Psicologia del comportamento alimentare: il colloquio motivazionale nel suppo...Obiettivo Psicologia Srl
Le problematiche legate al peso corporeo sono una forma di malessere molto diffuso nella società attuale, a causa del grande valore attribuito al corpo e alla “perfezione fisica”. Lo Psicologo che lavora nel Counseling Psicologico su tematiche Alimentari si trova molto spesso a confrontarsi con la scarsa motivazione del cliente e con l’alto rischio di abbandono del percorso.
Il Colloquio motivazionale può essere uno strumento molto utile nella valigetta degli strumenti di uno psicologo, per supportare il cliente nel raggiungimento del suo obiettivo e nell’acquisizione di un sano comportamento alimentare.
OBIETTIVI
Fornire informazioni rispetto al lavoro dello psicologo con persone che portano difficoltà alimentari
Formare lo psicologo alle caratteristiche chiave del Colloquio Motivazionale ed al suo uso in un percorso di supporto al benessere alimentare
Fornire strumenti pratici per inquadrare la motivazione del cliente e capire come sostenerlo al meglio
Psicologia del comportamento alimentare: il colloquio motivazionale nel suppo...Obiettivo Psicologia Srl
Le problematiche legate al peso corporeo sono una forma di malessere molto diffuso nella società attuale, a causa del grande valore attribuito al corpo e alla “perfezione fisica”. Lo Psicologo che lavora nel Counseling Psicologico su tematiche Alimentari si trova molto spesso a confrontarsi con la scarsa motivazione del cliente e con l’alto rischio di abbandono del percorso.
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OBIETTIVI
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Investire nella formazione degli operatori diminuisce il burden e contribuisce a prevenire il burnout. L'esperienza del Centro anziani Don Guanella di Bari.
Trasforma la tua laurea in una professione: Scuola di Counseling PsicologicoObiettivo Psicologia Srl
In questo webinar GRATUITO, la Dott.ssa Sara Eba Di Vaio e il Dott. Edoardo Ercoli daranno alcune indicazioni sugli aspetti che caratterizzano il Counseling Psicologico e presenteranno gli obiettivi formativi della Scuola Biennale di Counseling Psicologico di Obiettivo Psicologia, con riferimento alla metodologia didattica che verrà usata.
Il corso si focalizza sui seguenti argomenti:
1. Il colloquio clinico di consultazione e il processo diagnostico. 2. Dalla domanda di trattamento al trattamento della domanda. 3. La riformulazione della domanda attraverso l’alleanza diagnostica e la restituzione al/ai paziente/i. 4. Dalla diagnosi alla pianificazione del trattamento. 5. Alleanza terapeutica e “clinica-sotto-transfert”. 6. Ragionamento clinico e variabilità del setting. 7. Progetto terapeutico individuale, di coppia, familiare e/o istituzionale. 8. La costruzione di un intervento singolo o in parallelo, di un progetto terapeutico individuale, di gruppo, familiare o integrato. 9. La ricerca qualitativa sui percorsi terapeutici.
Gruppo di psicoeducazione ai sintomi e alle emozioni- La depressioneValeria Pozzoni
Il secondo modulo riguarda la depressione ed è un argomento molto sentito dai nostri pazienti. Nel corso della discussione è spesso emerso il desiderio di ottenere informazioni anche su altri disturbi dell'umore (ad esempio il Disturbo Bipolare) o patologia psichiatrica (quale la psicosi)
La Dott.ssa Napoli fornirà alcune indicazioni sulla funzione dei Fiori di Bach nel percorso terapeutico e su come possono permettere di velocizzare il benessere percepito dalla persona in breve tempo e contribuire all’ elaborazione terapeutica.
La Psicologia della Salute si occupa del benessere soggettivo della persona e della tutela della salute come interesse della collettività e come diritto dell’individuo. I suoi ambiti più importanti sono gli stili di vita e la qualità della vita, i comportamenti a rischio, le situazioni di malattia cronica o grave (Bertini, 2012). Quest’area della Psicologia tratta fenomeni con cui le persone impattano quotidianamente, andando ad occupare un posto di rilievo tra gli interventi nell’area del benessere e nell’area medica.
