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MUSICA E NATURA
Molti musicisti hanno composto
brani che in varie forme si collegano
a fenomeni naturali. Naturalmente lo
scopo dell’arte nel descriverli o
imitarli è assai diverso da quello della
scienza. Il musicista descrive la
natura per ritrovare in essa il proprio
mondo interiore o esteriore, così da
relazionarsi con gli altri
emozionandoli. Spesso l’emozione
risulta potenziata dall’esperienza
passata di chi ascolta, infatti se
l’ascoltatore ha provato già delle
emozioni davanti alla natura, tramite
la musica le potenzia ed arricchisce.
Ogni opera che ascolteremo riflette
la situazione psicologica, l’epoca,
l’ambiente nei quali ogni artista è
vissuto.
Ogni opera umana a sua volta è
collegata con una rete infinita e
fittissima di relazioni a tutto il
resto del mondo.
Il presente si può perciò capire e
modificare solo conoscendo il
passato e tentando di
comprenderne la relazione tra i
fatti.
Nelle storie degli altri riconosciamo
noi stessi, e a partire dalla storia
costruiamo il nuovo ed il futuro.
Antonio Vivaldi 1678-1741
Antonio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 –
Vienna, 28 luglio 1741) è stato un violinista e
compositore italiano.
Considerato il più importante, influente e
originale compositore italiano della sua
epoca, Vivaldi contribuì significativamente allo
sviluppo del concerto, soprattutto solistico, e
della tecnica del violino e dell'orchestrazione.
Le sue opere influenzarono notevolmente
numerosi compositori suoi coevi, soprattutto
tedeschi, come Bach.
Fu anche sacerdote, e per tale motivo - e per
il colore dei suoi capelli - venne
soprannominato il prete rosso.
Le sue composizioni più note sono i quattro
concerti per violino conosciuti come “Le
quattro stagioni”, celebre esempio di musica
a soggetto barocca.
La Primavera da “Le quattro stagioni”
Antonio Vivaldi - 1678-1741
La Primavera fa parte di "Le
Stagioni", una serie di quattro
concerti per violino ed orchestra,
ognuno dei quali si ispira, come
dice lo stesso titolo, ad una
stagione dell'anno. "Le Stagioni"
sono inserite ne "Il cimento
dell'armonia e dell'invenzione",
op. 8.
Il Concerto o Concerto solista è una
forma musicale molto importante,
strutturata generalmente in tre parti
o tempi
(ALLEGRO, ADAGIO, ALLEGRO)
Il concerto vede uno strumento
solista che si alterna e dialoga
con il resto dell'orchestra.
L' organico orchestrale è composto da un violino solista,
un'orchestra d'archi, un clavicembalo con la funzione di basso.
A - Giunt'è la Primavera e festosetti
B - La salutan gli augei con lieto canto
C - E i fonti allo spirar de' Zeffiretti con
dolce mormorio scorrono intanto.
D - Vengon coprendo l'aer di nero
ammanto e lampi, e tuoni ad
annunziarla eletti
E - Indi, tacendo questi, gli augelletti
tornan di nuovo al lor canoro
incanto.
I tre tempi del concerto
sono accompagnati da
un "sonetto
esplicativo" i cui versi
sono stati scritti dallo
stesso Vivaldi sulla
partitura per indicare
ciò che il brano
musicale si propone di
rappresentare.
Quali spunti naturali adotta Vivaldi nel 1°tempo della Primavera?
Il tema principale appare felice grazie al ritmo ed alla cantabilità della melodia.
Il canto degli uccelli è imitato attraverso l’acutezza dei suoni e la loro velocità,
ripetizione e sovrapposizione
Lo scorrere del ruscello attraverso la continuità
fluente dei suoni
I tuoni ed i fulmini attraverso limitazione del rumore naturale dei tuoni e la
velocità improvvisa dei lampi
Quali imitazioni adotta Vivaldi nel II°tempo della Primavera?
Il cane che abbaia
Il pastore che dorme
Nel III°tempo della
Primavera commenta infine
per tutto il brano una festa
primaverila nella natura. La
frase della poesia che viene
musicalmente commentata è
questa :
Di pastoral zampogna al suon festante,
danzan ninfe e pastor nel tetto amato,
di Primavera all'apparir brillante.
L’Inverno da “Le quattro stagioni”
Antonio Vivaldi - 1678-1741
Primo tempo:
Agghiacciato tremar tra nevi algenti
Vengono eseguite note ribattute
Al severo spirar d'orrido Vento,
Note velocissime a gruppi discendenti
Correr battendo i piedi ogni momento;
Note veloci e ribattute come piedi che
battono in terra
E pel soverchio gel batter i denti;
Note tremolanti e ripetute
Anche l’Inverno come le altre stagioni è commentato da una poesia
scritta dallo stesso Vivaldi. Per ogni verso vi è un’immagine sonora.
Secondo tempo:
Passar' al foco dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben
cento.
La pioggia viene imitata dai violini che
fanno l’accompagnamento pizzicando le
corde, mentre la melodia da la
sensazione del rilassamento e della
serenità di una sera passata al caldo in
casa mentre fuori imperversa l’inverno
Terzo tempo:
Camminar sopra 'l ghiaccio,
note continue e controllate
e a passo lento per timor di cader girsene intenti;
rallentamento dei suoni
Gir forte, sdruciolar, cader a terra
scale di note veloci e discendenti, con un’ultima lunga discesa
Di nuovo ir sopra 'l ghiaccio e correr forte
scale di note con lunghe salite e discese
Sin che 'l ghiaccio si rompe, e si disserra;
note veloci con fermate improvvise
Sentir uscir dalle ferrate porte
note dolci e lente
Scirocco, Borea
e tutti i Venti in guerra.
velocissime scale con tremoli
Quest'è 'l Verno,
ma tal che gioja apporte.
finale saltellante
Vivaldi compone in un epoca nella
quale è in voga lo stile barocco (XVIII
secolo).
E’ difficile definire questo stile perchè
ha molti diversi caratteri.
Dello stile barocco è il gusto per lo
spettacolo e la decorazione complessa,
oltre che il desiderio di stupire.
Nei concerti di Vivaldi lo stile barocco
si ritrova nella luminosità e apertura
ariosa del suono oltre che nel gusto
per l’abilità ed il virtuosismo nell’uso
soprattutto degli strumenti ad arco.
II e IV parte dell’ouverture del Guglielmo Tell
di Gioacchino Rossini
Il paesaggio naturale delle montagne svizzere
e l’azione del Guglielmo Tell costituiscono
quasi il “programma” delle 4 sezioni in cui è
divisa l’ouverture, il brano orchestrale più
esteso che Rossini avesse mai composto, noi
ne ascoltiamo la seconda e la quarta parte.
