L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
E\’ facile classificare il deficit come qualcosa che c\’è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\’occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\’economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Angela Merkel sta guidando la richiesta di un cambiamento delle regole, una revisione del trattato fondamentale che lega l\'Unione europea. Ma è allo tempo stesso troppo e troppo tardi? Il mercato ci suggerisce che il tempo sta davvero per scadere, e così vedremo le probabili conseguenze.
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
La prossima settimana potremo probabilmente vedere il Congresso passare un estensione del taglio "temporaneo" sull\'imposta sui salari, principalmente adottata come stimolo per l\'economia nel gennaio del 2011. Mentre scrivo, questa estensione è prevista solo per due mesi. Lasciamo da parte la politica e guardiamo alle implicazioni economiche della proroga, e poi andremo ad esaminare il deficit negli Stati Uniti. Questo darà luogo ad alcune riflessioni sull\'Europa e su che cosa dovrebbe accadere per un paese se lasciasse l\'euro.
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
E\' facile classificare il deficit come qualcosa che c\'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
E\’ facile classificare il deficit come qualcosa che c\’è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l\’occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l\’economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
Nel mio libro Endgame, scritto con il mio co-autore Jonathan Tepper, ho dedicato un capitolo ai problemi che la Spagna stava affrontando. Era per noi evidente, mentre scrivevamo alla fine del 2010, che per la Spagna non era davvero facile trovare una via d\'uscita. Alla fine, sarebbe arrivato un fiume di miseria e lacrime.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
I titoli delle prime pagine sono per la Grecia, ma la vera storia non è la Grecia, ma chi sarà il prossimo. I leader europei avevano il diritto di essere preoccupati solo poco tempo fa sugli effetti di contagio di un default della Grecia sull\'intero sistema Euro, che naturalmente ora dicono che non esiste.
Voglio iniziare con una semplice osservazione. Ho descritto alla maggior parte dei miei lettori e certamente alla maggior parte della stampa, avvenimenti "bearish". Io non lo sono. Io sono in realtà abbastanza ottimista. Ho una visione molto positiva della condizione umana in particolare sul ritmo accelerato della tecnologia, e credo che siamo sull\'orlo di un\'era di grande abbondanza.
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
Questa settimana, ho fermamente l\'intenzione di scrivere qualcosa di diverso sull\'Europa, ai problemi che affliggono non solo l\'Europa, ma anche a ciò che sarà un ostacolo alla crescita mondiale; l\'Europa sta attraversando ciò che può essere definito il suo continuo e doloroso aggiustamento, come conseguenza nell\'aver cercato di adottare una moneta unica.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Questa settimana, il PMI della Cina si è attestato a malapena sopra il 50 ed è chiaramente in calo rispetto all'anno scorso. Nonostante quello che si legge la crescita economica della Cina sta rallentando, il che non è positivo per i metalli e per i prodotti legati alle materie prime (diverse da quelle considerate "soft" come i cereali, il bestiame, ecc.). GaveKal sostiene che la caduta dei prezzi delle materie prime che abbiamo visto negli ultimi tempi, forse è di natura strutturale. Eppure le obbligazioni salgono, l'oro cresce, le azioni salgono. (Chiaramente il mercato non ha ascoltato questa mattina il mio amico Nouriel Roubini, Dr. Doom, infatti dopo il suo intervento nessuno in questa conferenza ora può chiamarmi pessimista. Anche se lui preferisce il termine realistico..) Apparentemente tutto sta levitando.
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoHoro Capital
Come abbiamo visto la scorsa settimana gli economisti non sono nemmeno così particolarmente bravi nel raccontarci quello che è successo durante l'anno che è appena passato e tanto meno nel raccontarci quello che deve ancora arrivare. (E spesso vediamo dei bilanci nazionali che pretendono di fare delle previsioni a dieci o più anni.)
Il concetto di base è piuttosto semplice. Vi è la necessità di prevedere dei ricavi e dei costi. Delle due, le spese sono la cosa più semplice da prevedere. La maggior parte delle spese del governo sono voci di un bilancio. "Si prevede di spendere $5 miliardi di dollari all'anno per la manutenzione di strade e ponti, $1 miliardo di dollari per i parchi nazionali, $925 miliardi dollari per la difesa, ecc." Anche i costi della Social Security sono semplici da prevedere. La sanità invece comporta un sacco di stime, ed infine i costi inerenti alla disoccupazione salgono e scendono in relazione all'economia.