Vivere con una malattia cronica Navigare tra alti e bassi della vita quotidia...Pill Reminder
Vivere con una malattia cronica non è solo fisicamente esauriente, ma anche emotivamente sfidante. Può essere una montagna russa di emozioni che va dalla frustrazione, all'ansia, alla disperazione e alla determinazione. La malattia cronica spesso comporta dolore, limitazioni e imprevedibilità, che possono avere un impatto sulla salute mentale di una persona. In questo articolo, esploreremo il costo emotivo di vivere con una malattia cronica e forniremo strategie per gestire queste emozioni.
La frustrazione è un'emozione comune che le persone con malattia cronica sperimentano. Può essere frustrante avere limitazioni e non essere in grado di fare ciò che si faceva in passato. Può anche essere frustrante quando i medici non riescono a trovare una cura o a fornire un trattamento efficace. Questa frustrazione può spesso portare a rabbia, che può influire negativamente sulla salute mentale di una persona. Un modo per gestire la frustrazione è concentrarsi su ciò che si può fare invece di ciò che non si può fare. Impostare obiettivi realistici e celebrare piccole vittorie può anche aiutare.
TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE - TCC a cura del dott. Bozzi Domenico (L...dott. Domenico Bozzi
La psicologia cognitivo-comportamentale è una branca della psicologia che studia come i processi cognitivi (come il pensiero, la percezione, l'attenzione, la memoria) influenzano il comportamento umano. Essa si concentra sull'analisi dei pensieri distorti e delle credenze errate che possono portare a comportamenti disfunzionali.
La terapia cognitivo-comportamentale, invece, è una forma di terapia psicologica basata sui principi della psicologia cognitiva e comportamentale. Questo approccio mira a identificare e modificare i pensieri distorti e le credenze negative che influenzano il comportamento di una persona, allo scopo di migliorare il benessere emotivo e relazionale.
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Il corso si focalizza sui seguenti argomenti:
1. Il colloquio clinico di consultazione e il processo diagnostico. 2. Dalla domanda di trattamento al trattamento della domanda. 3. La riformulazione della domanda attraverso l’alleanza diagnostica e la restituzione al/ai paziente/i. 4. Dalla diagnosi alla pianificazione del trattamento. 5. Alleanza terapeutica e “clinica-sotto-transfert”. 6. Ragionamento clinico e variabilità del setting. 7. Progetto terapeutico individuale, di coppia, familiare e/o istituzionale. 8. La costruzione di un intervento singolo o in parallelo, di un progetto terapeutico individuale, di gruppo, familiare o integrato. 9. La ricerca qualitativa sui percorsi terapeutici.
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Il secondo modulo riguarda la depressione ed è un argomento molto sentito dai nostri pazienti. Nel corso della discussione è spesso emerso il desiderio di ottenere informazioni anche su altri disturbi dell'umore (ad esempio il Disturbo Bipolare) o patologia psichiatrica (quale la psicosi)
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La Psicologia della Salute si occupa del benessere soggettivo della persona e della tutela della salute come interesse della collettività e come diritto dell’individuo. I suoi ambiti più importanti sono gli stili di vita e la qualità della vita, i comportamenti a rischio, le situazioni di malattia cronica o grave (Bertini, 2012). Quest’area della Psicologia tratta fenomeni con cui le persone impattano quotidianamente, andando ad occupare un posto di rilievo tra gli interventi nell’area del benessere e nell’area medica.
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La psicologia cognitivo-comportamentale è una branca della psicologia che studia come i processi cognitivi (come il pensiero, la percezione, l'attenzione, la memoria) influenzano il comportamento umano. Essa si concentra sull'analisi dei pensieri distorti e delle credenze errate che possono portare a comportamenti disfunzionali.
