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1
L’ORGANIZZAZIONE DI IMPRESA
2
Nasrudin, in piedi nella piazza del mercato cominciò a
parlare alla folla:
"Oh, mio popolo! Veramente volete tutti conoscenza
senza difficoltà, verità senza falsità, successo senza
sacrificio?"
Si formò un’enorme calca e ognuno gridava:
"Si!Si!"
"Benissimo" disse il marajha."Volevo soltanto saperlo.
Potete contare su di me: se mai dovessi scoprire una
cosa del genere ve la dirò senz’altro"
Storia indiana
COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
3
COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
L’ORGANIZZAZIONE E’ BASATA SU DUE
CONCETTI:
SPECIALIZZAZIONE
La specializzazione permette di raggiungere una
maggiore efficienza
COORDINAMENTO
È necessario coordinare le varie specializzazioni
per essere efficaci
4
COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
ORGANIZZARE HA TRE FINALITA’:
ESSERE EFFICIENTI
Ottimizzare l’utilizzo delle risorse a disposizione
ESSERE EFFICACI
Riuscire a raggiungere gli obiettivi
dell’organizzazione
GARANTIRE UN BUON CLIMA DI LAVORO
Riuscire a ottenere il contributo di tutte le risorse
dell’organizzazione
5
EFFICACIA: capacità di generare gli output e i prodotti nelle quantità definite,
nei tempi richiesti e con il livello di qualità tale da soddisfare le richieste del
cliente
(il valore per il cliente)
FornitoreFornitore AttivitàAttività AttivitàAttività ClienteCliente
Cliente/
Fornitore
OutputInput Output
Risultato
del
processo
COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
6
UN AZIENDA DEVE SODDISFARE I PORTATORI DI INTERESSE
I CLIENTI realizzare la soddisfazione del
cliente
IL PERSONALE
Creare un ambiente di lavoro
stimolante, di crescita, in grado di
valorizzare le competenze delle
persone
Creare risultati per la struttura
sociale e garantire il rispetto
dell’ambiente
LA SOCIETA’
I SOCI
Garantire la remunerazione dei
capitali investiti e il raggiungimento
degli obiettivi dell’organizzazione
Coinvolgere i fornitori per
migliorare le possibilità di creare
valore, di raggiungere gli obiettivi,
di essere competitivi
I FORNITORI
COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
7
Obiettivo primario è la ottimizzazione del trinomio
"COSTI - QUALITA' - QUANTITA"
I processi operativi devono garantire
Ripetitività, affidabilità, sistematicità
Tutti i processi devono essere rivolti a
creare valorecreare valore
per il cliente
VALORE
QUALITA' SERVIZIO+
VALORE
=
TEMPI COSTI
+
L'AGGIUNTA DI VALORE
COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
8
ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA APERTO
CLIENTI
MERCATO
ORGANIZZAZIONE
SOTTOSISTEMI
RISORSE
CARATTERISTICHE : INSTABILITA’, CAOS, EQUILIBRI CONTINGENTI
NECESSITA’ DI REGOLAZIONE-CONTROLLO
9
L’IMPRESA SISTEMICA SECONDO IL MODELLO DELLE
7 S
Sistema
di Valori
Prevalen
ti
Stile
Staff
(Risorse
Umane)
Skills
Sistemi
Strategi
a
Struttur
a
AMBIENTE ESTERO
STATO
SITUAZIONE
DEMOGRAFICAESOCIALE
TECN
O
LO
G
I
E
MERCAT
I
SCU
O
LE/
U
N
IVERSITA
’
CULTURA
/
VALO
RI
10
I CLIENTI
I PRODOTTI
SERVIZI
L’ORGANIZZAZIONE
IL PACCHETTO
SERVIZI
FUNZIONE A FUNZIONE B FUNZIONE C
DIREZIONE
I RICAVI E I
COSTI NASCONO
DAL MODELLO
IMPRENDITORIAL
E
CI SONO DUE ASPETTI
IMPORTANTI:
1-CHI E’IL CLIENTE?
