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Il periodico di informazione sulla Sanità Integrativa
HEALTH
ottobre 2014 - N°3
La diagnosi della SLA per una persona è come una
doccia gelata fatta con una secchiata in testa
in evidenza
da mutualità a mutua
a cura dell’Ing. Roberto Anzanello - Direttore responsabile
la moda dell’ice-bucket ed il
sostegno alla ricerca sulla sla
a cura di Maria Cagnoni
cancro
Stop al nutrimento delle cellule tumorali
a cura di Giulia di Michele
gli italiani e la sanità integrativa
a cura di Manuela Fabbretti
struttura e organizzazione
di un team gestinone sinistri
sanità integrativa
a cura di Ivo Fiorelli
editoriale pag. 1
sommario
IN EVIDENZA pag. 2
pag. 4
pag. 6
Health Online
periodico bimestrale di
informazione sulla Sanità
Integrativa
Anno 1° - Ottobre 2014 - N°3
Direttore responsabile
Ing. Roberto Anzanello
Direttore editoriale
Massimiliano Alfieri
Comitato di redazione
Manuela Fabbretti
Fabio Vitale
Luciano Dragonetti
Redazione e produzione
Fabio Vitale
Direzione e Proprietà
HHG S.p.A.
Via di Santa Cornelia, 9
00060 - Formello (RM)
info@hhg.it
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte può essere riprodotta
in alcun modo senza permesso
scritto del direttore editoriale. Articoli,
notizie e recensioni firmati o siglati
esprimono soltanto l’opinione dell’autore
e comportano di conseguenza
esclusivamente la sua responsabilità
diretta.
Registrazione del Tribunale
Civile di Roma
N° 29 del 10 Marzo 2014
Imaginazione e grafica
Fabio vitale
Copia inviata a 86.432 email
HEALTH
il Museo del Mutuo Soccorso - sito in Via di Santa Cornelia, 9 |
00060 | Formello (RM) - ha al suo interno più di 500 reperti di
valore storico mutualistico. Aperto dal lunedì al venerdì solo su
appuntamentocontattandoilnumerotelefonico+393316893067
Negli anni 70 nel nostro paese furono assunte alcune
decisioni politiche in campo sanitario di cui ancora oggi
subiamo gli effetti e precisamente:
• Nel 1972 le funzioni sanitarie statali furono trasferite alle
regioni;
• Nel 1977 le funzioni degli enti mutualistici furono trasferite
alle regioni;
• Nel 1978 fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale.
E’ risaputo che le decisioni furono assunte con l’obiettivo di
governare al meglio il sistema sanitario che già mostrava le
prime crepe dopo il baby boom degli anni ’60, di avvicinare
i servizi al cittadino, di integrare organizzativamente
in un’unica istituzione la pluralità di modelli che allora
operavano nel campo sanitario, di controllare al meglio i
costi.
Con il senno di poi è facile sicuramente criticare ma in
questo caso possiamo dire, senza timore di smentita, che
difficilmente delle decisioni politiche hanno poi influito in
modo così significativo sulla popolazione tutta.
Infatti gli effetti di quelle decisioni sono ancora oggi sotto
gli occhi di tutti noi:
1. La regionalizzazione dei servizi sanitari ha portato a
una continua proliferazione e duplicazione di attività ed
organizzazioni con un totale disservizio nei confronti della
popolazione;
2. Il ridimensionamento degli enti mutualistici ha
determinato la destrutturazione di tutta una serie di servizi
gestiti in modo cooperativo con costante diminuzione dei
servizi sanitari prestati agli individui ed alle famiglie;
3. La creazione del servizio sanitario ha creato un mostro a
molte teste che è divenuto incontrollabile con una costante
incremento dei costi sanitari.
Le conseguenze di questi effetti hanno inciso ed incidono
tutt’ora sulla nostra vita quotidiana con uno sviluppo
incontrollato della spesa pubblica sanitaria che ha avuto
un’incidenza importante nel determinare il volume della
spesa pubblica nazionale globale e di conseguenza ha
causato il continuo crescente aumento della tassazione
verso imprese e famiglie, con la creazione di “potentati”
economici e politici spesso causa di malversazione, con
la creazione di livelli di servizio sanitario differenziati in
modo ingestito da regione a regione in direzione contraria
allo spirito sociale di un servizio sanitario equo.
E’ però indispensabile analizzare il perché di questo
fenomeno ed andare alle radici del problema per
comprenderlo e risolverlo.
Sopra abbiamo infatti esposto le decisioni assunte e le loro
conseguenze ma il vero danno è stato fatto per mancanza
di coerenza con lo spirito di fondo che un servizio sanitario
per i cittadini deve avere.
Infatti nessun servizio sanitario nazionale, soprattutto in
periodi in cui l’invecchiamento della popolazione diviene un
fenomeno naturale imprescindibile, può sostenere i costi
sanitari di un intero popolo, non si tratta di un pensiero ma
di una semplice realtà matematicamente calcolabile.
Edèperquestochel’errore,adistanzadicircaquarant’anni
non è ancora stato corretto, ma sono stati solo prodotti
interventi che si sono rilevati un palliativo per un sistema
in crescente crisi.
L’elemento determinante è infatti che i servizi sanitari per
la popolazione non possono che essere gestiti basandosi
sul principio della mutualità, ed è questo l’aspetto che è
stato annullato con le decisioni degli anni ’70.
La mutualità infatti consente che il contributo di tutti
possa aiutare chi ha necessità, ma proprio per questo
la mutualità non può essere “mediata” perché questo ne
distorce le valenze.
Non può essere mediata dallo Stato dove i contributi
versati per la Sanità Nazionale molto spesso vengono
spesi per il sostenimento dei modelli organizzativi e la
quota destinata ai servizi sanitari diviene sempre minore
e dove, molto spesso, le risorse economiche vengono
destinate ad altre necessità nazionali.
NonpuòesseremediatadallaCompagniediAssicurazione
ove i premi versati dai clienti devono essere gestiti in una
logica di redditività imprenditoriale con conseguente
limitazione dei servizi prestati e aumento dei costi e
ove l’interesse privato dei singoli prevale sull’interesse
dell’insieme degli assicurati.
La mutualità può essere quindi solo diretta e gestita dagli
enti che hanno come obiettivo solo una corretta gestione
della stessa e cioè: Società di Mutuo Soccorso, Casse di
Assistenza Sanitaria, Fondi Sanitari.
Dagli inizi degli anni 2000 anche la nostra politica ha
iniziato a ripensare il sistema sanitario in questa logica
ineluttabile prendendo ed applicando tutta una serie di
decisioni che dirigono verso la creazione di un sistema
sanitario nazionale che fornisca un’assistenza sanitaria
di base e enti mutualistici che forniscano un’assistenza
sanitaria integrativa basata sulle logiche della mutualità
non mediata.
La strada è tracciata e, per il bene della salute di tutti
noi, non dobbiamo che percorrerla con convinzione
senza lasciarsi condizionare da quelle lobby che per loro
interesse economico, personale, politico, imprenditoriale,
“spingono” verso altre decisioni.
