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il periodico di informazione sulla sanità integrativa
Maggio
Giugno 2023
Anno X
N°55
Allarme medici di medicina generale: quale sarà
lo scenario per il futuro?
> SOCIALE
A Bologna apre i battenti il primo ambulatorio
odontoiatrico per emarginati
> FOCUS
Sport, salute e stili di vita: Mutua MBA a Rimini
Wellness
> SALUTE
Sclerosi multipla, l’importanza dell’informazione
sui sintomi invisibili della patologia
> ATTUALITÀ
La Leucemia Mielomonocitica Cronica, la malattia
diagnosticata a Silvio Berlusconi
PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE SULLA SANITÀ INTEGRATIVA
Anno X - Maggio/Giugno 2023 - N°55
DIRETTORE RESPONSABILE
Nicoletta Mele
DIRETTORE EDITORIALE
Ing. Roberto Anzanello
COORDINAMENTO GENERALE
Health Italia
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Nicoletta Mele
Alessia Elem
Michela Dominicis
Alessandro Notarnicola
Riccardo Troiano
DIREZIONE E PROPRIETÀ
Health Italia SpA
c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9
00060 - Formello (RM)
www.healthitalia.it
ISCRITTO PRESSO IL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI
n. 2/2016 - diffusione telematica
n.3/2016 - diffusione cartacea
9 maggio 2016
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S OMMA R IO
La sanità integrativa e le sue
regole, senza polemiche,
senza se e senza ma
04
a cura di Roberto Anzanello
EDITORIALE
Maltempo
in Emilia-Romagna,
la conta dei danni e
lo spettro del rischio
sanitario
06
di Alessandro Notarnicola
ATTUALITÀ
28
Allarme medici di medicina
generale: quale sarà lo
scenario per il futuro
Com’è cambiata l’assistenza
dopo il Covid-19? Il modello
di NOAH raccontato dal
fondatore Vittorio Lippolis
Sport, salute e stili di vita:
Mutua MBA a Rimini
Wellness
Il welfare per attirare
i talenti
24
34
38 42
di Alessandro Notarnicola
di Michela Dominicia
La Leucemia
Mielomonocitica Cronica,
la malattia diagnosticata
a Silvio Berlusconi
Tumore al rene:
i progressi della ricerca
di Alessandro Notarnicola
di Alessia Elem
10
18
di Nicoletta Mele
di Alessandro Notarnicola
di Nicoletta mele
di Riccardo Troiano
IN EVIDENZA
PARLIAMO DI...
FOCUS WELFARE
SOCIALE
Sclerosi multipla,
l’importanza
dell’informazione
sui sintomi invisibili
della patologia
Farmacap e Mo.V.I. a
supporto di Banca delle
Visite e Mo.V.I.
A Bologna apre i battenti
il primo ambulatorio
odontoiatrico per
emarginati
12
32
di Alessia Elem
SALUTE
04
LA SANITÀ INTEGRATIVA E LE SUE REGOLE, SENZA POLEMICHE, SENZA SE
E SENZA MA
In un periodo storico nel quale l’attenzione alle tematiche di tipo sanitario,
ai modelli di gestione dei sistemi di protezione sanitaria offerti ai cittadini ed
alle dinamiche economiche mette al centro della scena la Sanità Integrativa,
sembra più che opportuno fare il punto della situazione.
Innanzitutto, occorre fare una premessa: la Sanità Integrativa non è un
modello che nasce nei tempi recenti, ma è un sistema di protezione sanitaria
che si è continuamente evoluto dalla comparsa delle prima forme di mutuo
aiuto nel 1800 e che, seguendo l’evoluzione sociale dell’umanità, ha sempre
saputo stare al passo con i tempi focalizzando la propria essenza sul concetto
di mutualità.
Gli enti che possono esercitare la Sanità Integrativa si sono evoluti nel tempo
ed adeguati alle esigenze dei cittadini ed oggi le Società di Mutuo Soccorso,
i Fondi Sanitari e le Casse di Assistenza Sanitaria sono strutture no profit
organizzate esplicitamente per garantire forme di prestazione sanitaria
rispettivamente a individui, famiglie e dipendenti di aziende, a lavoratori
di specifici settori merceologici ed a dipendenti di aziende o conglomerati
societari.
Partendo da questo contesto e valutando la situazione attuale è semplice
dedurre che gli Enti di Sanità Integrativa, in una più ampia visione di Terzo
Settore Nazionale e di Economia Sociale, sono la soluzione, probabilmente
l’unica possibile, alle problematiche in cui si dibatte, da tempo, la Sanità
Pubblica.
Questo perché gli Enti di Sanità Integrativa, rigorosamente basati su un
modello no profit, permettono ai cittadini di associarsi per fare fronte a
problematiche non banali di costi e tempi alle quali è sottoposta la Sanità
Pubblica, e lo fanno, sempre di più, in modo innovativo, tecnologicamente
avanzato e con una particolare attenzione alla prevenzione sanitaria.
Per di più il Terzo Settore, di cui le Società di Mutuo Soccorso fanno parte,
rappresenta un valido sostegno per lo stato perché animato da persone mosse
da valori (i promotori e cooperatori) che mettono a disposizione il loro tempo
(volontari) per aiutare il prossimo, questo in ogni territorio del nostro paese.
C’è quindi, tra Sanità Pubblica e Sanità Privata un continuum funzionale.
La Sanità Pubblica deve concentrare i propri sforzi e le proprie disponibilità
economiche, per definizione limitate, sulle fasce deboli della popolazione,
investendo in una logica di prossimità, ed anche di accessibilità, in modo tale
a cura di
Roberto Anzanello
#EDITORIALE
Milanese, ho maturato un’esperienza
ultra ventennale nel settore assicurativo
e finanziario, occupandomi sia dei
prodotti che del marketing e dello sviluppo
commerciale, fino alla direzione di
compagnie assicurative, nazionali ed estere.
Nel 2005 sviluppo un progetto di consulenza
e strategia aziendale che ha consentito di
operare con i maggiori player del settore
assicurativo per realizzare piani strategici
di sviluppo commerciale. Dal 2009 mi
occupo di Sanità Integrativa, assumendo
la carica di Presidente ANSI, Associazione
Nazionale Sanità Integrativa eWelfare, e
contestualmente di Health Holding Group,
importante realtà del settore. Dal 2016 sono
presidente di Health Italia, una delle più
grandi realtà nel panorama della Sanità
Integrativa Italiana e società quotata in
Borsa sul mercato Euronext Growth Milan.
05
da rendere funzionale il sistema assistendo gli anziani, i bambini, i possessori di redditi ridotti, i malati
cronici, le emergenze e le pandemie, in modo adeguato e con tempistiche corrette ed a queste attività
devono essere destinate le risorse economiche dello Stato in campo sanitario, alle quali tutti dobbiamo
contribuire.
Tutti gli altri cittadini possono associarsi, come previsto dalla nostra Costituzione, facendo gestire i
loro contributi e i sistemi di protezione sanitaria da Enti che operano in modo rigorosamente no profit,
senza quindi sottostare a regole imprenditoriali di ritorno economico sui capitali investiti, basandosi sul
concetto di mutualità, senza quindi avere regole discriminatorie in funzione dell’età, della professione e
dello stato di salute, e nell’interesse esclusivo dei propri associati, che contribuiscono secondo formule
economiche predefinite alla protezione loro e delle loro famiglie..
Inoltre, è bene sottolineare che tutte le leggi e le norme che regolano, in modo molto preciso, l’operato
degli Enti di sanità Integrativa sono state promosse ed approvate da governi di qualsiasi genesi politica,
sono sempre state aggiornate e sono tutt’ora valide ed in vigore.
Periodicamente alcune associazioni di categoria polemizzano con il mondo del Mutuo Soccorso ed
alcuni esperti intervengono a sproposito su temi impropri disperdendo energie mentali e fisiche, quando
basterebbe conoscere meglio la materia, indirizzando energie, risorse e tempo per costruire relazioni
tra tutti gli attori e “far rete”, essere inclusivi in un sistema assistenziale che necessita di unità e non di
frammentazione.
Infatti, gli Enti di Sanità Integrativa godono di alcuni vantaggi fiscali stabiliti nel TUIR sia per gli individui
che si associano che, soprattutto, per le imprese associate ed anche, se le prestazioni sono utilizzate dai
dipendenti di aziende nell’ambito di accordi di Welfare aziendale, godono dei vantaggi fiscali riservati a
questo importante strumento sociale.
Ma questo non è un processo determinato da logiche di “favoritismo” economico, bensì sono regole
fondate su precisi calcoli economici e su evidenti diritti sociali; infatti, non dimentichiamo che gli Enti
di Sanità Integrativa sono enti no profit; quindi, possono operare nell’ambito delle loro disponibilità di
bilancio e non hanno né la possibilità di ricorrere al mercato dei capitali né l’impegno a riconoscere un
risultato economico ai loro azionisti, semplicemente perché non ne hanno nel senso tradizionale del
termine.
Infine, non possiamo fare finta di non ricordare che tali Enti, che oggi contano su quasi 14 milioni di
associati, utilizzano le risorse economiche messe a disposizione dai propri associati per garantire
prestazioni sanitarie che altrimenti graverebbero sulla Sanità Pubblica e, quindi, sul bilancio dello Stato.
Rompere questo equilibrio, creato in anni di valorizzazione degli aspetti sociali, economici, etici della
mutualità da cui deriva l’operato degli Enti di Sanità Integrativa potrebbe essere molto dannoso per lo Stato
e per tutti i cittadini e, quindi, forse è meglio ragionare da un’altra prospettiva, quella di incrementare
la leva fiscale e le modalità di associazione della Sanità Integrativa per garantire maggiori risorse alla
Sanità Pubblica, favorire la crescita delle aziende, ottemperare al diritto costituzionale alla salute, nel
rispetto di un modello di Sanità Integrativa con le proprie regole, già da tempo legislativamente definite
e giuridicamente valide, senza polemiche, senza se e senza ma.
05
06
U
n evento che per dimensione potrebbe essere
paragonato a un terremoto. Il 16 maggio
2023 resterà inciso nelle pieghe più
profonde della terra romagnola colpita, devastata,
offesa da un cataclisma che ha causato gravi
conseguenze a famiglie e imprese. Il territorio
dell’Emilia-Romagna è stato interessato da due
eventi in sequenza in meno di venti giorni con
precipitazione cumulata mensile che ha superato
i 450 millimetri in varie località. L’evento in corso
dalla mezzanotte del 15 maggio al 17 maggio ha
causato l’esondazione di 21 fiumi e allagamenti
diffusi in 37 comuni, a partire dalla città di Cesena.
Nell’arco di 48 ore si sono registrati picchi di 300
millimetri sui bacini del crinale e collina forlivese.
Sulla stessa area, sulle colline e montagna
ravennati e sul settore orientale del bolognese sono
in media caduti tra i 150 e i 200 millimetri. Sulla
pianura cesenate e forlivese fino a 150 millimetri.
Complessivamente risultano attive almeno un
migliaio di frane, di cui circa 300 più significative
concentrate in 54 comuni. La terra è ferita.
Oltre alle vittime e ai danni materiali, le alluvioni
come quella che ha colpito l’Emilia-Romagna possono
rappresentare anche un rischio per la salute. Le acque
stagnanti, molto probabilmente contaminate dalla
presenza di scarichi delle fognature, rifiuti e carcasse
di animali, possono rappresentare infatti la causa di
infezioni da batteri e dell’aumento di virus e zanzare.
Nel pieno dell’emergenza, ovvero a partire da martedì
MALTEMPO IN EMILIA-ROMAGNA,
LA CONTA DEI DANNI E LO SPETTRO
DEL RISCHIO SANITARIO
di Alessandro Notarnicola
ATTUALITÀ
07
16 maggio, quando il fiume Savio è esondato
allagando intere zone urbane della città di Cesena,
una delle criticità maggiormente ravvisate, e a
cui la Regione Emilia-Romagna ha cercato di
rispondere tempestivamente, ha riguardato la
gestione del rischio sanitario, con particolare
riferimento alle zone rimaste per giorni allagate. A
questo proposito la Regione, dopo aver convocato
il Comitato Tecnico Scientifico per la Salute della
Comunità, che riunisce tutti i soggetti impegnati -
sul fronte sanitario - nella gestione dell’emergenza
alluvione, ha diramato alcune raccomandazioni
utili da seguire per i volontari e gli operatori
impegnati sul campo. È stata inoltre ribadita
l’utilità di mettere a disposizione di cittadini,
operatori e volontari una serie di indicazioni e di
comportamenti da seguire soprattutto nel caso
di operazioni di sgombero e pulizia, ed è stato
quindi “validato” il vademecum predisposto
dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl
Romagna. Tra le principali indicazioni troviamo
la necessità di proteggersi durante le operazioni
di sgombero e pulizia, di non esporsi a situazioni
a rischio e di non compiere azioni o manovre che
possano compromettere la propria sicurezza o
quella di altri volontari.
Più tardi, nei giorni in cui l’acqua lentamente
ha cominciato a ritirarsi dalle zone alluvionate,
l’emergenza ha riguardato anche possibili
conseguenze sanitarie dovute alle piramidi di
rifiuti ammassati negli angoli delle città e dei
comuni colpiti dagli eventi alluvionali. È stato
questo il caso di Conselice, il paese del Ravennate
inondato da tre fiumi, dove per giorni interi diverse
abitazioni sono rimaste sott’acqua. Un’ordinanza
emessa il 26 maggio, dalla sindaca Paola Pula,
ha obbligato i cittadini residenti in zone allagate
ad abbandonare le proprie abitazioni, visto il
08
rischio igienico e sanitario dell’acqua stagnante,
unito al caldo di quei giorni che ha avvantaggiato
il proliferare delle zanzare. “Ci sono rischi
nell’immediato, come infezioni direttamente
veicolate dall’acqua contaminata, e altri che si
preparano con l’arrivo del caldo, in particolare il
possibile aumento delle popolazioni di zanzare
vettori di virus”, ha spiegato all’Agenzia Ansa
Francesco Broccolo, professore di Microbiologia
clinica dell’Università del Salento e membro
del comitato scientifico della Società italiana
di medicina ambientale. Tuttavia, a causa delle
intense precipitazioni che hanno caratterizzato
tutto il mese di maggio, quest’anno, in via del tutto
straordinaria ed eccezionale, la comparsa delle
caval lettere è stata posticipata di circa un mese
nei territori maggiormente colpiti. Con l’arrivo
del caldo e di un clima decisamente più secco
però questi insetti sono tornati a falcidiare interi
campi di erba medica generando l’apprensione
degli imprenditori agricoli.
Adesso in Emilia-Romagna non resta che la conta
dei danni destinata ad aumentare sempre di più
se si sommano le ricognizioni al patrimonio
pubblico, tra edifici pubblici ed infrastrutture
stradali (questa danneggiate anche dai movimenti
franosi tuttora in corso di assestamento) e la
stima dei danni presentata dai privati, ovvero dai
nuclei familiari rimasti senza un’abitazione e dalle
imprese che hanno dovuto chiudere i battenti
senza alcun preavviso. Secondo quanto riportato
dal Resto del Carlino i morti sono 15, gli sfollati oltre
36 mila e i danni stimati al momento sono circa 8,8
miliardi.
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10
C
ompare solitamente in età avanzata e può
presentarsi in una forma displastica, in cui
prevalgonoanemiaeneutropenia,oppurein
una forma proliferativa, con un numero elevato di
globulibianchi.Inognicasoèsemprecaratterizzata
da un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo,
e un numero variabile di cellule immature. Si tratta
della leucemia mielomonocitica cronica balzata
all’onore delle cronache più recenti dopo che il
circuito mediatico nazionale ha diffuso la notizia
della malattia che ha affaticato Silvio Berlusconi
portandolo più volte all’Ospedale “San Raffaele” di
Milano e che il 12 giugno scorso ne ha determinato
la morte all’età di 86 anni.Venerdì 9 giugno il leader
di Forza Italia era stato nuovamente ricoverato al
“San Raffaele”, dove era stato dimesso il 19 maggio
scorso, dopo ben 45 giorni di ricovero. Berlusconi
era stato ricoverato nel reparto ordinario “Solventi
I Q” al primo piano, diretto dal cardiologo Giulio
Melisurgo. I ricoveri però erano iniziati il 5 aprile
quando l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri
era stato ricoverato a seguito dell’insorgere di una
serie di complicazione legate alla sua patologia, la
leucemia mielomonocitica cronica. Berlusconi era
stato prima in terapia intensiva e poi in degenza
ordinaria. In quell’occasione, attraverso una nota,
i medici Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri avevano
fattosaperecheBerlusconieraricoveratointerapia
intensiva per la cura di un’infezione polmonare.
“L’evento infettivo – avevano comunicato –
si inquadra nel contesto di una condizione
ematologica cronica di cui egli è portatore da
tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di
cui è stata accertata la persistente fase cronica e
l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia
acuta”. Non era nuovo a sfide di questo tipo
il Cavaliere. Nel 1997 infatti aveva dovuto
combattere contro il tumore alla prostata,
esperienza difficile che spesso ricordava: “Ho
avuto un cancro – ribadiva - e dopo aver superato
LA LEUCEMIA MIELOMONOCITICA CRONICA,
LA MALATTIA DIAGNOSTICATA
A SILVIO BERLUSCONI
di Alessandro Notarnicola
ATTUALITÀ
11
questa prova, ho imparato a non avere paura
di nulla”. Ma non era la sola. Con il progredire
dell’età Berlusconi ha dovuto fare i conti
con l’uveite, la cataratta, un problema al
menisco, il Covid, e per finire la leucemia
mielomonocitica cronica, provocata da un
gruppo clonale di cellule fuori controllo, che
si riproducono in maniera inadeguata senza
giungere a completa maturazione.
La Leucemia mielomonocitica cronica, le cui
cause non sono ancora del tutto note, ma fra
queste parrebbero esservi anomalie genetiche
oppure la predisposizione familiare, è una
patologia del sangue che colpisce circa 1
persona su 100.000, prevalentemente al
di sopra dei 65 anni. Si tratta di un raro
tumore del sangue caratterizzato da una
proliferazione abnorme di monociti, una
specifica tipologia di globuli bianchi. Questa
forma di leucemia inoltre presenta con le
caratteristiche combinate di 2 categorie
di neoplasie croniche del sangue, con
prevalenza dei tratti dell’una o dell’altra a
seconda dei casi: Sindrome Mielodisplastica,
in cui un malfunzionamento all’interno del
processo di formazione, maturazione e vita
delle cellule del midollo osseo (deputato
principalmente alla produzione di globuli
rossi, bianchi e piastrine) fa sì che questo non
riesca più a generare un numero sufficiente
di cellule sane e funzionali nel flusso
sanguigno; Sindrome Mieloproliferativa, in
cui si verifica una produzione eccessiva di una
delle tipologie di cellule che il midollo osseo
produce, determinando una proliferazione
incontrollata di globuli rossi, bianchi o
piastrine che può causare, tra le altre cose,
anche trombosi.
In relazione alla sintomatologia, anche in
questo caso, come avviene per molte altre
patologie, varia di caso in caso, a seconda della
prevalenza della componente mielodisplastica
o di quella mieloproliferativa. Fra i sintomi
più diffusi troviamo: trombosi; emorragie;
formazione di ematomi; raccolta e formazione
di liquidi in eccesso nelle cavità sierose;
ingrossamento della milza che può rompersi o
determinare anche infarti dell’organo (infarti
splenici); noduli sottocutanei; infezioni di
vario tipo, anche polmonari; deperimento
fisico generale.
Diversamente dalla leucemia linfoblastica
acuta del bambino, che guarisce nel 90%
dei casi, o da altre forme leucemiche tipiche
dell’adulto, non esistono terapie in grado
di guarire in via definitiva la leucemia
mielomonocitica cronica. Esistono tuttavia
protocolli chemioterapici per governarne la
progressione e, nei pazienti più giovani o in
quelli in grado di tollerarne le conseguenze, è
possibileeseguireuntrattamentopreparatorio
per tentare un trapianto allogenico di cellule
staminali. Tuttavia, nei pazienti in età più
avanzata rimane fondamentale dare massima
attenzione a ridurre le potenziali complicanze
di tipo infettivo, che potrebbero avere pesanti
conseguenze su un organismo già affaticato.
Tema su cui, nei primi giorni del ricovero
dell’imprenditoremilanese,sieraconcentrato
lo stesso Claudio Cerchione, Dirigente medico
ricercatore, Irccs Istituto Romagnolo per lo
Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ e Presidenti
di SOHO - Italy (Society of Hematologic Oncology
Italy): “Nella fase cronica i trattamenti danno
buone speranza di stabilizzazione e si può
evitare un peggioramento. La malattia può
essere mantenuta sottocontrollo anche per
lungo tempo e con una buona qualità di vita”.
Silvio Berlusconi
12
L
a sclerosi multipla (SM) è una malattia
infiammatoria autoimmune cronica
demielinizzante del sistema nervoso
centrale che colpisce soprattutto i giovani adulti
nell’età compresa fra i 20 e i 40 anni. Le persone
con SM stimate nel mondo sono circa 2.8 milioni
di cui 137.000 in Italia.
