2. INDICE
PRESENTAZIONE
BELGIARDINO - B
•Raccolta
•Pressatura
•Essiccazione
•Flora spontanea a Lodi - B
C
•Lanca
•Veronica
•Biancospino A - B
•Tarassaco
•Romice
•Euforbia
•Sambuco - B
•Edera A - B
•Ligustro
•Lamio
•Malva
•Menta
•Bosso
•Tiglio
•Rosa canina
•Abete rosso
•Pioppo
•Pioppo Lombardo A - B – C
•Prunus A – B
•Mughetto
•Camomilla
PULIGNANO
•Platano - B
•Ippocastano
•Cannuccia palustre
•Equiseto
AUTORI
INDIRIZZO
CLASSE 3^A
SOLTARICO
•Aceri
•Robinia
•Felce
•Lanca
•Salice
•Cannuccia
•Olmo
•Sambuco
•Gelso
•Rovo
•Favagello
•Piantaggine
•Violette
•Ortica
•Erba salina
•Margherita
•Betulla
•Rovere
•Roverella
•Larice
•Sanguinella
•Calendula
•Salvia
3. PRESENTAZIONE
L'ERBARIO
Ami i fiori, i fiori ti
interessano... Allora
non esitare ad
osservarli più da vicino
e a farne una
collezione. Per questo
c'è un solo modo:
l'erbario
INDICE
4. RACCOLTA
Non dimenticare mai a casa il tuo coltello,
il blocchetto, la carta di giornale, una
cartelletta rigida e un piccolo cartoncino
da disegno.
Quando scegli una pianta per la tua
collezione, ricorda che essa, se possibile,
deve essere ben formata in tutte le sue
parti: il fiore, le foglie, ma anche i bottoni, i
frutti, le radici.
Per trasportarla, alcuni ti consiglieranno
una scatola.
E' meglio sottoporre subito la pianta ad
un'operazione: stenderla sulla carta di
giornale e infilarla tra due pezzi di
cartoncino da disegno.
Abbi cura di annotare sul taccuino la data
e il luogo di raccolta con, se ti è possibile,
un piccolo disegno dell'ambiente
circostante.
INDICE
5. PRESSATURA
Puoi far seccare le piante tra due fogli
di giornale sotto una pila di libri. Ma
dentro una pressa è meglio. Ed è così
facile costruirne una.
Fai due tavole da 30x50 cm. con delle
vecchie assi di legno molto secco (che
non siano deformate). Completa ogni
tavoletta con un cuscinetto di carta di
giornale che ricoprirai con una buona
carta da pacco. La carta andrà fissata
con le puntine da disegno.
Per pressare le tavolette l'una contro
l'altra, con i fiori secchi nel mezzo,
prendi delle viti che troverai in un
negozio di ferramenta.
INDICE
6. ESSICAZIONE
Disponi bene la pianta in
piano tra i fogli di carta
assorbente (o di giornale).
Se necessario, assottiglia
con lo scalpello le parti
troppo carnose che si
seccherebbero male.
Metti il tutto sotto la pressa,
ma tutti i giorni controlla che
l'essicazione avvenga
correttamente e che la
pianta non si incolli alla
carta.
Aspetta che la pianta sia
completamente secca per
trasferirla nell'erbario.
INDICE
7. LA FLORA SPONTANEA
A LODI
Guardando la vegetazione
intorno a noi vediamo campi
coltivati, ville con giardini o
campi cittadini.
Solo negli ambienti dove
l'uomo non è intervenuto
costruendo o coltivando,
possiamo vedere la
vegetazione tipica delle nostre
regioni.
La flora spontanea rappresenta
così un ricordo di quella che
era la natura tanti anni fa in
Italia: fitte foreste ed intricati
boschi.
INDICE
8. Purtroppo oggi, nella nostra zona è
rimasto ben poco della vegetazione
spontanea: solo qualche accenno nei
prati, lungo le rive dell'Adda o ai margini
dei sentieri.
Perciò abbiamo pensato di raccogliere
alcuni campioni di questo tipo di natura;
si tratta di piantine che crescono
ovunque e che normalmente vengono
definite ERBACCE.
In seguito le abbiamo essiccate e
catalogate in modo da conservarle,
abbiamo raccolto notizie di vario tipo, a
loro inerenti, che abbiamo scritto in
forma semplice.
Ecco il nostro lavoro:
BUONA LETTURA
INDICE
10. Platano
NOME LATINO : PLATANUS
NOME GRECO : PLATANOS DA PLATYS
DENOMINAZIONE DIALETTALE: PLATEN
ORIGINI: Mediterraneo Orientale, Asia Minore, America
Settentrionale.
CARATTERISTICHE: Vi appartengono sei specie una delle
quali platano orientalis, è presente nella regione mediterranea
sino all’Himalaya, mentre le altre sono nord americane.
INDICE
STRUTTURA DEL FUSTO: i platani
sono alberi con fusti alti talvolta più di
50m, diritti, grossi, con corteccia che si
stacca in larghe placche. il diametro è
circa tre metri la corteccia bianco
cremosa e solo verso la base del tronco
diviene scura e fessurata. la ramificazione
principale è abbondante, spesso
imponente.
È presente allo stato spontaneo lungo i corsi d’acqua anche
nell’ Italia meridionale . d’introduzione relativamente recente
come pianta ornamentale, è la specie tipica del Nord Americana,
platano occidentalis, meno diffuse sono le altre due specie:
platano racemosa, della california, platano acerifoglia, ritenuta
però un incrocio tra p. orientalis e p. occidentalis e coltivata in
diverse varietà, p. mexican, p. lindeniana e p. glabarata, tutte e
tre messicane.
CLASSE: genere delle piante dicotiledoni - famiglia platacee
STRUTTURA DEL FUSTO: i platani sono alberi con fusti alti
talvolta più di 50m, diritti, grossi, con corteccia che si stacca in
larghe placche. il diametro è circa tre metri la corteccia bianco
cremosa e solo verso la base del tronco diviene scura e
fessurata. la ramificazione principale è abbondante, spesso
imponente.
11. Platano
INDICE
STRUTTURA DELLE FOGLIE: le foglie sono alterne,
palmate, semplici, grandi con tre nove lobi triangolari, il
picciolo è ben sviluppato ed espanso nella base. le piante
sono monoiche, con fiori declini riuniti in capolini globosi,
presenti in numero da 2 a 5 su lunghi peduncoli pendenti.
quelli maschili sono formarti da tre a sei brattee pelose da
tre cinque appendici più lunghe, clavato- liniari, alternate ad
altrettanti stami a filamento breve; quelli femminili sono
formati da tre a cinque brattee. squami formi, da altrettante
appendici obovate – clavate e da due a otto pistilli con stilo
allungato.
I frutti sono dati da tanti acheni inseriti su un asse globose e
circondati da numerosi peli articolati.
CURIOSITÀ: l’origine di queste specie è eurasiatica, taluni
autori ritengono invece che sia orientale ed importata dai
greci e dai romani nel mediterraneo. la specie è spesso
coltivata in due varietà : digitata e cuneata.
Pianta di grande interesse ornamentale ed assai apprezzate
per la grande ombra che forniscono, fresco riparo nelle
giornate estive, i platani hanno però modestissimo valore
pratico.
Il legname, non, pregiato è solo raramente usato per piccole
sculture, per utensili, per pavimentazioni di modesto valore
ecc.; la scorza trova qualche impiego nella concia dei
pellami Platano
12. Ippocastano
Appartiene alla famiglia delle piante
dicotili, ordine sapindali. È una pianta
legnosa con foglie opposte,
palmatocomposte, fiori in pannocchie
di cime.