2-QUALI SONO I SUOI BISOGNI,
I SUOI DESIDERI, LE SUE
ASPETTATIVE
IL MODELLO IMPRENDITORIALE
11
GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA:
Disegno Organizzativo
Ruoli: mestiere
capacità sociale
capacità direzionale
capacità organizzativa
Mansioni esecutive (compito - risultato)
12
GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO
-I METODI DI LAVORO
Tecnologia
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Sistemi informativi
STRUTTURA
ORGANIZZATIVA
STRUTTURA
ORGANIZZATIVA
RISORSERISORSE
PROCESSIPROCESSI
13
GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO
LE PERSONE:
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Valori sociali
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14
GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO
IL SISTEMA PREMIANTE:
Sistema retributivo
Relazioni (con i colleghi - con il capo)
Contenuto della mansione
15
OGNI SOTTOSISTEMA AZIENDALE SI COMPONE
DI:
. INDIVIDUI: VARIABILE
INDIVIDUALE
. GRUPPI: VARIABILE SOCIALE
. TECNOLOGIE VARIABILE TECNICA
. STRUTTURE VARIABILE
STRUTTURALE
L’INTRECCIO FRA QUESTE DIVERSE VARIABILI
COMPORTA SPESSO L’INSORGERE DI CONFLITTI
GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO
16
LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE
IL MODELLO IMPRENDITORIALE
17
LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE
IL MODELLO FUNZIONALE
18
LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE
IL MODELLO DIVISIONALE
19
LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE
IL MODELLO A MATRICE
20
Le persone a tutti i livelli costituiscono l’essenza
dell’organizzazione ed il loro pieno
coinvolgimento permette di porre le loro capacità
al servizio dell’organizzazione
LE PERSONE
21
Auto
realizzazione
stima, riconoscimento
appartenenza sociale
bisogno di sicurezza
bisogni fisiologici (es
fame)
LA PIRAMIDE DEI BISOGNI
22
Il coinvolgimento del personale porta normalmente a:
•accettazione della responsabilità di risolvere problemi;
•ricercare attivamente opportunità di miglioramento;
•condividere esperienze e conoscenze all’interno di gruppi o team;
•rappresentare al meglio l’organizzazione nei confronti di clienti,
comunità locale e società;
•ottenere soddisfazione dal proprio lavoro;
•essere entusiasti ed orgogliosi di fare parte dell’organizzazione;
•Comprendere l’importanza del suo contributo e del suo ruolo
nell’organizzazione.
•Individuare i vincoli attinenti alle proprie prestazioni.
•Accettare l’incarico e la responsabilità di risolvere i problemi.
•Valutare le sue prestazioni a fronte dei suoi obiettivi e traguardi.
•Ricercare attivamente occasioni per sviluppare le proprie competenze,
conoscenze ed esperienze.
•Condividere liberamente conoscenze ed esperienze.
•Discutere apertamente di problemi e situazioni.
LE PERSONE
23
Periodicamente è bene monitorare il livello di
motivazione e coinvolgimento del personale
Si possono attivare dei canali di coinvolgimento del
personale , come la possibilità di dare suggerimenti
o la costituzione di gruppi di lavoro
LE PERSONE
24
COINVOLGIMENTO DEL PERSONALE
Benefici principali:
Motivazione, rispondenza e coinvolgimento del personale
nell’ambito dell’organizzazione.
Innovazione e creatività nel raggiungimento degli
obiettivi dell’organizzazione.
Responsabilizazione del personale per le proprie
prestazioni.
Desiderio del personale di partecipare e contribuire al
miglioramento continuo.
LE PERSONE
25
BISOGNI DEL GRUPPO
• STABILIRE E MANTENERE GLI OBIETTIVI DEL GRUPPO
• COINVOLGERE L'INTERO GRUPPO NEL RAGGIUNGIMENTO
DEGLI OBIETTIVI
BISOGNI DELL'INDIVIDUO
• BISOGNI DI CONTRIBUZIONE
• EMULAZIONE E RESPONSABILITÀ
• CONSIDERAZIONE
• CAPACITÀ DI PORTARE A TERMINE I COMPITI AFFIDATI
• OPPORTUNITÀ PER ACQUISTARE ESPERIENZA E COMPETENZA
LE PERSONE
26
I capi stabiliscono unità di intenti e di
indirizzo dell’organizzazione. Essi dovrebbero
creare e mantenere un ambiente interno che
coinvolga pienamente il personale nel
perseguimento degli obiettivi
dell’organizzazione
LA LEADERSHIP
27
L’applicazione del principio porta normalmente a:
•Essere pro-attivi e guidare con l’esempio;
•promuovere chiare ed oneste comunicazioni;
•ispirare, incoraggiare e riconoscere il contributo dei
collaboratori;
•Tener conto delle esigenze di tutte le parti interessate, inclusi
clienti, proprietari, personale, fornitori, comunità locali e la
società in generale.
•Stabilire una chiara visione del futuro dell’organizzazione.
•Fissare obiettivi e traguardi stimolanti.
•sviluppare strategie per raggiungere questi obiettivi e
traguardi;
•Creare e sostenere valori condivisi e modelli di regole etiche e
di correttezza a tutti i livelli dell’organizzazione.
•Creare fiducia e dissipare timori.
•Fornire al personale le necessarie risorse, l’addestramento e la
libertà per agire con responsabilità.
•Stimolare, incoraggiare e riconoscere i contributi forniti dal
personale.
LA LEADERSHIP
28
Benefici principali:
Il personale comprenderà e sarà motivato nel
perseguimento degli obiettivi e dei traguardi
dell’organizzazione.
Le attività verranno valutate, rese coerenti e messe in
atto in modo unificato.
Saranno ridotti i disguidi di comunicazione tra i diversi
livelli dell’organizzazione.
