La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Progetto Euro: cosa è andato storto?
La riforma necessaria dell’Eurozona, PierGiorgio Gawronski
Con questo saggio di Piergiorgio Gawronski, la Fondazione Ugo La Malfa apre una collana di studi e di ricerche che verrà pubblicata sul sito della Fondazione e stampata in forma cartacea. Naturalmente, le opinioni degli autori non rappresentano necessariamente il punto di vista della Fondazione.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
L\'Europa rimane al centro dei mercati, ed è giusto così. Ma il quadro non è così chiaro come si vorrebbe. Diversi analisti tendono a dire che se solo questo problema potesse essere risolto, allora tutto questo avrebbe fine. Purtroppo, non è solo un problema ma sono tre che devono essere risolti, e nessuno di loro è semplice.
Progetto Euro: cosa è andato storto?
La riforma necessaria dell’Eurozona, PierGiorgio Gawronski
Con questo saggio di Piergiorgio Gawronski, la Fondazione Ugo La Malfa apre una collana di studi e di ricerche che verrà pubblicata sul sito della Fondazione e stampata in forma cartacea. Naturalmente, le opinioni degli autori non rappresentano necessariamente il punto di vista della Fondazione.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
Ancora una volta il prof. Magatti, che è stato apprezzato relatore in un convegno di UCID Trieste, analizza problemi di estrema attualità.
Questo è l'articolo "Nell'Europa a due velocità a pagare di più sono i giovani" pubblicato dal Corriere di oggi.
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
Presentazione e descrizione del libro che rappresenta una analisi storica dell'Europa e dei suoi padri fondatori, la situazione attaule con tutte le sue implicazioni economiche e sociali e la valuta comune europea come collante.
Una analisi approfondita con delle possibili soluzioni.
1. 242
www.freenewsonline.it
i dossier
www.freefoundation.com
IL MEGLIO DI PAUL KRUGMAN SUL
NEW YORK TIMES
13 dicembre 2012 a cura di Renato Brunetta
2. EUROPA SALASSATA
2
L’austerità non funziona e la partenza anticipata di Mario
Monti ne è l’ennesima prova. A causa di una politica
economica tutta sacrifici e niente crescita, l’Europa è
sanguinante, salassata inutilmente come i malati nel Medioevo,
curati con medicine che li facevano ammalare ancora di più.
L’Europa mi ha sorpreso con la sua resilienza politica, con le
pene senza fine che i Paesi debitori sono costretti a
sopportare e con l’abilità della BCE a fare appena quanto
basta, all’ultimissimo minuto, per calmare i mercati quando la
situazione finanziaria sembra sul punto di esplodere.
11 dicembre 2012
3. EUROPA SALASSATA
3
L’economia dell’austerità ha seguito il copione Keynesiano:
ripetutamente i tecnocrati responsabili inducono le loro nazioni
ad accettare l’amara medicina dell’austerità; e ripetutamente
non riescono a ottenere risultati.
In Italia, Mario Monti è un brav’uomo, profondamente sincero,
ma se ne va in anticipo sostanzialmente perché le sue politiche
stanno consegnando l’Italia alla depressione.
11 dicembre 2012
4. EUROPA SALASSATA
4
La risposta degli eurocrati è di mantenere sempre e comunque
la rotta. Prima o poi funzionerà, la fatina della fiducia
arriverà.
L’Europa sta diventando il continente dove i tempi felici sono
sempre dietro l’angolo. È proprio come la medicina medievale:
salassavano i pazienti per curare i loro malanni, e quando il
sanguinamento li faceva star peggio, li salassavano ancora di
più.
11 dicembre 2012
5. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
5
Negli ultimi mesi ho letto una serie di analisi ottimistiche sul
futuro dell’Europa. Stranamente, però, nessuna di queste
analisi tiene conto che la formula imposta dalla Germania
all’Europa, di redenzione attraverso il dolore, non ha nessuna
possibilità di funzionare.
Invece, se si vuole essere ottimisti, bisogna sperare nel
fallimento di questa politica, in particolare nella fine dell’euro.
Questo sarebbe un disastro per tutti, inclusa la Germania, ma
è l’unica cosa che può indurre i leader europei a fare tutto il
necessario per salvare il salvabile.
2 luglio 2012
6. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
6
Ogni volta che leggo articoli sulla crisi dell’euro, mi ritrovo a
pensare a Norman Angell.
Chi? Nel 1910 Norman Angell ha pubblicato un famoso libro
dal titolo “La grande illusione”, in cui sostiene che le guerre
sono ormai qualcosa di obsoleto mentre il commercio e
l’industria sono le chiavi del benessere dei Paesi. Pertanto, c’è
poco da guadagnare dagli ingenti costi delle conquiste
militari.
2 luglio 2012
7. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
7
Inoltre, Norman Angell sosteneva che il genere umano stesse
cominciando ad apprezzare tale realtà e che invece le
passioni patriottiche si andassero affievolendo. Non diceva
assolutamente che non ci sarebbero più state guerre nel
mondo, ma lo lasciava intendere. Tutti sappiamo cosa è
successo dopo.
Il punto è che la prospettiva del disastro non sempre è
garanzia che gli Stati faranno tutto il possibile per evitarlo. E
questo è particolarmente vero quando l’orgoglio e il
pregiudizio blocca i leader dall’agire come dovrebbero.