L’ Allegro, seconda parte,
dipinge una scena di tempesta;
la quarta parte consiste nel
celebre e travolgente Galoppo
finale.
Figlio di un trombettista e di una soprano, quando
Gioacchino Rossini (1792–1868) entrò al liceo
musicale di Bologna aveva già scritto un’opera, e
appena 20enne diede alla luce uno dei suoi capolavori,
l’Italiana in Algeri.
Diresse il Teatro S.Carlo di Napoli per quasi un
decennio, dedicandosi alla composizione di altre grandi
opere.
La sua fama straripò rapidamente fuori dai confini
nazionali, ed egli riscosse i più grandi trionfi anche a
Vienna e Parigi, ove si stabilì definitivamente e
compose i suoi ultimi lavori per l’Opéra.
Tra questi figura il Guglielmo Tell, col quale Rossini
volle raccogliere la sfida che i tempi nuovi gli
lanciavano, dimostrando che, volendo, avrebbe potuto
essere il migliore anche nelle nuove condizioni
dell’arte prodotte dal Romanticismo.
Ma non volle. Fu così che, a soli 37 anni, dopo aver
raggiunto una fama da pochi eguagliata, si ritirò dalle
scene, pur contribuendo, con generosità, alla crescita
dei suoi “successori” quali Bellini, Donizetti e lo stesso
Giuseppe Verdi.
Guglielmo Tell : melodramma tragico in
quattro atti di G. Rossini(Parigi, 1829).
Il Guglielmo Tell (Wilhelm Tell) fu rappresentato a
Weimar nel 1804 e pubblicato nello stesso anno. Il
dramma è ambientato nella Svizzera medioevale: tre
cantoni svizzeri stringono un patto contro l'Austria ed
il suo tirannico oppressore Gessler.
Wilhelm Tell, il miglior tiratore di balestra del luogo, è
coinvolto nella vicenda quando, costretto, esita a
salutare un cappello posto da Gessler sulla cima di
un albero. Per punirlo, il tiranno lo costringe a colpire
una mela posta sul capo del figlio: Tell non fallisce,
ma quando gli rivela che, nel caso avesse fallito il
primo colpo, una seconda freccia sarebbe stata
destinata a Gessler, viene imprigionato. Dopo essere
riuscito a fuggire, attende il tiranno sulla riva del lago
e lo uccide; la rivolta diventa generale, ed il liberatore
Tell diventa in tal modo il simbolo d'una nuova
nazione.
Un melodramma o opera lirica è una storia narrata attraverso il canto.
Elementi del melodramma sono : orchestra, cantanti solisti, coro, costumi, scenografie,
balletto.
L’ouverture è il brano che apre l’opera, in essa vengono presentati, dalla sola orchestra, le
principali melodie che poi si incontreranno nello svolgimento dell’opera.
La tempesta descritta nelle
seconda parte dell’ouverture
riflette il clima dell’opera,
infatti imita il crescere della
protesta come fosse il tipico
brontolio che precede un
temporale, brevi suoni degli
strumenti a fiato fanno
pensare alle prime gocce, lo
scoppio successivo di tutta
l’orchestra con la
predominanza degli ottoni e
dei timpani riflette lo scoppio
dell’insurrezione.
La quarta parte è tutta
costruita sul ritmo di due
sedicesimi ed un ottavo che
imita il galoppo dei cavalli,
evoca la sensazione di una
battaglia con la vittoria dei
giusti.
Il Guglielmo Tell viene composto in un
periodo nel quale si afferma un
movimento culturale chiamato
romanticismo.
Questo movimento esalta la sfera del
sentimento, della passione ed anche
della irrazionalità.
Oltre al tema dell’importanza del
sentimento e quindi dell’uomo
singolo, il romanticismo rivaluta la
cultura popolare e il sentimento
nazionale con la ricerca dell’identità
dei popoli.
Ecco perchè opere liriche che narrano
fatti politici e la relativa lotta per la
libertà vengono proposte con
frequenza.
In questo caso il temporale assume toni
guerreschi proprio perchè sottolinea
del romanticismo la lotta politica per
l’autonomia e la libertà di una
nazione.
Vedremo nel prossimo temporale,
composto da Beethoven, come il
clima espressivo si leghi invece al
sentimento della passione individuale,
altro caposaldo del Romanticismo.
La sesta sinfonia è detta Pastorale perchè descrive i
sentimenti destati dal sublime spettacolo della natura.
Beethoven a quell'epoca passava molto tempo in
campagna e ne era affascinato.
Lo stare a contatto con la natura lo colpiva nell'intimo
creandogli quell'immenso piacere e gioia di partecipare
in prima persona alla vita campestre, quel cercare in
essa il raggiungimento della pace. Ed ecco che dai suoi
trascorsi ricordi nasce la Sinfonia n. 6 in Fa maggiore
op.68. Ogni movimento dei 5 di cui è formata, prende in
considerazione un diverso sentimento verso la natura.
Per evitare dubbi in merito al fatto che i temi della
Sinfonia non fossero per niente descrittivi, volle
aggiungere al sottotitolo: " più espressione del
sentimento che pittura ". Ed è con questo spirito che
Beethoven compose la Sesta Sinfonia.
La sesta sinfonia è colma di profondo sentimento
romantico che, nel pensiero del grandissimo
compositore, qual è stato, avvicinando l'animo dell'uomo
alla natura, lo spinge ad inchinarsi di fronte alla bellezza
del mondo che lo innalza fino al suo Creatore.
L.V. Beethoven. Dalla sesta sinfonia - IV tempo : temporale (1808)
Ludwig van Beethoven (Bonn
1770 - Vienna 1827) è uno dei
giganti della storia della musica,
per la bellezza delle sue melodie
e delle sue composizioni
orchestrali e pianistiche.
Uomo burbero, spesso solitario,
Beethoven fu colpito dal
peggiore dei mali che possa
colpire un musicista: una sordità
progressiva, che si manifestò in
lui già verso i ventiquattro anni, e
che lo rese profondamente triste
per tutto il resto della sua vita.
Egli non potè mai sentire del
tutto molte delle stupende
musiche che aveva composto...
Tanti dei suoi brani musicali sono
famosissimi fra i popoli di tutto il
mondo; noi Europei abbiamo
scelto il suo bellissimo "Inno alla
gioia" (tratto dalla IX Sinfonia)
come Inno ufficiale dell'Unione
Europea.
Il IV movimento della sesta sinfonia in tempo veloce è la
descrizione di una tempesta, o meglio, della tempesta del cuore
umano di fronte alle difficoltà. Questa tempesta è impressionante:
comincia con leggeri suoni dei bassi per scatenarsi con i timpani,
le trombe e l'entrata dei tromboni, strumenti usati per la prima volta
nella sinfonia e poi finire con l’intensità della musica che si spegne
a poco a poco.
