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FILOSOFIA DELLA
BIOLOGIA - 7
Perché capire Darwin è difficile?
Nicoletta Salvatori - corso afca 2016-2017
COSTRUTTORI DI MITI
Richard Dawkins ha osservato: sembra che il nostro 

cervello sia stato specificamente progettato 

per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi 

di una mente creatrice o organizzatrice sia per l’uomo 

più attraente e naturale.
Lo stesso Charles Darwin era rimasto colpito 

dall’efficacia comunicativa o persuasiva 

delle spiegazioni finalistiche
Gli esseri umani amano le spiegazioni basate sulle intenzioni. 

Di fronte a fenomeni incomprensibili e complessi abbiamo cercato spiegazioni
attraverso il ricorso a entità invisibili diventando “macchine per credenze”
Il meccanismo evolutivo stesso sembra averci messo lo zampino!
COSTRUTTORI DI MITI
Richard Dawkins ha osservato: sembra che il nostro 

cervello sia stato specificamente progettato 

per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi 

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più attraente e naturale.
Lo stesso Charles Darwin era rimasto colpito 

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Gli esseri umani amano le spiegazioni basate sulle intenzioni. 

Di fronte a fenomeni incomprensibili e complessi abbiamo cercato spiegazioni
attraverso il ricorso a entità invisibili diventando “macchine per credenze”
Il meccanismo evolutivo stesso sembra averci messo lo zampino!
Darwin a Thomas Huxley, 1871: “sarà una
lunga battaglia, anche dopo che saremo morti
e sepolti … grande sarà il potere del
fraintendimento” . 150 anni dopo è ancora
vero!
Comprendere il processo evolutivo richiede 

un investimento cognitivo più costoso,
controintuitivo e decisamente meno
consolante
NATI PER CREDERE O
PER RAGIONARE?
Il nostro cervello è dualista per natura e tende a
separare il pensiero e la materia, la coscienza di noi da noi
come individui. L’idea che esista uno spirito che abiti il corpo
è quindi una predisposizione naturale evolutasi negli uomini
e li porta al teismo.
La mente umana pensa in termini di obiettivi e di intenzioni
e tende a attribuire quello stesso schema di pensiero agli altri
esseri umani, agli esseri animati e a tutto quanto sembra
muoversi e agire senza una causa materiale evidente.
Abbiamo quindi una naturale propensione all’animismo
Tendiamo a credere che dietro a ogni fenomeno ci sia uno scopo
e che dietro le cose che accadono ci sia un “agente” le cui azioni sono
determinate da intenzioni. 

(le superstizioni nascono da un eccesso di ricerca di cause e di
correlazioni illusorie a quanto accade solamente per caso).
L’EVOLUZIONE 

