Sceneggiatura in concorso nell'ambito del progetto:
"Dal palcoscenico alla realtà: @ scuola di prevenzione", ed. 2023/24, promosso da Inail Puglia e Regione Puglia
10 Consoli Castellana grotte - La ristorazione può cuocere gravemente alla salute.pdf
1. LA RISTORAZIONE PUÒ CUOCERE GRAVEMENTE LA SALUTE
Sceneggiatura teatrale a cura della 4^D Enogastronomia
I.I.S.S. Angelo Consoli – Castellana Grotte
Docente: prof. Vito Valenzano
Progetto “Dal palcoscenico alla realtà - @ scuola di prevenzione”
A.S. 2023/24
2. 2
Nota introduttiva
Se l’attenzione verso la sicurezza sul lavoro sta lentamente entrando nel
dibattito pubblico, occupando giustamente i palinsesti dei media, non
altrettanto – a nostro avviso – sta accadendo alla salute sul lavoro.
Spesso infatti è del tutto trascurato l'aspetto di benessere psicofisico legato alle
condizioni occupazionali, un aspetto altrettanto cruciale per garantire un
ambiente di lavoro sicuro e sano.
In particolare nel settore della ristorazione, identificativo del nostro percorso
scolastico, la pressione del tempo, la complessità delle attività e la necessità di
prestazioni ottimali possono esporre il personale a rischi da stress psicologico
significativi. Lavorare nella ristorazione è sicuramente impegnativo e molto
stressante, al punto che sempre più persone accusano problemi di salute
mentale.
Questa sceneggiatura, frutto di ricerche approfondite e interviste dirette con
professionisti del settore culinario, si propone di esplorare le dinamiche
lavorative del mondo della ristorazione tenendo ben presente alcuni aspetti
legati al benessere psicologico.
Attraverso testimonianze autentiche e riflessioni scaturite soprattutto dalle
ricerche compiute dall’Associazione Ambasciatori del Gusto e dall’Ordine degli
Psicologi della regione Lazio (https://ambasciatoridelgusto.it/la-psicologia-al-
servizio-della-ristorazione), vi proponiamo un assaggio di quel che accade nel
cuore pulsante di un’attività gastronomica professionale, evidenziando le sfide
mentali che gli addetti affrontano quotidianamente e offrendo spunti per
promuovere un ambiente lavorativo più sicuro, sostenibile e consapevole.
Con la speranza che sia di vostro gradimento,
gli studenti e le studentesse della 4^D Enogastronomia
I.I.S.S. A. Consoli – Castellana Grotte
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Palco vuoto. Luce.
Entrano in scena, uno alla volta, i lavoratori di un ristorante. Ogni personaggio
ha con sé un attrezzo da lavoro e compie ripetutamente lo stesso gesto,
posizionandosi nello spazio a scacchiera.
I personaggi compiono il gesto come se fosse una danza, in loop, gradualmente
aumentando di intensità e velocità per poi colpire sé stessi fino a delirare e
stramazzare al suolo.
In sottofondo una colonna sonora dolce, come una ninna nanna, che via via
accelera fino a raggiungere il climax e quindi stopparsi.
Personaggi e attrezzi:
• executive chef (ha in mano una padella e compie il gesto di
spadellare)
• sous chef (ha un cappello da chef che toglie e mette di continuo)
• commis (ha un coltello e compie il gesto di tagliare)
• maître (ha un taccuino e una penna e compie il gesto di scrivere sul
taccuino)
• cameriere (ha in mano un piatto e la cloche e compie il gesto di
aprirla)
• barista (ha un boston shaker e compie il gesto di shakerare)
• plongeur (compie il gesto di lavare un piatto)
• pasticciere (ha una sac a poche e compie il gesto di riempire qualcosa)
Buio al termine dell’azione.
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Luce sull’ executive chef.
Si alza da terra, si sistema, si aziona.
