1. S
2014 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza
in urbanistica
Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience
in Planning
Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti,
Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani
2. LAUREA MAGISTRALE DELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA E SOCIETÀ
Laboratorio organizzato da Luca Marescotti
3. Cover
2014 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la
resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate
Technologies for Sustainability and Resilience in Planning
5 marzo 2014
Maria Pia Boni
Vulnerabilità sismica di edifici
4. IL CONCETTO DI VULNERABILITÀ
Esistono molti modi di intendere la vulnerabilità (in questo caso sismica) che
dipendono, oltre che dalla “scuola di pensiero”, da cosa si intende valutare e
dal punto di vista che si intende assumere, ad esempio:
Vulnerabilità fisica (di un edificio, di un impianto, di un versante, …)
Vulnerabilità funzionale (di un ospedale, di un acquedotto, …)
Vulnerabilità sistemica (combinazione degli aspetti di vulnerabilità che
caratterizzano un sistema complesso,…)
Vulnerabilità socio- economica (di una città, di una nazione, …)
Vulnerabilità organizzativa (di un sistema di gestione, …)
Vulnerabilità di un sistema urbano (analisi delle diverse componenti,
relazioni, funzionalità di un intero sistema urbano)
….
5. Esempi di danni agli edifici
Edificio in c.a. di tre piani caratterizzato da un
meccanismo di piano soffice. Pettino (AQ)
Particolare della colonna d’angolo. Si evidenzia la
totale assenza di staffe nel nodo trave-colonna
Foto di P. Ricci e G.M. Verderame
6. Esempi di danni agli edifici
Edificio in c.a. di tre
piani caratterizzato da
un meccanismo di
piano soffice. Pettino
(AQ)
Il piano terra a
differenza dei restanti
piani è caratterizzato da
ampie aperture
(ingresso edificio e
garage); la
richiesta di
spostamento si è
concentrata al piano
terra.
Foto di P. Ricci e G.M.
Verderame
7. Esempi di danni agli edifici
Interazione pilastrotamponamento rigido sotto
finestra.
8. Esempi di danni agli edifici
Stairs damage
Shear failure of a short column in the staircase.
Photo by G. De Carlo and G.M. Verderame
10. Esempi di danni agli edifici
Danneggiamento delle tamponature:
edificio in calcestruzzo armato di quattro
piani
Sono evidenti le tipiche fessurazione
diagonali presenti sulle tamponature dei primi
due livelli
11. Esempi di danni agli edifici
Danneggiamento
delle
tamponature:
edificio in calcestruzzo armato di quattro
piani
Espulsione della fodera esterna della
tamponatura presente al secondo e al terzo
livello.
Foto di P. Ricci e G.M. Verderame
13. DEFINIZIONE ADOTTATA
VULNERABILITÀ SISMICA
Propensione di un determinato oggetto o sistema, ad essere
danneggiato a causa di un evento sismico
NB:
E’ una caratteristica intrinseca dell’oggetto, non dipende dalla
pericolosità e non bisogna confonderla con il danno
E’ un’analisi che si compie in “tempo di pace”, non è da
confondere con la valutazione dell’agibilità post-sisma
14. VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITÀ
Individuazione di una relazione tra una misura della
qualità della costruzione (q), una misura della severità
del terremoto che la può colpire (s) ed il danno che ne
conseguirebbe (d)
d = f (q, s)
15. VULNERABILITÀ E RISCHIO SISMICO
PERICOLOSITA’ DI BASE
PERICOLOSITA’
LOCALE
VULNERABILITA’
RISCHIO SISMICO
16. MOLTEPLICITÀ DI APPROCCI
Scelta influenzata da molti fattori:
obiettivo dello studio
scala di analisi
numero di edifici da valutare
tempi disponibili (solitamente limitati)
risorse disponibili (solitamente limitate)
17. CLASSIFICAZIONE DEI METODI DI VALUTAZIONE
In base al tipo di risultato che viene prodotto:
tecniche dirette: forniscono in un solo passo un risultato