La soluzione ora è possibile ed attuabile ed è quella
corretta e cioè gestire la sanità integrativa secondo il
principio della mutualità, compiendo l’ultimo passo:
trasferire in un quadro legislativo coerente il compito di
fornire i servizi sanitari integrativi a chi lo fa per ruolo e non
solo per redditività, passando dal concetto di mutualità ad
una gestione mutualistica.
di Roberto Anzanello
Da mutualità a mutua
ed
ito
r
ia
le
HEALTH
1
LA MODA DELL’ICE-BUCKET
ED IL SOSTEGNO ALLA
RICERCA SULLA SLA
Se la secchiata ricevuta per partecipare all’Ice Bucket è
certamente gelata, è nulla al confronto rispetto a quello
che si prova a toccare con mano la realtà della SLA. Una
malattia terribile, blocca i muscoli, i pazienti muoiono
con tutte le funzioni cognitive funzionanti ma il corpo
non risponde più. La similitudine con l’acqua gelata a
mio avviso è la diagnosi. Ma è una secchiata gelata con
anche il secchio in testa. Inizia tutto con sintomi banali
quali possono essere una penna che cade di mano
oppure un braccio che si blocca, e per arrivare ad un
responso sicuro ci vogliono circa sei mesi.
In questo tristissimo scenario l’Ice Bucket non può
che avere risvolti positivi. La metodica può piacere o
meno, però fa conoscere il problema.
Allo stato attuale non sono molte ma sono destinate
ad aumentare, le Associazioni a sostegno della SLA e
dei pazienti affetti. Quest’ultime più che un sostegno
economico costituiscono un sostegno morale ed un
appoggio perché è molto brutto per i pazienti quando
capita loro dire cos’hanno e dover oltretutto spiegare
che tipo di malattia è.
In questo l’Ice Bucket può essere di aiuto. Già, ma
con tutte gli auto-gavettoni d’acqua gelata che decine
di personaggi, più o meno noti hanno “postato”
su Facebook, sono piovute fior di donazioni al
momento ma per il futuro in realtà potrebbe non
essere così.
Negli ultimi tempi con il diffondersi della malattia e
conseguentemente della sua conoscenza le donazioni
sono aumentate. Negli ultimi mesi soprattutto con la
moda dell’Ice bucket, se così si può chiamarla, sono
La diagnosi della SLA per una persona è come una doccia gelata
fatta con una secchiata in testa
HEALTH
2
HEALTH
3
si aumentate ma quanto questo fenomeno continuerà
ancora? Forse si esaurirà? Unico dato certo è che i
pazienti malati rimarranno e forse saranno destinati
ad aumentare.
Non esiste una cura a questa patologia, che progredisce
molto velocemente, penso a una donna che conoscevo
con una famiglia splendida che all’età di 56 anni,
mentre programmava di godersi la pensione tanto
agognata insieme al marito, le hanno diagnostica la
SLA. Nel giro di un anno si è trovata costretta su di
una sedia a rotelle non più autosufficiente.
C’è un farmaco che rallenta la SLA, ma non la guarisce.
In Italia sono ancora pochi ma destinati ad aumentare
i casi di pazienti affetti da SLA, di tutte le fasce d’età.
Ovviamente vi sono forme diverse di questa terribile
malattia, alcune più aggressive altre meno.
Esibizionismo, moda, vera sensibilità umana e sociale,
difficile sapere che cosa c’è dietro ogni video che si
vede su Facebook. Dati certi per esempio certificano
che attraverso l’Ice Bucket Challenge si è riusciti a
raccogliere solo per l’AISLA 1,5 milioni di euro.
Vale la pena soffermarsi sull’AISLA (Associazione
Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), la quale
promuove iniziative in tutta Italia per innovare
l’attenzione dell’opinione pubblica, delle autorità
politiche, sanitarie e socio –assistenziali sui bisogni di
cura e assistenza dei malati per giungere finalmente
ad un’appropriata gestione della SLA, ad un’adeguata
presa in carico dei pazienti e dei loro familiari e per
raccogliere fondi di sostegno della ricerca mirata su
questa malattia, al momento inguaribile ma non per
questo incurabile.
Come si sa nel 2014 nessuno può esimersi dalle mode
che si diffondono sui social network, nessuno si può
sentire da meno. Ciò che ci si augura è che almeno
il 50% di chi si getta l’acqua addosso si chieda che
cosa vuol dire essere malati di SLA e che almeno un
passo in più nella ricerca attraverso la diffusione possa
avvenire.
a cura di Maria Cagnoni
La notizia, pubblicata su The Journal of Clinical
Investigation, arriva da uno studio coordinato da Ugo
Cavallaro, ricercatore del Programma di Medicina
Molecolare dello IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia,
con un passato di studi ed incarichi internazionale.
Il gruppo di ricerca ha scoperto un
modo per colpire L1, attraverso la
sua inattivazione, una molecola
endoteliale del sistema nervoso,
presente in modo abbondante
nei vasi sanguigni tumorali
e quasi assente nei vasi sani.
Questo processo, effettuato
tramite specifici anticorpi o
altra metodica, rallenterebbe la
crescita tumorale riducendone la vascolarizzazione
e pertanto normalizzando e migliorando il
flusso sanguigno all’interno del tumore stesso.
Apparentemente, come specifica Cavallaro, questo
potrebbe risultare un controsenso in quanto,
migliorare la rete vascolare, significa aumentare
l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule
malate. Nello stesso tempo, però, il medesimo
processo costituirebbe la soluzione alla scarsa
penetrazione dei farmaci antitumorali poiché il
tessuto neoplastico risulterebbe molto più ricettivo.
cancro
stop al nutrimento delle cellule tumorali
gli italiani e la sanità integrativa
Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando,
sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo
particolarmente difficile, con la crisi e le
problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini
sentono sempre più il peso delle rinunce che sono
costretti a fare relativamente alle cure mediche.
Guardando però con un ottica positivistica la
situazione c’è da dire che una possibile soluzione
in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, è
presente da molti anni ma sconosciuta a molti.
L’inattivazione di L1 avrebbe così un doppio effetto:
il blocco della vascolarizzazione e il potenziamento
della chemioterapia o di altri trattamenti anti-tumorali.
Il processo interessato è quello dell’angiogenesi, cioè
la formazione di nuovi vasi sanguigni da cui le cellule
tumorali traggono il nutrimento ed
in tal modo possono moltiplicarsi
in maniera incontrollata.
La categoria di farmaci interessati
a contrastare il cancro, i cosiddetti
inibitori dell’angiogenesi, mirano
a bloccare l’azione del VEGF-A,
la sostanza prodotta dalle
cellule tumorali che funge da
fertilizzante per i vasi sanguigni
e ne promuove la crescita.
Questa classe di farmaci e il nuovo approccio di
intervento sulla ricerca molecolare mostrano che
esistono nuovi percorsi che possono rappresentare
una valida alternativa al colpire direttamente il
gene alterato nelle cellule cancerose e che questo
potrebbe rappresentare il futuro della lotta al tumore.