EXECUTIVE CHEF: Ogni giorno entro in questa cucina con la
determinazione di creare piatti straordinari. Il rumore
sordo delle pentole, il profumo avvolgente degli
ingredienti freschi, il calore dei fornelli mi fanno
sentire vivo.
Non importa quanto sia stressante o impegnativo, il
momento in cui un piatto viene completato e portato
in sala mi riempie di orgoglio.
Qui, in questo caos ordinato, trovo la mia pace. E la mia
passione per la cucina si accende sempre di più.
Ogni piatto è una storia da raccontare, un'opera d'arte
da creare e un'esperienza da condividere.
Questa è la mia cucina, il mio regno, e non vedo l'ora
di sorprendere e deliziare ancora una volta.
Buio sull’ executive chef. Luce sul cameriere.
Il cameriere si alza da terra, va a prendere una sedia dalle quinte e fa
accomodare un cliente, che nel frattempo è entrato in scena.
CAMERIERE: Buongiorno, signore! Cosa posso offrirle oggi?
CLIENTE: Un caffè, ma voglio che sia caldo questa volta. L'ultima volta
era freddo come il ghiaccio.
CAMERIERE: Mi dispiace per l'inconveniente, signore. Farò in modo che il
suo caffè sia caldo così come desidera.
CLIENTE: Ecco, spero proprio di sì. Non mi va di pagare per un caffè che
sembra lasciato lì da ore.
CAMERIERE: Capisco, signore. Sarà fatto al momento. Vuole aggiungere
qualcos'altro al suo ordine?
CLIENTE: No, solo il caffè per ora. Ma fai in fretta, ho un treno da
prendere.
CAMERIERE: Certamente, farò in modo che il suo ordine sia pronto il prima
possibile.
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CLIENTE: E assicurati che sia davvero caldo. Non voglio dover tornare
indietro a lamentarmi.
CAMERIERE: Faremo del nostro meglio per soddisfare le sue aspettative,
signore.
CLIENTE: Spero proprio che lo facciate! Non è bello quando il cliente
deve lamentarsi, capisci?
CAMERIERE: Certo, signore. Faremo del nostro meglio per garantire che
tutto sia di suo gradimento.
CLIENTE: Bene. Allora aspetto qui il mio caffè, e spero che stavolta sia
come lo desidero.
CAMERIERE: Certo, signore. Sarà pronto tra un attimo.
Il cameriere esce di scena. Buio sul cliente.
Luce sul plongeur. Si aziona il plongeur.
PLONGEUR: Panico. Inizia il turno, vai nello spogliatoio, ti cambi con altre
mille persone senza distinzione di sesso e ti assale il panico e
tutto è offuscato… ti chiedi perché bisogna cambiarsi tutti
insieme senza distinzioni... va bene che sono l'unica donna,
però questa è roba di puro maschilismo, dai… è imbarazzante
cambiarsi davanti a tutti… se si continua così comincerò a
venire a lavoro già cambiata…
Buio sul plongeur, luce sul sous chef.
Il sous chef si alza da terra, si sistema, si aziona.
SOUS CHEF: Entri in cucina e tutto cambia. È come se il mondo esterno
svanisse e io mi trovassi nel mio regno, tra pentole fumanti e
profumi che danzano nell'aria. Sì, potrebbe sembrare strano
per un ragazzo così giovane, solo 17 anni, ma per me questo
è il mio rifugio, il mio santuario, il luogo dove posso davvero
essere me stesso. Ogni giorno, quando affronto le sfide della
cucina, mi trovo anche a confrontarmi con me stesso. Il
lavoro dietro ai fornelli è una danza intricata tra creatività e
disciplina, tra rischi e sicurezza. È un'esperienza che mi
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permette di esplorare non solo il mondo del cibo, ma anche
il mio mondo interiore.
Buio sul sous chef. Luce sul pasticciere.
Si aziona il pasticciere.
PASTICCIERE: È come se vivessimo in un mondo a parte, un mondo
parallelo.