Informare sulla malattia, andando anche oltre
lo stereotipo legato alla disabilità motoria per
informare sulle diverse sfaccettature della
patologia e sui sintomi invisibili, come la fatica
cronica, che condizionano la vita quotidiana. È
stato questo l’obiettivo della settimana nazionale
della sclerosi multipla che si è aperta in occasione
della Giornata Mondiale che ogni anno si celebra
il 30 maggio. Secondo un’indagine Doxa per Aism
condotta nei primi mesi del 2023 su un campione
rappresentativo della popolazione italiana di oltre
duemila persone, è emerso che gli italiani hanno
una conoscenza superficiale della sclerosi multipla
e non ne conoscono l’impatto sulla vita delle
persone. I risultati dell’indagine hanno evidenziato
che sebbene la quasi totalità dell’opinione
pubblica (98%) conosca la patologia, almeno per
sentito dire, e oltre l’80% sappia che si tratta di una
malattia neurologica, il livello di informazione
è disomogeneo rispetto alla sintomatologia.
Alla popolazione risultano molto noti i sintomi
visibili, come la difficoltà nei movimenti (93%), la
mancanza di coordinazione (90%) e la perdita delle
SCLEROSI MULTIPLA,
L’IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE
SUI SINTOMI INVISIBILI DELLA PATOLOGIA
L’intervista a Francesco Vacca, presidente Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism)
di Alessia Elem
SALUTE
13
forze (89%), mentre sono sconosciuti a più i
sintomi invisibili, quali la perdita di memoria
(24%), la depressione (34%), i disturbi visivi
(36%) e la difficolta a concentrarsi (37%).
Health Online ha fatto il punto con Francesco
Vacca, presidente Aism, Associazione
Italiana Sclerosi Multipla.
PresidenteVacca,cosanepensadell’indagine
Doxa, si aspettava questi risultati?
La Doxa è un'indagine che facciamo ogni tre
anni per comprendere quanto le persone
conoscano la sclerosi multipla (SM). Ciò ci
aiuta a capire su quali aspetti focalizzare
maggiormente l'informazione sulla malattia.
La SM è conosciuta, ma persiste una
conoscenza superficiale sulla malattia stessa
e mancano conoscenze riguardo ai sintomi
invisibili che influenzano significativamente
la vita di una persona. La sclerosi multipla
è una malattia che si conosce, ma non si
vede. Gli stereotipi secondo cui SM significa
solo disabilità motoria rimangono diffusi.
È importante sottolineare che la sclerosi
multipla non è necessariamente correlata
all'uso di una sedia a rotelle. Grazie ai
progressi della ricerca scientifica, oggi solo 3
persone su 10 finiscono su una sedia a rotelle
dopo circa 25 anni, mentre negli anni '70
erano 7 su 10 dopo pochi anni dall'insorgenza
della malattia.
Perché i sintomi invisibili sono sconosciuti?
Cosa fare per sensibilizzare di più la
popolazione?
Sono sconosciuti perché non si vedono e
un giovane con SM, per paura di essere
discriminato, spesso non ne parla,
specialmente nel mondo del lavoro. Le
persone con SM tendono a non parlare della
propria malattia. Ancora oggi, la disabilità fa
paura. Per questo motivo, concentriamo molto
i nostri sforzi informativi sulla conoscenza dei
sintomi nascosti della SM. L’evento Portraits
di quest'anno, che mette in mostra i sintomi
invisibili grazie all’aiuto dell’intelligenza
artificiale e la campagna di sensibilizzazione
"L'apparenza inganna" dello scorso anno, sono
solo alcune delle iniziative che promuoviamo
e continueremo a realizzare per sensibilizzare
l'opinione pubblica affinché accetti le persone
con SM con le loro fragilità, perché sono
persone e non semplicemente malati. La SM
è una malattia cronica che insorge in giovane
età e condiziona tutta la vita.
Dall’indagine Doxa per AISM è risultato
che “il 60% degli intervistati crede che le
persone con sclerosi multipla sviluppino
inevitabilmente delle gravi disabilità e che
la malattia non possa essere curata con dei
farmaci”, qual è il suo commento?
È evidente la necessità di informare meglio
poiché persistono molti stereotipi e mancanza
di conoscenza riguardo alla SM.
È importante sottolineare che la sclerosi
multipla presenta oltre 30 sintomi associati,
alcuni dei quali sono invisibili. Questi sintomi
variano da persona a persona e possono
includere la fatica cronica, i disturbi visivi
come la neurite ottica e la diplopia, i disturbi
delle sensibilità, i disturbi urinari e sfinterici,
i disturbi cognitivi e molti altri. Questi
sintomi impattano significativamente sulla
vita quotidiana, familiare, lavorativa e nelle
relazioni sociali delle persone con SM.
Francesco Vacca
14
È fondamentale comprendere che negli
ultimi 25 anni sono stati compiuti progressi
significativi nella lotta contro la sclerosi
multipla grazie alla ricerca scientifica.
Sono state sviluppate numerose terapie
che migliorano la qualità di vita delle
persone e rallentano la progressione della
disabilità. Tuttavia, la cura definitiva per la
SM non è ancora stata trovata. È importante
continuare a investire nella ricerca scientifica
e sensibilizzare l'opinione pubblica affinché
si comprenda meglio la complessità della
sclerosi multipla, i suoi sintomi e le terapie
disponibili. In questo modo, sarà possibile
contrastare gli stereotipi e garantire un
sostegno adeguato alle persone colpite da
questa malattia cronica, imprevedibile e
progressivamente invalidante.
Presidente Vacca, ancora non è nota la causa
della malattia e non è disponibile la cura
definitiva. Cosa si sta facendo per arrivare a
questo importante traguardo?
Grazie alla ricerca la SM non è più una
malattia incurabile, perché oggi esistono
terapie che ne rallentano la progressione per
la maggioranza delle persone Oggi possiamo
parlare di medicina personalizzata. Abbiamo
20 farmaci a disposizione dei pazienti che
permettono ad ogni persona di progettare la
propria vita e di fare scelte importanti come
pianificare una carriera professionale e la
formazione di una famiglia. Le associazioni
internazionali, guidate da quella statunitense,
dalla federazione internazionale e da AISM,
hanno sviluppato l’Agenda Globale di ricerca
per la SM, perché rimane ancora moltissimo
da fare e andrà fatto con il coinvolgimento
fondamentale delle persone: per le forme
progressive più aggressive, per riparare il
15
danno accumulato, per mitigare i sintomi,
per trovare una cura definitiva. I progressi
della ricerca sono stati e continuano ad essere
resi possibili dal significativo contributo dei
ricercatori italiani, che si collocano negli
ultimi decenni al secondo posto dopo gli Stati
Uniti per quantità e qualità della ricerca, ed
alla nostra Fondazione che anche in questo
anno sta finanziando progetti in corso per
oltre 22 milioni di euro con il coinvolgimento
di 153 gruppi di ricerca italiani.
La ricerca continua a rappresentare un
pilastro fondamentale nella lotta contro la
sclerosi multipla, con l'obiettivo di migliorare
la vita delle persone colpite dalla malattia e di
trovare una cura definitiva.
Se da una parte si è fatto molto dal punto
di vista della ricerca, dal punto di vista
socioassistenziale c'è ancora molto da fare.
È così?
C’è tantissimo da fare anche se in 55 anni
della nostra storia molte battaglie le abbiamo
portate avanti e con successo. Basta pensare,
ad esempio, che fino a tre anni fa non era
previsto il part time per le persone con SM ed
oggi i giovani si possono affacciare al mondo
del lavoro con più serenità. La SM è una
malattiadaglialtricostisocialiedèconsiderata
una emergenza sociosanitaria. Gli ultimi dati
del Barometro presentato in occasione della
Giornata Mondiale del 30 maggio mostrano
che i costi socio-assistenziali della malattia
sono spesso a carico delle famiglie. Le spese
annue medie per prestazioni diagnostiche,
assistenza domiciliare, farmaci sintomatici,
riabilitazione e supporto psicologico si
aggirano intorno ai 5.000 euro, ma possono
16
arrivare fino a 25.000 euro per le famiglie
più colpite. Inoltre, il 40% delle persone con
disabilità grave segnala carenze nel percorso
di presa in carico specialistica, mentre il 42%
delle persone, anche con disabilità lieve, non
ha accesso alla riabilitazione. L'occupazione
rappresenta un'altra sfida, con oltre il 50%
delle persone che non lavorano indicando di
essere state escluse dal mondo del lavoro a
causa della sclerosi multipla o della mancanza
di adattamenti. Il 18% non ha comunicato
la propria diagnosi in azienda per timore di
pregiudizi o effetti negativi sull'occupazione.
Cosa sta facendo AISM per affrontare
l’emergenza socio-assistenziale?
Stiamo lavorando molto anche su questo
aspetto. Abbiamo concluso il primo triennio
dell’Agenda della SM e patologie correlate
e abbiamo lanciato il nuovo triennio 2022 –
2025 con una mappa di priorità. Le priorità
sono i 30 punti elencati nella mozione
#1000azionioltrelaSM 2023, 30 cantieri di
lavoro all’insegna della co-responsabilità:
dalla richiesta di prevedere centri clinici della
sclerosi multipla nei piani di riorganizzazione
delle reti ospedaliere nazionali, a quella di
inserire la sclerosi multipla tra le patologie
a cui il Piano Nazionale Cronicità dedica
specifica attenzione. Dal garantire lo
smaltimento delle liste d’attesa per le
persone con sclerosi multipla, all’impegno
per promuovere e sostenere l’utilizzo
della Telemedicina nella sclerosi multipla.
Richieste in attesa di risposte.
In occasione della settimana nazionale, il 30
maggio si è celebrata la Giornata Mondiale
della Sclerosi Multipla. Quali sono state le
vostre iniziative?
Tantissime iniziative per sensibilizzare
l’opinione pubblica a partire dai monumenti
accesi di rosso, il colore associativo, in circa
200 città italiane. Qui la gallery. Siamo partiti
con l’esposizione di Portraits a Roma e a
Milano che ha messo in mostra i sintomi della
SM grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale.
La mostra sarà esposta anche a Testaccio
Estate a Roma fino alla fine di luglio. L’evento
istituzionale in Senato per presentare i dati
del Barometro della SM che fotografa la realtà
della sclerosi multipla in Italia in cui abbiamo
anche lanciato la sottoscrizione della carta dei
diritti delle persone con SM. Invito ognuno di
voi ad andare sul sito di AISM agenda.aism.it e
firmare la carta dei diritti. Abbiamo l’obiettivo
di raggiugere tante firme una per ogni persona
con SM. Si è tenuto il congresso scientifico
della FISM per fare il punto sulla ricerca ma
anche una occasione per parlare della co-
responsabilità di tutti gli attori coinvolti nel
sistema ricerca per costruire e condividere
“percorsi” per arrivare a cure risolutive per la
SM e le altre patologie correlate. Per questo
il congresso ha trattato, tra i primi, il tema
della “Scienza della Condivisione” dando
risalto all’importanza del ruolo che giocano
le persone colpite dalla malattia e i cittadini
nella ricerca attraverso anche l’importante
testimonianza della giornalista Francesca
Mannocchi, persona con SM.
A conclusione, quanto è importante
l’informazione a 360 gradi sulla malattia e la
celebrazione delle ricorrenze?
È molto importante perché oltre ai dati
Doxa altre indagini ci indicano che hanno
conoscenze insufficienti anche gli operatori
sanitari non specialistici. È fondamentale
fornire informazioni corrette e tempestive
alle persone con SM e alle loro famiglie per
aiutarle a navigare nel sistema dei servizi
sanitari.
Inoltre, AISM svolge un ruolo essenziale nella
fornitura di informazioni attraverso il suo sito
web www.aism.it e nelle ricorrenze come la
Giornata Mondiale e Settimana Nazionale di
informazione, ogni anno a maggio, puntiamo
con più forza i riflettori sulla sclerosi multipla
mettendo in evidenza le nostre tre anime:
persone, ricerca e diritti.
17
18
I
l tumore del rene è causato dalla crescita
incontrollata di cellule che provocano
la formazione di una massa nel tessuto
parenchimale. Questo tessuto, costituito dai
nefroni (le unità funzionali del rene) e da un
sistema di condotti, è deputato a svolgere la
cosiddetta funzione renale, ovvero l'eliminazione
delle sostanze dannose dal sangue attraverso la
formazione e l’escrezione dell’urina. Nell'uomo i
reni sono due, hanno una forma simile a un fagiolo
e sono posizionati ai lati della colonna vertebrale:
il rene destro si trova sotto il fegato, il sinistro
dietro la milza. (Fonte Istituto Superiore di Sanità).
In cinque anni, in Italia, le persone vive dopo la
diagnosi di tumore del rene sono aumentate del
15%. Erano circa 125mila nel 2018, per diventare
144.400 nel 2022.
Oltre il 50% dei pazienti diagnosticati in fase
precoce guarisce.
Nel 30% dei casi la malattia è individuata in fase
avanzata o metastatica e in un altro 25-30% si
ripresenta dopo l'intervento chirurgico eseguito
con intento curativo. Un tempo le opzioni
terapeutiche erano scarse, anche perché in questa
neoplasia la chemioterapia è da sempre poco
TUMORE AL RENE:
I PROGRESSI DELLA RICERCA
In 5 anni +15% pazienti vivi dopo la diagnosi. A colloquio con Tonia Cinquegrana,
presidente dell'Associazione Nazionale Tumore del Rene (A.N.TU.RE)
di Alessia Elem
SALUTE
19
efficace e il suo utilizzo è scarso.
Oggi vi sono numerosi strumenti efficaci
da inserire in una strategia di cura che vede
chirurgia, terapie mirate e immunoterapia,
migliorando in maniera significativa
la capacità di controllo della neoplasia
metastatica.
I pazienti con diagnosi di malattia in stadio
avanzato possono vivere a lungo; infatti, quasi
il 50% oggi è vivo a 5 anni e, in alcuni casi, si
comincia a parlare di guarigione.
In occasione dell’ultimo Congresso della
Società Americana di Oncologia Clinica
(Asco) che si è svolto a Chicago, l'Associazione
Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e
l'Associazione Nazionale Tumore del Rene
(Anture) hanno lanciato la campagna
nazionale di sensibilizzazione, realizzata con
il supporto incondizionato di Ipsen, per far
conoscere i passi avanti della ricerca.
Per saperne di più abbiamo intervistato Tonia
Cinquegrana, presidente dell’Associazione
Nazionale Tumore del Rene (A.N.TU.RE).
Come nasce e qual è l’obiettivo della
campagna di sensibilizzazione lanciata
in occasione dell’ultimo Congresso della
Società Americana di Oncologia Clinica
(Asco)?
Nasce con lo scopo di dare notizie aggiornate
e “fresche” agli ammalati ed ai loro familiari,
rassicurandoli sui progressi scientifici in
riferimento a questa neoplasia e, allo stesso
tempo, continuare a tenere accesi i riflettori
su di essa mantenendo alta l’attenzione degli
Addetti ai Lavori. Vogliamo battere il ferro
finché è caldo. Per gli enormi passi avanti fatti
dalla Ricerca con l’introduzione di terapie
mirate ed innovative, il cancro del rene,
rispetto a 15 anni fa, non è più una sentenza
inappellabile: l’incremento delle percentuali
di sopravvivenza a 5 anni ed oltre, anche nella
fase metastatica della malattia è ampiamente
dimostrato, e ci fa ben sperare per il futuro.
Recentemente si è anche tenuto un webinar
dal titolo “Tumore del rene: neoplasia fra
prevenzione, diagnosi precoce e nuove
terapie”. In generale, cosa è merso da questo
incontro?
Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito di
AIOM a partecipare a questo webinar, per fare
un po’ il punto della situazione sul tumore
renale, portando come valore aggiunto il
punto di vista dei pazienti. Ci siamo resi
conto di questa vera e propria “rivoluzione”
relativa al carcinoma renale: fino a pochi anni
fa, i risultati, quando presenti, erano molto
modesti e certamente non si potevano usare
parole come “cronicizzazione” e “possibilità di
guarigione”. Oggi grazie ai nuovi trattamenti
disponibili, uniti ad una conoscenza biologica
della malattia sempre più profonda, riusciamo
ad ottimizzare l’uso delle combinazioni
anche dei singoli farmaci che abbiamo a
disposizione, soprattutto in prima linea.
Traguardi importanti, ma saremmo disonesti
a voler far credere che siano tutte “rose e
fiori”. C’è ancora una piccola percentuale
di pazienti che è costretta ad affrontare una
recidiva mesi dopo l’intervento o che non
risponde al tipo di terapia che si è deciso di
intraprendere. Bisogna, poi, anche parlare
un po’ di più di come affrontare gli effetti
collaterali di queste terapie, effetti che spesso
impattano pesantemente nella quotidianità
degli ammalati.
Vecchie e nuove terapie. L'incremento della
sopravvivenza e del numero di pazienti vivi
dopo la diagnosi è dovuto all'introduzione
delle terapie mirate innovative. Quali sono
gli ultimi progressi della ricerca e le opzioni
di trattamento?
Il trattamento di elezione contro il cancro
del rene è rappresentato dalla chirurgia,
soprattutto in considerazione degli enormi
progressi consentiti dalla robotica negli
ultimi anni. A rivoluzionare la pratica clinica
è stata l’introduzione delle terapie a bersaglio
molecolare, prima, (sunitinib, sorafenib,
pazopanib,everolimus,axitinib,cabozantinib,
tivozanib) e dell’immunoterapia, poi,
(nivolumab, pembrolizumab) per proseguire
recentemente con le combinazioni miste
20
di farmaci (axitinib + pembrolizumab;
nivolumab + ipilimumab; nivolumab +
cabozantib). I notevoli risultati in termini
di efficacia di queste terapie sono però
accompagnati, come accennavamo prima,
da diversi effetti collaterali. Per quanto
concerneleterapietargetipazientisegnalano
spesso: debolezza, stanchezza, nausea,
vomito, diarrea, perdita appetito, anemia
e alterazioni cutanee, innalzamento della
pressione. Un capitolo a parte lo hanno gli
effetti collaterali relativi all’immunoterapia
dovuti a un eccesso di stimolazione del
sistema immunitario: infiammazioni di
articolazioni e muscoli, epatiti, alterazioni
funzionalità tiroidea, infiammazioni
dell’intestino, polmoniti non batteriche,
prurito ed eritema. Ovviamente, teniamo a
precisare che i sintomi non si presentano
tutti insieme e che comunque la reazione
ai farmaci è soggettiva e dipende dallo stato
generale di salute del paziente. Potenziare
il dialogo tra specialista e paziente può
favorire anche una migliore gestione di
queste controindicazioni. Ai trattamenti
per aggredire il tumore del rene, possiamo
sicuramente aggiungere altre opzioni, date,
ad esempio, dalla radioterapia, non solo
come trattamento palliativo, ma sempre più
spesso come trattamento mirato di alcune
sedi di metastasi (ad esempio radioterapia
stereotassica). Meritano una menzione
anche le tecniche di embolizzazione,
termoablazione e crioablazione. Abbiamo
ancoratantesfidedaaffrontareperaumentare
le chance dei pazienti a cominciare dal
numero di diagnosi precoci che deve essere
incrementato. Vi è poi un problema di
qualità di vita, durante e dopo le cure, che
deve essere sempre garantita. Diversi studi
scientifici hanno dimostrato che i risultati
migliori si ottengono quando i pazienti e
i medici prendono insieme le decisioni
terapeutiche. Un altro aspetto su cui lavorare
è la maggiore promozione di nuovi trial
clinici. Gli studi clinici sono fondamentali per
aumentare le nostre conoscenze sul cancro
e al tempo stesso possono fornire ai malati
l’accesso ai trattamenti innovativi. Per questo
duplice obiettivo la ricerca è fondamentale e
deve essere sempre promossa. Il carcinoma
renale non può essere più sottovalutato.
Come per altre neoplasie non è possibile
avviare campagne di screening su fasce,
più o meno ampie, della popolazione. Resta
perciò un’altra preziosa arma nelle nostre
mani che è la prevenzione primaria e quindi
promuovere gli stili di vita sani.
21
ANTURE è l’Associazione Nazionale Tumore
del Rene Onlus nata dall’unione di pazienti
affetti da questa patologia. ANTURE si pone
come finalità la tutela della qualità di vita
del malato e della sua famiglia, chiamata
ad affrontare momenti difficili con pesanti
ripercussioni nella sfera lavorativa, sociale e
familiare.
Presidente Cinquegrana, come nasce
l’Associazione?
A.N.TU.RE (Associazione Nazionale Tumore
del Rene) onlus nasce nel Maggio 2020, pochi
mesi prima dello scoppio della pandemia
del Covid 19, ma la cosa non ci ha affatto
scoraggiati. Nasce dall’unione di pazienti
e familiari di pazienti affetti da questa
patologia, che già si frequentavano in un
gruppo presente in un forum sin dal 2005, tutti
alla ricerca, all’epoca, di informazioni su una
“nuovissima terapia”: il Sunitinib! Lo scopo
era anche quello di confrontarsi con altri
ammalati per cercare di capire le differenze di
approccio terapeutico-la scelta, a quei tempi,
era limitata a 2 sole terapie innovative-dei vari
oncologi di tutte le regioni italiane.
ANTURE è da sempre in prima linea nel
fornire ai pazienti e ai loro famigliari
e caregiver informazioni corrette ed
affidabili. Quanto è importante conoscere ed
informarsi sugli aspetti della neoplasia e sui
progressi della ricerca?
