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   LA VERITÀ VIENE A GALLA:
   LA MONETA UNICA IN CRISI
  AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
            Editoriale de Il Giornale, 26 novembre 2012

26 novembre 2012                     a cura di Renato Brunetta
LA VERITÀ VIENE A GALLA:
LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
2

   L'Europa dell'euro è in recessione; sul bilancio dell'Unione tutti contro tutti:
    le formiche del Nord contro le cicale del Sud; la stessa idea di Europa in
    frantumi. Deutschland über alles. Populismi, antipolitica, egoismo ai massimi
    storici. Distruzione della coesione sociale.
   E tutto a causa della crisi e di come essa è stata affrontata. E se aprissimo
    un serio dibattito in Italia e, soprattutto, a Bruxelles sulla crisi, sulle sue
    origini e sulle risposte sbagliate da parte dell'Unione? Finora non ci ha
    ancora pensato nessuno. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
   Ad oggi, al riguardo, gli studi più accreditati sono quelli del Fondo
    Monetario Internazionale che, nonostante la sua originaria cultura “rigida
    e fiscale”, ha sposato posizioni opposte a quelle di Angela Merkel, in
    buona compagnia di Nobel del calibro di Paul Krugman e di Joseph
    Stiglitz e dei principali banchieri centrali, da Ben Bernanke a Mario
    Draghi.
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LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
3



   Secondo quanto elaborato dal Fondo Monetario Internazionale, per
    capire la crisi bisogna mettere sotto osservazione 3 indicatori: crescita
    (bassa), disoccupazione (alta) e debito (anch’esso alto).
   Nelle economie avanzate, oggi la crescita, quando c’è, è troppo lenta per
    dare uno slancio sostanziale all’occupazione; e il debito pubblico ha
    raggiunto i livelli più alti dal secondo dopoguerra.
   In Europa, l’insieme di questi 3 fattori ha sollevato crescenti dubbi da
    parte degli investitori circa la sostenibilità delle finanze pubbliche di
    alcuni Stati.
   Dubbi che hanno innescato un circuito perverso, determinando un
    abbassamento dei rating e un aumento dei rendimenti dei titoli dei debiti
    sovrani.
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LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
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   A questo le istituzioni dell’Unione hanno reagito imponendo ai paesi
    considerati più deboli le solite ricette: programmi di consolidamento fiscale
    che hanno, però, finito per indebolire ulteriormente il sistema, sia dal lato
    della domanda, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie, con
    conseguente calo dei consumi; sia dal lato dell’offerta, causando una forte
    contrazione degli investimenti da parte delle imprese e creando
    disoccupazione.
   Con ulteriore minore crescita, più disoccupazione e più debito. Appunto!
   A ciò si è aggiunto il funzionamento non efficiente del settore finanziario.
    Un sistema bancario da rivedere nella sua architettura, per renderlo più
    idoneo ad assorbire, piuttosto che ad amplificare, gli shock speculativi. E a
    trasmettere, piuttosto che a bloccare, la politica monetaria della banca
    centrale.
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5

   Un sistema bancario con vigilanza e regolamentazione da accentrare a
    livello sovranazionale, al fine di ridurre il rischio di default, o quanto meno
    di ridurre gli effetti negativi delle crisi finanziarie sui cittadini e sul sistema
    nel suo complesso.
   La road map verso una vera Unione, non solo bancaria, ma anche
    economica, fiscale e politica in Europa è pronta, ma Angela Merkel
    continua a bloccarla. Con buona pace del Fondo Monetario Internazionale,
    delle istituzioni comunitarie e dei cittadini europei, che pagano il prezzo
    della crisi.
   Fino alle elezioni tedesche dell’autunno 2013 non succederà nulla, se non
    l’egemonismo leonino di una Germania che dalla crisi sta lucrando in
    maniera superiore ai suoi meriti.
   Infine, molto ha influito sull’andamento della crisi un generalizzato
    sentimento di incertezza, legato alle preoccupazioni sull’effettiva capacità
    delle istituzioni europee di gestire la crisi.
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LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
6
   A partire dalla Commissione Europea, burocratica, impotente, piatta. Forte
    con i deboli e debole con i forti. Piuttosto che svolgere il proprio ruolo,
    riportando il principio di solidarietà al centro del processo decisionale
    dell’Unione, la Commissione ha ceduto di fatto la propria sovranità allo
    Stato tedesco.
   Sentimento di incertezza ben stigmatizzato, oltre che dal Fondo Monetario
    Internazionale, anche dalla più autorevole letteratura scientifica, come Paul
    De Grauwe, che ha definito “profezie auto avveranti” i timori dei mercati
    circa la solvibilità degli Stati nazionali relativamente ai debiti sovrani:
    “quando gli investitori temono il default si comportano in maniera tale che
    esso diventa più vicino: un Paese può diventare insolvente perché gli
    investitori temono che ciò accada”.
   E come Bank of America, che in un drammatico studio di luglio 2012
    definiva sottostimato il rischio di breakup dell’euro, vale a dire il rischio di
    scioglimento della moneta unica, e si spingeva fino a valutare conveniente,
    per alcuni Stati dell’Unione, l’uscita dall’euro.
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7

