresse
Schizofrenia con rischi elevati di ricadute
Esordi psicotici con sintomi eclatanti
Episodi depressivi che non rispondono ad altri
interventi
Fallimento della terapia unifamiliare per certe
famiglie anoressiche
26. I familiari partners attivi della cura
La pratica clinica e la ricerca per cura della grave
patologia mentale dimostrano con maggiore
evidenza che è fondamentale la partecipazione dei
familiari e della rete sociale
per attivare processi terapeutici orientati alla
guaribilità e poter pensare insieme ciò che non si può
pensare da soli.