consistente in una effettiva previsione dei danni provocati dai
terremoti
tecniche indirette: si articolano in due passi, a ciascuno dei
quali corrisponde un risultato. Nel primo passo si determina un
opportuno indice di vulnerabilità V; nel secondo, si istituisce
una correlazione fra terremoti e danni, in funzione dell'indice
tecniche convenzionali: si esauriscono in un unico passo ma
il loro risultato è un indice di vulnerabilità al quale non
associano una previsione di danno; esse sono utili
sostanzialmente per confrontare edifici diversi ubicati in aree
di uguale sismicità
18. CLASSIFICAZIONE DEI METODI DI VALUTAZIONE
In base al tipo di misura che viene utilizzato
tecniche quantitative: esprimono le probabilità di danno
o le equivalenti relazioni deterministiche in termini
numerici (sono quelle ordinariamente ricorrenti)
tecniche qualitative: ricorrono invece a descrizioni in
termini di vulnerabilità "bassa", "media", "alta“, e simili
19. CLASSIFICAZIONE DEI METODI DI VALUTAZIONE
In base alla fonte di conoscenza prevalente
tecniche basate sulla elaborazione statistica di dati rilevati
tecniche basate sul calcolo della risposta sismica
tecniche basate sul giudizio soggettivo di esperti
tecniche ibride che combinano più fonti
20. CLASSIFICAZIONE DEI METODI DI VALUTAZIONE
In base all'organismo al quale viene assimilato l'edificio
tecniche tipologiche: considerano l'edificio come membro
indifferenziato di una classe tipologica, definita in funzione dei
materiali, della tecnica costruttiva o di altri fattori
tecniche meccanicistiche: sostituiscono all'edificio un suo
modello meccanico teorico (sono le più vicine all'usuale approccio
ingegneristico alla valutazione della sicurezza)
tecniche semeiotiche: considerano l'edificio come un organismo
la cui vulnerabilità può essere descritta attraverso sintomi. In
generale, esse introducono un certo numero di fattori di
vulnerabilità. Per ciascun fattore viene assegnato all'edificio un
certo livello; l'incremento dei livelli denuncia un incremento di
vulnerabilità
21. CLASSIFICAZIONE DEI METODI DI VALUTAZIONE
Tecniche
tipologiche
PREGI: poco costose e richiedono indagini piuttosto semplici;
fruiscono di notevoli basi di dati
DIFETTI: non distinguono i singoli edifici all'interno di una
classe non consentendo di definire una graduatoria fra di essi;
difficile esportabilità
PREGI: elevato grado di dettaglio delle informazioni
ottenibili
Tecniche
meccanicistiche DIFETTI: richiedono che nel fabbricato sia individuabile uno
schema statico sufficientemente chiaro
PREGI: potenzialmente molto versatili, perché usano il più
grande numero di informazioni dei fabbricati esaminati
Tecniche
semeiotiche DIFETTI: implicano una certa perizia da parte di chi opera sul
campo; la loro affidabilità dipende dalla razionale esplicitazione
di una relazione fra i livelli ed i danni sismici attesi
22. APPROCCIO TIPOLOGICO
d = f (q, s)
q ⇒ classe tipologica
s ⇒ intensità macrosismica
d ⇒ stato di danno
Si definiscono le classi tipologiche degli edifici e quindi, dall’analisi
dei danni occorsi in terremoti passati, si ricavano per le classi le
matrici di probabilità di danno in funzione dei livelli intensità sismica
23. APPROCCIO TIPOLOGICO: definizione delle classi
L’assegnazione di un edificio ad una classe tipologica viene
attribuita sulla base del riconoscimento di alcune caratteristiche
della struttura (di solito materiale impiegato e struttura verticale)
Anche in diverse scale macrosismiche sono definite classi tipologiche
Esempio: scala MSK (Medvedev - Sponheur – Karnik)
A: costruzione in pietrame naturale, strutture in argilla, costruzioni con mattoni di
creta e paglia, case in mattoni crudi o con malta di argilla, case con argilla e
limo.