LA LEADERSHIP
29
individuare le opportunità e perseguirle
individuare i punti deboli e farvi fronte
fare delle scelte e realizzarle
definire una strategia
definire gli obiettivi
definire le regole che devono governare i processi
scegliere le persone
migliorare la loro conoscenza e professionalità
motivarle e incentivarle
creare la capacità di comunicare
etc
GESTIREVUOLDIRE:
CREARE VALORE PER L’ORGANIZZAZIONE, IL CLIENTE E
I PORTATORI DI INTERESSE
LA LEADERSHIP
30
Un risultato desiderato si ottiene con maggiore efficienza
quando le relative attività e risorse sono gestite come un
processo
FASE 1
FASE 2
FASE 3
I PROCESSI
31
trasformazione
input output
Persone Attrezzature
Software
Hardware
materiali metodi
L’efficacia di un processo puo’ essere migliorata intervenendo
sugli elementi in ingresso, sulle competenze e qualità delle
persone, sulle attrezzature e sui software e infine sui metodi
di lavoro
I PROCESSI
32
ORGANIZZARSI PER PROCESSI - 1
Prospettiva strutturale (Attività/Risultati)
FUNZIONE A FUNZIONE B FUNZIONE C
CLIENTI
DIREZIONE
PRODOTTI/
SERVIZI
Processo 1
Processo 2
Processo n
33
ORGANIZZARSI PER PROCESSI - 2
Prospettiva organizzativa (Ruoli/Mansioni)
FUNZIONE A FUNZIONE B FUNZIONE C
CLIENTI


 
  
  
  
  
  
  
  
  
PRODOTTI/
SERVIZI
Processo 1
Processo 2
Processo n
CLIENTI
34
GESTIONE PROCESSI :RILEVAZIONE DELLE
PERFORMANCE
CLIENTI
MERCATO
ORGANIZZAZIONE
PROCESSI
    
Performance Mansione
Performa
nce
Processo
Performance
Organizzazio
ne
35
La gestione per processi porta normalmente:
•alla definizione dei processi necessari ad ottenere i risultati
attesi;
•all’identificazione e misura degli elementi in ingresso ed in
uscita dei processi;
•all’identificazione delle interfacce tra i processi e le funzioni
dell’organizzazione;
•alla valutazione di rischi, conseguenze ed impatti dei processi
su clienti, fornitori ed altre parti interessate; Utilizzare metodi
strutturati nella definizione delle attività necessarie ad
ottenere i risultati desiderati.
•A stabilire chiaramente le responsabilità per la gestione delle
attività principali.
•Ad analizzare e misurare le potenzialità delle attività
principali.
•Mettere a fuoco i fattori (quali le risorse, i metodi, i materiali)
in grado di migliorare le principali attività dell’organizzazione.
I PROCESSI
36
Bisogna raccogliere indicatori
per monitorare il
funzionamento dei processi
nella pianificazione dei processi è necessario
prendere in considerazione:
step del processo, attività, flussi, misure di
controllo, necessità di addestramento,
attrezzature, metodi, informazioni, materiali e
altre risorse necessarie per ottenere i risultati
attesi.
I PROCESSI
37
Benefici principali:
Minori costi e cicli più brevi, mediante un
efficace uso delle risorse.
Risultati migliori, coerenti e prevedibili.
Occasioni per la messa a fuoco e la scelta delle
priorità dei miglioramenti.
I PROCESSI
38
LA GESTIONE AZIENDALE NEL TEMPO
FINALITA’ ISTITUZIONALIASPIRAZIONI
PREVISIONI
POLITICHE
STRATEGIE
PIANIFICAZIONE
PIANIFICAZIONE
OPERATIVA
PROGRAMMAZIONE
ATTUAZIONE
CONTROLLO
PIANIFICAZIONE
STRATEGICA
FASI DELLA PIANIFICAZIONE ORIZZONTE
TEMPORALE
FUTURO
PRESENTE
PASSATO
39
IL PROCESSO DECISIONALE IN AZIENDA
POLITICHE
STRATEGIE
PIANIFICAZIONE
PROGRAMMAZIONE
CONTROLLO
EVENTI ATTENZIONE AL
FATTORE TEMPO
LINEE GUIDA
DETERMINAZIONE
OBIETTIVI
DIMENSIONAMENTO
RISORSE
ALLOCAZIONE
EVENTI NEL TEMPO
SCOSTAMENTI DA
OBIETTIVI, RISORSE,
