Hard e Soft skills per lavorare nel digitale La Content
Una carrellata di hard e soft skills necessarie per lavorare nel digital oggi, e sopratutto domani. Dal Data storytelling al visual, passando per la capacità di scegliere lo strumento giusto al momento giusto.
Il racconto nell'animazione sociale per la terza e quarta etàSimone Terenziani
Riflessione sull'importanza del racconto all'interno dei percorsi di animazione per la terza e quarta età, mirando al miglioramento della qualità della vita degli ospiti delle strutture.
Hard e Soft skills per lavorare nel digitale La Content
Una carrellata di hard e soft skills necessarie per lavorare nel digital oggi, e sopratutto domani. Dal Data storytelling al visual, passando per la capacità di scegliere lo strumento giusto al momento giusto.
Il racconto nell'animazione sociale per la terza e quarta etàSimone Terenziani
Riflessione sull'importanza del racconto all'interno dei percorsi di animazione per la terza e quarta età, mirando al miglioramento della qualità della vita degli ospiti delle strutture.
Studiul „Statutul social al bibliotecarului în Republica Moldova”CBN Moldova
Studiul „Statutul social al bibliotecarului în Republica Moldova” a fost realizat de Comisia ”Protecția Socială” a Consiliului Biblioteconomic Național din Moldova.
Il Bambino e il Gioco come promozione della SaluteGiancarlo Izzi
Presso Comune di Lesignano de’ Bagni
e Istituto Comprensivo di Lesignano de’ Bagni il giorno mercoledì 16 Aprile 2014 ho tenuto la conferenza
"Il Bambino e il Gioco come promozione della Salute"
Queste slide sono state realizzate per il corso per aspiranti animatori turistici. Le slide sono state realizzate dalla pedagogista Elisabetta Incollingo, Presidente dell'Associazione Culturale Sunshine. Sono state utilizzate fonti bibliografiche e una buona dose di esperienza personale. Hanno contribuito alla realizzazione dell'evento (Corso) anche altri soci dell'associazione, professionisti del campo dell'animazione e dello sport.
Su richiesta, le slide in inglese.
Partendo da Plutarco, attraverso i quadri di Magritte, ci soffermiamo su l' applicazione di questo aforisma di Alfred Korzybski, con l' intento di contrapporre al neo-riduzionismo il pensiero di Gregory Bateson.
L’ICF propone un modello concettuale che enfatizza la nozione «universale» di funzionamento come fondamento dello stato di salute. Le persone con menomazioni possono trovare nel proprio ambiente sostegno oppure barriere. Questa interazione con l’ambiente, più ancora della diagnosi, è talvolta centrale per capire quali opportunità la persona potrà avere a disposizione per «fiorire», come scrivono, con una bella espressione i teorici della «capability».
L’ICF – CY ha un’applicazione universale: riguarda tutte le persone, non solo quelle con disabilità, perché considera il funzionamento umano e le sue restrizioni. Si riferisce a tutti gli aspetti della salute dell’uomo.
Studiul „Statutul social al bibliotecarului în Republica Moldova”CBN Moldova
Studiul „Statutul social al bibliotecarului în Republica Moldova” a fost realizat de Comisia ”Protecția Socială” a Consiliului Biblioteconomic Național din Moldova.
Il Bambino e il Gioco come promozione della SaluteGiancarlo Izzi
Presso Comune di Lesignano de’ Bagni
e Istituto Comprensivo di Lesignano de’ Bagni il giorno mercoledì 16 Aprile 2014 ho tenuto la conferenza
"Il Bambino e il Gioco come promozione della Salute"
Queste slide sono state realizzate per il corso per aspiranti animatori turistici. Le slide sono state realizzate dalla pedagogista Elisabetta Incollingo, Presidente dell'Associazione Culturale Sunshine. Sono state utilizzate fonti bibliografiche e una buona dose di esperienza personale. Hanno contribuito alla realizzazione dell'evento (Corso) anche altri soci dell'associazione, professionisti del campo dell'animazione e dello sport.
Su richiesta, le slide in inglese.
Partendo da Plutarco, attraverso i quadri di Magritte, ci soffermiamo su l' applicazione di questo aforisma di Alfred Korzybski, con l' intento di contrapporre al neo-riduzionismo il pensiero di Gregory Bateson.
L’ICF propone un modello concettuale che enfatizza la nozione «universale» di funzionamento come fondamento dello stato di salute. Le persone con menomazioni possono trovare nel proprio ambiente sostegno oppure barriere. Questa interazione con l’ambiente, più ancora della diagnosi, è talvolta centrale per capire quali opportunità la persona potrà avere a disposizione per «fiorire», come scrivono, con una bella espressione i teorici della «capability».