   Bassa crescita, alta disoccupazione, alto debito, funzionamento non
    efficiente del sistema finanziario e sentimento di incertezza dovuta a una
    governance debole si sono tradotti, quindi, secondo le valutazioni del
    Fondo Monetario Internazionale, in un grave aumento dei moltiplicatori
    fiscali, cioè gli indicatori di come si riflettono le misure di politica
    economica sul PIL, che nel periodo della crisi sono stati da 2 a 3 volte
    maggiori rispetto a quelli abitualmente registrati nelle analisi economiche.
   Ciò comporta che per ogni punto percentuale di PIL di contenimento del
    disavanzo fiscale (al netto degli effetti del ciclo economico), la crescita
    economica di breve termine si riduce oggi di più di 1,5 punti percentuali,
    mentre negli anni precedenti la crisi essa si contraeva solo di mezzo punto.
   In altri termini, oggi più di ieri il rigore fa male alla crescita e allontana
    drammaticamente la ripresa. Altro che compiti a casa.
   Ciò detto, passiamo alla cronaca della tempesta perfetta.
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   Tutto il masochismo folle della crisi finanziaria che ha investito l’area euro
    è iniziato a Deauville il 18 ottobre 2010: tutto è partito dalla
    dichiarazione, in quella circostanza, di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy
    secondo cui, in caso di fallimento di un qualsiasi Paese europeo, le banche
    sarebbero dovute intervenire.
   Bella stupidaggine autolesionista del duo Merkozy! Uno: perché questa
    affermazione sottintendeva che gli Stati possono fallire.
   Due: perché con il coinvolgimento dei creditori privati si è creata di fatto
    la saldatura tra crisi finanziaria e crisi del debito sovrano.
   Il che, detto in altre parole, significa che le banche europee da quel
    momento, nel calcolare il valore dei titoli di Stato in portafoglio, per fare
    il loro mestiere avrebbero dovuto scontare il rischio di fallimento dei Paesi
    emittenti. Quindi svalutare. Quindi ricapitalizzare.
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9


   Nel frattempo precipitare in borsa e vedere rarefarsi la liquidità, con il
    relativo credit crunch. Se a ciò si aggiungono le stringenti regole di EBA e
    di Basilea 3, la tensione nel sistema finanziario finisce per esplodere.
   E arriviamo a giugno 2011, quando la principale banca tedesca, Deutsche
    Bank, ha ridotto (in)coscientemente la propria esposizione nei confronti del
    debito pubblico italiano da 8 miliardi a 1 miliardo (-88%), innescando un
    meccanismo folle per cui hanno iniziato a vendere i nostri titoli di Stato
    anche tutte le altre banche, quella ventina di merchant bank che fanno il
    bello e il cattivo tempo sui mercati, lanciando una insana competizione tra
    i debiti sovrani dei paesi dell’eurozona e generando panico.
   Un’operazione geniale, cinica e irresponsabile al tempo stesso, che
    avrebbe dovuto subito insospettirci su quanto stava avvenendo.
LA VERITÀ VIENE A GALLA:
LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
10