Fonte “The Journal of Clinical Investigation”
a cura di Giulia di Michele
Si parla appunto della previdenza sanitaria
complementare o sanità integrativa per la quale,
secondo una recente indagine del Censis, risulta che
il 33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di
fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre
un ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza,
non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
Dall’indagineemergeinoltrecheil53%nonèinformato
sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è
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Gli Italiani e la Sanità Integrativa
Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente
difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso
delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica
positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia,
è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria
complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il
33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un
ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della
previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui
parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o
meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di
quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di
lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità
integrativa.
33,6%
34,9%
53,0%
57,0%
35,0%
33,0%
16,0%
non hanno mai sentito di
F.Sanitari e polizze malattia
hanno sentito parlare ma non
sanno cosa siano i F.Sanitari e
polizze malattia
non conoscono le differenze tra
F.sanitario integrativo e polizza
malattia
non conoscono i vantaggi fiscali
dei F.sanitari integrativi
non conoscono il rapporto tra
benefici fiscali della
Previd.complementare
non conoscono i parametri per la
valutazione dei contributi versati
non sanno della possibilità di
disporre del capitale prima del
pensionamento
Grafico percentuale della conoscenza sui Fondi
sanitari integrativi e previdenza complementare.
i Italiani e la Sanità Integrativa
ppiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente
ficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso
lle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica
sitivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia,
presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria
mplementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il
,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un
eriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
ll’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
egrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
zionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della
evidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui
rametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o
eno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di
anto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di
oratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità
egrativa.
33,6%
34,9%
53,0%
57,0%
35,0%
33,0%
16,0%
non hanno mai sentito di
F.Sanitari e polizze malattia
hanno sentito parlare ma non
sanno cosa siano i F.Sanitari e
polizze malattia
non conoscono le differenze tra
F.sanitario integrativo e polizza
malattia
non conoscono i vantaggi fiscali
dei F.sanitari integrativi
non conoscono il rapporto tra
benefici fiscali della
Previd.complementare
non conoscono i parametri per la
valutazione dei contributi versati
afico percentuale della conoscenza sui Fondi
nitari integrativi e previdenza complementare.
i Italiani e la Sanità Integrativa
ppiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente
ficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso
lle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica
sitivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia,
presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria
mplementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il
,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un
eriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
ll’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
egrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
zionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della
evidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui
rametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o
eno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di
anto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di
oratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità
egrativa.
33,6%
34,9%
53,0%
35,0%
33,0%
16,0%
non hanno mai sentito di
F.Sanitari e polizze malattia
hanno sentito parlare ma non
sanno cosa siano i F.Sanitari e
polizze malattia
non conoscono le differenze tra
F.sanitario integrativo e polizza
malattia
non conoscono i vantaggi fiscali
dei F.sanitari integrativi
non conoscono il rapporto tra
benefici fiscali della
Previd.complementare
non conoscono i parametri per la
afico percentuale della conoscenza sui Fondi
nitari integrativi e previdenza complementare.
i Italiani e la Sanità Integrativa
ppiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente
ficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso
lle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica
sitivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia,
presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria
mplementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il
,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un
eriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
ll’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
egrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
zionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della
evidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui
rametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o
eno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di
anto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di
oratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità
egrativa.
33,6%
34,9%
53,0%
35,0%
33,0%
16,0%
non hanno mai sentito di
F.Sanitari e polizze malattia
hanno sentito parlare ma non
sanno cosa siano i F.Sanitari e
polizze malattia
non conoscono le differenze tra
F.sanitario integrativo e polizza
malattia
non conoscono i vantaggi fiscali
dei F.sanitari integrativi
non conoscono il rapporto tra
benefici fiscali della
Previd.complementare
afico percentuale della conoscenza sui Fondi
nitari integrativi e previdenza complementare.
Gli Italiani e la Sanità Integrativa
Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente
difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso
delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica
positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia,
è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria
complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il
33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un
ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della
previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui
parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o
meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di
quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di
lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità
integrativa.
Abbiamo le risorse ma non le conosciamo, possiamo utilizzarle ma non sappiamo come funzionano e non
c’è nessuno che ce lo spieghi. Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di conoscenza per quanto
33,6%
34,9%
53,0%
57,0%
35,0%
33,0%
16,0%
non hanno mai sentito di
F.Sanitari e polizze malattia
hanno sentito parlare ma non
sanno cosa siano i F.Sanitari e
polizze malattia
non conoscono le differenze tra
F.sanitario integrativo e polizza
malattia
non conoscono i vantaggi fiscali
dei F.sanitari integrativi
non conoscono il rapporto tra
benefici fiscali della
Previd.complementare
non conoscono i parametri per la
valutazione dei contributi versati
non sanno della possibilità di
disporre del capitale prima del
pensionamento
Grafico percentuale della conoscenza sui Fondi
sanitari integrativi e previdenza complementare.
Gli Italiani e la Sanità Integrativa
Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente
difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso
delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica
positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia,
è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria
complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il
33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un
ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino.
Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo
ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della
previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui
parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o
meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di
quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di
lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità
integrativa.
Abbiamo le risorse ma non le conosciamo, possiamo utilizzarle ma non sappiamo come funzionano e non
c’è nessuno che ce lo spieghi. Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di conoscenza per quanto
33,6%
34,9%
53,0%
57,0%
35,0%
33,0%
16,0%
non hanno mai sentito di
F.Sanitari e polizze malattia
hanno sentito parlare ma non
sanno cosa siano i F.Sanitari e
polizze malattia
non conoscono le differenze tra
F.sanitario integrativo e polizza
malattia
non conoscono i vantaggi fiscali
dei F.sanitari integrativi
non conoscono il rapporto tra
benefici fiscali della
Previd.complementare
non conoscono i parametri per la
valutazione dei contributi versati
non sanno della possibilità di
disporre del capitale prima del
pensionamento
Grafico percentuale della conoscenza sui Fondi
sanitari integrativi e previdenza complementare.
al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari
integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. >
L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione
nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una
scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti
la previdenza complementare: il 35% dichiara di non
conoscereilrapportodibeneficifiscalidellaprevidenza
complementare e quelli relativi ad altre forme di
investimento; il 33% non è informato sui parametri per
larivalutazionedeicontributiversatimentreil16%non
è a conoscenza della possibilità o meno di disporre in
tutto o in parte del capitale prima del pensionamento.
Pertanto tirando le somme di quanto appena detto,
abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento
che si aggira intorno ai 16 milioni di lavoratori che
non conoscono o conoscono in maniera errata la
previdenza complementare e la sanità integrativa.
Abbiamo le risorse ma non le conosciamo,
possiamo utilizzarle ma non sappiamo come
funzionano e non c’è nessuno che ce lo spieghi.
Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di
conoscenza per quanto concerne tutto il mondo
del welfare, il quale potrebbe e dovrebbe affiancare
l’SSN sofferente e appesantito, a partire dalla
sanità integrativa che ad oggi conta più di 11
milioni di assistiti, alla previdenza complementare
che invece registra oltre 6 milioni di iscritti.
