Presentazione dell'iniziativa "Capire e Superare la Depressione" all'interno della Campagna Nazionale di Promozione del Benessere Psicologico MIP-Maggio di Informazione Psicologica.
La depressione è tra le più dolorose e difficili esperienze umane, deruba chi ne soffre dell’energia, dell'interesse e della volontà di migliorare le cose.
La depressione determina una visione profondamente negativa su sé, il mondo ed il futuro. Durante la depressione, sembra che nulla possa cambiare.
Ma le persone depresse possono stare meglio e la depressione può finire. Esistono dei trattamenti efficaci e delle competenze di auto-aiuto che applicate alla propria vita possono aiutare ad affrontare la depressione.
Depressione e Ansia - Progetto Itaca Bergamoprogettoitaca
Questo video è uno degli strumenti che ITACA sviluppa per aiutare a combattere depressione e ansia. Aiutaci in queso lavoro, donaci il tuo 5 per mille. Per te è gratuito, per noi è molto! C.F. 95140330168
Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- La depressioneValeria Pozzoni
Il secondo modulo riguarda la depressione ed è un argomento molto sentito dai nostri pazienti. Nel corso della discussione è spesso emerso il desiderio di ottenere informazioni anche su altri disturbi dell'umore (ad esempio il Disturbo Bipolare) o patologia psichiatrica (quale la psicosi)
Aspetti psicologici della pma. / congresso Sifiog. Carderi AnnaAnna Carderi
L'inizio di un percorso di programmazione medicalmente assistita può essere una fase critica per la coppia. Infatti il trattamento è soprattutto uno stress psicologico piuttosto che fisico. In tutti i casi di infertilità e procreazione assistita ricorrere al supporto psicologico consente di migliorare la gestione dell’evento in modo da favorire l’esito stesso del trattamento medico.
La condizione di infertilità si accompagna a numerose difficoltà psicologiche che coinvolgono, su diversi piani esistenziali, sia l’individuo che la coppia, dando luogo a vissuti di frustrazione, stress, senso di inadeguatezza e perdita.
Le crescenti conoscenze intorno alle implicazioni psicologiche dell'infertilità indicano come la componente medica e quella psicologica non possano essere separate, sia per ciò che riguarda la diagnosi che il trattamento. In tal senso molti clinici e ricercatori sollecitano ad un approccio olistico all'infertilità, in cui la consulenza psicologica rappresenti parte integrante dei programmi diagnostico-terapeutici.
Seminario sui disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione (nuova definizione DSM-V) tenutosi l'11/12/2015 presso l'Università degli studi di Salerno
Questo materiale è relativo al primo incontro dedicato al tema della diagnosi dell'ADHD, promosso da OPL, nell'ambito della Biblioteca dei Test. Relatore della serata, il dott. Turrini, psicologo e consulente per la casa editrice Centro Studi Erickson.
Presentazione dell'iniziativa "Capire e Superare la Depressione" all'interno della Campagna Nazionale di Promozione del Benessere Psicologico MIP-Maggio di Informazione Psicologica.
La depressione è tra le più dolorose e difficili esperienze umane, deruba chi ne soffre dell’energia, dell'interesse e della volontà di migliorare le cose.
La depressione determina una visione profondamente negativa su sé, il mondo ed il futuro. Durante la depressione, sembra che nulla possa cambiare.
Ma le persone depresse possono stare meglio e la depressione può finire. Esistono dei trattamenti efficaci e delle competenze di auto-aiuto che applicate alla propria vita possono aiutare ad affrontare la depressione.