Iniziamo questa settimana con una domanda semplice. L'inflazione è una cosa buona o cattiva? Rispondete rapidamente. Mi dispiace, la vostra risposta è sbagliata. O meglio non possiamo sapere se la vostra risposta è giusta o sbagliata, perché non siamo sicuri che cosa si intende dire con la domanda. Possiamo pensare che sia una cosa buona, ma non possiamo esserne sicuri perché la parola inflazione ha significati diversi, a seconda delle persone che si trovano in luoghi e tempi diversi. Infatti, anche delle stesse persone nello stesso luogo e alla medesima ora non riescono ad accordarsi su una definizione precisa.
Il documento che ha dato vita alla zona euro si trova proprio in questa condizione. Tutti pensano di sapere cosa volesse dire o almeno i tedeschi. La Bundesbank (la banca centrale tedesca) era abbastanza sicura che avrebbe impedito la monetizzazione del debito. C'è scritto proprio così all'articolo 123. Ma l'Unione europea e la BCE (con il loro fedele compagno del FMI) sembrano costantemente però muoversi in un territorio inesplorato. Banche, credito e crisi dei debiti governativi sembra richiedano manovre legali che non sono state esplicitamente specificate. Mentre il resto d'Europa sta a guardare, la BCE man mano che va avanti traccia le linee sulla mappa.
Ho scritto qualche tempo fa che la Grecia poteva scegliere tra un Disastro di tipo A: ossia rimanere nell'euro, e un Disastro di tipo B: uscire dall'euro. Sono appena tornato dopo aver trascorso quattro giorni in Grecia, ho incontrato un sacco di persone a tutti i livelli della società ed ora voglio condividere con voi in questa lettera la mia analisi sulle loro scelte e sui risultati che hanno raggiunto. Dirò anche un paio di cose su quali potrebbero essere le implicazioni, dettate da ulteriori sviluppi del tema Grecia sia per il resto dell'Europa che per il mondo sviluppato.
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
Mentre ci stiamo accingendo ad iniziare un nuovo anno, ci stiamo di nuovo inserendo nel rito della previsione per il prossimo anno. Quest'anno voglio guardare un po' più in la rispetto ad un singolo anno, questo al fine di riflettere in modo più approfondito sui cambiamenti che stanno per accadere nel mondo sviluppato. Stiamo andando tutti in contro a dei cambiamenti nel nuovo contesto economico (ed è quello che ci darà il benvenuto). La transizione porterà sia crisi che perdite per coloro che si impantaneranno nel sistema attuale che deve evolversi o crollare, ma anche delle opportunità per coloro che vedono la necessità di un cambiamento e desiderano cogliere dei vantaggi dall'evoluzione in corso.
"Per ogni problema complesso c'è una risposta chiara, semplice e sbagliata".
H. L. Mencken
Forse la domanda che mi viene maggiormente posta è: "Cosa ne pensi dell'oro?" Anche se spesso ho scritto dei brevi commenti sul metallo giallo, non riesco a ricordare l'ultima volta che ho dedicato un intera lettera al tema dell'oro.
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimaleHoro Capital
Un tema costante di questa lettera è il fatto che gli elementi che la compongono possono sembrare da lontano disgiunti gli uni dagli altri, ma in realtà sono collegati tra di loro con il tema principale. Se si protende da un lato sembra si possa creare una reazione che porti a delle conclusioni improbabili. Oggi esploriamo la connessione tra il disavanzo di bilancio e la politica energetica.
"Una cosa è avere un parere da un punto di vista macro, ma cosa molto diversa è agire come se questo fosse corretto."
Howard Marks, Oaktree Capital Management
Può essere frustrante ed anche un po' futile l'esperienza di essere un economista. I mercati finanziari non sempre si comportano come se ci fosse un collegamento tra i fondamentali economici e i prezzi delle azioni.
Formazione del Capitale e Fiscal CliffHoro Capital
Nell\'attuale contesto economico spesso ci si lamenta in merito alla volatilità e all\'incertezza, ma c\'è una cosa della quale credo che possiamo essere abbastanza certi: le tasse stanno crescendo.
La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti è arrivata ad un valore pari al 17,1%. In Europa il problema è ancora più accentuato. Il caso più eclatante è la Grecia dove la disoccupazione giovanile è al 58% mentre in Spagna questa è vicina al 55%. Il Portogallo è al 36% e in Italia è al 35%. In Francia è superiore al 25%. Questo è solo un chiaro sintomo della crisi del credito? In gran parte chiaramente lo è, ma penso che ci sia un qualcosa di più profondo che si sta generando, un significativo cambiamento nella fondamenta del mercato del lavoro.
