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Le donne nella scienza
PROGETTO PLURIDISCIPLINARE 2° M
A.S. 2017/2018
Mileva Maric mostrò fin dai primi anni
uno spiccato interesse per la musica, il
canto e, nonostante le difficoltà all'anca,
anche per la danza. Il padre le insegnò
personalmente a leggere, a scrivere, a
far di conto e le lingue serbo e tedesco,
successivamente imparò il francese.
Ebbe una brillante carriera scolastica e
nel 1896 conseguì la maturità.
GIOVINEZZA
Casa d’infanzia Mileva
Maric
Conoscenza e matrimonio con
Einstein
Nell'estate dell'anno 1896 Mileva Marić
conobbe Albert Einstein presso il
Politecnico di Zurigo e nel 1903 si
sposarono. Mileva Marić mise le sue
capacità intellettive al servizio del
marito. Siccome in quegli anni, Albert
Einstein, era un semplice impiegato
statale che doveva recarsi al lavoro tutti
i giorni, il tempo che lo scienziato poteva
dedicare alle sue ricerche era ridotto,
per questo si ipotizza che fosse sua
moglie Mileva ad occuparsene.
Discussione sui contributi di Mileva
Marić ai lavori di Albert Einstein
Quale sia stato il contribuito, della Maric, all'opera del marito e in quale
misura non è facile da capire, infatti da più di 25 anni si è aperta un dibattito
in merito. La discussione è focalizzata soprattutto sui lavori che Albert
Einstein pubblicò nel 1905, il cosiddetto Annus Mirabilis. In quell'anno
vennero pubblicati ben 4 lavori scientifici firmati da Einstein, che divennero in
seguito la colonna portante del suo successo futuro. Questi articoli
affrontavano sotto una nuova ottica l'effetto fotoelettrico e il moto browniano,
formulavano la relatività ristretta e stabilivano l'equivalenza massa-energia.
La definizione Annus Mirabilis venne data al 1905 proprio in seguito alla
pubblicazione, a breve distanza l'uno dall'altro, di questi quattro
relativamente brevi, ma purtuttavia rivoluzionari, articoli fondativi della fisica
moderna. Proprio l'estrema velocità con cui Albert Einstein riuscì a portare a
termine questi estremamente complessi articoli, pur lavorando a tempo pieno
all'Ufficio Brevetti, ha indotto molti a pensare che ciò sia stato possibile
soltanto grazie all'aiuto di sua moglie Mileva Marić.
Ancora oggi gli studiosi sono propensi a riconoscere dei meriti
scientifici alla Maric, tale convinzione trova legittimazione in
alcuni documenti originali dove viene indicato come autore un
impiegato dell'Ufficio Brevetti, un tale Einstein-Marity. Marity
è la versione ungherese del cognome Marić. Nonostante queste
argomentazioni, tuttavia, la comunità scientifica è ancora oggi
estremamente divisa sul ruolo e sui meriti da attribuire a Mileva
Marić.
A cura di:
Barone Giuseppe, Bertino Stefano, Di Palma Francesco, Lorenzo Lembo,
Papale Christian, Santamaria Leonardo, Spanò Luca, Torrisi Simone.
Ὑπατία Hypatia Ipazia
LA PRIMA SCIENZIATA DELLA STORIA
Flavia Antolino
Beatrice Balistreri
Arianna Bonaccors
Marialaura Militi
Costanza Sicurella
Maria Stella
Spampinato
Credete che la storia della
sia
esclusivamente dominata
dagli ?
È perchè
non
conoscete
Biografia
Ipàzia (in gntico: Ὑπατία, Hypatía, in latino:
Hypatia) è stata una matematica, astronoma e
filosofa dell’antica Grecia.
Biografia
Nacque ad Alessandria, alcuni decenni prima che
questa città diventasse parte del nuovo Impero
romano d'Oriente, nella seconda metà del IV
secolo.
Il padre, «Teone, il geometra, il filosofo
d'Alessandria», studiava e insegnava ad
Alessandria, dedicandosi in particolare alla
matematica e all'astronomia ed è certo che Ipazia
sia stata allieva e in seguito collaboratrice del padre.
