Descrizione dallìeconomia globale alla categorizzazione dei rapporti fondati sulla liquiditò, fragilità dei rapporti, essere un buon consumatore equivale ad essere un buon cittadino
2. Consumo, dunque sono
Introduzione
●
Social networking (MySpace, Spaces.MSN) come
luoghi rivelatori di segreti intimi;
●
La vita sociale a livello elettronico non è più una
scelta ma una necessità;
●
Mostrare il proprio “io interiore”: chi lascia la
propria interiorità per sé è rifiutato, emarginato;
●
Collegarsi a internet o usufruire del “fai da te”
rende il soggetto (compratore e venditore);
●
Escludere i “consumatori difettosi” : chi è immune
alle lusinghe del marketing
3. Consumo, dunque sono
Introduzione
●
I soggetti sono promotori di un prodotto e il prodotto
che promuovono;
●
Sapersi rdefinire vuol dire essere capaci di catturare
l'attenzione e di attrarre domanda e clienti.
●
Come devo fare per diventare bello?
●
Passaggio da una società di produttori ad una società
di consumatori;
●
La società dei consumatori derogolarizza e smantella
la funzione dello Stato come ammortizzatore sociale
4. Consumo, dunque sono
Introduzione
●
Trasformazione dei consumatori in merce;
●
Sotto i sogni di fama si affaccia un altro desiderio: non
dissolversi e scomparire nella massa grigia delle
merci;
●
Ogni contratto di lavoro è l'ennesimo confutazione del
feticismo delle merci viene trasformato in compio
lavorativo (assenza dei turni, del luogo fisico, incontro
faccia a faccia);
●
Avere identità vuol dire materializzare (comprare) la
verità interiore dell'io (idealizzazzione del bene)
5. Consumo, dunque sono
Introduzione
●
Acquisto di beni da internet non esporre all'ignoto e
agli sguardi indiscreti degli addetti alla vendita;
●
Incontrare una persona reale richiede un genere di
abilità sociali e dialogare sempre esporsi allo sguardo
dell'Altro;
●
Computer e altri apparati elettronici rendono il tempo
da ciclico a “puntinista”come i “nodi” della rete;
●
Scegliere un partner pressupone un scegliere tra
determinati profili seguendo la metafora “scegli-e-
acquista”
6. Consumo, dunque sono
Introduzione
●
La paura della relazione è rivolgere lo sguardo infatti lo
schermo fa da filtro che fa uscire solo parte dei miei
pensieri intimi o delle mie intenzioni;
●
Avere un bene – godere – gettare – riacquistare
(prodotto migliore solo per un lasso di tempo) –
prodotto “superato” - gettare - riacquisto;
●
Consumatore perennemente in crisi d'identità ed è
insoddisfatto (per non saturare il mercato);
●
Ricerca della felicità tramite l'acquisto di una nuova
identità (new life)
7. Consumo, dunque sono
Introduzione
●
La società del consumo società dell'intimità ripropone
la solitudine perchè il soggetto veicola il falso Sé
(immagine che la società vuole di me);
●
La società dei consumi scioglie i vincoli umani ed è
moralmente indifferente, neutrale quindi anche i
soggetti (scollatura tra politica e Politica);
●
Relazioni familiari e lavorativi frammentarie e spinte
all'utilitarismo esasperato, mancanza del rispetto e della
collaborazione e dell'appartenenza.
8. Consumo, dunque sono
Consumismo e consumo
●
Cultura dell'adesso (spot “Life is now”) e cultura
frettolosa. Espressioni che rendono l'idea di una società
liquida – moderna del consumismo ridefinendo il
significato del tempo;
●
Tempo puntinista, con abbondanti rotture e
discontinuità, da intervalli che separano i diversi punti e
ne interrompono il collegamento;
●
Il tempo puntinsta si distingue per la sua incoerenza e
mancanza di coesione e da un gran numero di “istanti
eterni” (eventi, accadimenti, incidenti, episodi).
9. Consumo, dunque sono
Consumismo e consumo
●
Monadi (sia persone che il tempo) racchiuse in sé stesse,
pezzi separati, ognuno ridotto a un punto sempre più
prossimo al suo ideale geometrico di non-dimensionalità
●
Nel tempo puntinista è compito di qualsiasi
“professionista della vita” disporre i punti in modo a
formare figure significative;
●
Eccesso di informazioni sapere distinguere l'essenziale
dal superfluo e accattastamento verticale;
●
Incapacità di fare una scelta e noia nella necessità di
attuare una scelta
10. Consumo, dunque sono
Consumismo e consumo
●
La capacità dei consumi di aumentare la felicità è
alquanto limitata e non si lascia facilmente estendere
oltre il livello di soddisfacimento dei bisogni
fondamentali dell'esistenza e i bisogni di
autorealizzazione.