Ho spesso detto che non considero l\'oro un investimento ma piuttosto un assicurazione. Ma la domanda è un assicurazione contro che cosa? Mentre parlavo a quel pubblico dei loro problemi concreti, mi sono reso conto che l\'oro è l\'assicurazione della banca centrale.
1. SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital
Dov'è la macchina da stampa della BCE?
di John Mauldin | 12 novembre 2011 - Anno 2 - Numero 44
In questo numero:
Dove posso trovare 3 trilioni di Euro?
Quando la leva torna a tormentarvi
Il dilemma Tedesco
Quindi cosa possiamo fare per risolvere i problemi dell'Eurozona?
Dov'è la macchina da stampa della BCE?
DC, Cleveland e New York
L'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro
come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse
essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma
sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice. Nella lettera inviata oggi
cerco di offrire una prima visione di base sui problemi che l'Europa deve affrontare. La mia
sfida, con me stesso, è di farlo in un breve pezzo piuttosto che in un libro, anche se
risulterebbe più facile. Così, nella ricerca della brevità, e quindi non sarà così approfondita
come al solito, penso che ci potrebbe essere di aiuto fare un passo indietro per guardare
ad un quadro più ampio, prima di concentrarsi sui dettagli.
Dove posso trovare 3 trilioni di Euro?
In primo luogo, per la cronaca, la questione Europea non è una crisi di fiducia, come
Merkel e Sarkozy, e company, continuano a dirci. E' strutturale. E fino a quando le
questioni strutturali non saranno affrontate, i problemi non saranno risolti.
Il primo problema che l'Europa deve affrontare è la seguente dolente questione: c'è
semplicemente troppo debito sovrano in Grecia, Irlanda, Spagna, Italia, Portogallo e
Belgio. Che non è una novità. La cosa che deve ancora essere ancora assorbita dai
mercati è che il costo dei salvataggi, presente e potenziale, è probabile che sia nel range
dei € 3 trilioni, facendo una media delle stime che ho visto (il Boston Consulting Group
suggerisce € 6 trilioni). 3 trilioni di € non è una differenza da poco. Anzi, è un numero che
è di inconcepibile portata.
Per la Grecia ci è stato detto che possono cancellare il 50% del loro debito detenuto da
privati, ma non quello dovuto al FMI, BCE, o ad altri enti pubblici. Questo significa
qualcosa di più simile ad un taglio del 20-30% sul debito totale. Sean Egan suggerisce che
alla fine la Grecia cancellerà una cifra più vicina al 90%. Che è un numero che non può
essere contemplato nell'educato circolo Europeo, in quanto è sufficiente a causare una
grave crisi bancaria
E tutto questo prima di raggiungere il resto dei problemi. Il Portogallo avrà bisogno di
almeno un 40% (probabilmente di più!). Gli irlandesi stanno camminando verso la crisi del
debito bancario e del sistema bancario. Mentre sulla carta la Spagna sembra che possa
sopravvivere, in realtà ha notevoli problemi nel settore bancario. Se si muovono per
garantire la solvibilità delle loro banche, i debiti diverranno ingestibili, per non parlare del
loro debito che cresce ogni mese e del deficit piuttosto grande che corre, anche se
2. sembrano disposti a cercare di ridurlo. Il disavanzo pubblico Spagnolo è probabile che
ammonti ad almeno il 7% l'anno prossimo, ben al di sopra dell'obiettivo del 6%. Le "semi-
autonome regioni" sono nei guai, ed i loro cittadini sono sfruttati a causa dell'eccessiva
esuberanza immobiliare. La disoccupazione in Spagna è al 21%, e per i giovani è
superiore al 40%.
Il governo Spagnolo ha adottato l'idea piuttosto romanzesca che se non riesce a pagare i
suoi conti, il suo deficit non risulterà poi così grande e quindi possono avvicinarsi ai loro
obiettivi. I rendimenti sul debito Spagnolo sono circa del 1% inferiore a quelli sul debito
italiano, ma dategli tempo.