È importantissimo! Avere accesso ad
informazioni credibili ed affidabili sulla
propria patologia è fondamentale per
prendere decisioni riguardo alle proprie
condizioni di salute. Essere informati
adeguatamente permette una partecipazione
attiva e condivisa con il proprio oncologo per
la riuscita della terapia adottata e per fare
domande pertinenti su eventuali opzioni
future all’orizzonte. In ultimo, cosa non da
poco, aiuta a non cadere nelle mani di chi,
approfittando della disinformazione, vuole
“vendere pozioni magiche”.
Quali sono le vostre attività?
Come associazione dei pazienti, svolgiamo
le nostre attività su più fronti. Ci occupiamo
di fare educazione sanitaria, favorendo la
promozione dei comportamenti utili alla
prevenzione della salute; offriamo sostegno,
sia morale che pratico, agli ammalati
indigenti e alle loro famiglie, fornendo loro
un indirizzamento per le cure attraverso
un consulto gratuito con i medici del nostro
team, oltre alla possibilità di acquisire
strumenti critici, utili a prendere le migliori
decisioni terapeutiche tra quelle disponibili
per la nostra patologia. Ad oggi collaboriamo
sempre di più con le strutture sanitarie,
partecipando alla stesura dei PDTA (percorsi
diagnostici terapeutici assistenziali), fornendo
maggiori input su come sostenere il malato.
A tutto questo, si accompagna un’attività di
difesa dei diritti dei pazienti oncologici presso
le Istituzioni preposte, rivendicando un ruolo
nelle decisioni di politica sanitaria. Ma c’è
ancora molto da fare affinché le Associazioni
di pazienti possano avere un ruolo sempre
più attivo, proficuo e consapevole nel Sistema
salute. Ci stiamo lavorando, facendo rete
con altre Associazioni di pazienti oncologici.
Perché insieme, su obiettivi comuni, si è più
forti.
Una corretta informazione mira ad
ottimizzare il rapporto medico-paziente. È
così?
Certamente, e per i motivi che abbiamo più
volte sottolineato. Un paziente informato
pone, in un certo senso, una condizione di
“reciprocità”: anche il medico deve poter
contare sul fatto che il paziente sia motivato a
risolvere il suo problema clinico.
Una recente intervista al Corriere della Sera
della scrittrice Michela Murgia, malata di
tumore al rene al quarto stadio, ha acceso i
riflettori sui problemi legati all’importanza
della corretta informazione e aspetti legati
al controllo la malattia avanzata a lungo
termine. Qual è il suo commento?
22
La frase “dal 4° stadio non si torna indietro”
- nell’intervista fatta da un giornalista
professionista del noto quotidiano - buttata
lì, lapidaria, senza un doveroso ulteriore
approfondimento nell’articolo stesso, è
un chiaro esempio di comunicazione non
appropriata e fondamentalmente scorretta.
Ad oggi, anche un malato al 4° stadio può
riuscire a cronicizzare la malattia ed avere una
buona aspettativa di vita. Certo, purtroppo
non tutti. Qualcuno con tumore più aggressivo
non riesce a superarla. Ma le percentuali di
chi riesce a controllare la malattia a lungo
termine sono in forte crescita e noi vogliamo
essere ottimisti! Come Associazione, ci siamo
sentiti in dovere di fare un comunicato stampa
per non veder vanificato tutto il nostro lavoro
informativo - supportato da dati scientifici
attuali e concreti - volti ad inquadrare
correttamente la malattia e che smentiscono
l’affermazione riportata nell’intervista.
Sono argomenti delicatissimi e la cattiva
informazione può avere un effetto devastante
sul già precario equilibrio psicofisico di chi è
colpito da questa malattia. La ricerca va avanti
e noi vogliamo fare i nostri migliori auguri
alla Sig.ra Murgia e invitare tutti gli ammalati
a non abbandonare la speranza.
A conclusione, un suo messaggio…
Voglio concludere, citando una massima di
un grande scienziato come Albert Einstein:
“il tempo è relativo: il suo unico valore è dato
da ciò che noi facciamo mentre sta passando”.
Quindi, diamo valore al tempo che ci è
concesso, sostenendo, ad esempio, il lavoro
dei ricercatori, sostenendo le associazioni dei
pazienti nei loro progetti, o regalando un po’
del vostro tempo come volontari… anche una
sola ora a settimana trascorsa negli ospedali è
preziosa! Il tempo speso per fare del bene, fa
stare bene!
Vi aspettiamo. Trovate i nostri contatti su
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24
P
reoccupa la continua diminuzione del
numero di medici di medicina generale.
Secondo il Rapporto civico sulla Salute
2023, presentato al Ministero della Salute
da Cittadinanzattiva, emerge che i medici di
medicina generale sono passati dai 42.428 del
2019 ai 40.250 del 2021, con una diminuzione di
2.178 e la maggior parte di loro ha oltre 25 anni
di anzianità di servizio. La conseguenza, si legge
nel report basato su dati Agenas e della Ragioneria
dello Stato, “è l'aumento del rapporto tra queste
fondamentali figure professionali ed il numero
degli assistiti”: ogni medico di famiglia assisteva in
media 1.224 cittadini nel 2019, ma sono diventati
1.237 nel 2021.
Qual è stata la causa di questa tendenza? Quale
sarà lo scenario per il futuro?
Per saperne di più, ne parliamo con Silvestro
Scotti, segretario Nazionale Federazione Italiana
Medici di Famiglia - Fimmg.
La Federazione Italiana Medici di Medicina
Generale – FIMMG – è l’organizzazione sindacale e
l’associazione professionale nazionale dei Medici
di medicina generale di assistenza primaria.
Dott. Scotti, nel 2025 in Italia mancheranno 3.632
medici di medicina generale. Cosa ne pensa della
fotografia scattata da Agenas?
I dati forniti da Agenas sono purtroppo realistici,
anzi, fin ottimistici perché partono da due
presupposti: che i medici più anziani vadano in
pensione tutti a 70 anni e che ogni borsa di studio
per formare i medici di famiglia si trasformi
effettivamente in un nuovo ingresso nella
professione. In realtà l’età media di pensionamento
ALLARME MEDICI DI MEDICINA GENERALE:
QUALE SARÀ LO SCENARIO PER IL FUTURO?
Ne parliamo con Silvestro Scotti, segretario Nazionale FIMMG
di Nicoletta Mele
IN EVIDENZA
25
è più bassa di alcuni anni e non tutte le borse
di studio vengono oggi utilizzate, non tutti i
borsisti completano la formazione e non tutti i
formati accedono poi alla professione. Quindi
i medici mancano già oggi e ne mancheranno
ancora di più, la situazione nei prossimi 4-5
anni sarà drammatica soprattutto nelle aree a
maggiore dispersione di popolazione.
Ci sarà un divario tra Nord e Sud del Paese?
Il divario riguarda le tempistiche in cui la
carenza sarà più grave, in alcune regioni
come il Veneto e la Lombardia la situazione
è già drammatica, in Piemonte e nelle altre
regioni de Nord iniziano a segnalarsi le
prime criticità, ogni anno che passa la crisi
riguarderà anche le regioni del centro e infine
quelle del Sud, dove al momento c’è ancora
una piccola riserva di medici in attesa da cui
attingere.
La condizione in cui verte oggi la medicina
del territorio era prevedibile?
Era prevista da almeno 20 anni, non è difficile
calcolare l’anno in cui i medici andranno in
pensione e il picco era atteso per il 2022. Non
c’è stato di pari passo un picco di borse di
studio per i nuovi ingressi e adesso siamo in
ritardo perché anche intervenendo si devono
attendere i tempi necessari a completate la
formazione.
Rispetto alla media europea come si colloca
il nostro sistema?
Il problema della carenza di medici è un
problema per la maggior parte dei paesi
europei, ma riguarda soprattutto gli specialisti
degli ospedali pubblici.
In Italia invece il problema si sta manifestando
in maniera drammatica per i medici di
famiglia, nonostante il rapporto tra il numero
di tutti i medici e la popolazione sia più alto
della media degli altri paesi: significa che
si è investito molto sugli ospedali e non si è
programmata sufficientemente l’assistenza
territoriale, creando un ampio divario di
risorse umane.
A suo giudizio, qual è stata la causa?
In Italia il SSN è notoriamente ospedale
centrico e gli investimenti sono palesemente
sproporzionati, per motivi che con la salute
delle persone non c’entrano nulla. Inoltre,
siamo in un Paese che non programma quasi
mai a lungo termine, mai oltre il termine di un
mandato elettivo. Tuttavia, non aver saputo
leggere gli eclatanti dati previsionali noti da
anni è talmente incredibile che non posso
escludere che qualcuno non abbia progettato
scientemente un ridimensionamento della
medicina generale.
Qual sarà lo scenario per il futuro? Quali
saranno le conseguenze per i pazienti?
In assenza di contromisure le aree più
periferiche del Paese, nelle quali vive quasi
la metà della popolazione, potranno soffrire
di una reale carenza assistenziale, di tempi
di attesa lunghissimi per accedere a medici
“tampone” probabilmente non formati
per la medicina generale o formati fuori
Europa, oppure saranno invitati a consultare
un infermiere o un sistema di intelligenza
artificiale che stabiliscano chi ha urgenza e chi
no. In questo contesto il rapporto di cura nel
tempo, la gestione delle cronicità e i progetti
di prevenzione di fatto per queste persone si
interromperanno per anni.
Silvestro Scotti
26
Quali sono le misure da mettere in atto per
risolvere la carenza di organico?
Per risolvere la carenza di organico occorre
oggi fare in modo che tutta l’offerta formativa
disponibile venga sfruttata, che i medici
acquisiscano tutti almeno 1000 pazienti
già durante la formazione e che nessuno
lasci questo mestiere in anticipo. Per far
questo occorre aumentare l’attrattività
della professione investendo in risorse che
consentano prima di tutto a tutti i medici di
lavorare in contesti di team e con il supporto
di personale di studio che li sgravi da attività
amministrative e infermieristiche. Inoltre,
il maggior investimento in borse di studio
previsto dal PNRR dovrà persistere anche
oltre i 3 anni che il finanziamento europeo
oggi garantisce.
Quali sono le proposte di Fimmg?
Oltre a quanto già indicato proponiamo di
aumentare l’attrattività della formazione
attraverso una riforma del corso,
inserendolo nel mondo accademico fin dalla
formazione pre-laurea; inoltre aumentare
la soddisfazione lavorativa consentendo ai
medici e al loro staff di effettuare diagnostica
di primo livello negli studi. Nel frattempo
sono in atto alcune misure tampone come
la possibilità di pensionamento a 72 anni,
per chi vuole; vanno infine sviluppati ed
estesi progetti di staffetta generazionale
come quello previsto in collaborazione
con l’ENPAM ovvero l’APP, che consente
al medico giovane di affiancare il medico
pensionando in ottica formativa da un lato e
di supporto reciproco dall’altro.
27
ISCRIVERSI ALLA MUTUA È SEMPLICE
Basta versare la quota associativa annua di € 25 e l’importo del Piano Sanitario
scelto tra i 5 disponibili, sottoscrivibili in formula Single oppure in formula Nucleo:
• Opera Smart, Opera Plus e Opera Premium sottoscrivibili fino all’età di 67 anni
• Opera Senior Plus e Opera Senior Premium sottoscrivibili dall’età di 68 anni
Nel rispetto dei principi mutualistici, i piani sanitari di Mutua Nazionale:
Mutua Nazionale sostiene Banca delle Visite Onlus.
Con la sottoscrizione di ogni sussidio il Socio contribuisce a
donare una prestazione medica ad un’altra persona in difficoltà,
come nella nota tradizione napoletana del “caffè sospeso”.
Grazie alla convenzione stipulata con il Ministero dell’Economia
e delle Finanze - NOIPA, il personale della Pubblica Amministrazione
può versare il contrinuto mensilmente con modalità trattenuta
in busta paga.
Mutua Nazionale è una Società di Mutuo Soccorso dedicata
al personale della Pubblica Amministrazione civile e militare
in servizio ed in quiescenza, che opera senza fini di lucro
a favore dei propri Soci e dei loro familiari conviventi, al fine
di far partecipare gli stessi ai benefici della mutualità
nel settore sanitario e socio assistenziale.
Crede in un sistema sanitario mutualistico
che possa coinvolgere le persone ad affrontare cure,
diagnosi, riabilitazione, interventi ed assistenza
con la certezza di non esser mai abbandonati.
Mutua Nazionale infatti non recede dal sodalizio
e questo permette una garanzia assoluta.
Con questi piani sanitari Mutua Nazionale ha voluto raggiungere un triplice scopo:
• Erogare prestazioni sanitarie e sostenere il socio in tutti i momenti di difficoltà
• Mantenere un contributo “sociale” alla portata di tutti
• Rispettare la compliance ministeriale. Mutua Nazionale è regolarmente
iscritta all’Anagrafe dei Fondi Sanitari del Ministero della Salute
✓ Sono accessibili a tutti
(principio della porta aperta)
✓ Garantiscono
l’Assistenza Mutualistica
per tutta la vita del socio
✓ Garantiscono
esclusivamente
al socio la facoltà
di disdetta
✓ Danno diritto ad una
agevolazione fiscale del 19%
fino ad un massimo di € 1.300
(cfr. Art. 83 comma 5, lg. 117/2017)
ACCREDITATA:
PARTNER:
Mutua Nazionale collabora con Health Point SpA,
azienda leader nel settore dei servizi di telemedicina. Tra le
prestazioni che offre, la televisita consente la cura e la tutela
della salute dell’associato in modo semplice anche a distanza.
info@mutuanazionale.org
www.mutuanazionale.org
Scansiona il QR CODE per scoprire i sussidi
28
SOCIALE
U
n sogno che diventa realtà ma anche
un servizio in più che guarda alle
fasce maggiormente svantaggiate della
popolazione. Prende avvio nel cuore dell’Emilia-
Romagna, a Bologna, il progetto “Ambulatorio
Odontoiatrico Solidale” (https://www.ambulato
rioodontoiatricosolidale.it/) curato sin da subito
dalla dottoressa Gabriela Piana, responsabile del
Servizio di assistenza odontoiatrica per disabili
in età evolutiva e di Odontoiatria infantile della
Clinica odontoiatrica del DIBINEM, Università
di Bologna, dove è stata Direttore sanitario dal
2014 al 2019, e condiviso con numerosi colleghi
dalla Clinica Odontoiatrica del DIBINEM UNIBO.
Un presidio territoriale odontoiatrico creato per
accogliere i pazienti in un clima di accudimento
e serenità, dove erogare terapie odontoiatriche e
riabilitazioni protesiche, ma non solo.
“L’idea – spiega la fondatrice – è creare una sorta di
‘centroculturale’,dovesipossanocurarelepersone,
ma anche formarle a una corretta attenzione non
solo alla salute orale ma anche alla salute generale,
fornendo loro informazioni su una corretta igiene
orale domiciliare, su un’alimentazione e su stili
di vita sani. E, ancora, dove si possano trattare
altre tematiche mediche, con il contributo di
specialisti, rivolgendosi in particolare alle donna,
anche in gravidanza, e ai bambini”. Un tema più
attuale che mai se si considera che nel corso
degli ultimi anni, con l’impennarsi dei costi della
vita, l’odontoiatria è diventato uno dei settori che
registra il maggior tasso di rinuncia alle cure per
motivazioni di natura economica. Un quadro
che potrebbe ulteriormente aggravarsi se si
considerano le previsioni sul futuro demografico
del nostro Paese.
Dottoressa Piana, chi è il dentista sociale?
Un professionista che assicura un servizio
A BOLOGNA APRE I BATTENTI
IL PRIMO AMBULATORIO ODONTOIATRICO
PER EMARGINATI
La parola alla fondatrice dottoressa Gabriela Piana
di Alessandro Notarnicola
29
guardando a chi non può permettersi
cure a pagamento. Un professionista che
a prezzo agevolati o gratuiti va incontro a
chi è in difficoltà e non può ricevere cure
odontoiatriche. Chiaramente si tratta di un
tecnico specializzato regolarmente iscritto
all’albo dei medici chirurghi e odontoiatri che
per una scelta etica e solidale, che ha deciso
di mettere a disposizione le sue competenze e
il suo tempo per donare un sorriso migliore a
chi non ne ha la possibilità.
Come è nata l’idea di avviare l’esperienza un
Ambulatorio Odontoiatrico Solidale?
Le malattie del cavo orale rappresentano
un grave problema di salute pubblica. In
Italia il Servizio Sanitario Odontoiatrico
non sempre è in grado di assicurare un
adeguato livello di cure alle fasce deboli
della popolazione in termini di qualità
delle prestazioni che di tempi di attesa. In
particolare, le riabilitazioni protesiche sono
una realtà di nicchia gestita in pochissime
strutture pubbliche. In aggiunta a questa
complessa situazione, i flussi migratori sono
notevolmente aumentati e le persone con
temporaneo permesso di soggiorno sono
una realtà in costante crescita. Questa fascia
vulnerabile non è tutelata dal punto di vista
odontoiatrico e non ha accesso alle cure nel
Servizio Sanitario. La pandemia Covid-19
ha ulteriormente aggravato la situazione
peggiorando la crisi economica del Paese e
inducendo sempre più persone a rinunciare
alle terapie odontoiatriche.
C’è stato dunque un momento in cui
l’intuizione è diventata realtà?
Tutto ha avuto inizio a cavallo tra il 2019 e il
2020 quando ho chiuso l’ambulatorio dove
esercitavo la libera professione e mi sono
trovata a decidere cosa fare dei materiali e
delle attrezzature che solitamente diventano
oggetto di donazione ad enti del terzo
settore che operano nel sud del mondo, in
Africa. Allo stesso tempo sensibilizzata dalla
situazione di disagio presente nel nostro
paese e sul mio territorio ho pensato di dar
vita a una struttura in grado di promuovere
la salute orale tra le numerose persone
che per i più svariati motivi – mancanza
di residenza, extracomunitari, difficoltà
economiche – non hanno accesso alle cure
odontoiatriche. Infatti, rivolgersi al privato
è costoso e il Servizio Sanitario, solo per
coloro che ne avrebbero diritto, ha tempi di
attesa spesso non compatibili con le urgenze
odontoiatriche.
Gabriela Piana con il cardinale Matteo Maria Zuppi
30
Un’esperienza che subito ha creato una vera
squadra..
Quasi nell’immediato al progetto hanno
aderito diversi professionisti che operano
in Emilia-Romagna, odontoiatri, esperti
del terzo settore, tra cui l’architetto Mario
Cucinella che ha curato la ristrutturazione
degli spazi pensati per accogliere gli utenti
in un clima di accudimento e serenità, dove
erogare terapie odontoiatriche e riabilitazioni
protesiche, ma non solo. La nostra idea è
quella di creare una sorta di ‘centro culturale’,
dove si possano non solo curare le persone
ma anche formarle a una corretta attenzione
alla propria salute orale e generale.
In questo contesto nasce anche la
collaborazione con l’Università di Bologna?
Esattamente. L’ambulatorio è convenzionato
con i corsi di laurea in odontoiatria e protesi
dentaria e igiene dentale dell’Unibo, in modo
da permettere agli studenti degli ultimi anni di
corso di effettuare il previsto tirocinio. I futuri
dentisti acquisiranno non solo conoscenze
professionali, ma affronteranno anche
un percorso di crescita umano e sociale.
L’educazione dei pazienti, in particolare quelli
più piccoli, nel prevenire le malattie del cavo
orale attraverso buone pratiche e uno stile
di vita sano improntato all’igiene orale e alla
sana alimentazione quotidiana.
Per realizzare questo progetto serve la
collaborazione di tutti, per questa ragione
diffondiamo l’IBAN:
IT62S0306909606100000180941
Causale:
Chi ha fame non ha i denti
Oppure con carta di credito:
www.ambulatorioodontoiatricosolidale.it/
donazioni-e-iscrizioni/
32
SOCIALE
L
o scorso lunedi 12 giugno Enrico Cellentani
– Presidente del CDA di Farmacap – Michela
Dominicis – Presidente della fondazione Banca
delle Visite Onlus hanno presentato la partnership
tra la fondazione Banca delle Visite Onlus e
Farmacap, che prevede la presenza di materiale
informativo presso le 45 farmacie comunali su
tutto il territorio di Roma Capitale.
L’iniziativa, che conta sul prezioso supporto di
medici che donano la propria professionalità e di
singoli cittadini ed aziende che possono sostenere
concretamente il progetto, da oggi verrà diffusa
anche grazie al personale delle farmacie comunali
di Roma, con il relativo supporto da parte degli
operatori in merito alla possibilità di usufruire di
visite ed esami medici attraverso la Banca delle
Visite, possibilità riservata a coloro che hanno
necessità di effettuare visite ed esami medici e che
non hanno i mezzi economici per ricorrere alla
sanità privata.
Come spesso avviene, il mondo del non profit
interviene colmando le criticità del nostro sistema
FARMACAP E MO.V.I. A SUPPORTO
DI BANCA DELLEVISITE
Insieme per sostenere chi non può attendere
di Michela Dominicis
Inizativa Farmacap
sociale compiendo, ad un tempo, opera
di sensibilizzazione e mettendo in campo
professionalità e competenze accanto alla
solidarietà ed alla capacità di donare.
La conferenza stampa di presentazione si
è tenuta presso il Mo.V.I. Lazio (Movimento
Italiano di Volontariato), fautore dell’incontro
tra le due realtà.