Sono noti due generi con 20 specie,
di cui 18 appartengono al genere
Aesculus.
È un grande albero europeo,
ornamentale, con caratteristici frutti a
capsula spinosa contenente tre semi
simili a castagni, ma non eduli. Per la
sua folta chioma è stato scelto ad
ombreggiare i viali. L'ippocastano
raggiunge anche l'altezza di 25 m.
Ippocastano
INDICE
Curiosità
La corteccia, che contiene i glucosidi
esculina, esculetina e frassina,
esercita azione febbrifuga. I semi
contengono un glucoside amaro,
l'argirescina, una saponina e un olio
grasso, a cui vengono attribuite altre
virtù antireumatiche.
14. EQUISETO
INDICE
Equisetum
Genere di piante pteridofite
delle equisetacee, diffuse
soprattutto nei luoghi umidi;
hanno foglioline inserite in
verticilli ai nodi dei fusti.
L’equiseto arvense (o coda
cavallina) è comune in Italia
nei luoghi freschi.
Ha cellule epidermiche con
pareti
fortemente
silicilizzate, viene utilizzato
per levigare i metalli, legni
duri e oggetti di avorio.
17. Veronica
INDICE
Persica
È una delle piante
infestanti più diffuse.
appartiene alla
famiglia delle
scrofulariacee.
Il fiore ha tre petali di
colore azzurro cielo,
ed uno, generalmente
quello inferiore, più
chiaro a volte bianco.
Originaria dell’Asia.
19. Biancospino
Il biancospino comune
(Crataegus monogyna) è
riconoscibile dalle sue foglie
brevemente spicciolate,
romboidali, profondamente
incise, le punte dei lobi sono
profondamente incise. È un
arbusto spinoso delle rosacee,
spontaneo nei boschi e nelle
siepi; ha abbondanti fiori
bianchi e frutti rossi; è
coltivato nelle varietà a fiori
rosa, rossi, semplici o doppi.
INDICE
20. TARASSACO
TARAXACUM OFFICINALE
FAMIGLIA ASTERACEE
L'origine del nome generico non è ben nota, forse
deriva dal persiano "ERBA AMARA" o dal greco
significando "CURA DEI TURBAMENTI" a causa
delle proprietà medicinali.
INDICE
LUOGO DI RACCOLTA: comune negli incolti, sulle
rive dei fossi, lungo i muri, nelle crepe dei
marciapiedi e nei prati.
FOGLIA:le foglie si presentano in rosetta densa
basale.
La forma è varia: da ovale a lanceolata, col
margine seghettato, inciso dentato (richiama gli
aguzzi denti del leone, donde il nome dialettale).
Quando viene spezzata emette un lattice
biancastro e amaro.
FIORE: il Tarassaco si riconosce per i vistosi fiori
gialli con diametro di circa 2,5 cm.
Il fiore che noi ammiriamo è un'infiorescenza a
capolino. Si presenta slanciato, diritto ed elegante
durante la fioritura; inclinato e ricurvo a terra dopo.
21. TARASSACO –
FIORE -
INDICE
Fiorisce da marzo ad ottobre.
L'infiorescenza si tramuta in
infruttescenza formata da un batuffolo di
acheni.
Generazioni di bambini e di adulti si
sono divertite a contare il numero di
soffi che ci vogliono per far volare. Per
questo è chiamato anche "SOFFIONE".
SOFFIONE
•È una pianta infestante, ama i terreni
azotati.
•Il lattice è biancastro.
•Il decotto che si ricava da questa pianta ha
proprietà diuretiche. Le rosette basali si
consumavano crude o cotte in insalata.
23. Euforbia
INDICE
EUPHORBIA PEPLUS
Genere di piante (Euphorbia) appartenente alla
famiglia delle euforbiacee, ordine delle tricocche,
euforbiacee
dicotiledoni monoclamidee.
Comprende oltre 1.950 specie, delle quali 50 diffuse
anche in Italia, quasi cosmopolite.
Le varie specie si presentano sotto forma di erbe, di
suffrutici o di alberi, tutte con foglie, in prevalenza,
opposte e di varia grandezza; nelle forme succulente
che ricordano le cactacee.
Tipica è l'infiorescenza di numerose specie che viene
chiamata ciazio; il ciazio presenta un unico fiore
femminile circondato da numerosi stami; ma questi in
realtà sono fiori maschili molto ridotti. L'insieme del
fiore femminile e di quelli maschili è avvolto in
brattee (5 di regola) spesso fuse tra loro e di colori
vivaci.
Praticamente il ciazio funziona come un unico fiore
ermafrodita dall'aspetto assai vistoso. Quasi tutte le
specie contengono un latice che in vari casi viene
utilizzato.
24. EUFORBIACEE
Infestante dei giardini.
Ha capolini fiorali di un
verde giallo più intenso delle foglie.
È dotato di brattee che mettono in
risalto il fiore.
Nel gambo scorre la linfa irritante
perché contiene l’aldeide formica.
EUFORBIACEE
Famiglia di piante che fanno capo all'ordine delle
tricocche.
La famiglia riunisce 283 generi circa con 7.300
specie circa delle quali 1.950 appartengono al
solo genere Euphorbia al quale il nome è stato
dato in onore di Euforbo, medico del re Giuda di
Mauretania.
Quasi tutte le euforbie sono cosmopolite ma si
trovano soprattutto nell'America tropicale e
nell'Africa tropicale; mancano soltanto nelle
regioni artiche.
Le specie che crescono in Europa sono tutte
erbacee ma negli altri continenti le e. sono
rappresentate da alberi o da arbusti e da qualche
liana. Le foglie sono in genere alterne con stipole
spesso trasformate in ghiandole o in spine.
Molte e. vengono coltivate come la e. fulgens; l'e.
marginata; l'e. splendens, l'e. characias, ecc. Alcune tra
le specie succulente danno una droga detta euforbo: da
altre si estraggono sostanze usate in medicina.
INDICE
25. Sambuco
Sambuco (dal latino
sabucus o sambucus).
Genere di piante della
famiglia delle caprifogliacee;
frutice dal fusto di corteccia
chiara e dall' abbondante
midollo bianco; conta in Italia
due specie; la specie nota
come s. di montagna cresce
solo nei boschi di montagna
sulle Alpi e lungo gli
Appennini.
I suoi fiori contengono
tannino, resina, mucillagine e
tracce di olio essenziale.
INDICE
26. Sambuco
INDICE
Il frutto contiene zucchero,
acidi liberi, una sostanza
colorante e tracce di olio
essenziale. Principalmente i
fiori vengono usati nella
medicina popolare.
Appartiene alla famiglia delle
Caprifogliacee, piante rubiali
con 11 generi e 200 specie
arbustive.
Alberelli o arbusti, hanno
foglie opposte, a margine
intero, fiori ermafroditi, in cime
ombrelliformi.
Frutto a bacca, drupa, capsula.
Appartengono alle c.: sambuco,
caprifoglio. ecc.
27. Lanca
INDICE
Il sentiero che porta alla lanca è ricco di vegetazione, salici, pioppi, querce e
edera rampicante sui tronchi. In silenzio il gruppo procede per scoprire le
ricchezze naturali di questo bellissimo posto.