HA CREATO DIO?
In questa prospettiva la scienza sarebbe un modo di pensare “innaturale” perché fa
continuamente violenza al nostro senso comune. Per fortuna il nostro cervello anche se è una
ottima “macchina di credenze” ha in sé la capacità di modificarsi, dopo aver rilevato le
anomalie. E quando si comincia a comprendere il funzionamento di certi meccanismi, la
prospettiva di riuscire a smontarli diventa decisamente più concreta.
La razionalità allora vince sulla credenza.
In Nati per credere Telmo Pievani scrive
«gli esseri umani amano le spiegazioni basate sulle intenzioni, come
se avessero un sensore sempre acceso per captare la presenza di
propri simili o per prevedere le mosse di nemici esterni. Questi
sistemi cognitivi si sono evoluti e siamo finiti per diventare delle
autentiche macchine di credenze».
SCIENZA VS SENSO
COMUNE
La scienza è in aperto contrasto con il senso comune poichè tende
a mettere in discussione l’apparenxa natuarle delle cose “i sensi
ingannano”
La metafora progettuale è per la nostra mente un sentiero quasi
obbligato, facile da credere
Difficile è invece credere che le realizzazioni della selezione
naturale non abbiano bisogno di un progetto, nè di una
intenzione, nè di una provvidenzialità, ma che sia sufficiente un
meccanismo cieco e automatico di sopravvivenza differenziale
di individui portatori di variazioni casualmente emerse
SCIENZA VS SENSO
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La scienza è in aperto contrasto con il senso comune poichè tende
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naturale non abbiano bisogno di un progetto, nè di una
intenzione, nè di una provvidenzialità, ma che sia sufficiente un
meccanismo cieco e automatico di sopravvivenza differenziale
di individui portatori di variazioni casualmente emerse
“Quella di Darwin continua a essere una rivoluzione cultura
INDIGESTA a un gran numero di persone” (Pievani 2008)
ELOGIO DEL CASO
Ma se di istinto la mente associa la complessità di un sistema all’esistenza di
un progetto e la realtà di un organo al suo fine in realtà è possibile anche
chiedersi come mai se davvero ci fosse un progettista sia stato tanto
pasticcione:
estinguendo molte forme viventi
lasciando moltre strutture inutili
mantenendo le stesse strutture per milioni di anni
La nostra teologia “naturale ci spinge a credere che la complessità delle forme
della natura non possoano essere state prodotte da un meccanismo cieco. Sono
“miracoli” di bellezza e nonpossono avvenire per caso
L’evoluzione ci spiega e DIMOSTRA che dato il tempo necessario è possibile.
Eventi improbabili si verificano continuamente
ELOGIO DEL CASO
Ma se di istinto la mente associa la complessità di un sistema all’esistenza di
un progetto e la realtà di un organo al suo fine in realtà è possibile anche
chiedersi come mai se davvero ci fosse un progettista sia stato tanto
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La nostra teologia “naturale ci spinge a credere che la complessità delle forme
della natura non possoano essere state prodotte da un meccanismo cieco. Sono
“miracoli” di bellezza e nonpossono avvenire per caso
L’evoluzione ci spiega e DIMOSTRA che dato il tempo necessario è possibile.
Eventi improbabili si verificano continuamente
Non amiamo il caso. Non siamo inclini a spiegare 

una coincidenza improbabile attraverso il caso ma 

piuttosto preferiamo trovare cause misteriose, 

incomprensibili, invisibili, soprannaturali.
Amiamo i pattern illusori: vediamo figure nei profili 

delle montagne o nelle nuvole.
Pensiamo che dietro ogni evento ci sia una “intenzione” perché siamo 

animali “intenzionali”
Prediligiamo il concetto di PROGRESSO che implica un direzione 