B: costruzioni in mattoni comuni, in grossi blocchi, in muratura con telai
legname, costruzioni in pietra squadrata.
di
C: costruzioni prefabbricate con struttura in calcestruzzo, costruzioni prefabbricate
a larghi pannelli, strutture in legno ben fatte.
24. SCALA MACROSISMICA MSK (stralcio)
I
grado
…
V
grado
…
VIII
Grado
…
XI
grado
SCOSSA NON PERCEPIBILE
L'intensità della vibrazione è al disotto dei limite della sensibilità ed è avvertita e registrata soltanto dagli strumenti sismici
SCOSSA FORTE
a) La scossa è avvertita dalla maggior parte delle persone all’interno delle case, da molti all'aperto. Molti dormienti si
svegliano. Qualcuno scappa fuori dalla casa, gli animali diventano inquieti. Si verifica un tremore dell'intero edificio.
Oggetti sospesi oscillano considerevolmente. I quadri si spostano. Gli orologi a pendolo possono fermarsi. Oggetti poco
stabili possono cadere o ruotare. Porte e scuri di finestre aperti sbattono, liquidi che riempiono serbatoi (o recipienti)
traboccano in piccola misura. La vibrazione è forte e dà la stessa sensazione della caduta in casa di un oggetto
pesante.
b) Possibili danni di categoria 1 ad alcuni edifici di tipo A.
c) In qualche sorgente si nota una variazione di portata
DISTRUZIONE DI EDIFICI
a) Spavento generale, alcune persone sono nel panico. Anche le persone che guidano auto sono disturbate. Qua e là si
staccano rami di alberi. Anche la mobilia si muove e in parte si rovescia. In parte i lampadari sono danneggiati.
b) I danni possono cosi riassumersi:la maggior parte degli edifici del tipo C subisce danni della categoria 2 e pochi anche
della categoria 3. La maggior parte degli edifici del tipo B subisce danni della categoria 3 e pochi di categoria 4. La
maggior parte degli edifici del tipo A subisce danni della categoria 4 e pochi di categoria 5. Si storcono e si spostano
monumenti e statue; pietre sepolcrali crollano. Crollano muri di pietre.
c) Piccoli franamenti in scavi o in rilevati stradali con scarpate ripide. Nel terreno si formano crepe di qualche centimetro di
larghezza. L'acqua nei laghi si intorbida. Si formano nuovi laghi. Sorgenti si estinguono o cominciano a sgorgare; molte
volte variano le loro portate e le quote a cui emergono.
CATASTROFE
Anche qui non sono considerati più gli effetti sugli uomini e sugli animali. Perciò si considerano le sole lettere b) e c).
a) Distruzione della maggior parte e collasso di molti edifici di tipo C. Anche ponti e dighe ben costruiti possono essere
distrutti, rotaie contorte. Strade si rendono inutilizzabili. Distrutte condutture sotterranee.
b) Numerose modifiche dei terreno dovute a crepe, fratture e movimenti sia orizzontali sia verticali; numerosi franamenti di
vario tipo.
L'intensità del terremoto richiede ricerche speciali.
27. APPROCCIO TIPOLOGICO: matrici di probabilità di danno
Per ogni classe tipologica definiscono la probabilità che gli edifici ad essa
appartenenti subiscano danni classificabili secondo uno dei sei stati di danno,
dato un terremoto di assegnata intensità macrosismica.