La sinfonia è un brano da!a struttura assai complessa, in quattro o cinque
tempi, eseguita da un’orchestra detta sinfonica. Ogni tempo ha, a sua volta, una
forma particolare. Solitamente è solo strumentale.
Il valzer è un ballo in tempo di tre quarti, nel quale il
ritmo comunica la sensazione di scorrimento e
rotazione. La melodia ampia e scorrevole fa pensare
allo scorrere di questo lunghissimo ed ampio fiume,
anche se in realtà il collegamento tra il fiume e questo
valzer è frutto di una serie di eventi casuali.
Questo valzer, composto da Johann Strauss junior
(1825-1899), “An der schönen, blauen Donau”, viene ogni
anno eseguito in occasione di un concerto eseguito a
Vienna a Capodanno.
La prima apparizione dei valzer fece scalpore perchè per la
prima volta i due ballerini ballavano abbracciati, questo
simboleggiò anche un nuovo più spontaneo modo di
relazionarsi tra uomini e donne.
Sul Bel Danubio Blu
(parte iniziale)
Questo ballo della fine del 1800
può rappresentare la nascita
della musica di consumo.
Il suo scopo non è più quello
del solo ascolto ma soprattutto
quello del divertimento, dello
svago.
I valzer degli Strauss (musicisti
austriaci) ebbero un grande
successo in tutto il mondo.
Pur essendo di ottima qualità
musicale, essi rappresentavano
il simbolo di una società allegra
e dedita al divertimento.
Purtroppo dietro a questa
facciata di felicità si
nascondevano eventi storici
che segneranno in modo
terribile e disastroso il secolo
seguente.
IGOR STRAVINSKY DA LA SAGRA DELLA PRIMAVERA (1913) :
GLORIFICAZIONE DELL’ ELETTA
ll balletto mette in
scena un rito
sacrificale pagano
nella Russia
antica all'inizio
della primavera,
nel quale una
giovane
adolescente
veniva scelta per
ballare fino alla
morte con lo
scopo di
propiziarsi la
benevolenza degli
dei in vista della
nuova stagione.
La Sagra venne accolta dalle
persone più competenti ed aperte
come un avvenimento
fondamentale per la storia della
musica. La presenza di ritmi duri
ed ossessivi è paragonabile ai
suoni di un heavy metal dei più
brutali. La musica moderna è nata
lì. Qualcuno vede in quest’opera il
preannuncio della prima guerra
mondiale che sarebbe scoppiata di
lì a poco.
L'aperto richiamo alla Russia è
comunque decisivo per chi
volesse meglio comprendere il
carattere del lavoro: risalendo
oltre la civiltà dell'uomo
moderno, distruggendo l'ordine
delle forme tradizionali,
Stravinski intese ricreare un
mondo barbarico e primitivo, in
un clima rituale pagano che
sfocia in una ridda demoniaca.
Stravinsky stesso disse che in
questa musica riviveva la
sensazione da lui provata da
bambino, quando il disgelo di un
fiume della Russia causava dei
rumori forti e profondi, a causa
della rottura dei ghiacci, che
sembrava spaccassero il
pianeta.
Anche Stravinsky parla di
Primavera ma è assai lontano
dalle dolci ed allegre melodie di
Vivaldi. In Stravinsky la natura è
crudele e violenta.
Igor' Fëdorovič Stravinskij (in russo: Игорь
Фёдорович Стравинский; Oranienbaum, 17
giugno 1882 – New York, 6 aprile 1971) è
stato un compositore russo naturalizzato
francese e in seguito statunitense. La
maggior parte dei suoi lavori rientrano
nell'ambito del neoclassicismo e poi della
serialità, ma la sua popolarità è affidata a tre
balletti composti durante il suo primo periodo
(noto come il periodo russo): L'uccello di
fuoco (1910), Petrushka (1911) e La sagra
della primavera (1913), opere che
reinventarono il genere del balletto.
Stravinskij scrisse per ogni tipo di organico,
spesso riutilizzando forme classiche. La sua
opera completa include composizioni d'ogni
genere, dalle sinfonie alle miniature per
pianoforte.
Ottenne grande fama come pianista e
direttore d'orchestra, dirigendo spesso le
prime delle sue composizioni.
Tipico russo cosmopolita, Stravinskij fu uno
dei più apprezzati compositori del XX secolo,
sia nel mondo occidentale che nel suo paese
d'origine.
A Parigi, verso la fine dell'Ottocento, si
creò un clima artistico molto vivace e
innovativo.
I gruppi più famosi in questo
rinnovamento furono quelli dei pittori
impressionisti (Monet) e dei poeti e pittori
simbolisti.
I primi vollero indagare la realtà partendo
da un contatto diretto con essa, senza
rispettare le vecchie regole del disegno,
del chiaroscuro e del colore; i secondi,
convinti che della realtà non si potesse
cogliere se non la superficie, vollero
esprimerla con un’idea simbolica, con un
riferimento fantastico che ne richiamasse
il significato.
Un atteggiamento molto simile tenne
nella musica un gruppo di compositori tra
i quali Claude Debussy.
Nuages è una composizione che
rappresenta bene l’impressionismo in
musica. Infatti non vi è nessuna melodia
definita o armonia chiara ma la forma
indefinita delle nubi spinge a pensieri ed
illusioni sognanti ed indefinite.
Claude Debussy : dai tre notturni -Nuages - (Nubi - 1899)
Claude Debussy (1862-1918), è
considerato uno degli iniziatori della
musica moderna.
Debussy nacque a Saint Germain
nel 1862, e nel 1869 iniziò lo studio
del pianoforte conseguendo presto
sorprendenti risultati.
Ma il suo genio non si fermò al
virtuosismo pianistico né al
successo di pubblico, la sua strada
nella musica ebbe una grande
svolta.
Il movimento musicale
dell’Impressionismo – di cui
Debussy fu il caposcuola - fu
fondamentale per la ricerca e
l’attuazione di nuove regole
armoniche.
“non si tratta della forma abituale del notturno, ma di tutto
quello che questa parola contiene di impressioni e luci
speciali. Nuages : è l’aspetto immutabile del cielo con il
cammino lento e malinconico delle nuvole, sfumanti in
un’agonia grigia, dolcemente tinta di bianco.”
Così Debussy descrive Nuages:
Una notte sul Monte Calvo (poema sinfonico) 1867
di Modest Mussorgskij
Il Monte Calvo è il Monte Triglav, un
rilievo presso Kiev nella Russia
meridionale. Qui, secondo la mitologia
slava, si riuniscono gli spiriti maligni
per adorare il diavolo nella notte di
Valpurga, l'equivalente di Halloween
dei paesi anglosassoni.