E poi c'è l'Italia. L'Italia è semplicemente troppo grande da salvare. Sì, sembra che
Berlusconi se ne vada, ma non è il vero problema. Il problema è il rendimento a 10 anni
dei titoli è al 7%, quando il debito è al 120% del PIL. L'Italia probabilmente a breve andrà
in recessione, e renderà il problema peggiore. Un calo del Pil mentre il deficit aumenta
significa che il debito/PIL aumenterà ancora più rapidamente. Ciò significa che i costi dei
tassi d'interesse aumenteranno anch'essi ancora più velocemente della (mancanza di)
crescita dell'economia. Il deficit è al 4,6%. Al contrario, della Germania che è al 4,3%. Ma
la differenza è il debito. Il mercato si rende conto che se il debito cresce del 5% l'anno,
non passeranno pochi anni prima che l'Italia si trovi al 150%. Non vi è alcuna soluzione
senza default quando si è a quel livello, e i mercati stanno dicendo, "Abbiamo già visto
questo film e il finale non ci piace. Pensiamo di andarcene all'intervallo.
L'UNICA ragione per cui i rendimenti italiani sono scesi al di sotto del 7% è che la Banca
Centrale Europea ha comprato il debito Italiano "in grande quantità." Qualsiasi ritiro da
parte della BCE nell'acquistare il debito Italiano farebbe si che i rendimenti Italiani
vengano sparati sulla luna. L'Italia avrà bisogno di raccogliere qualcosa come 350 €
quest'anno, tra il nuovo debito e il rifinanziamento di quello in scadenza. I tassi più elevati
metteranno ancora più pressione sul disavanzo.
Il debito, sia che si tratti di un individuo, una famiglia, una città o un paese, ha sempre un
limite. Il debito non può crescere oltre la capacità di rimborso. Questa è la lezione chiara
che ci trasmette l'epico lavoro di Rogoff e Reinhardt, This Time is different. Quando questo
limite viene raggiunto, il debito deve essere ristrutturato in qualche modo, sia attraverso
condizioni migliori o con una sorta di default.
L'Europa mediterranea semplicemente ha preso in prestito più di quanto poteva pagare,
visto i flussi di cassa dei vari paesi. E ora siamo al Endgame. Come possiamo affrontare il
debito?
La soluzione migliore è quella di capire come far crescere la vostra economia più
velocemente della crescita del debito. Nel corso del tempo, il servizio del debito diventa
una piccola parte dell'economia. Ma l'Europa meridionale non sembra avere questa
opzione. Certamente non la Grecia, il Portogallo o la Spagna, e questa settimana abbiamo
appreso che la produzione Italiana era sotto il 4,8%. In Europa, anche la Germania, sta
scivolando in recessione.
La Germania è nella posizione di voler tagliare i deficit dei paesi con problemi attraverso
qualcosa che si chiama austerità. E vivere secondo le proprie possibilità, un'idea nuova. E'
un grande cambiamento. Ma quando si è un paese in recessione e si devono fare dei tagli,
questo rende solo la recessione ancora peggiore. Chiedete alla Grecia di tagliare il suo
3. deficit del 4% l'anno per i prossimi 4 anni, per portare il suo bilancio in pareggio,
significherà che l'economia della Grecia si contrarrà di almeno il 10%, se non di più. Le
entrate fiscali, non più su basi solide si restringeranno, rendendo il deficit peggiore. Come
si fa a chiedere alle persone di entrare volontariamente in una depressione per un tempo
piuttosto lungo in modo da salvare le banche, anche se i debiti sono stati liberamente
assunti dal governo e il denaro speso per la popolazione, anche se ci sarà un taglio del
50%?
Sì, se la Grecia lascia l'Euro significa che ci sarà anche una depressione. Nessuno gli
presterà del denaro per almeno tre anni. Le loro banche saranno insolventi, i loro fondi
pensione distrutti. La loro capacità di acquistare i materiali necessari (come petrolio,
medicinali, ecc.) sarà limitata alla quantità di beni che possono produrre e vendere. I
dipendenti del governo saranno costretti a lasciare i loro posti di lavoro, poiché non ci
saranno soldi per pagarli. I pensionati otterranno una frazione di quello che gli è stato
promesso. Tornare alla dracma sarà doloroso. Proprio come stare nell'Euro sarà doloroso.
La Grecia non ha buone scelte.
Ci sono quelli che suggeriscono che l'Europa sta dimostrando il fallimento del welfare
socialista. E c'è qualche ragione per dirlo. Ma non credo che il welfare socialista sia la
causa della crisi del debito. Uno può avere uno stato sociale senza debito, se si è disposti
a mantenere un budget ragionevole. Pensate ai paesi scandinavi.
E si possono avere anche dei paesi che anche senza un eccessivo benessere sociale
possono entrare in problemi di debito. Ci sono molti esempi nella storia. Accumulare
grandi quantità di debito è un problema nazionale che ha molto a che fare con il carattere,
come qualsiasi altra cosa. Questo è vero per le famiglie o per i paesi. E' voler spendere
per beni e servizi oggi e pagare per loro in futuro.