La spesa out of pocket intermediata in Italia, ovvero
quella gestita attraverso assicurazioni integrative o
strumenti simili, risulta essere una tra le più basse
d’Europa con il 13,4% del totale della spesa sanitaria
privata, ecco quindi che assume un’importanza
fondamentale l’integrazione degli strumenti del
welfare privato con quello pubblico, in modo da
fornire operatori privati specializzati e qualificati
sia per prestazioni sanitarie che assistenziali,
attraverso servizi resi decisamente accessibili con
strumenti integrativi rendendoli più adeguati.
Per rimediare a questa scarsa comunicazione e
conoscenza del mondo sanitario integrativo, alcune
Società di Mutuo Soccorso e Fondi Sanitari integrativi
hanno introdotto una nuova figura, il Promotore
Mutualistico, figura apposita a svolgere operazioni
di tipo informativo, di diffusione e di connessione
tra esigenze degli utenti e le soluzioni possibili che
il welfare offre sul piano sanitario assistenziale.
L’informazione è fondamentale, consente agli utenti di
conoscere le diverse alternative e possibilità presenti,
avendo così un panorama completo dei servizi e
modalità con cui accedervi, per decidere quindi quale
sia la soluzione migliore in base alle proprie esigenze.
Da un’indagine realizzata dal Censis risulta che al
27% degli intervistati è accaduto di dover pagare
un ticket su una prestazione sanitaria superiore al
costo che avrebbe sostenuto se avesse acquistato la
prestazione nel privato pagando l’intero costo di tasca
propria. Questo dimostra il grande squilibrio attuale
tra pubblico e privato che, a causa dei grandi tagli
fatti al settore sanitario, provoca confusione e rende
complessa anche l’erogazione del servizio e le cure.
Fonte dati statistici “Censis Centro Studi Investimenti Sociali”
a cura di Manuela Fabbretti>
HEALTH
6
La tutela della Salute Pubblica, nel suo
complesso e come comunemente intesa, è un
servizio che uno Stato fornisce ai cittadini,
secondo le proprie capacità e possibilità.
Oggi i cittadini sono europei e i diversi membri
della UE (ben ventotto) hanno diverse capacità
e possibilità di fornire questo essenziale servizio,
inoltre la libera circolazione dei beni e servizi,
oramai consolidata, offre un panorama di possibile
concorrenza in un settore così delicato, costringendo
gli operatori a continui confronti con altre
strutture, non sempre vincenti per il nostro Paese.
In Italia la carenza di risorse mette a dura prova
la sostanziale bontà del Servizio Sanitario
Nazionale, che contiene molte forme e strutture
di eccellenza, che vengono però penalizzate da
tale carenza e non riescono a garantire il livello
e la tempestività che il cittadino si aspetta.
	
Il successo dell’assistenza integrativa e il
prevedibile suo futuro sviluppo, quindi, dipendono
in gran parte dalla qualità del servizio reso.
Gli operatori che gestiscono le singole pratiche,
che sono l’interfaccia primo con l’utenza, sono
la base della struttura e devono (si ribadisce:
devono) possedere ampie capacità comunicative,
semantica adatta all’argomento trattato, pazienza
e cortesia, oltre, ovviamente, a una buona cultura
di base in campo sanitario (che non è materia di
insegnamento nel nostro sistema scolastico), cultura
non comune in giovani aspiranti a tale occupazione.
E’ un lavoro non facile, a volte faticoso e
stressante, pertanto la cura nella selezione e nella
formazione di questo personale deve essere
massima e deve avvalersi, possibilmente, dell’ausilio
di coloro che, già operando nel settore a livello
più elevato, abbiano la capacità di individuare
le potenzialità insite in ogni singolo candidato.
La selezione e la formazione di questo personale è
un compito delicato, che richiede buone capacità
manageriali, dato che si tratta di un investimento
in risorse umane preziose: se un buon elemento
ben formato si allontana dalla struttura, questa
ha perso un “capitale” non indifferente, che
avrà un costo elevato, in termini di tempo
e denaro, per essere validamente sostituito.
Altrettanto indispensabile è l’organizzazione di
un buon supporto informatico, che necessita
di continua cura e aggiornamento da parte di
STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UN
TEAM GESTIONE SINISTRI SANITA’ INTEGRATIVA
HEALTH
7
personale dedicato, perché non rischi di dare
risposte insoddisfacenti agli operatori, che sono
costretti ad appoggiarvisi molto (a volte troppo: è
indispensabile sempre un’attenzione critica da parte
dell’utente alle risposte fornite dalla macchina).
	
Molto deve essere speso, in termini di tempo, su
questo punto: come è arcinoto, la macchina elabora e
restituisce ciò che gli viene immesso, (trash in, trash
out!),edè importante cheognioperatoresiaingradodi
confrontare i dati forniti automaticamente con quello
che potremmo chiamare “risultato atteso”.	
	
Questa è la base della struttura, ma non sono
sufficienti una discreta conoscenza della materia e
la capacità di interpretare correttamente le norme:
occorre affiancare alla base la competenza di un team
medico di comprovata esperienza, possibilmente
anche in ambito sanitario (medicina legale e
contrattuale), cui il singolo operatore possa fare
riferimento per ogni necessità, dubbio o conferma di
sue interpretazioni su casi inconsueti, su applicabilità
delle norma in modo corretto secondo il tipo e le
modalità di prestazione medica, sulla congruità
e la durata dei ricoveri, sulla correttezza, anche
formale, delle spese di cui si richiede il rimborso.
	
Infine, deve essere istituzionalizzato lo screening,
un controllo finale del lavoro svolto dalla struttura
- normalmente a campione, ma a tappeto in
casi particolari - sulle “pratiche” lavorate, per
evitare pagamenti e rimborsi errati, sia per il
costo materiale e per il tempo-lavoro richiesto
per eventuali revisioni, sia per l’immagine verso
l’utenza, come singolo assistito e come Ente di
appartenenza, in quanto la “qualità” del servizio,
fonte di successo, emerge anche dalla correttezza e
tempestività con cui si danno risposte, che vanno
improntate all’equità: dare il giusto è sempre pagante!
	
Tuttociòdeveesserepoicoordinatodaunmanagement
che organizzi la complessa struttura in sezioni che si
occupinodeidiversisettori:prestazioniinconvenzione
diretta con le strutture sanitarie, ove l’assistito a esse
indirizzato non entri nel merito dell’erogazione di
pagamenti, prestazioni indirette (ovvero a rimborso),
o miste (pagamenti parte alla struttura sanitaria
e parte all’assistito), implementando ogni singola
sezione secondo le capacità, l’esperienza, le attitudini
dei singoli, in modo da rendere il lavoro di ognuno
più consono alla sua personalità, il più gratificante
possibile, insomma il meno “stancante” possibile.