Biografia
Le fonti antiche sono concordi nel rilevare
come non solo Ipazia fosse stata istruita dal
padre nella matematica ma, sostiene lo
storico Filostorgio, anche che «ella divenne
migliore del maestro, particolarmente
nell'astronomia e che, infine, sia stata ella
stessa maestra di molti nelle scienze
matematiche».
Le sue affermazioni trovano conferma in
Damascio il quale scrive che Ipazia «fu di
natura più nobile del padre, non si
accontentò del sapere che viene dalle
scienze matematiche alle quali lui l'aveva
introdotta, ma non senza altezza d'animo si
dedicò anche alle altre scienze filosofiche».
Filosto
rgio
Damas
cio
Biografia
Matematica, astronoma e filosofa,
aveva tutti i titoli per succedere al
padre nell'insegnamento di queste
discipline nella com unità
alessandrina, nella tradizione
(esclusivamente al maschile) del
glorioso Museo fondato quasi 700
anni prima da Tolomeo I Soter e
infatti, già dal 393, Ipazia era a capo
della scuola alessandrina, quando
aveva appena 31 anni.
Biografia
Una delle sue caratteristiche principale era la
grande generosità con cui tramandava
pubblicamente il sapere tanto che ella divenne
un'autorità e un indiscusso punto di riferimento
culturale nello scenario dell'epoca.
Biografia
Socrate Scolastico scrive che per la sua
straordinaria saggezza tutti la rispettavano
profondamente e provavano verso di lei un
timore reverenziale. Era amata dal popolo
poiché non fu mai gelosa del proprio sapere,
ma sempre disposta a condividerlo con gli
altri, e al contempo era rispettata da molte
autorità cittadine.
Ipazia riuscì a ottenere un forte peso politico
e culturale in un’epoca in cui le donne non
avevano la possibilità di distinguersi nella
società.
Una figura
così
influente non
poteva che dare
fastidio…
La tragica fine
C. W. Mitchell: La
morte di Ipazia
Nel 412 d.c. Cirillo divenne vescovo di
Alessandria e, non tollerando il suo sapere,
pazzo d’invidia, nel 415 d.c. ne ordinò
l’assassinio. Così un gruppo di fanatici
religiosi le tese un agguato.
Ipazia venne barbaramente lapidata e infine
bruciata, facendo sì che di lei non restasse
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E Cirillo?
Bhe lui è stato …
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donna libera ma le ha regalato
una tragica fine… Ipazia è
diventata una martire laica,
vittima del fanatismo per
inseguire il suo sogno e la sua
curiosità.
Ciò la rende un grandissimo
esempio da seguire per tutte noi
giovani donne
Marie Curie
Maria Skłodowska, meglio nota
come Marie Curie
fu una chimica e fisica polacca naturalizzat
a francese.
Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per
la fisica (assieme al marito Pierre Curie e
ad Antoine Henri Becquerel) per i loro
studi sulle radiazioni e, nel 1911,
del premio Nobel per la chimica per la sua
scoperta del radio e del polonio. Marie
Curie crebbe nella Polonia russa; poiché
qui le donne non potevano essere
ammesse agli studi superiori, si trasferì
a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare
la Sorbona, dove si laureò
in fisica e matematica. Negli ultimi anni
della sua vita fu colpita da una grave
forma di anemia aplastica, malattia quasi
certamente contratta a causa delle lunghe
esposizioni alle radiazioni di cui, all'epoca,
si ignorava la pericolosità. Morì nel
sanatorio di Sancellemoz di Passy in Alta
Savoia, nel 1934.
Maria Skłodowska-Curie fu la
prima persona a vincere o
condividere due premi Nobel.
Oltre a lei soltanto un'altra
persona sino ad ora, ha
ricevuto due premi Nobel in
due campi
differenti: Linus Pauling.
Insieme al marito Pierre Curie
e ad Antoine Henri Becquerel,
Maria Skłodowska-Curie
ricevette – prima donna della
storia – il premio Nobel per la
fisica nel 1903. Otto anni dopo,
nel 1911, ricevette il nobel per
il suo aiuto alla chimica, grazie
alla scoperta del radio e del
polonio.