28. EDERA
INDICE
Pianta della famiglia delle araliacee; si attacca
a mezzo di piccole radici avventizie, da
considerarsi come organi di appiglio e di
sostegno.
L'infiorescenza è un'ombrella con piccoli fiori
verdastri; le foglie sono sempreverdi, lucide,
di consistenza coriacea; il frutto è una bacca
velenosa; la disseminazione avviene a mezzo
degli uccelli, che sono ghiotti dei suoi frutti e
ne buttano i semi.
In passato venivano sfruttate alcune proprietà
medicamentose delle sue foglie.
Nell'antico Egitto fu sacra ad Osiride, in
Grecia a Bacco e ai suoi sacerdoti.
Araliacee.
Piante erbacee dell'ordine delle umbellali. La
Tetrapanax papyrifera viene usata in Cina per
preparare la carta di riso. In Italia è comune
l'edera.
29. Genere di piante arbustive sempreverdi delle oleacee.
L’europeo Ligustrum vulgare ha pannocchie di fiori ,
ermafroditi, bianchi o giallastri, profumati e frutti (drupe)
viola – neri, velenosi.
Ligustro
Arbusto della famiglia delle passiflore, comunemente
chiamato olivella.
Molto diffusa nei boschi, con fiori bianchi e piccole bacche
nere, simili a quelle del ginepro, che sono molto velenose e
provocano, se ingerite, vomito, diarrea, convulsioni,
disordini mentali.
Le foglie contengono una sostanza chiamata ligustrina,
gialla, amara, igroscopica, solubile in acqua; con con acido
solforico dà una soluzione blu.
Passiflora
Genere di dicotiledoni appartenente alla famiglia delle
passifloracee e comprendente oltre 300 specie.
Pianta erbacea rampicante diffusa nei paesi tropicali e
subtropicali. Il calice e la corolla del fiore formano una
coppa basale e le foglie sono provviste di viticci rameali. E'
soprattutto coltivata come pianta ornamentale.
INDICE
Passifloracee
Famiglia di piante dicotiledoni, archiclamidee. Sono frutici
con foglie alterne spesso munite di ghiandole sul picciolo o
sul lembo.
30. LAMIO PURPUREO
LAMIUM PURPUREUM
Appartiene alla famiglia delle labiate.
Famiglia di dicotiledoni labiatiflore, che
comprende un gran numero di erbe ed arbusti,
aventi per lo più proprietà aromatiche. Tra
queste, la salvia, il rosmarino, la menta, il
timo, lo spigonardo, la lavanda, il lamio
purpureo ecc.
Labiatiflore.
Ordine di piante dicotiledoni, caratterizzate
dai fiori a corolla il cui lembo è diviso in 2
labbra, da cui il nome. Vi appartengono le
labiate, le verbenacee, le acantacee, ecc.
INDICE
I lami vengono così chiamate per la forma a
gola della loro corolla; ( Lamia, dal greco, =
corolla).
È infestante dei giardini e dei campi coltivati.
Ha foglie opposte incrociate
31. Malva
INDICE
MALVA
MALVA SYLVESTRIS
FAMIGLIA MALVACEE
Genere di piante erbacee delle malvacee
(famiglia di piante erbacee e legnose delle
regioni temperate e calde, con fiori a cinque
petali e frutti a capsula; Si conoscono circa 900
specie, parecchie di esse forniscono fibre tessili
(cotone, ibisco, sida).
Comprende l’altea, l’ibisco, la malva, il
cotone).
LUOGO DI RACCOLTA: diffusa in tutta
Italia, frequente nei luoghi erbosi, negli orti,
nei campi abbandonati, presso i ruderi e ai
margini delle strade.
FOGLIA: le foglie superiori sono reniformi,
arrotondate, divise in 3 o più lobi con il
margine dentellato; lungamente picciolate
ed increspate quelle inferiori.
Tutta la superficie è ricca di peli.
32. MALVA
INDICE
È assai pregiata per le sue proprietà terapeutiche. Con le
foglie si fanno decozioni mucillaginose e cataplasmi, i
fiori servono più particolarmente per infusioni e tisane;
molto usate in medicina; i fiori (colore rosa tendente al
viola) si impiegano come emollienti per la cura di lievi
forme catarrali delle prime vie bronchiali.
È anche commestibile, infatti, si possono fare frittate con
uova, parmigiano e malva.
FIORE: i fiori si presentano riuniti a due o a tre e hanno
un lungo peduncolo.
La corolla è regolare, simmetrica, di colore rosa-viola e
formata da 5 petali più o meno riuniti alla base.
Fiorisce da maggio a settembre.
I fiori, arrotondati, contengono molti acheni.
CURIOSITA': è usata in erboristeria per il suo potere
emolliente e sedativo.
Già nel secolo VIII a.C. i giovani germogli di " Malva
Sylvestris" venivano consumati come verdura e questa
Sylvestris
abitudine persistette anche in epoca romana.
Ne parlano Cicerone, il poeta Marziale ed il naturalista
Plinio.
33. MENTA
Menta
INDICE
Genere di piante erbacee dicotiledoni
della famiglia delle labiate, con fusto
labiate
peloso, foglie ovate, odorose e
fortemente aromatiche, fiori a spighe
cilindriche.
Parecchie specie sono spontanee lungo i
fossi e nei campi e anche coltivate per
distillarne l'essenza, con cui si fanno
liquori, pasticche, caramelle.
La specie più comune in Italia è la
Mentha viridis; specie pregiate sono la
M. crispa e la M. piperita, la cui essenza
è usata in farmacia per le sue proprietà
carminative e diaforetiche.
34. Bosso
Bosso
INDICE
Il genere Buxus comprende diverse
specie di alberi e arbusti spontanei
anche in Italia, di cui solo una è
coltivata diffusamente: il Buxus
Sempervirens. Famiglia delle
Euforbialicee.
Si tratta di un arbusto rustico,
sempreverde utilizzato per siepi e
bordure: può essere modellato in
forme diverse, data la sua ottima
capacità di tollerare le potature.
Per questo motivo è stato utilizzato
nei giardini all'italiana.
e lasciato crescere, può
raggiungere i 5 m d'altezza, ma lo
sviluppo è lentissimo. Ha una
chioma compatta, formata di
piccole foglioline ovali, verdi
scure, lucide.
35. TIGLIO
INDICE
Genere Tilia, famiglia delle tiliacee, ordine delle
malvali, dicotiledoni dialipetale.
Al genere Tilia sono ascritte numerose specie
per lo più arboree con foglie alterne a margine
intero o crenato-dentato, provviste di stipole
caduche. Le foglie cordiformi (a forma di cuore)
sono seghettate al margine con molte nervature,
profumata fioritura in Luglio. I fiori hanno 5
sepali e 5 petali e sono riuniti in infiorescenze; il
frutto può essere secco o carnoso (dipende dalla
specie) e di vario tipo: noce subrotonda, od
altro.
Altezza: 20-30m circa, dal portamento vigoroso
a chioma ovale arrotondata e regolare, corteccia
grigio-scura con varie screpolature non molto
profonde. La moltiplicazione avviene attraverso
il seme, raccolto in autunno e tenuto in sabbia
sino in primavera.
Tiliacee o tigliacee
Famiglia di piante dell'ordine delle malvali che
comprende specie quasi tutte arboree, qualcuna
fruticosa, pochissime erbacee con foglie alterne
e stipolate. Vi appartengono i generi Tilia (il
36. TIGLIO
INDICE
Il fogliame dei Tigli cade
presto in autunno ed è
soggetto ad attacchi di afidi
che ricoprono le foglie di
melata formata dal loro
zucchero. Alcune volte si
installano dei funghi che
deturpano le foglie con
maculature nerastre.