33
IL CALENDARIO DI BANCA DELLE VISITE:
Alcuni appuntamenti ed eventi svolti
nell’ultimo bimestre:
• 16 Maggio: lancio campagna nazionale
Banca delle Visite – Conforama
• 30 maggio: presentazione Comune Amico
Municipio III Roma Capitale
• 4 giugno: presentazione Comune Amico
Marino (RM)
• 5 giugno: presentazione Comune Amico
Tempio Pausania (SS)
• 6 Giugno: presentazione a Milano del
cartellone estivo eventi “Yatch Club Porto
Rotondo”
• 8 Giugno: presentazione Comune Municipio
II Roma Capitale
• 10 Giugno: Festa del Po, Lombriasco (TO)
• 17 Giugno: Notte Bianca, IX Municipio
Roma Capitale
• 21 Giugno: Serata Solidale Agriturismo La
Mucca Ballerina, La Giustiniana (RM)
COME AIUTARE AD AIUTARE:
Singolo cittadino, azienda, associazione,
realtà locale, Amministrazione Comunale:
chiunque può collaborare al circuito solidale
Banca delle Visite per portarlo nella propria
città o nel proprio quartiere.
Per mettersi in contatto con la fondazione
scrivere a info@bancadellevisite.it o visitare il
sito www.bancadellevisite.it
Per devolvere il 5X1000: CF. 97855500589
Comune Amico Tempio Pausania Cena solidale Agriturismo La Mucca Ballerina
Conforama Store
Presentazione cartellone estivo YCPR Seminario Salerno
Comune Amico Marino
Festa del Po
34
U
na ulteriore umanizzazione delle cure
con una conseguente riorganizzazione
dell’intricato, nonché complesso,
comparto socio-assistenziale. È questo il lascito
dell’emergenza sanitaria COVID-19 che, anche
in Italia, sin dalle prime settimane ha messo in
ginocchio le Rsa isolando le persone anziane, il più
delle volte già affaticate da patologie più o meno
croniche. Ad oltre tre anni dall’insorgere della
pandemia, entro le mura di queste strutture ci si
confronta sul nuovo modello da seguire: una strada
che deve necessariamente avvantaggiare ospiti e
operatori professionisti senza sacrificare neppure
un aspetto legato all’assistenza. Innanzitutto, la
persona. Le Residenze Strutturali Assistenziali
(Rsa) sono strutture protette che accolgono e
prestano cure ad anziani over 65 fornendo loro
un’assistenza di tipo socio-assistenziale e quindi
tipicamente post-acuto. Sono presidi territoriali
cherispondonoaunbisognoeffettivodellapersona
diventata fragile, attraverso un’assistenza sia
medico-sanitaria con un focus sulla riabilitazione,
che di mantenimento emotivo-psicologico, il tutto
in un contesto abitativo protetto. Un modello su cui
potersi soffermare è offerto da “Noah Residenze”,
casa per anziani nata a Noci, in provincia di Bari,
fondata da Vittorio Lippolis, general manager,
proprio a seguito della pandemia. Qui troviamo
la cura empatica degli ambienti e la promozione
di una cultura che vede nelle Rsa una degna
prosecuzione dell’abitazione privata.
Vittorio Lippolis, la pandemia ha letteralmente
cambiato l’approccio alla cura e all’assistenza, a
maggior ragione se si f riferimento alle persone
più anziane ospitate in struttura. Qual è il nuovo
“modello” assistenziale seguito?
Indubbiamente, la pandemia è stata un periodo
drammatico, estremamente complicato, per tutti
noi. In quei momenti di sfida, abbiamo trovato la
forza e la determinazione per affrontare insieme
l’inevitabile. Ci siamo rimboccati le maniche
adottando misure rigorose per proteggere la salute
e il benessere dei nostri ospiti. In quei momenti
in cui il distanziamento era necessario, abbiamo
compreso ancor più profondamente quanto sia
preziosa l’empatia e il calore umano. Abbiamo
riscoperto l’importanza di gesti semplici ma
potenti, come un abbraccio affettuoso, un sorriso
sincero o una carezza delicata. Voglio sottolineare
quanto il cuore del nostro lavoro risieda nell’amore
COM’È CAMBIATA L’ASSISTENZA DOPO
IL COVID-19? IL MODELLO DI NOAH RACCONTATO
DAL FONDATORE VITTORIO LIPPOLIS
di Alessandro Notarnicola
PARLIAMO DI...
35
e nella passione con cui lo svolgiamo. Ogni
giorno, ci impegniamo a offrire un ambiente
amorevole e accogliente, dove i nostri ospiti
si sentano protetti, valorizzati e amati. Per
noi, non è solo un lavoro, ma una missione
che abbracciamo con tutto il cuore. Sappiamo
che solo attraverso un impegno autentico
e una cura amorevole possiamo veramente
fare la differenza nella vita delle persone che
assistiamo.
Sempre di più si parla di medicina di
prossimità e di relazione umana medico-
paziente. In che modo questo legame (tra
l’utente e professionista) assicura effetti
positivi alle persone in cura?
Le relazioni umane sono vitali in ogni
contesto, in quanto consentono di esprimere
al meglio le qualità umane e professionali
di ogni individuo. Quando valutiamo un
candidato che intende unirsi al nostro
percorso lavorativo, il primo aspetto a cui
prestiamo attenzione è la sua umanità. Non
sarà facile trovare spazio nella nostra grande
famiglia per un professionista eccellente che
non sia altrettanto umanamente eccezionale.
Quotidianamente affrontiamo le sofferenze
e le patologie, spesso aggressive, e ci
confrontiamo con lo sconforto e il vuoto che
molti ospiti sentono a causa della mancanza di
attenzione dei propri cari. Il nostro obiettivo
primario è inserirci con rispetto in quel
vuoto, senza mai invadere o intaccare la sfera
personale, quella più intima e delicata. Non
intendiamo sostituirci ai legami familiari,
ma la cura che offriamo a ogni ospite è
innanzitutto il calore che ogni famiglia ha
donato a ognuno di noi fin dalla nascita.
“Noah” nasce in un momento storico inedito
per certi versi ma complicato. Da un lato
possiamo contare su un sistema sanitario
fortemente provato dall’emergenza
sanitaria, dall’altro invece l’invecchiamento
progressivo della popolazione chiede
un’efficace riorganizzazione della rete
assistenziale. Su quali basi ha pensato a
questo nuovo progetto?
Il tema dell’anzianità è una tra le questioni
più urgenti che siamo chiamati ad affrontare Vittorio Lippolis con il fratello Angelo
in questo momento storico. La vecchiaia
è considerata una fase della vita sterile,
scontata, priva di contenuti speciali da offrire
alla comunità tant’è che sono diversi gli
interventi statali di assistenza agli anziani, ma
pochissimi quelli pensati per garantire loro
l’esistenza, una vita piena e felice, non solo
assistenziale. E mi domando, che ne sarà di
noi se non capiamo che la terza età è il reale
punto di riferimento per la comprensione e
l’apprezzamento della vita umana? Ho fondato
Noah perché credo che ogni fase della vita
vada elogiata e vissuta. Noah è quella casa
che ogni bambino spera di regalare da adulto
ai propri genitori: una casa ampia, dotata di
ogni comfort, luminosa e ricca di amore.
Quanti anziani ospita la residenza e quali
sono i servizi proposti?
La residenza ha una capienza di 80 posti letto,
oggi occupata da 35 ospiti. Presso Noah, ci
impegniamo a offrire una vasta gamma di
servizi pensati per garantire il benessere
e la felicità degli anziani che si affidano a
noi. Ci preoccupiamo di soddisfare le loro
esigenze e di rispettare le loro abitudini,
creando un ambiente caldo e amorevole. Il
nostro servizio di alzata e riposo è pensato
per mantenere e potenziare le capacità della
persona anziana. Ci preoccupiamo di evitare
l’isolamento e favorire la socializzazione,
creando un’atmosfera accogliente e
36
amichevole. L’assistenza notturna è una
parte fondamentale del nostro impegno per
la sicurezza dei residenti. Durante le ore
notturne, effettuiamo regolari verifiche nelle
stanze e siamo pronti a intervenire in caso
di necessità, garantendo la loro tranquillità
e il loro benessere. Ci prendiamo cura della
cura quotidiana e dell’igiene personale degli
anziani, rispettando le loro autonomie e
offrendo anche servizi estetici a pagamento,
per farli sentire al meglio. Ci assicuriamo che i
residenti consumino pasti adeguati, preparati
in loco e personalizzati secondo le loro
esigenze dietetiche. Vogliamo che abbiano la
possibilità di gustare cibi deliziosi e nutrienti,
creando un’esperienza piacevole a tavola.
Poi c’è la cura degli spazi e, cosa non comune,
l’assistenza religiosa..
È questo un aspetto che ci sta particolarmente
a cuore. Manteniamo un ambiente ordinato
e accogliente per gli anziani, con stanze ben
organizzate e spazi comuni esteticamente
piacevoli. Vogliamo che si sentano a casa e
che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno.
L’assistenza sanitaria è una priorità per
noi e passa anche attraverso queste pareti.
Abbiamo medici di medicina generale e
infermieri qualificati che si prendono cura
dei nostri ospiti, garantendo una risposta
tempestiva e competente alle loro esigenze
mediche. Riconosciamo inoltre l’importanza
dell’assistenza religiosa per molti dei nostri
ospiti. In collaborazione con sacerdoti,
ministri della fede e volontari, organizziamo
momenti religiosi nella nostra cappella,
rispettando le normative vigenti e offrendo un
sostegno spirituale.
Tra i servizi che qualificano l’offerta spiccano
gli scambi intergenerazionali “per riattivare
la sfera cognitiva, affettiva e manuale” degli
utenti. Di cosa si tratta?
È un servizio fornito in particolar modo
dall’educatore che svolge un ruolo speciale nel
nostro ambiente di cura e supporto. La sua
missione è alimentare l'anima e il cuore dei
nostri ospiti, stimolandoli, incoraggiandoli e
mantenendo vive le loro abilità psicofisiche
e relazionali. Immagina un luogo in cui
ogni giorno è un’opportunità per scoprire la
bellezza della vita, un luogo in cui le persone
possono esprimere la propria creatività,
riattivare i ricordi più preziosi e connettersi
con gli altri in modo profondo e significativo. È
esattamente ciò che l’educatore fa per i nostri
cari ospiti. L’educatore progetta, gestisce e
verifica una miriade di attività pensate per
riattivare le sfere cognitive, affettive, motorie
e manuali dei nostri residenti. Ogni momento
è prezioso e curato con attenzione, con
l’obiettivo di creare esperienze coinvolgenti
e memorabili. Le parole di un libro che si
trasformano in un sorriso, la musica che
risveglia emozioni profonde, il profumo di
una deliziosa pietanza cucinata insieme, le
mani che lavorano l’orto con cura. Queste sono
solo alcune delle esperienze che l’educatore
propone ai nostri nonni.
37
ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA
Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e
assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato
dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto
del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con
le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di
Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti.
Per i servizi sanitari e socio assistenziali,
anche domiciliari:
Numero Verde: 800.511.311
Numero dall’estero: +39 06 90198080
Health Assistance S.C.p.A.
c/o Palasalute
Via di Santa Cornelia, 9
00060 Formello (RM)
Per le strutture del Network o a coloro che
intendano candidarsi al convenzionamento
Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2)
email: network@healthassistance.it
www.healthassistance.it
38
L
a salute è il primo dovere della vita.
Questo il principio sul quale si fonda
l’attività di Mutua MBA, società di mutuo
soccorso leader in Italia nel panorama della
Sanità Integrativa che ha l’obiettivo di affermare
il diritto alla salute nel pieno rispetto del
principio mutualistico. Mutua MBA sin dalla sua
fondazione è al fianco degli assisti a 360 gradi
promuovendo al tempo stesso la salute e uno
stile di vita corretto.
“La Sanità Integrativa – ha affermato Luciano
Dragonetti, presidente di Mutua MBA- è un vero e
proprio sistema alimentato da altri sistemi come
quello mutualistico che prevede un approccio
no profit, di cooperazione, di associazione, di
promozione e di solidarietà. Questo è il modello
offerto da Mutua MBA, Società di Mutuo Soccorso
che dal 2007 è impegnata nel promuovere le
finalità mutualistiche attraverso una rete solida
e innovativa di Soci che hanno un forte valore di
responsabilità nel sostenere e proporre questo
sistema per la tutela della salute”.
Non solo. Tante le iniziative messe in campo da
Mutua MBA grazie alle quali si conferma come la
più grande mutua sanitaria italiana per numero
di soci.
Mutua MBA dopo essere stata la prima società
di mutuo soccorso ad entrare nelle scuole grazie
ad un percorso formativo con il programma
PCTO con il Liceo Statale “Gaio Valerio Catullo”
di Monterotondo, ha partecipato da protagonista
alla 17ma edizione di Rimini Wellness, la
kermesse organizzata da Italian Exhibition
Group dedicata a fitness, benessere e sport che
si è svolta alla Fiera di Rimini dal 1 al 4 giugno.
Mutua MBA crede nello Sport come stile di vita,
sistema sociale e civico e come promozione della
prevenzione e cura di patologie psicofisiche.
SPORT, SALUTE E STILI DI VITA:
MUTUA MBA A RIMINI WELLNESS
Progetto “Fondo Mutualistico Nazionale per gli Sportivi” – FONSPORT
Intervista al presidente di Mutua MBA Luciano Dragonetti
di Nicoletta Mele
FOCUS
39
Presidente Dragonetti, perché la
partecipazione a Rimini Wellness?
La nostra mission è che lo sport come il
mutuo soccorso è espressione valoriale di
lealtà, rispetto, inclusività. Mutua MBA vuole
promuovere la Medicina dell’esercizio fisico,
l’attenzione verso corretti stili di vita e di
alimentazione con effetti social produttivi
sull’intera società. Una fiera di promozione
dello Sport ci è sembrato dunque un momento
ideale per poter presentare il nostro progetto
mutualistico dedicato al mondo dello
Sport. In questa importante fiera nazionale
abbiamo partecipato ai tanti tavoli di lavoro
sulla riforma dello sport e sulla prescrizione
dell’attività sportiva ma soprattutto abbiamo
avuto uno spazio nostro dove abbiamo potuto
parlare di mutualità nei nuovi contratti di
lavoro per il personale del mondo sportivo.
Mutua MBA ci sarà ed ha realizzato il primo
piano sanitario destinato a questi lavoratori.
Mutua MBA è il primo ente mutualistico
italiano ad aver istituito un Fondo Sanitario
a sostegno dello Sport. Come è nata l’idea e
perché?
L’idea nasce da lontano. Nel 2016 per la prima
volta abbiamo realizzato uno studio su questo
mondo ma vi erano dei blocchi a livello
normativo che non consentivano un dialogo
fluido con le associazioni di rappresentanza
del mondo sportivo. Con la lg. 117/2017 sul
Terzo Settore è nata una nuova possibilità: le
Associazioni di Promozione Sportiva nazionali
sono tutti enti del Terzo Settore come Mutua
MBA. Oggi il dialogo ha ben altra natura,
vicini ideologicamente.
Dati
Secondo gli ultimi dati disponibili (fonte
Annuario Statistico Italiano 2021 - Istat)
oltre 1/3 della popolazione italiana pratica
almeno uno sport, il 27,1% lo fa in maniera
continuativa e il 9,5% saltuariamente. I
soggetti che non praticano sport ma svolgono
qualche attività fisica sono il 28,1%, in
diminuzione di circa un punto percentuale
rispetto ai dati relativi al 2019. I sedentari
(persone che non fanno sport né praticano
attività fisica nel tempo libero) sono solo il
35,2%, quota che sale al 39,4% fra le donne e
si attesta al 30,8% fra gli uomini, mostrando
un andamento pressoché invariato rispetto
alla rilevazione precedente. Ne deriva che gli
attivi sono la maggioranza della popolazione
(circa il 65%) del Paese.
HealthfitdiHealthItaliaeFondoMutualistico
Nazionale per gli Sportivi FONSPORT di
Mutua MBA
Alla luce degli ultimi dati, Health Italia S.p.A.,
società quotata leader nel settore della sanità
integrativa, tramite Health Point, con Mutua
MBA e grazie a Health Life srl ha avviato
un progetto innovativo di healthfit, con lo
scopo di agevolare l’erogazione di prestazioni
sanitarie o di prevenzione direttamente nei
centri e club sportivi.
Nei centri sportivi che aderiranno
all’iniziativa, sarà allestita una stanza con tutta
la strumentazione necessaria per effettuare
l’acquisizione dei dati, erogare prestazioni
di telemedicina e attivare percorsi dedicati
di tele-riabilitazione o prevenzione, anche
attraverso lo studio del DNA e la genetica
predittiva.
Luciano Dragonetti
40
L’accordo prevede che presso gli stessi
centri sportivi sarà anche possibile ricevere
informazioni su come aderire a specifici piani
sanitari del “Fondo Mutualistico Nazionale
per gli Sportivi” – FONSPORT di Mutua MBA
che premia sia la scelta di praticare sport che
lo stile di vita sano dell’iscritto.
Presidente Dragonetti, quanto è importante
per Mutua MBA promuovere l’attività
sportiva grazie anche al “Fondo Mutualistico
Nazionale per gli Sportivi” – FONSPORT?
Mutua MBA crede nello Sport come
miglioramento della propria qualità di vita. La
pratica dell’esercizio fisico è una condizione
necessaria per beneficiare delle peculiarità di
prevenzione ed assistenziali di Fonsport. MBA
vuole far “rete” con gli sportivi con l’obiettivo
di migliorare la qualità della loro vita e
continuare così nella direzione di promuovere
la prevenzione tra le persone, nei territori,
con i centri sportivi. Lo Sport è per sua
natura inclusivo così come il Mutuo Soccorso.
Per questo motivo abbiamo voluto creare
le migliori condizioni per lo sportivo. Fare
attività fisica diventa la garanzia di accesso
ad un fondo che non seleziona l’accesso per
età, residenza o professione ma, al contrario,
include proprio perché si è “sportivi” con
tanto di visite mediche ed esami diagnostici
in regola per praticare l’attività. Serviva
conferire il giusto valore a queste persone
che investono anche soldi, pagando le quote
dei centri sportivi o dei tesseramenti, per la
cura del proprio benessere, con un vantaggio
mutualistico senza eguali.
Lo Sport sta per esser riconosciuto come un
“valore di stato” anche attraverso la modifica
della Costituzione. Sarebbe una grande
vittoria per tutti noi e, come Mutua, siamo
pronti a riconoscerne il valore.
Ci sono altre iniziative legate a questa
iniziativa?
Certamente. Non mancherà un particolare
focus verso i meno fortunati, l’inclusività
del mondo dello Sport ci porta a dare voce
anche a chi lo Sport non può permetterselo.
Fonsport si occuperà anche di questa parte
più solidaristica, anche in collaborazione con
importanti federazioni nazionali.
Mutua MBA si impegna nel diritto alla salute
con una organizzazione no-profit per tutte le
età, professione e stato sociale senza nessuna
distinzione.
Per Mutua MBA “Le persone prima di tutto”.
Guarda il video
41
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You
Y
Scatena il tuo benessere. Entra in Be Health.
Be Health è un percorso concreto e coinvolgente per raggiungere l’indipendenza personale e professionale
attraverso una concreta opportunità di business meritocratico, con un solido Gruppo alle spalle.
Un percorso che inizia con la cura di se stessi e la ricerca di uno stile di vita sano e ispirato al ‘made in Italy’ fino
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42
M
assimiliano è un imprenditore visionario
che negli ultimi anni ha fatto crescere la
sua azienda aumentando il fatturato e il
numero dei dipendenti.
In questo periodo ha compreso come siano stati
anche i suoi dipendenti a contribuire alla crescita
dell’azienda ed oggi li vuole premiare attraverso il
sistema welfare.
Capiamo insieme cosa vuol dire per Massimiliano
Gentilini fare Welfare.
Massimiliano, quali sono i principali motivi
che ti hanno spinto ad adottare programmi di
welfare per i tuoi dipendenti?
Dare un contributo per migliorare lo stile di vita
delle persone, facendo sì che possano sfruttare
al massimo il potere economico che gli arriva
dall’impegno al raggiungimento degli obiettivi,
cambiare un mindset, economizzare al massimo
il contributo aziendale.
di Riccardo Troiano
WELFARE
ILWELFARE PER ATTIRARE I TALENTI
L’intervista a Massimiliano Gentilini, imprenditore bolognese
titolare dell’azienda Gentilini Power Cams
43
In che modo i programmi di welfare
implementati stanno migliorando il
benessere dei dipendenti e l'ambiente
lavorativo?
Essendo solo all’inizio non abbiamo ancora
dati precisi in merito. Crediamo che possa
essere utile ad un cambio di mentalità
delle persone. Abbiamo già notato un forte
entusiasmo nell’ambiente lavorativo ed un
forte interesse di una parte del personale
con livelli più elevati, mentre una parte
ha bisogno di essere educata e non è
semplicissimo fargli capire i vantaggi.
Come valuti l'impatto dei programmi di
welfare sulla produttività e l'efficienza
complessiva dell'azienda?
Come detto precedentemente, non abbiamo
ancora dati precisi in merito. Avremo bisogno
ancora di un po' di tempo per valutare
l’impatto sulla produttività, ma ritengo possa
essere una carta vincente nel lungo periodo
anche per aumentare il potere di acquisto dei
nostri collaboratori.
Quali sono i principali ostacoli o sfide
che hai incontrato nel processo di
implementazione dei programmi di welfare
e come li hai affrontati?
