2. Introduzione
La depressione nella terza età è curabile nell’80/85% dei
casi. Iniziare un trattamento quando la depressione ad
esordio tardivo è nella fase emergente può impedire che
essa si aggravi e si cronicizzi.
Il farmaco ideale per l’anziano dovrebbe avere
determinate caratteristiche quali: facilità di
somministrazione, selettività d’azione, pochi effetti
collaterali, scarsa tossicità in caso di sovradosaggio,
azione efficace e rapida sui sintomi depressivi, scarsa
interferenza sulla vigilanza e sulle funzioni cognitive.
3. Una particolare attenzione si pone sugli eventuali
effetti collaterali che un farmaco antidepressivo
può avere in un paziente anziano.
I principali effetti collaterali legati alla terapia
antidepressiva possono essere così evidenziati:
ipotensione ortostatica, sedazione, cardiotossicità
ed effetti anticolinergici.
Gli SSRI sono i farmaci di prima scelta nella
depressione nell’anziano in quanto possono
essere somministrati con un buon margine di
sicurezza anche in presenza di altre patologie.
4. Guidelines for management of
depression
Primary Care
Ellis and Smith MJA 2002
Secondary and Specialist Care
Australasian Psychiatry Summary for 2003
Australian and NZ Journal later 2003
Recognition of different subtypes
Antidepressant use related to subtype and severity
6. Prevenzione e fattori di
rischio
Alcuni ricercatori (Lawlor et al,
2004) hanno identificato tra
fattori di rischio
“potenzialmente modificabili”
per lo sviluppo della
depressione negli anziani:
Dolore
Cattiva salute fisica
Sintomi depressivi
7. E’ possibile prevenire la
depressione nell’anziano?
Nell’età avanzata ci sono molte cose che non è
possibile evitare. Non si può cambiare la storia
della depressione, né si possono eliminare i
disturbi mnesici, mentre è possibile intervenire sul
dolore, sulla salute fisica o sui sintomi depressivi
… al fine di prevenire il reale sviluppo di una
depressione.
La presenza di sintomi depressivi pone il soggetto
in un gruppo ad alto rischio.
Necessità di rapido intervento farmacologico in
grado di ridurre i sintomi e di prevenire lo sviluppo
della depressione associato ad altri tipi di
intervento
8. Attività sociali e depressione
Le attività ricreative e sociali possono essere di “primaria
importanza” negli anziani con sintomi depressivi (Saltiel P,
2004).
Utilità dell’approccio al counseling con uno psicologo o un
operatore sociale per manipolare l’ambiente della persone
per coinvolgerlo maggiormente, stimolandone le attività.
Prevenire il suicidio!!!
9. Obiettivi
Caratterizzare le differenti classi di
antidepressivi basati sul loro meccanismo
d’azione
Review la farmacocinetica, gli effetti
collaterali e le interazioni farmacologiche di
questi farmaci
Review le Strategie di Trattamento per la
gestione della depressione basate sui dati
esistenti, l’esperienza clinica e il rapporto
riscio / beneficio
20. Antidepressivi e Sistema
del Citocromo P450
Gli antidepressivi possono essere inibiti, indotti o
modificati da uno più isoenzimi del citocromo P450
La conoscenza del loro profilo enzimatico è utile nel
prevedere le interazioni farmacologiche
Quando un isoenzima è assente o inibito altri possono
consentire una via metabolica secondaria
P450 1A2, 2C (subfamiglia), 2D6, and 3A4 sono molto
importanti nel metaboismo degli antidepresivi e delle
loro interazioni farmacologiche
21. Citocromo P450
Modello generato dal computer del sito attivo del citocromo p450 –
un enzima fondamentale coinvolto nel meccanismo del metabolismo
di molti farmaci e sostanze
23. SSRI
(Inibitori selettivi del reuptake
della serotonina)
Caratteristiche cliniche e terapeutiche
Trattamento di prima linea della depressione.
Manegevolezza.
Efficacia paragonabile a quella dei TCA.
Favorevole profilo di effetti collaterali.
Possibilità di mono-somministrazione.
Maggiore sicurezza in caso di overdose.
27. Sertralina e comorbidità
La sertralina è efficace nel ridurre isintomi depressivi anche nei
pazienti anziani con coomorbidità di malattie organiche.
La sertralina si è dimostrata sicura e ben tollerata dai pazienti deprssi
con altre patologie organiche concomitanti
Sheikh JI,et al. Efficacy, safety, and tolerability of sertraline in patients with late-life
depression and comorbid medical illness. J Am Geriatr Soc. 2004 Jan;52(1):86-92.