	
Questa attività è di per sé faticosa, a volte stressante,
spesso ripetitiva. E’ necessario essere sempre presenti
a sé stessi e l’interfacciarsi con l’utenza è spesso
sfibrante. Inoltre, dover a volte contemperare la
gestione materiale dei fascicoli, soprattutto se non
cartacei ma trasmesse via web, quindi esaminabili solo
sullo schermo del PC, con le risposte da dare, con
i dovuti modi come sopra indicato, può indurre in
errore, magari minimo (e per questo più difficilmente
rilevabileaposterioridaunoscreening,ancheaccurato).
	
Un management efficiente e attento deve tenere
presente tutte le implicazioni di una gestione
così complessa, adottando, anche in corso
d’opera, eventuali modifiche che si rivelino più
efficaci affinché il lavoro scorra, dalla “presa in
carico”, all’avvenuta liquidazione dell’assistenza.
a cura di Ivo Fiorelli

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Health Online - 3

  • 1. Il periodico di informazione sulla Sanità Integrativa HEALTH ottobre 2014 - N°3 La diagnosi della SLA per una persona è come una doccia gelata fatta con una secchiata in testa in evidenza
  • 2. da mutualità a mutua a cura dell’Ing. Roberto Anzanello - Direttore responsabile la moda dell’ice-bucket ed il sostegno alla ricerca sulla sla a cura di Maria Cagnoni cancro Stop al nutrimento delle cellule tumorali a cura di Giulia di Michele gli italiani e la sanità integrativa a cura di Manuela Fabbretti struttura e organizzazione di un team gestinone sinistri sanità integrativa a cura di Ivo Fiorelli editoriale pag. 1 sommario IN EVIDENZA pag. 2 pag. 4 pag. 6 Health Online periodico bimestrale di informazione sulla Sanità Integrativa Anno 1° - Ottobre 2014 - N°3 Direttore responsabile Ing. Roberto Anzanello Direttore editoriale Massimiliano Alfieri Comitato di redazione Manuela Fabbretti Fabio Vitale Luciano Dragonetti Redazione e produzione Fabio Vitale Direzione e Proprietà HHG S.p.A. Via di Santa Cornelia, 9 00060 - Formello (RM) info@hhg.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta. Registrazione del Tribunale Civile di Roma N° 29 del 10 Marzo 2014 Imaginazione e grafica Fabio vitale Copia inviata a 86.432 email HEALTH il Museo del Mutuo Soccorso - sito in Via di Santa Cornelia, 9 | 00060 | Formello (RM) - ha al suo interno più di 500 reperti di valore storico mutualistico. Aperto dal lunedì al venerdì solo su appuntamentocontattandoilnumerotelefonico+393316893067
  • 3. Negli anni 70 nel nostro paese furono assunte alcune decisioni politiche in campo sanitario di cui ancora oggi subiamo gli effetti e precisamente: • Nel 1972 le funzioni sanitarie statali furono trasferite alle regioni; • Nel 1977 le funzioni degli enti mutualistici furono trasferite alle regioni; • Nel 1978 fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale. E’ risaputo che le decisioni furono assunte con l’obiettivo di governare al meglio il sistema sanitario che già mostrava le prime crepe dopo il baby boom degli anni ’60, di avvicinare i servizi al cittadino, di integrare organizzativamente in un’unica istituzione la pluralità di modelli che allora operavano nel campo sanitario, di controllare al meglio i costi. Con il senno di poi è facile sicuramente criticare ma in questo caso possiamo dire, senza timore di smentita, che difficilmente delle decisioni politiche hanno poi influito in modo così significativo sulla popolazione tutta. Infatti gli effetti di quelle decisioni sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti noi: 1. La regionalizzazione dei servizi sanitari ha portato a una continua proliferazione e duplicazione di attività ed organizzazioni con un totale disservizio nei confronti della popolazione; 2. Il ridimensionamento degli enti mutualistici ha determinato la destrutturazione di tutta una serie di servizi gestiti in modo cooperativo con costante diminuzione dei servizi sanitari prestati agli individui ed alle famiglie; 3. La creazione del servizio sanitario ha creato un mostro a molte teste che è divenuto incontrollabile con una costante incremento dei costi sanitari. Le conseguenze di questi effetti hanno inciso ed incidono tutt’ora sulla nostra vita quotidiana con uno sviluppo incontrollato della spesa pubblica sanitaria che ha avuto un’incidenza importante nel determinare il volume della spesa pubblica nazionale globale e di conseguenza ha causato il continuo crescente aumento della tassazione verso imprese e famiglie, con la creazione di “potentati” economici e politici spesso causa di malversazione, con la creazione di livelli di servizio sanitario differenziati in modo ingestito da regione a regione in direzione contraria allo spirito sociale di un servizio sanitario equo. E’ però indispensabile analizzare il perché di questo fenomeno ed andare alle radici del problema per comprenderlo e risolverlo. Sopra abbiamo infatti esposto le decisioni assunte e le loro conseguenze ma il vero danno è stato fatto per mancanza di coerenza con lo spirito di fondo che un servizio sanitario per i cittadini deve avere. Infatti nessun servizio sanitario nazionale, soprattutto in periodi in cui l’invecchiamento della popolazione diviene un fenomeno naturale imprescindibile, può sostenere i costi sanitari di un intero popolo, non si tratta di un pensiero ma di una semplice realtà matematicamente calcolabile. Edèperquestochel’errore,adistanzadicircaquarant’anni non è ancora stato corretto, ma sono stati solo prodotti interventi che si sono rilevati un palliativo per un sistema in crescente crisi. L’elemento determinante è infatti che i servizi sanitari per la popolazione non possono che essere gestiti basandosi sul principio della mutualità, ed è questo l’aspetto che è stato annullato con le decisioni degli anni ’70. La mutualità infatti consente che il contributo di tutti possa aiutare chi ha necessità, ma proprio per questo la mutualità non può essere “mediata” perché questo ne distorce le valenze. Non può essere mediata dallo Stato dove i contributi versati per la Sanità Nazionale molto spesso vengono spesi per il sostenimento dei modelli organizzativi e la quota destinata ai servizi sanitari diviene sempre minore e dove, molto spesso, le risorse economiche vengono destinate ad altre necessità nazionali. NonpuòesseremediatadallaCompagniediAssicurazione ove i premi versati dai clienti devono essere gestiti in una logica di redditività imprenditoriale con conseguente limitazione dei servizi prestati e aumento dei costi e ove l’interesse privato dei singoli prevale sull’interesse dell’insieme degli assicurati. La mutualità può essere quindi solo diretta e gestita dagli enti che hanno come obiettivo solo una corretta gestione della stessa e cioè: Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza Sanitaria, Fondi Sanitari. Dagli inizi degli anni 2000 anche la nostra politica ha iniziato a ripensare il sistema sanitario in questa logica ineluttabile prendendo ed applicando tutta una serie di decisioni che dirigono verso la creazione di un sistema sanitario nazionale che fornisca un’assistenza sanitaria di base e enti mutualistici che forniscano un’assistenza sanitaria integrativa basata sulle logiche della mutualità non mediata. La strada è tracciata e, per il bene della salute di tutti noi, non dobbiamo che percorrerla con convinzione senza lasciarsi condizionare da quelle lobby che per loro interesse economico, personale, politico, imprenditoriale, “spingono” verso altre decisioni. La soluzione ora è possibile ed attuabile ed è quella corretta e cioè gestire la sanità integrativa secondo il principio della mutualità, compiendo l’ultimo passo: trasferire in un quadro legislativo coerente il compito di fornire i servizi sanitari integrativi a chi lo fa per ruolo e non solo per redditività, passando dal concetto di mutualità ad una gestione mutualistica. di Roberto Anzanello Da mutualità a mutua ed ito r ia le HEALTH 1