La terapia cognitivo-comportamentale, invece, è una forma di terapia psicologica basata sui principi della psicologia cognitiva e comportamentale. Questo approccio mira a identificare e modificare i pensieri distorti e le credenze negative che influenzano il comportamento di una persona, allo scopo di migliorare il benessere emotivo e relazionale.
2. Introduzione
Molte donne con depressione postpartum preferiscono non
assumere antidepressivi in quanto preoccupate per le conseguenze
della esposizione ai farmaci del loro bambino ai farmaci durante
l’allattamento.
Spesso chiedono la possibilità di essere sottoposte a un trattamento
non farmacologico.
Sono stati eseguiti, tuttavia, pochi studi sull’efficacia di trattamenti
non farmacologici nella PDD, anche se esistono studi che hanno
valutato l’efficacia degli interventi psicoterapeutici e psicosociali.
Segnaliamo lo studio Cochrane (Dennis CL, Hodnett ED. , 2007)
che ha concluso che sia gli interventi psicosociali sia quelli
psicologici sono efficaci nel ridurre la depressione postpartum.
Di seguito accenneremo ad alcune tecniche psicoterapeutiche che
vengono utilizzate in questo gruppo di pazienti.
4. Sintesi Terapia di Gruppo
I gruppi sono di notevole aiuto
nelle donne affette da DDM e
PPD.
Il gruppo diventa un
microcosmo in cui sono
esternalizzate relazioni obiettive
e fantasie primitive così come la
proiezione e le scissioni.
Nel contenimento e nella
agevolazione dell’andamento di
un gruppo, i pazienti possono
apprendere gli uni dagli altri e
sviluppare le loro capacità
riflessive.
Può essere più facile accettare il
confronto e le interpretazioni da
un membro vicino piuttosto che
dal terapeuta.
5. Sintesi Terapia di Gruppo
L’interpretazione del terapeuta
può essere più tollerata come
parte di un argomento del
gruppo e con una riduzione della
dipendenza.
La terapia di gruppo è una
importante componente in molti
trattamenti specialistici in
comunità terapeutiche, day
hospital, ad esempio.
Una recente review (agosto 2011)
pubblicata da Goodman JH e
Santangelo G ha concluso che la
psicoterapia di gruppo è efficace
nel ridurre i sintomi della PPD.
6. Terapia
interpersonale
(IPT)
La Terapia
Interpersonale (IPT) è
un trattamento limitato
nel tempo basato
sull’individuazione dei
collegamenti esistenti
tra i problemi
interpersonali e
l’umore, che
inquadrano la
depressione come una
malattia medica che si
manifesta in un
contesto sociale.
7. Principi di IPT
Nella IPT, la paziente e il
clinico selezionano una delle
quattro aree problematiche
interpersonali [role
transition, role dispute, grief,
o interpersonal deficits
(problemi di transizione di
ruolo, conflitti interpersonali
che portano a rabbia e dolore
per esperienza di perdita,
deficits interpersonali e delle
abilità sociali che portano alla
solitudine e all’isolamento
sociale)] come obiettivo della
terapia.
Durante il corso della terapia
(tipicamente 12-20 settimane)
sono messe in atto strategie
per assistere la paziente
durante la modificazione degli
approcci problematici della
relazione e nella costruzione
di supporti sociali più
adeguati.
La IPT è stata adattata per
mirare ai problemi di aree
rilevanti della depressione
postpartum, così come la
relazione tra madre e
neonato, madre e partner e il
cambiamento per ritornare al
lavoro.
8. La limitata lunghezza
dell’intervento e la
focalizzazione sui problemi
della IPT soddisfano
adeguatamente domande e
le richieste della madre nel
postpartum.
Diversi studi hanno
sostenuto l’effectiveness
della IPT per il trattamento
della depressione
postpartum.
10. Principi di CBT
La Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), un
trattamento molto utilizzato nella depressione, è basato
sulla premessa che sia le percezioni sia i comportamenti
sono intrinsecamente associati all'umore.