Mussorgskij aveva composto una
prima stesura per pianoforte e
orchestra di Una notte sul Monte Calvo
nel 1860, poi l'aveva riscritta nel 1868,
nel 1871 e nel 1875.
L'opera non fu mai rappresentata
durante la vita del musicista.
La montagna per il suo aspetto così
mutevole e grandioso ha suscitato
sempre negli artisti pensieri che vanno
dalla meraviglia di Dio fino allo
spavento degli spiriti maligni.
Il “programma” di questo poema sinfonico, della durata
di circa dieci minuti, è chiaramente indicato dallo steso
autore:
- Apparizioni degli spiriti dell’oscurità seguiti da quello
di Satana
- Il sabba delle streghe
- L’alba
Una visione demoniaca, come si può intuire, pervade
un po’ tutta la partitura e la musica si distende in
un’atmosfera di calma (ma piena di mistero) solo verso
la fine.
La geniale orchestrazione porta l’impronta di un altro
grande compositore russo, Nikolaj Rimskij Korsatov,
che dopo la morte dell’autore revisionò in un solo
tempo l’intero lavoro.
Nell’opera si immagina che il giovane protagonista, di
nome Gritzko, la notte prima di riuscire ad ottenere,
dopo tante peripezie, la mano della ragazza che ama,
si ubriachi, cade addormentato e sogni.
Sogna di assistere al raduno delle streghe e di demoni
che si svolge, secondo le credenze popolari, ogni anno
nella notte di San Giovanni (24 giugno) sul Monte
Calvo, una sommità nelle vicinanze della città sovietica
di Kiev.
Diavoli e streghe si rincontrano così con Satana in
persona, che qui ha nome di Cernobog.
Modest Petrovič Musorgskij (cir. rus. Моде́ст Петро́вич Му́соргский;
Pskov, 21 marzo 1839 – San Pietroburgo, 28 marzo 1881) fu un compositore
russo. Musicista dello stile romantico, è da ricordare come un appartenente al
cosiddetto Gruppo dei Cinque (compositori che alla loro musica conferirono
un'impronta nazionale, e anche nazionalista, intesa come riscoperta delle
musiche russe tradizionali e del loro impatto sulla cultura nazionale).
Pur destinato a una carriera militare, il suo interesse principale era la musica,
per cui segui questa passione anche se essa gli procurò una vita misera. I suoi
brani, come vuole il romanticismo, esprimono l'inquietudine dell'uomo.
Il suo capolavoro è l'opera lirica Boris Godunov, l'unico suo melodramma
rappresentato mentre era ancora in vita.
Il suo progetto più noto è rappresentato forse da i Quadri di un'esposizione,
una descrizione musicale che Musorgskij dà a dei quadri dell'amico artista
Victor Hartman, suite per pianoforte nella versione originale, orchestrata
successivamente dal celebre compositore francese Maurice Ravel. Una
versione moderna dell'opera è stata eseguita dal gruppo progressive rock
inglese Emerson, Lake & Palmer.
Colonna sonora del film di Sergio Leone
“Il buono, il brutto, il cattivo” composta
da Ennio Morricone
La colonna sonora di questo film westwern
fu composta dal frequente collaboratore di
Leone Ennio Morricone (che fu compagno
di classe del regista in terza elementare), le
cui caratteristiche composizioni, contenenti
spari, fischi e yodel (tipo di canto tipico
della Svizzera), contribuiscono a ricreare
l'atmosfera che caratterizza il film.
Il motivo principale, assomigliante all'ululato
del coyote, è una melodia composta da due
note, divenuta molto famosa.
L’uso abbondante di strumenti come
il corno e la grandezza delle sonorità
ricreano molto bene l’ambiente del
deserto e della prateria Americani.
Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928) è un
compositore italiano.
Celebre per le sue numerose colonne sonore
cinematografiche, ne ha composte più di 500 in
tutta la sua lunga carriera, di cui solamente 30
scritte per film western. È proprio per queste ultime,
però, che Morricone è meglio conosciuto. Il suo
particolare ed imitato stile di composizione per
questo genere è esemplificato in particolare dalla
colonna sonora di Il buono, il brutto, il cattivo di
Sergio Leone, regista con il quale il compositore
diede vita ad una lunga e proficua collaborazione.
La produzione di Morricone annovera inoltre una
nutrita schiera di composizioni che non sono nate
per il cinema e che rientrano nel genere della
musica contemporanea: opere teatrali, lavori
sinfonici e per solista e orchestra, composizioni
corali, musica da camera, ecc.
Il 25 Febbraio 2007, dopo cinque nominations non
premiate, gli viene conferito, accompagnato da una
standing ovation tributatagli da una ammirata
platea, il Premio Oscar alla carriera, "per i suoi
magnifici e multisfaccettati contributi nell'arte della
musica per film".
Si tratta di un brano che parte dall’idea di acqua e dal suo rapporto con Venezia, insieme a
questo brano altri sette compongono un Cd audio e un Dvd video.
La PFM (composta da Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida e che vede ospiti Lucio
Fabbri e Gianluca Tagliavini all’organo Hammond e al... Moog!) presenta 8 eccellenti storie
strumentali: esse fungono da commento a otto brevi film.
In questi pezzi il gruppo ripercorre idealmente molta della propria esperienza sonora: Genesis,
Procol Harum, King Crimson, Pink Floyd, Emerson Lake and Palmer, con grande inventiva
personale e lodevole perizia musicale.
La PFM è uno dei più amati gruppi italiani che sorprende sia l’ascoltatore che li ha seguti da
sempre sia i giovani intelligenti.
Dal disco della PFM (Premiata Forneria Marconi)
Stati d’Immaginazione : La Terra dell’Acqua.
Lo splendore e l’angoscia di Venezia
La Premiata Forneria Marconi
(abbreviato: PFM) è un gruppo
musicale italiano del genere rock
progressivo che ha avuto grande
popolarità negli anni '70, sia in Italia
sia a livello internazionale (in Gran
Bretagna, negli Stati Uniti, ma
anche in Giappone).
Tra i gruppi italiani progressive di
quel periodo, (Banco del Mutuo
Soccorso, Area, Perigeo, Le Orme),
è stato l'unico ad avere un duraturo
successo dentro e fuori i confini
nazionali.
Musicalmente imparentata con
gruppi come i Genesis o i primi King
Crimson, la PFM ha saputo evolvere
il proprio stile anche nei decenni
successivi grazie anche alle notevoli
capacità strumentali dei suoi
componenti.
LA TERRA DELL'ACQUA
Questo clip musicale presenta
una Venezia fatta di dettagli e
di scorci, ma soprattutto della
grande protagonista di questa
città: l'acqua, amica e nemica
da tempo immemorabile,
risorsa e minaccia sempre
sull'orlo di un precario
equilibrio.