●
Economia orientata al consumo promuove attivamente
il malcontento, erode la fiducia e rafforza il sentimento
di insicurezza che caratteristica della vita liquido-
moderna.
●
Economia dell'eccesso, dello spreco e dell'illusione
11. Consumo, dunque sono
Consumismo e consumo
●
Fare progetti per tutta una vita e pianificare a lungo
termine non sono più percepiti come propositi
realistici ma sconsiderati e inopportuni;
●
La società invece di rendere possibile una comunanza
umana pacifica e amichevole a egoisti congeniti
neutralizzando o tacitando la “responsabilità per
l'Altro” che nasce ogni volta che appaia il volto
dell'Altro (E. Lévinas)
12. Consumo, dunque sono
Una società di consumatori
●
La società dei consumatori è caratterizzata da:
autoreferenzialità delle preoccupazioni e dei compiti,
autoreferenzialità dei modi di assolvere ai compiti e
delle responsabilità per gli effetti di tale assolvimento;
●
Essere nati e lasciare il corpo “grezzo”, disadorno è
motivo di vergogna ed è testimone di un dovere non
compiuto da parte dell'”io”;
●
La paura di non riuscire ad adeguarsi è stata scalzata
dal senso di inadeguatezza, che non è meno penoso.
13. Consumo, dunque sono
Una società di consumatori
●
Se si è nella categoria dei “consumatori difettosi” si
viene ad essere etichettati come “sottoclasse” ed il
luogo in cui si viene definiti “in”o “out” è il mercato
che non prevede alcuna procedura di appello;
●
Lo Stato è indebolito in quanto perde la propria
sovranità e molte delle proprie prerogative e funzioni
le cede al potere impersonale dei mercati togliendo ai
cittadini lo status di punto di riferimento e arbitrio
ultimo dell'opportunità politica
●
Lo Stato non è più arbitro e non decide i “criteri”di
inclusione/esclusione del soggetto.
14. Consumo, dunque sono
Una società di consumatori
●
Perdita della civiltà nella società e della supremazia
del “principio di realtà” sul “principio di
piacere”(repressione degli istinti), (impiego di
coercizione);
●
Con la nascita dello stato moderno (J. Bentham) la
comunità perde il potere sull'individuo e la nazione
sostituisce la comunità (che regolava l'identità e il
ruolo sociale dell'individuo);
●
La scomparsa dei vincoli nella comunità richiede
all'individuo di dover scegliere un'identità.
15. Consumo, dunque sono
Una società di consumatori
●
La società dei consumatori si “ritrova”nei centri
commerciali e quindi vi è la sostituzione del gruppo
con lo sciame. Lo sciame non ha bisogno di
stratagemmi e di cerimoniali per costituirsi. Esso ha
degli obiettivi mobili e non costituisce un'ordine interno
o una gerarchia, non è nulla più della somma delle
parti.
●
In uno sciame non esiste lo scambio, la collaborazione,
la complementarietà; esiste solo prossimità fisica e un
coordinamento di massima nella direzione.
16. Consumo, dunque sono
Una società di consumatori
●
Gli sciami, a differenza dei gruppi, non hanno
dissenzienti o ribelli: solo “disertori”, “confusionari” o
“pecore nere”. Le unità che fuoriescono dal volo sono
“smarrite”, “perse”, o si sono “date per vinte”;
●
Il consumo è un'attività eminentemente solitaria anche
quando capita di farlo in compagnia;
●
Nell'attività di consumo non nascono legami durevoli;
●
Il ruolo dei fast food e dei take away è quello di
allontanare il consumo condiviso di ciò che era stato
prodotto nel campo e nell'officina familiare.
17. Consumo, dunque sono
Una società di consumatori
●
Il desco familiare aveva la funzione di stringere e
riaffermare i legami e viene soppiantato dai fast food;
●
Obiettivo del mercato è far circolare le merci e quindi
anche il denaro incentivando l'uso di carte di credito,
a prendere in prestito del denaro, vivere a credito e
non utilizzare i libretti di risparmio;
●
Negli Stati Uniti vivere a credito, indebitati e senza
risparmi è considerato un metodo corretto per gestire
le faccende umane a tutti i livelli
18. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Restare un passo avanti serve ad acquisire un senso di
appartenenza chi non cambia i propri emblemi sarà
fuori del mercato e quindi isolato;
●
Obiettivo della società liquida-moderna è avanzare e
non restare immobili per non creare un divario tra sé e
la società;
●
Chi fa tendenza rimane sul palcoscenico e quindi
all'attenzione del pubblico;
●
Persistente impulso alla perfezione richiede
profusione delle cose e la rapida circolazione.
19. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Sta a ciascuno decidere che genere di vita desidera
vivere, come viverla e che tipo di scelte fare per
realizzare il suo progetto; se tutto ciò non produce la
felicità che sperava, la colpa è sua e di nessun altro;
●
Tocca ai singoli consumatori definire e fissare se
possibile le realtà che potrebbero dare concretezza alla
versione liquida del principio di realtà e perseguire gli
obiettivi dettati dal principio del piacere;
●
La responsabilità ormai è la responsabilità verso sé
stessi e le scelte si riducono agli interessi dell'io.
20. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Il mercato oltre ad adottare “la neutralità etica”ma crea
un senso di urgenza nel consumatore che lo “allevia”
dai tormenti generati dalla necessità di scegliere;
●
La sofferenza umana oggi più diffusa tende a
svilupparsi a partire da un'indigestione di possibilità
anziché da un'abbondanza di divieti come era in
passato;
●
La nevrosi provocata dall'orrore della colpa di non
conformità e il complesso di inadeguatezza.
21. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Avere la sensazione di “vivere al massimo” e
rispondere in maniera pronta ad un compito urgente
sono gli spazi che servono a “rompere” la visione del
tempo puntinista;
●
Essere occupati in permanenza, un'urgenza dietro
l'altra, dà la sensazione di una vita piena o di una
“carriera di successo”. Fin troppo spesso l'azione è solo
una fuga dall'io, un rimedio contro l'angoscia;
22. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
I principi o valori del mercato quindi sono: 1.
Rimanere in movimento, 2. Il rinvio della
gratificazione, 3. Il rimanere insoddisfatti, 4. Un
consumatore soddisfatto non è né la motivazione né il
fine, ma la più terribile delle minacce, 5. La
soddisfazione deve essere un'esperienza momentanea,
6. La gratificazione durevole deve apparire ai
consumatori una prospettiva deludente, 7.
Soddisfazione si associa a stagnazione, 8. Temere la
non ricerca di sempre nuove “emozioni”nuovi beni.
23. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Cambiare identità, liberarsi del passato e ricercare
nuovi inizi, lottando per rinascere: tutto ciò viene
incoraggiato da quella cultura come un dovere
camuffato da privilegio;
●
Alimentare l'insoddisfazione nei confronti dell'identità
passata crea nella domanda del pubblico uno spazio
che sarà riempito dalle nuove offerte;
●
Una delle manifestazioni dell'attuale attrazione delle
“nascite in sequenza” della vita come serie infinita di
“nuovi inizi” è l'espansione della chirurgia estetica.
24. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
La cultura chirurgica di oggi promuove una fantasia
di plasticità infinita del corpo. Ogni nuovo inizio
promette tanti nuovi inizi futuri;
●
Non si pensa più di doversi accontentare con ciò che
si è e cercare di sfruttare al meglio ciò che il destino
ha offerto;
●
Se un elemento della nostra identità perde attrattiva
pubblica o valore di mercato esso va reciso,
allontanato o sostituto.
25. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Il comportamento di chi naviga in internet alla
ricerca dell'ideale di un compagno appare come un'
“attivita emotivamente rimossa”- “è come se le
persone fossero bistecche esposte in una macelleria”;
●
Si vive seguendo il motto carpe diem e nella tirannia
del momento persino nel qui e ora, presente e futuro
sono compressi nel presente;
●
Uomini sincronici: che vivono solo nel presente,
togliendo l'attenzione al passato e alle conseguenze
future: stategia che si traduce in assenza di legami.
26. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
La fragilità dei legami riduce i rischi che si ritiene
presenti in ogni interazione, il pericolo di stringere nel
presente un nodo che impedisca di sentirsi a proprio
agio nel futuro, che ingombrano l'habitat che
impediscono di esplorare le nuove attrattive,
allontanare le cose che hanno fatto il loro tempo;
●
Le relazioni virtuali sono una terapia efficace o una
medicina preventiva contro il rischio della solitudine
del consumatore. Il senso di libertà è dato dal poter
disfarsi di ciò che non si desidera bloccando l'utente o
scollegandosi.
27. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Ampliamento delle prassi di vita della knowledge
class sempre più depoliticizzata e l'interesse ad essere
esonerata dalla politica reale;
●
La politica reale e quella virtuale vanno in direzioni
opposte e la distanza fra di esse aumenta man mano
che l'autosufficienza di ciascuna si avvantaggia
dell'assenza dell'altra;
●
Nascita della comunità di guardaroba: i segni sono in
vendita ma le persone non hanno valori, regole in
comune come avviene nei centri commerciali.