  • 4. LA MODA DELL’ICE-BUCKET ED IL SOSTEGNO ALLA RICERCA SULLA SLA Se la secchiata ricevuta per partecipare all’Ice Bucket è certamente gelata, è nulla al confronto rispetto a quello che si prova a toccare con mano la realtà della SLA. Una malattia terribile, blocca i muscoli, i pazienti muoiono con tutte le funzioni cognitive funzionanti ma il corpo non risponde più. La similitudine con l’acqua gelata a mio avviso è la diagnosi. Ma è una secchiata gelata con anche il secchio in testa. Inizia tutto con sintomi banali quali possono essere una penna che cade di mano oppure un braccio che si blocca, e per arrivare ad un responso sicuro ci vogliono circa sei mesi. In questo tristissimo scenario l’Ice Bucket non può che avere risvolti positivi. La metodica può piacere o meno, però fa conoscere il problema. Allo stato attuale non sono molte ma sono destinate ad aumentare, le Associazioni a sostegno della SLA e dei pazienti affetti. Quest’ultime più che un sostegno economico costituiscono un sostegno morale ed un appoggio perché è molto brutto per i pazienti quando capita loro dire cos’hanno e dover oltretutto spiegare che tipo di malattia è. In questo l’Ice Bucket può essere di aiuto. Già, ma con tutte gli auto-gavettoni d’acqua gelata che decine di personaggi, più o meno noti hanno “postato” su Facebook, sono piovute fior di donazioni al momento ma per il futuro in realtà potrebbe non essere così. Negli ultimi tempi con il diffondersi della malattia e conseguentemente della sua conoscenza le donazioni sono aumentate. Negli ultimi mesi soprattutto con la moda dell’Ice bucket, se così si può chiamarla, sono La diagnosi della SLA per una persona è come una doccia gelata fatta con una secchiata in testa HEALTH 2
  • 5. HEALTH 3 si aumentate ma quanto questo fenomeno continuerà ancora? Forse si esaurirà? Unico dato certo è che i pazienti malati rimarranno e forse saranno destinati ad aumentare. Non esiste una cura a questa patologia, che progredisce molto velocemente, penso a una donna che conoscevo con una famiglia splendida che all’età di 56 anni, mentre programmava di godersi la pensione tanto agognata insieme al marito, le hanno diagnostica la SLA. Nel giro di un anno si è trovata costretta su di una sedia a rotelle non più autosufficiente. C’è un farmaco che rallenta la SLA, ma non la guarisce. In Italia sono ancora pochi ma destinati ad aumentare i casi di pazienti affetti da SLA, di tutte le fasce d’età. Ovviamente vi sono forme diverse di questa terribile malattia, alcune più aggressive altre meno. Esibizionismo, moda, vera sensibilità umana e sociale, difficile sapere che cosa c’è dietro ogni video che si vede su Facebook. Dati certi per esempio certificano che attraverso l’Ice Bucket Challenge si è riusciti a raccogliere solo per l’AISLA 1,5 milioni di euro. Vale la pena soffermarsi sull’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), la quale promuove iniziative in tutta Italia per innovare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle autorità politiche, sanitarie e socio –assistenziali sui bisogni di cura e assistenza dei malati per giungere finalmente ad un’appropriata gestione della SLA, ad un’adeguata presa in carico dei pazienti e dei loro familiari e per raccogliere fondi di sostegno della ricerca mirata su questa malattia, al momento inguaribile ma non per questo incurabile. Come si sa nel 2014 nessuno può esimersi dalle mode che si diffondono sui social network, nessuno si può sentire da meno. Ciò che ci si augura è che almeno il 50% di chi si getta l’acqua addosso si chieda che cosa vuol dire essere malati di SLA e che almeno un passo in più nella ricerca attraverso la diffusione possa avvenire. a cura di Maria Cagnoni
  • 6. La notizia, pubblicata su The Journal of Clinical Investigation, arriva da uno studio coordinato da Ugo Cavallaro, ricercatore del Programma di Medicina Molecolare dello IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia, con un passato di studi ed incarichi internazionale. Il gruppo di ricerca ha scoperto un modo per colpire L1, attraverso la sua inattivazione, una molecola endoteliale del sistema nervoso, presente in modo abbondante nei vasi sanguigni tumorali e quasi assente nei vasi sani. Questo processo, effettuato tramite specifici anticorpi o altra metodica, rallenterebbe la crescita tumorale riducendone la vascolarizzazione e pertanto normalizzando e migliorando il flusso sanguigno all’interno del tumore stesso. Apparentemente, come specifica Cavallaro, questo potrebbe risultare un controsenso in quanto, migliorare la rete vascolare, significa aumentare l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule malate. Nello stesso tempo, però, il medesimo processo costituirebbe la soluzione alla scarsa penetrazione dei farmaci antitumorali poiché il tessuto neoplastico risulterebbe molto più ricettivo. cancro stop al nutrimento delle cellule tumorali gli italiani e la sanità integrativa Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. L’inattivazione di L1 avrebbe così un doppio effetto: il blocco della vascolarizzazione e il potenziamento della chemioterapia o di altri trattamenti anti-tumorali. Il processo interessato è quello dell’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni da cui le cellule tumorali traggono il nutrimento ed in tal modo possono moltiplicarsi in maniera incontrollata. La categoria di farmaci interessati a contrastare il cancro, i cosiddetti inibitori dell’angiogenesi, mirano a bloccare l’azione del VEGF-A, la sostanza prodotta dalle cellule tumorali che funge da fertilizzante per i vasi sanguigni e ne promuove la crescita. Questa classe di farmaci e il nuovo approccio di intervento sulla ricerca molecolare mostrano che esistono nuovi percorsi che possono rappresentare una valida alternativa al colpire direttamente il gene alterato nelle cellule cancerose e che questo potrebbe rappresentare il futuro della lotta al tumore. Fonte “The Journal of Clinical Investigation” a cura di Giulia di Michele Si parla appunto della previdenza sanitaria complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il 33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. Dall’indagineemergeinoltrecheil53%nonèinformato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è HEALTH 4
  • 7. HEALTH 5 Gli Italiani e la Sanità Integrativa Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il 33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità integrativa. 33,6% 34,9% 53,0% 57,0% 35,0% 33,0% 16,0% non hanno mai sentito di F.Sanitari e polizze malattia hanno sentito parlare ma non sanno cosa siano i F.Sanitari e polizze malattia non conoscono le differenze tra F.sanitario integrativo e polizza malattia non conoscono i vantaggi fiscali dei F.sanitari integrativi non conoscono il rapporto tra benefici fiscali della Previd.complementare non conoscono i parametri per la valutazione dei contributi versati non sanno della possibilità di disporre del capitale prima del pensionamento Grafico percentuale della conoscenza sui Fondi sanitari integrativi e previdenza complementare. i Italiani e la Sanità Integrativa ppiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente ficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso lle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica sitivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria mplementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il ,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un eriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. ll’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari egrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione zionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della evidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui rametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o eno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di anto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di oratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità egrativa. 