Chi lavora in questo settore con passione vera è come se in
qualche modo si isolasse dalla vita reale: si vive fianco a
fianco per moltissime ore, si condividono momenti di gioia e
di tensione, si diventa quasi fratelli. Tra la brigata e il
personale si stabilisce un modo di scherzare e relazionarsi
che ci unisce ma che può renderci dei "marziani" rispetto al
resto del mondo. Il rischio è proprio questo: troncare i
rapporti con il mondo fuori dal ristorante, sentendosi
completamente destabilizzati quando si esce dalla cucina, dal
laboratorio o dalla sala.
Anthony Bourdain, Luciano Zazzeri, Beniamino Nespor.
Conoscete questi nomi?
Buio sul pasticciere. Luce sul commis.
Si aziona il commis.
COMMIS: Accettai l'offerta di lavorare lì di buon grado, fresco di
diploma.
Partii con la mia ragazza, anche lei presa nello stesso
ristorante. Eravamo giovani, felici e pronti a spaccare il
mondo. Sapevo che nelle brigate aleggiava un po’ di
nonnismo cameratesco, ma non immaginavo che potesse
raggiungere livelli simili.
Buio sul commis. Luce sulla barista.
La barista si alza da terra, va a prendere una sedia dalle quinte e fa
accomodare il cliente 2, che nel frattempo è entrato in scena.
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BARISTA: Buongiorno, signore! Cosa posso offrirle oggi?
CLIENTE 2: Buongiorno! Vorrei un caffè e una brioche, per favore.
BARISTA: Subito, signore.
La barista esce di scena. Buio sul cliente 2. Luce sul maitre.
Il maitre si aziona.
MAITRE: Se arrivi a un punto in cui a qualsiasi costo la squadra deve
essere unita, è necessario far funzionare le cose. Abbiamo
infinite regole da rispettare: protocolli di lavoro, protocolli di
sostenibilità, pulizia… Per fare questo è necessario che in
cucina, in sala, alla reception, ovunque ci sia armonia.
Spesso collaboriamo con persone che possono avere dei
dubbi. Prima arrivano entusiasti al lavoro e poi strada
facendo le stesse persone non sono più capaci di far nulla o
il minimo indispensabile.
Tenere insieme persone con diversi caratteri non è semplice.
Lavoriamo a stretto contatto, nelle sale, nei ristoranti, con
tutti coloro che lavorano nelle cucine. Li vediamo mentre
spendono tutte quelle ore dietro un fornello per servire un
piatto eccellente a tutti i clienti, indipendentemente da
tutto…ma il nostro lavoro di sala non è da meno.
Devo occuparmi di tutti gli individui presenti in sala, sia
lavoratori che clienti. E non crediate che questo lavoro sia da
meno rispetto ad un cuoco in cucina. Ho gli stessi orari
stressanti di un Executive chef…i clienti mi…mortificano per
errori fatti dai miei colleghi, dandomi dell’incompetente,
quello che non sa gestire un gruppo di persone…
Buio sul maitre. Rientra in scena la barista e va verso il cliente 2.
Luce su barista e cliente 2.
BARISTA: Ecco il suo caffè e la brioche calda appena sfornata. Posso
chiedere se è qui per lavoro o solo di passaggio?
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CLIENTE 2: Sono qui per lavoro, un viaggio di affari. Mi piace fare una
pausa e prendere qualcosa mentre mi sposto.
BARISTA: Capisco. Deve essere faticoso viaggiare tanto. Lavoro spesso
io stessa molte ore dietro al bancone.
CLIENTE 2: Immagino. Quanti turni fa alla settimana?
BARISTA: Attualmente faccio sei giorni a settimana, anche se il mio
contratto prevede solo cinque giorni. Ma con la mia
situazione economica, è difficile dire di no a qualche turno
extra.
CLIENTE 2: Capisco. Deve essere davvero stancante. Spero almeno che il
lavoro le dia un po' di soddisfazione.