Il Debito ha le sue regole. Usato correttamente, può essere di grande beneficio per le
società e le famiglie. Le persone possono acquistare case e strumenti che possono essere
utilizzati per la produzione di beni, costruire strade e altre infrastrutture, ecc. Ma al debito
non può essere permesso di diventare il padrone del bilancio o la fonte di spesa corrente,
ancora una volta sia per le famiglie che per i paesi. E la Grecia e gli altri paesi hanno
usato il debito per finanziare la spesa corrente e ora si sono imbattuti contro l'incapacità di
prendere ancora prestito a livelli sostenibili.
La risposta più facile è quella di tagliare le spese. Ma quando si tagliano le spese, anche
questa andrà ad influenzare il PIL. E' qualcosa che può essere fatto, ma non senza
conseguenze. L'Irlanda, un piccolo paese di 4,2 milioni di persone, ha appena pagato
quasi € 1 miliardo per assumersi i debiti delle sue banche che sono fallite. Tutto questo è
estremamente impopolare in Irlanda, e non passerà molto tempo prima che il governo
Irlandese dica semplicemente no. Se quello attuale non lo fa, allora ci sarà uno nuovo che
lo farà. A meno che gli Irlandesi rinegozino il proprio debito, lo dovranno pagare per
decenni. Il debito che era debito privato e dovuto alle banche Europee (che hanno
prestato alle banche irlandesi) è ora debito pubblico.
Possiamo andare in ciascun paese e considerare la sua situazione particolare, quasi
sempre la risposta sarà che il debito deve essere affrontato in qualche modo, direttamente
o indirettamente. (Anche se i leader dell'Eurozona dicono che un taglio del 50% è
"volontario." Sì, giusto. I Leader Europei hanno una diversa comprensione del volontariato
4. che ho imparato a scuola.)
Ma questo è il problema. La Commissione Europea sta cercando di capire come trovare 1
trilione di euro da utilizzare per salvare l'Europa meridionale e l'Irlanda. Fino ad ora non è
stato possibile, e il mercato riconosce questo fatto ed anche che i bisogni sono in realtà
molto più ampi. I leader Europei non sanno (almeno pubblicamente) come trovare 3 trilioni
di Euro. Ma anche si riuscisse a "trovare" un altro paio di trilioni, il debito dovrà essere
ristrutturato o ci sarà il default. Una volta che si va su questa strada, come hanno fatto con
la Grecia, è solo una questione di tempo prima di avere a che fare con la stessa cosa per
il Portogallo e l'Irlanda, e poi con la Spagna e l'Italia che seguono a poca distanza?
Absolute Return Partners di Niels C. Jensen - www.arpllp.com - è la società partner di
John Mauldin per il mercato Europeo.
Horo Capital - www.horocapital.it - è il partner di Absolute Return Partners per il
mercato Italiano.
Tel. 02 89096674 - rcarraro@horocapital.it
Quando la leva torna a tormentarvi
I legislatori Europei hanno permesso alle loro banche di sfruttare fino a 450 a 1 il loro
capitale, sulla teoria che le nazioni sovrane in un illuminata Europa non risultino
inadempienti, e quindi le riserve non devono essere conservate per "investirle" in debito
pubblico. E con tali norme, le banche hanno preso in prestito e hanno investito
massicciamente in debito pubblico. E' stata una macchina impressionante per il profitto
libero dal rischio. Fino a quando la Grecia è diventata un problema. Ora è un incubo.
Anche se solo si è investito il 4% del patrimonio della banca in debito greco, e se questo è
più del tuo capitale allora sei in bancarotta.
Le banche Irlandesi erano stolte e hanno investito nel settore immobiliare irlandese che
era in bolla. E sono andate in bancarotta. Le banche spagnole hanno ancora più
pesantemente sfruttato il settore immobiliare, ma devono ancora contabilizzare il loro
debito. Esse desumono che perderanno circa il 15%, invece del 50% che il mondo reale
sta suggerendo. E si può farla franca per un certo tempo se si possiedono le agenzie che
giudicano le agenzie immobiliari, come le banche spagnole. Ma la maggior parte del resto
delle banche europee stanno per andare in bancarotta nel vecchio stile: con l'acquisto di
debito pubblico. In qualche modo vogliono essere viste, come leva razionale che sostiene
il debito pubblico.