L’ICF – CY ha un’applicazione universale: riguarda tutte le persone, non solo quelle con disabilità, perché considera il funzionamento umano e le sue restrizioni. Si riferisce a tutti gli aspetti della salute dell’uomo.
Il piacere di Leggere - dal testo di Aidan Chambers (Sonda Edizioni)Milena Galeoto
Leggere non è solo decodificare i segni tracciati sulla carta: significa vivere infinite vite e storie, immergersi e riflettere sulle vicende virtuali dei personaggi per comprendere meglio noi stessi. Leggendo insieme ad altri e discutendo di quanto abbiamo letto, la comunicazione diviene poi un mezzo di conoscenza collettivo.
Come si guida al piacere della lettura nelle scuole italiane?
Ancora oggi si continua a proporre un solo libro di narrativa per tutta la classe, a cui si fanno seguire analisi, verifiche sulle comprensione del testo attraverso schede preconfezionate. Per Chambers il problema fondamentale è proprio quello della scelta, che va messa in relazione alle capacità del giovane lettore ma anche ai suoi interessi.
L’insegnante, come «facilitatore», deve pertanto conoscere bene il mondo del lettore, bambino o adolescente che sia, i suoi pensieri, comportamenti, desideri.
A questo deve aggiungere una conoscenza approfondita della letteratura contemporanea, per offrire quei testi in cui i ragazzi possano ritrovare se stessi e il loro mondo. Testi in cui potranno riconoscersi perché i protagonisti pensano, agiscono e si comportano come loro.
Leggere è importante? Secondo Aidan Chambers, che alla scrittura e alla critica letteraria ha dedicato tutta la sua attività, ogni bambino, imparando a leggere e a parlare dei libri che legge a scuola, potrà conservare sia l’amore per la lettura che la capacità di comunicare in modo appropriato ed efficace.
Partendo dunque da questo presupposto, l’autore propone il suo «approccio», più che un metodo sistematicamente definito che ogni insegnante può applicare adattandolo ai propri alunni, grazie alle informazioni pratiche per condurre un incontro a scuola, alle diverse tecniche e ai suggerimenti per guidare i bambini a esprimersi nel modo migliore.
Chambers si sofferma soprattutto sui diversi criteri di scelta delle letture, sulle domande e le frasi chiave per avviare e far procedere la lettura coinvolgendo anche i non lettori.
Arricchito da esperienze e approfondimenti a cura di Maria Pia Alignani e da un saggio introduttivo di Livio Sossi sugli elementi fondamentali della scrittura per ragazzi, questo manuale è indispensabile per gli insegnanti della scuola elementare e media, ma anche per gli studenti universitari di Scienze dell’educazione.
Una miniera di esperienze pratiche, approfondimenti e riferimenti bibliografici italiani e stranieri a cura di Maria Pia Alignani, e un saggio di Livio Sossi sulla scrittura per ragazzi e il valore del contributo di Chambers nel campo della letteratura.
Il Progetto Multikulty, ideato dall'insegnante Caterina Cosentino, ha coinvolto gli alunni della scuola dell'infanzia del plesso San Teodoro del 3° Circolo di Sarno. Esso è stato finalizzato a promuovere la piena integrazione di tutti i bambini stranieri anche con il coinvolgimento delle famiglie. L'obiettivo prioritario del progetto è stato quello di far acquisire ai bambini la capacità di rispettare ogni forma di cultura, di valorizzare il diverso e far sì che la divergenza costituisca un importante arricchimento per tutti.
Campi di esperienza del bambino nella scuola dell'infanzia. Lavoro per l'attivita di stage di Gloria Spada, classe III sB Liceo delle Scienze Umane' J.Joyce' di Ariccia, Rm.