a quello neutro di CAMBIAMENTO e quindi per noi è davvero ostico 

pensare che non ci sia nessun “piano di sviluppo” nella storia naturale
NATURA MALIGNA
Victor Hugo: “Dio da gran poeta qual è può permettersi di essere
eccessivo, contraddittorio,e talvolta anche di pessimo gusto”
Charles Darwin (Taccuini) “Quale libro potrebbe scrivere il
cappellano del diavolo sulle rozze, dannose, erronee, basse e
orribilmente crudeli azioni della natura?”
L’evoluzione non progetta ma agisce in un contesto di vincoli.
L’evoluzione è un gioco di pesi e contrappesi, costi e benefici,
riutilizza, rimaneggia, coopta lavora come un BRICOLEUR
trasformando quello che c’è, aggiustando e trasformando
Icneumonidee
UN CERVELLO CURIOSO
Gli psicologi hanno da tempo notato come il nostro cervello tenda in modo
inconsapevole ad applicare procedure economiche: scorciatoie cognitive o
EURISTICHE che a volte portano a valutazioni erronee.
Per esempio rileviamo casualità tra due eventi dal solo fatto che siano
CONTIGUI nel tempo. La nostra capacità di ragionare per casie ed effetti ci
ha portato a costruire strumenti ma anche a inventare miti.
Abbiamo BISOGNO di sapere perché “evidentemente ci sono dei vantaggi
nel possedere l’illusione di poter spiegare tutto!” (F. Keil)
LA FEDE COME EFFETTO
COLLATERALE
La religione più che un adattamemento diretto potrebbe essere
un effetto secondario prodotto dai meccanismi innati che
generano credenze e che hanno origine a funzioni adattive:
riconoscimento di animato/inanimato, riconoscimento di agenti
intenzionali, comprensione del comportamento degli altri,
attribuzione di nessi causali o intenzionali a fenomeni inspiegabili
o dolorosi, autoinganno consolatorio
Danilo Mainardi: “L’uomo è un animale necessariamente
irrazionale che ha ingaggiato i suoi preadattamenti per poter
credere a verità consolatorie e sopravvivere meglio alla scoperta
della inevitabilità della morte”
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Danilo Mainardi: “L’uomo è un animale necessariamente
irrazionale che ha ingaggiato i suoi preadattamenti per poter
credere a verità consolatorie e sopravvivere meglio alla scoperta
della inevitabilità della morte”
Pensare di essere solo una contingenza nella storia come individui e come
specie è una sfida radicale, quasi “impensabile”: non solo abbiamo una
scadenza ma potevamo persino non esserci proprio! Siamo “figli della
storia”, esito di eventi improbabili e “senza senso”.
Eppure da questo punto di vistaguadagneremo in autonomia e umiltà,
libertà e responsabilità (stephen Jay Gould)

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Perché capire Darwin è così difficile?