In Italia vivono due specie di tiglio:
tiglio
•
T. cordata (tiglio sel- vatico), albero di terza
grandezza (fino a 20 m) a tronco grosso e breve con
corti rami robusti e numerosi; la corona è densa e
ampia e di forma tondeggiante;
•
T. platyphyllos (tiglio nostrano) alto anche
35 m. Sono piante di origine tropicale Europa Sud
Orientale e Asia Occidentale, diffuse tuttavia anche
in regioni meno calde. Il frutto è dotato di un'ala
che ne facilita la disseminazione per mezzo del
vento; l'ala non è altro che una brattea che
accompagna i frutti stessi.
Lungo i viali e nei parchi delle città, oltre alle due
specie suaccennate vengono coltivate T. americana,
T. tomentosa e T. euchlora. Il Tiglio è resistente al
calore e alla siccità, vive anche su suoli calcarei e
l’accrescimento è relativamente lento.
Il tiglio viene coltivato anche per il legno, chiaro,
flessibile e omogeneo (lavori di ebanisteria, tasti di
pianoforte ecc.); per la corteccia (preparazione di
fibre); per le foglie (foraggio, farmaci diaforetici
ecc.) e per i fiori (infusi).
37. Rosa Canina
INDICE
Vai a Diap. 64
Arbusto delle Rosali fornito di
spine ricurve, con foglie
composte e seghettate e fiori
grandi variamente profumati e
colorati.
Ha un frutto rosso.
Della bacca si mangia solo la
polpa, i petali, infatti,
bruciano.
I petali hanno azione
astringente; vengono utilizzati
per preparare il miele rosato.
Il frutto è ricco di vitamina C,
viene utilizzato per preparare
tisane e conserve.
38. Abete Rosso
Comunemente vengono chiamati abeti le
conifere appartenenti a due diversi generi:
Abies e Picea.
Il genere Abies comprende alberi
sempreverdi, dalla tipica forma conica e dalle
foglie aghiformi.
Tra le più coltivate, ricordiamo l'Abies Alba,
che è il comune abete bianco, diffuso in Italia
nei boschi montani, dove arriva a toccare
l'altezza di 40 m.
Ha un portamento piramidale che si modifica
però con l'età, allargandosi, e un tronco liscio,
grigio-argenteo, che lo differenzia dall'abete
rosso (che ha corteccia più rossastra).
Gli aghi sono piatti, lucidi inferiormente e
lunghi 2-3 cm; i coni, eretti, sono di colore
verde chiaro da giovani e bruno-rossastro
quando maturano.
Come tutte le conifere, questa specie mal si
adatta all'atmosfera inquinata delle città.
INDICE
39. Pioppo Tremolo
Pioppo
Genere di piante arboree delle
salicacee, a rapido sviluppo, coltivate
a scopo ornamentale e per la
produzione di cellulosa e legname.
Hanno foglie alterne, espanse, lungo
picciolo e amenti maschili penduli, i
frutti (capsule) a maturità liberano
semi cotonosi.
Il pioppo bianco o gattice (Populus
alba)
ha
foglie
inferiormente
biancastre.
Il pioppo tremulo (Populus tremula)
ha foglie cuoriformi lungamente
spicciolate.
INDICE
43. Prunus
INDICE
PRUGNOLO
Strozzapreti
Prugnolo (o prugno selvàtico).
Prunus spinosa.
Pianta arbustiva e spinosa
delle rosacee, spontanea in
Europa, Africa settentrionale e
Asia occidentale; comune nei
boschi.
Ha foglie ovali,di colore verde
cupo, fiori bianchi, compaiono
all’inizio della primavera.
Le foglie vengono utilizzate
per tagliare il tabacco.
I frutti tondi (prugnole),
nerastri e aciduli, sono usati
per preparare liquori.
45. MUGHETTO
convallaria majalis
INDICE
Il mughetto appartiene alla famiglia delle liliaceae, è un’erba
spontanea delle zone ombrose dei boschi e è coltivata a scopo
ornamentale. È una pianta erbacea con piccolo rizoma
ramificato.
Le foglie lanceolate e lucenti, dalle nervature longitudinali,
sbucano da terra da un fusto sotterraneo orizzontale e ramificato
e avvolgono lo stelo per proteggerlo dalle ultime gelate. Su
quest’ultimo si formano, ogni primavera lungo lo stelo, fiori
bianchi e profumati a forma di sonagli, volti tutti dallo stesso
lato e riuniti a grappolo semplice. Ogni fiorellino ha perigonio
gonotepalo forgiato a campana con sei denti a margine.
Il suo frutto è una bacca rossa e la pianta fiorita è assai
velenosa, contiene, infatti, due glucosidi estratti e usati in
medicina come tonico cardiaco per la presenza di una sostanza
che rallenta e rinforza i battiti cardiaci.
In botanica la pianticella è chiamata convallaria majalis. Il
primo nome deriva da quello latino di lilium convallium che
significa “giglio delle valli” (da convallis: “valle chiusa da
montagne”, che fa riferimento all’habitat naturale della pianta),
il secondo significa “di maggio”.
Il nome mughetto invece deriva dalla traduzione francese
“muguet”, da “noix musquette”: noce moscata, a causa del suo
profumo che può provocare disturbi a chi l’aspira.
46. CAMOMILLA
MATRICARIA
FAMIGLIA ASTERACEE
INDICE
Il nome di quest'erba deriva dal greco "CHAMAI"
che significa "SUL TERRENO".
LUOGO DI RACCOLTA: comunissima nei campi
e nei luoghi incolti, si incontra al bordo dei sentieri e
lungo le massicciate ferroviarie.
presenta foglie suddivise in lacinie molto frastagliate
a segmenti stretti ed allungati.
Se strofinata emette un gradevole profumo aromatico.
FIORE: è un'infiorescenza con due tipi di fiori.
Gli esterni, femminili, sono bianchi a forma di
linguetta.
Gli interni sono ermafroditi, piccoli, gialli e tubolosi.
Fiorisce da maggio a settembre.
CURIOSITA':
è largamente usata nella medicina
popolare ed in erboristeria. Ha proprietà
antispasmodiche, febbrifughe calmanti.
Un tempo si credeva che la camomilla fosse stata
posta sotto il segno del sole e quindi era adorata
dagli antichi egizi che l'avevano dedicata agli Dei.
Presso i latini era ritenuta un valido rimedio contro i
morsi dei serpenti velenosi.
47. Pioppi
INDICE
Osservazione
La città non deve essere
solo in armonia con il
fiume che l’attraversa,
ma anche con la
campagna
che
la
circonda, cercando di
trovare
un
buon
equilibrio tra prati,
campi e edifici senza
rovinare la bellezza e la
delicatezza di questo
paesaggio da proteggere
e da valorizzare.
51. Robinia
ROBINIA
(dal nome del botanico francese
Jean Robin).
Pianta arborea o arbustiva della
famiglia delle leguminose, detta
impropriamente acacia; il frutto è
un legume appiattito.
E' estesamente coltivata e cresce
ovunque allo stato selvaggio.
Originaria
dell'America
Settentrionale, si diffuse in Europa
in
virtù
del
suo
rapido
accrescimento.
Pianta
essenzialmente ornamentale, il suo
legno è usato come combustibile e
per scopi industriali.