Si ricavano dall’analisi statistica dei danni in terremoti recenti
0.8
VI
VII
VIII
IX
X
0.7
0.6
Probabilità
0.5
0.4
Classe “A”
0.3
0.2
0.1
0
0
1
2
3
Stati di danno
4
5
28. APPROCCIO TIPOLOGICO: Matrici di probabilità di danno
Classe “C”
0.8
VI
VII
VIII
IX
0.7
Probabilità
0.6
0.5
0.4
0.3
0.2
0.1
0.0
0
1
2
3
Stati di danno
4
5
X
29. METODO INDIRETTO: indice di vulnerabilità
d = f (q, s)
q ⇒ indice di vulnerabilità V
s ⇒ accelerazione massima del terreno y
d ⇒ indice di danno legato al costo della riparazione
L’approccio si articola in due passi:
1. determinazione dell’indice di vulnerabilità e dell’indice di danno
2. costruzione delle curve di fragilità che mettono in relazione la
vulnerabilità, la severità del terremoto atteso e il danno.
30. METODO INDIRETTO: indice di vulnerabilità
Schede di vulnerabilità per edifici (GNDT, primi anni ’90)
Raccolgono alcune informazioni sulle caratteristiche degli elementi
costitutivi dell'edificio, ritenute importanti per valutarne la capacità di un
di resistere ai terremoti
Sono costituite da due livelli:
Livello 1: contiene dati relativi alla localizzazione, alla geometria ed alla
tipologia dell'edificio
Livello 2: contiene in senso stretto le informazioni utili per il calcolo
della vulnerabilità
Esistono schede per edifici in muratura ed in c.a., oltre che per edifici
particolari (es. capannoni)
La scheda di primo livello è comune a tutte le tipologie, cambia quella
di secondo livello
31. SCHEDA DI VULNERABILITÀ DI 1° LIVELLO
La scheda è strutturata in 8 sezioni
1. dati relativi alla scheda (chiave di identificazione dell'edificio, comune,
scheda, squadra, data)
2. localizzazione dell'edificio (aggregato. edificio, toponomastica, vincoli di
piano urbanistico
3. dati metrici (superfici, altezze interpiano, altezze minima e massima fuori
terra)
4. uso (tipi di uso, stato, proprietà e conduzione dell'edificio, utilizzazione,
utenza)
5. età della costruzione - interventi (tipi e classi di età)
6. stato delle finiture - impianti
7. tipologia strutturale (tipi di struttura verticale, orizzontale, scale, copertura)
8. estensione e livello del danno (estensione e livello di danno più frequente, e
massimo, per strutture verticali, strutture orizzontali, scale, tamponature) si
compila solo nel caso di rilevamenti effettuati a valle di un terremoto
32. SCHEDA DI 2° LIVELLO PER EDIFICI IN MURATURA
11 parametri
.
.
.
.
33. SCHEDA DI 2° LIVELLO PER EDIFICI IN MURATURA
Qualità dell’informazione
Classi
Clas- Qual.
si
inf.
ELEMENTI DI VALUTAZIONE
Elementi di valutazione
TIPO ED
ORGANIZZAZIONE
DEL
SISTEMA
RESISTENTE (S.R.)
14
Norm. nuove costruz.
Norm. riparazioni
Cord. o cat. tutti livelli
Buoni amm. fra mur.
Senza cord. cattivi amm.
QUALITA' DEL S.R.
15
PARAMETRI
Parametri
1
2
25
26
(cl. A)
(cl. A)
(cl. B)
(cl. C)
(cl. D)
1
2
3
4
5
Parametro 3. Resistenza convenzionale
Tipologia struttura verticale
τk (t/mq)
37
(vedi manuale)
38
Numero di piani N
Area tot. cop. At (mq)
36
SCHEMI - RICHIAMI (MURATURA)
Schemi - richiami
Minimo fra Ax e Ay
A (mq)
Massimo fra Ax e Ay B (mq)
40
Coeff γ = B/A
Area Ax (mq)
3
RESISTENZA
CONVENZIONALE
16
27
45
Coeff. a0 = A/At
Area Ay (mq)
49
q = (Ax+Ay) . h . pm / At + ps
τk (t/mq)
53
C = a0τk / (qN).[1+(qN)/(1.5a0τk(1+γ))]1/2
Ad ogni parametro si assegna
una classe (A, B, C, D) in base agli elementi di valutazione
la qualità dell’informazione (E, M, B, A)
34. SCHEDA DI 2° LIVELLO PER EDIFICI IN MURATURA
Qualità dell’informazione
E - qualità elevata: informazioni prevalentemente dirette (misure effettuate in sito,
letture di elaborati grafici affidabili, visione diretta degli elementi di informazione) con
un grado di attendibilità vicino alla certezza.
