Progetto Euro: cosa è andato storto?
La riforma necessaria dell’Eurozona, PierGiorgio Gawronski
Con questo saggio di Piergiorgio Gawronski, la Fondazione Ugo La Malfa apre una collana di studi e di ricerche che verrà pubblicata sul sito della Fondazione e stampata in forma cartacea. Naturalmente, le opinioni degli autori non rappresentano necessariamente il punto di vista della Fondazione.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della sessione di apertura dell’Italian-German High Level Dialogue (Torino, 11 dicembre 2014)
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
Il testo del mio intervento al convegno "La politica estera dell'UE e dell'Italia", evento di presentazione della Young Professionals in Foreign Policy –Rome, giovedì 30/01, “European Public Space” Via IV Novembre, Roma.
Quando si tratta di economia o di politica internazionale o sei seduto intorno al tavolo o sei sul menu. Nella nuova era che stiamo per affrontare, o noi come Europa, ci sediamo da pari con la Cina e gli Stati Uniti oppure diventeremo (e già in parte lo siamo) la loro terra di conquista. Non ci sono vie di mezzo. È per questo che le tematiche europee sono, più che mai, una priorità assoluta.
Per deliziare i nostri emisferi cerebrali Luigi Zingales rimane sempre tra i migliori chef stellati contemporanei, anche se le deduzioni logiche del suo articolo non promettono nulla di buono per il Bel Paese
La Grecia ed il suo nuovo governo di sinistra hanno avviato una complessa partita con l'UE, per dare seguito a quanto promesso in campagna elettorale, ovvero un cambio radicale rispetto alla gestione del debito ed ai diktat della "troika".
Progetto Euro: cosa è andato storto?
La riforma necessaria dell’Eurozona, PierGiorgio Gawronski
Con questo saggio di Piergiorgio Gawronski, la Fondazione Ugo La Malfa apre una collana di studi e di ricerche che verrà pubblicata sul sito della Fondazione e stampata in forma cartacea. Naturalmente, le opinioni degli autori non rappresentano necessariamente il punto di vista della Fondazione.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della sessione di apertura dell’Italian-German High Level Dialogue (Torino, 11 dicembre 2014)
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
Il testo del mio intervento al convegno "La politica estera dell'UE e dell'Italia", evento di presentazione della Young Professionals in Foreign Policy –Rome, giovedì 30/01, “European Public Space” Via IV Novembre, Roma.
Quando si tratta di economia o di politica internazionale o sei seduto intorno al tavolo o sei sul menu. Nella nuova era che stiamo per affrontare, o noi come Europa, ci sediamo da pari con la Cina e gli Stati Uniti oppure diventeremo (e già in parte lo siamo) la loro terra di conquista. Non ci sono vie di mezzo. È per questo che le tematiche europee sono, più che mai, una priorità assoluta.
Per deliziare i nostri emisferi cerebrali Luigi Zingales rimane sempre tra i migliori chef stellati contemporanei, anche se le deduzioni logiche del suo articolo non promettono nulla di buono per il Bel Paese
La Grecia ed il suo nuovo governo di sinistra hanno avviato una complessa partita con l'UE, per dare seguito a quanto promesso in campagna elettorale, ovvero un cambio radicale rispetto alla gestione del debito ed ai diktat della "troika".
Il secondo dopoguerra e la divisione del mondo in blocchifrantex
Nel secondo dopoguerra, dopo la sconfitta del nazifascismo, gli interessi difficilmente di URSS e USA, le diverse ed incompatibili visioni del
mondo portano al formarsi di due campi antagonistici,
destinati a dar vita ad un ordine mondiale, tendenzialmente bipolare.
L’Europa ne risulta divisa in due contrapposti blocchi di alleanze, in due aree separate e ostili, ideologicamente avverse, caratterizzate da economie e sistemi
politico-ideologici alternativi e legate all’egemonia delle due grandi potenze. La frontiera che divide in due la Germania (1949) e, ancor più, il muro di Berlino che dal
1961 separa la zona sovietica da quelle occidentali della città sono l’espressione tangibile di un mondo diviso in blocchi ...
Ancora una volta il prof. Magatti, che è stato apprezzato relatore in un convegno di UCID Trieste, analizza problemi di estrema attualità.
Questo è l'articolo "Nell'Europa a due velocità a pagare di più sono i giovani" pubblicato dal Corriere di oggi.
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Presentazione e descrizione del libro che rappresenta una analisi storica dell'Europa e dei suoi padri fondatori, la situazione attaule con tutte le sue implicazioni economiche e sociali e la valuta comune europea come collante.
Una analisi approfondita con delle possibili soluzioni.