INDICE
53. FELCE
INDICE
FELCI
Denominazione comunemente usata per
indicare le piante appartenenti alla sottoclasse
delle filicide, classe delle filicopside, divisione
delle pteridofite, costituenti il grande
raggruppamento delle crittogame vascolari.
Si tratta dunque di piante munite di veri e propri
vasi conduttori e quindi cormofite.
Le felci si presentano per lo più come forme
erbacee dalle fronde ben sviluppate, spesso
divise e suddivise, palmate oppure pennate od
anche intere. Esistono anche varie forme
arboree, tutte tropicali, e anche specie lianose.
Quelle arboree hanno fusto eretto ricco di foglie
e di radici avventizie; possono raggiungere
notevoli dimensioni.
Nelle regioni temperate le felci hanno uno
sviluppo meno appariscente; il fusto è spesso
metamorfosato in rizoma sotterraneo, per cui
sono visibili soltanto le foglie.
55. SALICE
INDICE
SALICE
Nome italianizzato del Salix, genere di piante
salicacee, ordine delle salicali, tipicamente
rappresentato dal s. bianco (Salix alba), albero
dalla corteccia grigiastra e screpolata, con foglie
alterne, lanceolate, finemente seghettate, coperte
di peli serici, specialmente sulla pagina inferiore,
munite di piccole stipole lanceolate.
I fiori sono ridotti a stami o ai soli pistilli,
disposti in spighe unisessuali.
Si utilizza la corteccia che contiene un glucoside
(la salicina), amido ed acido tannico. In Italia
sono coltivate almeno altre sei specie di salice.
Salice piangente.
Specie di salice (Salix babylonica) alto da 6 a 9
metri, con rami pendenti, con i ramicelli
lunghissimi, gracili e flessibili.
Nativa dell'Asia Minore, venne introdotta in
Europa verso la fine del XVII sec. e coltivata a
scopo ornamentale.
56. CANNUCCIA
Cannuccia
Nome comune del Phragmites
vulgaris, pianta delle graminacee
con rizoma strisciante e
pannocchie dense, violacee o
giallastre.
E' quasi cosmopolita, frequente
sulla riva di stagni e corsi
d'acqua, dove forma densi
canneti.
INDICE
57. INDICE
Olmo
OLMO
Genere di piante arboree delle olmacee, con foglie
ovate seghettate e asimmetriche alla base,
glomeruli di fiori (ermafroditi) a petali e samare
per frutti.
Albero longevo e maestoso: cresce selvatico nei
boschi, dà legname da lavoro e da ardere; la foglia
può servire da foraggio.
In medicina viene utilizzata la parte interna della
corteccia, che, grazie al suo contenuto di acido
tannico e di mucillagine, esercita azione sia
stomatica e astringente, sia emolliente e diuretica.
Il legno ottenuto dall'olmo, il fusto del quale può
raggiungere oltre 30 m d'altezza, ha colore
rossastro, è duro, elastico e compatto.
Ha un peso di 0,6-0,8 grammi al cmc se essiccato,
di 0,8-1,20, se verde.
Il suo modulo elastico normale è di poco inferiore
a quello del faggio.
L'olmo campestre (Ulmus campestris), un tempo
tutore della vite, è usato in parchi e giardini.
59. Gelso
GELSO (Morus alba)
Denominazione comune di
piante arboree delle moracee,
appartenenti al genere Morus.
Le due specie più note sono:
- il gelso bianco (Morus alba),
d’origine cinese e largamente
coltivato,
con
foglie
cuoriformi
usate
per
l
´alimentazione dei bachi da
seta;
- il gelso nero (Morus nigra),
originario
dell’Anatolia
e
ormai spontaneizzato come
pianta
da
frutto,
con
infruttescenze rossastre o
nere,
carnose
e
dolci,
chiamate more.
INDICE
60. Rovo
(Rubus idaeus)
Genere di piante arbustive delle
rosacee con fusti sdraiati,
angolosi, aculeati, fiori rosei e
frutti eduli detti more.
Rubus fruticosus
Fusto e foglie provviste di spine, le
foglie alterne pennate, seghettate. fiori
da rosa a bianchi a 5 elementi.
Frutti a forma di mora di colore nero.
Curiosità popolari: se i frutti vengono
mangiati dopo il 29-9, si dice che sopra
di essi ci abbia sputato il diavolo (in
realtà dopo questo periodo sono acerbi).
INDICE
Rubus idaeus è il lampone.
61. Favagello
RANUNCULUS FICARI
Appartiene alla famiglia
delle ranuncolacee.
Da non confondere
Con la celidonia delle
Papaveracee con foglie
lobate e non cuoriformi.
È uno dei ranucoli più
precoci.
INDICE
62. Piantaggine
INDICE
PLANTAGO MAJOR
FAMIGLIA PLANTAGINACEE
Il nome generico "PLANTAGO", deriva dal latino
"PLANTA" che significa "PIANTA DEL PIEDE", e
descrive la forma delle larghe foglie di talune specie.
E' in grado di sopravvivere agli strappi e agli
schiacciamenti perchè altre foglie spuntano alla base
della pianta protetta dal suo portamento aderente al suolo
LUOGO DI RACCOLTA: comune negli incolti, lungo
vie e sentieri, soprattutto su terreni calcarei. La linfa è di
natura basica (ammoniaca), può essere usata per
tamponare punture di natura acida (insetti o ortica).
FOGLIA: pianta perenne, ha foglie in rosetta, il picciolo
è appiattito ed allargato alla base. La lamina è ovale,
lunga quasi il doppio del picciolo, la superficie è per lo
più glabra, il margine ondulato e le nervature ben
marcate convergenti verso l'apice.
FIORE: è una grossa infiorescenza, a forma di spiga di
10/20 cm. cilindrica e verdastra, che produce semi con
una certa abbondanza. Essi sono l'ideale per il nutrimento
degli uccelli. Fiorisce da maggio a settembre.
CURIOSITA': Il suo polline è una delle cause più
comuni d'allergia.
63. Violette
INDICE
Genere di piante, prevalentemente
erbacee, delle violacee, comuni
soprattutto nei boschi; hanno
foglie spesso cuoriformi e fiori con
5 petali di cui uno è speronato,
variamente colorati e frutto a
capsula
Appartengono:
- Viola odorata o mammola, con
foglie cuoriformi crenate fiori
odorosi, violetti, spontanea nei
boschi e lungo le siepi.
- Viola hirta e Viola canina, a
quello delle viole del pensiero o
pensée,
con
foglie
inferiori
cuoriformi e superiori allungate,
coltivate per i fiori violetti, gialli e
bianchi, molto grandi
- V. tricolor e V. lutea;
Foglie e fiori forniscono un’essenza
usata in profumeria.
64. Ortica
LUOGO DI RACCOLTA:
è una pianta comune in tutt'Italia ai margini dei boschi, nelle
siepi e lungo le strade di campagna.
FOGLIA: lembo lanceolato con la base arrotondata e
l'apice acuto, il margine seghettato ed i peli urticanti, che
anche in proporzione minima, producono i ben noti
arrossamenti.
FIORE:
il singolo fiore è trascurabile, formano una lunga
pannocchia di fiorellini verdastri.
Fioritura dalla primavera all'autunno.
CURIOSITA':
contiene diverse vitamine (es. la
vitamina C) e diversi elementi (es. il ferro), quindi, cotta o
cruda, è un buon alimento. E' diuretica e depurativa.
I romani si sferzavano con le ortiche per prevenire i
reumatismi.