Luciano Mariani - Le diversità culturali negli stili cognitivi e comunicativiLuciano Mariani
Molte dimensioni culturali condizionano i modi in cui vengono elaborate le informazioni e i modi in cui si struttura la comunicazione all’interno di una cultura e negli scambi tra culture. L’incontro tra culture diverse può portare, in prima istanza, al conflitto o a sperimentare un vero e proprio dilemma tra valori percepiti come radicalmente opposti. Tramite l’osservazione, l’ascolto, l’interpretazione dei dati dell’esperienza è però possibile cambiare queste percezioni iniziali e cominciare un percorso di consapevolezza, prima condizione per lo sviluppo di una competenza interculturale. Abilità di mediazione e negoziazione possono portare a soluzioni di compromesso, in cui ognuno rinuncia a una parte di sé (del tipo, “questa volta lavoriamo in gruppo come piace a te, ma la prossima volta lavoreremo ognuno per conto suo, come piace a me”); ma una visione al contempo più ambiziosa e più ricca delle relazioni interculturali ci invita a considerare la possibilità di una sinergia, in cui modi diversi di pensare e di comunicare vengono “riconciliati” e integrati in una sintesi nuova al servizio di uno scopo comune (del tipo, “le decisioni verranno condivise nel gruppo ma verrà data visibilità ai contributi degli individui, perché siamo convinti che, usando insieme questi diversi modi di fare, il risultato del nostro lavoro sarà migliore”). Allora, forse, si chiarisce il senso delle parole di Ruth Spack che, parlando di chi deve o vuole studiare, lavorare, vivere in una cultura diversa, ci ricorda che “Gli studenti che attraversano dei confini non sono solo prodotti di una cultura; sono creatori di cultura ".
1. ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITA’ DI BOLOGNA
FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
Corso di studio in Pedagogista
Uno sguardo pedagogico sul pensiero astratto
…tra normalità e disturbi.
Prova finale in: Pedagogia Speciale
Relatore: Presentata da:
Prof. Andrea Francesco Canevaro Maria Messina
Correlatore:
Prof. José Jorge Chade
Sessione: III
Anno accademico: 2006/2007
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2. Indice:
• Ringraziamenti
• Introduzione
• Le api
• L’isola
• Avversità e disagi, per raggiungere l’isola del tesoro
• Arrivati sull’isola iniziamo a guardarci intorno…
• Incontro tra il ‘noi’, e gli abitanti dell’isola
• Tentare la comunicazione con gli abitanti dell’isola
• Il ‘noi’ davanti ad una lingua senza suoni ma ricca di segni
• Il ‘noi’ conferma la relazione
• Il ‘noi’ e lo ‘straniero’ apprendono..
• Cercare di capire ciò che accade tra i due protagonisti con uno sguardo teorico:
- A) Teorie e studi sul linguaggio e il pensiero e la loro relazione
- B) In sintesi la Relazione tra linguaggio e pensiero secondo i tre studiosi
• Dalla teoria alla pratica, il ‘noi’ si domanda:
-A) ”Cosa accade in concreto tra pensiero e linguaggio?”
-B) Il pensiero senza linguaggio può esistere?
• Le competenze di astrazione dello ‘straniero sordo’ sono uguali a quelle del ‘noi’?
• Confronto tra il pensiero astratto del ‘noi’ e dello ‘straniero sordo’
• Le origini del pensiero astratto nello sviluppo del bambino
• Esiste una relazione tra la comunicazione prelinguistica e l’acquisizione del linguaggio?
• I bambini comunicano senza “parlare”
• I gesti di comunicazione dei bambini
• Il modello di sviluppo intellettuale del bambino di Jean Piaget
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3. • Il ‘noi’ e lo straniero’ iniziano a osservare il periodo dell’infanzia con l’aiuto di una tabella
• Per conoscere altri punti di vista il ‘noi’ e lo ’straniero’ creano un questionario per scoprire
l'autopercezione del pensiero astratto nelle persone
• Per arrivare a capire meglio il pensiero astratto a volte il ‘noi e lo ‘straniero’ hanno bisogno di un
aiuto ecco come…
• Come apprende la lingua lo ‘straniero sordo’ : con genitori sordi
• Come apprende la lingua lo ‘straniero sordo’ con genitori udenti: l'importanza dell'intento
comunicativo
• Metodi educativi-riabilitativi usati dallo ‘straniero sordo’ per imparare una lingua
• Un modo per ‘lo straniero sordo’ per poter esprimere, con meno difficoltà, il proprio pensiero
astratto usando l’italiano
• L’importanza della comunicazione del proprio pensiero astratto oggi, (sia del ‘noi’ sia dello
‘straniero sordo’) e il confronto con la tecnologia
• Conclusioni:
a) Il rientro del ‘noi’ e dello ‘straniero-disabile’ nella propria isola
b) Gli aspetti educativi, costruiti con il pensiero, dell’essere cittadini dello stesso mondo
• Bibliografia
• Siti internet
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4. ABSTRACT
Con la venuta al mondo, l’uomo inizia il suo percorso di vita, interagisce con milioni di persone e
costruisce se stesso, il suo carattere, il suo bagaglio culturale e il proprio modo di vedere e
affrontare la vita. Tutto ciò è reso possibile dall’interazione con le altre persone, dagli scambi
educativi, dall’esperienza…ecco che da qui parte IL VIAGGIO del ‘noi’ e l’incontro con lo
‘straniero sordo’.