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
La Germania non affondi l'europa. Sarebbe la terza volta in cent'anni
1. 240
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LA GERMANIA NON AFFONDI
L’EUROPA. SAREBBE LA TERZA
VOLTA IN CENT’ANNI
Joschka Fischer, Corriere della Sera
13 dicembre 2012 a cura di Renato Brunetta
2. LA GERMANIA NON AFFONDI L’EUROPA.
SAREBBE LA TERZA VOLTA IN CENT’ANNI
2
In un’intervista al Corriere della Sera del 26 maggio 2012,
l’ex ministro degli esteri tedesco, Joschka Fischer, sceglie
parole pesanti come pietre per lanciare un allarme fatto di
passione e ragione, cuore e testa d’europeo.
Joschka Fischer si dice «preoccupato» da una situazione che
definisce «seria, molto seria» per l’Europa. Ed è anche scettico,
perché non vede in giro «forze e leader, disposti a fare i passi
necessari», senza i quali «rischia di essere spazzato via il
miracolo di due generazioni di europei, l’investimento massiccio
in una costruzione istituzionale, che ha garantito il più lungo
periodo di pace e prosperità nella storia del Continente».
3. LA GERMANIA NON AFFONDI L’EUROPA.
SAREBBE LA TERZA VOLTA IN CENT’ANNI
3
Per due volte, nel XX secolo, la Germania con mezzi militari ha
distrutto se stessa e l’ordine europeo. Poi ha convinto l’Occidente
di averne tratto le giuste lezioni: solo abbracciando pienamente
l’integrazione d’Europa, abbiamo conquistato il consenso alla
nostra riunificazione.
Sarebbe una tragica ironia se la Germania unita, con mezzi
pacifici e le migliori intenzioni, causasse la distruzione dell’ordine
europeo una terza volta. Eppure il rischio è proprio questo.
4. LA GERMANIA NON AFFONDI L’EUROPA.
SAREBBE LA TERZA VOLTA IN CENT’ANNI
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Mi preoccupa che l’attuale strategia chiaramente non funziona.
Va contro la democrazia, come dimostrano i risultati delle
elezioni in Grecia, in Francia e anche in Italia. E va contro la
realtà: lo sappiamo sin dalla crisi del 1929, dalle politiche
deflattive di Herbert Hoover in America e del cancelliere Heinrich
Brüning nella Germania di Weimar, che l’austerità in una fase di
crisi finanziaria porta solo a una depressione.
Sfortunatamente, sembra che i primi a dimenticarlo siamo
proprio noi tedeschi. Certo l’economia della Germania è in
crescita, ma ciò può cambiare rapidamente, anzi sta già
cambiando.
5. LA GERMANIA NON AFFONDI L’EUROPA.
SAREBBE LA TERZA VOLTA IN CENT’ANNI
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L’Europa è oggi sull’orlo di un abisso. O l’euro cade, torna la re-
nazionalizzazione e l’Unione Europea si disintegra, il che
porterebbe a una drammatica crisi economica globale, qualcosa
che la nostra generazione non mai vissuto.
Oppure gli europei vanno avanti verso l’Unione fiscale e
l’Unione politica nell’Eurogruppo. I governi e i popoli degli Stati
membri non possono più sopportare il peso dell'austerità senza
crescita. E non abbiamo più molto tempo, parlo di settimane,
forse di pochi mesi.
6. PERCHÉ NON SAREBBE POSSIBILE LIMITARE LE
CONSEGUENZE DI UN’USCITA CONTROLLATA DELLA
GRECIA DALL’EUROZONA?
6
L’Euro è un progetto politico. Non è che avessimo bisogno della
moneta unica agli inizi degli Anni Novanta. Doveva essere il
vettore dell’integrazione politica: questa era l’idea di fondo.
Nessuno oggi può garantire che se la Grecia abbandona l’euro,
non si verifichino un crollo della fiducia, una corsa alle banche in
Spagna, in Italia, probabilmente anche in Francia, cioè una
valanga finanziaria che seppellirebbe l’Europa.
7. PERCHÉ NON SAREBBE POSSIBILE LIMITARE LE
CONSEGUENZE DI UN’USCITA CONTROLLATA DELLA
GRECIA DALL’EUROZONA?
7
Secondo, cosa pensa che farebbero i greci una volta fuori?
Cercherebbero altri partner, come la Russia per esempio, che è
già pronta e nessuno ne parla. Diremmo addio all'ampliamento
verso Sud-Est, l'integrazione europea dei Balcani sarebbe finita.
È una follia: si possono avere opinioni diverse sulla vocazione
europea della Turchia, ma non c’è dubbio che i Balcani, regione
intrinsecamente instabile, siano parte dell’Europa. Senza contare
che la Grecia fuori dall’euro precipiterebbe nel caos.