A cura di :
Antonio Marletta, Marco Russo, Gabriele Reale, Giuseppe Salemi, Lorenzo
Pappalardo
MARGERITA HACK
(12/06/1922 - 29/06/2013)
Margherita Hack , nata a Firenze il 12 giugno 1922, è stata un’astrofisica e
divulgatrice scientifica italiana. Il padre di Margherita, Roberto Hack, era un
contabile fiorentino di origini svizzere di religione protestante. La madre, Maria
Luisa Poggesi, toscana, era di religione cattolica e diplomata all’accademia di Belle
Arti e miniaturista alla Galleria degli Uffizi. Entrambi i genitori avevano abbandonato
la loro religione d’origine per aderire alla Società Teosofica Italiana, per la quale
Roberto Hack fu per un certo periodo segretario sotto la presidenza della contessa
Gamberini Cavallini. Margherita Hack, dopo aver compiuto gli studi presso il liceo
classico “Galileo” di Firenze, si laureò in astrofisica nel 1945 con una votazione di
101/110 con una tesi sulle Cefeidi, realizzata sempre a Firenze presso
l’osservatorio di Arcetri quando ne era direttore Giorgio Abetti, che per lei restò
sempre un modello di scienziato, insegnante e gestore di un centro di ricerca
scientifica. Margherita è morta il 29 giugno 2013 all’ospedale di Cattinara a Trieste,
dove era ricoverata da una settimana per problemi cardiaci. Ha occupato la
cattedra di professore ordinario di astronomia all’Università di Trieste dal 1964 all’1
novembre 1992 inoltre Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di
Astronomia dell’Università di Trieste. Ha lavorato presso numerosi osservatori
americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro
dell’ESA e della NASA. Margherita Hack era molto molto nota anche per le sue
attività non strettamente scientifiche e in campo sociale e politico. Era atea, non
credeva in nessuna religione. Riteneva inoltre che l’etica non derivasse dalla
religione ma da “principi di coscienza”.
STUDI E SCOPERTE
Come già detto prima, il primo studio di cui Hack si occupò furono le Cefeidi, stelle che
variano la loro luminosità in un breve arco di tempo di circa cinquanta giorni e che già
nel XX secolo si era capito che si potevano usare come parametri di misurazione della
loro distanza dalla Terra. Oggi queste stelle sono usate come punti di riferimento per
calcolare la distanza fra le galassie alle quali appartengono.
Margherita Hack si impegnò nell'esplorazione dello spazio attraverso i raggi ultravioletti,
con i quali scoprì la supergigante Epsilon Aurigae, stella lontana 6500 anni luce e circa
duecentomila volte più luminosa del Sole, prima fra tante. La scoperta, pubblicata nel
1957, fu accompagnata da un modello proposto dalla Hack di un sistema composto da
tre stelle totali, due stelle caldi vicine tra loro ed una stella gigante circondata da
un'atmosfera rarefatta: ma poichè in quel periodo non esistevano ancora i satelliti, si
dovette aspettare il 1978, con il lancio dell'International Ultraviolet Explorer, per una
totale conferma al modello della Hack. Grazie allo studio del cosmo attraverso
l'ultravioletto si sono potuti studiare circa 10.000 corpi celesti altrimenti invisibili, tra
pianeti, stelle, gas interstellari, supernove e quasar.
La Hack si occupò anche delle stelle a emissione b, delle stelle in rapida rotazione che
formano anelli o inviluppi interstellari. Quelle di tipo Be, per esempio, sono
caratterizzate da uno spettro continuo di righe scure, una grande emissione di
idrogeno, da cui deriva il suffisso "e", e da un eccesso di radiazione infrarosso.
Opere e Pubblicazioni
Nella sua carriera da astrofisica Margherita Hack ha scritto molti
libri sulle sue ricerche, tra le pubblicazioni più sgnificative
troviamo:
Libera scienza in libero stato, dove la professoressa Hack si
ribbella alla rassegnazione di uno stato incapace di progredire
culturalmente e che sembra stia invece facendo passi indietro;
Sotto una cupola stellata, un intricato dialogo che ripercorre i
nodi essenziali dello sviluppo della scienza e del collegamento di
questa con altri saperi, come la religione;
Stelle, pianeti e gallasie, un libro per ragazzi, spiega l'universo
raccontando della sua nascita;
Io credo, un libro dalle tematiche profonde che allarga gli
orizzonti e che aiuta a pensare, tramite i punti di vista della
scienziata e di un prete sui valori fondamentali e i temi della vita
quotidiana.