    Nel frattempo, dall’altra parte dell’oceano, gli USA rischiavano il default
     per aver sforato il tetto che il Congresso americano, dal 1917, pone al
     debito pubblico del paese, a luglio 2011 fissato a 14.300 miliardi di
     dollari. Al contrario di quanto avvenuto in Europa, la risposta degli Stati
     Uniti è stata netta e decisa. Ed è stato utilizzato lo strumento più adatto
     nel contesto che si era creato: la politica monetaria.
    La banca centrale americana, la Federal Reserve di Ben Bernanke, ha,
     pertanto, replicato le operazioni già messe in campo contro la crisi dei
     mutui subprime: l’acquisto di titoli del Tesoro americano sul mercato
     primario (Quantitative Easing) e l’allungamento delle scadenze dei titoli in
     circolazione (Operation Twist).
    È così che la liquidità immessa nel sistema finanziario americano ha iniziato
     a spostarsi verso l’Europa, individuando di volta in volta, a seconda della
     congiuntura, uno o più Paesi su cui concentrare l’attacco. Per prima è
     toccato alla Grecia, poi all’Irlanda, al Portogallo, alla Spagna.
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11


    Anche l’Italia è stata messa sotto tiro. Ondate speculative cui l’Unione
     europea, al contrario delle istituzioni americane, non ha saputo rispondere,
     o ha risposto troppo tardi e troppo poco.
    Anzi, l’unica ricetta contro la crisi è stata quella masochistica e
     pauperistica imposta dalla Germania.
    Misure recessive, che, oltre all’impatto negativo sulle economie degli Stati,
     hanno avuto anche l’effetto collaterale di blocco della trasmissione della
     politica monetaria che il presidente della BCE, Mario Draghi, ha cercato di
     far convergere verso l’impostazione espansiva adottata dalle altre banche
     centrali mondiali.
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LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
12


    Di fatto, la politica economica sbagliata di Angela Merkel ha vanificato
     gli sforzi della Banca Centrale Europea, che non solo ha mantenuto basso,
     al livello minimo mai registrato, il tasso ufficiale di riferimento (0,75%), ma
     ha anche adottato, nell’ultimo anno e mezzo, misure “non convenzionali”,
     dall’acquisto sul mercato secondario di titoli del debito sovrano dei paesi
     sotto attacco speculativo alle 2 tranche di finanziamento al tasso dell’1%
     delle banche dell’eurozona.
    Tutte misure volte a rimuovere il blocco della trasmissione della politica
     monetaria derivante dal non efficiente funzionamento del settore
     finanziario.
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LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
13


     Dicevamo che è mancata completamente un’analisi seria e condivisa della
     crisi e della terapia da adottare. Nessuno l’ha mai fatta, nessuno ha voluto
     che si facesse.
    Nessuno ha mai messo in discussione l’egemonia e l’egoismo dei tedeschi,
     che per tutto questo periodo, e soprattutto nell’ultimo anno e mezzo, hanno
     di fatto bloccato in maniera sprezzante, a livello di eurozona, le riforme
     necessarie; hanno di fatto bloccato Mario Draghi nella sua volontà di
     acquisto da parte della BCE di titoli di Stato con vita residua fino a 3
     anni; hanno di fatto bloccato il Meccanismo Europeo di Stabilità; hanno di
     fatto bloccato l’unione bancaria; mentre di unione economica (eurobond) e
     politica nessuno parla più.
    Con il risultato che tutti hanno perso, o stanno perdendo (vedi la Francia) in
     Europa, tranne la Germania (e i suoi fidi scudieri).
LA VERITÀ VIENE A GALLA:
LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
14


    Cosa ne pensa, professor Monti? Se la politica dei “compiti a casa” della
     cancelliera Merkel era sbagliata, come hanno dimostrato le migliori analisi
     economiche, perché l'abbiamo subita senza batter ciglio?
    Se Lei ha raccolto, come rivendica, l’Italia sull’orlo del baratro, la sua
     mission era “salvarla”, innanzitutto dalla Germania, non spingerla ancora
     di più nell’abisso, dando retta ad Angela Merkel.
    Quando Lei è arrivato al governo l’Italia non era sull’orlo del precipizio,
     bensì nel pieno di una speculazione finanziaria. Nel pieno di un attacco
     mirato, voluto da poche banche.
    Con tanti avvoltoi opportunisti a voler la caduta del governo Berlusconi: in
     Europa per ragioni geopolitiche, come la Francia, da sempre in
     competizione con noi nel Mediterraneo per il gas e per il petrolio; in Italia
     per ragioni politiche, come la sinistra, che non aspettava altro che
     cavalcare la speculazione per far fuori il governo.
LA VERITÀ VIENE A GALLA:
LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA
15