TEMPI
ELEVATA
LUNGA
MEDIA
BREVE
LUNGA
MEDIA
BREVE
BREVE
BREVE
MINIMA
MEDIA
MEDIO-
MASSIMA
MASSIMA
MEDIA
ENFASI DISTANZA
TEMPORALE DA
REALIZZAZIONE
40
IL CICLO GENERALE DI PIANIFICAZIONE E
CONTROLLO NELL’IMPRESA: IL P-D-C-A (Plan-Do-
Check-Action)
 Definizione
obiettivi
 Pianificazione/pro
grammazione
attività
 Definizione piano
dei controlli
 Definizione criteri
e standard di
valutazione
 Svolgimento
attività
 Monitoraggio
avanzamento
 Raccolta dei dati
 Controllo
conformità
 Strutturazione
/elaborazione dati
 Confronto
risultati/obiettivi
 Applicazione
standard e criteri
 Analisi
scostamenti
 Decisioni su azioni
da intraprendere
 Ri-formulazione
programmi attività

Conferme/variazio
ne degli standard e
dei criteri
Plan
Do
Actio
n
Che
ck
41
IL DOMINIO DEL CONTROLLO
 OGGETTI
REALIZZATI ATTRAVERSO
 PROCESSI
GOVERNATI da
 ORGANIZZAZION
E
PRODOTTI /SERVIZI
PROCESSI OPERATIVI E
GESTIONALI
AZIENDA
42
COSA CONTROLLARE E VALUTARE
DOMINIO DEL
CONTROLLO
 OGGETTI
 CONTROLLO DELLA QUALITA' DEL PRODOTTO/ SERVIZIO
 VALUTAZIONE DI IMPATTO DEL SERVIZIO
 VALUTAZIONE COSTO/EFFICACIA DEL SERVIZIO
 CONTROLLO DELLA QUALITÀ DEL PROCESSO
 ASSICURAZIONE QUALITÀ DEL PROCESSO
 RE-INGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO
 CONTROLLO E DEI COSTI DEL PROCESSO
 VALUTAZIONE DEL POTENZIALE E DELLA PRESTAZIONE

ORGANIZZAZION
E
TIPO DI
CONTROLLO / VALUTAZIONE
CONTROLLO DELLA GESTIONE
 CONTROLLO FINANZIARIO
 CONTROLLO DEI LIVELLI DI SERVIZIO
 VALUTAZIONE DELLA SODDISFAZIONE DEGLI UTENTI/CLIENTI
 VALUTAZIONE DEL CLIMA (SODDISFAZIONE DEI DIPENDENTI)
 CONTROLLO DELLA "CAPACITÀ PRODUTTIVA"
 VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE
PROCESSI
43
LA DEFINIZIONE DEI RUOLI ORGANIZZATIVI
RUOLO
ATTESE ORGANIZZATIVE
ATTESE
PERSONALI
COMPORTAMENTI
ATTIVATI
Responsabilità e attività
richieste dall’Istituzione per
ricoprire una posizione
organizzativa
ATTESE
RELAZIONALI
Aspettative,
esplicitate o latenti,
di interlocutori
significativi del
titolare
- Colleghi
- Istituzioni sociali
-Associazioni
professionali
-ecc...
NELLA SUA COMPLESSITA’ IL RUOLO E’ DEFINITO DAI
COMPORTAMENTI
ATTIVATI DAL TITOLARE E DAL SISTEMA DI ATTESE CHE
SVILUPPANO ATTORNO AD ESSO
Obiettivi e progetti individuali
(personali e professionali)
impliciti ed espliciti
Totalità dei comportamenti messi in atto
nella vita di lavoro
44
ESEMPIO DI STRUTTURA PER LA DESCRIZIONE DEL
RUOLO
1 DENOMINAZIONE DEL RUOLO
2 SCOPO
3 INDICATORI DI PERFORMANCES NELL’ESERCIZIO DEL
RUOLO
4 DIMENSIONE E CONFINI DEL RUOLO
4.1 COLLOCAZIONE ORGANIZZATIVA
A Persone coordinate (stima) :
B Progetti / Attività (misura tempo / valore):
C Struttura organizzativa
4.2 RELAZIONI FUNZIONALI
5 IMPIEGO DEL TEMPO
45
DISCREZIONALITA’
Autonomia decisionale assegnata al titolare del ruolo
NUMERO DI
COMPITI
Quantità di compiti assegnati
SPECIALIZZAZIONE
Conoscenze/competenze necessarie per
esercitare il ruolo
GESTIONE DELLO SVILUPPO DEI RUOLI
ORGANIZZATIVI
RUOLI MANAGERIALI
RUOLI TECNICO-GESTIONALI
RUOLI TECNICO-SPECIALISTICI
46
GESTIONE DELLO SVILUPPO DELLE R.U.PER
COMPETENZE
Saper ricercare
Saper Elaborare
Conoscere leggi e
principi
Conoscere tecniche e
strumenti
Ecc.
 Produrre oggetti
applicando conoscenze
 Saper applicare metodi e
Tecniche
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 Saper comunicare
 Ecc.
 Equilibrio
 Determinazione
Relazione
Ecc.
CAPACITA’
QUALITÀ
CONOSCENZE
DI BASE
ORGANIZZATIVE
DI MESTIERE
TECNICO-SPEC.