LAURA CATERINA BASSI
(29/10/1711 - 20/02/1778)
Laura Maria Caterina Bassi Veratti è stata una fisica e accademica italiana. Fu la
seconda donna laureata d’Italia, la prima a intraprendere una carriera accademica e
scientifica e la prima al mondo a ottenere una cattedra universitaria. Nacque a Bologna
nel 29 ottobre 1711 da genitori scandianesi: Giuseppe Bassi e Maria Rosa Cesari. Date
le sue eccezionali doti intellettuali, la famiglia riuscì a impartirle un’educazione privata
affidandola a Gaetano Tacconi. Fu lo stesso Tacconi a chiedere alla famiglia di poterla
istruire in logica, metafisica, fisica e psicologia, materie di studio nei collegi e nelle
università, che ella in quanto donna non poteva frequentare. Il 12 maggio 1732, su
decisione del Senato accademico l’ università di Bologna le conferì la laurea in filosofia
e le assegnò per la stessa materia una libera docenza. Nel 1745 fu nominata da papa
Benedetto XIV accademica benedettina nonostante l’opposizione dei colleghi. Nel 1749
avviò con grande successo corsi di fisica sperimentale. Le lezioni si tennero a casa sua
, nel laboratorio allestito insieme a suo marito Giuseppe Veratti. Dal 1766 cominciò a
insegnare fisica sperimentale agli alunni del collegio di Montalto delle Marche. Laura
Bassi era una seguace delle teorie newtoniane e cercò di applicarle in molteplici campi
di ricerca, in particolare alla fisica elettrica, di cui divenne, assieme con il marito, uno dei
principali cultori italiani. Grazie alla stima che si era procurata con le sue ricerche e la
sua attività didattica riuscì a farsi assegnare la cattedra di professore di fisica
sperimentale nell’Istituto delle Scienze finalmente senza alcuna limitazione dovuta al
sesso. Padroneggiava perfettamente il francese, che usava sia per discutere con i suoi
visitatori sia nelle dimostrazioni sperimentali a beneficio di stranieri. Morì a Bologna nel
1778.
STUDI E SCOPERTE
I principali ambiti in cui si concentrano gli studi di Laura Bassi sono chimica e fisica e le sue
dissertazioni, conservate all'Accademia delle scienze di Bologna, rimangono la
testimonianza del suo ruolo nella discussione scientifica del suo tempo. Laura Bassi era
solita usare il calcolo differenziale per studiare il moto di sistemi a più corpi, un problema
complesso soprattutto nell'ambito di quello che allora era ancora un ramo nuovo della
matematica. Riuscì in tal modo a scoprire che la legge di Boyle non è universalmente
applicabile molto tempo prima che venisse compreso il comportamento del vapore sotto
pressione. Conducendo una serie di esperimenti sul comportamento dell'aria in varie
condizioni Laura Bassi arrivò alla conclusione che l'aria rispettava la legge di Boyle nelle
giornate di bassa umidità, mentre nelle giornate molto umide la legge veniva disattesa.
Riguardo ai suoi studi dei fenomeni elettrici possiamo citare la proprietà di attrazione degli
oggetti appuntiti, infatti sosteneva correttamente che che ci fosse una stretta relazione tra
campo elettrico e campo magnetico. La sua scoperta fu contemporanea o forse addirittura
antecedente rispetto a Benjamin Franklin, del quale condivideva l'idea della conservazione
della carica elettrica, a quel tempo oggetto di un intenso dibattito.
Nei suoi esperimenti sulle proprietà elettriche delle varie sostanze approdò allo studio del
vetro, scoprendone la proprietà di condurre elettricità se riscaldato. Inoltre continuò a
interessarsi ai fluidi, studiandone la diffusione nei capillari, e, in collaborazione con il marito
Giuseppe Veratti, aiutò Gregorio Casali nei suoi esperimenti sulle proprietà della polvere
pirica. Questi sono solo alcuni esempi riguardanti gli studi intrapresi da Laura Bassi che
diedero un grandissimo contributo alla fisica e che resero lei una eccellente insegnante di
fisica newtoniana nelle università di Italia, Francia e Inghilterra.