BARISTA: Beh, è un lavoro. Mi permette di pagare le bollette e
mantenere me stessa. Ma è dura, specialmente quando
vorrei passare più tempo con la mia famiglia.
CLIENTE 2: Posso solo immaginare. È incredibile quanto lavoro e
sacrificio ci sia dietro un semplice caffè. La ringrazio per il
servizio, e le auguro una giornata migliore.
BARISTA: Grazie, signore. Apprezzo le parole gentili. Se c'è
qualcos'altro di cui ha bisogno, non esiti a chiedere. Buon
viaggio e buona giornata.
CLIENTE 2: Lei mi sta davvero simpatica. Non è ovvio trovare tale
cortesia e professionalità in giro. Se c’è qualcosa che posso
fare per lei non esiti a chiedermelo.
BARISTA: La ringrazio molto, ma non c’è nulla che possa fare per me.
Passi ancora a trovarci. Arrivederci.
CLIENTE 2: Arrivederci.
Il cliente 2 fa per andare. Prima che esca di scena, la barista lo chiama.
BARISTA: Scusi…..Scusi…..
Il cliente 2 si ferma e si gira verso la barista
BARISTA: C’è una cosa, una cosa che potrebbe fare e che gradirei in
questo momento…
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Il cliente 2 si avvicina alla barista. La barista gli sussurra qualcosa all’orecchio.
CLIENTE: Ma certo! Sarà fatto!! Mi aspetti qui.
La barista si siede e resta in attesa, mentre il cliente 2 esce di scena. Buio sulla
barista. Luce sul plongeur.
Si aziona il plongeur.
PLONGEUR: All'inizio pensavo che fosse tutto ok, un lavoro come un altro,
niente di che. Ma ora... ora sto impazzendo. È solo che... non
riesco più a sopportare il ritmo frenetico. È sempre lo stesso,
giorno dopo giorno. Vai su, inizi a fare quello, poi chiedi al
capo cosa devi fare, ti dice di portare le cose a lavare, allora
le porti e…i piatti non finiscono mai, e il vapore caldo che
sale, l'acqua che schizza dappertutto... mi sento soffocare.
Non solo è pesante, è frustrante. Nessuno sembra notare il
mio lavoro, ma se sbaglio anche solo un piatto, tutti me lo
fanno notare. È come se fossi invisibile fino a quando
qualcosa va storto.
Cambiare lavoro? Non è così semplice. Non ho molte
alternative e ho bisogno del lavoro. Ma ogni giorno che passa
mi sento sempre più bloccata, sempre più... impazzita.
Buio sul plongeur. Luce sul sous chef.
Si aziona il sous chef
SOUS CHEF: Guardo i miei colleghi, e oltre alla collaborazione pratica, c'è
anche un intreccio di emozioni e dinamiche psicologiche. Ci
sosteniamo a vicenda, ci incoraggiamo, ci sfidiamo a
migliorare costantemente. In fondo, siamo una famiglia, uniti
dalla passione per la cucina e dalla ricerca della perfezione.
E quando creo un piatto, è come se trasmettessi parte di me
stesso attraverso il cibo. Ogni ingrediente, ogni gesto, porta
con sé una parte della mia storia, dei miei sogni e delle mie
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aspirazioni. È una forma di espressione, un modo per
comunicare senza parole ciò che non può essere detto.
La cucina è il mio mezzo per esplorare il mondo e me stesso.
Mi dà un senso di realizzazione e di gratificazione, sapendo
di poter influenzare positivamente le persone attraverso il
cibo. E anche se sono solo un giovane ragazzo di 17 anni, so
che ho già trovato la mia vocazione, la mia strada.
Buio sul sous chef. Luce sul cliente.