2 luglio 2012
8. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
8
Quello che collega Norman Angell all’attuale crisi europea è
la situazione economica estremamente difficile.
È shoccante, anche per quelli che hanno seguito le vicende
dell’Europa giorno dopo giorno, vedere che da due anni i
leader europei provano a risolvere la crisi senza risultati.
Questo perché la strategia economica adottata, basata sul
concetto che l’austerità e la riduzione della domanda interna
(quindi anche dei salari), non è sufficiente.
2 luglio 2012
9. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
9
Nella storia questa strategia non ha mai funzionato. Il massimo
che i difensori dell’ortodossia finanziaria possono fare è citare
un paio di piccoli Paesi balcanici che hanno tratto parziale
beneficio dalla recessione, ma sono comunque molto più poveri
rispetto al periodo prima della crisi.
Così agendo, la crisi dell’euro ha prodotto delle metastasi e
dalla Grecia si è diffusa in altri Stati economicamente più
rilevanti, come Spagna e Italia, e, di conseguenza, tutta
l’Europa è scivolata in una grave recessione.
Nonostante ciò, le risposte di Berlino e Francoforte continuano
ad essere sempre le stesse.
2 luglio 2012
10. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
10
Mi potreste chiedere: il vertice della scorsa settimana ha fatto
sì che possa muoversi qualcosa? Sì, certamente. La Germania
ha ceduto su qualcosa, accettando condizioni facili di
finanziamento per Italia e Spagna (ma non l’acquisto di titoli
di Stato da parte della Banca Centrale Europea) e dando il
consenso a un piano per le banche (che tuttavia è difficile da
valutare per carenza di dettagli). Ma queste concessioni sono
minime rispetto alla gravità dei problemi.
2 luglio 2012
11. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
11
Che cosa può salvare davvero l’euro? La risposta, quasi
sicuramente, è coinvolgere maggiormente la BCE nell’acquisto
di titoli di Stato e una dichiarazione di volontà da parte della
banca centrale di accettare tassi di inflazione leggermente più
alti.
Nonostante queste misure molti Paesi europei continueranno ad
avere per qualche anno livelli di disoccupazione elevati, ma
almeno ci sono prospettive di ripresa.
È davvero molto difficile prevedere che un cambio di politica
economica avvenga in Europa.
2 luglio 2012
12. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
12
Parte del problema è legato al fatto che i politici tedeschi
hanno passato gli ultimi due anni a dire agli elettori cose non
vere, cioè che la crisi è colpa dell’atteggiamento
irresponsabile dei governi del Sud Europa.
Eppure in Spagna, al momento epicentro della crisi, il debito
pubblico è basso e il bilancio dello Stato è in avanzo: se il
Paese è in crisi, questo è il risultato della bolla immobiliare che
banche di tutto il mondo, soprattutto tedesche, hanno
innescato.
Oramai però la versione dei tedeschi è quella preponderante
ed è pertanto difficile uscire dallo stallo.
2 luglio 2012
13. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
13
Non sarebbe un problema se la pensassero così solo elettori
poco informati; il punto è che se ne dovrebbero rendere conto
anche i più autorevoli opinionisti europei. A leggere le loro
analisi, come quella ultima della Banca dei Regolamenti
Internazionali, sembra che vivano in un altro mondo, dove non
esistono né la storia né le leggi della matematica e
dell’economia, ma dove si pensa che l’austerità possa
funzionare e che la riduzione dei consumi non causa recessione.
2 luglio 2012
14. LA GRANDE ILLUSIONE EUROPEA
14
Insomma, l’Europa si salverà? La posta in gioco è altissima e i
leader europei non sono, nella gran parte dei casi, né in mala
fede né stupidi. Ma lo stesso si poteva dire, credeteci o no, dei
leader europei del 1914. Dobbiamo solo sperare che questa
volta sia diversa.
2 luglio 2012
15. IL SUICIDIO ECONOMICO EUROPEO
15
Le politiche di austerità imposte dai leader europei agli Stati
Membri hanno portato i Paesi dell’area euro alla più
profonda recessione, con dati macroeconomici molto simili a
quelli del periodo della Grande Depressione negli Stati Uniti e
conseguente aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato;
In molti casi i problemi di finanza pubblica che i Paesi si
trovano a dover affrontare sono la conseguenza della
recessione, non ne sono stati la causa;
Nonostante questo, le risposte di Berlino e Francoforte sono
misure di rigore e austerità ulteriormente recessive.
15 aprile 2012
16. IL SUICIDIO ECONOMICO EUROPEO
16
Se i leader europei volessero davvero salvare l’euro
cambierebbero rotta. L’Europa ha bisogno di:
una politica monetaria espansiva da parte della BCE,
anche a costo di un aumento dell’inflazione;
politiche di bilancio espansive e riforme strutturali da
parte dei governi.
15 aprile 2012
17. IL SUICIDIO ECONOMICO EUROPEO
17
Invece la risposta è sempre di totale rigidità:
la BCE annuncia di aumentare i tassi di interesse ad ogni
cenno, anche minimo, di inflazione;
i leader europei hanno firmato un Trattato (il Fiscal
Compact) che prevede misure recessive.
Piuttosto che ammettere i propri errori, i ministri delle finanze
e i capi di Stato e di governo europei sembrano determinati a
portare l’economia, e la società, sull’orlo del baratro. Il prezzo
lo pagherà il mondo intero.
15 aprile 2012