Incontro che a volte fa paura e porta a mettere in atto difese, e il crearsi delle barrire..comunicarle e
prevederle coinvolgono diverse fasi cognitive tra questo l’uso del pensiero astratto.
Cos’è il pensiero astratto? Chi ce l’ha? Come si sviluppa? A cosa serve?
Sono queste le domande guida che ci accompagneranno durante questo “viaggio immaginario” e
percorrendo diverse tappe osservandone gli aspetti educativi, pedagogici, interculturali e linguistici,
si avrà modo di capire qualcosa di più sulla relazione tra uomo e sordità e uomo e pensiero astratto.
Ho immaginato di essere su di un isola, l’abitante dell’isola è una persona comune, che ha una
grande fantasia e molta curiosità, creatività e voglia di relazionarsi con altri esseri viventi: il‘noi’.
Spinto da ciò, guardandosi intorno si accorge che quello che sta cercando è a portata di mano, si
trova semplicemente davanti a “lui”, nell’isola di fronte, che diventerà la meta del suo viaggio.
Spostandosi attuerà un grande cambiamento e non è sicuro di chi o che cosa troverà nell’isola di
fronte, lui ha alte aspettative e molti pregiudizi, ma lo spirito d’avventura e l’idea di trovarsi con un
altro essere umano e con grandi tesori lo sprona. Attrezzatosi dell’occorrente - in primo luogo le sue
difese personali - parte.
Arriva sull’isola e, come previsto, trova vita ed esseri umani apparentemente come lui; dopo un
breve attimo di spaesamento decide di iniziare a relazionarsi con ‘lo straniero sordo’, ma questo
passaggio non è così semplice come aveva previsto, incontra i primi ostacoli, la persona che ha
davanti non lo capisce e, nonostante i suoi sforzi comunicativi, non vi è tra i due una comunicazione
lineare e un feed-back positivo. Inoltre si accorge che il suo linguaggio non usa lo stesso canale
comunicativo e che alla base di ciò vi è una diversità: ‘lo straniero’ oltre a essere tale, ha anche un
deficit e da quel momento sarà per lui lo ‘straniero disabile’.
Tutto ciò ha creato incomprensioni e situazioni poco piacevoli per entrambi, ma la voglia di
scoperta e di relazionarsi è molta, ed è questa cha fa andare avanti i due protagonisti. Entrambi,
così, arriveranno a dei compromessi comunicativi e useranno un linguaggio comune e
comprensibile, nè totalmente oralista, nè totalmente segnico, ma bimodale.
Avvenuto l’incontro, entra in gioco l’aspetto più cognitivo e si entra nel vivo delle nostre domande
4
5. guida. Per poter rispondere a questi quesiti, osservandoli con occhi pedagogici è stato necessario
rifarsi alle teorie di studiosi e mentori della psicologia e pedagogia come Piaget, Vygotskij, Bruner,
Furth…e adattare il loro pensiero al nostro, nella società attuale e nel nostro viaggio con il ‘noi’ e lo
‘straniero sordo’.
Inoltre sono stati utili come strumenti pedagogici una tabella di valutazione e osservazione sullo
sviluppo del bambino negli ambiti della comprensione, l’espressione e l’interiorizzazione di alcuni
concetti e dello sviluppo del pensiero astratto e anche un questionario semistrutturato sull’auto
percezione del proprio pensiero astratto e della percezione che il campione di riferimento aveva
sulla presenza o meno dello sviluppo del pensiero astratto nelle persone sorde.
Grazie all’utilizzo delle teorie e degli strumenti letti in chiave pedagogica l’avventura e il viaggio
dei nostri due protagonisti è proseguita, portando delle risposte esaustive e chiare alle domande
guida infatti il linguaggio è strumento privilegiato del pensiero, ma il pensiero senza linguaggio è
possibile. Esiste una relazione necessaria fra pensiero e linguaggio. Non è immaginabile un
linguaggio senza pensiero che lo preceda, dal momento che l'esperienza di un oggetto è condizione
dalla quale scaturisce la capacità di dominarlo; in altre parole, un fenomeno e il suo significato
precedono, nel tempo, i simboli che lo rappresentano. Il pensiero, pertanto, ha bisogno di
rappresentazione e, quindi, di simboli, ma non necessariamente del sistema di simboli e di regole
nella relazione costituita dal linguaggio verbale.