C'è chi afferma che la presenza delle ortiche rende le piante
vicine più resistenti agli insetti e terrebbe lontane lumache e
pidocchi.
Lungo i secoli è stata usata per ricavarne tessuti, cibo e
medicinali.
Le ossa di un danese dell'età del bronzo sono state trovate
avvolte in un tessuto fatto di fusto di ortica
Sino al secolo scorso, in Scozia, si adoperavano lenzuola e
tovaglie fatte con le ortiche.
INDICE
65. INDICE
Erba Salina
Pianta erbacea delle Poligonali appartenente al genere Rumex,
diffusa nei prati con fusti eretti e foglie a forma di saetta di sapore
acidulo.
Talora sinonimo di acetosella, o trifòglio acetoso, erba brusca.
Acetosella (Oxalis acetosella)
Pianta erbacea delle ossalidacee, spontanea in Italia; le foglie, dal
sapore acidulo, contengono acido ossalico usato come solvente per
togliere le macchie di ruggine o di inchiostro.
66. Margheritina
INDICE
BELLIS PERENNIS
Delle Asteracee
Appartiene alla famiglia delle composite .
- fiori in capolini solitari, tubulosi gialli, fusto
peloso.
LUOGO DI RACCOLTA: è comune nei
prati, nei luoghi incolti, lungo i sentieri e
nei parchi.Diffusa in tutta Europa.
FOGLIA:
le foglie formano una
piccola rosetta basale, obovate, altezza 310 cm.
Hanno forma spatolata, con picciolo corto
e largo, e bordo generalmente crenato.
FIORE: quello che noi chiamiamo fiore, in
realtà è una infiorescenza a capolino,
portata da un lungo gambo.
I singoli fiorellini sono di due tipi: quelli
periferici, di colore bianco-rosei, sono
sterili, mentre quelli centrali, che formano
il bottone, sono tubolosi gialli e fertili.
67. BETULLA
INDICE
La varietà europea di questa pianta, la Betulla
alba, resiste alle temperature più fredde e si
trova specialmente nell'Europa settentrionale
fino al Circolo Polare.
Altra varietà sono la Betulla nana e la Betulla
lenta che è nera e dà prodotti che hanno utile
applicazione in medicina.
Il legno della betulla non è utilizzato ma la
corteccia, ben resistente all'umidità, è stata
adoperata dagli Indiani d'America per ricoprire
capanne e per far canoe.
Si adopera anche per conciare pelli.
La Betulla lenta o betulla dolce fornisce un olio
pesantissimo ma molto volatile, di odore
penetrante e colore giallastro, che contiene il
99% di salicilato di metile ed è usato nella
medicina popolare per la preparazione di decotti
impiegati nei reumatismi articolari e muscolari,
nelle nevralgie, nelle lombaggini.
68. ROVERE
(QUERCUS PETRAEA)
Rovere
INDICE
Genere di alberi sempreverdi o caducifogli
della famiglia fagacee (Quercus) delle regioni
temperate dell'emisfero settentrionale; tronco
poderoso, contorto, con corteccia spessa,
screpolata nelle piante adulte; foglie dentate
o
lobate,
brevemente
picciolate;
fiori
unisessuali, i maschili in amenti penduli, i
femminili in spighe; frutti a noce subglobosa
od oblunga (ghiande), circondati da un
involucro di brattee (cupola).
La nostra flora comprende: la rovere e la
farnia, che forniscono i legnami di massimo
pregio; il cerro, che fornisce legnami molto
più scadenti; il leccio e la sughera, a foglie
sempreverdi,
che
forniscono
legnami
scadentissimi,
ma
viceversa
prodotti
secondari di grande valore (sughero, tannini,
ghiande).
Una varietà o specie affine è la Quercus
pubescens detta roverella
70. ROVERELLA
QUERCUS PUBESCENS
Pianta arborea delle fagacee,
affine alla Rovere con foglie
inferiormente biancastre, fornisce
un buon legno per traversine
ferroviarie, attrezzi agricoli, ecc.
Cresce in prevalenza nell'Europa
meridionale e Asia occidentale, in
Italia è diffusa particolarmente
nel Mezzogiorno.
INDICE
71. LARICE
INDICE
Conifera della famiglia delle pinacee con foglie
caduche d'inverno.
E' frequente nelle Alpi e negli Appennini tra gli 800 e i
2.000 m e preferisce terreni ricchi e ben drenati.
Cresce preferibilmente su detriti di falda, su morene e
depositi alluvionali e ha un ricco sottobosco usato
spesso come pascolo. In altezza arriva sino a 30 m, ha
radici molto robuste, tronco ricurvo alla base e vetta
allungata, con rami disposti disordinatamente.
La corteccia è rosso-bruna, le foglie sono aghiformi e
di colore verde chiaro che in autunno prima di cadere
sono giallo oro.
I fiori femminili hanno squame rosso porporine, quelli
maschili giallastre. I coni piccoli ed eretti maturano in
un anno; i semi sono alati.
Il larice viene usato per rimboschimenti e come
legname, per pali telegrafici, cancellate, costruzioni
navali, ferroviarie e tranviarie.
La sua corteccia per le proprietà diuretiche, balsamiche
e astringenti viene usata in medicina, tintoria e
conceria.
Dalle resine dei l. che crescono in Alto Adige viene
estratta la trementina.
72. SANGUINELLA
SANGUINELLA
Cornus sanguinea
Appartiene alla famiglia delle cornacee.
Caratteristiche: arbusto a foglie caduche
con
rametti
rossi;
foglie
opposte,appuntite,tormentose;
infiorescenze bianche, a 4 petali, al
termine di rametti giovani; drupa blu;
altezza 1,5 - 5 m.
Fioritura: maggio giugno
Habitat: boschirivieraschi
è una pianta pioniera.
INDICE
Cornacee.
Famiglia di piante dicotiledoni, che
comprende meno di cento specie; ha
affinità con le caprifogliacee e con le
ombrellifere. Vi appartengono il corniolo,
la sanguinella, ecc.
73. CALENDULA
INDICE
CALENDULA OFFICINALIS
Famiglia: Asteraceae (compositae)
La Droga: capolini, sommità fiorite e foglie
Dove si trova: In tutta Italia, cresce nei campi nei giardini e nei
prati
Come si usa la droga:
Proprietà: Emmenagoghe, coloretiche, antispasmodiche, anti
innfiammatorie, decongestionanti, lenitive, idratanti.
Principi attivi:
Caroteni, olio essenziale, resine , muccillagini.
Uso interno (fiori):
Per favorire le regole mensili, per attenuare il dolore
addominale.
Infuso: 1g in 100ml d’acqua una tazza al giorno
Tintura: 20g in 100ml d’alcool a 25°(a macero per 5 giorni) 2040 gocce al giorno.
Uso esterno: (i fiori o sommità fiorite e foglie):
Per pelli e mucose fortemente arrossate, con vasi dilatati per le
scottature (comprese quelle solari).
Decotto: 6g in 100ml d’acqua, fare lavaggi, sciacqui boccali.
Polpa: applicare sulla parte tenendo a contatto il più possibile.
Uso Cosmetico: Una manciata di fiori infusi nell’acqua molto
calda (oppure il decotto), esercita un effetto addolcente,
decongestionante. Le mani screpolate traggono giovamento
dall’immersione per 10 minuti nel decotto.