Un carosello di immagini
accompagnato da una
melodia dapprima
malinconica, quindi altamente
drammatica e infine da sogno,
fino a terminare in un'intensa
fusione di tutti questi aspetti.
In questo nostro viaggio tra
la musica, la natura e l’animo
umano abbiamo incontrato :
nubi, lampi, tuoni, mormorio
delle foglie, vento, neve,
pioggia, ghiaccio, fiume,
montagna, deserto, prateria,
mare, acqua. Gli uomini e gli
animali sono stati
rappresentati nei loro
rapporti con la natura
tramite i loro versi o i loro
movimenti. Su tutto domina
la risonanza di questi
fenomeni della natura sui
ricchi e diversi aspetti del
sentimento umano.

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Musiche e natura

  • 1. MUSICA E NATURA Molti musicisti hanno composto brani che in varie forme si collegano a fenomeni naturali. Naturalmente lo scopo dell’arte nel descriverli o imitarli è assai diverso da quello della scienza. Il musicista descrive la natura per ritrovare in essa il proprio mondo interiore o esteriore, così da relazionarsi con gli altri emozionandoli. Spesso l’emozione risulta potenziata dall’esperienza passata di chi ascolta, infatti se l’ascoltatore ha provato già delle emozioni davanti alla natura, tramite la musica le potenzia ed arricchisce.
  • 2. Ogni opera che ascolteremo riflette la situazione psicologica, l’epoca, l’ambiente nei quali ogni artista è vissuto. Ogni opera umana a sua volta è collegata con una rete infinita e fittissima di relazioni a tutto il resto del mondo. Il presente si può perciò capire e modificare solo conoscendo il passato e tentando di comprenderne la relazione tra i fatti. Nelle storie degli altri riconosciamo noi stessi, e a partire dalla storia costruiamo il nuovo ed il futuro.
  • 3. Antonio Vivaldi 1678-1741 Antonio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741) è stato un violinista e compositore italiano. Considerato il più importante, influente e originale compositore italiano della sua epoca, Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico, e della tecnica del violino e dell'orchestrazione. Le sue opere influenzarono notevolmente numerosi compositori suoi coevi, soprattutto tedeschi, come Bach. Fu anche sacerdote, e per tale motivo - e per il colore dei suoi capelli - venne soprannominato il prete rosso. Le sue composizioni più note sono i quattro concerti per violino conosciuti come “Le quattro stagioni”, celebre esempio di musica a soggetto barocca.
  • 4. La Primavera da “Le quattro stagioni” Antonio Vivaldi - 1678-1741
  • 5. La Primavera fa parte di "Le Stagioni", una serie di quattro concerti per violino ed orchestra, ognuno dei quali si ispira, come dice lo stesso titolo, ad una stagione dell'anno. "Le Stagioni" sono inserite ne "Il cimento dell'armonia e dell'invenzione", op. 8. Il Concerto o Concerto solista è una forma musicale molto importante, strutturata generalmente in tre parti o tempi (ALLEGRO, ADAGIO, ALLEGRO) Il concerto vede uno strumento solista che si alterna e dialoga con il resto dell'orchestra.
  • 6. L' organico orchestrale è composto da un violino solista, un'orchestra d'archi, un clavicembalo con la funzione di basso.
  • 7. A - Giunt'è la Primavera e festosetti B - La salutan gli augei con lieto canto C - E i fonti allo spirar de' Zeffiretti con dolce mormorio scorrono intanto. D - Vengon coprendo l'aer di nero ammanto e lampi, e tuoni ad annunziarla eletti E - Indi, tacendo questi, gli augelletti tornan di nuovo al lor canoro incanto. I tre tempi del concerto sono accompagnati da un "sonetto esplicativo" i cui versi sono stati scritti dallo stesso Vivaldi sulla partitura per indicare ciò che il brano musicale si propone di rappresentare.
  • 8. Quali spunti naturali adotta Vivaldi nel 1°tempo della Primavera? Il tema principale appare felice grazie al ritmo ed alla cantabilità della melodia. Il canto degli uccelli è imitato attraverso l’acutezza dei suoni e la loro velocità, ripetizione e sovrapposizione
  • 9. Lo scorrere del ruscello attraverso la continuità fluente dei suoni I tuoni ed i fulmini attraverso limitazione del rumore naturale dei tuoni e la velocità improvvisa dei lampi
  • 10. Quali imitazioni adotta Vivaldi nel II°tempo della Primavera? Il cane che abbaia Il pastore che dorme Nel III°tempo della Primavera commenta infine per tutto il brano una festa primaverila nella natura. La frase della poesia che viene musicalmente commentata è questa : Di pastoral zampogna al suon festante, danzan ninfe e pastor nel tetto amato, di Primavera all'apparir brillante.
  • 11. L’Inverno da “Le quattro stagioni” Antonio Vivaldi - 1678-1741
  • 12. Primo tempo: Agghiacciato tremar tra nevi algenti Vengono eseguite note ribattute Al severo spirar d'orrido Vento, Note velocissime a gruppi discendenti Correr battendo i piedi ogni momento; Note veloci e ribattute come piedi che battono in terra E pel soverchio gel batter i denti; Note tremolanti e ripetute Anche l’Inverno come le altre stagioni è commentato da una poesia scritta dallo stesso Vivaldi. Per ogni verso vi è un’immagine sonora.
  • 13. Secondo tempo: Passar' al foco dì quieti e contenti Mentre la pioggia fuor bagna ben cento. La pioggia viene imitata dai violini che fanno l’accompagnamento pizzicando le corde, mentre la melodia da la sensazione del rilassamento e della serenità di una sera passata al caldo in casa mentre fuori imperversa l’inverno
  • 14. Terzo tempo: Camminar sopra 'l ghiaccio, note continue e controllate e a passo lento per timor di cader girsene intenti; rallentamento dei suoni Gir forte, sdruciolar, cader a terra scale di note veloci e discendenti, con un’ultima lunga discesa Di nuovo ir sopra 'l ghiaccio e correr forte scale di note con lunghe salite e discese Sin che 'l ghiaccio si rompe, e si disserra; note veloci con fermate improvvise Sentir uscir dalle ferrate porte note dolci e lente Scirocco, Borea e tutti i Venti in guerra. velocissime scale con tremoli Quest'è 'l Verno, ma tal che gioja apporte. finale saltellante
  • 15. Vivaldi compone in un epoca nella quale è in voga lo stile barocco (XVIII secolo). E’ difficile definire questo stile perchè ha molti diversi caratteri. Dello stile barocco è il gusto per lo spettacolo e la decorazione complessa, oltre che il desiderio di stupire. Nei concerti di Vivaldi lo stile barocco si ritrova nella luminosità e apertura ariosa del suono oltre che nel gusto per l’abilità ed il virtuosismo nell’uso soprattutto degli strumenti ad arco.
