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Pagine da de celis beach soccer
1. IO BEACH SOCCER
DE CELIS
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BEACH SOCCER: CALCIO A 11 O CALCIO A 5?
“La trasposizione estiva del calcio a 11”, come da più parti il beach
soccer è stato denominato, è in realtà uno sport di elevata dinamicità,
acrobazia, resistenza, forza, tecnica individuale e strategia tattica collettiva (quest’ultimo aspetto sempre più in primo piano negli ultimi anni),
che si gioca in 5 (4 più portiere) con altri 7 giocatori in panchina pronti
a subentrare con sostituzioni libere, come avviene nel calcio a 5.
Nonostante le affinità evidenti con il futsal e, tutto sommato con il calcio (in entrambi i casi, la tecnica individuale deve essere patrimonio che
un giocatore di beach soccer di un certo spessore deve avere nelle sue
caratteristiche), in Italia sono in molti che ancora scambiano il beach
soccer con il beach volley (“ma è lo sport che si gioca con le mani..?”) a
dimostrazione della evidente difficoltà, in un mondo chiuso e per molti
versi tradizionalista come il nostro, a non essere ricettivo a dovere per
lo sviluppo di uno sport dagli ampi margini di crescita.
Il beach soccer, denominato anche “calcio su sabbia”, non è né calcio
a 11 né calcio a 5 a tutti gli effetti, sebbene manifesti aspetti tecnici,
tattici, condizionali, relazionali, gestionali simili all’uno e/o all’altro; ma
è, in definitiva, uno sport diverso, per le sue regole, le sue continue metamorfosi, le sue caratteristiche tecniche, il suo credo fisico-atletico,
la sua peculiarità tattico-collettiva e il forte condizionamento di tutte le
componenti appena elencate del terreno su cui ha luogo la prestazione:
la sabbia.
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LA TECNICA
Nel beach soccer, la tecnica (dei fondamentali) è l’insieme dei movimenti
con la palla che il giocatore è chiamato a compiere in gara.
Da un punto di vista didattico, la tecnica viene suddivisa in tecnica pura
e tecnica applicata. La prima riguarda esclusivamente il rapporto diretto uomo-palla; la seconda prende in esame tutti quegli accorgimenti per
mezzo dei quali la tecnica possa rispondere in modo consono allo sviluppo del gioco, facendo riferimento ai compagni, agli avversari, all’obiettivo
da raggiungere. Mentre la tecnica pura risponde a principi di carattere
meccanico, la tecnica applicata esige un passaggio successivo ricorrendo alle doti intellettive dell’individuo e al suo spirito di ragionamento, che
legge la situazione contingente di gioco.
Il giocatore abilissimo nel palleggio e nel trasmettere la palla con giusto
dosaggio ed estrema precisione, ad esempio, può benissimo risultare
poco efficace nel corso di un incontro. Ma è altrettanto vero che la
tecnica pura è condizione necessaria per una buona tecnica applicata.
I fondamentali tecnici di seguito analizzati sono otto: la conduzione, la
ricezione, il passaggio, il tiro, il dribbling, il colpo di testa, l’alzata di palla
e la rovesciata. Considerata la tecnica del portiere come il nono fondamentale tecnico nel beach soccer, si è scelto di non trattarlo nella sua
particolarità, data la competenza specifica richiesta.
Ramiro Amarelle
(n 10 Spagna)
Foto: Manuel
Queimadelos
/beachsoccer.com
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I PRINCIPI TATTICI OFFENSIVI: tutti i movimenti che sviluppa una
squadra in possesso palla, tenuto conto dei propri compagni, degli avversari e delle situazioni di gioco.