74. SALVIA
PRETENSIS
FAMIGLIA LABIATE
INDICE
Il nome deriva dal latino "SALVARE", con chiaro
riferimento alle proprietà medicinali di questa
pianta.
LUOGO DI RACCOLTA: nei prati, ai margini delle
strade e dei viottoli.
FOGLIA:
le foglie basali sono ovali, allungate,
rugose; alcune intere, altre lobate. La disposizione è
opposta.
FIORE: è di un bel colore azzurro vivo. La forma è quella
di una bocca aperta: il labbro superiore è semplice, quello
inferiore ha tre lobi. Presenta un marchingegno curioso per
la impollinazione: lo stilo del pistillo e le antere degli stami
sono posti in modo tale che quando l'insetto penetra nel
fiore, per succhiare il nettare, il dorso sfiora lo stilo e vi
abbandona il polline.
Fioritura da maggio a settembre.
CURIOSITA':
nell'antico Egitto, ne veniva dato da
bere il succo alle donne per renderle fertili; questa
consuetudine si era tramandata anche a Roma dove si
affermava che la salvia "tratteneva ciò che era stato
concepito e lo vivificava".
Per i romani, che la consideravano un'erba sacra, chi
raccoglieva la salvia doveva prima lavarsi e purificarsi,
indossare una tunica bianca, essere a piedi nudi e offrire un
sacrificio.
75. AUTORI
•CLASSI 3^A e 2^B del Liceo delle Scienze Sociali
•Insegnanti coordinatori: Antonio Arci – Luigi Chini e
Giacomo Camuri
•Gruppo di Educazione Ambientale del’Istitito Magistrale
Maffeo Vegio
•Con la collaborazione degli insegnanti dell’Orto Botanico
dell’Istituto: Marina Lombardini e Maria Pisati
INDICE
LEGGENDA:racconta una leggenda, che un giorno l'Angelo dei Fiori vide un prato spoglio, senza neppure un fiore.
L'Angelo chiese allora alle rose, ai tulipani, ai gigli e alle dalie di andare in quel prato, ma tutti questi fiori, superbi perchè erano coltivati nei giardini, risposero di no.
Solo un fiorellino, umile e poco appariscente, si offrì di andare in quel prato a rallegrarlo con la sua presenza.
Con la margherita andarono altri fiori selvatici: i ranuncoli, le primule e le violette.
Fu per questo, dice la leggenda, che da quel giorno la margherita fu considerata la regina dei prati.
acero
LEGUMINOSE
Piante erbacee o legnose della sottoclasse delle dicotiledoni dialipetale. Le foglie sono generalmente composte e con stipole; i fiori ermafroditi sono bilaterali con corolla papilionacea composta di cinque petali diseguali: uno stendardo superiore, due ali laterali e due petali inferiori saldati a formare una carema; gli stami sono dieci saldati per i filamenti (monoadelfi), spesso sono nove saldati e uno libero (diadelfi); il pistillo ha un ovario supero monoloculare che si trasforma in legume o baccello. Le l. hanno la proprietà di utilizzare l'azoto, tramite dei batteri che entrano in simbiosi annidandosi nelle radici. La famiglia comprende circa 500 generi divisi in 13.000 specie diffuse in tutto il mondo. Fra queste ricordiamo le più comuni: il pisello, il fagiolo, la fava, il trifoglio, l'erba medica.
RIPRODUZIONE
Tutte le felci presentano come carattere comune l'accartocciamento delle foglie in seno alle gemme, sicché esse si raddrizzano soltanto quando il lembo comincia a spiegarsi (prefogliazione circinata).
Un'unica cellula dell'epidermide dà origine agli sporangi e questi possono essere isolati oppure, come più spesso accade, sono riuniti in sori nella pagina inferiore della fronda.
Le foglie che portano gli sporangi possono essere uguali a tutte le altre fronde (troposporofilli), oppure diverse (sporofilli); spesso esistono anche foglie sterili dette trofilli.
I protalli, di regola, hanno forma laminare e ricordano un cuore; non sono mai più larghi di qualche centimetro. Sulla loro parte inferiore, al riparo dalla luce, si trovano i rizoidi (sorta di radici) e i gametangi (apparati in cui si formano i gameti).
Il salice ripaiolo (salix eleagnos)
È un altro salice con foglie molto strette proveniente dall’europa centrale, in particolare lungo i fiumi delle Alpi.
Ha infiorescenze molto strette e ricurve.
TIFACEE
Famiglia di piante dell'ordine pandanali, comprendente specie palustri ed acquatiche, per lo più perenni, con rizoma strisciante e foglie strette, lineari, inguainate alla base, con infiorescenze monoiche disposte a spighe. Delle specie tropicali e delle regioni temperate si conosce solo il genere Typha. In Italia sono frequenti le tife lungo i fossi, le paludi e le rive dei fiumi. Hanno aspetto di canne palustri, con infiorescenze cilindriche intorno agli scapi e appena sotto di questi.
OLMO
In America viene particolarmente sfruttato l'olmo rubro, la cui corteccia è ricchissima di una mucillagine capace di assorbire una grandissima quantità d'acqua; si usa soprattutto come ingrediente nella preparazione di pressari e di suppositori.
RANUNCOLO DEI PRATI
RANUNCULUS ACRIS
FAMIGLIA RANUNCOLACEE
Da sempre tipico della nostra campagna, sopravvive nonostante il crescente uso dei diserbanti.
Tra maggio e luglio non c'è quasi prato su cui non brilli l'oro del ranuncolo.
FOGLIA:si presenta elegante, sostenuta da un lungo picciolo, lavorata e suddivisa in segmenti.
Le foglie superiori sono più semplici e meno divise.
FIORE:è di un brillante colore giallo-oro. Formato da 5 petali. I 5 sepali, coperti da peli, formano un calice.
CURIOSITA':produce una sostanza chimica velenosa per i bovini (che di solito evitano spontaneamente di mangiarlo allo stato fresco nei pascoli). Con l'essicamento la sostanza velenosa si degrada e qualsiasi ranuncolacea può essere consumata, senza danno, dal bestiame.
Nel passato si asseriva che le radici di ranuncolo schiacciate nel sale curassero la peste, provocando vesciche che facevano fuoriuscire il male; i fiori portati in un sacchetto appeso al collo, invece, avrebbero guarito dalla pazzia.
Piantaggine
Appartiene alla famiglia delle plantaginacee. Le piante del genere sono caratterizzate da foglie in una rosetta basale e da fitti capolini di minuscoli fiori.
La pianta era chiamata dai pellerossa "orma di uomo bianco" perchè la sua disseminazione accompagnava l'avanzata dell'uomo bianco in America dove la piantaggine era sconosciuta prima della colonizzazione europea.
MARGHERITA
BELLIS PERENNIS
FAMIGLIA ASTERACEE
L'aspetto gradevole della margherita è riproposto nel nome del genere che deriva dal latino "BELLA": GRAZIOSA. I capolini si aprono la mattina presto e si chiudono la sera e anche nei giorni nuvolosi, quando gli insetti impollinatori sono meno attivi.
Mancano i pappi tipici della famiglia.
CURIOSITA':numerosi scrittori hanno apprezzato e lodato l'umile pratolina.
Così la ricorda il poeta Shelley: "STELLE PERLACEE DELLA TERRA, COSTELLAZIONI FIORITE CHE MAI TRAMONTANO".
LEGGENDA:racconta una leggenda, che un giorno l'Angelo dei Fiori vide un prato spoglio, senza neppure un fiore.