28. 0
20
40
60
80
1 2 4 6 8 10 12
Sertralina (n=103)
Nortriptilina (n=101)
%Responder*
Double blind controled study, weeks
Coffey et al., 1994
SSRI vs nortriptilina
*risposta definita come 50% riduzione del punteggio totale 8 +
+ p<0,05
29. Raccomandazioni trattamento
antidepressivo
I pazienti con un primo episodio depressivo dovrebbero
continuare il trattamento per almeno 12 mesi al dosaggio
minimo efficace.
In caso di depressione ricorrente il trattamento dovrebbe
continuare al dosaggio stabilito per almeno 12-36 mesi con
regolare valutazione del trattamento e dei fattori di rischio
Nei pazienti ad alto rischio il trattatemtno dovrebbe essere
continuato per almeno 3 anni.
Il trattamento dovrebbe essere gestito da uno psichaitra.
Baldwin et al.: Guideline for the management of late-life depression in
primary care. Int J Geriatr Psychiatry 2003; 18: 829-838
30. Citalopram, Sertralina,
depressione, funzionalità cognitiva
138 depressi anziani (no demenza) (DS-IV-TR)
citalopram: 20mg/die; sertralina: 50mg/die
Hamilton Rating Scale for Depression, Geriatric
Depression Scale, Global Assessment of
Functioning
La percentuale di pazienti che completarono lo
studio: 72%
Sia i pazienti trattati con citalopram che con
sertralina: significativo miglioramento dei sintomi
depressivi e cognitivi
Rocca P et al. Citalopram versus sertraline in late-life nonmajor clinically
significant depression: a 1-year follow-up clinical trial.J Clin Psychiatry.
2005 Mar;66(3):360-9.
31. Amine biogene e Disturbi dell’Umore
NORADRENALINA
Energia
Interessi
Umore
Emozioni
SEROTONINA
Ansia
Irritabilità
Sesso
Appetito
Aggressività
Motivazione
DOPAMINA
32. Errori da evitare nella gestione del
paziente depresso
Prescrizione di una benzodiazepina (BDZ) al posto
di un antidepressivo (AD)
Associazione di più farmaci (AD+AD; AD + BDZ)
Sospensione precoce del trattamento
Sostituzione non motivata di un AD con un altro AD
Mancata valutazione degli effetti collaterali degli
AD
Non considerazione delle interazioni tra farmaci
prescritti per le diverse patologie dell’anziano.
33. Le evidenze in medicina:
gli antidepressivi (BIF, 2/2001)
Gli antidepressivi sono più efficaci del placebo.
Non vi sono differenze significative tra i vari
antidepressivi.
La risposta antidepressiva si evidenzia fino a sei
settimane dopo l’inizio della terapia.
La terapia di mantenimento con antidepressivi
riduce il rischio di ricadute.
Il trattamento deve essere continuato per almeno
sei mesi dopo la remissione, a dosaggi uguali a
quelli usati nella fase di acuzie clinica
34. Interazioni tra psicofarmaci e
farmaci non psicotropi
Le interazioni farmacologiche possono essere classificate
in (Hall, 1982):
a) Farmaceutiche (interazioni chimica per
somministrazione contemporanea tra due
farmaci)
b) Farmacocinetiche (assorbimento, distribuzione,
eliminazione alterati da altro farmaco)
c) Farmacodinamiche (i farmaci agiscono sullo
stesso sistema influenzando l’azione
dell’altro)
35. Alcool e farmaci
L’alcool inibisce il metabolismo e aumenta i livelli ematici di:
Diazepam
Amitriptilina
Barbiturici
Antidepressivi
L’alcool potenzia a breve termine gli effetti deprimenti sul
S.N.C. dei farmaci psicotropi
36. Minimizzare il Rischio delle Interazioni
Farmacologiche associate agli
Antidepressivi
Quando si aggiunge un antidepressivo, con
una potenziale interazione farmacocinetica ad
un altro farmaco, il medico dovrebbe:
Ridurre la dose del farmaco utilizzato
Incominciare con una bassa dose di antidepressivo
Effettuare un monitoraggio terapeutico farmacologico
Individuare gli eventuali effetti indesiderati
Scegliere un antidepressivo con un migliore profilo
per quel tipo di associazione
37. Principali interazioni
farmacologiche
Ridurre e monitorare i livelli di litio se si
assumono antiinfiammatori FANS
Ridurre la dose di propranolo se si assumono
SSRI
Ridurre la dose di antidepressivi triciclici (TCA)
o di moclobemide se si assume cimetidina
SSRI/clomipramina e selegilina (Parkinson)
possono provocare stato confusionale acuto
Aumentare la dose di TCA si circa 1/3 con una
dieta con molte fibre
38. Principali interazioni
farmacologiche
Ridurre e monitorare il warfarin se si assume
fluoxetina o fluvoxamina
Ridurre la dose di donezepil se si assume un
SSRI
Il dextropropoxifene aumenta i livelli di
carbamazepina (CBZ)
Evitare TCA e CBZ in caso di soppressione del
midollo spinale per chemioterapia
Il litio e il sumatriptan possono provocare
tossicità del SNC
39. Stabilizzatori Umore*
Lithium
Valproate
Olanzapina
* FDA approved
Anticonvulsanti
Carbamazepina
Lamotrigina
Topiramata
Gabapentin
Terapie non
farmacologiche
CBT
Altre psicoterapie
Terapie
somatiche
ECT
Light therapy
Trattamento dei Disturbi
Bipolari
Antipsicotici
seconda
generazione
Clozapina
Risperidone
Quetiapina
Ziprasidone
Aripiprazolo
Iloperidone
42. Olanzapina
Qualità di trials per
mania bipolare
Benefici sia sull’umore
sia sui sintomi psicotici
Possibile rapidità
d’azione
Dati limitati a lungo
termine
Effetti collaterali
Aumento di peso
Diabete/
Iperlipidemia
EPS
VANTAGGI SVANTAGGI
44. Trattamento
psicoterapeutico
Il ruolo del trattamento psicoterapeutico nei
disturbi dell’umore dell’età avanzata non è ben
definito. Infatti nell’anziano è molto complesso
indurre un cambiamento di personalità.