INDIVIDUALI
• Smarcamento: abilità tattica individuale che consiste nel trovare lo
spazio libero dalla marcatura di un avversario per ricevere la palla
o creare uno spazio libero. Nello smarcamento si segnalano diversi
movimenti specifici: il taglio, la mezzaluna, la parallela, la sovrapposizione, la sponda, il ‘dai e divergi’, il ‘dai e convergi’, il ‘dai e vai’, il
sostegno e l’appoggio;
• Controllo e difesa della palla: abilità individuale che, attraverso la
giusta interposizione di del corpo tra palla e avversario, consente di
mantenere il dominio della palla in presenza di avversari;
• Finta: movimento da eseguire, con o senza palla, che non prevede
necessariamente il superamento di un avversario. La si esegue in
fase di conduzione, ricezione e smarcamento ed è strettamente
legata al dribbling;
• Blocco: molto frequente nel beach soccer, è un azione individuale
senza la palla finalizzata a favorire lo smarcamento di un compagno (come spesso avviene nei corner), o una sua azione di dribbling,
ostacolando il diretto avversario impegnato nel marcarlo.
CONCETTI COLLETTIVI
• Transizione: passaggio dalla fase di possesso palla a quella di non
possesso (transizione negativa) o dalla fase di non possesso a quella
di possesso (transizione positiva). Entrambi i momenti sono fondamentali per fare o per non subire goal. Nella transizione negativa, si
fa leva sulla capacità di “sacrificio” dei giocatori, di passare da una
fase d’attacco al ripiegamento difensivo e conseguente tentativo di
recupero palla; in quella positiva, di riconquistare palla e di arrivare
alla conclusione a rete nel minor tempo possibile;
• Ampiezza e profondità: concetto tattico collettivo molto legato
a quello individuale dello smarcamento, che consiste nell’allargare
e allungare la squadra avversaria attraverso il posizionamento dei
propri giocatori quanto più vicini alle linee di fondo (in ampiezza e
profondità, per l’appunto), con l’obiettivo di creare maggiori spazi
di giocata;
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Nel beach soccer la componente condizionale risulta fondamentale
all’interno di una metodica di allenamento. I 36 minuti di gara effettivi,
che diventano circa 45-48 di gioco totali, considerati i vari tempi morti
(intervalli esclusi), assumono un carattere di maggiore sforzo fisico-energetico, se consideriamo:
•
•
•
il terreno sabbioso su cui si determina la prestazione, più faticoso
rispetto a qualsiasi altro terreno di gioco (erba naturale, erba artificiale, parquet, terra, ecc.);
l’intensità dello sforzo fisico, prendendo in esame il numero di partecipanti alla gara (4 giocatori + 1 portiere) in relazione alle dimensioni
del terreno di gioco (26-28 metri x 35-37 metri);
la temperatura, difficilmente sotto i 30 gradi, e il tasso di umidità
notevole in cui si svolgono prevalentemente le gare, talvolta programmate nelle prime ore del pomeriggio.
A queste componenti rituali e standardizzate, ne aggiungiamo altre,
determinanti ad una programmazione di allenamento funzionale alla performance:
1. l’inizio della competizione;
2. la durata della competizione;
3. la strategia di gara e/o le eventuali strategie di gara.
Foto: Luigi Iacono
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MSc Stefano
D’Ottavio
Associate
Professor
President of
Master’s Degree
onSciences
and Techniques
of Sports
University of
Rome Tor Vergata
Department
of Medicine of
Systems
Gianluca Briotti
PhD St.
Faculty of
Medicine and
Surgery School of
Movement and
Exercise Science
University of
Rome “Tor
Vergata”
Presentazione del progetto di “Analisi della Prestazione” della
Nazionale Ungherese di Beach Soccer.
(Studio condotto e realizzato in collaborazione con Stefano D’Ottavio
e Gianluca Briotti, Università Tor Vergata, Roma)
Il Beach Soccer è un’attività caratterizzata da movimenti di tipo intermittente, cioè attività svolte ad alta intensità intercalate da momenti di
corsa lenta e azioni utili al recupero (camminata, stazionamento). Poter
stabilire in maniera oggettiva cosa avviene durante la gara, ci consente
di ottimizzare il processo di allenamento (Bangsbo, 2006).
La match analysis è la metodica di rilevamento dati che, attraverso l’indagine scientifica e statistica, consente di valutare, in modo oggettivo,
il rendimento fisico e tecnico del singolo atleta e dell’intera squadra.