L'Angelo chiese allora alle rose, ai tulipani, ai gigli e alle dalie di andare in quel prato, ma tutti questi fiori, superbi perchè erano coltivati nei giardini, risposero di no.
Solo un fiorellino, umile e poco appariscente, si offrì di andare in quel prato a rallegrarlo con la sua presenza.
Rovere (Quercus petraea)
Pianta arborea delle fagacee, di grandi dimensioni e con chioma compatta; ha foglie picciolate e ghiande sessili; fornisce un legno pregiato.
Rovere (Quercus petraea).
Il rovere è un albero alto dai 18 ai 30 m, con tronco tozzo, chioma rotondata; foglie sinuato-lobate, spesso pubescenti di sotto; ghiande sessili; squame della cupola in gran parte libere. Cresce in Europa e Asia Minore, dove forma boschi ed è anche coltivata. Presenta numerose varietà; in Italia è diffusa fino a 1.300 m s/m. La corteccia è utilizzata principalmente per la conservazione delle pelli; il legname ha svariate applicazioni (molto usato in falegnameria e nelle costruzioni, in particolare in quelle navali).
Tradizionale albero sacro, la q., simbolo di forza, vigore e virtù eroica, riveste grande importanza nella religione dei popoli indoeuropei, a cominciare dai greci che associavano il grande albero a Zeus, il dio supremo del cielo e del fulmine (la q., svettante e solitaria, pareva essere colpita dal fulmine con maggiore frequenza rispetto agli altri alberi). Uno dei più antichi e famosi santuari della Grecia era a Dodona, dove sorgeva una q. profetica consacrata a Zeus, e la voce del dio veniva udita nello stormire delle foglie dell'albero e nello scoppio dei fulmini durante i temporali. Anche nell'Italia antica ogni q. era sacra a Giove, dio supremo della pioggia e del fulmine. Essendo i re di Roma un simbolo vivente del dio della q., ossia di Giove, nella corona d'oro che veniva posta sul loro capo erano scolpite foglie di q. Inoltre una coroncina di foglie di q. faceva parte delle insegne degli antichi re di Alba Longa e dei loro successori, i re di Roma. Anche sul Campidoglio era posta una corona di q., sacra a Giove e a Giunone. Una ninfa della q. era anche Egeria che ispirò i culti religiosi dei romani al suo sposo mortale, Numa, secondo re di Roma. Particolarmente diffuso era il culto della q. tra i popoli dell'Europa centrale. I Celti della Gallia e i Druidi sceglievano boschi di q. per celebrarvi i loro riti solenni e consideravano sacro il vischio che cresceva su una q. Si credeva infatti che la vita della q. risiedesse nel vischio, poiché d'inverno esso rimaneva verde mentre l'albero perdeva le foglie. I conquistatori celti che si stabilirono in Asia nel III sec. a.C. portarono con sé il culto della q. così che esso si diffuse su nuovi territori. Gli antichi Germani dedicavano particolare solennità al culto degli alberi e la q. era considerata il più sacro degli alberi, dedicata al dio del fulmine (Dunar, Thunar, Thor, ecc.). Anche per gli Slavi la q. era l'albero sacro dedicato al dio del fulmine Perun (il Perkunas dei lituani) in onore del quale venivano mantenuti fuochi perenni. Legati all'antico culto della q. erano anche i fuochi di mezza estate e il rito del ceppo di Natale, che simboleggiavano il fuoco sacro, acceso per frizione del legno di q. e alimentato col legno di quest'albero. L'accensione del fuoco domestico sia nel giorno di mezz'estate che in quello di Natale, diffusa in Germania sino al secolo scorso, simboleggiava il fuoco perenne. Il ceppo di Natale o quello acceso a mezz'estate, consistevano in un pesante blocco di q. che veniva fissato sul piano del focolare in modo da bruciare molto lentamente e da durare per un intero anno. Quando veniva posto il nuovo ceppo si raccoglievano le ceneri di quello vecchio che, nelle notti tra Natale e l'Epifania, si spargevano nei campi per favorire la crescita dei raccolti o, nelle cerimonie di mezz'estate, venivano mescolate al grano pronto per la semina. • Merceol. - Molte, fra le varie specie di q. (Quercus), sono rivestite da una corteccia, più o meno spessa, contenente in misura diversa sostanze tanniche la cui percentuale dipende anche dal luogo e dai sistemi di coltivazione, dall'età della pianta e dalla parte da cui la corteccia stessa proviene. Un tempo detta corteccia aveva grande importanza nell'industria della concia delle pelli ed ancor oggi, nonostante le nuove materie concianti poste in commercio, essa è largamente usata nelle concerie. Perché serva allo scopo la corteccia vien tolta alla pianta o quando questa è ancora in piedi (scortecciamento) o dopo il suo abbattimento (scortecciamento a banco). Per scortecciare la pianta vengono praticate delle incisioni circolari e successivamente dei tagli longitudinali sulla corteccia. Con questo sistema si toglie la corteccia "a cannoni", ovvero in un sol pezzo oppure a strisce di varia larghezza (secondo il diametro del tronco). Lo scortecciamento può anche essere effettuato per mezzo di vapore sovrariscaldato dopo aver posto i tronchi in appositi recipienti. Sulla farnia e sulla rovere lo scortecciamento viene, di norma, praticato su cedui di 15-20 anni di età; sul leccio si usano cedui di 20-25 anni e sempre in primavera. La corteccia viene poi fatta seccare in locali ben aereati. Le corteccie, in commercio, vengono classificate in base al diametro dei tronchi dai quali provengono: "corteccia rugosa" derivata da tronchi di diametro superiore ai 20 cm; "corteccia screpolata", da tronchi di 10-20 cm di ; "cortecciola" proveniente da tronchi di diametro inferiore ai 10 cm. Se dalla corteccia viene tolto il ritidoma (la parte esterna, morta) si ha la "scorza pulita". Altre classificazioni si hanno in base alla parte della pianta da cui la corteccia è stata tolta; oppure in relazione all'età della quercia ("corteccia giovane" o "corteccia vecchia"). Importante è la classificazione basata sul contenuto di tannino. Ci sono così le "corteccie di prima", di "seconda", di "terza" (ottima, buona, mediocre, ecc.). Fra le querce italiane quelle che contengono maggior quantità di tannino sono quelle coltivate in Sardegna e quelle della Maremma Toscana. La sostanza tannante della corteccia è l'acido quercitannico. Oltre che nelle concerie la corteccia di q. trova impiego anche in farmacia. Oltre alle specie di quercia già citate, sono buone fornitrici di tannino anche la Quercia spinosa, la Sughera (Quercia da sughero) e, tra le specie americane la Chestnut oak, la Spanish oak e la California.
PINACEE
Famiglia delle conifere, che comprende alberi a fusto eretto, raramente strisciante o cespuglioso, con foglie aghiformi.
A maturità, le brattee dei fiori femminili lignificano e si forma l'infruttescenza a cono, detta comunemente pigna, chiusa fino alla maturità del seme.
I generi principali: abete, cedro, larice, picea, pino.
Genere di piante erbacee o suffruticose delle labiate, caratterizzate dalla corolla bilabiata, con foglie rugose coperte di peluria grigia, fortemente odorose, usate come condimento o in medicina.
L’erba salvia (S. officinalis) è coltivata per le grigie foglie aromatiche usate in cucina e farmacia.
Salvia pratensis è comune nei prati.
Tra le specie coltivate a scopo ornamentale Salvia splendens, dai fiori rossi, è la più nota.