M - qualità media: informazioni prevalentemente dedotte (letture indirette quali
quelle desunte da fotografie, misure desunte da elaborati non esecutivi, saggi non
distruttivi di scarsa attendibilità, letture dirette su situazioni analoghe, informazioni
orali di persone di fiducia del rilevatore) con un grado di attendibilità intermedio fra il
precedente (E) ed il seguente (B).
B - qualità bassa: informazioni prevalentemente presunte (misure dedotte da
ragione- voli ipotesi conoscitive quali quelle sulle usuali modalità e sulle più
frequenti scelte progettuali, informazioni orali diverse dalle precedenti) con un grado
di attendibilità di poco superiore ad una scelta puramente casuale della classe.
A - informazione assente: con un grado di attendibilità intorno ai limiti di una scelta
casuale. In questi casi la valutazione del rilevatore ha valore puramente indicativo.
35. Scheda di 2° livello per edifici in muratura
- Parametri 1/2
1. Tipo ed organizzazione del sistema resistente: valuta il funzionamento
scatolare dell'organismo murario attraverso il rilievo della presenza di
collegamenti ai piani, ammorsature agli spigoli
2. Qualità del sistema resistente: è influente su questo parametro
l'omogeneità e la fattura del tessuto murario
3. Resistenza convenzionale: attraverso un calcolo speditivo, con l'ipotesi di
solaio infinitamente rigido e di pura traslazione dei piani, in assenza di
eccentricità in pianta, quantizza la resistenza in due direzioni perpendicolari
delle strutture in elevazione
4. Posizione dell'edificio e delle fondazioni: con questo parametro vengono
messi in conto alcuni aspetti relativi alle fondazioni ed al terreno di
fondazione e ritenuti influenti sul comportamento sismico globale, quali
alcune caratteristiche geotecniche
5. Orizzontamenti: si considera la rigidezza nel piano (funzionamento a
diaframma), il tipo e l'efficacia dei collegamenti alle murature
36. Scheda di 2° livello per edifici in muratura
- Parametri 2/2
6. Configurazione planimetrica: mette in conto la forma in pianta attraverso la
valutazione dei rapporti fra lato corto e lato lungo e fra sporgenze e lato
lungo
7. Configurazione in elevazione: mette in conto le variazioni e discontinuità in
elevazione, quali la presenza di una torre, di un piano porticato
8. Distanza massima fra le murature: con questo parametro si vuole valutare
l'efficacia delle murature perpendicolari come vincoli di una data parete
9. Copertura: la copertura è valutata, sia come una sorta di orizzontamento
"privilegiato", sia per la eventuale presenza di elementi con spinte non
equilibrate
10. Elementi non strutturali: con questo parametro si valuta l'influenza che ha
sui danni conseguenti ad un evento sismico la presenza, il tipo ed il
collegamento alle strutture di tutti quegli elementi non portanti quali
comignoli, cornicioni, piccoli aggetti ecc.
11. Stato di fatto: mette in conto la diminuzione di resistenza (e di duttilità)
conseguenti a lesioni, dissesti, stato di degrado negli elementi strutturali
37. Edifici in muratura: calcolo dell’indice di vulnerabilità
Ad ogni parametro sono attribuiti un punteggio, in funzione della classe,
ed un peso
Parametro
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Org. sist. resist.
Qual. sist. res .
Resist. convenzion.
Pos. edif. e fond.
Orizzontamenti
Config. planim.
Config. in elev.
Dist. max. murat.
Copertura
Elem. non strutt.