  • 1. FILOSOFIA DELLA BIOLOGIA - 7 Perché capire Darwin è difficile? Nicoletta Salvatori - corso afca 2016-2017
  • 2. COSTRUTTORI DI MITI Richard Dawkins ha osservato: sembra che il nostro 
 cervello sia stato specificamente progettato 
 per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi 
 di una mente creatrice o organizzatrice sia per l’uomo 
 più attraente e naturale. Lo stesso Charles Darwin era rimasto colpito 
 dall’efficacia comunicativa o persuasiva 
 delle spiegazioni finalistiche Gli esseri umani amano le spiegazioni basate sulle intenzioni. 
 Di fronte a fenomeni incomprensibili e complessi abbiamo cercato spiegazioni attraverso il ricorso a entità invisibili diventando “macchine per credenze” Il meccanismo evolutivo stesso sembra averci messo lo zampino!
  • 3. COSTRUTTORI DI MITI Richard Dawkins ha osservato: sembra che il nostro 
 cervello sia stato specificamente progettato 
 per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi 
 di una mente creatrice o organizzatrice sia per l’uomo 
 più attraente e naturale. Lo stesso Charles Darwin era rimasto colpito 
 dall’efficacia comunicativa o persuasiva 
 delle spiegazioni finalistiche Gli esseri umani amano le spiegazioni basate sulle intenzioni. 
 Di fronte a fenomeni incomprensibili e complessi abbiamo cercato spiegazioni attraverso il ricorso a entità invisibili diventando “macchine per credenze” Il meccanismo evolutivo stesso sembra averci messo lo zampino! Darwin a Thomas Huxley, 1871: “sarà una lunga battaglia, anche dopo che saremo morti e sepolti … grande sarà il potere del fraintendimento” . 150 anni dopo è ancora vero! Comprendere il processo evolutivo richiede 
 un investimento cognitivo più costoso, controintuitivo e decisamente meno consolante
  • 4. NATI PER CREDERE O PER RAGIONARE? Il nostro cervello è dualista per natura e tende a separare il pensiero e la materia, la coscienza di noi da noi come individui. L’idea che esista uno spirito che abiti il corpo è quindi una predisposizione naturale evolutasi negli uomini e li porta al teismo. La mente umana pensa in termini di obiettivi e di intenzioni e tende a attribuire quello stesso schema di pensiero agli altri esseri umani, agli esseri animati e a tutto quanto sembra muoversi e agire senza una causa materiale evidente. Abbiamo quindi una naturale propensione all’animismo Tendiamo a credere che dietro a ogni fenomeno ci sia uno scopo e che dietro le cose che accadono ci sia un “agente” le cui azioni sono determinate da intenzioni. 
 (le superstizioni nascono da un eccesso di ricerca di cause e di correlazioni illusorie a quanto accade solamente per caso).
  • 5. L’EVOLUZIONE 
 HA CREATO DIO? In questa prospettiva la scienza sarebbe un modo di pensare “innaturale” perché fa continuamente violenza al nostro senso comune. Per fortuna il nostro cervello anche se è una ottima “macchina di credenze” ha in sé la capacità di modificarsi, dopo aver rilevato le anomalie. E quando si comincia a comprendere il funzionamento di certi meccanismi, la prospettiva di riuscire a smontarli diventa decisamente più concreta. La razionalità allora vince sulla credenza. In Nati per credere Telmo Pievani scrive «gli esseri umani amano le spiegazioni basate sulle intenzioni, come se avessero un sensore sempre acceso per captare la presenza di propri simili o per prevedere le mosse di nemici esterni. Questi sistemi cognitivi si sono evoluti e siamo finiti per diventare delle autentiche macchine di credenze».
  • 6. SCIENZA VS SENSO COMUNE La scienza è in aperto contrasto con il senso comune poichè tende a mettere in discussione l’apparenxa natuarle delle cose “i sensi ingannano” La metafora progettuale è per la nostra mente un sentiero quasi obbligato, facile da credere Difficile è invece credere che le realizzazioni della selezione naturale non abbiano bisogno di un progetto, nè di una intenzione, nè di una provvidenzialità, ma che sia sufficiente un meccanismo cieco e automatico di sopravvivenza differenziale di individui portatori di variazioni casualmente emerse
  • 7. SCIENZA VS SENSO COMUNE La scienza è in aperto contrasto con il senso comune poichè tende a mettere in discussione l’apparenxa natuarle delle cose “i sensi ingannano” La metafora progettuale è per la nostra mente un sentiero quasi obbligato, facile da credere Difficile è invece credere che le realizzazioni della selezione naturale non abbiano bisogno di un progetto, nè di una intenzione, nè di una provvidenzialità, ma che sia sufficiente un meccanismo cieco e automatico di sopravvivenza differenziale di individui portatori di variazioni casualmente emerse “Quella di Darwin continua a essere una rivoluzione cultura INDIGESTA a un gran numero di persone” (Pievani 2008)