28. Consumo, dunque sono
La cultura consumistica
●
Gioco delle identità in internet è la possibilità di
rendere l'”altro” superfluo in qualsiasi ruolo che non
sia quello di segno di certificazione e di approvazione.
L'”altro” (destinatario e mittente dei messaggi) è uno
strumento interamente manipolabile mentre
nell'interazione offline è necessario tollerare anche i
pezzi non necessari e irrilevanti ai fini del compito;
●
L'internauta ha ridotto l'Altro a ciò che davvero conta
per lui: allo strumento per la sua autoapprovazione e
l'esigenza poco allettante di accettare l'autonomia e
l'originalità dell'Altro.
29. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
Esposti a un bombardamento continuo di pubblicità ci
si convince che abbiamo bisogno di più cose, ma per
comprarle occorrono soldi, e per guadagnare bisogna
lavorare di più. Così si sta fuori casa per molte ore,
cercando di rimediare all'assenza con regali costosi: si
materializza l'amore.
●
Uomini e donne impegenati nel guadagnare di più per
acquistare cose che pensano occorrano loro per essere
felici hanno meno tempo da dedicare all'empatia
reciproca e ai negoziati intensi.
30. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
L'impulso a materializzare l'amore serve ad evitare lo
scontro e cercare una tregua o riparo dal conflitto
domestico;
●
Al fondo della scala sociale l'individuo non riceve
sostegno sociale né dai consanguinei né dai colleghi
di lavoro, ma piuttosto dalla banda di strada;
●
Alla sottoclasse è negato l'accesso a tutte le classi e
alla stessa gerarchia di classe e non hanno possibilità
di riscatto e vengono definiti parassiti.
31. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
La norma infranta dai poveri di oggi non è quella della
occupazione ma si è anormali se non si è competenti o
adeguati come consumatori (“non consumatori”vs
“disoccupati”);
●
La cultura del consumismo promuove la perdita della
morale nella comunità che si abbina alla tecnologia
avanzata (indifferenza della presenza dell'Altro);
●
I consumatori difettosi sono le incarnazioni viventi dei
“demoni interiori”che connotano la vita di consumo.
32. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
Secondo la visione di Myrdal la futura
“sottoclasse”sarebbe stata un prodotto collettivo della
logica economica e formata dalle vittime
dell'esclusione;
●
Quella gente non può essere curata; non può esserlo
perchè ha scelto una vita patologica;
●
I poveri sarebbero semplicemente persone prive della
competenza per apprezzare i vantaggi del lavoro-
seguito-dal-consumo; essi farebbero delle scelte
sbagliate ponendo sopra al lavoro il “non lavoro”.
33. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
Lo Stato taglia i finanziamenti per il welfare
accrescendo il “deficit di assistenza”ma uno Stato è
“sociale”quando promuove il principio
dell'assicurazione collettiva, avallata collettivamente,
contro le disgrazie individuali e le loro conseguenze.
●
Viene ridefinita l'idea di “società”, altrimenti astratta,
come esperienza di comunità sentita e vissuta,
sostituendo all'”ordine dell'egoismo”che genera
un'atmosfera di sfiducia e sospetto reciproci. Perdita
della solidità e dell'affidabilità della “polizza di
assicurazione collettiva” emessa dallo Stato.
34. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
Cittadini e non solo azionisti non solo beneficiari ma
anche attori, non solo tutelati ma anche tutori – del
sistema di “benefici sociali”;
●
La “società”intesa come bene comune, condiviso,
posseduto dalla comunità, di cui prendersi cura
insiem, in quanto offre una difesa contro i due orrori
gemelli della miseria e dell'umiliazione – ossia
dell'esclusione e della condanna dell'”esubero
sociale”.
●
Senza diritti sociali il diritto al voto diventa inutile.
35. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
Il sentimento di “appartenenza”si traduce in fiducia nei
benefici della solidarietà umana e nelle istituzioni che
scaturiscono da tale solidarietà e promettono di
servirla e garantirne l'affidabilità;
●
Ognuno di noi, in qualche momento, è fragile.
Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Viviamo la nostra
vita qui e ora, insieme agli altri .
●
L'attivismo dei consumatori è sintomo del crescente
disincanto nei confronti della politica e rimane al
cittadino ripegarsi sul mercato (sulle proprie capacità
di comprare)
36. Consumo, dunque sono
Vittime collaterali del consumismo
●
L'apatia che si avverte è anche la mancanza di
partecipazione e a quanto potere realmente abbiamo,
a cio di cui possiamo essere considerati giustamente
responsabili e alla bontà del servizio che riceviamo;
●
L'apatia politica è uno stato mentale o un destino
politico prodotto da forze, strutture, istituzioni o
manipolazioni elitarie su cui si ha scarso controllo e
forse anche poca conoscenza.