1. CAREZZA ALLA VITA
Poche certezze ho nella vita: ho voglia di lavorare e credere in un mondo diverso da quello in cui ha
vissuto mio padre e che tanto lo ha fatto soffrire.
Mio padre ….. un uomo con tanta dignità ma purtroppo con un lavoro precario che lo accompagna
dalla più giovane età. E’un lavoro, quello di manovale, faticoso e logorante ma soprattutto
condizionato dall’altrui chiamata.
Umiliante ogni mattina recarsi nello stesso luogo per sapere se il capo, per quel giorno, ha bisogno
o no della tua prestazione. Umiliante sperare di essere scelti nella consapevolezza di andare a
guadagnare la “giornata” senza ogni forma di garanzia, assicurativa, lavorativa e di sicurezza sul
lavoro.
Perché purtroppo questa è la realtà in cui vivono molte famiglie del Sud Italia. Non ci si può
permettere di vantare diritti fondamentali per l’uomo, si è già fortunati se si ha la possibilità di
ritornare a casa con il denaro necessario, per garantire l’indispensabile alla propria famiglia.
Ecco perché si accetta di tutto, si accetta di lavorare e di rischiare …. e talvolta capita di perdere la
scommessa con la vita!
E’ successo a mio padre che in una giornata invernale è caduto dal primo piano di una palazzina in
costruzione. Dolore, sofferenza, danni permanenti e le già poche possibilità di lavorare diventano
quasi insistenti.
Sono trascorsi tristi natali, silenziose pasque ed estati senza sole ….. in casa da tempo ormai
mancano i dialoghi e una madre stanca nasconde, nei suoi occhi, la sofferenza di vedere l’uomo
tanto amato trasformato in un bambino capriccioso.
Ho voglia di rivalsa …
La mia vita deve essere diversa!
Studio perché devo credere in un futuro migliore in cui possa avere certezze di un lavoro tutelato.
Avrà un senso l’art. 1 della Costituzione? L’Italia è o non è una Repubblica democratica fondata sul
lavoro?
Avrà un senso l’art. 32 della Costituzione? La Repubblica tutela davvero la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività?
Ma soprattutto l’Italia ci considera individui/lavoratori o semplici strumenti di lavoro?
Sono circondato da occhi stanchi, delusi e disillusi, da giovani volti invecchiati da aspri lavori. Il
mio non è un mondo facile ma non è possibile pensare che sia più facile morire.
Io voglio la spensieratezza di poter abbracciare ogni giorno i miei figli. Godere dello sguardo
innamorato di una donna. Realizzare i sogni spezzati di un padre arrabbiato con la vita.
2. Voglio vivere e pensare che la sicurezza sul lavoro sia una carezza alla vita!
Ideato e realizzato: dagli alunni della V I: Enrico Ciccarese, Angela Frau, Alessandro Legittimo,
Silvia Poci e Miriana Simone
Coordinatori del progetto: prof.sse Valeria Polo e Antonia De Bellis