Stato di fatto
A
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Classe
B C
5 20
5 25
5 25
5 25
5 15
5 25
5 25
5 25
15 25
0 25
5 25
Peso
D
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
45
1.0
0.25
1.5
0.75
var
0.5
var
0.25
var
0.25
1.0
Per i parametri 5, 7 e 9 il peso è variabile in funzione di alcuni elementi
caratteristici: percentuale degli orizzontamenti rigidi e ben collegati, presenza
di piani porticati, peso della copertura.
38. Edifici in muratura: calcolo dell’indice di vulnerabilità
• Il prodotto del punteggio per il relativo peso fornisce l'indice
numerico parziale per il singolo parametro
• la somma degli indici parziali porta all'indice di vulnerabilità, un
numero che, utilizzando i valori indicati in tabella, risulta
compreso tra 0 e 382.5 (dalla situazione di vulnerabilità
"migliore" alla "peggiore")
• L'indice viene solitamente normalizzato su una scala relativa e
convenzionale 0 - 100
39. METODO INDIRETTO: indice di vulnerabilità
Esempio di rappresentazione dell’indice di vulnerabilità in un centro urbano
Indice di vulnerabilità degli edifici (I.V.)
I.V. < 20
20 < I.V. < 40
40 < I.V. < 60
60 < I.V. < 80
80 < I.V.
Non elaborato
Non classificato
40. METODO INDIRETTO: relazione vulnerabilità-danno
d = f ( V , y)
Correlazione tra accelerazione e danno mediante curve di fragilità basate su
danni osservati (per ogni valore di V e ogni valore di y si analizza la
distribuzione del danno osservato)
41. METODO INDIRETTO: relazione vulnerabilità-danno
Schema del processo
di semplificazione
= 0
y - yi
d (y, V) =
yc - yi
= 1
per
y ≤ yi
per y i < y < y c
per y c ≤ y
43. Analisi in aree estese
• Impossibilità di effettuare sopraluoghi
• Ricorso a dati esistenti – es.: ISTAT
• Unità minima di rappresentazione – sezione di censimento
• Informazione sugli edifici desunte dai dati sulle abitazioni
• Utilizzo delle classi definibili in base ai dati disponibili
44. Analisi in aree estese
Approccio tipologico
• Riconoscimento delle tipologie A, B, C (numero di edifici e volumi)
• Matrici di probabilità di danno
Approccio dell’indice di vulnerabilità
Classificazione (numero di edifici e volumi) in base a
• Età (7 classi)
• Numero di piani (3 classi)
• Materiale (4 classi - muratura, cemento armato, cemento armato a
pilotis, altro)
• Stato di manutenzione (2 classi)
• Edifici isolati o inseriti in aggregati (2 classi)
Banca dati indice di vulnerabilità (distribuzione dei valori dell’indice)
Curve di fragilità
45. Analisi in aree estese
Valori medi e coefficienti di variazione dell'indice di vulnerabilità
per le diverse classi di edifici in muratura e cemento armato in base all’età
Edifici in muratura
pre 1919
1919-1945
1946-1960
1961-1971
post 1971
tutti gli edif.
buono stato di manutenzione
N. edif. Vuln. med. Coeff. var.
662
55.15
0.262
473
49.46
0.246
452
47.73
0.270
322
43.15
0.258
212
37.91
0.205
4745
50.84
0.291
cattivo stato di manutenzione
N. edif. Vuln. med. Coeff. var.
742
61.78
0.250
574
52.80
0.269
738
49.54
0.281
414
44.62
0.258
156
42.50
0.279
Edifici in cemento armato
1945-60
1961-71
post 1971
126
512
1084
53.35
50.86
43.25
0.494
0.503
0.501
46. Analisi in aree estese
Distribuzione dell’indice di vulnerabilità per edifici in muratura con buono stato
di manutenzione (dati Lunigiana e Garfagnana - 1 - edifici costruiti prima del
1919; 2 - edifici costruiti tra il 1919 e il 1945; 3 - edifici costruiti tra il 1946 e il
1960; 4 - edifici costruiti tra il 1961 e il 1971; 5 - edifici costruiti dopo il 1971)
47. Analisi in aree estese
Esempio di mappa di vulnerabilità
calcolata con il metodo tipologico
Percentuale di abitazioni nella
classe di vulnerabilità A della scala
MSK, per i comuni italiani
(sito http://www.protezionecivile.it)
49. RISCHIO SISMICO
Entità dei danni che è lecito attendersi in un’area a causa di futuri eventi
sismici.