Depressione e Ansia - Progetto Itaca Bergamoprogettoitaca
Questo video è uno degli strumenti che ITACA sviluppa per aiutare a combattere depressione e ansia. Aiutaci in queso lavoro, donaci il tuo 5 per mille. Per te è gratuito, per noi è molto! C.F. 95140330168
Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- La depressioneValeria Pozzoni
Il secondo modulo riguarda la depressione ed è un argomento molto sentito dai nostri pazienti. Nel corso della discussione è spesso emerso il desiderio di ottenere informazioni anche su altri disturbi dell'umore (ad esempio il Disturbo Bipolare) o patologia psichiatrica (quale la psicosi)
Aspetti psicologici della pma. / congresso Sifiog. Carderi AnnaAnna Carderi
L'inizio di un percorso di programmazione medicalmente assistita può essere una fase critica per la coppia. Infatti il trattamento è soprattutto uno stress psicologico piuttosto che fisico. In tutti i casi di infertilità e procreazione assistita ricorrere al supporto psicologico consente di migliorare la gestione dell’evento in modo da favorire l’esito stesso del trattamento medico.
La condizione di infertilità si accompagna a numerose difficoltà psicologiche che coinvolgono, su diversi piani esistenziali, sia l’individuo che la coppia, dando luogo a vissuti di frustrazione, stress, senso di inadeguatezza e perdita.
Le crescenti conoscenze intorno alle implicazioni psicologiche dell'infertilità indicano come la componente medica e quella psicologica non possano essere separate, sia per ciò che riguarda la diagnosi che il trattamento. In tal senso molti clinici e ricercatori sollecitano ad un approccio olistico all'infertilità, in cui la consulenza psicologica rappresenti parte integrante dei programmi diagnostico-terapeutici.
Seminario sui disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione (nuova definizione DSM-V) tenutosi l'11/12/2015 presso l'Università degli studi di Salerno
Questo materiale è relativo al primo incontro dedicato al tema della diagnosi dell'ADHD, promosso da OPL, nell'ambito della Biblioteca dei Test. Relatore della serata, il dott. Turrini, psicologo e consulente per la casa editrice Centro Studi Erickson.
La gestione del paziente neurologico e non con disturbi dell’umore dal MMG - ...robertobottino1
A cura di Francesco Ragno.
Nel paziente affetto da patologie neurologiche le situazioni di comorbilità rappresentano un aspetto critico rilevante che comporta una serie di problemi aggiuntivi a una gestione già di per sé complessa e che deve essere affrontata in modo appropriato.
La presenza contemporanea di più patologie, oltre ad aumentare la compromissione dello stato di salute complessivo, contribuisce a peggiorare il grado di disabilità e ad aumen- tare il rischio di trattamenti inadeguati e di eventi avversi da farmaci, spesso dovuti alla limitata conoscenza delle interazioni fra molteplici e simultanei trattamenti.
Inoltre, i pazienti possono incorrere in errori nell’uso dei farmaci o decidere in modo au- tonomo di ridurre la quantità e/o la posologia delle terapie associate. Ulteriori problemi sono rappresentati dal numero considerevole di controlli periodici che possono indurre i pazienti a rinunciare a esami clinici, a indagini di laboratorio o strumentali, con ulteriore aumento del rischio generale.
Lo specialista ed il medico di medicina generale sono le figue professionali che più di altre si confrontano con queste situazioni che richiedono un metodo di gestione che superi la settorialità con una visione d’insieme dei problemi con impegni nel counselling ai pazienti e ai familiari.
Vivere con una malattia cronica Navigare tra alti e bassi della vita quotidia...Pill Reminder
Vivere con una malattia cronica non è solo fisicamente esauriente, ma anche emotivamente sfidante. Può essere una montagna russa di emozioni che va dalla frustrazione, all'ansia, alla disperazione e alla determinazione. La malattia cronica spesso comporta dolore, limitazioni e imprevedibilità, che possono avere un impatto sulla salute mentale di una persona. In questo articolo, esploreremo il costo emotivo di vivere con una malattia cronica e forniremo strategie per gestire queste emozioni.
La frustrazione è un'emozione comune che le persone con malattia cronica sperimentano. Può essere frustrante avere limitazioni e non essere in grado di fare ciò che si faceva in passato. Può anche essere frustrante quando i medici non riescono a trovare una cura o a fornire un trattamento efficace. Questa frustrazione può spesso portare a rabbia, che può influire negativamente sulla salute mentale di una persona. Un modo per gestire la frustrazione è concentrarsi su ciò che si può fare invece di ciò che non si può fare. Impostare obiettivi realistici e celebrare piccole vittorie può anche aiutare.