Rientra in scena e torna con in mano una busta di caffè in chicchi, un macinino,
una tazzina, un termos. Si posiziona davanti al cliente. Prende una manciata di
chicchi di caffè, li macina, mette la polvere di caffè nella tazzina e aggiunge
dell’acqua. Mescola con un cucchiaino e serve la tazzina al cliente.
CLIENTE: Scusa, ma ti sembra corretto servire un caffè in questo
modo?
CAMERIERE: Lei ha chiesto un caffè caldo, in questo modo mi sono
assicurato che le arrivasse caldo caldo…
Il cliente si alza e fa per andarsene. Il cameriere lo segue.
CAMERIERE: Signore, è stato lei a chiedermi di servirle un caffè in poco
tempo e caldo. Se è troppo caldo glielo raffreddo subito, ci
metto un attimo…
Il cliente fa un gesto di stizza ed esce di scena. Il cameriere lo segue.
Luce sull’executive chef.
Si aziona l’executive chef.
EXECUTIVE CHEF: Il mio sogno: diventare chef. Vivevo nel centro storico
del mio paese, dove le strade strette erano circondate
da antiche case di pietra. Mentre giocavo a pallone con
gli amici per quelle vie, sentivo spesso i profumi del
cibo che veniva preparato nelle case intorno a me.
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Immaginavo i sapori che si nascondevano dietro quei
profumi e sognavo di creare piatti deliziosi come quelli
che sentivo nell'aria. Anche se trascorrevo molto
tempo a giocare e divertirmi con gli amici, il mio
desiderio di diventare chef non svaniva mai.
Guardavo con ammirazione i cuochi nei ristoranti del
mio paese e mi immaginavo un giorno di fare lo stesso.
I miei amici non capivano il mio sogno e ridevano di
me, ma io continuavo a credere in me stesso e nella
mia passione per il cibo.
Ogni volta che sentivo il profumo del cibo, ero un
passo più vicino al mio sogno. Anche se sapevo che il
cammino per diventare chef sarebbe stato lungo e
difficile, non smettevo mai di sognare, perché per me
la cucina era il mio vero destino.
Buio sull’executive chef. Luce sul pasticciere.
Si aziona il pasticciere
PASTICCIERE: Ecco un elenco di sintomi fisici che possono verificarsi in chi
lavora nella ristorazione:
problemi alimentari e digestivi;
sonnolenza;
problemi muscolari e cardiovascolari;
problemi di pressione sanguigna;
disturbi muscolo-scheletrici;
esposizione a fattori di rischio quali vapori, fumi, polveri…
Anthony Bourdain, Luciano Zazzeri, Beniamino Nespor.
Conoscete questi nomi?
Buio sul pasticciere. Luce sul commis.
Si aziona il commis.
COMMIS: La gestione era in mano a quei tre: uno chef, un sous chef e
un capo partita che si rivelarono il mio peggior incubo. Gli
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ultimi arrivati venivano messi ai lavori più faticosi e umili e
non potevano lamentarsi. Ma ero pronto a faticare per
imparare e dimostrare il mio valore. Tuttavia, entrai nel
mirino del sous chef che, dopo avermi affidato lavori
impossibili, mi scherniva davanti a tutti. Poi si girava verso gli
altri, aspettando una risata generale, e faceva l’occhiolino
alla mia ragazza. Passarono i giorni, provai a velocizzarmi il
più possibile, ma anche se finivo il lavoro prima del tempo,
lui mi insultava. Arrivai a stare al ristorante per più di 16 ore
al giorno. Iniziavo alle 5.00. A volte trovavo ancora i lavapiatti
che stavano finendo il turno di notte. Durante i pochi minuti
di pausa che avevo andavo in bagno, buttavo a terra uno
strofinaccio, mettevo il timer e dormivo per quattro minuti.
Iniziai a sentire lo stress e la fatica e nessuno mi ha mai
chiesto cosa avessi. Mi lasciai anche con la mia ragazza.
Buio sul commis. Luce sul maitre.
Si aziona il maitre.