OPERE E PUBBLICAZIONI
Appassionata principalmente di materie quali fisica e chimica, Laura Bassi presentò
parecchie opere e memorie delle sue esperienze di studio, che vennero lette all'Accademia
Benedettina e di cui si salvarono solo i titoli. Tra i più importanti, in ordine cronologico
relativo alla lettura, troviamo:
Sopra la compressione dell’aria;
Sopra le bollicine che si osservano nei fluidi;
Sopra alcune esperienze d’ elettricità;
Sopra l’uscita dell’acqua dai fori di un vaso;
Su la relazione della fiamma ad aria fissa.

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Le donne nella scienza

  • 1. Le donne nella scienza PROGETTO PLURIDISCIPLINARE 2° M A.S. 2017/2018
  • 2.
  • 3. Mileva Maric mostrò fin dai primi anni uno spiccato interesse per la musica, il canto e, nonostante le difficoltà all'anca, anche per la danza. Il padre le insegnò personalmente a leggere, a scrivere, a far di conto e le lingue serbo e tedesco, successivamente imparò il francese. Ebbe una brillante carriera scolastica e nel 1896 conseguì la maturità. GIOVINEZZA Casa d’infanzia Mileva Maric
  • 4. Conoscenza e matrimonio con Einstein Nell'estate dell'anno 1896 Mileva Marić conobbe Albert Einstein presso il Politecnico di Zurigo e nel 1903 si sposarono. Mileva Marić mise le sue capacità intellettive al servizio del marito. Siccome in quegli anni, Albert Einstein, era un semplice impiegato statale che doveva recarsi al lavoro tutti i giorni, il tempo che lo scienziato poteva dedicare alle sue ricerche era ridotto, per questo si ipotizza che fosse sua moglie Mileva ad occuparsene.
  • 5. Discussione sui contributi di Mileva Marić ai lavori di Albert Einstein Quale sia stato il contribuito, della Maric, all'opera del marito e in quale misura non è facile da capire, infatti da più di 25 anni si è aperta un dibattito in merito. La discussione è focalizzata soprattutto sui lavori che Albert Einstein pubblicò nel 1905, il cosiddetto Annus Mirabilis. In quell'anno vennero pubblicati ben 4 lavori scientifici firmati da Einstein, che divennero in seguito la colonna portante del suo successo futuro. Questi articoli affrontavano sotto una nuova ottica l'effetto fotoelettrico e il moto browniano, formulavano la relatività ristretta e stabilivano l'equivalenza massa-energia. La definizione Annus Mirabilis venne data al 1905 proprio in seguito alla pubblicazione, a breve distanza l'uno dall'altro, di questi quattro relativamente brevi, ma purtuttavia rivoluzionari, articoli fondativi della fisica moderna. Proprio l'estrema velocità con cui Albert Einstein riuscì a portare a termine questi estremamente complessi articoli, pur lavorando a tempo pieno all'Ufficio Brevetti, ha indotto molti a pensare che ciò sia stato possibile soltanto grazie all'aiuto di sua moglie Mileva Marić.
  • 6. Ancora oggi gli studiosi sono propensi a riconoscere dei meriti scientifici alla Maric, tale convinzione trova legittimazione in alcuni documenti originali dove viene indicato come autore un impiegato dell'Ufficio Brevetti, un tale Einstein-Marity. Marity è la versione ungherese del cognome Marić. Nonostante queste argomentazioni, tuttavia, la comunità scientifica è ancora oggi estremamente divisa sul ruolo e sui meriti da attribuire a Mileva Marić.
  • 7. A cura di: Barone Giuseppe, Bertino Stefano, Di Palma Francesco, Lorenzo Lembo, Papale Christian, Santamaria Leonardo, Spanò Luca, Torrisi Simone.
  • 8. Ὑπατία Hypatia Ipazia LA PRIMA SCIENZIATA DELLA STORIA Flavia Antolino Beatrice Balistreri Arianna Bonaccors Marialaura Militi Costanza Sicurella Maria Stella Spampinato
  • 9. Credete che la storia della sia esclusivamente dominata dagli ?
  • 11. Biografia Ipàzia (in gntico: Ὑπατία, Hypatía, in latino: Hypatia) è stata una matematica, astronoma e filosofa dell’antica Grecia.