Come ho detto alla folla Irlandese la scorsa settimana, non preoccupatevi per il vostro
debito bancario; tutto ciò che dovete fare è aspettare un po'. Quando le banche Francesi e
Italiane (e la maggior parte delle altre banche in Europa) saranno pubblicamente insolventi
e dovranno andare dai loro rispettivi Paesi e alla BCE, l'importo relativamente ridotto (a
confronto) del debito bancario irlandese non sarà nemmeno notato quando farete default.
Ho cercato di fare un po' di umorismo, ma c'è un nucleo di verità in questa osservazione.
La Francia non può permettersi di salvare le sue banche. Come abbiamo visto questa
settimana, rischiano di perdere il loro rating AAA, come un falso (prematuro?) comunicato
5. stampa di S&P ha suggerito. (Qualcuno è nei guai per quello! Scherzi a parte, pensi che
S&P non sia pronta per questo? C'è ragione di credere, ho sentito dire, che questo è stato
un tentativo di sondare il mercato per un suo uso successivo. Staremo a vedere.) La
Francia vorrà cha la zona euro sia salvata e anche le loro banche, e questo significa BCE.
Se la Francia ottiene un tale accordo, l'Irlanda sarà sicuramente in lista e ne otterrà uno
anche lei.
Il dilemma Tedesco
E questo ci porta al terzo problema, che ha due parti: (1) gli squilibri commerciali di massa
in Europa, dove la Germania e pochi altri esportano e il resto d'Europa che acquista. E (2)
il fatto che il costo del lavoro in Germania è molto più economico su base relativa rispetto
alla Grecia o al costo del lavoro in Portogallo (o a quella che rappresenta la maggior parte
del resto della zona euro). I lavoratori tedeschi hanno visto una bassa crescita del loro
reddito, mentre il costo del lavoro del Sud Europa è salito di oltre il 30%.
Non voglio entrare nei dettagli (ho scritto su questo anche in passato), ma c'è una regola
di base in economia. È possibile ridurre il debito privato e si può ridurre il debito pubblico
ed è possibile operare sul deficit commerciale. Ma si può fare solo due delle tre cose allo
stesso tempo. Il totale dei tre deve essere bilanciato.
La Grecia gestisce un enorme deficit commerciale. Essi stanno cercando di ridurre il loro
debito pubblico, e il debito privato (che è stato preso in prestito da parte delle imprese e
dei consumatori) che è stato forzatamente ridotto in quanto le banche sono in piena
ritirata.
La Grecia deve quindi subire una forte riduzione del suo costo del lavoro se vuole ridurre il
suo disavanzo pubblico. Provate a convincere i sindacati su questo. (A proposito, i
sindacati irlandesi pubblici hanno subito una forte riduzione, così come i pensionati. C'è un
diverso clima politico e paese.) La Germania vuole apparentemente che il resto d'Europa
si comporti come i tedeschi, con l'eccezione che vogliono anche loro continuare a
comprare prodotti tedeschi e far correre il deficit commerciale, mentre la Germania esporta
il suo modello verso la prosperità.
Nei "vecchi tempi" di circa un decennio fa, un paese europeo poteva semplicemente
svalutare la sua moneta e aggiustava il valore relativo del costo del lavoro in quel modo.
Ma con una moneta unica non esiste un meccanismo di regolazione diverso da quello di
ridurre la retribuzione o avere un ampio livello di disoccupazione, il che si traduce
comunque in salari più bassi.
In sostanza, la parte meridionale dell'Europa è in una strana specie di "gold standard", con
l'euro che è lo standard fisso. E gli adeguamenti sono dolorosi. Non ci sono risposte facili
se si rimane con l'Euro. E il lasciarlo è un incubo.
Cosi come si risolve il problema della zona Euro?
Diamo subito un'occhiata ad alcune opzioni su come risolvere questo problema.
1. I Tedeschi (e gli Olandesi e i Finlandesi, et al.) possono semplicemente prendere il loro
surplus di esportazioni e le tasse e il risparmio e pagare per il deficit della zona del sud
Europa fino a quando questi paesi possono essere portati sotto controllo. Oppure possono
6. salvare tutte le banche. Non solo la propria ma in tutta Europa, come un cliente che senza
un sistema bancario non può acquistare i vostri prodotti. E questa sembra essere una
politica destinata al fallimento.
2. I paesi con problemi possono effettuare i riequilibri estremamente dolorosi, tagliare i loro
deficit, ed entrare in una depressione di lungo periodo. Ed anche questa sembra essere
una politica destinata al fallimento.
