LA NATURA - Alessandro Schettino - Percorso multidisciplinare Esame Maturità...Francesca Storace
"La natura" percorso multidisciplinare creato da Alessandro Schettino per l'esame di Maturità. A.S. 2014-2015 Classe VB IISS " Francesco De Santis" Liceo Scienze Applicate - Sant'Angelo dei Lombardi AV
LA NATURA - Alessandro Schettino - Percorso multidisciplinare Esame Maturità...Francesca Storace
"La natura" percorso multidisciplinare creato da Alessandro Schettino per l'esame di Maturità. A.S. 2014-2015 Classe VB IISS " Francesco De Santis" Liceo Scienze Applicate - Sant'Angelo dei Lombardi AV
Cenni su opere emblematiche di Leoncavallo (Pagliacci), Mascagni (Cavalleria Rusticana), Puccini (Turandot) inserite nel contesto musicale che li avvicina
Presentazione dell'opera di Umberto Giordano, tre le più note della giovane scuola italiana. Libretto di Luigi Illica. Prima rappresentazione alla Scala, nel 1896
Tesi in Storia del Teatro Contemporaneo di Gianna Giachetti
Tesi in Storia del Teatro Contemporaneo di Gianna Giachetti
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Corso di Laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo
«… se ho un talento è quello di amare quel piccolo mondo racchiuso tra le spesse mura di questo edificio e soprattutto mi piacciono le persone che lavorano in questo mondo piccolo, fuori di qui c’è il mondo grande e qualche volta capita che il mondo piccolo riesca a rispecchiare il mondo grande tanto da farcelo capire un po’ meglio… in ogni modo riusciamo a dare a tutti coloro che vengono qui la possibilità se non altro per qualche minuto, per qualche secondo, di dimenticare il duro mondo che è là fuori… il nostro teatro è un piccolo spazio fatto di disciplina, coscienza, ordine e amore».
Da Fanny e Alexander di Ingmar Bergman.
1. L'Elisir d'amore
Melodramma giocoso
in due Atti, musicato
da Gaetano Donizetti
nella primavera del
1832, su libretto di
Felice Romani, tratto
da Le philtre (Parigi,
1831) di Eugène
Scribe. L'Elisir d'amore
venne rappresentato
per la prima volta a
Milano, al Teatro alla
Canobbiana, il 12
maggio 1832.
2. Gaetano nasce il 29 novembre del 1797
da una poverissima famiglia
bergamasca, i primi anni di vita li
passa in una specie di scantinato buio.
A nove anni è ammesso alle "Lezioni
caritatevoli di musica" dirette da Mayr
che lo prende a benvolere, cura
personalmente la sua istruzione in
clavicembalo e composizione fino al
1815, inviandolo poi al liceo musicale
di Bologna a perfezionarsi in
contrappunto con padre Mattei.
L'ottima educazione musicale ricevuta si
ritrova, accanto ai primi tentativi
teatrali, in sinfonie, cantate, quartetti e
quintetti ben costruiti, alla maniera di
Haydn e Mozart, Gluck.
3. In uno dei primi soggiorni romani, Gaetano conosce Virginia
Vasselli, giovane di famiglia benestante, bella e gentile.
Sogna di sposarla, ma deve consolidare la propria
posizione. Memore della propria infanzia povera, si
sottopone ad un lavoro massacrante, s'impegna con
l'impresario napoletano Barbaja a scrivere dodici opere in
tre anni, accetta ogni incarico pur di allontanare lo spettro
della povertà.
Nel 1828 sposa Virginia. Sarà una tragedia poiché Donizetti,
innamorato ma non fedele, ha contratto la sifilide e
involontariamente contagia l'adorata moglie. Dopo un anno
Virginia dà alla luce un bimbo deforme nato morto. La
stessa cosa accade nel 1836 e l'anno seguente, per una
nuova gravidanza, moriranno sia Virginia, che ha solo
ventotto anni, sia il bambino che stava dando alla luce.
Gaetano reagisce buttandosi nel lavoro.