Il sistema per come è stato pensato a mio
avviso penalizza l’aspetto meritocratico come
secondo me dovrebbe essere. Credo possa
essere utile nel futuro riuscire, con l’aiuto
delle istituzioni, a migliorare il contenuto di
questo strumento che ha grandi potenzialità,
sia per l’azienda che per i lavoratori.
Stai notando un incremento della
soddisfazione dei dipendenti e un
miglioramento della fedeltà aziendale
a seguito dell'implementazione dei
programmi di welfare? In che modo?
Al momento la cosa che abbiamo potuto
notare è che risultiamo più attrattivi sia
da parte delle candidature, ma anche dai
nostri clienti principali in quanto vista la
situazione del mercato riguardo alla scarsità
del personale questa iniziativa nei confronti
del nostro personale ci dona un immagine
molto positiva.
Quali sono i programmi di welfare più
apprezzati e utilizzati dai dipendenti? E
quali potenziali programmi futuri stai
considerando?
I più apprezzati sono: servizi per il tempo
libero (palestre, viaggi, etc…) e rimborsi
spese sostenute per i figli o la famiglia.
Ancora una volta il welfare si dimostra
uno strumento necessario per la crescita
dell’azienda e nel rendere partecipi i
dipendenti al raggiungimento degli obiettivi
aziendali.
Quando un imprenditore si chiede come
mai non riesce a mantenere talenti o ad
assumerne di nuovi, dovrebbe chiedersi
cosa sta facendo lui per rendere l’azienda più
attrattiva.
Massimiliano Gentilini lo ha fatto, continua
a farlo e l’azienda continua a crescere in
qualità sotto tutti i punti di vista.
Come diceva Adriano Olivetti: “La fabbrica
non può guardare solo all'indice dei profitti.
Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi,
democrazia.”
Massimiliano Gentili
Hai già scaricato
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permette di prenotare ed effettuare
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Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023

  • 1. il periodico di informazione sulla sanità integrativa Maggio Giugno 2023 Anno X N°55 Allarme medici di medicina generale: quale sarà lo scenario per il futuro? > SOCIALE A Bologna apre i battenti il primo ambulatorio odontoiatrico per emarginati > FOCUS Sport, salute e stili di vita: Mutua MBA a Rimini Wellness > SALUTE Sclerosi multipla, l’importanza dell’informazione sui sintomi invisibili della patologia > ATTUALITÀ La Leucemia Mielomonocitica Cronica, la malattia diagnosticata a Silvio Berlusconi
  • 2. PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE SULLA SANITÀ INTEGRATIVA Anno X - Maggio/Giugno 2023 - N°55 DIRETTORE RESPONSABILE Nicoletta Mele DIRETTORE EDITORIALE Ing. Roberto Anzanello COORDINAMENTO GENERALE Health Italia HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Nicoletta Mele Alessia Elem Michela Dominicis Alessandro Notarnicola Riccardo Troiano DIREZIONE E PROPRIETÀ Health Italia SpA c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9 00060 - Formello (RM) www.healthitalia.it ISCRITTO PRESSO IL REGISTRO STAMPA DEL TRIBUNALE DI TIVOLI n. 2/2016 - diffusione telematica n.3/2016 - diffusione cartacea 9 maggio 2016 IMMAGINI © AdobeStock Pexels Scarica Health Online in versione digitale su www.healthonline.it Per info e contatti: mkt@healthonline.it ***** ® 2022 Health Italia S.p.A. - Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta.
  • 3. S OMMA R IO La sanità integrativa e le sue regole, senza polemiche, senza se e senza ma 04 a cura di Roberto Anzanello EDITORIALE Maltempo in Emilia-Romagna, la conta dei danni e lo spettro del rischio sanitario 06 di Alessandro Notarnicola ATTUALITÀ 28 Allarme medici di medicina generale: quale sarà lo scenario per il futuro Com’è cambiata l’assistenza dopo il Covid-19? Il modello di NOAH raccontato dal fondatore Vittorio Lippolis Sport, salute e stili di vita: Mutua MBA a Rimini Wellness Il welfare per attirare i talenti 24 34 38 42 di Alessandro Notarnicola di Michela Dominicia La Leucemia Mielomonocitica Cronica, la malattia diagnosticata a Silvio Berlusconi Tumore al rene: i progressi della ricerca di Alessandro Notarnicola di Alessia Elem 10 18 di Nicoletta Mele di Alessandro Notarnicola di Nicoletta mele di Riccardo Troiano IN EVIDENZA PARLIAMO DI... FOCUS WELFARE SOCIALE Sclerosi multipla, l’importanza dell’informazione sui sintomi invisibili della patologia Farmacap e Mo.V.I. a supporto di Banca delle Visite e Mo.V.I. A Bologna apre i battenti il primo ambulatorio odontoiatrico per emarginati 12 32 di Alessia Elem SALUTE
  • 4. 04 LA SANITÀ INTEGRATIVA E LE SUE REGOLE, SENZA POLEMICHE, SENZA SE E SENZA MA In un periodo storico nel quale l’attenzione alle tematiche di tipo sanitario, ai modelli di gestione dei sistemi di protezione sanitaria offerti ai cittadini ed alle dinamiche economiche mette al centro della scena la Sanità Integrativa, sembra più che opportuno fare il punto della situazione. Innanzitutto, occorre fare una premessa: la Sanità Integrativa non è un modello che nasce nei tempi recenti, ma è un sistema di protezione sanitaria che si è continuamente evoluto dalla comparsa delle prima forme di mutuo aiuto nel 1800 e che, seguendo l’evoluzione sociale dell’umanità, ha sempre saputo stare al passo con i tempi focalizzando la propria essenza sul concetto di mutualità. Gli enti che possono esercitare la Sanità Integrativa si sono evoluti nel tempo ed adeguati alle esigenze dei cittadini ed oggi le Società di Mutuo Soccorso, i Fondi Sanitari e le Casse di Assistenza Sanitaria sono strutture no profit organizzate esplicitamente per garantire forme di prestazione sanitaria rispettivamente a individui, famiglie e dipendenti di aziende, a lavoratori di specifici settori merceologici ed a dipendenti di aziende o conglomerati societari. Partendo da questo contesto e valutando la situazione attuale è semplice dedurre che gli Enti di Sanità Integrativa, in una più ampia visione di Terzo Settore Nazionale e di Economia Sociale, sono la soluzione, probabilmente l’unica possibile, alle problematiche in cui si dibatte, da tempo, la Sanità Pubblica. Questo perché gli Enti di Sanità Integrativa, rigorosamente basati su un modello no profit, permettono ai cittadini di associarsi per fare fronte a problematiche non banali di costi e tempi alle quali è sottoposta la Sanità Pubblica, e lo fanno, sempre di più, in modo innovativo, tecnologicamente avanzato e con una particolare attenzione alla prevenzione sanitaria. Per di più il Terzo Settore, di cui le Società di Mutuo Soccorso fanno parte, rappresenta un valido sostegno per lo stato perché animato da persone mosse da valori (i promotori e cooperatori) che mettono a disposizione il loro tempo (volontari) per aiutare il prossimo, questo in ogni territorio del nostro paese. C’è quindi, tra Sanità Pubblica e Sanità Privata un continuum funzionale. La Sanità Pubblica deve concentrare i propri sforzi e le proprie disponibilità economiche, per definizione limitate, sulle fasce deboli della popolazione, investendo in una logica di prossimità, ed anche di accessibilità, in modo tale a cura di Roberto Anzanello #EDITORIALE Milanese, ho maturato un’esperienza ultra ventennale nel settore assicurativo e finanziario, occupandomi sia dei prodotti che del marketing e dello sviluppo commerciale, fino alla direzione di compagnie assicurative, nazionali ed estere. Nel 2005 sviluppo un progetto di consulenza e strategia aziendale che ha consentito di operare con i maggiori player del settore assicurativo per realizzare piani strategici di sviluppo commerciale. Dal 2009 mi occupo di Sanità Integrativa, assumendo la carica di Presidente ANSI, Associazione Nazionale Sanità Integrativa eWelfare, e contestualmente di Health Holding Group, importante realtà del settore. Dal 2016 sono presidente di Health Italia, una delle più grandi realtà nel panorama della Sanità Integrativa Italiana e società quotata in Borsa sul mercato Euronext Growth Milan.
  • 5. 05 da rendere funzionale il sistema assistendo gli anziani, i bambini, i possessori di redditi ridotti, i malati cronici, le emergenze e le pandemie, in modo adeguato e con tempistiche corrette ed a queste attività devono essere destinate le risorse economiche dello Stato in campo sanitario, alle quali tutti dobbiamo contribuire. Tutti gli altri cittadini possono associarsi, come previsto dalla nostra Costituzione, facendo gestire i loro contributi e i sistemi di protezione sanitaria da Enti che operano in modo rigorosamente no profit, senza quindi sottostare a regole imprenditoriali di ritorno economico sui capitali investiti, basandosi sul concetto di mutualità, senza quindi avere regole discriminatorie in funzione dell’età, della professione e dello stato di salute, e nell’interesse esclusivo dei propri associati, che contribuiscono secondo formule economiche predefinite alla protezione loro e delle loro famiglie.. Inoltre, è bene sottolineare che tutte le leggi e le norme che regolano, in modo molto preciso, l’operato degli Enti di sanità Integrativa sono state promosse ed approvate da governi di qualsiasi genesi politica, sono sempre state aggiornate e sono tutt’ora valide ed in vigore. Periodicamente alcune associazioni di categoria polemizzano con il mondo del Mutuo Soccorso ed alcuni esperti intervengono a sproposito su temi impropri disperdendo energie mentali e fisiche, quando basterebbe conoscere meglio la materia, indirizzando energie, risorse e tempo per costruire relazioni tra tutti gli attori e “far rete”, essere inclusivi in un sistema assistenziale che necessita di unità e non di frammentazione. Infatti, gli Enti di Sanità Integrativa godono di alcuni vantaggi fiscali stabiliti nel TUIR sia per gli individui che si associano che, soprattutto, per le imprese associate ed anche, se le prestazioni sono utilizzate dai dipendenti di aziende nell’ambito di accordi di Welfare aziendale, godono dei vantaggi fiscali riservati a questo importante strumento sociale. Ma questo non è un processo determinato da logiche di “favoritismo” economico, bensì sono regole fondate su precisi calcoli economici e su evidenti diritti sociali; infatti, non dimentichiamo che gli Enti di Sanità Integrativa sono enti no profit; quindi, possono operare nell’ambito delle loro disponibilità di bilancio e non hanno né la possibilità di ricorrere al mercato dei capitali né l’impegno a riconoscere un risultato economico ai loro azionisti, semplicemente perché non ne hanno nel senso tradizionale del termine. Infine, non possiamo fare finta di non ricordare che tali Enti, che oggi contano su quasi 14 milioni di associati, utilizzano le risorse economiche messe a disposizione dai propri associati per garantire prestazioni sanitarie che altrimenti graverebbero sulla Sanità Pubblica e, quindi, sul bilancio dello Stato. Rompere questo equilibrio, creato in anni di valorizzazione degli aspetti sociali, economici, etici della mutualità da cui deriva l’operato degli Enti di Sanità Integrativa potrebbe essere molto dannoso per lo Stato e per tutti i cittadini e, quindi, forse è meglio ragionare da un’altra prospettiva, quella di incrementare la leva fiscale e le modalità di associazione della Sanità Integrativa per garantire maggiori risorse alla Sanità Pubblica, favorire la crescita delle aziende, ottemperare al diritto costituzionale alla salute, nel rispetto di un modello di Sanità Integrativa con le proprie regole, già da tempo legislativamente definite e giuridicamente valide, senza polemiche, senza se e senza ma. 05
  • 6. 06 U n evento che per dimensione potrebbe essere paragonato a un terremoto. Il 16 maggio 2023 resterà inciso nelle pieghe più profonde della terra romagnola colpita, devastata, offesa da un cataclisma che ha causato gravi conseguenze a famiglie e imprese. Il territorio dell’Emilia-Romagna è stato interessato da due eventi in sequenza in meno di venti giorni con precipitazione cumulata mensile che ha superato i 450 millimetri in varie località. L’evento in corso dalla mezzanotte del 15 maggio al 17 maggio ha causato l’esondazione di 21 fiumi e allagamenti diffusi in 37 comuni, a partire dalla città di Cesena. Nell’arco di 48 ore si sono registrati picchi di 300 millimetri sui bacini del crinale e collina forlivese. Sulla stessa area, sulle colline e montagna ravennati e sul settore orientale del bolognese sono in media caduti tra i 150 e i 200 millimetri. Sulla pianura cesenate e forlivese fino a 150 millimetri. Complessivamente risultano attive almeno un migliaio di frane, di cui circa 300 più significative concentrate in 54 comuni. La terra è ferita. Oltre alle vittime e ai danni materiali, le alluvioni come quella che ha colpito l’Emilia-Romagna possono rappresentare anche un rischio per la salute. Le acque stagnanti, molto probabilmente contaminate dalla presenza di scarichi delle fognature, rifiuti e carcasse di animali, possono rappresentare infatti la causa di infezioni da batteri e dell’aumento di virus e zanzare. Nel pieno dell’emergenza, ovvero a partire da martedì MALTEMPO IN EMILIA-ROMAGNA, LA CONTA DEI DANNI E LO SPETTRO DEL RISCHIO SANITARIO di Alessandro Notarnicola ATTUALITÀ
  • 7. 07 16 maggio, quando il fiume Savio è esondato allagando intere zone urbane della città di Cesena, una delle criticità maggiormente ravvisate, e a cui la Regione Emilia-Romagna ha cercato di rispondere tempestivamente, ha riguardato la gestione del rischio sanitario, con particolare riferimento alle zone rimaste per giorni allagate. A questo proposito la Regione, dopo aver convocato il Comitato Tecnico Scientifico per la Salute della Comunità, che riunisce tutti i soggetti impegnati - sul fronte sanitario - nella gestione dell’emergenza alluvione, ha diramato alcune raccomandazioni utili da seguire per i volontari e gli operatori impegnati sul campo. È stata inoltre ribadita l’utilità di mettere a disposizione di cittadini, operatori e volontari una serie di indicazioni e di comportamenti da seguire soprattutto nel caso di operazioni di sgombero e pulizia, ed è stato quindi “validato” il vademecum predisposto dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna. Tra le principali indicazioni troviamo la necessità di proteggersi durante le operazioni di sgombero e pulizia, di non esporsi a situazioni a rischio e di non compiere azioni o manovre che possano compromettere la propria sicurezza o quella di altri volontari. Più tardi, nei giorni in cui l’acqua lentamente ha cominciato a ritirarsi dalle zone alluvionate, l’emergenza ha riguardato anche possibili conseguenze sanitarie dovute alle piramidi di rifiuti ammassati negli angoli delle città e dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali. È stato questo il caso di Conselice, il paese del Ravennate inondato da tre fiumi, dove per giorni interi diverse abitazioni sono rimaste sott’acqua. Un’ordinanza emessa il 26 maggio, dalla sindaca Paola Pula, ha obbligato i cittadini residenti in zone allagate ad abbandonare le proprie abitazioni, visto il
  • 8. 08 rischio igienico e sanitario dell’acqua stagnante, unito al caldo di quei giorni che ha avvantaggiato il proliferare delle zanzare. “Ci sono rischi nell’immediato, come infezioni direttamente veicolate dall’acqua contaminata, e altri che si preparano con l’arrivo del caldo, in particolare il possibile aumento delle popolazioni di zanzare vettori di virus”, ha spiegato all’Agenzia Ansa Francesco Broccolo, professore di Microbiologia clinica dell’Università del Salento e membro del comitato scientifico della Società italiana di medicina ambientale. Tuttavia, a causa delle intense precipitazioni che hanno caratterizzato tutto il mese di maggio, quest’anno, in via del tutto straordinaria ed eccezionale, la comparsa delle caval lettere è stata posticipata di circa un mese nei territori maggiormente colpiti. Con l’arrivo del caldo e di un clima decisamente più secco però questi insetti sono tornati a falcidiare interi campi di erba medica generando l’apprensione degli imprenditori agricoli. Adesso in Emilia-Romagna non resta che la conta dei danni destinata ad aumentare sempre di più se si sommano le ricognizioni al patrimonio pubblico, tra edifici pubblici ed infrastrutture stradali (questa danneggiate anche dai movimenti franosi tuttora in corso di assestamento) e la stima dei danni presentata dai privati, ovvero dai nuclei familiari rimasti senza un’abitazione e dalle imprese che hanno dovuto chiudere i battenti senza alcun preavviso. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino i morti sono 15, gli sfollati oltre 36 mila e i danni stimati al momento sono circa 8,8 miliardi.