  • 12. Biografia Nacque ad Alessandria, alcuni decenni prima che questa città diventasse parte del nuovo Impero romano d'Oriente, nella seconda metà del IV secolo. Il padre, «Teone, il geometra, il filosofo d'Alessandria», studiava e insegnava ad Alessandria, dedicandosi in particolare alla matematica e all'astronomia ed è certo che Ipazia sia stata allieva e in seguito collaboratrice del padre.
  • 13. Biografia Le fonti antiche sono concordi nel rilevare come non solo Ipazia fosse stata istruita dal padre nella matematica ma, sostiene lo storico Filostorgio, anche che «ella divenne migliore del maestro, particolarmente nell'astronomia e che, infine, sia stata ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche». Le sue affermazioni trovano conferma in Damascio il quale scrive che Ipazia «fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l'aveva introdotta, ma non senza altezza d'animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche». Filosto rgio Damas cio
  • 14. Biografia Matematica, astronoma e filosofa, aveva tutti i titoli per succedere al padre nell'insegnamento di queste discipline nella com unità alessandrina, nella tradizione (esclusivamente al maschile) del glorioso Museo fondato quasi 700 anni prima da Tolomeo I Soter e infatti, già dal 393, Ipazia era a capo della scuola alessandrina, quando aveva appena 31 anni.
  • 15. Biografia Una delle sue caratteristiche principale era la grande generosità con cui tramandava pubblicamente il sapere tanto che ella divenne un'autorità e un indiscusso punto di riferimento culturale nello scenario dell'epoca.
  • 16. Biografia Socrate Scolastico scrive che per la sua straordinaria saggezza tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale. Era amata dal popolo poiché non fu mai gelosa del proprio sapere, ma sempre disposta a condividerlo con gli altri, e al contempo era rispettata da molte autorità cittadine. Ipazia riuscì a ottenere un forte peso politico e culturale in un’epoca in cui le donne non avevano la possibilità di distinguersi nella società.
  • 18. La tragica fine C. W. Mitchell: La morte di Ipazia Nel 412 d.c. Cirillo divenne vescovo di Alessandria e, non tollerando il suo sapere, pazzo d’invidia, nel 415 d.c. ne ordinò l’assassinio. Così un gruppo di fanatici religiosi le tese un agguato. Ipazia venne barbaramente lapidata e infine bruciata, facendo sì che di lei non restasse nulla.
  • 19. La tragica fine E Cirillo? Bhe lui è stato …
  • 20. La conoscenza l’ha resa una donna libera ma le ha regalato una tragica fine… Ipazia è diventata una martire laica, vittima del fanatismo per inseguire il suo sogno e la sua curiosità. Ciò la rende un grandissimo esempio da seguire per tutte noi giovani donne
  • 22. Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie fu una chimica e fisica polacca naturalizzat a francese. Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) per i loro studi sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio. Marie Curie crebbe nella Polonia russa; poiché qui le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori, si trasferì a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò in fisica e matematica. Negli ultimi anni della sua vita fu colpita da una grave forma di anemia aplastica, malattia quasi certamente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni di cui, all'epoca, si ignorava la pericolosità. Morì nel sanatorio di Sancellemoz di Passy in Alta Savoia, nel 1934.
  • 23. Maria Skłodowska-Curie fu la prima persona a vincere o condividere due premi Nobel. Oltre a lei soltanto un'altra persona sino ad ora, ha ricevuto due premi Nobel in due campi differenti: Linus Pauling. Insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, Maria Skłodowska-Curie ricevette – prima donna della storia – il premio Nobel per la fisica nel 1903. Otto anni dopo, nel 1911, ricevette il nobel per il suo aiuto alla chimica, grazie alla scoperta del radio e del polonio.
