1. PRECIPITATO DAI SOGNI
Andrea era un ragazzo coraggioso e determinato. Era alto e muscoloso, i capelli castani e gli occhi verdi
pieni di entusiasmo e di voglia di vivere. Gli piaceva uscire, stare con gli amici, giocare a pallone, guardare il
mare di notte con la sua ragazza Federica. Aveva grandi sogni per il futuro, voleva studiare, prendere una
laurea e fare una famiglia, ma per il momento si godeva la vita. Come tutti i giovani era in cerca di un’
autonomia e il primo passo verso l’ indipendenza era l’ acquisto che sognava da sempre: una macchina.
A casa, però, c’ erano un po’ di problemi: la nonna era malata e il padre non aveva un impiego stabile.
Toccava pertanto a lui darsi da fare: aveva un amico imbianchino di qualche anno più grande che gli aveva
proposto in più di un’ occasione di andare a lavorare con lui, ma Andrea era stato titubante perché sarebbe
stato un lavoro del tutto a nero, finché un giorno non si era convinto e aveva accettato. Vedeva già la sua
macchina parcheggiata sotto casa. Progettava nella sua mente i viaggi che avrebbe potuto fare con i soldi
che avrebbe guadagnato.
Andava a lavorare tutti i giorni, dava il meglio di sé, faceva anche gli straordinari benché non gli venissero
riconosciuti, ma non gli importava; si impegnava molto perché ci credeva davvero nei suoi progetti.
Non poteva certamente immaginare che di lì a poco quel lavoro a cui si dedicava pieno di aspettative gli
avrebbe procurato gravi conseguenze.
Un giorno stava lavorando su un’ impalcatura all’ altezza del secondo piano di un edificio, era
concentratissimo sul suo lavoro quando sentì la voce di una ragazza che stava urlando e improvvisamente si
ricordò la discussione che aveva avuto la sera prima con Federica: litigavano perché si vedevano poco, non
avevano più molto tempo per stare insieme tra il lavoro di Andrea e la scuola e si stavano allontanando.
Assorto nei suoi pensieri, non vide un chiodo sporgente dall’ impalcatura e ci mise un piede sopra. Non
aveva le scarpe antinfortunistiche e appena il chiodo gli finì sotto il piede perse l’ equilibrio e precipitò giù.
Gli mancava anche il caschetto e pertanto subì un trauma cranico. Un passante vide tutta la scena e si
preoccupò subito di chiamare l’ ambulanza. Andrea era entrato in coma. Passarono tre mesi e sembrava
che ormai non ci fossero più speranze. Federica e la sua famiglia erano sempre lì accanto a lui, pregando
affinché un giorno si svegliasse. Improvvisamente un giorno aprì gli occhi. Non ricordava più niente della
sua vita, il nome della sua ragazza o il suo sogno di comprare una macchina. I dottori scoprirono che una
parte del cervello, quella che presiede il movimento, era stata danneggiata: non poteva più muovere le
gambe. Il suo sogno era distrutto, ma almeno la sua vita era salva, anche se non poteva più viverla come
avrebbe voluto lui.
Silvia Carichino
IV A, Liceo Scientifico Galilei – NARDO’