  • 9. Scegli la tranquillità di una copertura sanitaria per la tua famiglia, oltre 8.000 strutture convenzionate in tutta Italia. Soluzioni di sanità integrativa per famiglie e aziende. L’unione di tutti, la sicurezza di ognuno www.mbamutua.org
  • 10. 10 C ompare solitamente in età avanzata e può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgonoanemiaeneutropenia,oppurein una forma proliferativa, con un numero elevato di globulibianchi.Inognicasoèsemprecaratterizzata da un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature. Si tratta della leucemia mielomonocitica cronica balzata all’onore delle cronache più recenti dopo che il circuito mediatico nazionale ha diffuso la notizia della malattia che ha affaticato Silvio Berlusconi portandolo più volte all’Ospedale “San Raffaele” di Milano e che il 12 giugno scorso ne ha determinato la morte all’età di 86 anni.Venerdì 9 giugno il leader di Forza Italia era stato nuovamente ricoverato al “San Raffaele”, dove era stato dimesso il 19 maggio scorso, dopo ben 45 giorni di ricovero. Berlusconi era stato ricoverato nel reparto ordinario “Solventi I Q” al primo piano, diretto dal cardiologo Giulio Melisurgo. I ricoveri però erano iniziati il 5 aprile quando l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri era stato ricoverato a seguito dell’insorgere di una serie di complicazione legate alla sua patologia, la leucemia mielomonocitica cronica. Berlusconi era stato prima in terapia intensiva e poi in degenza ordinaria. In quell’occasione, attraverso una nota, i medici Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri avevano fattosaperecheBerlusconieraricoveratointerapia intensiva per la cura di un’infezione polmonare. “L’evento infettivo – avevano comunicato – si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”. Non era nuovo a sfide di questo tipo il Cavaliere. Nel 1997 infatti aveva dovuto combattere contro il tumore alla prostata, esperienza difficile che spesso ricordava: “Ho avuto un cancro – ribadiva - e dopo aver superato LA LEUCEMIA MIELOMONOCITICA CRONICA, LA MALATTIA DIAGNOSTICATA A SILVIO BERLUSCONI di Alessandro Notarnicola ATTUALITÀ
  • 11. 11 questa prova, ho imparato a non avere paura di nulla”. Ma non era la sola. Con il progredire dell’età Berlusconi ha dovuto fare i conti con l’uveite, la cataratta, un problema al menisco, il Covid, e per finire la leucemia mielomonocitica cronica, provocata da un gruppo clonale di cellule fuori controllo, che si riproducono in maniera inadeguata senza giungere a completa maturazione. La Leucemia mielomonocitica cronica, le cui cause non sono ancora del tutto note, ma fra queste parrebbero esservi anomalie genetiche oppure la predisposizione familiare, è una patologia del sangue che colpisce circa 1 persona su 100.000, prevalentemente al di sopra dei 65 anni. Si tratta di un raro tumore del sangue caratterizzato da una proliferazione abnorme di monociti, una specifica tipologia di globuli bianchi. Questa forma di leucemia inoltre presenta con le caratteristiche combinate di 2 categorie di neoplasie croniche del sangue, con prevalenza dei tratti dell’una o dell’altra a seconda dei casi: Sindrome Mielodisplastica, in cui un malfunzionamento all’interno del processo di formazione, maturazione e vita delle cellule del midollo osseo (deputato principalmente alla produzione di globuli rossi, bianchi e piastrine) fa sì che questo non riesca più a generare un numero sufficiente di cellule sane e funzionali nel flusso sanguigno; Sindrome Mieloproliferativa, in cui si verifica una produzione eccessiva di una delle tipologie di cellule che il midollo osseo produce, determinando una proliferazione incontrollata di globuli rossi, bianchi o piastrine che può causare, tra le altre cose, anche trombosi. In relazione alla sintomatologia, anche in questo caso, come avviene per molte altre patologie, varia di caso in caso, a seconda della prevalenza della componente mielodisplastica o di quella mieloproliferativa. Fra i sintomi più diffusi troviamo: trombosi; emorragie; formazione di ematomi; raccolta e formazione di liquidi in eccesso nelle cavità sierose; ingrossamento della milza che può rompersi o determinare anche infarti dell’organo (infarti splenici); noduli sottocutanei; infezioni di vario tipo, anche polmonari; deperimento fisico generale. Diversamente dalla leucemia linfoblastica acuta del bambino, che guarisce nel 90% dei casi, o da altre forme leucemiche tipiche dell’adulto, non esistono terapie in grado di guarire in via definitiva la leucemia mielomonocitica cronica. Esistono tuttavia protocolli chemioterapici per governarne la progressione e, nei pazienti più giovani o in quelli in grado di tollerarne le conseguenze, è possibileeseguireuntrattamentopreparatorio per tentare un trapianto allogenico di cellule staminali. Tuttavia, nei pazienti in età più avanzata rimane fondamentale dare massima attenzione a ridurre le potenziali complicanze di tipo infettivo, che potrebbero avere pesanti conseguenze su un organismo già affaticato. Tema su cui, nei primi giorni del ricovero dell’imprenditoremilanese,sieraconcentrato lo stesso Claudio Cerchione, Dirigente medico ricercatore, Irccs Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ e Presidenti di SOHO - Italy (Society of Hematologic Oncology Italy): “Nella fase cronica i trattamenti danno buone speranza di stabilizzazione e si può evitare un peggioramento. La malattia può essere mantenuta sottocontrollo anche per lungo tempo e con una buona qualità di vita”. Silvio Berlusconi
  • 12. 12 L a sclerosi multipla (SM) è una malattia infiammatoria autoimmune cronica demielinizzante del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i giovani adulti nell’età compresa fra i 20 e i 40 anni. Le persone con SM stimate nel mondo sono circa 2.8 milioni di cui 137.000 in Italia. Informare sulla malattia, andando anche oltre lo stereotipo legato alla disabilità motoria per informare sulle diverse sfaccettature della patologia e sui sintomi invisibili, come la fatica cronica, che condizionano la vita quotidiana. È stato questo l’obiettivo della settimana nazionale della sclerosi multipla che si è aperta in occasione della Giornata Mondiale che ogni anno si celebra il 30 maggio. Secondo un’indagine Doxa per Aism condotta nei primi mesi del 2023 su un campione rappresentativo della popolazione italiana di oltre duemila persone, è emerso che gli italiani hanno una conoscenza superficiale della sclerosi multipla e non ne conoscono l’impatto sulla vita delle persone. I risultati dell’indagine hanno evidenziato che sebbene la quasi totalità dell’opinione pubblica (98%) conosca la patologia, almeno per sentito dire, e oltre l’80% sappia che si tratta di una malattia neurologica, il livello di informazione è disomogeneo rispetto alla sintomatologia. Alla popolazione risultano molto noti i sintomi visibili, come la difficoltà nei movimenti (93%), la mancanza di coordinazione (90%) e la perdita delle SCLEROSI MULTIPLA, L’IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE SUI SINTOMI INVISIBILI DELLA PATOLOGIA L’intervista a Francesco Vacca, presidente Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) di Alessia Elem SALUTE
  • 13. 13 forze (89%), mentre sono sconosciuti a più i sintomi invisibili, quali la perdita di memoria (24%), la depressione (34%), i disturbi visivi (36%) e la difficolta a concentrarsi (37%). Health Online ha fatto il punto con Francesco Vacca, presidente Aism, Associazione Italiana Sclerosi Multipla. PresidenteVacca,cosanepensadell’indagine Doxa, si aspettava questi risultati? La Doxa è un'indagine che facciamo ogni tre anni per comprendere quanto le persone conoscano la sclerosi multipla (SM). Ciò ci aiuta a capire su quali aspetti focalizzare maggiormente l'informazione sulla malattia. La SM è conosciuta, ma persiste una conoscenza superficiale sulla malattia stessa e mancano conoscenze riguardo ai sintomi invisibili che influenzano significativamente la vita di una persona. La sclerosi multipla è una malattia che si conosce, ma non si vede. Gli stereotipi secondo cui SM significa solo disabilità motoria rimangono diffusi. È importante sottolineare che la sclerosi multipla non è necessariamente correlata all'uso di una sedia a rotelle. Grazie ai progressi della ricerca scientifica, oggi solo 3 persone su 10 finiscono su una sedia a rotelle dopo circa 25 anni, mentre negli anni '70 erano 7 su 10 dopo pochi anni dall'insorgenza della malattia. Perché i sintomi invisibili sono sconosciuti? Cosa fare per sensibilizzare di più la popolazione? Sono sconosciuti perché non si vedono e un giovane con SM, per paura di essere discriminato, spesso non ne parla, specialmente nel mondo del lavoro. Le persone con SM tendono a non parlare della propria malattia. Ancora oggi, la disabilità fa paura. Per questo motivo, concentriamo molto i nostri sforzi informativi sulla conoscenza dei sintomi nascosti della SM. L’evento Portraits di quest'anno, che mette in mostra i sintomi invisibili grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale e la campagna di sensibilizzazione "L'apparenza inganna" dello scorso anno, sono solo alcune delle iniziative che promuoviamo e continueremo a realizzare per sensibilizzare l'opinione pubblica affinché accetti le persone con SM con le loro fragilità, perché sono persone e non semplicemente malati. La SM è una malattia cronica che insorge in giovane età e condiziona tutta la vita. Dall’indagine Doxa per AISM è risultato che “il 60% degli intervistati crede che le persone con sclerosi multipla sviluppino inevitabilmente delle gravi disabilità e che la malattia non possa essere curata con dei farmaci”, qual è il suo commento? È evidente la necessità di informare meglio poiché persistono molti stereotipi e mancanza di conoscenza riguardo alla SM. È importante sottolineare che la sclerosi multipla presenta oltre 30 sintomi associati, alcuni dei quali sono invisibili. Questi sintomi variano da persona a persona e possono includere la fatica cronica, i disturbi visivi come la neurite ottica e la diplopia, i disturbi delle sensibilità, i disturbi urinari e sfinterici, i disturbi cognitivi e molti altri. Questi sintomi impattano significativamente sulla vita quotidiana, familiare, lavorativa e nelle relazioni sociali delle persone con SM. Francesco Vacca
  • 14. 14 È fondamentale comprendere che negli ultimi 25 anni sono stati compiuti progressi significativi nella lotta contro la sclerosi multipla grazie alla ricerca scientifica. Sono state sviluppate numerose terapie che migliorano la qualità di vita delle persone e rallentano la progressione della disabilità. Tuttavia, la cura definitiva per la SM non è ancora stata trovata. È importante continuare a investire nella ricerca scientifica e sensibilizzare l'opinione pubblica affinché si comprenda meglio la complessità della sclerosi multipla, i suoi sintomi e le terapie disponibili. In questo modo, sarà possibile contrastare gli stereotipi e garantire un sostegno adeguato alle persone colpite da questa malattia cronica, imprevedibile e progressivamente invalidante. Presidente Vacca, ancora non è nota la causa della malattia e non è disponibile la cura definitiva. Cosa si sta facendo per arrivare a questo importante traguardo? Grazie alla ricerca la SM non è più una malattia incurabile, perché oggi esistono terapie che ne rallentano la progressione per la maggioranza delle persone Oggi possiamo parlare di medicina personalizzata. Abbiamo 20 farmaci a disposizione dei pazienti che permettono ad ogni persona di progettare la propria vita e di fare scelte importanti come pianificare una carriera professionale e la formazione di una famiglia. Le associazioni internazionali, guidate da quella statunitense, dalla federazione internazionale e da AISM, hanno sviluppato l’Agenda Globale di ricerca per la SM, perché rimane ancora moltissimo da fare e andrà fatto con il coinvolgimento fondamentale delle persone: per le forme progressive più aggressive, per riparare il
  • 15. 15 danno accumulato, per mitigare i sintomi, per trovare una cura definitiva. I progressi della ricerca sono stati e continuano ad essere resi possibili dal significativo contributo dei ricercatori italiani, che si collocano negli ultimi decenni al secondo posto dopo gli Stati Uniti per quantità e qualità della ricerca, ed alla nostra Fondazione che anche in questo anno sta finanziando progetti in corso per oltre 22 milioni di euro con il coinvolgimento di 153 gruppi di ricerca italiani. La ricerca continua a rappresentare un pilastro fondamentale nella lotta contro la sclerosi multipla, con l'obiettivo di migliorare la vita delle persone colpite dalla malattia e di trovare una cura definitiva. Se da una parte si è fatto molto dal punto di vista della ricerca, dal punto di vista socioassistenziale c'è ancora molto da fare. È così? C’è tantissimo da fare anche se in 55 anni della nostra storia molte battaglie le abbiamo portate avanti e con successo. Basta pensare, ad esempio, che fino a tre anni fa non era previsto il part time per le persone con SM ed oggi i giovani si possono affacciare al mondo del lavoro con più serenità. La SM è una malattiadaglialtricostisocialiedèconsiderata una emergenza sociosanitaria. Gli ultimi dati del Barometro presentato in occasione della Giornata Mondiale del 30 maggio mostrano che i costi socio-assistenziali della malattia sono spesso a carico delle famiglie. Le spese annue medie per prestazioni diagnostiche, assistenza domiciliare, farmaci sintomatici, riabilitazione e supporto psicologico si aggirano intorno ai 5.000 euro, ma possono
  • 16. 16 arrivare fino a 25.000 euro per le famiglie più colpite. Inoltre, il 40% delle persone con disabilità grave segnala carenze nel percorso di presa in carico specialistica, mentre il 42% delle persone, anche con disabilità lieve, non ha accesso alla riabilitazione. L'occupazione rappresenta un'altra sfida, con oltre il 50% delle persone che non lavorano indicando di essere state escluse dal mondo del lavoro a causa della sclerosi multipla o della mancanza di adattamenti. Il 18% non ha comunicato la propria diagnosi in azienda per timore di pregiudizi o effetti negativi sull'occupazione. Cosa sta facendo AISM per affrontare l’emergenza socio-assistenziale? Stiamo lavorando molto anche su questo aspetto. Abbiamo concluso il primo triennio dell’Agenda della SM e patologie correlate e abbiamo lanciato il nuovo triennio 2022 – 2025 con una mappa di priorità. Le priorità sono i 30 punti elencati nella mozione #1000azionioltrelaSM 2023, 30 cantieri di lavoro all’insegna della co-responsabilità: dalla richiesta di prevedere centri clinici della sclerosi multipla nei piani di riorganizzazione delle reti ospedaliere nazionali, a quella di inserire la sclerosi multipla tra le patologie a cui il Piano Nazionale Cronicità dedica specifica attenzione. Dal garantire lo smaltimento delle liste d’attesa per le persone con sclerosi multipla, all’impegno per promuovere e sostenere l’utilizzo della Telemedicina nella sclerosi multipla. Richieste in attesa di risposte. In occasione della settimana nazionale, il 30 maggio si è celebrata la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla. Quali sono state le vostre iniziative? Tantissime iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica a partire dai monumenti accesi di rosso, il colore associativo, in circa 200 città italiane. Qui la gallery. Siamo partiti con l’esposizione di Portraits a Roma e a Milano che ha messo in mostra i sintomi della SM grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale. La mostra sarà esposta anche a Testaccio Estate a Roma fino alla fine di luglio. L’evento istituzionale in Senato per presentare i dati del Barometro della SM che fotografa la realtà della sclerosi multipla in Italia in cui abbiamo anche lanciato la sottoscrizione della carta dei diritti delle persone con SM. Invito ognuno di voi ad andare sul sito di AISM agenda.aism.it e firmare la carta dei diritti. Abbiamo l’obiettivo di raggiugere tante firme una per ogni persona con SM. Si è tenuto il congresso scientifico della FISM per fare il punto sulla ricerca ma anche una occasione per parlare della co- responsabilità di tutti gli attori coinvolti nel sistema ricerca per costruire e condividere “percorsi” per arrivare a cure risolutive per la SM e le altre patologie correlate. Per questo il congresso ha trattato, tra i primi, il tema della “Scienza della Condivisione” dando risalto all’importanza del ruolo che giocano le persone colpite dalla malattia e i cittadini nella ricerca attraverso anche l’importante testimonianza della giornalista Francesca Mannocchi, persona con SM. A conclusione, quanto è importante l’informazione a 360 gradi sulla malattia e la celebrazione delle ricorrenze? È molto importante perché oltre ai dati Doxa altre indagini ci indicano che hanno conoscenze insufficienti anche gli operatori sanitari non specialistici. È fondamentale fornire informazioni corrette e tempestive alle persone con SM e alle loro famiglie per aiutarle a navigare nel sistema dei servizi sanitari. Inoltre, AISM svolge un ruolo essenziale nella fornitura di informazioni attraverso il suo sito web www.aism.it e nelle ricorrenze come la Giornata Mondiale e Settimana Nazionale di informazione, ogni anno a maggio, puntiamo con più forza i riflettori sulla sclerosi multipla mettendo in evidenza le nostre tre anime: persone, ricerca e diritti.
  • 17. 17
  • 18. 18 I l tumore del rene è causato dalla crescita incontrollata di cellule che provocano la formazione di una massa nel tessuto parenchimale. Questo tessuto, costituito dai nefroni (le unità funzionali del rene) e da un sistema di condotti, è deputato a svolgere la cosiddetta funzione renale, ovvero l'eliminazione delle sostanze dannose dal sangue attraverso la formazione e l’escrezione dell’urina. Nell'uomo i reni sono due, hanno una forma simile a un fagiolo e sono posizionati ai lati della colonna vertebrale: il rene destro si trova sotto il fegato, il sinistro dietro la milza. (Fonte Istituto Superiore di Sanità). In cinque anni, in Italia, le persone vive dopo la diagnosi di tumore del rene sono aumentate del 15%. Erano circa 125mila nel 2018, per diventare 144.400 nel 2022. Oltre il 50% dei pazienti diagnosticati in fase precoce guarisce. Nel 30% dei casi la malattia è individuata in fase avanzata o metastatica e in un altro 25-30% si ripresenta dopo l'intervento chirurgico eseguito con intento curativo. Un tempo le opzioni terapeutiche erano scarse, anche perché in questa neoplasia la chemioterapia è da sempre poco TUMORE AL RENE: I PROGRESSI DELLA RICERCA In 5 anni +15% pazienti vivi dopo la diagnosi. A colloquio con Tonia Cinquegrana, presidente dell'Associazione Nazionale Tumore del Rene (A.N.TU.RE) di Alessia Elem SALUTE
  • 19. 19 efficace e il suo utilizzo è scarso. Oggi vi sono numerosi strumenti efficaci da inserire in una strategia di cura che vede chirurgia, terapie mirate e immunoterapia, migliorando in maniera significativa la capacità di controllo della neoplasia metastatica. I pazienti con diagnosi di malattia in stadio avanzato possono vivere a lungo; infatti, quasi il 50% oggi è vivo a 5 anni e, in alcuni casi, si comincia a parlare di guarigione. In occasione dell’ultimo Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco) che si è svolto a Chicago, l'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e l'Associazione Nazionale Tumore del Rene (Anture) hanno lanciato la campagna nazionale di sensibilizzazione, realizzata con il supporto incondizionato di Ipsen, per far conoscere i passi avanti della ricerca. Per saperne di più abbiamo intervistato Tonia Cinquegrana, presidente dell’Associazione Nazionale Tumore del Rene (A.N.TU.RE). Come nasce e qual è l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione lanciata in occasione dell’ultimo Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco)? Nasce con lo scopo di dare notizie aggiornate e “fresche” agli ammalati ed ai loro familiari, rassicurandoli sui progressi scientifici in riferimento a questa neoplasia e, allo stesso tempo, continuare a tenere accesi i riflettori su di essa mantenendo alta l’attenzione degli Addetti ai Lavori. Vogliamo battere il ferro finché è caldo. Per gli enormi passi avanti fatti dalla Ricerca con l’introduzione di terapie mirate ed innovative, il cancro del rene, rispetto a 15 anni fa, non è più una sentenza inappellabile: l’incremento delle percentuali di sopravvivenza a 5 anni ed oltre, anche nella fase metastatica della malattia è ampiamente dimostrato, e ci fa ben sperare per il futuro. Recentemente si è anche tenuto un webinar dal titolo “Tumore del rene: neoplasia fra prevenzione, diagnosi precoce e nuove terapie”. In generale, cosa è merso da questo incontro? Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito di AIOM a partecipare a questo webinar, per fare un po’ il punto della situazione sul tumore renale, portando come valore aggiunto il punto di vista dei pazienti. Ci siamo resi conto di questa vera e propria “rivoluzione” relativa al carcinoma renale: fino a pochi anni fa, i risultati, quando presenti, erano molto modesti e certamente non si potevano usare parole come “cronicizzazione” e “possibilità di guarigione”. Oggi grazie ai nuovi trattamenti disponibili, uniti ad una conoscenza biologica della malattia sempre più profonda, riusciamo ad ottimizzare l’uso delle combinazioni anche dei singoli farmaci che abbiamo a disposizione, soprattutto in prima linea. Traguardi importanti, ma saremmo disonesti a voler far credere che siano tutte “rose e fiori”. C’è ancora una piccola percentuale di pazienti che è costretta ad affrontare una recidiva mesi dopo l’intervento o che non risponde al tipo di terapia che si è deciso di intraprendere. Bisogna, poi, anche parlare un po’ di più di come affrontare gli effetti collaterali di queste terapie, effetti che spesso impattano pesantemente nella quotidianità degli ammalati. Vecchie e nuove terapie. L'incremento della sopravvivenza e del numero di pazienti vivi dopo la diagnosi è dovuto all'introduzione delle terapie mirate innovative. Quali sono gli ultimi progressi della ricerca e le opzioni di trattamento? Il trattamento di elezione contro il cancro del rene è rappresentato dalla chirurgia, soprattutto in considerazione degli enormi progressi consentiti dalla robotica negli ultimi anni. A rivoluzionare la pratica clinica è stata l’introduzione delle terapie a bersaglio molecolare, prima, (sunitinib, sorafenib, pazopanib,everolimus,axitinib,cabozantinib, tivozanib) e dell’immunoterapia, poi, (nivolumab, pembrolizumab) per proseguire recentemente con le combinazioni miste
  • 20. 20 di farmaci (axitinib + pembrolizumab; nivolumab + ipilimumab; nivolumab + cabozantib). I notevoli risultati in termini di efficacia di queste terapie sono però accompagnati, come accennavamo prima, da diversi effetti collaterali. Per quanto concerneleterapietargetipazientisegnalano spesso: debolezza, stanchezza, nausea, vomito, diarrea, perdita appetito, anemia e alterazioni cutanee, innalzamento della pressione. Un capitolo a parte lo hanno gli effetti collaterali relativi all’immunoterapia dovuti a un eccesso di stimolazione del sistema immunitario: infiammazioni di articolazioni e muscoli, epatiti, alterazioni funzionalità tiroidea, infiammazioni dell’intestino, polmoniti non batteriche, prurito ed eritema. Ovviamente, teniamo a precisare che i sintomi non si presentano tutti insieme e che comunque la reazione ai farmaci è soggettiva e dipende dallo stato generale di salute del paziente. Potenziare il dialogo tra specialista e paziente può favorire anche una migliore gestione di queste controindicazioni. Ai trattamenti per aggredire il tumore del rene, possiamo sicuramente aggiungere altre opzioni, date, ad esempio, dalla radioterapia, non solo come trattamento palliativo, ma sempre più spesso come trattamento mirato di alcune sedi di metastasi (ad esempio radioterapia stereotassica). Meritano una menzione anche le tecniche di embolizzazione, termoablazione e crioablazione. Abbiamo ancoratantesfidedaaffrontareperaumentare le chance dei pazienti a cominciare dal numero di diagnosi precoci che deve essere incrementato. Vi è poi un problema di qualità di vita, durante e dopo le cure, che deve essere sempre garantita. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che i risultati migliori si ottengono quando i pazienti e i medici prendono insieme le decisioni terapeutiche. Un altro aspetto su cui lavorare è la maggiore promozione di nuovi trial clinici. Gli studi clinici sono fondamentali per aumentare le nostre conoscenze sul cancro e al tempo stesso possono fornire ai malati l’accesso ai trattamenti innovativi. Per questo duplice obiettivo la ricerca è fondamentale e deve essere sempre promossa. Il carcinoma renale non può essere più sottovalutato. Come per altre neoplasie non è possibile avviare campagne di screening su fasce, più o meno ampie, della popolazione. Resta perciò un’altra preziosa arma nelle nostre mani che è la prevenzione primaria e quindi promuovere gli stili di vita sani.
