2. L’opera romantica: libretti, argomenti e
sfondo
• Libretti: rispetto alla tradizione classica, aumenta
la cura dei compositori nella scelta dei libretti,
che spesso vengono affidati a grandi scrittori
(Arrigo Boito, Felice Romano, etc.).
• Argomenti: cambia l’ambientazione delle opere:
si predilige il periodo medievale rispetto
all’antichità classica, con temi spesso
cavallereschi, intrighi amorosi, etc.
• Sfondo: la cornice storica deve essere verosimile.
3. L’opera romantica: personaggi
• Personaggi: la psicologia dei personaggi diventa molto
più definita rispetto alle opere del Sei e Settecento.
L’identità dei personaggi è legata strettamente ai
diversi registri vocali. Il tenore ricopre il ruolo dell’eroe
maschile: quasi sempre ama, riamato, il soprano, che è
invece la primadonna indiscussa, la diva. Il baritono o il
basso interpreta il ruolo dell’antagonista del tenore; il
mezzosoprano, che si afferma come nuova vocalità,
rimpiazzando del tutto la voce di contralto, interpreta
spesso il ruolo della femme fatale che si oppone alla
protagonista (un esempio emblematico è
rappresentato dall’antitesi Aida/Amneris).
4. L’opera romantica: finale e struttura
melodica
• Finale: le conclusioni diventano tragiche nella quasi
totalità dei casi, a differenza dell’opera antica dei Sei e
Settecento.
• Struttura melodica: Tramontano definitivamente la
voce del castrato, che per tutto il Settecento aveva
svolto un ruolo di primo piano, e quella del contralto
maschile. La tradizionale sinfonia di apertura viene
lentamente sostituita dal preludio, mentre la romanza
assume una forma più semplice, con recitativi più brevi
e in seguito senza recitativo. A partire dal
Romanticismo, il coro svolgerà un ruolo di primo piano
e non più di accompagnamento. Si affermano le
vocalità del baritono e del mezzosoprano.
5. L’opera romantica: Rossini, Bellini e
Donizetti
• Rossini (1792-1868): nasce a Pesaro nel 1792. Di talento precocissimo, all’età di
vent’anni scrive già opere serie e opere buffe. Le sue opere più famose e
rappresentate in Italia e all’estero sono L’italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia e la
Cenerentola tra le opere buffe; Semiramide, Guglielmo Tell, Tancredi, Otello e
Armida tra quelle serie.
• Bellini (1801-1835): è considerato uno dei maggiori compositori dell’Ottocento.
Nasce a Catania da una famiglia di musicisti; studia al conservatorio di Napoli, per
poi trasferirsi a Milano. La sua produzione musicale ammonta a dieci opere, tutte
di argomento serio. Tra le più importanti, troviamo dei veri e propri capolavori,
come Norma, I Puritani e La Sonnambula.
• Donizetti (1797-1848): Tra i grandi operisti dell’Ottocento è senz’altro uno dei più
prolifici. Tra le sue opere più famose e rappresentate, spiccano Lucia di
Lammermoor (il soggetto è stato tratto dal celebre romanzo La sposa di
Lammermoor, di Walter Scott del 1819), Anna Bolena, Lucrezia Borgia e Maria
Stuarda, oltre alle opere del soggiorno francese (La Favorite e La Fille du
Régiment), tradotte in seguito in italiano e riproposte in patria.
6. L’opera romantica: Verdi
• Verdi (1813-1901): Giuseppe Verdi è stato il
maggiore operista italiano del secondo
Ottocento. Nasce a La Roncole, frazione di
Busseto, in provincia di Parma, da famiglia di
umili origini. Di talento assai precoce, nel 1832 si
trasferisce a Milano e si presenta in
conservatorio, ma incredibilmente non viene
ammesso per raggiunti limiti di età e per una
scorretta posizione della mano nel suonare.
Studia quindi privatamente, e poco dopo viene
richiamato a Busseto a ricoprire l’incarico di
maestro di musica del comune.
7. L’opera romantica: le opere di Verdi
• Le opere giovanili: tra le sue opere più importanti, ricordiamo
Nabucco (1842), Ernani (1844, su libretto di Francesco Maria Piave,
dal dramma Hernani di Victor Hugo), Macbeth (1847, su libretto di
Francesco Maria Piave, tratto dal soggetto di Shakespeare).
• La trilogia popolare: Rigoletto (1851, su libretto di Francesco Maria
Piave, tratto dal dramma Le rei s’amuse di Victor Hugo), Il Trovatore
(1853), La Traviata (1853, su libretto di Francesco Maria Piave, tratta
dal romanzo La dame aux camélias, di Dumas figlio). Quest’ultima
opera fu duramente contestata alla sua prima rappresentazione al
teatro La Fenice di Venezia, a causa dei contenuti di scottante
attualità, tanto da costringere il compositore a trasporre la vicenda
nel XVIII secolo, cioè un secolo prima rispetto alla reale
ambientazione, coeva a Verdi.
• Le opere del Verdi maturo: ricordiamo, fra le più importanti, Un
ballo in maschera (1959), La forza del destino (1862), Don Carlos
(1867) e soprattutto Aida (1871) e Otello (1887).
8. Il Verismo: tratti storici, temi e
personaggi
• Il Verismo in musica: A partire dall’ultimo decennio del XIX
secolo, sull’onda del movimento letterario e culturale,
anche in musica si inaugura il fenomeno del Verismo. Alla
base dell’idea verista, troviamo l’attenzione peri fatti e le
vicende della vita quotidiana, temi totalmente estranei
all’estetica e agli ideali romantici.
• Temi: emergono le vicende della vita quotidiana, con
particolare attenzione ai problemi della miseria e della
povertà del Mezzogiorno italiano.
• Personaggi: si tratta di personaggi di bassa estrazione
sociale: sartine, fioraie, carrettieri, ma anche attrici, artisti
di strada o letterati in cerca di successo.
9. Il Verismo:opere
• Le opere più importanti del periodo verista sono
tre: Cavalleria rusticana (1890), di Pietro
Mascagni, tratta dalla novella omonima di
Giovanni Verga; Pagliacci, di Ruggero Leoncavallo
(1892); Andrea Chenier (1896), di Umberto
Giordano su libretto di Luigi Illica.
• Un’altra opera che per la scrittura
tradizionalmente viene accostata al periodo
verista è Adriana Lecouvreur (1902), di Francesco
Cilea.
10. Il Verismo: Giacomo Puccini
• Giacomo Puccini (1858-1924) viene
considerato il compositore verista più
importante nonché uno dei maggiori operisti
di sempre. Le sue opere principali,
rappresentate tuttora nei maggiori teatri di
tutto il mondo, sono Manon Lescaut (1893),
La Boheme (1896), Tosca(1900), Madama
Butterfly (1904), La fanciulla del West (1910) e
Turandot, rimasta incompiuta e rappresentata
postuma nel 1926.