Tuttavia si può agire con psicoterapie brevi che
mirano a rafforzare le difese dell’io nei confronti
degli eventi stressanti.
45. Psicoterapia
Non prendere in considerazione la psicoterapia soltanto quando le
altre strategie sono fallite
Prendere in considerazione la psicoterapia nei soggetti più giovani
anche se la psicoterapia nell‘anziano spesso non è praticabile
L‘anziano è spesso resistente alla psicoterapia e tende ad
accettare le terapie farmacologiche più facilmente (effetti culturali e
sociali)
Non sono disponbibili dati sull‘applicazione e gli effetti delle
psicoterapie nell‘anziano
Le terapie di gruppo sono spesso applicate per „antagonizzare“ i
problemi di isolamento e solitudine
A causa della rilevanza delle relazioni familiari nell‘anziano, il
counseling familiare e gli interventi familiari devono essere presi in
considerazione
Metodi, con provata efficacia: terapia cognitivo-comportamentale,
terapia interpersonale, terapia orientata psicoanaliticamente
46. Psicoterapia
Il tipo di psicoterapia maggiormente raccomandato è la
psicoterapia cognitivo-comportamentale.
I familiari sono, in genere, un supporto molto importante per il
paziente depresso. I familiari possono aiutarlo ad aderire al
trattamento, a capirne le esigenze e le richieste; ma è
necessario aiutare i familiari stessi a gestire il loro disagio, le
loro frustrazioni spesso fonti di irritazione.
Nel trattamento della depressione dell’anziano, la società ha
un ruolo prominente. E’ importante stimolare i contatti sociali
con altre persone.
L’approccio psicoterapeutico deve essere somministrato in
aggiunta e non in sostituzione dell’intervento terapeutico.
48. Perchè la remissione completa dovrebbe
essere l‘obiettivo del trattamento?
I sintomi residui sono associati ad una
percentuuale di ricadute tre volte superiore
I sintomi residui sono più rilevanti per la
ricorrenza che una storia di depressione
ricorrente
I sintomi residui sono associati un numero
maggiore di visite mediche e psichiatriche, a
ricoveri ospedalieri, ad aumento dell‘ assistenza
pubblica, pensieri suicidari o tentativi di suicidio
Tranter et al.: Prevalence and outcome of partial remission in depression J
Psy/chiatry Neurosci 2002; 27: 241-247
49. Il ruolo multidisciplinare del team
Valutazione
Trattamento
Ricovero e monitoraggio delle ricadute
Prevenzione della depressione
50. Trattamento della depressione:
management generale
Empatia
Accettazione
Dare speranza
Individuare idee suicidarie
Competenza
Attivazione
Motivazione
Esame della realtà
52. Conclusioni
L’approccio terapeutico al paziente anziano deve
abbandonare posizioni rinunciatarie o riduttive e
identificare, anche in presenza di demenza, nel
miglioramento della qualità della vita del paziente un
obiettivo raggiungibile, tramite interventi diretti sia
sulla persona che sul suo contesto relazionale e
familiare, il che potrà avvenire integrando, in una
prospettiva terapeutica e assistenziale sempre più
ampia, terapie farmacologiche e terapie psicologiche.
In questo caso, integrazione significa non solo la
correlazione tra approcci clinici diversi ma, soprattutto,
costruire una valida e collaborativa relazione
assistenziale tra i diversi elementi implicati nella cura:
malato, famiglia, contesto di supporto, contesto
terapeutico