1. VICTOR EMIL
FRANKL
Il senso della vita
"Ho trovato il significato
della mia vita
nell'aiutare gli altri a
trovare nella loro vita
un significato”
2. La Vienna di inizio secolo
LaVienna del 1905, anno in cui nacqueViktor Frankl,
era la metropoli europea per eccellenza, la città
dell’arte, della musica, dell’eleganza, del saper vivere,
dell’ordine, della tolleranza.
Vissero all’epoca ebrei famosi come, tra gli altri, i
musicisti Gustav Mahler, Arnold Schonberg e Oskar
Strauss, gli scrittori Hugo von Hofmannshal e Peter
Altenberg, oltre a Sigmund Freud e AlfredAdler
3. Nascita e famiglia
Da adultoVictor amava dire: “pare che
per poco non sono nato nel celebre caffè
Siller diVienna”, riferendosi alle doglie
avute dalla madre mentre erano seduti
al caffè Siller, e alla successiva corsa
verso casa che i genitori dovettero
compiere per farlo nascere in tempo
Victor Emil Frankl nacque
il 26 marzo 1905 aVienna
nella casa paterna di
Czerningasse 6, nel
distretto di Leopoldstadt
Il Ponte Aspern collega il centro
diVienna, dove c’era il caffè
Siller con Leopoldstadt
4. I genitori
I genitori erano originari della
vecchiaCecoslovacchia,
nell’ImperoAustro-Ungarico
Il padre Gabriel, nacque il 28
marzo 1861 a Pohrlitz,l’attuale
Pohořelice nella Repubblica Ceca,
da una famiglia non benestante: il
padre era un piccolo rilegatore
Si trasferì aVienna per
frequentare la scuola superiore e
la facoltà di medicina, che
successivamente fu costretto a
lasciare per motivi finanziari
Divenne Direttore presso il
Ministero degli Affari Sociali
Victor descrisse il padre come
una persona con un grande
senso del dovere e
dell’autodisciplina, con un
attitudine positiva ad
affrontare le difficoltà
5. La madre
La madre, Elsa Lion, nata l'8
febbraio 1879 a Praga proveniva
da una famiglia patrizia di origine
praghese, che sembra che
discendesse dal celebre “grande
rabbi Low” di Praga, personaggio
avvolto dalla leggenda e del quale
di diceva che avesse creato il
Golem (fantoccio con sembianze
umane) da un pezzo di argilla
Era molto pia, stretta osservante
delle norme di vita ebraiche
Venne descritta daViktor come
una donna colta e di natura
gentile
Jubilee Synagogues, Praga
6. La casa natale
Dopo il matrimonio i suoi genitori
andarono ad abitare al numero 6
di Czerningasse, nel quartiere di
Leopoldstads, il principale
quartiere ebraico diVienna, dove
Frankl visse fino al 1942
La casa era situata proprio di
fronte all’abitazione dove aveva
abitatoAlfred Adler e molto vicino
alla casa dove Johann Strauss
aveva composto il valzer del
Danubio Blu
7. I fratelli di Viktor
Viktor era secondogenito di 3 figli
(prima di lui, il 26 luglio 1902, era
nato Walter August; dopo di lui, il 30
aprile 1909, nascerà Stella Josefine)
A differenza dei fratelli aveva una
costituzione fisica piccola ad esile
I fratelli non mostrarono inizialmente
molto interesse per lo studio; in età
adultaWalter seguì la carriera di
architetto e arredatori di interni,
mentre Stella divenne stilista di
moda femminile Viktor all’età di 5 anni, al centro
tra i due fratelli
8. L’infanzia di Viktor
Dell’infanziaViktor
ricorda che era solito
giocare con i fratelli nel
cortile interno della sua
casa e che si recava
spesso con l’intera
famiglia nei vicini
giardini e nel parco
divertimenti del Prater,
distante pochi minuti a
piedi dalla sua abitazione
Viktor amava ricordare,
le giornate felici
trascorse a Poloritz,
Cecoslovacchia, in
compagnia dei suoi
fratelli e dei suoi amici
9. La Prima guerra mondiale
Durante la Prima Guerra Mondiale la
famiglia Frankl, così come tutta la
popolazione viennese, cadde in
miseria
Si ritrovò in grandi ristrettezze
economiche, al punto tale che i
ragazzi andavano in giro per le
fattorie a mendicare il pane e a volte
a rubare il granoturco nei campi
Al mercato copertoViktor doveva
mettersi in coda per le patate alle tre
di notte, fino a che alle sette e
mezzo di mattina, la madre gli dava
il cambio per consentirgli di andare a
scuola
10. Gli anni del ginnasio
Durante gli anni del ginnasio Frankl,
presso lo Sperlgymnasium, dove avevano
studiato Freud e Adler, si dimostrò uno
studente attento e vivace
Mostrò un enorme interesse per gli studi
filosofici e psicologici e iniziò a
frequentare diversi corsi di psicologia
applicata presso un'università popolare,
occupandosi anche di psicologia
sperimentale
Mentre gli amici andavano al Prater per
giocare a pallone o a passeggiare con le
ragazze,Viktor amava restare alla
scrivania ad ascoltare i ”pensieri” narrati
da qualche amico
Sperlgymnasium
11. L’incontro con Freud
Victor scrisse diverse volte a Freud per
comunicargli le sue idee sulla psicoanalisi, ed un
giorno con sua immensa sorpresa e piacere
ricevette un cartolina di risposta di
compiacimento.