    Ora la situazione finanziaria continua ad essere febbrile e piena di
     incertezze, ma i fondamentali della nostra economia sono tutti
     tragicamente peggiorati. E la speculazione è sempre in agguato.
    Come meravigliarsi allora che le Sue riforme non abbiano riformato un bel
     nulla. Lei ha solo aumentato la pressione fiscale di quasi 3 punti in un anno.
     Nulla di più. Con quel che ne è conseguito. Chiamando tutto questo
     credibilità. In una illusione mediatica che prima o poi travolgerà tutti,
     riportandoci alla realtà di un totale isolamento. Non sarebbe il caso di
     fermarsi e di cambiare rotta?
    P.S. Ha ragione Mario Draghi, è stata la Banca Centrale Europea ad
     evitare il disastro. Non Lei, professor Monti. La verità comincia a venire a
     galla.
i dossier
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           FMI: WORLD ECONOMIC
          OUTLOOK – OTTOBRE 2012

26 novembre 2012                     Allegato
ANDAMENTO DEI RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO DECENNALI DEI
     PRINCIPALI PAESI DELL’EUROZONA TRA IL 2007 E IL 2012
17




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
PROBABILITÀ DI RECESSIONE NELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE TRA IL II
 TRIMESTRE 2012 E IL I TRIMESTRE 2013 (E CONFRONTO CON LE STIME
 CONTENUTE NELL’OUTLOOK DI APRILE 2012)
18




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
DIFFERENZA TRA LE STIME SULLA CRESCITA NELLE DIVERSE AREE
     GEOGRAFICHE CONTENUTE NEL WORLD ECONOMIC OUTLOOK DI OTTOBRE
     2012 RISPETTO ALLE STIME DI APRILE 2012
19




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
LIVELLO DI INCERTEZZA DOPO LA CRISI INIZIATA NEL 2009 RISPETTO AI
 PRECEDENTI PERIODI DI CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA
20




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
ANDAMENTO DEL PIL NELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE DALLA PRIMA METÀ
     DEL 2010 ALLA SECONDA METÀ DEL 2013
21




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
RAPPORTO DEBITO/PIL DELLE MAGGIORI ECONOMIE MONDIALI NEL 2011

22




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
ANDAMENTO DEI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI IN ITALIA DAL
     1980
23




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
FUGA DI CAPITALI DALL’ITALIA E DALLA SPAGNA DA GENNAIO 2011 A
     MAGGIO 2012
24




Fonte: Fondo Monetario Internazionale - Global Financial Stability Report, ottobre 2012

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LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONA

  • 1. 217 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA Editoriale de Il Giornale, 26 novembre 2012 26 novembre 2012 a cura di Renato Brunetta
  • 2. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 2  L'Europa dell'euro è in recessione; sul bilancio dell'Unione tutti contro tutti: le formiche del Nord contro le cicale del Sud; la stessa idea di Europa in frantumi. Deutschland über alles. Populismi, antipolitica, egoismo ai massimi storici. Distruzione della coesione sociale.  E tutto a causa della crisi e di come essa è stata affrontata. E se aprissimo un serio dibattito in Italia e, soprattutto, a Bruxelles sulla crisi, sulle sue origini e sulle risposte sbagliate da parte dell'Unione? Finora non ci ha ancora pensato nessuno. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.  Ad oggi, al riguardo, gli studi più accreditati sono quelli del Fondo Monetario Internazionale che, nonostante la sua originaria cultura “rigida e fiscale”, ha sposato posizioni opposte a quelle di Angela Merkel, in buona compagnia di Nobel del calibro di Paul Krugman e di Joseph Stiglitz e dei principali banchieri centrali, da Ben Bernanke a Mario Draghi.
  • 3. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 3  Secondo quanto elaborato dal Fondo Monetario Internazionale, per capire la crisi bisogna mettere sotto osservazione 3 indicatori: crescita (bassa), disoccupazione (alta) e debito (anch’esso alto).  Nelle economie avanzate, oggi la crescita, quando c’è, è troppo lenta per dare uno slancio sostanziale all’occupazione; e il debito pubblico ha raggiunto i livelli più alti dal secondo dopoguerra.  In Europa, l’insieme di questi 3 fattori ha sollevato crescenti dubbi da parte degli investitori circa la sostenibilità delle finanze pubbliche di alcuni Stati.  Dubbi che hanno innescato un circuito perverso, determinando un abbassamento dei rating e un aumento dei rendimenti dei titoli dei debiti sovrani.
  • 4. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 4  A questo le istituzioni dell’Unione hanno reagito imponendo ai paesi considerati più deboli le solite ricette: programmi di consolidamento fiscale che hanno, però, finito per indebolire ulteriormente il sistema, sia dal lato della domanda, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie, con conseguente calo dei consumi; sia dal lato dell’offerta, causando una forte contrazione degli investimenti da parte delle imprese e creando disoccupazione.  Con ulteriore minore crescita, più disoccupazione e più debito. Appunto!  A ciò si è aggiunto il funzionamento non efficiente del settore finanziario. Un sistema bancario da rivedere nella sua architettura, per renderlo più idoneo ad assorbire, piuttosto che ad amplificare, gli shock speculativi. E a trasmettere, piuttosto che a bloccare, la politica monetaria della banca centrale.
  • 5. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 5  Un sistema bancario con vigilanza e regolamentazione da accentrare a livello sovranazionale, al fine di ridurre il rischio di default, o quanto meno di ridurre gli effetti negativi delle crisi finanziarie sui cittadini e sul sistema nel suo complesso.  La road map verso una vera Unione, non solo bancaria, ma anche economica, fiscale e politica in Europa è pronta, ma Angela Merkel continua a bloccarla. Con buona pace del Fondo Monetario Internazionale, delle istituzioni comunitarie e dei cittadini europei, che pagano il prezzo della crisi.  Fino alle elezioni tedesche dell’autunno 2013 non succederà nulla, se non l’egemonismo leonino di una Germania che dalla crisi sta lucrando in maniera superiore ai suoi meriti.  Infine, molto ha influito sull’andamento della crisi un generalizzato sentimento di incertezza, legato alle preoccupazioni sull’effettiva capacità delle istituzioni europee di gestire la crisi.
  • 6. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 6  A partire dalla Commissione Europea, burocratica, impotente, piatta. Forte con i deboli e debole con i forti. Piuttosto che svolgere il proprio ruolo, riportando il principio di solidarietà al centro del processo decisionale dell’Unione, la Commissione ha ceduto di fatto la propria sovranità allo Stato tedesco.  Sentimento di incertezza ben stigmatizzato, oltre che dal Fondo Monetario Internazionale, anche dalla più autorevole letteratura scientifica, come Paul De Grauwe, che ha definito “profezie auto avveranti” i timori dei mercati circa la solvibilità degli Stati nazionali relativamente ai debiti sovrani: “quando gli investitori temono il default si comportano in maniera tale che esso diventa più vicino: un Paese può diventare insolvente perché gli investitori temono che ciò accada”.  E come Bank of America, che in un drammatico studio di luglio 2012 definiva sottostimato il rischio di breakup dell’euro, vale a dire il rischio di scioglimento della moneta unica, e si spingeva fino a valutare conveniente, per alcuni Stati dell’Unione, l’uscita dall’euro.