  • 16. II e IV parte dell’ouverture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini Il paesaggio naturale delle montagne svizzere e l’azione del Guglielmo Tell costituiscono quasi il “programma” delle 4 sezioni in cui è divisa l’ouverture, il brano orchestrale più esteso che Rossini avesse mai composto, noi ne ascoltiamo la seconda e la quarta parte. L’ Allegro, seconda parte, dipinge una scena di tempesta; la quarta parte consiste nel celebre e travolgente Galoppo finale.
  • 17. Figlio di un trombettista e di una soprano, quando Gioacchino Rossini (1792–1868) entrò al liceo musicale di Bologna aveva già scritto un’opera, e appena 20enne diede alla luce uno dei suoi capolavori, l’Italiana in Algeri. Diresse il Teatro S.Carlo di Napoli per quasi un decennio, dedicandosi alla composizione di altre grandi opere. La sua fama straripò rapidamente fuori dai confini nazionali, ed egli riscosse i più grandi trionfi anche a Vienna e Parigi, ove si stabilì definitivamente e compose i suoi ultimi lavori per l’Opéra. Tra questi figura il Guglielmo Tell, col quale Rossini volle raccogliere la sfida che i tempi nuovi gli lanciavano, dimostrando che, volendo, avrebbe potuto essere il migliore anche nelle nuove condizioni dell’arte prodotte dal Romanticismo. Ma non volle. Fu così che, a soli 37 anni, dopo aver raggiunto una fama da pochi eguagliata, si ritirò dalle scene, pur contribuendo, con generosità, alla crescita dei suoi “successori” quali Bellini, Donizetti e lo stesso Giuseppe Verdi.
  • 18. Guglielmo Tell : melodramma tragico in quattro atti di G. Rossini(Parigi, 1829). Il Guglielmo Tell (Wilhelm Tell) fu rappresentato a Weimar nel 1804 e pubblicato nello stesso anno. Il dramma è ambientato nella Svizzera medioevale: tre cantoni svizzeri stringono un patto contro l'Austria ed il suo tirannico oppressore Gessler. Wilhelm Tell, il miglior tiratore di balestra del luogo, è coinvolto nella vicenda quando, costretto, esita a salutare un cappello posto da Gessler sulla cima di un albero. Per punirlo, il tiranno lo costringe a colpire una mela posta sul capo del figlio: Tell non fallisce, ma quando gli rivela che, nel caso avesse fallito il primo colpo, una seconda freccia sarebbe stata destinata a Gessler, viene imprigionato. Dopo essere riuscito a fuggire, attende il tiranno sulla riva del lago e lo uccide; la rivolta diventa generale, ed il liberatore Tell diventa in tal modo il simbolo d'una nuova nazione. Un melodramma o opera lirica è una storia narrata attraverso il canto. Elementi del melodramma sono : orchestra, cantanti solisti, coro, costumi, scenografie, balletto. L’ouverture è il brano che apre l’opera, in essa vengono presentati, dalla sola orchestra, le principali melodie che poi si incontreranno nello svolgimento dell’opera.
  • 19. La tempesta descritta nelle seconda parte dell’ouverture riflette il clima dell’opera, infatti imita il crescere della protesta come fosse il tipico brontolio che precede un temporale, brevi suoni degli strumenti a fiato fanno pensare alle prime gocce, lo scoppio successivo di tutta l’orchestra con la predominanza degli ottoni e dei timpani riflette lo scoppio dell’insurrezione. La quarta parte è tutta costruita sul ritmo di due sedicesimi ed un ottavo che imita il galoppo dei cavalli, evoca la sensazione di una battaglia con la vittoria dei giusti.
  • 20. Il Guglielmo Tell viene composto in un periodo nel quale si afferma un movimento culturale chiamato romanticismo. Questo movimento esalta la sfera del sentimento, della passione ed anche della irrazionalità. Oltre al tema dell’importanza del sentimento e quindi dell’uomo singolo, il romanticismo rivaluta la cultura popolare e il sentimento nazionale con la ricerca dell’identità dei popoli. Ecco perchè opere liriche che narrano fatti politici e la relativa lotta per la libertà vengono proposte con frequenza. In questo caso il temporale assume toni guerreschi proprio perchè sottolinea del romanticismo la lotta politica per l’autonomia e la libertà di una nazione. Vedremo nel prossimo temporale, composto da Beethoven, come il clima espressivo si leghi invece al sentimento della passione individuale, altro caposaldo del Romanticismo.
  • 21. La sesta sinfonia è detta Pastorale perchè descrive i sentimenti destati dal sublime spettacolo della natura. Beethoven a quell'epoca passava molto tempo in campagna e ne era affascinato. Lo stare a contatto con la natura lo colpiva nell'intimo creandogli quell'immenso piacere e gioia di partecipare in prima persona alla vita campestre, quel cercare in essa il raggiungimento della pace. Ed ecco che dai suoi trascorsi ricordi nasce la Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op.68. Ogni movimento dei 5 di cui è formata, prende in considerazione un diverso sentimento verso la natura. Per evitare dubbi in merito al fatto che i temi della Sinfonia non fossero per niente descrittivi, volle aggiungere al sottotitolo: " più espressione del sentimento che pittura ". Ed è con questo spirito che Beethoven compose la Sesta Sinfonia. La sesta sinfonia è colma di profondo sentimento romantico che, nel pensiero del grandissimo compositore, qual è stato, avvicinando l'animo dell'uomo alla natura, lo spinge ad inchinarsi di fronte alla bellezza del mondo che lo innalza fino al suo Creatore. L.V. Beethoven. Dalla sesta sinfonia - IV tempo : temporale (1808)
  • 22. Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827) è uno dei giganti della storia della musica, per la bellezza delle sue melodie e delle sue composizioni orchestrali e pianistiche. Uomo burbero, spesso solitario, Beethoven fu colpito dal peggiore dei mali che possa colpire un musicista: una sordità progressiva, che si manifestò in lui già verso i ventiquattro anni, e che lo rese profondamente triste per tutto il resto della sua vita. Egli non potè mai sentire del tutto molte delle stupende musiche che aveva composto... Tanti dei suoi brani musicali sono famosissimi fra i popoli di tutto il mondo; noi Europei abbiamo scelto il suo bellissimo "Inno alla gioia" (tratto dalla IX Sinfonia) come Inno ufficiale dell'Unione Europea.
  • 23. Il IV movimento della sesta sinfonia in tempo veloce è la descrizione di una tempesta, o meglio, della tempesta del cuore umano di fronte alle difficoltà. Questa tempesta è impressionante: comincia con leggeri suoni dei bassi per scatenarsi con i timpani, le trombe e l'entrata dei tromboni, strumenti usati per la prima volta nella sinfonia e poi finire con l’intensità della musica che si spegne a poco a poco.