  • 8. ELOGIO DEL CASO Ma se di istinto la mente associa la complessità di un sistema all’esistenza di un progetto e la realtà di un organo al suo fine in realtà è possibile anche chiedersi come mai se davvero ci fosse un progettista sia stato tanto pasticcione: estinguendo molte forme viventi lasciando moltre strutture inutili mantenendo le stesse strutture per milioni di anni La nostra teologia “naturale ci spinge a credere che la complessità delle forme della natura non possoano essere state prodotte da un meccanismo cieco. Sono “miracoli” di bellezza e nonpossono avvenire per caso L’evoluzione ci spiega e DIMOSTRA che dato il tempo necessario è possibile. Eventi improbabili si verificano continuamente
  • 9. ELOGIO DEL CASO Ma se di istinto la mente associa la complessità di un sistema all’esistenza di un progetto e la realtà di un organo al suo fine in realtà è possibile anche chiedersi come mai se davvero ci fosse un progettista sia stato tanto pasticcione: estinguendo molte forme viventi lasciando moltre strutture inutili mantenendo le stesse strutture per milioni di anni La nostra teologia “naturale ci spinge a credere che la complessità delle forme della natura non possoano essere state prodotte da un meccanismo cieco. Sono “miracoli” di bellezza e nonpossono avvenire per caso L’evoluzione ci spiega e DIMOSTRA che dato il tempo necessario è possibile. Eventi improbabili si verificano continuamente Non amiamo il caso. Non siamo inclini a spiegare 
 una coincidenza improbabile attraverso il caso ma 
 piuttosto preferiamo trovare cause misteriose, 
 incomprensibili, invisibili, soprannaturali. Amiamo i pattern illusori: vediamo figure nei profili 
 delle montagne o nelle nuvole. Pensiamo che dietro ogni evento ci sia una “intenzione” perché siamo 
 animali “intenzionali” Prediligiamo il concetto di PROGRESSO che implica un direzione 
 a quello neutro di CAMBIAMENTO e quindi per noi è davvero ostico 
 pensare che non ci sia nessun “piano di sviluppo” nella storia naturale
  • 10. NATURA MALIGNA Victor Hugo: “Dio da gran poeta qual è può permettersi di essere eccessivo, contraddittorio,e talvolta anche di pessimo gusto” Charles Darwin (Taccuini) “Quale libro potrebbe scrivere il cappellano del diavolo sulle rozze, dannose, erronee, basse e orribilmente crudeli azioni della natura?” L’evoluzione non progetta ma agisce in un contesto di vincoli. L’evoluzione è un gioco di pesi e contrappesi, costi e benefici, riutilizza, rimaneggia, coopta lavora come un BRICOLEUR trasformando quello che c’è, aggiustando e trasformando Icneumonidee
  • 11. UN CERVELLO CURIOSO Gli psicologi hanno da tempo notato come il nostro cervello tenda in modo inconsapevole ad applicare procedure economiche: scorciatoie cognitive o EURISTICHE che a volte portano a valutazioni erronee. Per esempio rileviamo casualità tra due eventi dal solo fatto che siano CONTIGUI nel tempo. La nostra capacità di ragionare per casie ed effetti ci ha portato a costruire strumenti ma anche a inventare miti. Abbiamo BISOGNO di sapere perché “evidentemente ci sono dei vantaggi nel possedere l’illusione di poter spiegare tutto!” (F. Keil)
  • 12. LA FEDE COME EFFETTO COLLATERALE La religione più che un adattamemento diretto potrebbe essere un effetto secondario prodotto dai meccanismi innati che generano credenze e che hanno origine a funzioni adattive: riconoscimento di animato/inanimato, riconoscimento di agenti intenzionali, comprensione del comportamento degli altri, attribuzione di nessi causali o intenzionali a fenomeni inspiegabili o dolorosi, autoinganno consolatorio Danilo Mainardi: “L’uomo è un animale necessariamente irrazionale che ha ingaggiato i suoi preadattamenti per poter credere a verità consolatorie e sopravvivere meglio alla scoperta della inevitabilità della morte”
  • 13. LA FEDE COME EFFETTO COLLATERALE La religione più che un adattamemento diretto potrebbe essere un effetto secondario prodotto dai meccanismi innati che generano credenze e che hanno origine a funzioni adattive: riconoscimento di animato/inanimato, riconoscimento di agenti intenzionali, comprensione del comportamento degli altri, attribuzione di nessi causali o intenzionali a fenomeni inspiegabili o dolorosi, autoinganno consolatorio Danilo Mainardi: “L’uomo è un animale necessariamente irrazionale che ha ingaggiato i suoi preadattamenti per poter credere a verità consolatorie e sopravvivere meglio alla scoperta della inevitabilità della morte” Pensare di essere solo una contingenza nella storia come individui e come specie è una sfida radicale, quasi “impensabile”: non solo abbiamo una scadenza ma potevamo persino non esserci proprio! Siamo “figli della storia”, esito di eventi improbabili e “senza senso”. Eppure da questo punto di vistaguadagneremo in autonomia e umiltà, libertà e responsabilità (stephen Jay Gould)