La CBT si pone l'obiettivo di aiutare i pazienti depressi a
modificare il contenuto distorto del pensare negativo e di
apportare delle variazioni comportamentali che
migliorano il coping e riducono lo stress.
Esistono numerosi studi che hanno valutato la CBT da
sola o in associazione ad altri trattamenti nella PPD.
11. Il counseling
non direttivo
Tende ad orientare,
sostenere e sviluppare
le potenzialità del
cliente,
promuovendone
atteggiamenti attivi,
propositivi e
stimolando le capacità
di scelta.
Il counseling non
direttivo (conosciuto
anche come "centrato
sulla persona") è basato
l'uso dell'ascolto
empatico e supportivo.
Il Counselling è un processo di apprendimento,
attraverso un’interazione tra Counsellor e cliente, o
clienti (individui, famiglie, gruppi o istituzioni), che
affronta in modo olistico problemi sociali, culturali
e/o emozionali.
Il Counselling può cercare la soluzione di specifici
problemi, aiutare a prendere decisioni, a gestire
crisi, migliorare relazioni, sviluppare risorse,
promuovere e sviluppare la consapevolezza
personale, lavorare con emozioni e pensieri,
percezioni e conflitti interni e/o esterni.
L’obiettivo nel complesso è di fornire ai clienti
opportunità di lavoro su se stessi, nell’ottica di
raggiungere maggiori risorse e ottenere una
maggiore soddisfazione come individui e come
membri della società.
12. Il counselling
Il Counselling è un processo di apprendimento,
attraverso un’interazione tra Counsellor e cliente, o clienti
(individui, famiglie, gruppi o istituzioni), che affronta in modo
olistico problemi sociali, culturali e/o emozionali.
Il Counselling può cercare la soluzione di specifici problemi,
aiutare a prendere decisioni, a gestire crisi, migliorare
relazioni, sviluppare risorse, promuovere e sviluppare la
consapevolezza personale, lavorare con emozioni e pensieri,
percezioni e conflitti interni e/o esterni.
L’obiettivo nel complesso è di fornire ai clienti opportunità
di lavoro su se stessi, nell’ottica di raggiungere maggiori
risorse e ottenere una maggiore soddisfazione come individui
e come membri della società.
13. Il Counsellor
Il Counsellor è un’operatore d’aiuto in tutte quelle
situazioni che hanno a che fare con relazioni umane,
da quelle professionali a quelle interpersonali fino a
quelle con se stessi.
Il concetto di relazione d’aiuto si può intendere in
varie maniere naturalmente:
aiuto attraverso la relazione, in cui la relazione appunto fra
operatore e cliente è paradigma relazionale, la cui qualità
funziona come esempio per le altre relazioni.
aiutare ad aiutarsi: l’operatore in questo caso avrebbe una
funzione di catalizzatore di avvenimenti interni, e non di
sostituto di capacità mancanti.
Editor's Notes
Molte donne con depressione postpartum preferiscono non assumere antidepressivi in quanto preoccupate per le conseguenze della esposizione ai farmaci del loro bambino ai farmaci durante l’allattamento.
Spesso chiedono la possibilità di essere sottoposte a un trattamento non farmacologico.
Sono stati eseguiti, tuttavia, pochi studi sull’efficacia di trattamenti non farmacologici nella PDD, anche se esistono studi che hanno valutato l’efficacia degli interventi psicoterapeutici e psicosociali.
Segnaliamo lo studio Cochrane (Dennis CL, Hodnett ED. , 2007) che ha concluso che sia gli interventi psicosociali sia quelli psicologici sono efficaci nel ridurre la depressione postpartum.
Di seguito accenneremo ad alcune tecniche psicoterapeutiche che vengono utilizzate in questo gruppo di pazienti.
Dennis CL, Hodnett ED. Psychosocial and psychological interventions for treating postpartum depression. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 4. Art No.: CD006116. DOI: 10.1002/14651858. CD006116pub2.