4. • Ha già alle spalle successi,
tanto per fare un paio d'esempi,
come Lucrezia Borgia del 1833
e l'Elisir d'amore del 1832. A
proposito della nostra opera c'è
un curioso aneddoto che ci
indica già la produttività di
Donizetti (compositore di più di
70 opere) : l’ha composta in
sei settimane, delle quali una
utilizzata da Felice Romani per
scrivere il libretto. La
commissione era arrivata dal
teatro della Canobbiana, per
rimediare alla mancanza di
parola di un altro musicista che
non aveva consegnato in
tempo il lavoro.
5. • Nel 1838 Donizetti si
trasferisce a Parigi dove
fra l'altro compone il
Duca d'Alba, cura la
versione francese del
Poliuto, compone La
figlia del reggimento e
la Favorita e altre che lo
fanno più che mai
grande, fino ad arrivare
al capolavoro giocoso
del Don Pasquale nel
1843, critica e pubblico
parigini lo trovarono "un
capolavoro da cima a
fondo".
6. • Nell'agosto del 1845 la sua mente comincia a vacillare, si dice
colpito da ictus, in realtà sono le lesioni al cervello dovute alla
sifilide giunta all'ultimo stadio, ha vaneggiamenti e allucinazioni.
Con un inganno è rinchiuso nel manicomio di Ivry, alla periferia di
Parigi. I suoi amici bergamaschi si mobilitano e lo fanno
rimpatriare nell'ottobre del 1847, ospitato nella casa dei Basoni
Scotti dove muore l'8 aprile del 1848.
7. • Già in una lettera indirizzata al suo Maestro
Giovanni Simone Mayr, figura dominante e
fondamentale nella sua educazione musicale,
Gaetano Donizetti espresse tutto il suo stupore per
il grande e inatteso successo dell’Elisir all'indomani
della première, il 12 maggio 1832.
8. • A partire dal 1822, quando debuttò al Teatro
alla Scala con Chiara e Serafina, Milano spesso
aveva accolto i lavori di Donizetti con un misto
di indifferenza e diffidenza, fatta eccezione per
due titoli comici, L'ajo nell'imbarazzo e Olivo e
Pasquale:
• fu proprio per questo che il caloroso
benvenuto all'Elisir d'amore da parte della città
si rivelò una grande sorpresa per lo stesso
compositore.
9. • Sulla scena lirica di quel
periodo la figura di
Rossini dominava di fatto
in modo pressoché
assoluto, ma già nel
1830 si presentò
comunque anche per
Donizetti una prima
occasione di riscatto: gli
venne commissionata
un'opera seria per
l'apertura della stagione
al Teatro Carcano, in
concorrenza con il Teatro
alla Scala. Quando
Donizetti trionfò il 26
dicembre 1830 con Anna
Bolena, la sovranità di
Rossini iniziò a vacillare.
10. • Il successo di Anna Bolena si rivelò
infatti un vero e proprio trampolino
di lancio, proprio in questo periodo
avvenne l'incontro determinante
con l'impresario Alessandro Lanari
che gli propose di comporre
un'opera comica per quella stessa
stagione per un altro teatro
milanese, il Teatro della
Canobbiana. Venne deciso che il
libretto sarebbe stato scritto da
Felice Romani, il librettista più
famoso del tempo, con il quale
Donizetti aveva già collaborato per
molte delle sue opere precedenti.
11. • L'opera doveva essere realizzata
in un lasso di tempo piuttosto
breve Romani, il librettista,
trovandosi nell'impossibilità di
scrivere un libretto ex novo,
decise di tradurre quasi alla
lettera un testo del francese
Eugène Scribe dal titolo Le philtre
e
• Donizetti, da parte sua, abituato a
comporre sempre con notevole
celerità, completò la partitura in
un periodo di circa sei settimane.
• Persino i censori, che
normalmente davano il loro
benestare prima che iniziasse il
periodo delle prove, in questo
caso parteciparono alla prova
costumi per dare la loro
approvazione finale.