  • 24. A cura di : Antonio Marletta, Marco Russo, Gabriele Reale, Giuseppe Salemi, Lorenzo Pappalardo
  • 25. MARGERITA HACK (12/06/1922 - 29/06/2013) Margherita Hack , nata a Firenze il 12 giugno 1922, è stata un’astrofisica e divulgatrice scientifica italiana. Il padre di Margherita, Roberto Hack, era un contabile fiorentino di origini svizzere di religione protestante. La madre, Maria Luisa Poggesi, toscana, era di religione cattolica e diplomata all’accademia di Belle Arti e miniaturista alla Galleria degli Uffizi. Entrambi i genitori avevano abbandonato la loro religione d’origine per aderire alla Società Teosofica Italiana, per la quale Roberto Hack fu per un certo periodo segretario sotto la presidenza della contessa Gamberini Cavallini. Margherita Hack, dopo aver compiuto gli studi presso il liceo classico “Galileo” di Firenze, si laureò in astrofisica nel 1945 con una votazione di 101/110 con una tesi sulle Cefeidi, realizzata sempre a Firenze presso l’osservatorio di Arcetri quando ne era direttore Giorgio Abetti, che per lei restò sempre un modello di scienziato, insegnante e gestore di un centro di ricerca scientifica. Margherita è morta il 29 giugno 2013 all’ospedale di Cattinara a Trieste, dove era ricoverata da una settimana per problemi cardiaci. Ha occupato la cattedra di professore ordinario di astronomia all’Università di Trieste dal 1964 all’1 novembre 1992 inoltre Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste. Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA. Margherita Hack era molto molto nota anche per le sue attività non strettamente scientifiche e in campo sociale e politico. Era atea, non credeva in nessuna religione. Riteneva inoltre che l’etica non derivasse dalla religione ma da “principi di coscienza”.
  • 26. STUDI E SCOPERTE Come già detto prima, il primo studio di cui Hack si occupò furono le Cefeidi, stelle che variano la loro luminosità in un breve arco di tempo di circa cinquanta giorni e che già nel XX secolo si era capito che si potevano usare come parametri di misurazione della loro distanza dalla Terra. Oggi queste stelle sono usate come punti di riferimento per calcolare la distanza fra le galassie alle quali appartengono. Margherita Hack si impegnò nell'esplorazione dello spazio attraverso i raggi ultravioletti, con i quali scoprì la supergigante Epsilon Aurigae, stella lontana 6500 anni luce e circa duecentomila volte più luminosa del Sole, prima fra tante. La scoperta, pubblicata nel 1957, fu accompagnata da un modello proposto dalla Hack di un sistema composto da tre stelle totali, due stelle caldi vicine tra loro ed una stella gigante circondata da un'atmosfera rarefatta: ma poichè in quel periodo non esistevano ancora i satelliti, si dovette aspettare il 1978, con il lancio dell'International Ultraviolet Explorer, per una totale conferma al modello della Hack. Grazie allo studio del cosmo attraverso l'ultravioletto si sono potuti studiare circa 10.000 corpi celesti altrimenti invisibili, tra pianeti, stelle, gas interstellari, supernove e quasar. La Hack si occupò anche delle stelle a emissione b, delle stelle in rapida rotazione che formano anelli o inviluppi interstellari. Quelle di tipo Be, per esempio, sono caratterizzate da uno spettro continuo di righe scure, una grande emissione di idrogeno, da cui deriva il suffisso "e", e da un eccesso di radiazione infrarosso.
  • 27. Opere e Pubblicazioni Nella sua carriera da astrofisica Margherita Hack ha scritto molti libri sulle sue ricerche, tra le pubblicazioni più sgnificative troviamo: Libera scienza in libero stato, dove la professoressa Hack si ribbella alla rassegnazione di uno stato incapace di progredire culturalmente e che sembra stia invece facendo passi indietro; Sotto una cupola stellata, un intricato dialogo che ripercorre i nodi essenziali dello sviluppo della scienza e del collegamento di questa con altri saperi, come la religione; Stelle, pianeti e gallasie, un libro per ragazzi, spiega l'universo raccontando della sua nascita; Io credo, un libro dalle tematiche profonde che allarga gli orizzonti e che aiuta a pensare, tramite i punti di vista della scienziata e di un prete sui valori fondamentali e i temi della vita quotidiana.