33,6% 34,9% 53,0% 57,0% 35,0% 33,0% 16,0% non hanno mai sentito di F.Sanitari e polizze malattia hanno sentito parlare ma non sanno cosa siano i F.Sanitari e polizze malattia non conoscono le differenze tra F.sanitario integrativo e polizza malattia non conoscono i vantaggi fiscali dei F.sanitari integrativi non conoscono il rapporto tra benefici fiscali della Previd.complementare non conoscono i parametri per la valutazione dei contributi versati afico percentuale della conoscenza sui Fondi nitari integrativi e previdenza complementare. i Italiani e la Sanità Integrativa ppiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente ficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso lle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica sitivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria mplementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il ,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un eriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. ll’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari egrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione zionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della evidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui rametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o eno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di anto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di oratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità egrativa. 33,6% 34,9% 53,0% 35,0% 33,0% 16,0% non hanno mai sentito di F.Sanitari e polizze malattia hanno sentito parlare ma non sanno cosa siano i F.Sanitari e polizze malattia non conoscono le differenze tra F.sanitario integrativo e polizza malattia non conoscono i vantaggi fiscali dei F.sanitari integrativi non conoscono il rapporto tra benefici fiscali della Previd.complementare non conoscono i parametri per la afico percentuale della conoscenza sui Fondi nitari integrativi e previdenza complementare. i Italiani e la Sanità Integrativa ppiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente ficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso lle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica sitivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria mplementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il ,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un eriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. ll’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari egrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione zionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della evidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui rametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o eno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di anto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di oratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità egrativa. 33,6% 34,9% 53,0% 35,0% 33,0% 16,0% non hanno mai sentito di F.Sanitari e polizze malattia hanno sentito parlare ma non sanno cosa siano i F.Sanitari e polizze malattia non conoscono le differenze tra F.sanitario integrativo e polizza malattia non conoscono i vantaggi fiscali dei F.sanitari integrativi non conoscono il rapporto tra benefici fiscali della Previd.complementare afico percentuale della conoscenza sui Fondi nitari integrativi e previdenza complementare. Gli Italiani e la Sanità Integrativa Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il 33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità integrativa. Abbiamo le risorse ma non le conosciamo, possiamo utilizzarle ma non sappiamo come funzionano e non c’è nessuno che ce lo spieghi. Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di conoscenza per quanto 33,6% 34,9% 53,0% 57,0% 35,0% 33,0% 16,0% non hanno mai sentito di F.Sanitari e polizze malattia hanno sentito parlare ma non sanno cosa siano i F.Sanitari e polizze malattia non conoscono le differenze tra F.sanitario integrativo e polizza malattia non conoscono i vantaggi fiscali dei F.sanitari integrativi non conoscono il rapporto tra benefici fiscali della Previd.complementare non conoscono i parametri per la valutazione dei contributi versati non sanno della possibilità di disporre del capitale prima del pensionamento Grafico percentuale della conoscenza sui Fondi sanitari integrativi e previdenza complementare. Gli Italiani e la Sanità Integrativa Sappiamo tutti che l’Italia sta affrontando, sotto il profilo del welfare sanitario, un periodo particolarmente difficile, con la crisi e le problematiche che il Paese sta vivendo ed i cittadini sentono sempre più il peso delle rinunce che sono costretti a fare relativamente alle cure mediche. Guardando però con un ottica positivistica la situazione c’è da dire che una possibile soluzione in relazione all’assistenza sanitaria, in Italia, è presente da molti anni ma sconosciuta a molti. Si parla appunto della previdenza sanitaria complementare o sanità integrativa per la quale, secondo una recente indagine del Censis, risulta che il 33,6% degli intervistati non conosce l’esistenza di fondi sanitari integrativi e polizze malattia, mentre un ulteriore 34,9%, anche se ne è a conoscenza, non sa esattamente cosa siano e come funzionino. Dall’indagine emerge inoltre che il 53% non è informato sulle differenze tra un fondo sanitario integrativo ed una polizza malattia, e oltre il 57% invece non è al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscere il rapporto di benefici fiscali della previdenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui parametri per la rivalutazione dei contributi versati mentre il 16% non è a conoscenza della possibilità o meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità integrativa. Abbiamo le risorse ma non le conosciamo, possiamo utilizzarle ma non sappiamo come funzionano e non c’è nessuno che ce lo spieghi. Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di conoscenza per quanto 33,6% 34,9% 53,0% 57,0% 35,0% 33,0% 16,0% non hanno mai sentito di F.Sanitari e polizze malattia hanno sentito parlare ma non sanno cosa siano i F.Sanitari e polizze malattia non conoscono le differenze tra F.sanitario integrativo e polizza malattia non conoscono i vantaggi fiscali dei F.sanitari integrativi non conoscono il rapporto tra benefici fiscali della Previd.complementare non conoscono i parametri per la valutazione dei contributi versati non sanno della possibilità di disporre del capitale prima del pensionamento Grafico percentuale della conoscenza sui Fondi sanitari integrativi e previdenza complementare. al corrente del vantaggio fiscale che i fondi sanitari integrativi garantiscono rispetto alle polizze malattia. > L’indagine prosegue ed interroga un ampio campione nazionale di lavoratori la quale afferma che esiste una scarsa conoscenza di alcuni aspetti essenziali inerenti la previdenza complementare: il 35% dichiara di non conoscereilrapportodibeneficifiscalidellaprevidenza complementare e quelli relativi ad altre forme di investimento; il 33% non è informato sui parametri per larivalutazionedeicontributiversatimentreil16%non è a conoscenza della possibilità o meno di disporre in tutto o in parte del capitale prima del pensionamento. Pertanto tirando le somme di quanto appena detto, abbiamo un deficit conoscitivo dell’argomento che si aggira intorno ai 16 milioni di lavoratori che non conoscono o conoscono in maniera errata la previdenza complementare e la sanità integrativa. Abbiamo le risorse ma non le conosciamo, possiamo utilizzarle ma non sappiamo come funzionano e non c’è nessuno che ce lo spieghi. Purtroppo esiste una grande