  • 21. 21 ANTURE è l’Associazione Nazionale Tumore del Rene Onlus nata dall’unione di pazienti affetti da questa patologia. ANTURE si pone come finalità la tutela della qualità di vita del malato e della sua famiglia, chiamata ad affrontare momenti difficili con pesanti ripercussioni nella sfera lavorativa, sociale e familiare. Presidente Cinquegrana, come nasce l’Associazione? A.N.TU.RE (Associazione Nazionale Tumore del Rene) onlus nasce nel Maggio 2020, pochi mesi prima dello scoppio della pandemia del Covid 19, ma la cosa non ci ha affatto scoraggiati. Nasce dall’unione di pazienti e familiari di pazienti affetti da questa patologia, che già si frequentavano in un gruppo presente in un forum sin dal 2005, tutti alla ricerca, all’epoca, di informazioni su una “nuovissima terapia”: il Sunitinib! Lo scopo era anche quello di confrontarsi con altri ammalati per cercare di capire le differenze di approccio terapeutico-la scelta, a quei tempi, era limitata a 2 sole terapie innovative-dei vari oncologi di tutte le regioni italiane. ANTURE è da sempre in prima linea nel fornire ai pazienti e ai loro famigliari e caregiver informazioni corrette ed affidabili. Quanto è importante conoscere ed informarsi sugli aspetti della neoplasia e sui progressi della ricerca? È importantissimo! Avere accesso ad informazioni credibili ed affidabili sulla propria patologia è fondamentale per prendere decisioni riguardo alle proprie condizioni di salute. Essere informati adeguatamente permette una partecipazione attiva e condivisa con il proprio oncologo per la riuscita della terapia adottata e per fare domande pertinenti su eventuali opzioni future all’orizzonte. In ultimo, cosa non da poco, aiuta a non cadere nelle mani di chi, approfittando della disinformazione, vuole “vendere pozioni magiche”. Quali sono le vostre attività? Come associazione dei pazienti, svolgiamo le nostre attività su più fronti. Ci occupiamo di fare educazione sanitaria, favorendo la promozione dei comportamenti utili alla prevenzione della salute; offriamo sostegno, sia morale che pratico, agli ammalati indigenti e alle loro famiglie, fornendo loro un indirizzamento per le cure attraverso un consulto gratuito con i medici del nostro team, oltre alla possibilità di acquisire strumenti critici, utili a prendere le migliori decisioni terapeutiche tra quelle disponibili per la nostra patologia. Ad oggi collaboriamo sempre di più con le strutture sanitarie, partecipando alla stesura dei PDTA (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali), fornendo maggiori input su come sostenere il malato. A tutto questo, si accompagna un’attività di difesa dei diritti dei pazienti oncologici presso le Istituzioni preposte, rivendicando un ruolo nelle decisioni di politica sanitaria. Ma c’è ancora molto da fare affinché le Associazioni di pazienti possano avere un ruolo sempre più attivo, proficuo e consapevole nel Sistema salute. Ci stiamo lavorando, facendo rete con altre Associazioni di pazienti oncologici. Perché insieme, su obiettivi comuni, si è più forti. Una corretta informazione mira ad ottimizzare il rapporto medico-paziente. È così? Certamente, e per i motivi che abbiamo più volte sottolineato. Un paziente informato pone, in un certo senso, una condizione di “reciprocità”: anche il medico deve poter contare sul fatto che il paziente sia motivato a risolvere il suo problema clinico. Una recente intervista al Corriere della Sera della scrittrice Michela Murgia, malata di tumore al rene al quarto stadio, ha acceso i riflettori sui problemi legati all’importanza della corretta informazione e aspetti legati al controllo la malattia avanzata a lungo termine. Qual è il suo commento?
  • 22. 22 La frase “dal 4° stadio non si torna indietro” - nell’intervista fatta da un giornalista professionista del noto quotidiano - buttata lì, lapidaria, senza un doveroso ulteriore approfondimento nell’articolo stesso, è un chiaro esempio di comunicazione non appropriata e fondamentalmente scorretta. Ad oggi, anche un malato al 4° stadio può riuscire a cronicizzare la malattia ed avere una buona aspettativa di vita. Certo, purtroppo non tutti. Qualcuno con tumore più aggressivo non riesce a superarla. Ma le percentuali di chi riesce a controllare la malattia a lungo termine sono in forte crescita e noi vogliamo essere ottimisti! Come Associazione, ci siamo sentiti in dovere di fare un comunicato stampa per non veder vanificato tutto il nostro lavoro informativo - supportato da dati scientifici attuali e concreti - volti ad inquadrare correttamente la malattia e che smentiscono l’affermazione riportata nell’intervista. Sono argomenti delicatissimi e la cattiva informazione può avere un effetto devastante sul già precario equilibrio psicofisico di chi è colpito da questa malattia. La ricerca va avanti e noi vogliamo fare i nostri migliori auguri alla Sig.ra Murgia e invitare tutti gli ammalati a non abbandonare la speranza. A conclusione, un suo messaggio… Voglio concludere, citando una massima di un grande scienziato come Albert Einstein: “il tempo è relativo: il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”. Quindi, diamo valore al tempo che ci è concesso, sostenendo, ad esempio, il lavoro dei ricercatori, sostenendo le associazioni dei pazienti nei loro progetti, o regalando un po’ del vostro tempo come volontari… anche una sola ora a settimana trascorsa negli ospedali è preziosa! Il tempo speso per fare del bene, fa stare bene! Vi aspettiamo. Trovate i nostri contatti su www.anture.it
  • 23. Fino al CUORE della SALUTE Un Gruppo unito per sostenere e diffondere la Cultura della Salute e della Prevenzione dalla Ricerca Scientifica alle Soluzioni Personalizzate Health Italia S.p.A. · c/o Palasalute · Via di Santa Cornelia, 9 · 00060 Formello (RM)· info@healthitalia.it www.healthitalia.it
  • 24. 24 P reoccupa la continua diminuzione del numero di medici di medicina generale. Secondo il Rapporto civico sulla Salute 2023, presentato al Ministero della Salute da Cittadinanzattiva, emerge che i medici di medicina generale sono passati dai 42.428 del 2019 ai 40.250 del 2021, con una diminuzione di 2.178 e la maggior parte di loro ha oltre 25 anni di anzianità di servizio. La conseguenza, si legge nel report basato su dati Agenas e della Ragioneria dello Stato, “è l'aumento del rapporto tra queste fondamentali figure professionali ed il numero degli assistiti”: ogni medico di famiglia assisteva in media 1.224 cittadini nel 2019, ma sono diventati 1.237 nel 2021. Qual è stata la causa di questa tendenza? Quale sarà lo scenario per il futuro? Per saperne di più, ne parliamo con Silvestro Scotti, segretario Nazionale Federazione Italiana Medici di Famiglia - Fimmg. La Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – FIMMG – è l’organizzazione sindacale e l’associazione professionale nazionale dei Medici di medicina generale di assistenza primaria. Dott. Scotti, nel 2025 in Italia mancheranno 3.632 medici di medicina generale. Cosa ne pensa della fotografia scattata da Agenas? I dati forniti da Agenas sono purtroppo realistici, anzi, fin ottimistici perché partono da due presupposti: che i medici più anziani vadano in pensione tutti a 70 anni e che ogni borsa di studio per formare i medici di famiglia si trasformi effettivamente in un nuovo ingresso nella professione. In realtà l’età media di pensionamento ALLARME MEDICI DI MEDICINA GENERALE: QUALE SARÀ LO SCENARIO PER IL FUTURO? Ne parliamo con Silvestro Scotti, segretario Nazionale FIMMG di Nicoletta Mele IN EVIDENZA
  • 25. 25 è più bassa di alcuni anni e non tutte le borse di studio vengono oggi utilizzate, non tutti i borsisti completano la formazione e non tutti i formati accedono poi alla professione. Quindi i medici mancano già oggi e ne mancheranno ancora di più, la situazione nei prossimi 4-5 anni sarà drammatica soprattutto nelle aree a maggiore dispersione di popolazione. Ci sarà un divario tra Nord e Sud del Paese? Il divario riguarda le tempistiche in cui la carenza sarà più grave, in alcune regioni come il Veneto e la Lombardia la situazione è già drammatica, in Piemonte e nelle altre regioni de Nord iniziano a segnalarsi le prime criticità, ogni anno che passa la crisi riguarderà anche le regioni del centro e infine quelle del Sud, dove al momento c’è ancora una piccola riserva di medici in attesa da cui attingere. La condizione in cui verte oggi la medicina del territorio era prevedibile? Era prevista da almeno 20 anni, non è difficile calcolare l’anno in cui i medici andranno in pensione e il picco era atteso per il 2022. Non c’è stato di pari passo un picco di borse di studio per i nuovi ingressi e adesso siamo in ritardo perché anche intervenendo si devono attendere i tempi necessari a completate la formazione. Rispetto alla media europea come si colloca il nostro sistema? Il problema della carenza di medici è un problema per la maggior parte dei paesi europei, ma riguarda soprattutto gli specialisti degli ospedali pubblici. In Italia invece il problema si sta manifestando in maniera drammatica per i medici di famiglia, nonostante il rapporto tra il numero di tutti i medici e la popolazione sia più alto della media degli altri paesi: significa che si è investito molto sugli ospedali e non si è programmata sufficientemente l’assistenza territoriale, creando un ampio divario di risorse umane. A suo giudizio, qual è stata la causa? In Italia il SSN è notoriamente ospedale centrico e gli investimenti sono palesemente sproporzionati, per motivi che con la salute delle persone non c’entrano nulla. Inoltre, siamo in un Paese che non programma quasi mai a lungo termine, mai oltre il termine di un mandato elettivo. Tuttavia, non aver saputo leggere gli eclatanti dati previsionali noti da anni è talmente incredibile che non posso escludere che qualcuno non abbia progettato scientemente un ridimensionamento della medicina generale. Qual sarà lo scenario per il futuro? Quali saranno le conseguenze per i pazienti? In assenza di contromisure le aree più periferiche del Paese, nelle quali vive quasi la metà della popolazione, potranno soffrire di una reale carenza assistenziale, di tempi di attesa lunghissimi per accedere a medici “tampone” probabilmente non formati per la medicina generale o formati fuori Europa, oppure saranno invitati a consultare un infermiere o un sistema di intelligenza artificiale che stabiliscano chi ha urgenza e chi no. In questo contesto il rapporto di cura nel tempo, la gestione delle cronicità e i progetti di prevenzione di fatto per queste persone si interromperanno per anni. Silvestro Scotti
  • 26. 26 Quali sono le misure da mettere in atto per risolvere la carenza di organico? Per risolvere la carenza di organico occorre oggi fare in modo che tutta l’offerta formativa disponibile venga sfruttata, che i medici acquisiscano tutti almeno 1000 pazienti già durante la formazione e che nessuno lasci questo mestiere in anticipo. Per far questo occorre aumentare l’attrattività della professione investendo in risorse che consentano prima di tutto a tutti i medici di lavorare in contesti di team e con il supporto di personale di studio che li sgravi da attività amministrative e infermieristiche. Inoltre, il maggior investimento in borse di studio previsto dal PNRR dovrà persistere anche oltre i 3 anni che il finanziamento europeo oggi garantisce. Quali sono le proposte di Fimmg? Oltre a quanto già indicato proponiamo di aumentare l’attrattività della formazione attraverso una riforma del corso, inserendolo nel mondo accademico fin dalla formazione pre-laurea; inoltre aumentare la soddisfazione lavorativa consentendo ai medici e al loro staff di effettuare diagnostica di primo livello negli studi. Nel frattempo sono in atto alcune misure tampone come la possibilità di pensionamento a 72 anni, per chi vuole; vanno infine sviluppati ed estesi progetti di staffetta generazionale come quello previsto in collaborazione con l’ENPAM ovvero l’APP, che consente al medico giovane di affiancare il medico pensionando in ottica formativa da un lato e di supporto reciproco dall’altro.
  • 27. 27 ISCRIVERSI ALLA MUTUA È SEMPLICE Basta versare la quota associativa annua di € 25 e l’importo del Piano Sanitario scelto tra i 5 disponibili, sottoscrivibili in formula Single oppure in formula Nucleo: • Opera Smart, Opera Plus e Opera Premium sottoscrivibili fino all’età di 67 anni • Opera Senior Plus e Opera Senior Premium sottoscrivibili dall’età di 68 anni Nel rispetto dei principi mutualistici, i piani sanitari di Mutua Nazionale: Mutua Nazionale sostiene Banca delle Visite Onlus. Con la sottoscrizione di ogni sussidio il Socio contribuisce a donare una prestazione medica ad un’altra persona in difficoltà, come nella nota tradizione napoletana del “caffè sospeso”. Grazie alla convenzione stipulata con il Ministero dell’Economia e delle Finanze - NOIPA, il personale della Pubblica Amministrazione può versare il contrinuto mensilmente con modalità trattenuta in busta paga. Mutua Nazionale è una Società di Mutuo Soccorso dedicata al personale della Pubblica Amministrazione civile e militare in servizio ed in quiescenza, che opera senza fini di lucro a favore dei propri Soci e dei loro familiari conviventi, al fine di far partecipare gli stessi ai benefici della mutualità nel settore sanitario e socio assistenziale. Crede in un sistema sanitario mutualistico che possa coinvolgere le persone ad affrontare cure, diagnosi, riabilitazione, interventi ed assistenza con la certezza di non esser mai abbandonati. Mutua Nazionale infatti non recede dal sodalizio e questo permette una garanzia assoluta. Con questi piani sanitari Mutua Nazionale ha voluto raggiungere un triplice scopo: • Erogare prestazioni sanitarie e sostenere il socio in tutti i momenti di difficoltà • Mantenere un contributo “sociale” alla portata di tutti • Rispettare la compliance ministeriale. Mutua Nazionale è regolarmente iscritta all’Anagrafe dei Fondi Sanitari del Ministero della Salute ✓ Sono accessibili a tutti (principio della porta aperta) ✓ Garantiscono l’Assistenza Mutualistica per tutta la vita del socio ✓ Garantiscono esclusivamente al socio la facoltà di disdetta ✓ Danno diritto ad una agevolazione fiscale del 19% fino ad un massimo di € 1.300 (cfr. Art. 83 comma 5, lg. 117/2017) ACCREDITATA: PARTNER: Mutua Nazionale collabora con Health Point SpA, azienda leader nel settore dei servizi di telemedicina. Tra le prestazioni che offre, la televisita consente la cura e la tutela della salute dell’associato in modo semplice anche a distanza. info@mutuanazionale.org www.mutuanazionale.org Scansiona il QR CODE per scoprire i sussidi
  • 28. 28 SOCIALE U n sogno che diventa realtà ma anche un servizio in più che guarda alle fasce maggiormente svantaggiate della popolazione. Prende avvio nel cuore dell’Emilia- Romagna, a Bologna, il progetto “Ambulatorio Odontoiatrico Solidale” (https://www.ambulato rioodontoiatricosolidale.it/) curato sin da subito dalla dottoressa Gabriela Piana, responsabile del Servizio di assistenza odontoiatrica per disabili in età evolutiva e di Odontoiatria infantile della Clinica odontoiatrica del DIBINEM, Università di Bologna, dove è stata Direttore sanitario dal 2014 al 2019, e condiviso con numerosi colleghi dalla Clinica Odontoiatrica del DIBINEM UNIBO. Un presidio territoriale odontoiatrico creato per accogliere i pazienti in un clima di accudimento e serenità, dove erogare terapie odontoiatriche e riabilitazioni protesiche, ma non solo. “L’idea – spiega la fondatrice – è creare una sorta di ‘centroculturale’,dovesipossanocurarelepersone, ma anche formarle a una corretta attenzione non solo alla salute orale ma anche alla salute generale, fornendo loro informazioni su una corretta igiene orale domiciliare, su un’alimentazione e su stili di vita sani. E, ancora, dove si possano trattare altre tematiche mediche, con il contributo di specialisti, rivolgendosi in particolare alle donna, anche in gravidanza, e ai bambini”. Un tema più attuale che mai se si considera che nel corso degli ultimi anni, con l’impennarsi dei costi della vita, l’odontoiatria è diventato uno dei settori che registra il maggior tasso di rinuncia alle cure per motivazioni di natura economica. Un quadro che potrebbe ulteriormente aggravarsi se si considerano le previsioni sul futuro demografico del nostro Paese. Dottoressa Piana, chi è il dentista sociale? Un professionista che assicura un servizio A BOLOGNA APRE I BATTENTI IL PRIMO AMBULATORIO ODONTOIATRICO PER EMARGINATI La parola alla fondatrice dottoressa Gabriela Piana di Alessandro Notarnicola
  • 29. 29 guardando a chi non può permettersi cure a pagamento. Un professionista che a prezzo agevolati o gratuiti va incontro a chi è in difficoltà e non può ricevere cure odontoiatriche. Chiaramente si tratta di un tecnico specializzato regolarmente iscritto all’albo dei medici chirurghi e odontoiatri che per una scelta etica e solidale, che ha deciso di mettere a disposizione le sue competenze e il suo tempo per donare un sorriso migliore a chi non ne ha la possibilità. Come è nata l’idea di avviare l’esperienza un Ambulatorio Odontoiatrico Solidale? Le malattie del cavo orale rappresentano un grave problema di salute pubblica. In Italia il Servizio Sanitario Odontoiatrico non sempre è in grado di assicurare un adeguato livello di cure alle fasce deboli della popolazione in termini di qualità delle prestazioni che di tempi di attesa. In particolare, le riabilitazioni protesiche sono una realtà di nicchia gestita in pochissime strutture pubbliche. In aggiunta a questa complessa situazione, i flussi migratori sono notevolmente aumentati e le persone con temporaneo permesso di soggiorno sono una realtà in costante crescita. Questa fascia vulnerabile non è tutelata dal punto di vista odontoiatrico e non ha accesso alle cure nel Servizio Sanitario. La pandemia Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione peggiorando la crisi economica del Paese e inducendo sempre più persone a rinunciare alle terapie odontoiatriche. C’è stato dunque un momento in cui l’intuizione è diventata realtà? Tutto ha avuto inizio a cavallo tra il 2019 e il 2020 quando ho chiuso l’ambulatorio dove esercitavo la libera professione e mi sono trovata a decidere cosa fare dei materiali e delle attrezzature che solitamente diventano oggetto di donazione ad enti del terzo settore che operano nel sud del mondo, in Africa. Allo stesso tempo sensibilizzata dalla situazione di disagio presente nel nostro paese e sul mio territorio ho pensato di dar vita a una struttura in grado di promuovere la salute orale tra le numerose persone che per i più svariati motivi – mancanza di residenza, extracomunitari, difficoltà economiche – non hanno accesso alle cure odontoiatriche. Infatti, rivolgersi al privato è costoso e il Servizio Sanitario, solo per coloro che ne avrebbero diritto, ha tempi di attesa spesso non compatibili con le urgenze odontoiatriche. Gabriela Piana con il cardinale Matteo Maria Zuppi
  • 30. 30 Un’esperienza che subito ha creato una vera squadra.. Quasi nell’immediato al progetto hanno aderito diversi professionisti che operano in Emilia-Romagna, odontoiatri, esperti del terzo settore, tra cui l’architetto Mario Cucinella che ha curato la ristrutturazione degli spazi pensati per accogliere gli utenti in un clima di accudimento e serenità, dove erogare terapie odontoiatriche e riabilitazioni protesiche, ma non solo. La nostra idea è quella di creare una sorta di ‘centro culturale’, dove si possano non solo curare le persone ma anche formarle a una corretta attenzione alla propria salute orale e generale. In questo contesto nasce anche la collaborazione con l’Università di Bologna? Esattamente. L’ambulatorio è convenzionato con i corsi di laurea in odontoiatria e protesi dentaria e igiene dentale dell’Unibo, in modo da permettere agli studenti degli ultimi anni di corso di effettuare il previsto tirocinio. I futuri dentisti acquisiranno non solo conoscenze professionali, ma affronteranno anche un percorso di crescita umano e sociale. L’educazione dei pazienti, in particolare quelli più piccoli, nel prevenire le malattie del cavo orale attraverso buone pratiche e uno stile di vita sano improntato all’igiene orale e alla sana alimentazione quotidiana. Per realizzare questo progetto serve la collaborazione di tutti, per questa ragione diffondiamo l’IBAN: IT62S0306909606100000180941 Causale: Chi ha fame non ha i denti Oppure con carta di credito: www.ambulatorioodontoiatricosolidale.it/ donazioni-e-iscrizioni/
  • 31.
  • 32. 32 SOCIALE L o scorso lunedi 12 giugno Enrico Cellentani – Presidente del CDA di Farmacap – Michela Dominicis – Presidente della fondazione Banca delle Visite Onlus hanno presentato la partnership tra la fondazione Banca delle Visite Onlus e Farmacap, che prevede la presenza di materiale informativo presso le 45 farmacie comunali su tutto il territorio di Roma Capitale. L’iniziativa, che conta sul prezioso supporto di medici che donano la propria professionalità e di singoli cittadini ed aziende che possono sostenere concretamente il progetto, da oggi verrà diffusa anche grazie al personale delle farmacie comunali di Roma, con il relativo supporto da parte degli operatori in merito alla possibilità di usufruire di visite ed esami medici attraverso la Banca delle Visite, possibilità riservata a coloro che hanno necessità di effettuare visite ed esami medici e che non hanno i mezzi economici per ricorrere alla sanità privata. Come spesso avviene, il mondo del non profit interviene colmando le criticità del nostro sistema FARMACAP E MO.V.I. A SUPPORTO DI BANCA DELLEVISITE Insieme per sostenere chi non può attendere di Michela Dominicis Inizativa Farmacap sociale compiendo, ad un tempo, opera di sensibilizzazione e mettendo in campo professionalità e competenze accanto alla solidarietà ed alla capacità di donare. La conferenza stampa di presentazione si è tenuta presso il Mo.V.I. Lazio (Movimento Italiano di Volontariato), fautore dell’incontro tra le due realtà.