  • 24. La sinfonia è un brano da!a struttura assai complessa, in quattro o cinque tempi, eseguita da un’orchestra detta sinfonica. Ogni tempo ha, a sua volta, una forma particolare. Solitamente è solo strumentale.
  • 25. Il valzer è un ballo in tempo di tre quarti, nel quale il ritmo comunica la sensazione di scorrimento e rotazione. La melodia ampia e scorrevole fa pensare allo scorrere di questo lunghissimo ed ampio fiume, anche se in realtà il collegamento tra il fiume e questo valzer è frutto di una serie di eventi casuali. Questo valzer, composto da Johann Strauss junior (1825-1899), “An der schönen, blauen Donau”, viene ogni anno eseguito in occasione di un concerto eseguito a Vienna a Capodanno. La prima apparizione dei valzer fece scalpore perchè per la prima volta i due ballerini ballavano abbracciati, questo simboleggiò anche un nuovo più spontaneo modo di relazionarsi tra uomini e donne. Sul Bel Danubio Blu (parte iniziale)
  • 26. Questo ballo della fine del 1800 può rappresentare la nascita della musica di consumo. Il suo scopo non è più quello del solo ascolto ma soprattutto quello del divertimento, dello svago. I valzer degli Strauss (musicisti austriaci) ebbero un grande successo in tutto il mondo. Pur essendo di ottima qualità musicale, essi rappresentavano il simbolo di una società allegra e dedita al divertimento. Purtroppo dietro a questa facciata di felicità si nascondevano eventi storici che segneranno in modo terribile e disastroso il secolo seguente.
  • 27. IGOR STRAVINSKY DA LA SAGRA DELLA PRIMAVERA (1913) : GLORIFICAZIONE DELL’ ELETTA ll balletto mette in scena un rito sacrificale pagano nella Russia antica all'inizio della primavera, nel quale una giovane adolescente veniva scelta per ballare fino alla morte con lo scopo di propiziarsi la benevolenza degli dei in vista della nuova stagione.
  • 28. La Sagra venne accolta dalle persone più competenti ed aperte come un avvenimento fondamentale per la storia della musica. La presenza di ritmi duri ed ossessivi è paragonabile ai suoni di un heavy metal dei più brutali. La musica moderna è nata lì. Qualcuno vede in quest’opera il preannuncio della prima guerra mondiale che sarebbe scoppiata di lì a poco.
  • 29. L'aperto richiamo alla Russia è comunque decisivo per chi volesse meglio comprendere il carattere del lavoro: risalendo oltre la civiltà dell'uomo moderno, distruggendo l'ordine delle forme tradizionali, Stravinski intese ricreare un mondo barbarico e primitivo, in un clima rituale pagano che sfocia in una ridda demoniaca. Stravinsky stesso disse che in questa musica riviveva la sensazione da lui provata da bambino, quando il disgelo di un fiume della Russia causava dei rumori forti e profondi, a causa della rottura dei ghiacci, che sembrava spaccassero il pianeta. Anche Stravinsky parla di Primavera ma è assai lontano dalle dolci ed allegre melodie di Vivaldi. In Stravinsky la natura è crudele e violenta.
  • 30. Igor' Fëdorovič Stravinskij (in russo: Игорь Фёдорович Стравинский; Oranienbaum, 17 giugno 1882 – New York, 6 aprile 1971) è stato un compositore russo naturalizzato francese e in seguito statunitense. La maggior parte dei suoi lavori rientrano nell'ambito del neoclassicismo e poi della serialità, ma la sua popolarità è affidata a tre balletti composti durante il suo primo periodo (noto come il periodo russo): L'uccello di fuoco (1910), Petrushka (1911) e La sagra della primavera (1913), opere che reinventarono il genere del balletto. Stravinskij scrisse per ogni tipo di organico, spesso riutilizzando forme classiche. La sua opera completa include composizioni d'ogni genere, dalle sinfonie alle miniature per pianoforte. Ottenne grande fama come pianista e direttore d'orchestra, dirigendo spesso le prime delle sue composizioni. Tipico russo cosmopolita, Stravinskij fu uno dei più apprezzati compositori del XX secolo, sia nel mondo occidentale che nel suo paese d'origine.
  • 31. A Parigi, verso la fine dell'Ottocento, si creò un clima artistico molto vivace e innovativo. I gruppi più famosi in questo rinnovamento furono quelli dei pittori impressionisti (Monet) e dei poeti e pittori simbolisti. I primi vollero indagare la realtà partendo da un contatto diretto con essa, senza rispettare le vecchie regole del disegno, del chiaroscuro e del colore; i secondi, convinti che della realtà non si potesse cogliere se non la superficie, vollero esprimerla con un’idea simbolica, con un riferimento fantastico che ne richiamasse il significato. Un atteggiamento molto simile tenne nella musica un gruppo di compositori tra i quali Claude Debussy. Nuages è una composizione che rappresenta bene l’impressionismo in musica. Infatti non vi è nessuna melodia definita o armonia chiara ma la forma indefinita delle nubi spinge a pensieri ed illusioni sognanti ed indefinite. Claude Debussy : dai tre notturni -Nuages - (Nubi - 1899)
  • 32. Claude Debussy (1862-1918), è considerato uno degli iniziatori della musica moderna. Debussy nacque a Saint Germain nel 1862, e nel 1869 iniziò lo studio del pianoforte conseguendo presto sorprendenti risultati. Ma il suo genio non si fermò al virtuosismo pianistico né al successo di pubblico, la sua strada nella musica ebbe una grande svolta. Il movimento musicale dell’Impressionismo – di cui Debussy fu il caposcuola - fu fondamentale per la ricerca e l’attuazione di nuove regole armoniche.
  • 33. “non si tratta della forma abituale del notturno, ma di tutto quello che questa parola contiene di impressioni e luci speciali. Nuages : è l’aspetto immutabile del cielo con il cammino lento e malinconico delle nuvole, sfumanti in un’agonia grigia, dolcemente tinta di bianco.” Così Debussy descrive Nuages:
  • 34. Una notte sul Monte Calvo (poema sinfonico) 1867 di Modest Mussorgskij Il Monte Calvo è il Monte Triglav, un rilievo presso Kiev nella Russia meridionale. Qui, secondo la mitologia slava, si riuniscono gli spiriti maligni per adorare il diavolo nella notte di Valpurga, l'equivalente di Halloween dei paesi anglosassoni. Mussorgskij aveva composto una prima stesura per pianoforte e orchestra di Una notte sul Monte Calvo nel 1860, poi l'aveva riscritta nel 1868, nel 1871 e nel 1875. L'opera non fu mai rappresentata durante la vita del musicista. La montagna per il suo aspetto così mutevole e grandioso ha suscitato sempre negli artisti pensieri che vanno dalla meraviglia di Dio fino allo spavento degli spiriti maligni.