MANAGERIALI
RELAZIONALI
SOCIALI
PERSONALI
OPERATIVE
47
TIPI DI VALUTAZIONE E RELATIVE FINALITA’
VALUTARE LE
POSIZIONI
CONOSCERE
L’ORGANIZZAZIONE,
DEFINIRE LE ATTESE PER I
TITOLARI DELLE POSIZIONI COSA FARE
E COMEVALUTARE
LA
PRESTAZIO
NE
CONFRONTARE I RISULTATI
CON LE ATTESE /GLI
OBIETTIVI
COSA E’
FATTO E
COME
VALUTARE
IL
POTENZIAL
E
VALUTARE RISORSE CHE
POSSONO RICOPRIRE
POSIZIONI SUPERIORI O
DIVERSE DALLE ATTUALI
COSA SI
POTREBBE
FARE
OBIETTIVI RISULTATI
48
IL MODELLO E.FQ.M. (European Foundation for Quality Management
Leadershi
p 10%
Risultati
Economici
15%
Soddisfazione
dei Clienti
20%
Politiche
Strategie
8%
Impatto
sulla
Societa’
6%
Soddisfazione dei
Dipendenti
9%
Risorse
9%
Gestione del
Personale
9%
Processi
14%
FATTORI RISULTATI
50% 50%
MODELLO EUROPEO PER LA GESTIONE DELLA
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  • 2. 2 Nasrudin, in piedi nella piazza del mercato cominciò a parlare alla folla: "Oh, mio popolo! Veramente volete tutti conoscenza senza difficoltà, verità senza falsità, successo senza sacrificio?" Si formò un’enorme calca e ognuno gridava: "Si!Si!" "Benissimo" disse il marajha."Volevo soltanto saperlo. Potete contare su di me: se mai dovessi scoprire una cosa del genere ve la dirò senz’altro" Storia indiana COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
  • 3. 3 COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE L’ORGANIZZAZIONE E’ BASATA SU DUE CONCETTI: SPECIALIZZAZIONE La specializzazione permette di raggiungere una maggiore efficienza COORDINAMENTO È necessario coordinare le varie specializzazioni per essere efficaci
  • 4. 4 COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE ORGANIZZARE HA TRE FINALITA’: ESSERE EFFICIENTI Ottimizzare l’utilizzo delle risorse a disposizione ESSERE EFFICACI Riuscire a raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione GARANTIRE UN BUON CLIMA DI LAVORO Riuscire a ottenere il contributo di tutte le risorse dell’organizzazione
  • 5. 5 EFFICACIA: capacità di generare gli output e i prodotti nelle quantità definite, nei tempi richiesti e con il livello di qualità tale da soddisfare le richieste del cliente (il valore per il cliente) FornitoreFornitore AttivitàAttività AttivitàAttività ClienteCliente Cliente/ Fornitore OutputInput Output Risultato del processo COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
  • 6. 6 UN AZIENDA DEVE SODDISFARE I PORTATORI DI INTERESSE I CLIENTI realizzare la soddisfazione del cliente IL PERSONALE Creare un ambiente di lavoro stimolante, di crescita, in grado di valorizzare le competenze delle persone Creare risultati per la struttura sociale e garantire il rispetto dell’ambiente LA SOCIETA’ I SOCI Garantire la remunerazione dei capitali investiti e il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione Coinvolgere i fornitori per migliorare le possibilità di creare valore, di raggiungere gli obiettivi, di essere competitivi I FORNITORI COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
  • 7. 7 Obiettivo primario è la ottimizzazione del trinomio "COSTI - QUALITA' - QUANTITA" I processi operativi devono garantire Ripetitività, affidabilità, sistematicità Tutti i processi devono essere rivolti a creare valorecreare valore per il cliente VALORE QUALITA' SERVIZIO+ VALORE = TEMPI COSTI + L'AGGIUNTA DI VALORE COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE
  • 8. 8 ORGANIZZAZIONE COME SISTEMA APERTO CLIENTI MERCATO ORGANIZZAZIONE SOTTOSISTEMI RISORSE CARATTERISTICHE : INSTABILITA’, CAOS, EQUILIBRI CONTINGENTI NECESSITA’ DI REGOLAZIONE-CONTROLLO
  • 9. 9 L’IMPRESA SISTEMICA SECONDO IL MODELLO DELLE 7 S Sistema di Valori Prevalen ti Stile Staff (Risorse Umane) Skills Sistemi Strategi a Struttur a AMBIENTE ESTERO STATO SITUAZIONE DEMOGRAFICAESOCIALE TECN O LO G I E MERCAT I SCU O LE/ U N IVERSITA ’ CULTURA / VALO RI
  • 10. 10 I CLIENTI I PRODOTTI SERVIZI L’ORGANIZZAZIONE IL PACCHETTO SERVIZI FUNZIONE A FUNZIONE B FUNZIONE C DIREZIONE I RICAVI E I COSTI NASCONO DAL MODELLO IMPRENDITORIAL E CI SONO DUE ASPETTI IMPORTANTI: 1-CHI E’IL CLIENTE? 2-QUALI SONO I SUOI BISOGNI, I SUOI DESIDERI, LE SUE ASPETTATIVE IL MODELLO IMPRENDITORIALE
  • 11. 11 GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA: Disegno Organizzativo Ruoli: mestiere capacità sociale capacità direzionale capacità organizzativa Mansioni esecutive (compito - risultato)