Il pensiero, l'attività cognitiva dell'individuo dunque non è affatto compromesso direttamente da una
incompetenza linguistica; sono le cause di quest'ultima (insufficienza di stimoli ambientali,
isolamento affettivo, deficit uditivo ...) che non favoriscono il normale sviluppo psico-affettivo e la
maturità linguistica.
Il ‘noi’ ha avuto modo di conoscere un nuovo mondo, pensieri, linguaggi, modalità d’espressioni,
legami nuovi e ‘lo straniero sordo’ si è potuto far conoscere per quello che realmente è con il
proprio linguaggio, il proprio pensiero astratto, e i suoi problemi di quotidianità e relazione.
In questo viaggio c’è stato uno scambio reciproco, un arricchimento, un confronto come se davvero
si fossero incontrati due abitanti di due isole diverse..ma in realtà il viaggio è stato fatto solo con
IL PENSIERO! (perché no..il merito e una buona parte di informazioni per arrivare a queste
conclusioni sono anche del pensiero astratto di ENTRAMBI i protagonisti!)
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6. Bibliografia
- Battacchi, Marco W.,Marta Montanini Manfredi, Pensiero e comunicazione nei bambini
sordi, CLUEB, Bologna, 1991.
- Bouvet D., La parola del bambino sordo. L'apporto della lingua dei segni nell'accesso alla
comunicazione verbale. Masson, Milano, 1986.
- Bruner J., Lo sviluppo cognitivo, Ed Armando, 1994, pp. 148-149
- Butterworth,G & Jarrett, N.(1991). What minds have in common is space: Spatial
mechanism serving joint attention in infancy. British Journal of Developmental Psychology
9
- Palmieri C., Rappresentazioni dell’handicap e processi formativi. CUEM Milano ed 2003.
- Caselli M.C. et al., Linguaggio e sordità, la Nuova Italia, Firenze, 1994.
- Chade Josè J., Il linguaggio del bambino: lo sviluppo, le difficoltà, gli interventi, Erikson
2004
- De Filippis A., Nuovo manuale di logopedia, Edizioni Erickson, Trento, 1998.
- De Mauro Tullio, Vocalità, gestualità, lingue segnante e non, in viaggio nella città invisibile.
Edizione del Cerro, Pisa 2000.
- Foucalt M. (1963), Storia della follia nell’età classica, trad. it. Rizzoli Milano, facendo
riferimento all’interpretazione data da Massa Riccardo.
- Furth H., Pensiero senza linguaggio, Armando, Roma. 1971.
- Furth H., Piaget per insegnanti, Giunti-Barbera, Firenze, 1980.
- Gitti Giuseppe, Sentire segni, I care, Firenze 1992.
- L.A.D.: Language Acquisition Device, Chomky 1959, Pinker 1984, 94 tra gli altri
- Lascioli A., Handicap e pregiudizio, Franco Angeli, Milano.
- Le Doux J., Il sé sinaptico. Come il nostro cervello ci fa diventare quelli che siamo,
Brossura, Cortina Raffaello, 2002
- M.L. Favia e S: Maragna, Una scuola oltre le parole. Manuale per l'istruzione dei sordi. La
Nuova Italia, Firenze, 1995, p. 31.
- Massoni P., S.Maragna, Manuale di logopedia per bambino sordi, Franco Angeli, Milano,
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- Montobbio Enrico, Il falso Sé nell’handicap mentale, Edizioni del Cerro, Pisa, 1999.
- Moscovici S. , Psicologia sociale, E. Borla 1989.
6
7. 7
- Nietzsche Fr. , Aurora e frammenti postumi, trad. it., in Opere , a cura di G. Colli e M.
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- Pagliari L. Rampelli, Indagine sulla storia personale riabilitativa dell'alunno sordo, in Atti
del Convegno "Il problema dei sordi e la scuola". Domus Pacis, Roma 10-11 febbraio 1988.
Istituto Gualandi. Bologna. 1988
- Pigliacampo Renato , Lingua e linguaggio nel sordo, Armando editore, Roma, 1998.
- Pigliacampo Renato, Lettera a un logopedista, dalla parte del bambino sordo, Edizione
Kappa, Roma, 1996.
- Summer W. G. , Costumi di Gruppo, trad. it ., Milano 1962.
- Volterra V., (a cura di) La lingua italiana dei segni, il Mulino, Bologna 1987 .
- Volterra V., L'educazione al linguaggio del bambino sordo tra gesto e parola: proposte per
l'intervento a scuola. "Quaderni di aggiornamento psicopedagogico".
- Vygotskij , Pensiero e linguaggio, 1934.
Siti internet
- www.univirtual.it
- www.storiadeisordi.it
- www.digilander.libero.it
- www.cdila.it
- www.psicolab.net