3. La zona Euro potrebbe dimenticare una sufficiente quantità di debito per far si che i vari
paesi possano ritornare verso una condizione nella quale riprendere a funzionare,
nazionalizzando le banche che detengono il debito, il che porterebbe velocemente
l'Europa verso profonda recessione. Questo è possibile se i leader dell'Eurozona sono in
grado di vendere questa cosa, ma la vendita è molto dura.
4. Alcuni paesi (2? 3? 4?) possono lasciare la zona Euro. Se ciò non avviene in modo
ordinato, il caos si ricadrà in tutto il mondo.
Tutti i percorsi sopra citati (o una combinazione di essi) significano una crisi bancaria e
caos e recessioni di lunga durata. Questi non sono percorsi piacevoli. Ma tutte le opzioni
precedenti presuppongono che la BCE rimanga fedele al suo nucleo della Bundesbank. Il
che ci porta alla prossima "soluzione".
Dove è la macchina di stampa della BCE?
E' difficile capirlo per noi qui negli Stati Uniti, ma l'impegno dei leader europei per avere un
Europa unita è incredibilmente forte. Faranno quello che pensano che sia giusto dover
fare (e/o possono vendere agli elettori) per mantenere l'Unione Europea.
Un modo per pensare a questo, gli Stati Uniti hanno combattuto la loro guerra più
sanguinosa sulla questione del rimanere o meno uniti. Credo che bisogna richiamarsi a
quell'impegno. Anche se io non sto suggerendo che l'Europa si appresta ad iniziare una
guerra civile, penso solo che sia utile ricordare che gli impegni per un ideale possono
guidare le persone in situazioni che altri hanno delle difficoltà nel comprenderle.
Riassumiamo. C'è troppo debito in molti paesi del sud Europa, e mentre non ne abbiamo
ancora parlato, ma la Francia non è molto lontana dal vedere la propria crisi, se non torna
velocemente in equilibrio. E se perdono il loro rating di AAA, allora ogni soluzione con
l'EFSF sarà rappresentata solo da pessima carta.
Le banche e il sistema bancario sono effettivamente insolventi. Ci sono degli squilibri
commerciali di così ampie dimensioni che rendono quasi impossibile il fatto che i paesi
della zona euro, che sono più deboli, possano crescere per poter uscire dai loro problemi.
Il percorso con minor difficoltà, e uso questo termine cautamente, è che la BCE trovi la
sua macchina di stampa. Forse possono prenderne in prestito una da Bernanke. Sì, so
che ora stanno comprando debito sovrano, ma lo stanno solo "sterilizzando", nel senso
che vendono carta in Euro per compensare gli effetti della base monetaria (è un eccessiva
semplificazione, lo so).
Ma i soldi per risolvere la crisi non ci sono. L'unico modo per la BCE di trovare una
soluzione e quella di stampare moneta e stamparne in quantità significativa, in modo
7. sufficiente da abbassare il valore dell'Euro e di rendere le esportazioni più economiche
(che darebbero al sud Europa la possibilità di crescere e di uscire dai suoi problemi). Che
è ovviamente un qualcosa alla quale i tedeschi con veemenza si oppongono, in quanto va
contro il loro codice di DNA.
Ma la scelta è stampare o lasciare che l'euro si deteriori. Non vedo un altra soluzione
realistica, a parte la massiccia austerità, che sarà infelicemente accettata da tutti gli
europei, insieme con la nazionalizzazione delle loro banche, ecc. come ho sopra descritto.
Penso che ci sia ancora meno volontà nel sopportare tutto questo.
Si tratta di una scelta difficile, lo so. Se voi aveste una pistola puntata alla testa e qualcuno
vi chiedesse: "Cosa pensi che faranno?" Avreste detto: "Penso che la BCE stamperà." Ma
non senza un sacco di rancore e di solenni promesse e magari con una riscrittura del
trattato al fine di ottenere che la Germania possa accettarlo.
La scelta è tra un Euro con un valore molto più basso o uno che non è molto diverso da
quello attuale, però con un certo numero dei paesi che hanno lasciato. Non ci sono scelte
buone o facili.
Come chiusura del concetto, un Euro inferiore significa minori esportazioni per gli Stati
Uniti e i mercati emergenti (l'Europa è il principale cliente della Cina!) verso l'Europa e più
concorrenza da parte degli europei in quello che il resto del mondo vende gli uni agli altri.