  • 12. 12 GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO -I METODI DI LAVORO Tecnologia Procedure Sistemi informativi STRUTTURA ORGANIZZATIVA STRUTTURA ORGANIZZATIVA RISORSERISORSE PROCESSIPROCESSI
  • 13. 13 GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO LE PERSONE: Competenza - formazione Valori sociali Valori culturali (etici - ideologici - religiosi)
  • 14. 14 GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO IL SISTEMA PREMIANTE: Sistema retributivo Relazioni (con i colleghi - con il capo) Contenuto della mansione
  • 15. 15 OGNI SOTTOSISTEMA AZIENDALE SI COMPONE DI: . INDIVIDUI: VARIABILE INDIVIDUALE . GRUPPI: VARIABILE SOCIALE . TECNOLOGIE VARIABILE TECNICA . STRUTTURE VARIABILE STRUTTURALE L’INTRECCIO FRA QUESTE DIVERSE VARIABILI COMPORTA SPESSO L’INSORGERE DI CONFLITTI GLI ELEMENTI DEL MODELLO SISTEMICO
  • 16. 16 LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE IL MODELLO IMPRENDITORIALE
  • 17. 17 LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE IL MODELLO FUNZIONALE
  • 18. 18 LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE IL MODELLO DIVISIONALE
  • 19. 19 LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE IL MODELLO A MATRICE
  • 20. 20 Le persone a tutti i livelli costituiscono l’essenza dell’organizzazione ed il loro pieno coinvolgimento permette di porre le loro capacità al servizio dell’organizzazione LE PERSONE
  • 21. 21 Auto realizzazione stima, riconoscimento appartenenza sociale bisogno di sicurezza bisogni fisiologici (es fame) LA PIRAMIDE DEI BISOGNI
  • 22. 22 Il coinvolgimento del personale porta normalmente a: •accettazione della responsabilità di risolvere problemi; •ricercare attivamente opportunità di miglioramento; •condividere esperienze e conoscenze all’interno di gruppi o team; •rappresentare al meglio l’organizzazione nei confronti di clienti, comunità locale e società; •ottenere soddisfazione dal proprio lavoro; •essere entusiasti ed orgogliosi di fare parte dell’organizzazione; •Comprendere l’importanza del suo contributo e del suo ruolo nell’organizzazione. •Individuare i vincoli attinenti alle proprie prestazioni. •Accettare l’incarico e la responsabilità di risolvere i problemi. •Valutare le sue prestazioni a fronte dei suoi obiettivi e traguardi. •Ricercare attivamente occasioni per sviluppare le proprie competenze, conoscenze ed esperienze. •Condividere liberamente conoscenze ed esperienze. •Discutere apertamente di problemi e situazioni. LE PERSONE
  • 23. 23 Periodicamente è bene monitorare il livello di motivazione e coinvolgimento del personale Si possono attivare dei canali di coinvolgimento del personale , come la possibilità di dare suggerimenti o la costituzione di gruppi di lavoro LE PERSONE
  • 24. 24 COINVOLGIMENTO DEL PERSONALE Benefici principali: Motivazione, rispondenza e coinvolgimento del personale nell’ambito dell’organizzazione. Innovazione e creatività nel raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione. Responsabilizazione del personale per le proprie prestazioni. Desiderio del personale di partecipare e contribuire al miglioramento continuo. LE PERSONE
  • 25. 25 BISOGNI DEL GRUPPO • STABILIRE E MANTENERE GLI OBIETTIVI DEL GRUPPO • COINVOLGERE L'INTERO GRUPPO NEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI BISOGNI DELL'INDIVIDUO • BISOGNI DI CONTRIBUZIONE • EMULAZIONE E RESPONSABILITÀ • CONSIDERAZIONE • CAPACITÀ DI PORTARE A TERMINE I COMPITI AFFIDATI • OPPORTUNITÀ PER ACQUISTARE ESPERIENZA E COMPETENZA LE PERSONE
  • 26. 26 I capi stabiliscono unità di intenti e di indirizzo dell’organizzazione. Essi dovrebbero creare e mantenere un ambiente interno che coinvolga pienamente il personale nel perseguimento degli obiettivi dell’organizzazione LA LEADERSHIP