MAITRE: Ho deciso di volermi dedicare ad una gestione più efficace dal
punto di vista organizzativo, puntando soprattutto sulla
centralità delle persone.
Voglio coinvolgere la brigata nelle attività quotidiane per
creare motivazione, rivedere gli orari, le giornate lavorative
e quelle di riposo, lavorare sulla comunicazione, migliorare la
conciliazione del bilanciamento tra casa e lavoro, stabilire un
rapporto più profondo con il gruppo di lavoro.
Voglio maggiore attenzione della qualità nella ristorazione,
incrementare la formazione per avere personale qualificato
e avere come priorità il benessere del personale. Bisognerà
ristrutturare i tempi e cercare di dare più tempo libero alle
persone, questo aiuterà anche ad essere più produttivi sul
lavoro. Riconoscere l’importanza di far crescere le persone
come forma di motivazione.
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Buio sul maitre. Luce sulla barista.
Rientra in scena il cliente 2, con un vassoio su cui c’è una tazza di caffè. Va
verso la barista, che è seduta, in attesa. Il cliente porge il caffè alla barista. La
barista sorseggia e ridà la tazza al cliente. Il cliente si siede davanti a lei, al
tavolo.
BARISTA: Allora? Come si sente?
CLIENTE: Hm? In che senso come mi sento
BARISTA: Come va? come si sente? cosa sente? soddisfazione? si
sente appagato?
CLIENTE: Beh…vedere il suo sorriso mentre le servivo il caffè mi ha
fatto sentire bene…
BARISTA: Bene…allora ora moltiplichi quel sorriso per mille, per
duemila, per diecimila, per 365 giorni all’anno, per tanti
anni quanti ne può ricordare… come la fa sentire questo
pensiero?
CLIENTE: Bene, mi fa sentire bene… riesco a vedere tutti quei sorrisi
che mi illuminano la giornata e mi danno la voglia di andare
avanti.
BARISTA: Benissimo… ora immagini un urlo, sordo in mezzo a tutti
quei sorrisi solari, un'occhiataccia cieca in mezzo a tutti
quegli occhi pieni di gioia e voglia di sorridere e vivere,
immagini un brutto gesto, fatto con quelle mani con le quali
altre persone maneggiano la tazzina del caffè delicatamente
mentre la poggiano sulle loro labbra per berne il succo,
come la fa sentire questo?
CLIENTE: Beh, male, come tutto quel lavoro fosse stato buttato via da
una sola persona.
BARISTA: Esattamente. Per cui una cosa posso consigliarle, una cosa
che già lei fa. Continui a sorridere ed essere grato per le
piccole cose che le succedono… Apprezzi il cameriere che fa
turni estenuanti pur di portarle il caffè sul tavolo…apprezzi il
piatto di pasta al sugo che le viene portato al tavolo, frutto
del duro lavoro di un cuoco sottopagato…
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Buio cu cliente e barista. Luce sul suous chef.
Si aziona il sous chef.
SOUS CHEF: Eppure, c'è anche il lato oscuro di questa passione. Le
lunghe ore in cucina possono essere estenuanti, fisicamente
e mentalmente. Le pressioni del servizio, le aspettative dei
clienti, la competizione interna possono pesare sullo spirito.
Ma è proprio in quei momenti di sfida che trovo la mia forza
interiore, la mia resilienza.
E così, mentre continuo il mio viaggio nella cucina, so che
ogni giorno è un'opportunità per imparare, crescere e
migliorare. La cucina è più di un lavoro per me, è una scelta
di vita, un impegno verso l'eccellenza e verso me stesso.
E anche se sono solo un ragazzo di 17 anni, ho grandi sogni
e ambizioni che mi spingono avanti, alimentati dalla fiamma
della passione che brucia dentro di me.
Buio sul sous chef. Luce sul plongeur.
Si aziona il plongeur.