All’età di 17 anni inviò a Freud un saggio su
alcuni aspetti della psicologia che fu pubblicato
due anni dopo, nel 1924, nella rivista
Internationale Zeitschrift fur Psychoanalyse
(Rivista Internazionale di Psicoanalisi)
Ma l’incontro personale con Freud avvenne più
tardi nel 1925 mentre passeggiava lungo la riva
della Bergasse; all’epoca era già entrato nella
sfera di influenza di Alfred Adler
Riferendosi a se stesso
nei confronti di Freud
disse: “Un nano che sta
sulle spalle di un
gigante vede un po’ più
lontano del gigante
stesso”
12. La maturità e il disagio giovanile
Al termine degli studi
superiori sostenne gli
esami di maturità. Questi
esami erano così difficili
che Freud, che aveva
frequentato lo
Sperlgymnasium, li definì
il “Martyrdom”
La pressione era così
elevata che era una delle
cause principali dell’elevato
tasso di suicidio che si
verificava in quel periodo
negli studenti.
13. La passione per l’alpinismo
La passione nacque quando un
suo amico lo invitò a scalare
una parete rocciosa; questo
sport che praticò per molti anni,
gli permetteva di migliorare la
propria concentrazione
liberando la mente dai pensieri
più fastidiosi e pesanti.
Una volta disse: “io entro in
relazione con la parete, con la
roccia. Io la amo. Io appartengo
alla roccia”
Si arrampicò fino ad 80 anni
14. Gli anni della Scuola di Medicina
Superati gli esami di maturità si
iscrisse alla Scuola di Medicina
dell’Università diVienna
Nel 1921 tenne la sua prima
conferenza sul tema “Il senso
della vita” (Über den Sinn des
Lebens)
Nello stesso anno divenne
funzionario della Gioventù
lavoratrice socialista (
Sozialistischen Arbeiterjugend); nel
1924 diventò capo degli studenti
socialisti dell'Austria
In seguito avrebbe detto che “si
trattava di una malattia infantile”
Le sue grandi doti oratorie e la
sua instancabile e apprezzata
attività gli permisero di ottenere
il permesso di Otto Potzl,
Direttore della clinica
psichiatrica, di lavorare
autonomamente come
psicoterapeuta quando era
ancora studente di medicina
15. “Fu allora che cercai di dimenticare quel che
avevo imparato di psicoanalisi e di psicologia
individuale. Mi sforzavo di imparare dal
paziente, di ascoltarlo con attenzione.Volevo
riuscire a scoprirne il comportamento quando
le sue condizioni miglioravano. Cominciai ad
improvvisare…”
I germi della logoterapia
16. L’incontro con Adler
Nel 1923 pubblicò un lavoro
dal titolo La psicologia del
pensiero filosofico (una
patografia, in senso
psicoanalitico, di Artur
Schopenhauer)
Nello stesso anno incominciò
a pubblicare sul quotidiano
DerTag articoli dedicati ai
problemi esistenziali dei
giovani e intensificò la
corrispondenza epistolare
con Sigmund Freud
Il 23 novembre 1925 superò
l’esame di ammissione alla
sezione viennese della
Associazione Internazione
della Psicologia Individuale
Cominciò a partecipare ai
lavori della Società di
Psicologia Individuale, alla
quale collaborò attraverso
contributi scientifici e con la
fondazione e la direzione
della rivista Der Mensch im
Alltag di orientamento
adleriano
17. Il contrasto con Adler e la nuova
strada
Nel 1926, tenne una relazione Congresso
Internazionale di Psicologia Individuale,
dove contestò la teoria adleriana ed in
particolare “il convincimento che la nevrosi
… sia sempre e dovunque un puro e semplice
mezzo per raggiungere uno scopo… ma che
invece, è “espressione”.