  • 28. LAURA CATERINA BASSI (29/10/1711 - 20/02/1778) Laura Maria Caterina Bassi Veratti è stata una fisica e accademica italiana. Fu la seconda donna laureata d’Italia, la prima a intraprendere una carriera accademica e scientifica e la prima al mondo a ottenere una cattedra universitaria. Nacque a Bologna nel 29 ottobre 1711 da genitori scandianesi: Giuseppe Bassi e Maria Rosa Cesari. Date le sue eccezionali doti intellettuali, la famiglia riuscì a impartirle un’educazione privata affidandola a Gaetano Tacconi. Fu lo stesso Tacconi a chiedere alla famiglia di poterla istruire in logica, metafisica, fisica e psicologia, materie di studio nei collegi e nelle università, che ella in quanto donna non poteva frequentare. Il 12 maggio 1732, su decisione del Senato accademico l’ università di Bologna le conferì la laurea in filosofia e le assegnò per la stessa materia una libera docenza. Nel 1745 fu nominata da papa Benedetto XIV accademica benedettina nonostante l’opposizione dei colleghi. Nel 1749 avviò con grande successo corsi di fisica sperimentale. Le lezioni si tennero a casa sua , nel laboratorio allestito insieme a suo marito Giuseppe Veratti. Dal 1766 cominciò a insegnare fisica sperimentale agli alunni del collegio di Montalto delle Marche. Laura Bassi era una seguace delle teorie newtoniane e cercò di applicarle in molteplici campi di ricerca, in particolare alla fisica elettrica, di cui divenne, assieme con il marito, uno dei principali cultori italiani. Grazie alla stima che si era procurata con le sue ricerche e la sua attività didattica riuscì a farsi assegnare la cattedra di professore di fisica sperimentale nell’Istituto delle Scienze finalmente senza alcuna limitazione dovuta al sesso. Padroneggiava perfettamente il francese, che usava sia per discutere con i suoi visitatori sia nelle dimostrazioni sperimentali a beneficio di stranieri. Morì a Bologna nel 1778.
  • 29. STUDI E SCOPERTE I principali ambiti in cui si concentrano gli studi di Laura Bassi sono chimica e fisica e le sue dissertazioni, conservate all'Accademia delle scienze di Bologna, rimangono la testimonianza del suo ruolo nella discussione scientifica del suo tempo. Laura Bassi era solita usare il calcolo differenziale per studiare il moto di sistemi a più corpi, un problema complesso soprattutto nell'ambito di quello che allora era ancora un ramo nuovo della matematica. Riuscì in tal modo a scoprire che la legge di Boyle non è universalmente applicabile molto tempo prima che venisse compreso il comportamento del vapore sotto pressione. Conducendo una serie di esperimenti sul comportamento dell'aria in varie condizioni Laura Bassi arrivò alla conclusione che l'aria rispettava la legge di Boyle nelle giornate di bassa umidità, mentre nelle giornate molto umide la legge veniva disattesa. Riguardo ai suoi studi dei fenomeni elettrici possiamo citare la proprietà di attrazione degli oggetti appuntiti, infatti sosteneva correttamente che che ci fosse una stretta relazione tra campo elettrico e campo magnetico. La sua scoperta fu contemporanea o forse addirittura antecedente rispetto a Benjamin Franklin, del quale condivideva l'idea della conservazione della carica elettrica, a quel tempo oggetto di un intenso dibattito. Nei suoi esperimenti sulle proprietà elettriche delle varie sostanze approdò allo studio del vetro, scoprendone la proprietà di condurre elettricità se riscaldato. Inoltre continuò a interessarsi ai fluidi, studiandone la diffusione nei capillari, e, in collaborazione con il marito Giuseppe Veratti, aiutò Gregorio Casali nei suoi esperimenti sulle proprietà della polvere pirica. Questi sono solo alcuni esempi riguardanti gli studi intrapresi da Laura Bassi che diedero un grandissimo contributo alla fisica e che resero lei una eccellente insegnante di fisica newtoniana nelle università di Italia, Francia e Inghilterra.
  • 30. OPERE E PUBBLICAZIONI Appassionata principalmente di materie quali fisica e chimica, Laura Bassi presentò parecchie opere e memorie delle sue esperienze di studio, che vennero lette all'Accademia Benedettina e di cui si salvarono solo i titoli. Tra i più importanti, in ordine cronologico relativo alla lettura, troviamo: Sopra la compressione dell’aria; Sopra le bollicine che si osservano nei fluidi; Sopra alcune esperienze d’ elettricità; Sopra l’uscita dell’acqua dai fori di un vaso; Su la relazione della fiamma ad aria fissa.