PLONGEUR: Panico, ecco quello che ho provato oggi, come ogni giorno,
mi chiedo perché continuo a lavorare in questo posto, è
l'inferno, ti dà pressioni a destra e a sinistra, non si riesce a
respirare, è troppo opprimente, non riesco a sopportare
tutto questo ancora per molto, mi sottopagano,
sottovalutano il mio lavoro, pensano che il "lava piatti" sia
un lavoro inutile, non pieno di pressioni e ansia, ma il solo
pensiero di non riuscire a rendere un piatto lucido o la
possibilità che scivoli dalla mano mette paura.
Vengo isolata da tutti, presa in giro per il mio lavoro, devi
cambiare, devi trovare un lavoro che mi valorizzi, che faccia
uscire il meglio da me.
Buio sul plongeur. Luce sull’executive chef.
Si aziona l’executive chef.
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EXECUTIVE CHEF: Buonasera e benvenuti nel nostro ristorante, dove
l'eleganza culinaria è di casa.
Permettetemi di presentare le nostre creazioni
gastronomiche, curate con passione e dedizione.
Cominciamo il viaggio culinario con il "Salmone in
Verde, il suo Caviar in Crème Fraîche", un connubio di
freschezza e raffinatezza: il salmone si sposa
armoniosamente con la cremosità del caviale su un
letto di delicate erbette.
La "Frisella Luxury in Camouflage", un'interpretazione
moderna e lussuosa di un classico della tradizione: una
frisella croccante si trasforma in un'opera d'arte
camuffata, arricchita da sapori esotici.
Proseguiamo con "Bottone di Capasanta, Aragosta e il
suo Ristretto, Caviar": un'esperienza sensoriale unica
che celebra il mare con la delicatezza della capasanta
e dell'aragosta, accompagnate da un ristretto
aromatico e arricchite da un tocco di lusso con il
caviale.
Ancora, "Gnocchi, Ragù Bianco al Curry, Olive Verdi",
un incontro tra tradizione e innovazione: gli gnocchi
artigianali si avvolgono in un ragù bianco dal sapore
avvolgente del curry, completato dalla freschezza delle
olive verdi.
A seguire, "Ricordo di una Cena d'Estate: Podolica,
Patate e Peperoni". Un viaggio attraverso i sapori
autentici, in cui la tenera carne di podolica si sposa con
la rusticità delle patate e la dolcezza dei peperoni,
trasportando il palato in una calda e suggestiva
atmosfera estiva.
Per concludere, "Cocco Bello!!!", un finale sublime e
indulgente che chiude il pasto con una sinfonia di
dolcezza tropicale, attraverso una creazione a base di
cocco che delizia i sensi con la sua eleganza.
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Se desiderate ulteriori dettagli o consigli, sono a vostra
disposizione.
Vi auguro una serata indimenticabile e un'esperienza
culinaria senza pari.
Buio sull’executive chef. Luce sul commis.
Si aziona il commis.
COMMIS: Tutto il giorno pulivo gigantesche casse di rucola,
gambo per gambo.
Un pomeriggio per sbrigarmi eliminai le radici con un
solo strappo, lo videro. Il capo partita mi raggiunse e
mi sbatté il mazzo in faccia, spaccandomi il labbro.
Una volta fecero cadere cinque litri di brodo in cella
frigorifera. Mi diedero la colpa. Mi obbligarono a
pulire senza spegnere la refrigerazione.
Decisi di licenziarmi. Non ricordo con esattezza cosa
mi urlò il sous chef, ma so che superò il limite.
Mi strappai la giacca di dosso, la sbattei a terra e me
ne andai. "Perché te ne sei andato senza dirmelo?" mi
chiese il giorno dopo il primo chef. Io gli risposi:
<<Grazie chef. Va bene così>>.
Tornai a casa. Ero dimagrito di venti chili in quattro
mesi!
Buio sul commis. Luce sul cameriere.
Si aziona il cameriere.