  • 27. 27 L’applicazione del principio porta normalmente a: •Essere pro-attivi e guidare con l’esempio; •promuovere chiare ed oneste comunicazioni; •ispirare, incoraggiare e riconoscere il contributo dei collaboratori; •Tener conto delle esigenze di tutte le parti interessate, inclusi clienti, proprietari, personale, fornitori, comunità locali e la società in generale. •Stabilire una chiara visione del futuro dell’organizzazione. •Fissare obiettivi e traguardi stimolanti. •sviluppare strategie per raggiungere questi obiettivi e traguardi; •Creare e sostenere valori condivisi e modelli di regole etiche e di correttezza a tutti i livelli dell’organizzazione. •Creare fiducia e dissipare timori. •Fornire al personale le necessarie risorse, l’addestramento e la libertà per agire con responsabilità. •Stimolare, incoraggiare e riconoscere i contributi forniti dal personale. LA LEADERSHIP
  • 28. 28 Benefici principali: Il personale comprenderà e sarà motivato nel perseguimento degli obiettivi e dei traguardi dell’organizzazione. Le attività verranno valutate, rese coerenti e messe in atto in modo unificato. Saranno ridotti i disguidi di comunicazione tra i diversi livelli dell’organizzazione. LA LEADERSHIP
  • 29. 29 individuare le opportunità e perseguirle individuare i punti deboli e farvi fronte fare delle scelte e realizzarle definire una strategia definire gli obiettivi definire le regole che devono governare i processi scegliere le persone migliorare la loro conoscenza e professionalità motivarle e incentivarle creare la capacità di comunicare etc GESTIREVUOLDIRE: CREARE VALORE PER L’ORGANIZZAZIONE, IL CLIENTE E I PORTATORI DI INTERESSE LA LEADERSHIP
  • 30. 30 Un risultato desiderato si ottiene con maggiore efficienza quando le relative attività e risorse sono gestite come un processo FASE 1 FASE 2 FASE 3 I PROCESSI
  • 31. 31 trasformazione input output Persone Attrezzature Software Hardware materiali metodi L’efficacia di un processo puo’ essere migliorata intervenendo sugli elementi in ingresso, sulle competenze e qualità delle persone, sulle attrezzature e sui software e infine sui metodi di lavoro I PROCESSI
  • 32. 32 ORGANIZZARSI PER PROCESSI - 1 Prospettiva strutturale (Attività/Risultati) FUNZIONE A FUNZIONE B FUNZIONE C CLIENTI DIREZIONE PRODOTTI/ SERVIZI Processo 1 Processo 2 Processo n
  • 33. 33 ORGANIZZARSI PER PROCESSI - 2 Prospettiva organizzativa (Ruoli/Mansioni) FUNZIONE A FUNZIONE B FUNZIONE C CLIENTI                             PRODOTTI/ SERVIZI Processo 1 Processo 2 Processo n CLIENTI
  • 34. 34 GESTIONE PROCESSI :RILEVAZIONE DELLE PERFORMANCE CLIENTI MERCATO ORGANIZZAZIONE PROCESSI      Performance Mansione Performa nce Processo Performance Organizzazio ne
  • 35. 35 La gestione per processi porta normalmente: •alla definizione dei processi necessari ad ottenere i risultati attesi; •all’identificazione e misura degli elementi in ingresso ed in uscita dei processi; •all’identificazione delle interfacce tra i processi e le funzioni dell’organizzazione; •alla valutazione di rischi, conseguenze ed impatti dei processi su clienti, fornitori ed altre parti interessate; Utilizzare metodi strutturati nella definizione delle attività necessarie ad ottenere i risultati desiderati. •A stabilire chiaramente le responsabilità per la gestione delle attività principali. •Ad analizzare e misurare le potenzialità delle attività principali. •Mettere a fuoco i fattori (quali le risorse, i metodi, i materiali) in grado di migliorare le principali attività dell’organizzazione. I PROCESSI
  • 36. 36 Bisogna raccogliere indicatori per monitorare il funzionamento dei processi nella pianificazione dei processi è necessario prendere in considerazione: step del processo, attività, flussi, misure di controllo, necessità di addestramento, attrezzature, metodi, informazioni, materiali e altre risorse necessarie per ottenere i risultati attesi. I PROCESSI
  • 37. 37 Benefici principali: Minori costi e cicli più brevi, mediante un efficace uso delle risorse. Risultati migliori, coerenti e prevedibili. Occasioni per la messa a fuoco e la scelta delle priorità dei miglioramenti. I PROCESSI
  • 38. 38 LA GESTIONE AZIENDALE NEL TEMPO FINALITA’ ISTITUZIONALIASPIRAZIONI PREVISIONI POLITICHE STRATEGIE PIANIFICAZIONE PIANIFICAZIONE OPERATIVA PROGRAMMAZIONE ATTUAZIONE CONTROLLO PIANIFICAZIONE STRATEGICA FASI DELLA PIANIFICAZIONE ORIZZONTE TEMPORALE FUTURO PRESENTE PASSATO
  • 39. 39 IL PROCESSO DECISIONALE IN AZIENDA POLITICHE STRATEGIE PIANIFICAZIONE PROGRAMMAZIONE CONTROLLO EVENTI ATTENZIONE AL FATTORE TEMPO LINEE GUIDA DETERMINAZIONE OBIETTIVI DIMENSIONAMENTO RISORSE ALLOCAZIONE EVENTI NEL TEMPO SCOSTAMENTI DA OBIETTIVI, RISORSE, TEMPI ELEVATA LUNGA MEDIA BREVE LUNGA MEDIA BREVE BREVE BREVE MINIMA MEDIA MEDIO- MASSIMA MASSIMA MEDIA ENFASI DISTANZA TEMPORALE DA REALIZZAZIONE