8. LA DISCUSSIONE ATTUALE SI CONCENTRA SUGLI
EUROBOND. MA PER CONCRETIZZARLI OCCORREREBBERO
MESI, SE NON ANNI. NON È UN FALSO DIBATTITO?
8
No, è un dibattito importante. In fondo dietro gli Eurobond c’è
uno dei prossimi passi da compiere. Gli elementi della soluzione
sono 4: Unione politica e Unione fiscale dell’Eurogruppo, crescita
e riforme strutturali.
Nessuno di questi elementi va trascurato o annacquato, devono
viaggiare insieme se l’Europa vuole davvero superare la sua crisi
esistenziale.
9. PERCHÉ LA CANCELLIERA MERKEL NON SI
MUOVE DALLA LINEA DELL’AUSTERITÀ?
9
Angela Merkel pensa solo alla sua rielezione. Ma è un calcolo
miope e fa un grosso errore. Perché sul piano interno è già
molto indebolita. Merkel è forte finché l’economia tedesca è
forte.
In Germania non c’è crisi economica, ma stiamo attenti perché ci
coglierà in modo brutale. Se non ci assumiamo la responsabilità
di guidare l’Europa insieme fuori dalla crisi, saranno guai grossi,
perché noi saremmo i grandi perdenti, sia sul piano economico
che su quello politico.
10. E COME DOVREBBERO SVOLGERSI GLI AVVENIMENTI?
QUAL È IL PRIMO PASSO IMMEDIATO?
10
L’europeizzazione del debito. Il problema, qui la Germania ha
ragione, è di evitare che poi le riforme strutturali per migliorare
la competitività si fermino o vengano ammorbidite. Non si tratta
di europeizzare l’intero debito, ci sono proposte interessanti sul
tavolo.
Ma il punto di fondo è che la Germania deve garantire con il suo
potere economico e le sue risorse la sopravvivenza
dell’Eurozona.
11. E COME DOVREBBERO SVOLGERSI GLI AVVENIMENTI?
QUAL È IL PRIMO PASSO IMMEDIATO?
11
Bisognerà dire: siamo un’Unione fiscale, restiamo insieme. Sarà
difficile, i mercati diranno la loro, le agenzie di rating
toglieranno probabilmente la tripla A alla Germania, ma
bisognerà resistere e per farlo abbiamo bisogno dell’Unione
politica.
E qui è la Francia che deve dire sì a un governo comune, con
controllo parlamentare comune della zona euro. In gioco è il
ruolo globale dell’Europa nel XXI secolo. Vogliamo averne uno?
Solo insieme potremo dire qualcosa sul nostro futuro ed essere
ascoltati.
12. NON È TROPPO TARDI PER TUTTO QUESTO?
12
No, abbiamo una chance, che probabilmente si aprirà
concretamente poco prima del crollo. Bisogna avere nervi saldi,
il lusso delle illusioni non ci è concesso. Finora abbiamo solo
reagito. Le decisioni dell'Ue hanno sempre inseguito gli
avvenimenti. Non abbiamo mai agito in modo strategico. Non
basta più.
13. COSA VUOL DIRE GOVERNO E CONTROLLO
PARLAMENTARE COMUNI?
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Dimentichiamo per un attimo i 27. Al momento decisivi sono i
Paesi dell’Eurozona. I capi di governo agiscono già di fatto da
esecutivo europeo, i Parlamenti nazionali hanno la sovranità sul
bilancio. Dobbiamo fare passi concreti verso una federazione:
nel 1781 c’era una situazione simile in America.
Cosa fece Alexander Hamilton? Federalizzò il debito degli Stati,
in bancarotta per le spese della Rivoluzione contro gli inglesi. Se
non lo avesse fatto, la giovane Confederazione non sarebbe
sopravvissuta. Ecco cosa dobbiamo fare anche noi, qui e subito.
Purtroppo non siamo governati da leader politici, ma da
contabili.
14. È D’ACCORDO A ELEGGERE UN PRESIDENTE DELL’UE A
SUFFRAGIO UNIVERSALE, COME SUGGERISCE
WOLFGANG SCHÄUBLE?
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Non porterebbe nulla. Avrebbe molto più senso se le
maggioranze e le opposizioni parlamentari di ogni Stato
dell’Eurozona fossero rappresentate in una Eurocamera, dove
discutere direttamente, con tutta la legittimità necessaria,
l’attenzione mediatica e il coinvolgimento delle popolazioni.
Non sarebbe più una creazione esterna come l’Europarlamento,
che potrebbe diventare Camera bassa. Mentre i leader
sarebbero membri del governo europeo.