CAMERIERE: Caffè espresso
caffè ristretto
caffè corto
caffè lungo
caffè doppio
caffè affogato, decaffeinato, ammantecato
caffè schiumato, corretto, shakerato
17. 17
caffè americano, marocchino, napoletano, brasiliano,
valdostano
caffè alla nocciola, al ginseng, al ghiaccio
caffè al limone
cappuccino
mocaccino
marocchino
moka
caffè in ghiaccio con latte di mandorla
caffè d’orzo
caffè frappè
Irish coffee; Jamaican coffee
caffè dello studente
caffè calabrese, fanese, leccese, alla livornese,
caffè Pedrocchi, caffè Borghetti, caffè Martini
granita al caffè
cocco cafè
crema al caffè
caffè estratto a freddo
espressino, bicerin
caffè con panna, con nutella, con cannella
latte macchiato, caffelatte, macchiatone
caffè sospeso
caffè in vetro
caffè macchiato
caffè macchiato caldo
caffè macchiato freddo
caffè bollente in tazza fredda
caffè freddo in tazza bollente
caffè bollente in tazza bollente
caffè freddo in tazza fredda
ma vaff…..
Buio sul cameriere. Luce sul maitre.
Si aziona il maitre
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MAITRE: Quello che ho pensato è che un ulteriore miglioramento si potrebbe
avere coinvolgendo gli operatori anche a livello personale,
sensibilizzandoli nell’adottare comportamenti e stili di vita più sani.
Non si deve dimenticare, ad esempio, di seguire abitudini
alimentari equilibrate.
È assurdo pensare che chi lavora nel mondo della ristorazione
mangia male. Bisogna riuscire ad assumere, per quanto possibile, i
pasti con una maggiore regolarità e poter eventualmente seguire
un adeguato regime alimentare in relazione alle proprie condizioni
di salute.
È fondamentale poi evitare di fumare e far uso di sostanze psico-
attive. Far capire che il loro consumo, pur procurando effetti
pseudo-benefici più o meno immediati, conduce facilmente ad uno
stato di dipendenza con conseguenze a lungo termine
estremamente negative.
Vi posso assicurare che in sala…il fumo e la puzza d’alcool si
sentono, e anche tanto…
Buio sul maitre. Luce sul pasticciere.
Si aziona il pasticciere.
PASTICCIERE: Anthony Bourdain, Luciano Zazzeri, Beniamino Nespor sono
chef conosciuti che non ce l’hanno fatta a gestire lo stress e
si sono tolti la vita.
Come loro, chissà quanti altri sconosciuti…
E io, come faccio io a gestire lo stress?
Non prendendomi troppo sul serio.
Questo non vuol dire non essere seri, ma lasciare ai miei
collaboratori la possibilità di esprimere la propria creatività e
di gestirsi con una certa libertà. Credo nel responsabilizzare i
ragazzi e, per ora, nessuno mi ha mai deluso. Nei periodi più
tranquilli, do la possibilità di prendere dei riposi extra da
unire al giorno di riposo, in modo che ciascuno possa stare
con le persone che ama, organizzare un viaggio o dedicarsi ai
19. 19
propri hobby. Certo, lo stress c'è, ma cerchiamo di lasciare
spazio solo a quello che chiamiamo Eustress, lo "stress
buono", quella tensione che ti permette di dare il meglio di
te. Ma bisogna sempre capire che, a un certo punto, è
necessario saper mettere un punto, capire quali sono i nostri
limiti finali e non superarli.
Non voglio finire come Anthony Bourdain, Luciano Zazzeri,
Beniamino Nespor…
Buio sul pasticciere.
Luce su tutto il palco.
Come nella prima scena, ciascun personaggio, posizionato nello spazio a
scacchiera, compie ripetutamente lo stesso gesto.
Stavolta però la velocità e l’intensità del gesto non aumentano; in sottofondo la
stessa colonna sonora dolce, come una ninna nanna, della prima scena.
La musica lentamente sfuma.
Lentamente, buio.