Potrebbe quindi essere definita come il mezzo che trasforma il modello di prestazione in un dato matematico per poter analizzare meglio il
modello stesso e migliorarlo attraverso l’allenamento. La diagnosi della
prestazione è fondamentale per scegliere, classificare e stabilire i contenuti concreti del gioco, permettendo così allo staff tecnico di sviluppare forme e metodiche di allenamento più economiche ed efficaci.
Il recente passato ha visto l’avvento di impianti sofisticati, strumenti
come registrazioni video, nuovi programmi per PC, il rilevamento della
posizione attraverso sistema satellitare (Global Position System GPS):
grazie a tali strumenti si possono registrare e codificare una grande
quantità di informazioni provenienti dal gioco, rendendo migliore la comunicazione tra campo di gara e addetti ai lavori.
L
’obiettivo della match analysis è creare un modello di allenamento fisico
specifico tale da fornire stimoli in grado di migliorare le caratteristiche
metaboliche e neuromuscolari dei giocatori della Nazionale Ungherese di
Beach Soccer. Di seguito i materiali e i metodi utilizzati per le rilevazioni
effettuate e le specifiche dei dati utilizzati per la realizzazione di una razionale programmazione dell’attività fisica con obiettivo le Qualificazioni
Mondiali Luglio 2013 a Mosca.
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Questo libro, come d’altronde l’esperienza diretta dell’Autore, sono basati su un concetto di allenamento fondato sul lavoro. La filosofia sacchiana degli anni ’90 prevedeva che il giocatore doveva essere soggetto
pensante ma anche atleta. Si era soliti però anche sostenere che il
miglior allenamento è la partita, dove si toccano in un unico momento
(la gara appunto) tutti quegli elementi (fisico-atletico, tecnico, tattico,
psicologico) necessari ad una corretta performance.
La gara, considerata come il miglior allenamento, ha valenza nella misura
in cui va a toccare quegli aspetti condizionali e psicologici con un buon
rifornimento alle spalle a cui attingere. Si pensi ad esempio a chi inizia
una preparazione dopo un periodo di inattività. Una gara amichevole,
comunque ad evidente rischio infortuni, ci potrebbe anche stare per un
inizio attività in una forma soft, prima del successivo e faticoso lavoro
preparatorio al campionato. Pensare di organizzare una gara anche il
giorno successivo o addirittura il terzo, memori della frase “il miglior
allenamento è la partita” sarebbe non solo non allenante, ma assolutamente nocivo sotto ogni punto di vista.
Di contro, è indiscusso che nella gara vengano toccati tutti gli aspetti
che necessitano di essere allenati in settimana. A tal proposito, la
seduta di allenamento non dovrebbe essere scissa nei suoi contenuti,
bensì “fusa con dosaggio corretto” attraverso il metodo integrato, sunto della metodologia moderna di allenamento dove in una esercitazione
non vi è solo l’aspetto fisico o tecnico da curare, ma vi è la tendenza
ad abbinare diversi obiettivi all’interno di uno stesso esercizio, al fine di
ottimizzare il tempo di lavoro, sempre poco, e rendere la seduta motivante. La seduta di allenamento (che si consiglia di svolgere nello stesso orario di gara) consiste in una serie di esercitazioni da effettuarsi
secondo una determinata successione, con una certa intensità ed entro un determinato periodo di tempo. Ogni seduta si sviluppa in 3 Fasi
(iniziale, centrale e finale), precedute dal riscaldamento e posticipate
dal defaticamento. Il riscaldamento (o attivazione o messa in azione)
ha l’obiettivo di portare la temperatura corporea sui 39 gradi in cui la
macchina umana può esaltare al meglio la sua funzionalità e sopportare
in modo efficiente il lavoro che le verrà sottoposto. Considerate le già
elevate temperature con cui si è soliti svolgere la seduta di allenamento (si consiglia di svolgerla nello stesso orario di gara), la tendenza è
quella di sfruttare il tempo dedicato al riscaldamento, in quantità ridot-
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Elementi generali
Nella Fase Finale del Campionato Mondiale 2011, svoltasi a Ravenna
dall’1 all’11 settembre 2011, sono state analizzate 31 gare (esclusa
da tale analisi la Finale III / IV posto non ritenuta idonea alla ricerca in
esame), con 264 reti segnate e con 8,51 media gol a gara.