  • 40. 40 IL CICLO GENERALE DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO NELL’IMPRESA: IL P-D-C-A (Plan-Do- Check-Action)  Definizione obiettivi  Pianificazione/pro grammazione attività  Definizione piano dei controlli  Definizione criteri e standard di valutazione  Svolgimento attività  Monitoraggio avanzamento  Raccolta dei dati  Controllo conformità  Strutturazione /elaborazione dati  Confronto risultati/obiettivi  Applicazione standard e criteri  Analisi scostamenti  Decisioni su azioni da intraprendere  Ri-formulazione programmi attività  Conferme/variazio ne degli standard e dei criteri Plan Do Actio n Che ck
  • 41. 41 IL DOMINIO DEL CONTROLLO  OGGETTI REALIZZATI ATTRAVERSO  PROCESSI GOVERNATI da  ORGANIZZAZION E PRODOTTI /SERVIZI PROCESSI OPERATIVI E GESTIONALI AZIENDA
  • 42. 42 COSA CONTROLLARE E VALUTARE DOMINIO DEL CONTROLLO  OGGETTI  CONTROLLO DELLA QUALITA' DEL PRODOTTO/ SERVIZIO  VALUTAZIONE DI IMPATTO DEL SERVIZIO  VALUTAZIONE COSTO/EFFICACIA DEL SERVIZIO  CONTROLLO DELLA QUALITÀ DEL PROCESSO  ASSICURAZIONE QUALITÀ DEL PROCESSO  RE-INGEGNERIZZAZIONE DEL PROCESSO  CONTROLLO E DEI COSTI DEL PROCESSO  VALUTAZIONE DEL POTENZIALE E DELLA PRESTAZIONE  ORGANIZZAZION E TIPO DI CONTROLLO / VALUTAZIONE CONTROLLO DELLA GESTIONE  CONTROLLO FINANZIARIO  CONTROLLO DEI LIVELLI DI SERVIZIO  VALUTAZIONE DELLA SODDISFAZIONE DEGLI UTENTI/CLIENTI  VALUTAZIONE DEL CLIMA (SODDISFAZIONE DEI DIPENDENTI)  CONTROLLO DELLA "CAPACITÀ PRODUTTIVA"  VALUTAZIONE DELLE RISORSE UMANE PROCESSI
  • 43. 43 LA DEFINIZIONE DEI RUOLI ORGANIZZATIVI RUOLO ATTESE ORGANIZZATIVE ATTESE PERSONALI COMPORTAMENTI ATTIVATI Responsabilità e attività richieste dall’Istituzione per ricoprire una posizione organizzativa ATTESE RELAZIONALI Aspettative, esplicitate o latenti, di interlocutori significativi del titolare - Colleghi - Istituzioni sociali -Associazioni professionali -ecc... NELLA SUA COMPLESSITA’ IL RUOLO E’ DEFINITO DAI COMPORTAMENTI ATTIVATI DAL TITOLARE E DAL SISTEMA DI ATTESE CHE SVILUPPANO ATTORNO AD ESSO Obiettivi e progetti individuali (personali e professionali) impliciti ed espliciti Totalità dei comportamenti messi in atto nella vita di lavoro
  • 44. 44 ESEMPIO DI STRUTTURA PER LA DESCRIZIONE DEL RUOLO 1 DENOMINAZIONE DEL RUOLO 2 SCOPO 3 INDICATORI DI PERFORMANCES NELL’ESERCIZIO DEL RUOLO 4 DIMENSIONE E CONFINI DEL RUOLO 4.1 COLLOCAZIONE ORGANIZZATIVA A Persone coordinate (stima) : B Progetti / Attività (misura tempo / valore): C Struttura organizzativa 4.2 RELAZIONI FUNZIONALI 5 IMPIEGO DEL TEMPO
  • 45. 45 DISCREZIONALITA’ Autonomia decisionale assegnata al titolare del ruolo NUMERO DI COMPITI Quantità di compiti assegnati SPECIALIZZAZIONE Conoscenze/competenze necessarie per esercitare il ruolo GESTIONE DELLO SVILUPPO DEI RUOLI ORGANIZZATIVI RUOLI MANAGERIALI RUOLI TECNICO-GESTIONALI RUOLI TECNICO-SPECIALISTICI
  • 46. 46 GESTIONE DELLO SVILUPPO DELLE R.U.PER COMPETENZE Saper ricercare Saper Elaborare Conoscere leggi e principi Conoscere tecniche e strumenti Ecc.  Produrre oggetti applicando conoscenze  Saper applicare metodi e Tecniche  Saper decidere  Saper negoziare  Saper comunicare  Ecc.  Equilibrio  Determinazione Relazione Ecc. CAPACITA’ QUALITÀ CONOSCENZE DI BASE ORGANIZZATIVE DI MESTIERE TECNICO-SPEC. MANAGERIALI RELAZIONALI SOCIALI PERSONALI OPERATIVE
  • 47. 47 TIPI DI VALUTAZIONE E RELATIVE FINALITA’ VALUTARE LE POSIZIONI CONOSCERE L’ORGANIZZAZIONE, DEFINIRE LE ATTESE PER I TITOLARI DELLE POSIZIONI COSA FARE E COMEVALUTARE LA PRESTAZIO NE CONFRONTARE I RISULTATI CON LE ATTESE /GLI OBIETTIVI COSA E’ FATTO E COME VALUTARE IL POTENZIAL E VALUTARE RISORSE CHE POSSONO RICOPRIRE POSIZIONI SUPERIORI O DIVERSE DALLE ATTUALI COSA SI POTREBBE FARE OBIETTIVI RISULTATI
  • 48. 48 IL MODELLO E.FQ.M. (European Foundation for Quality Management Leadershi p 10% Risultati Economici 15% Soddisfazione dei Clienti 20% Politiche Strategie 8% Impatto sulla Societa’ 6% Soddisfazione dei Dipendenti 9% Risorse 9% Gestione del Personale 9% Processi 14% FATTORI RISULTATI 50% 50% MODELLO EUROPEO PER LA GESTIONE DELLA QUALITA’ COME POSSIBILE APPROCCIO DI CONTROLLO GLOBALE