Proposta di creazione di un nuovo centro per la prevenzione ed il trattamento...Raffaella Bisson
Here it follows the the Story of the proposed Center for the Prevention and Treatment of Depression in pregnancy and in post childbirth.
Three years ago I suffered from prenatal and post-childbirth depression. Getting out of it was tough, especially because of the lack of any support structure that could have helped me.
I managed to 'create' a core of support people, including doctors and holistic specialists, all by myself.
Today I am finally happy with my baby.
My dream now is to create a prevention and treatment center for women in distress during pregnancy and post-childbirth, a center capable of providing tangible help to women who are looking for it when they are mostly vulnerable.
I am in contact with a group of highly skilled people, but we need the money to build the facility in a proper location. The structure will be built in a place which has to be deeply in contact with nature, so that even natural healing techniques could be properly supported.
2. I 6 mesi successivi al parto sono il periodo di aumentato rischio di
instabilità emotiva per molte donne
Aumentato rischio di malattie ricorrenti in futuro
Gravi effetti negativi sul bambino e sulla famiglia
Periodo di ricadute e di sviluppo di nuovi disturbi d’ansia
Nessuna causa eziologica specifica
Combinazione di fattori psiscosociali e biologici/endocrinologici
Psicosi PostpartumDepressione PostpartumPostpartum Blues
3. Il nucleo centrale è rappresentato dalla GRAVIDANZA, che può essere
rappresentativa di una fase dello sviluppo in cui la donna acquisisce la
consapevolezza di sé come MADRE, una sensazione di capacità (ability)
di essere madre, in cui sviluppa un legame emotivo con il proprio
bambino.
Il perpuerium, il periodo successivo alla nascita del figlio è un periodo
di ADATTAMENTO.
4. La depressione perinatale causa grave
sofferenza nella donna in un periodo in cui
l’aspettativa sociale, personale e familiare sulla
maternità è di gioia e di esperienza unica.
Questo momento di euforia, di gioia, di serenità
e di felicità viene frantumato dal macigno della
depressione che si abbatte sulla co-protagonista
principale, incapace di recitare il ruolo della
madre felice, serena, allegra, instancabile,
capace di offrire le amorevoli cure materne al
nuovo arrivato.
La frantumazione
5. Nel perpuerium
confronto con…
le variazioni ormonali e del corpo
il recupero del proprio aspetto
la riduzione della libido
modificazioni relazionali con il
partner
rivalutazione del nuovo ruolo
modificazioni delle relazioni
familiari e sociali
6. L’irruzione dei disturbi psichiatrici
In questo periodo di riorganizzazione e di ridefinizione del proprio
equilibrio, la comparsa di un disturbo mentale può avere effetti dannosi
sulla madre e sul neonato.
I disturbi dell’umore perinatali possono indurre effetti negativi sulla
cognizione della maternità, provocare un disimpegno dal ruolo di
accadimento e avere effetti negativi sulla qualità dell’attaccamento al
bambino o al feto e della relazione madre-bambino.
La qualità dello sviluppo psicologico del bambino richiede una appropriata
interazione genitore-figlio.
La qualità delle cure
durante il primo anno di
vita influenzerà la salute
mentale del bambino e il
suo sviluppo cognitivo
successivo.
8. “Postpartum blues” o “baby blues”
• Disturbo dell’ umore transitorio
• Colpisce il 75%-80% delle neo mamme nei 10 giorni
successivi al parto
• Caratterizzata da sintomi:
o pianto, irritabilità, affaticamento, ridotta concentrazione,
ansia e labilità emotiva transitoria.
o di entità lieve o moderata
o limitati nel tempo e non determinano un totale disinteresse
o una completa perdita di piacere o di un persistente umore
ridotto
o Risoluzione spontanea
o Necessità di fornire informazioni ai genitori e ai familiari
a scopo supportivo e rassicurativo
10. Un crescente consenso internazionale scientifico suggerisce
che la depressione postpartum deve essere considerata
come una variante della depressione maggiore.