  • 7. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 7  Bassa crescita, alta disoccupazione, alto debito, funzionamento non efficiente del sistema finanziario e sentimento di incertezza dovuta a una governance debole si sono tradotti, quindi, secondo le valutazioni del Fondo Monetario Internazionale, in un grave aumento dei moltiplicatori fiscali, cioè gli indicatori di come si riflettono le misure di politica economica sul PIL, che nel periodo della crisi sono stati da 2 a 3 volte maggiori rispetto a quelli abitualmente registrati nelle analisi economiche.  Ciò comporta che per ogni punto percentuale di PIL di contenimento del disavanzo fiscale (al netto degli effetti del ciclo economico), la crescita economica di breve termine si riduce oggi di più di 1,5 punti percentuali, mentre negli anni precedenti la crisi essa si contraeva solo di mezzo punto.  In altri termini, oggi più di ieri il rigore fa male alla crescita e allontana drammaticamente la ripresa. Altro che compiti a casa.  Ciò detto, passiamo alla cronaca della tempesta perfetta.
  • 8. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 8  Tutto il masochismo folle della crisi finanziaria che ha investito l’area euro è iniziato a Deauville il 18 ottobre 2010: tutto è partito dalla dichiarazione, in quella circostanza, di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy secondo cui, in caso di fallimento di un qualsiasi Paese europeo, le banche sarebbero dovute intervenire.  Bella stupidaggine autolesionista del duo Merkozy! Uno: perché questa affermazione sottintendeva che gli Stati possono fallire.  Due: perché con il coinvolgimento dei creditori privati si è creata di fatto la saldatura tra crisi finanziaria e crisi del debito sovrano.  Il che, detto in altre parole, significa che le banche europee da quel momento, nel calcolare il valore dei titoli di Stato in portafoglio, per fare il loro mestiere avrebbero dovuto scontare il rischio di fallimento dei Paesi emittenti. Quindi svalutare. Quindi ricapitalizzare.
  • 9. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 9  Nel frattempo precipitare in borsa e vedere rarefarsi la liquidità, con il relativo credit crunch. Se a ciò si aggiungono le stringenti regole di EBA e di Basilea 3, la tensione nel sistema finanziario finisce per esplodere.  E arriviamo a giugno 2011, quando la principale banca tedesca, Deutsche Bank, ha ridotto (in)coscientemente la propria esposizione nei confronti del debito pubblico italiano da 8 miliardi a 1 miliardo (-88%), innescando un meccanismo folle per cui hanno iniziato a vendere i nostri titoli di Stato anche tutte le altre banche, quella ventina di merchant bank che fanno il bello e il cattivo tempo sui mercati, lanciando una insana competizione tra i debiti sovrani dei paesi dell’eurozona e generando panico.  Un’operazione geniale, cinica e irresponsabile al tempo stesso, che avrebbe dovuto subito insospettirci su quanto stava avvenendo.
  • 10. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 10  Nel frattempo, dall’altra parte dell’oceano, gli USA rischiavano il default per aver sforato il tetto che il Congresso americano, dal 1917, pone al debito pubblico del paese, a luglio 2011 fissato a 14.300 miliardi di dollari. Al contrario di quanto avvenuto in Europa, la risposta degli Stati Uniti è stata netta e decisa. Ed è stato utilizzato lo strumento più adatto nel contesto che si era creato: la politica monetaria.  La banca centrale americana, la Federal Reserve di Ben Bernanke, ha, pertanto, replicato le operazioni già messe in campo contro la crisi dei mutui subprime: l’acquisto di titoli del Tesoro americano sul mercato primario (Quantitative Easing) e l’allungamento delle scadenze dei titoli in circolazione (Operation Twist).  È così che la liquidità immessa nel sistema finanziario americano ha iniziato a spostarsi verso l’Europa, individuando di volta in volta, a seconda della congiuntura, uno o più Paesi su cui concentrare l’attacco. Per prima è toccato alla Grecia, poi all’Irlanda, al Portogallo, alla Spagna.
  • 11. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 11  Anche l’Italia è stata messa sotto tiro. Ondate speculative cui l’Unione europea, al contrario delle istituzioni americane, non ha saputo rispondere, o ha risposto troppo tardi e troppo poco.  Anzi, l’unica ricetta contro la crisi è stata quella masochistica e pauperistica imposta dalla Germania.  Misure recessive, che, oltre all’impatto negativo sulle economie degli Stati, hanno avuto anche l’effetto collaterale di blocco della trasmissione della politica monetaria che il presidente della BCE, Mario Draghi, ha cercato di far convergere verso l’impostazione espansiva adottata dalle altre banche centrali mondiali.