Sarà l'inizio di questioni commerciali molto serie e quando questo sarà anche accoppiato
con il crollo dello yen giapponese, intorno al 2013, questo porterà a delle guerre valutarie
e a del protezionismo. Questo sarà un decennio che saremo fortemente lieti di lasciare nel
2020.
DC, Cleveland e New York
Parto Domenica per un paio di giorni per andare a DC a parlare ad un convegno nazionale
di UBS Wealth Management. Spero di vedere il mio amico Art Cashin lì, così come
finalmente incontrerò Ken Rogoff. Il prossimo weekend mi prenderò un giorno di viaggio a
Cleveland e a Cleveland Clinic per alcuni controlli medici. Mike Roizen proverà a capire
che cosa può fare per funzionare il corpo di questo 62enne ancora per qualche decennio.
E' sempre molto duro! Poi la festa del Ringraziamento, la mia vacanza preferita, seguita
da un viaggio molto veloce a New York con Tiffani per alcuni business, media e degli
amici.
Mi sono molto divertito ad Atlanta questa settimana. Hedge Funds Care ha raccolto oltre
$100.000 dollari per aiutare i bambini vittime di abusi, una causa molto importante. Lunedì
scorso ero con mia figlia Melissa per la sua festa di compleanno per i suoi 31 anni. Ero
seduto di fronte a lei, e alcuni dei suoi amici mi hanno chiesto dove stavo andando
prossimamente. "Atlanta", ho detto.
"Che cosa stai andando a fare?"
"Sto andando a parlare ad una raccolta di fondi di Hedge Funds Care", è stata la mia
breve risposta. Erano sbalorditi. "Ci sono delle raccolte fondi negli hedge fund? Ma c'è
qualcosa di sbagliato!
"Non ho potuto resistere. Sono andato da lui. "Assolutamente. Non molte persone sanno o
8. se ne preoccupano, ma un sacco di fondi hedge sono falliti durante la crisi del 2008. I
manager hanno perso il lavoro e ogni cosa. Pensa ai loro bambini! Hanno dovuto lasciare
le loro scuole private, rinunciare alle loro auto e alle vacanze, e hanno perso le loro carte
di credito. E' stata dura per loro. Qualcuno deve aiutarli, e abbiamo bisogno di
prendercene cura noi. "Sono completamente risucchiato da loro. E' stato divertente finché
Melissa è scoppiata a ridere perché li ho presi in giro per essere stati dei creduloni.
In qualche modo i viaggi negli Stati Uniti non sembrano poi così male più. Poche ore su un
aereo, lettura e scrittura. Sono i lunghi viaggi internazionali che usurano il corpo, almeno
penso.
Tra l'altro, state attenti alla speciale lettera della prossima settimana. Sto lavorando ad una
offerta speciale fatta da alcuni tra i migliori consulenti di marketing aziendale che io abbia
mai visto (che hanno venduto decine di migliaia di dollari come seminari, documenti, libri,
ecc.), e ho organizzato per i miei lettori di farlo in modo totalmente gratuito. E' il mio
piccolo modo di aiutarvi. Ed ora sono pronto per premere il pulsante di invio e per
rilassarmi per la restante parte della notte. Abbiate una grande settimana!
Il vostro analista che continua a divertirsi,
John Mauldin
John@FrontLineThoughts.com
Copyright 2011 John Mauldin. All Rights Reserved
Copyright 2011 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati
Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la
massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i
suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito
all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti
ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di
conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo
Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o
correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso.
La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non
costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di
servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di
persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o
promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non
costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento
o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come
fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione
d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e
professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una
sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né
raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi
unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital
9. srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni
(inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno,
interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque
natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle
informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e
disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o
meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione
operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi
assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto
presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed
esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni
caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici,
immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di
agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi
informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga
pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può
occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con
riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In
nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire
conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione.
Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e
John Mauldin, sarà perseguita legalmente.
Per iscriversi alla newsletter GRATUITA settimanale SCENARI FINANZIARI cliccare qui:
www.scenarifinanziari.it/Registrazione.aspx
Per modificare il proprio indirizzo email di invio della newsletter, effettuare il login su
www.scenarifinanziari.it e andare sulla pagina di registrazione.
Per cancellare l'iscrizione alla newsletter scrivere una mail a:info@scenarifinanziari.it
Thoughts from the Frontline
3204 Beverly Drive
Dallas, Texas 75205
Horo Capital
Independent Financial Advisory Firm
Via Silvio Pellico, 12
20121 Milano
Tel. 02 89096674