Tuttavia la durata di questa depressione è ben definita e
caratterizzata.
Introduzione alla PPD
11. Prevalenza della PPD: 7%-20% (USA, UK, Australia).
Altri studi: 10% e il 15%
Più frequente e grave nei paesi in via di sviluppo:
-> il 60% delle madri.
Una anamnesi positiva di depressione maggiore precedente aumenta il
rischio di depressione post-partum fino al 24% e la depressione durante la
gravidanza aumenta ulteriormente la probabilità di depressione post-
partum.
Le donne che hanno avuto precedenti depressioni postpartum hanno un
rischio del 50%-60% di avere un altro episodio depressivo
Epidemiologia dalla PDD
“I freddi dati possono riscaldare la consapevolezza
della conoscenza”
12. Principali fattori di rischio principali
Depressione durante la gravidanza
Ansia durante la gravidanza
Esperienza di vita stressante durante la gravidanza
Esperienza di vita stressante all’inizio del puerpuerio
Bassi livelli di supporto sociale
Bassi livelli di supporto dal partner
Basso livello socioeconomico
Complicazioni ostetriche
13. L’intersezione di fattori
culturali, interpersonali,
socioeconomici può
aumentare il rischio di
PPD: in India, ad
esempio, il rischio di
PDD dopo la nascita
aumenta con le
ristrettezze
economiche, la violenza
coniugale e il sesso
femmiline del bambino
(Patel V et al, 2002)
14. Diagnosi di Depressione PostPartum
I criteri diagnostici per un Episodio Depressivo Maggiore (MDE) secondo
il DSM-IV-TR non differiscono da quelli del periodo postpartum, e
includono almeno 2 settimane di anedonia o umore ridotto, insieme ad
almeno 4 dei seguenti sintomi:
1. Aumento o riduzione dell’appetito
2. Disturbi del sonno
3. Agitazione o rallentamento psicomotorio
4. Bassa energia (astenia)
5. Sentimenti di inutilità
6. Bassa concentrazione
7. Ideazione suicidaria
16. PPD e terapia
• La depressione postpartum può essere trattata
con:
– psicofarmacologia;
– psicoterapia:
• cognitivo-comportamentale
• di gruppo
• individuale
• psicoeducazionale
– Terapie interpersonali e cognitive-comportamentali sono da
preferire nella depressione post-partum.
18. Madre «buona e cattiva»
Il trattamento farmacologico della PDD
necessita di modificazioni nel periodo
postpartum:
– per esposizione ai farmaci del
neonato attraverso
l’allattamento materno
– per gli effetti della depressione
e del suo trattamento sulle
capacità della madre depressa
di prendersi cura del neonato
– per lo stigma percepito di
essere una “cattiva madre”
perché deve assumere farmaci.
Questi fattori, associati ad elevati livelli di stress, alla difficoltà di accesso alle cure e
alle esperienze con precedenti trattamenti antidepressivi, possono influenzare la
decisione della paziente e dei suoi parenti di scegliere tra trattamenti farmacologici e
non farmacologici per la PDD.
19. Cosa ci dicono i principali studi?
• La fluoxetina e la terapia cognitivo-comportamentale
(CBT) migliorano significativamente la PPD, sia da soli
che insieme. Lo studio ha escluso i sintomi più gravi.
(Appleby L et al, 1999).
• La paroxetina da sola o in associazione con CBT dopo 12
settimane ha mostrato un significativo miglioramento
dei sintomi depressivi nella PPD (Misri S et al., 2004)
senza significative differenze tra i due gruppi:
– tasso di risposta:
• 87.5% con paroxetina;
• 78.9% paroxetina + CBT
• Un altro studio con paroxetina ha riscontrato, tuttavia un
alto tasso di interruzione della terapia (52% con
paroxetina vs 41% con placebo) (Yonkers KA et al, 2008)
20. • Un ampio studio (Wisner KL et al, 2008) ha dimostrato
un significativo miglioramento complessivo tra un TCA
(nortiptilina) e un SSRI (sertralina), con un tasso di
risposta (nortriptilina 69%, sertralina 56%), del tasso di
remissione (nortriptilina 48%, sertralina 46%) differente
e con effetti collaterali sono diversi tra i due gruppi.