12. • Ispirandosi al filone semiserio
larmoyant dell'opéra-comique francese,
con L'Elisir d'amore Donizetti riuscì
finalmente a trovare una propria
elaborazione personale dello stile
comico tramite l'immissione
dell'elemento sentimentale, superando
così il modello rossiniano.
13. • La prima dell'Elisir d'amore,
andata in scena il 12 maggio
1832 al Teatro della
Canobbiana, fu un successo
clamoroso.
• A poco più di un anno di
distanza dal trionfo della
Bolena, con il suo Elisir
Donizetti non solo riuscì ad
appagare il gusto milanese,
ma in brevissimo tempo
riuscì anche a conquistare il
pubblico di numerosi teatri
sia in Italia che all'estero.
• Solo dal 1834 al 1839 L'Elisir
d'amore venne rappresentato
a Napoli, al Teatro alla Scala
di Milano, a Berlino, a Vienna,
a Londra, a New York e a
Parigi.
14. • Nell’Elisir d’amore
agiscono quattro prime
parti (soprano,
tenore,baritono, basso
buffo), più una seconda
parte (Giannetta,
soprano) che non può
vantare alcun numero
solistico, né duetti,
anche se interviene
spesso durante l’opera,
nei cori e nei concertati.
15. • Quanto alle prime parti, c’è da dire
innanzitutto che Donizetti non gradiva
molto i cantanti per i quali scrisse
l’opera; egli scrisse infatti al padre: «il
solo tenore [Giambattista Genero] è
discreto, la donna [Sabine Heinefetter,
Adina] ha bella voce ma ciò che dice lo
sa lei. Il buffo [Giuseppe Frezzolini,
Dulcamara] è canino». Sul baritono,
Henri-Bernard Dabadie, c’è la
testimonianza indiretta della moglie di
Romani, Emilia Branca: «un basso che
val poco». Non era comunque una
novità che un’opera buffa fosse affidata
ad un cast di second’ordine,
vocalmente non eccelso.
16. • Ecco i protagonisti dell’opera rappresentata a Coccaglio :
• Adina – Soprano : Julia Demenko
• Nemorino - Tenore : Giuseppe Lancini
• Belcore – Baritono : Gianfranco Montresor
• Il dottor Dulcamara – Basso : Orazio Mori
• Giannetta - Soprano : Grazia Montanari
17. • LA TRAMA
L'azione è si svolge in un villaggio del paese dei
Baschi
Atto I
La vicenda è ambientata alla fine del 1700. Dopo
la mietitura, Nemorino, contadino timido e
impacciato, ammira da lontano la ricca e
capricciosa Adina, e non osa dichiararle il suo
amore (Quanto è bella, quanto è cara!).
Quando trova il coraggio di farlo, ne riceve un
rifiuto (Chiedi all'aura lusinghiera). Arriva al
villaggio Dulcamara, un ciarlatano (Udite,
udite , o rustici) che, messo al corrente della
disperazione di Nemorino, gli offre un elisir
magico che gli permetterà di conquistare
Adina in meno di ventiquattro ore.
Nemorino, più sicuro di sè, innervosisce la
ragazza, che per puntiglio decide di sposare il
generale Belcore. Egli le chiede almeno di
rinviare le nozze d'un giorno, perchè l'elisir
abbia effetto.
18. • Atto II
• Nemorino, il giorno delle nozze,
chiede a Dulcamara una seconda
bottiglia di elisir e per pagarla si
arruola nell'esercito di Belcore.
• Nemorino si lusinga intanto
d’essere corteggiato da tutte le
ragazze del paese. Attribuisce
all’Elisir questa novità , senza
sapere che suo zio è morto e lo
ha lasciato erede di una
fortuna.
• Adina comincia ad amarlo, ora
che s'è fatto soldato per lei, e
ricompra da Belcore l'atto
d'arruolamento, che consegna a
Nemorino, dichiarando il proprio
amore.
• Certo merito dell’Elisir è la felice
conclusione della vicenda (Viva il
grande Dulcamara).