lacuna in termini di conoscenza per quanto concerne tutto il mondo del welfare, il quale potrebbe e dovrebbe affiancare l’SSN sofferente e appesantito, a partire dalla sanità integrativa che ad oggi conta più di 11 milioni di assistiti, alla previdenza complementare che invece registra oltre 6 milioni di iscritti. La spesa out of pocket intermediata in Italia, ovvero quella gestita attraverso assicurazioni integrative o strumenti simili, risulta essere una tra le più basse d’Europa con il 13,4% del totale della spesa sanitaria privata, ecco quindi che assume un’importanza fondamentale l’integrazione degli strumenti del welfare privato con quello pubblico, in modo da fornire operatori privati specializzati e qualificati sia per prestazioni sanitarie che assistenziali, attraverso servizi resi decisamente accessibili con strumenti integrativi rendendoli più adeguati. Per rimediare a questa scarsa comunicazione e conoscenza del mondo sanitario integrativo, alcune Società di Mutuo Soccorso e Fondi Sanitari integrativi hanno introdotto una nuova figura, il Promotore Mutualistico, figura apposita a svolgere operazioni di tipo informativo, di diffusione e di connessione tra esigenze degli utenti e le soluzioni possibili che il welfare offre sul piano sanitario assistenziale. L’informazione è fondamentale, consente agli utenti di conoscere le diverse alternative e possibilità presenti, avendo così un panorama completo dei servizi e modalità con cui accedervi, per decidere quindi quale sia la soluzione migliore in base alle proprie esigenze. Da un’indagine realizzata dal Censis risulta che al 27% degli intervistati è accaduto di dover pagare un ticket su una prestazione sanitaria superiore al costo che avrebbe sostenuto se avesse acquistato la prestazione nel privato pagando l’intero costo di tasca propria. Questo dimostra il grande squilibrio attuale tra pubblico e privato che, a causa dei grandi tagli fatti al settore sanitario, provoca confusione e rende complessa anche l’erogazione del servizio e le cure. Fonte dati statistici “Censis Centro Studi Investimenti Sociali” a cura di Manuela Fabbretti>
  • 8. HEALTH 6 La tutela della Salute Pubblica, nel suo complesso e come comunemente intesa, è un servizio che uno Stato fornisce ai cittadini, secondo le proprie capacità e possibilità. Oggi i cittadini sono europei e i diversi membri della UE (ben ventotto) hanno diverse capacità e possibilità di fornire questo essenziale servizio, inoltre la libera circolazione dei beni e servizi, oramai consolidata, offre un panorama di possibile concorrenza in un settore così delicato, costringendo gli operatori a continui confronti con altre strutture, non sempre vincenti per il nostro Paese. In Italia la carenza di risorse mette a dura prova la sostanziale bontà del Servizio Sanitario Nazionale, che contiene molte forme e strutture di eccellenza, che vengono però penalizzate da tale carenza e non riescono a garantire il livello e la tempestività che il cittadino si aspetta. Il successo dell’assistenza integrativa e il prevedibile suo futuro sviluppo, quindi, dipendono in gran parte dalla qualità del servizio reso. Gli operatori che gestiscono le singole pratiche, che sono l’interfaccia primo con l’utenza, sono la base della struttura e devono (si ribadisce: devono) possedere ampie capacità comunicative, semantica adatta all’argomento trattato, pazienza e cortesia, oltre, ovviamente, a una buona cultura di base in campo sanitario (che non è materia di insegnamento nel nostro sistema scolastico), cultura non comune in giovani aspiranti a tale occupazione. E’ un lavoro non facile, a volte faticoso e stressante, pertanto la cura nella selezione e nella formazione di questo personale deve essere massima e deve avvalersi, possibilmente, dell’ausilio di coloro che, già operando nel settore a livello più elevato, abbiano la capacità di individuare le potenzialità insite in ogni singolo candidato. La selezione e la formazione di questo personale è un compito delicato, che richiede buone capacità manageriali, dato che si tratta di un investimento in risorse umane preziose: se un buon elemento ben formato si allontana dalla struttura, questa ha perso un “capitale” non indifferente, che avrà un costo elevato, in termini di tempo e denaro, per essere validamente sostituito. Altrettanto indispensabile è l’organizzazione di un buon supporto informatico, che necessita di continua cura e aggiornamento da parte di STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UN TEAM GESTIONE SINISTRI SANITA’ INTEGRATIVA
  • 9. HEALTH 7 personale dedicato, perché non rischi di dare risposte insoddisfacenti agli operatori, che sono costretti ad appoggiarvisi molto (a volte troppo: è indispensabile sempre un’attenzione critica da parte dell’utente alle risposte fornite dalla macchina). Molto deve essere speso, in termini di tempo, su questo punto: come è arcinoto, la macchina elabora e restituisce ciò che gli viene immesso, (trash in, trash out!),edè importante cheognioperatoresiaingradodi confrontare i dati forniti automaticamente con quello che potremmo chiamare “risultato atteso”. Questa è la base della struttura, ma non sono sufficienti una discreta conoscenza della materia e la capacità di interpretare correttamente le norme: occorre affiancare alla base la competenza di un team medico di comprovata esperienza, possibilmente anche in ambito sanitario (medicina legale e contrattuale), cui il singolo operatore possa fare riferimento per ogni necessità, dubbio o conferma di sue interpretazioni su casi inconsueti, su applicabilità delle norma in modo corretto secondo il tipo e le modalità di prestazione medica, sulla congruità e la durata dei ricoveri, sulla correttezza, anche formale, delle spese di cui si richiede il rimborso. Infine, deve essere istituzionalizzato lo screening, un controllo finale del lavoro svolto dalla struttura - normalmente a campione, ma a tappeto in casi particolari - sulle “pratiche” lavorate, per evitare pagamenti e rimborsi errati, sia per il costo materiale e per il tempo-lavoro richiesto per eventuali revisioni, sia per l’immagine verso l’utenza, come singolo assistito e come Ente di appartenenza, in quanto la “qualità” del servizio, fonte di successo, emerge anche dalla correttezza e tempestività con cui si danno risposte, che vanno improntate all’equità: dare il giusto è sempre pagante! Tuttociòdeveesserepoicoordinatodaunmanagement che organizzi la complessa struttura in sezioni che si occupinodeidiversisettori:prestazioniinconvenzione diretta con le strutture sanitarie, ove l’assistito a esse indirizzato non entri nel merito dell’erogazione di pagamenti, prestazioni indirette (ovvero a rimborso), o miste (pagamenti parte alla struttura sanitaria e parte all’assistito), implementando ogni singola sezione secondo le capacità, l’esperienza, le attitudini dei singoli, in modo da rendere il lavoro di ognuno più consono alla sua personalità, il più gratificante possibile, insomma il meno “stancante” possibile. Questa attività è di per sé faticosa, a volte stressante, spesso ripetitiva. E’ necessario essere sempre presenti a sé stessi e l’interfacciarsi con l’utenza è spesso sfibrante. Inoltre, dover a volte contemperare la gestione materiale dei fascicoli, soprattutto se non cartacei ma trasmesse via web, quindi esaminabili solo sullo schermo del PC, con le risposte da dare, con i dovuti modi come sopra indicato, può indurre in errore, magari minimo (e per questo più difficilmente rilevabileaposterioridaunoscreening,ancheaccurato). Un management efficiente e attento deve tenere presente tutte le implicazioni di una gestione così complessa, adottando, anche in corso d’opera, eventuali modifiche che si rivelino più efficaci affinché il lavoro scorra, dalla “presa in carico”, all’avvenuta liquidazione dell’assistenza. a cura di Ivo Fiorelli