• Si è osservata una risposta più rapida nel gruppo che ha
ricevuto sertralina, ma la risposta complessiva era
equivalente.
• Diversi studi in aperto hanno trovato la sertralina, la
venlafaxina, il nefazodone, la fluvoxamina e il
buproprione essere efficace nel trattamento della
depressione postpartum.
21. Raccomandazioni cliniche
• Tutti gli antidepressivi sono efficaci nella
depressione post-partum, senza evidenti differenze
tra farmaci in termini di efficacia e effetti collaterali.
• Se la paziente ha risposto in precedenza ad uno
specifico antidepressivo (precedente), quel farmaco
dovrebbe essere considerato di scelta nel
trattamento della depressione post-partum.
• I dati complessivamente suggeriscono l’efficacia
della paroxetina, della sertralina e della nortiptilina
come somministrazione preventiva per ridurre la
probabilità di ricadute.
22. Terapia ormonale
• I dati disponibili che suggeriscono che gli estrogeni
possono migliorare la depressione sono limitati,
• con gli estrogeni è elevato il rischio di iperplasia
endometriale e tromboembolia
• possono diminuire la produzione di latte mammario nelle
donne,
• non dovrebbero essere considerati come un trattamento di
prima scelta nella depressione postpartum.
23. Considerazioni conclusive sulla PPD
• Tutte le donne con una storia di depressione postpartum
dovrebbero essere monitorate attentamente per raccogliere
segni di ricadute durante la gravidanza e il postpartum.
• Può essere utile educare la paziente e la sua famiglia che i
disturbi postpartum sono comuni e trattabili e strategie pratiche
possono ridurre lo stress nelle famiglie a casa e assisterli
giornalmente
• Nei pazienti in cui la depressione è complicata dalla psicosi e da
pensieri suicidari, poiché l’assistenza può alterare le modalità di
trattamento o può influenzare la scelta dei farmaci più indicati.
• Nei pazienti in cui la depressione è complicata dalla psicosi o da
pensieri suicidari l’ECT è spesso il trattamento di scelta per un
rapido miglioramento.
25. • È la più grave malattia postpartum.
• Si manifesta in 1-2 casi su 1000 nascite.
• È ritenuta essere una manifestazione del disturbo bipolare
– Le donne che hanno avuto un episodio di psicosi
postpartum sono a rischio di avere un successivo
disturbo bipolare, suggerendo che la psicosi
postpartum possa essere una sottocategoria del
disturbo bipolare.
– anamnesi positiva di disturbo bipolare è associato n
rischio approssimativo del 20%-35% di sviluppare
psicosi postpartum.
– Il rischio aumenta del 50% in presenza di un disturbo
bipolare e un episodio psicotico postpartum
precedente.
26. Aspetti clinici e gestionali
• Questa condizione è caratterizzata da labilità del
tono dell’umore, agitazione, confusione, pensiero
disorganizzato, allucinazioni e disturbi del sonno.
• Associata ad un elevato suicidio, di abbandono del
neonato e di infanticidio, con la necessità di
ospedalizzazione.
• La valutazione iniziale comprende una anamnesi
medica per escludere eziologie organiche così come
la tiroidite postpartum, la sindrome di Sheehan, il
disturbo autoimmune associato alla gravidanza,
infezione da HIV e stato di intossicazione/astinenza.
La sindrome di Sheehan è uno dei possibili
esiti a distanza di uno shock ostetrico non
adeguatamente trattato.
È causata dalla necrosi dell'ipofisi che, a sua
volta, è provocata dallo shock o emorragia
intervenuta durante o dopo il parto.
La frequenza della sindrome conclamata è
molto bassa; più frequenti sono le forme
attenuate (necrosi solo parziale del tessuto
ipofisario), nei quali la sintomatologia per lo
più si limita ad una prolungata amenorrea
puerperale con o senza agalattia.