  • 12. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 12  Di fatto, la politica economica sbagliata di Angela Merkel ha vanificato gli sforzi della Banca Centrale Europea, che non solo ha mantenuto basso, al livello minimo mai registrato, il tasso ufficiale di riferimento (0,75%), ma ha anche adottato, nell’ultimo anno e mezzo, misure “non convenzionali”, dall’acquisto sul mercato secondario di titoli del debito sovrano dei paesi sotto attacco speculativo alle 2 tranche di finanziamento al tasso dell’1% delle banche dell’eurozona.  Tutte misure volte a rimuovere il blocco della trasmissione della politica monetaria derivante dal non efficiente funzionamento del settore finanziario.
  • 13. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 13  Dicevamo che è mancata completamente un’analisi seria e condivisa della crisi e della terapia da adottare. Nessuno l’ha mai fatta, nessuno ha voluto che si facesse.  Nessuno ha mai messo in discussione l’egemonia e l’egoismo dei tedeschi, che per tutto questo periodo, e soprattutto nell’ultimo anno e mezzo, hanno di fatto bloccato in maniera sprezzante, a livello di eurozona, le riforme necessarie; hanno di fatto bloccato Mario Draghi nella sua volontà di acquisto da parte della BCE di titoli di Stato con vita residua fino a 3 anni; hanno di fatto bloccato il Meccanismo Europeo di Stabilità; hanno di fatto bloccato l’unione bancaria; mentre di unione economica (eurobond) e politica nessuno parla più.  Con il risultato che tutti hanno perso, o stanno perdendo (vedi la Francia) in Europa, tranne la Germania (e i suoi fidi scudieri).
  • 14. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 14  Cosa ne pensa, professor Monti? Se la politica dei “compiti a casa” della cancelliera Merkel era sbagliata, come hanno dimostrato le migliori analisi economiche, perché l'abbiamo subita senza batter ciglio?  Se Lei ha raccolto, come rivendica, l’Italia sull’orlo del baratro, la sua mission era “salvarla”, innanzitutto dalla Germania, non spingerla ancora di più nell’abisso, dando retta ad Angela Merkel.  Quando Lei è arrivato al governo l’Italia non era sull’orlo del precipizio, bensì nel pieno di una speculazione finanziaria. Nel pieno di un attacco mirato, voluto da poche banche.  Con tanti avvoltoi opportunisti a voler la caduta del governo Berlusconi: in Europa per ragioni geopolitiche, come la Francia, da sempre in competizione con noi nel Mediterraneo per il gas e per il petrolio; in Italia per ragioni politiche, come la sinistra, che non aspettava altro che cavalcare la speculazione per far fuori il governo.
  • 15. LA VERITÀ VIENE A GALLA: LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L’EUROZONA 15  Ora la situazione finanziaria continua ad essere febbrile e piena di incertezze, ma i fondamentali della nostra economia sono tutti tragicamente peggiorati. E la speculazione è sempre in agguato.  Come meravigliarsi allora che le Sue riforme non abbiano riformato un bel nulla. Lei ha solo aumentato la pressione fiscale di quasi 3 punti in un anno. Nulla di più. Con quel che ne è conseguito. Chiamando tutto questo credibilità. In una illusione mediatica che prima o poi travolgerà tutti, riportandoci alla realtà di un totale isolamento. Non sarebbe il caso di fermarsi e di cambiare rotta?  P.S. Ha ragione Mario Draghi, è stata la Banca Centrale Europea ad evitare il disastro. Non Lei, professor Monti. La verità comincia a venire a galla.
  • 16. i dossier www.freefoundation.com FMI: WORLD ECONOMIC OUTLOOK – OTTOBRE 2012 26 novembre 2012 Allegato
  • 17. ANDAMENTO DEI RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO DECENNALI DEI PRINCIPALI PAESI DELL’EUROZONA TRA IL 2007 E IL 2012 17 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 18. PROBABILITÀ DI RECESSIONE NELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE TRA IL II TRIMESTRE 2012 E IL I TRIMESTRE 2013 (E CONFRONTO CON LE STIME CONTENUTE NELL’OUTLOOK DI APRILE 2012) 18 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 19. DIFFERENZA TRA LE STIME SULLA CRESCITA NELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE CONTENUTE NEL WORLD ECONOMIC OUTLOOK DI OTTOBRE 2012 RISPETTO ALLE STIME DI APRILE 2012 19 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 20. LIVELLO DI INCERTEZZA DOPO LA CRISI INIZIATA NEL 2009 RISPETTO AI PRECEDENTI PERIODI DI CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA 20 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 21. ANDAMENTO DEL PIL NELLE DIVERSE AREE GEOGRAFICHE DALLA PRIMA METÀ DEL 2010 ALLA SECONDA METÀ DEL 2013 21 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 22. RAPPORTO DEBITO/PIL DELLE MAGGIORI ECONOMIE MONDIALI NEL 2011 22 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 23. ANDAMENTO DEI PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI IN ITALIA DAL 1980 23 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - World Economic Outlook, ottobre 2012
  • 24. FUGA DI CAPITALI DALL’ITALIA E DALLA SPAGNA DA GENNAIO 2011 A MAGGIO 2012 24 Fonte: Fondo Monetario Internazionale - Global Financial Stability Report, ottobre 2012