  • 35. Il “programma” di questo poema sinfonico, della durata di circa dieci minuti, è chiaramente indicato dallo steso autore: - Apparizioni degli spiriti dell’oscurità seguiti da quello di Satana - Il sabba delle streghe - L’alba Una visione demoniaca, come si può intuire, pervade un po’ tutta la partitura e la musica si distende in un’atmosfera di calma (ma piena di mistero) solo verso la fine. La geniale orchestrazione porta l’impronta di un altro grande compositore russo, Nikolaj Rimskij Korsatov, che dopo la morte dell’autore revisionò in un solo tempo l’intero lavoro. Nell’opera si immagina che il giovane protagonista, di nome Gritzko, la notte prima di riuscire ad ottenere, dopo tante peripezie, la mano della ragazza che ama, si ubriachi, cade addormentato e sogni. Sogna di assistere al raduno delle streghe e di demoni che si svolge, secondo le credenze popolari, ogni anno nella notte di San Giovanni (24 giugno) sul Monte Calvo, una sommità nelle vicinanze della città sovietica di Kiev. Diavoli e streghe si rincontrano così con Satana in persona, che qui ha nome di Cernobog.
  • 36. Modest Petrovič Musorgskij (cir. rus. Моде́ст Петро́вич Му́соргский; Pskov, 21 marzo 1839 – San Pietroburgo, 28 marzo 1881) fu un compositore russo. Musicista dello stile romantico, è da ricordare come un appartenente al cosiddetto Gruppo dei Cinque (compositori che alla loro musica conferirono un'impronta nazionale, e anche nazionalista, intesa come riscoperta delle musiche russe tradizionali e del loro impatto sulla cultura nazionale). Pur destinato a una carriera militare, il suo interesse principale era la musica, per cui segui questa passione anche se essa gli procurò una vita misera. I suoi brani, come vuole il romanticismo, esprimono l'inquietudine dell'uomo. Il suo capolavoro è l'opera lirica Boris Godunov, l'unico suo melodramma rappresentato mentre era ancora in vita. Il suo progetto più noto è rappresentato forse da i Quadri di un'esposizione, una descrizione musicale che Musorgskij dà a dei quadri dell'amico artista Victor Hartman, suite per pianoforte nella versione originale, orchestrata successivamente dal celebre compositore francese Maurice Ravel. Una versione moderna dell'opera è stata eseguita dal gruppo progressive rock inglese Emerson, Lake & Palmer.
  • 37. Colonna sonora del film di Sergio Leone “Il buono, il brutto, il cattivo” composta da Ennio Morricone La colonna sonora di questo film westwern fu composta dal frequente collaboratore di Leone Ennio Morricone (che fu compagno di classe del regista in terza elementare), le cui caratteristiche composizioni, contenenti spari, fischi e yodel (tipo di canto tipico della Svizzera), contribuiscono a ricreare l'atmosfera che caratterizza il film. Il motivo principale, assomigliante all'ululato del coyote, è una melodia composta da due note, divenuta molto famosa. L’uso abbondante di strumenti come il corno e la grandezza delle sonorità ricreano molto bene l’ambiente del deserto e della prateria Americani.
  • 38. Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928) è un compositore italiano. Celebre per le sue numerose colonne sonore cinematografiche, ne ha composte più di 500 in tutta la sua lunga carriera, di cui solamente 30 scritte per film western. È proprio per queste ultime, però, che Morricone è meglio conosciuto. Il suo particolare ed imitato stile di composizione per questo genere è esemplificato in particolare dalla colonna sonora di Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone, regista con il quale il compositore diede vita ad una lunga e proficua collaborazione. La produzione di Morricone annovera inoltre una nutrita schiera di composizioni che non sono nate per il cinema e che rientrano nel genere della musica contemporanea: opere teatrali, lavori sinfonici e per solista e orchestra, composizioni corali, musica da camera, ecc. Il 25 Febbraio 2007, dopo cinque nominations non premiate, gli viene conferito, accompagnato da una standing ovation tributatagli da una ammirata platea, il Premio Oscar alla carriera, "per i suoi magnifici e multisfaccettati contributi nell'arte della musica per film".
  • 39. Si tratta di un brano che parte dall’idea di acqua e dal suo rapporto con Venezia, insieme a questo brano altri sette compongono un Cd audio e un Dvd video. La PFM (composta da Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Franco Mussida e che vede ospiti Lucio Fabbri e Gianluca Tagliavini all’organo Hammond e al... Moog!) presenta 8 eccellenti storie strumentali: esse fungono da commento a otto brevi film. In questi pezzi il gruppo ripercorre idealmente molta della propria esperienza sonora: Genesis, Procol Harum, King Crimson, Pink Floyd, Emerson Lake and Palmer, con grande inventiva personale e lodevole perizia musicale. La PFM è uno dei più amati gruppi italiani che sorprende sia l’ascoltatore che li ha seguti da sempre sia i giovani intelligenti. Dal disco della PFM (Premiata Forneria Marconi) Stati d’Immaginazione : La Terra dell’Acqua. Lo splendore e l’angoscia di Venezia
  • 40. La Premiata Forneria Marconi (abbreviato: PFM) è un gruppo musicale italiano del genere rock progressivo che ha avuto grande popolarità negli anni '70, sia in Italia sia a livello internazionale (in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, ma anche in Giappone). Tra i gruppi italiani progressive di quel periodo, (Banco del Mutuo Soccorso, Area, Perigeo, Le Orme), è stato l'unico ad avere un duraturo successo dentro e fuori i confini nazionali. Musicalmente imparentata con gruppi come i Genesis o i primi King Crimson, la PFM ha saputo evolvere il proprio stile anche nei decenni successivi grazie anche alle notevoli capacità strumentali dei suoi componenti.
  • 41. LA TERRA DELL'ACQUA Questo clip musicale presenta una Venezia fatta di dettagli e di scorci, ma soprattutto della grande protagonista di questa città: l'acqua, amica e nemica da tempo immemorabile, risorsa e minaccia sempre sull'orlo di un precario equilibrio. Un carosello di immagini accompagnato da una melodia dapprima malinconica, quindi altamente drammatica e infine da sogno, fino a terminare in un'intensa fusione di tutti questi aspetti.
  • 42. In questo nostro viaggio tra la musica, la natura e l’animo umano abbiamo incontrato : nubi, lampi, tuoni, mormorio delle foglie, vento, neve, pioggia, ghiaccio, fiume, montagna, deserto, prateria, mare, acqua. Gli uomini e gli animali sono stati rappresentati nei loro rapporti con la natura tramite i loro versi o i loro movimenti. Su tutto domina la risonanza di questi fenomeni della natura sui ricchi e diversi aspetti del sentimento umano.