Le reti segnate su azione sono state 161, pari al 61%.
Le reti segnate su palla inattiva sono state, invece, 103, pari al
39% del totale.
Elementi specifici
LA FREQUENZA DEI PUNTEGGI
Punteggio
Frequenza
Totale Marcature: 264
1-0
2-0
1-1
Ukr-Mex
2
Arg-Oma
4
2-1
3-0
3-1
2-2
0-0
3-2
Mex-Jap
4-1
Nig-Tah Brasile-Portogallo
3-3
Bra-Ukr
6
4-2
Ukr-Jap
6
6-5
10-8
Bra-Jap Ita-Svi
5+5+5
5+5
El Salvador-Italia
11
Brasile-Nigeria
18
4-3
El Sal-Arg El Sal-Oma
5+5
5-2
Bra-Mex Tah-Ven
5+5
5-0
Por-Arg Rus-Tah
5+5
6-4
Svi-Ira
10
Media
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Nella mia esperienza personale, il passaggio dall’allenare una squadra di Club (il
Mare di Roma, Serie A) a una squadra Nazionale (Germania prima, Ungheria poi),
mi ha portato a riscontrare differenze notevoli, che vado qui di seguito ad elencare:
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LE QUALITÁ DI UN TECNICO
1. Una corretta metodologia di allenamento. Non ne esiste una assoluta. L
’importante è che sia adattata al contesto in cui si va ad
operare e in base alla tipologia di giocatori con cui si deve lavorare
(lo smoking è un bellissimo vestito, ma non può essere indossato da
tutti e in ogni posto, con egual risultato).
2. La gestione delle risorse umane. Dei giocatori, ma anche dello staff
tecnico e di quello dirigenziale. Nell’eccellenza, non si possono non
considerare anche mass-media, organi istituzionali e federali.
3. La strategia di gara. Fondamentale a tal proposito la conoscenza
degli avversari.
4. La lettura di gara, necessaria al cambiamento in corsa della gara.
I cambi, essendo continui, possono rappresentare un cambiamento
di rotta decisivo alla soluzione del match.
5. Lo stile. Il rispetto dei propri giocatori, degli avversari e degli arbitri
(non solo quando si vince) sono alla base del ruolo che si ricopre.
Un bravo allenatore deve prendersi le proprie responsabilità senza cercare capri espiatori come responsabili del mancato risultato.
Attaccare l’arbitro vorrebbe dire attaccare tutto il movimento del
beach soccer.
Come già detto più volte, essendo il beach soccer in continua crescita, cambiamento e sviluppo (d’altronde, anche nella vita moderna, “chi
non corre sta fermo..”), è inevitabile che il ruolo del tecnico stia subendo notevoli cambiamenti e diversi ne avrà nel corso dei prossimi anni.
Cresceranno gli studi e le ricerche al riguardo, i confronti ufficiali tra i
tecnici, i seminari e gli aggiornamenti promossi dalle singole Federazioni
e dalla BSWW. E tutto ciò scritto su questo testo risulterà tra qualche
anno, probabilmente, appartenente ad un mondo passato, logoro, vecchio. Sarebbe un bene.
Questo sarà l’obiettivo del presente lavoro: far sì che qualche riga
condivisa dal lettore possa dar seguito a concetti diversi per nuove
metodologie di allenamento, curiosità nell’articolare tanti altri “modus operandi”, e che le molte idee non condivise, invece, possano
dare input per altre strade ritenute più idonee. A cui ne faranno seguito altre e altre ancora: idee che solo il confronto potrà modificare
e migliorare, ad esclusivo vantaggio del movimento del beach soccer.
Il ruolo del tecnico, allenatore o gestore (chiamato anche Mister o Coach), varia a seconda del contesto in cui egli va ad operare.