La misura del rischio è funzione del tipo di danno che si intende valutare:
- in termini economici, i danni medi annui al costruito dovuti a tutti i futuri
eventi sismici (valore del danno atteso medio annuo)
- dal punto di vista della salvaguardia delle persone, il numero di vittime
(valore atteso del numero di vittime)
- ecc.
La valutazione del rischio è di tipo probabilistico
(si utilizza come dato la pericolosità di base calcolata con approccio
probabilistico)
Applicazione: utilità essenzialmente di tipo pianificatorio/amministrativo
(es.: identificare le zone a maggior rischio per distribuire in modo ottimale le
risorse per la sua mitigazione)
51. Progetto SAVE (GNDT, 2004)
Esempi di mappe di rischio per aree (comuni)
Rischio annuo del patrimonio
edilizio coinvolto (% crolli)
Crolli attesi con probabilità di
superamento del 10% in 50 anni
52. SCENARIO DI DANNO
Effetti causati, in un determinata area, da uno specifico evento
Per definizione, il calcolo dello scenario di danno è di tipo deterministico:
- si seleziona un evento sismico
- si valuta la vulnerabilità della struttura o dell’area
- tramite l’applicazione delle correlazioni danno/severità evento/vulnerabilità
si calcola il danno
Il danno (come detto per il rischio) può essere valutato con misure
diverse a seconda dell’obiettivo per cui viene calcolato: misure in
termini economici, vittime, ecc..
Applicazione: utilità tipica relativa alla pianificazione d’emergenza
54. Bibliografia
Corsanego A. “Vulnerabilità sismica degli edifici e metodi per valutarla”, Ingegneria Sismica, Anno I, No. 1,
1984.
Corsanego, A. & Petrini , V. 1994. Criteri di valutazione della vulnerabilità sismica del patrimonio
edilizio esistente sul territorio nazionale, Ingegneria Sismica, vol. 1, Patron ed., pp. 16-24.
Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti - CNR (1994),Scheda di esposizione e vulnerabilità di primo
livello e di rilevamento danni, Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti - Roma.
Guagenti E., Petrini V. (1989), Il caso delle vecchie costruzioni: verso una nuova legge danni-intensità,
Proceedings of the 4th Italian National Conference on Earthquake Engineering, - Milan - (Italy), 1, 145-153,
Milano.
Grimaz, S., Meroni, F., Petrini, V., Tomasoni, R., and Zonno, G., 1996. Il ruolo dei dati di danneggiamento
del terremoto del Friuli, nello studio di modelli di vulnerabilità sismica degli edifici in muratura, Proceedings of
the Conference on “La scienza e i terremoti-Analisi e prospettive dall’esperienza del Friuli-1976/1996,” Udine,
Italy, pp. 89–96.
Grunthal, G., 1998. European Macroseismic Scale 1998. Cahiers du Centre Européen de Géodynamique et
de Séismologie 15:
55. Bibliografia
Braga, F., M. Dolce, D. Liberatore, “Southern Italy November 23, 1980 Earthquake: A Statistical Study on
Damaged Buildings and an Ensuing Review of the M.S.K.-76 Scale”, pubblicazione CNR-PFG n.503, Rome
1982
G. Zuccaro (CD a cura di), Inventario e vulnerabilità del patrimonio edilizio residenziale del territorio
nazionale, mappe di rischio e perdite socio - economiche – Napoli, 2004 (dal sito del progetto SAVE
del GNDT 2004 - http://gndt.ingv.it/Att_scient/Prodotti_attesi_2004/Dolce_Zuccaro/Mappe/Start2.htm)