  • 33. 33 IL CALENDARIO DI BANCA DELLE VISITE: Alcuni appuntamenti ed eventi svolti nell’ultimo bimestre: • 16 Maggio: lancio campagna nazionale Banca delle Visite – Conforama • 30 maggio: presentazione Comune Amico Municipio III Roma Capitale • 4 giugno: presentazione Comune Amico Marino (RM) • 5 giugno: presentazione Comune Amico Tempio Pausania (SS) • 6 Giugno: presentazione a Milano del cartellone estivo eventi “Yatch Club Porto Rotondo” • 8 Giugno: presentazione Comune Municipio II Roma Capitale • 10 Giugno: Festa del Po, Lombriasco (TO) • 17 Giugno: Notte Bianca, IX Municipio Roma Capitale • 21 Giugno: Serata Solidale Agriturismo La Mucca Ballerina, La Giustiniana (RM) COME AIUTARE AD AIUTARE: Singolo cittadino, azienda, associazione, realtà locale, Amministrazione Comunale: chiunque può collaborare al circuito solidale Banca delle Visite per portarlo nella propria città o nel proprio quartiere. Per mettersi in contatto con la fondazione scrivere a info@bancadellevisite.it o visitare il sito www.bancadellevisite.it Per devolvere il 5X1000: CF. 97855500589 Comune Amico Tempio Pausania Cena solidale Agriturismo La Mucca Ballerina Conforama Store Presentazione cartellone estivo YCPR Seminario Salerno Comune Amico Marino Festa del Po
  • 34. 34 U na ulteriore umanizzazione delle cure con una conseguente riorganizzazione dell’intricato, nonché complesso, comparto socio-assistenziale. È questo il lascito dell’emergenza sanitaria COVID-19 che, anche in Italia, sin dalle prime settimane ha messo in ginocchio le Rsa isolando le persone anziane, il più delle volte già affaticate da patologie più o meno croniche. Ad oltre tre anni dall’insorgere della pandemia, entro le mura di queste strutture ci si confronta sul nuovo modello da seguire: una strada che deve necessariamente avvantaggiare ospiti e operatori professionisti senza sacrificare neppure un aspetto legato all’assistenza. Innanzitutto, la persona. Le Residenze Strutturali Assistenziali (Rsa) sono strutture protette che accolgono e prestano cure ad anziani over 65 fornendo loro un’assistenza di tipo socio-assistenziale e quindi tipicamente post-acuto. Sono presidi territoriali cherispondonoaunbisognoeffettivodellapersona diventata fragile, attraverso un’assistenza sia medico-sanitaria con un focus sulla riabilitazione, che di mantenimento emotivo-psicologico, il tutto in un contesto abitativo protetto. Un modello su cui potersi soffermare è offerto da “Noah Residenze”, casa per anziani nata a Noci, in provincia di Bari, fondata da Vittorio Lippolis, general manager, proprio a seguito della pandemia. Qui troviamo la cura empatica degli ambienti e la promozione di una cultura che vede nelle Rsa una degna prosecuzione dell’abitazione privata. Vittorio Lippolis, la pandemia ha letteralmente cambiato l’approccio alla cura e all’assistenza, a maggior ragione se si f riferimento alle persone più anziane ospitate in struttura. Qual è il nuovo “modello” assistenziale seguito? Indubbiamente, la pandemia è stata un periodo drammatico, estremamente complicato, per tutti noi. In quei momenti di sfida, abbiamo trovato la forza e la determinazione per affrontare insieme l’inevitabile. Ci siamo rimboccati le maniche adottando misure rigorose per proteggere la salute e il benessere dei nostri ospiti. In quei momenti in cui il distanziamento era necessario, abbiamo compreso ancor più profondamente quanto sia preziosa l’empatia e il calore umano. Abbiamo riscoperto l’importanza di gesti semplici ma potenti, come un abbraccio affettuoso, un sorriso sincero o una carezza delicata. Voglio sottolineare quanto il cuore del nostro lavoro risieda nell’amore COM’È CAMBIATA L’ASSISTENZA DOPO IL COVID-19? IL MODELLO DI NOAH RACCONTATO DAL FONDATORE VITTORIO LIPPOLIS di Alessandro Notarnicola PARLIAMO DI...
  • 35. 35 e nella passione con cui lo svolgiamo. Ogni giorno, ci impegniamo a offrire un ambiente amorevole e accogliente, dove i nostri ospiti si sentano protetti, valorizzati e amati. Per noi, non è solo un lavoro, ma una missione che abbracciamo con tutto il cuore. Sappiamo che solo attraverso un impegno autentico e una cura amorevole possiamo veramente fare la differenza nella vita delle persone che assistiamo. Sempre di più si parla di medicina di prossimità e di relazione umana medico- paziente. In che modo questo legame (tra l’utente e professionista) assicura effetti positivi alle persone in cura? Le relazioni umane sono vitali in ogni contesto, in quanto consentono di esprimere al meglio le qualità umane e professionali di ogni individuo. Quando valutiamo un candidato che intende unirsi al nostro percorso lavorativo, il primo aspetto a cui prestiamo attenzione è la sua umanità. Non sarà facile trovare spazio nella nostra grande famiglia per un professionista eccellente che non sia altrettanto umanamente eccezionale. Quotidianamente affrontiamo le sofferenze e le patologie, spesso aggressive, e ci confrontiamo con lo sconforto e il vuoto che molti ospiti sentono a causa della mancanza di attenzione dei propri cari. Il nostro obiettivo primario è inserirci con rispetto in quel vuoto, senza mai invadere o intaccare la sfera personale, quella più intima e delicata. Non intendiamo sostituirci ai legami familiari, ma la cura che offriamo a ogni ospite è innanzitutto il calore che ogni famiglia ha donato a ognuno di noi fin dalla nascita. “Noah” nasce in un momento storico inedito per certi versi ma complicato. Da un lato possiamo contare su un sistema sanitario fortemente provato dall’emergenza sanitaria, dall’altro invece l’invecchiamento progressivo della popolazione chiede un’efficace riorganizzazione della rete assistenziale. Su quali basi ha pensato a questo nuovo progetto? Il tema dell’anzianità è una tra le questioni più urgenti che siamo chiamati ad affrontare Vittorio Lippolis con il fratello Angelo in questo momento storico. La vecchiaia è considerata una fase della vita sterile, scontata, priva di contenuti speciali da offrire alla comunità tant’è che sono diversi gli interventi statali di assistenza agli anziani, ma pochissimi quelli pensati per garantire loro l’esistenza, una vita piena e felice, non solo assistenziale. E mi domando, che ne sarà di noi se non capiamo che la terza età è il reale punto di riferimento per la comprensione e l’apprezzamento della vita umana? Ho fondato Noah perché credo che ogni fase della vita vada elogiata e vissuta. Noah è quella casa che ogni bambino spera di regalare da adulto ai propri genitori: una casa ampia, dotata di ogni comfort, luminosa e ricca di amore. Quanti anziani ospita la residenza e quali sono i servizi proposti? La residenza ha una capienza di 80 posti letto, oggi occupata da 35 ospiti. Presso Noah, ci impegniamo a offrire una vasta gamma di servizi pensati per garantire il benessere e la felicità degli anziani che si affidano a noi. Ci preoccupiamo di soddisfare le loro esigenze e di rispettare le loro abitudini, creando un ambiente caldo e amorevole. Il nostro servizio di alzata e riposo è pensato per mantenere e potenziare le capacità della persona anziana. Ci preoccupiamo di evitare l’isolamento e favorire la socializzazione, creando un’atmosfera accogliente e
  • 36. 36 amichevole. L’assistenza notturna è una parte fondamentale del nostro impegno per la sicurezza dei residenti. Durante le ore notturne, effettuiamo regolari verifiche nelle stanze e siamo pronti a intervenire in caso di necessità, garantendo la loro tranquillità e il loro benessere. Ci prendiamo cura della cura quotidiana e dell’igiene personale degli anziani, rispettando le loro autonomie e offrendo anche servizi estetici a pagamento, per farli sentire al meglio. Ci assicuriamo che i residenti consumino pasti adeguati, preparati in loco e personalizzati secondo le loro esigenze dietetiche. Vogliamo che abbiano la possibilità di gustare cibi deliziosi e nutrienti, creando un’esperienza piacevole a tavola. Poi c’è la cura degli spazi e, cosa non comune, l’assistenza religiosa.. È questo un aspetto che ci sta particolarmente a cuore. Manteniamo un ambiente ordinato e accogliente per gli anziani, con stanze ben organizzate e spazi comuni esteticamente piacevoli. Vogliamo che si sentano a casa e che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno. L’assistenza sanitaria è una priorità per noi e passa anche attraverso queste pareti. Abbiamo medici di medicina generale e infermieri qualificati che si prendono cura dei nostri ospiti, garantendo una risposta tempestiva e competente alle loro esigenze mediche. Riconosciamo inoltre l’importanza dell’assistenza religiosa per molti dei nostri ospiti. In collaborazione con sacerdoti, ministri della fede e volontari, organizziamo momenti religiosi nella nostra cappella, rispettando le normative vigenti e offrendo un sostegno spirituale. Tra i servizi che qualificano l’offerta spiccano gli scambi intergenerazionali “per riattivare la sfera cognitiva, affettiva e manuale” degli utenti. Di cosa si tratta? È un servizio fornito in particolar modo dall’educatore che svolge un ruolo speciale nel nostro ambiente di cura e supporto. La sua missione è alimentare l'anima e il cuore dei nostri ospiti, stimolandoli, incoraggiandoli e mantenendo vive le loro abilità psicofisiche e relazionali. Immagina un luogo in cui ogni giorno è un’opportunità per scoprire la bellezza della vita, un luogo in cui le persone possono esprimere la propria creatività, riattivare i ricordi più preziosi e connettersi con gli altri in modo profondo e significativo. È esattamente ciò che l’educatore fa per i nostri cari ospiti. L’educatore progetta, gestisce e verifica una miriade di attività pensate per riattivare le sfere cognitive, affettive, motorie e manuali dei nostri residenti. Ogni momento è prezioso e curato con attenzione, con l’obiettivo di creare esperienze coinvolgenti e memorabili. Le parole di un libro che si trasformano in un sorriso, la musica che risveglia emozioni profonde, il profumo di una deliziosa pietanza cucinata insieme, le mani che lavorano l’orto con cura. Queste sono solo alcune delle esperienze che l’educatore propone ai nostri nonni.
  • 37. 37 ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti. Per i servizi sanitari e socio assistenziali, anche domiciliari: Numero Verde: 800.511.311 Numero dall’estero: +39 06 90198080 Health Assistance S.C.p.A. c/o Palasalute Via di Santa Cornelia, 9 00060 Formello (RM) Per le strutture del Network o a coloro che intendano candidarsi al convenzionamento Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2) email: network@healthassistance.it www.healthassistance.it
  • 38. 38 L a salute è il primo dovere della vita. Questo il principio sul quale si fonda l’attività di Mutua MBA, società di mutuo soccorso leader in Italia nel panorama della Sanità Integrativa che ha l’obiettivo di affermare il diritto alla salute nel pieno rispetto del principio mutualistico. Mutua MBA sin dalla sua fondazione è al fianco degli assisti a 360 gradi promuovendo al tempo stesso la salute e uno stile di vita corretto. “La Sanità Integrativa – ha affermato Luciano Dragonetti, presidente di Mutua MBA- è un vero e proprio sistema alimentato da altri sistemi come quello mutualistico che prevede un approccio no profit, di cooperazione, di associazione, di promozione e di solidarietà. Questo è il modello offerto da Mutua MBA, Società di Mutuo Soccorso che dal 2007 è impegnata nel promuovere le finalità mutualistiche attraverso una rete solida e innovativa di Soci che hanno un forte valore di responsabilità nel sostenere e proporre questo sistema per la tutela della salute”. Non solo. Tante le iniziative messe in campo da Mutua MBA grazie alle quali si conferma come la più grande mutua sanitaria italiana per numero di soci. Mutua MBA dopo essere stata la prima società di mutuo soccorso ad entrare nelle scuole grazie ad un percorso formativo con il programma PCTO con il Liceo Statale “Gaio Valerio Catullo” di Monterotondo, ha partecipato da protagonista alla 17ma edizione di Rimini Wellness, la kermesse organizzata da Italian Exhibition Group dedicata a fitness, benessere e sport che si è svolta alla Fiera di Rimini dal 1 al 4 giugno. Mutua MBA crede nello Sport come stile di vita, sistema sociale e civico e come promozione della prevenzione e cura di patologie psicofisiche. SPORT, SALUTE E STILI DI VITA: MUTUA MBA A RIMINI WELLNESS Progetto “Fondo Mutualistico Nazionale per gli Sportivi” – FONSPORT Intervista al presidente di Mutua MBA Luciano Dragonetti di Nicoletta Mele FOCUS
  • 39. 39 Presidente Dragonetti, perché la partecipazione a Rimini Wellness? La nostra mission è che lo sport come il mutuo soccorso è espressione valoriale di lealtà, rispetto, inclusività. Mutua MBA vuole promuovere la Medicina dell’esercizio fisico, l’attenzione verso corretti stili di vita e di alimentazione con effetti social produttivi sull’intera società. Una fiera di promozione dello Sport ci è sembrato dunque un momento ideale per poter presentare il nostro progetto mutualistico dedicato al mondo dello Sport. In questa importante fiera nazionale abbiamo partecipato ai tanti tavoli di lavoro sulla riforma dello sport e sulla prescrizione dell’attività sportiva ma soprattutto abbiamo avuto uno spazio nostro dove abbiamo potuto parlare di mutualità nei nuovi contratti di lavoro per il personale del mondo sportivo. Mutua MBA ci sarà ed ha realizzato il primo piano sanitario destinato a questi lavoratori. Mutua MBA è il primo ente mutualistico italiano ad aver istituito un Fondo Sanitario a sostegno dello Sport. Come è nata l’idea e perché? L’idea nasce da lontano. Nel 2016 per la prima volta abbiamo realizzato uno studio su questo mondo ma vi erano dei blocchi a livello normativo che non consentivano un dialogo fluido con le associazioni di rappresentanza del mondo sportivo. Con la lg. 117/2017 sul Terzo Settore è nata una nuova possibilità: le Associazioni di Promozione Sportiva nazionali sono tutti enti del Terzo Settore come Mutua MBA. Oggi il dialogo ha ben altra natura, vicini ideologicamente. Dati Secondo gli ultimi dati disponibili (fonte Annuario Statistico Italiano 2021 - Istat) oltre 1/3 della popolazione italiana pratica almeno uno sport, il 27,1% lo fa in maniera continuativa e il 9,5% saltuariamente. I soggetti che non praticano sport ma svolgono qualche attività fisica sono il 28,1%, in diminuzione di circa un punto percentuale rispetto ai dati relativi al 2019. I sedentari (persone che non fanno sport né praticano attività fisica nel tempo libero) sono solo il 35,2%, quota che sale al 39,4% fra le donne e si attesta al 30,8% fra gli uomini, mostrando un andamento pressoché invariato rispetto alla rilevazione precedente. Ne deriva che gli attivi sono la maggioranza della popolazione (circa il 65%) del Paese. HealthfitdiHealthItaliaeFondoMutualistico Nazionale per gli Sportivi FONSPORT di Mutua MBA Alla luce degli ultimi dati, Health Italia S.p.A., società quotata leader nel settore della sanità integrativa, tramite Health Point, con Mutua MBA e grazie a Health Life srl ha avviato un progetto innovativo di healthfit, con lo scopo di agevolare l’erogazione di prestazioni sanitarie o di prevenzione direttamente nei centri e club sportivi. Nei centri sportivi che aderiranno all’iniziativa, sarà allestita una stanza con tutta la strumentazione necessaria per effettuare l’acquisizione dei dati, erogare prestazioni di telemedicina e attivare percorsi dedicati di tele-riabilitazione o prevenzione, anche attraverso lo studio del DNA e la genetica predittiva. Luciano Dragonetti
  • 40. 40 L’accordo prevede che presso gli stessi centri sportivi sarà anche possibile ricevere informazioni su come aderire a specifici piani sanitari del “Fondo Mutualistico Nazionale per gli Sportivi” – FONSPORT di Mutua MBA che premia sia la scelta di praticare sport che lo stile di vita sano dell’iscritto. Presidente Dragonetti, quanto è importante per Mutua MBA promuovere l’attività sportiva grazie anche al “Fondo Mutualistico Nazionale per gli Sportivi” – FONSPORT? Mutua MBA crede nello Sport come miglioramento della propria qualità di vita. La pratica dell’esercizio fisico è una condizione necessaria per beneficiare delle peculiarità di prevenzione ed assistenziali di Fonsport. MBA vuole far “rete” con gli sportivi con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro vita e continuare così nella direzione di promuovere la prevenzione tra le persone, nei territori, con i centri sportivi. Lo Sport è per sua natura inclusivo così come il Mutuo Soccorso. Per questo motivo abbiamo voluto creare le migliori condizioni per lo sportivo. Fare attività fisica diventa la garanzia di accesso ad un fondo che non seleziona l’accesso per età, residenza o professione ma, al contrario, include proprio perché si è “sportivi” con tanto di visite mediche ed esami diagnostici in regola per praticare l’attività. Serviva conferire il giusto valore a queste persone che investono anche soldi, pagando le quote dei centri sportivi o dei tesseramenti, per la cura del proprio benessere, con un vantaggio mutualistico senza eguali. Lo Sport sta per esser riconosciuto come un “valore di stato” anche attraverso la modifica della Costituzione. Sarebbe una grande vittoria per tutti noi e, come Mutua, siamo pronti a riconoscerne il valore. Ci sono altre iniziative legate a questa iniziativa? Certamente. Non mancherà un particolare focus verso i meno fortunati, l’inclusività del mondo dello Sport ci porta a dare voce anche a chi lo Sport non può permetterselo. Fonsport si occuperà anche di questa parte più solidaristica, anche in collaborazione con importanti federazioni nazionali. Mutua MBA si impegna nel diritto alla salute con una organizzazione no-profit per tutte le età, professione e stato sociale senza nessuna distinzione. Per Mutua MBA “Le persone prima di tutto”. Guarda il video
  • 41. 41 make it You Y Scatena il tuo benessere. Entra in Be Health. Be Health è un percorso concreto e coinvolgente per raggiungere l’indipendenza personale e professionale attraverso una concreta opportunità di business meritocratico, con un solido Gruppo alle spalle. Un percorso che inizia con la cura di se stessi e la ricerca di uno stile di vita sano e ispirato al ‘made in Italy’ fino all’unione di tante persone che hanno in comune la volontà di costruire la propria dimensione di benessere. Un vero e proprio Community Network dove poter scatenare e riscoprire il tuo naturale benessere. Scopri di più su www.behealthglobal.com
  • 42. 42 M assimiliano è un imprenditore visionario che negli ultimi anni ha fatto crescere la sua azienda aumentando il fatturato e il numero dei dipendenti. In questo periodo ha compreso come siano stati anche i suoi dipendenti a contribuire alla crescita dell’azienda ed oggi li vuole premiare attraverso il sistema welfare. Capiamo insieme cosa vuol dire per Massimiliano Gentilini fare Welfare. Massimiliano, quali sono i principali motivi che ti hanno spinto ad adottare programmi di welfare per i tuoi dipendenti? Dare un contributo per migliorare lo stile di vita delle persone, facendo sì che possano sfruttare al massimo il potere economico che gli arriva dall’impegno al raggiungimento degli obiettivi, cambiare un mindset, economizzare al massimo il contributo aziendale. di Riccardo Troiano WELFARE ILWELFARE PER ATTIRARE I TALENTI L’intervista a Massimiliano Gentilini, imprenditore bolognese titolare dell’azienda Gentilini Power Cams
  • 43. 43 In che modo i programmi di welfare implementati stanno migliorando il benessere dei dipendenti e l'ambiente lavorativo? Essendo solo all’inizio non abbiamo ancora dati precisi in merito. Crediamo che possa essere utile ad un cambio di mentalità delle persone. Abbiamo già notato un forte entusiasmo nell’ambiente lavorativo ed un forte interesse di una parte del personale con livelli più elevati, mentre una parte ha bisogno di essere educata e non è semplicissimo fargli capire i vantaggi. Come valuti l'impatto dei programmi di welfare sulla produttività e l'efficienza complessiva dell'azienda? Come detto precedentemente, non abbiamo ancora dati precisi in merito. Avremo bisogno ancora di un po' di tempo per valutare l’impatto sulla produttività, ma ritengo possa essere una carta vincente nel lungo periodo anche per aumentare il potere di acquisto dei nostri collaboratori. Quali sono i principali ostacoli o sfide che hai incontrato nel processo di implementazione dei programmi di welfare e come li hai affrontati? Il sistema per come è stato pensato a mio avviso penalizza l’aspetto meritocratico come secondo me dovrebbe essere. Credo possa essere utile nel futuro riuscire, con l’aiuto delle istituzioni, a migliorare il contenuto di questo strumento che ha grandi potenzialità, sia per l’azienda che per i lavoratori. Stai notando un incremento della soddisfazione dei dipendenti e un miglioramento della fedeltà aziendale a seguito dell'implementazione dei programmi di welfare? In che modo? Al momento la cosa che abbiamo potuto notare è che risultiamo più attrattivi sia da parte delle candidature, ma anche dai nostri clienti principali in quanto vista la situazione del mercato riguardo alla scarsità del personale questa iniziativa nei confronti del nostro personale ci dona un immagine molto positiva. Quali sono i programmi di welfare più apprezzati e utilizzati dai dipendenti? E quali potenziali programmi futuri stai considerando? I più apprezzati sono: servizi per il tempo libero (palestre, viaggi, etc…) e rimborsi spese sostenute per i figli o la famiglia. Ancora una volta il welfare si dimostra uno strumento necessario per la crescita dell’azienda e nel rendere partecipi i dipendenti al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Quando un imprenditore si chiede come mai non riesce a mantenere talenti o ad assumerne di nuovi, dovrebbe chiedersi cosa sta facendo lui per rendere l’azienda più attrattiva. Massimiliano Gentilini lo ha fatto, continua a farlo e l’azienda continua a crescere in qualità sotto tutti i punti di vista. Come diceva Adriano Olivetti: “La fabbrica non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia.” Massimiliano Gentili
  • 44. Hai già scaricato My Digital Health? La nuova App gratuita di Health Point, permette di prenotare ed effettuare direttamente dallo smartphone e dal tablet una televisita o un consulto telefonico con un medico specialista in modo semplice e veloce.