I rapporti con Adler iniziarono a
deteriorarsi progressivamente e portarono
alla sua espulsione caldeggiata
insistentemente dallo stesso Adler
Frankl fu costretto ad andare per la sua
strada. Una strada che lo porterà molto
lontano
18. Centri di consulenza giovanile
Frankl organizzò, stimolato da
alcuni psicologi individuali
come Charlotte Bühler ed
Erwin Wexberg, aVienna e in
altre sei città i Centri di
Consulenza Giovanile
(Jugendberatungsstellen), ai
quali potevano rivolgersi
gratuitamente i giovani in
difficoltà: luoghi nei quali
educatori, psicologi e medici
fornivano, in modo gratuito,
consigli di natura psicologica
ed esistenziale.
L'iniziativa ebbe uno
straordinario successo: i
centri di consulenza “nel giro
di pochi anni i centri offrirono a
innumerevoli giovani la
possibilità di esaminare con
serietà e rigore scientifico, in
un clima di rispetto e fiducia, i
loro problemi esistenziali e di
trovare le soluzioni più adatte”
Nel 1927 Frankl fondò e
diresse la rivista Der Mensch
im Alltag. Zeitschrift zur
Verbreitung und Anwendung
der Individualpsychologie.
19. Frequentazione di reparti di neurologia
Nel 1930, dopo l’espulsione
dalla Società di Psicologia
Individuale, riuscì “a
organizzare un intervento
straordinario in coincidenza
con la pubblicazione dei
risultati scolastici: la
conseguenza fu che aVienna
per la prima volta dopo molti
anni non fu registrato nessun
caso di tentato suicidio da
parte di studenti”.
Nello stesso anno all’età di 25
anni si laureò in medicina e
incominciò a frequentare il
tirocinio di specializzazione in
psichiatria e neurologia,
presso la clinica neurologica
“Am Rosenhugel” che
concluse nel 1936
Rosenhügel Neurological Centre
20. I primi anni di lavoro
Tenne il primo corso di igiene psichica
all’Università. Prestò la sua opera presso
cliniche psichiatriche e centri di cura per
malattie nervose come nella clinica
neurologica Am Steinhof (dove lavorò
per quattro anni) e il Maria-Theresien
Schlösser diVienna.
Nel 1937 aprì uno studio privato come
specialista in neurologia e psichiatria,
ma l'esercizio autonomo della
professione non durò a lungo per
l’invasione nazista
Oltre a insegnare alla Scuola Superiore
Popolare teneva conferenze per la
Gioventù Operaia Socialista.
21. “Ho dovuto assistere alla più spaventosa sconfitta
della ragione e al più selvaggio trionfo della
brutalità nell’ambito della storia. Mai una
generazione – non lo affermo certo con orgoglio,
bensì con vergogna – ha subito un siffatto
regresso morale da così nobile altezza spirituale
….”
Stevan Zweig Il mondo di ieri
Viennese ed ebreo,
a causa della perdita di tutti i valori
per i quali era vissuto e di tutti i suoi beni affettivi ,
morì suicida nel 1942
Il trionfo della brutalità
22. L’annessione (Anschluss)
dell’Austria al Reich
L’annessione segnò
anche l’introduzione
della legislazione
razziale tedesca
Nel 1937 le truppe
naziste fecero il suo
ingresso in Austria
Il 13 marzo 1938
l’annessione tedesca,
confermata dal plebiscito
del 10 aprile, segnò la fine
dell’indipendenza: l’Austria
rinunciò al suo nome
divenendo Ostmark, la
marca orientale
Ingresso delle truppe naziste aVienna
23. Lo sterminio della comunità
ebraica viennese
Con la responsabilità di
parte della popolazione
austriaca furono devastati
negozi e abitazioni degli
ebrei, distrutte sinagoghe,
arrestate migliaia di
persone
La comunità ebraica
viennese che prima della
guerra contava 180.000
persone fu ridotta dopo
l’Olocausto a circa 6000
persone Razzia al Israelitische
Kultrsgemeinde marzo 1938
24. La stesura della logoterapia
Nel suo articolo Zur geistigen
Problematik der Psychotherapie,
pubblicato nel Zentralblatt für
Psychotherapie und ihre
Grenzgebiete, Frankl parlò per la
prima volta in maniera esplicita e
articolata di logoterapia e di analisi
esistenziale.
Nonostante il crescente pericolo
non utilizzò il visto ricevuto per
espatriare in America, per non
lasciare soli i suoi genitori
25. Durante l’invasione
Diresse il reparto di neurologia del Rothschildspital, (1939-
1942) dove venivano curati solo pazienti ebrei.
Mettendo in pericolo la propria vita, Frankl sabotò il
programma di eutanasia messo in atto dai nazisti per i
"malati psichici" stendendo delle false diagnosi nel corso
delle perizie mediche.
Quello che vedeva in questo ospedale era sintomatico della
condizione ebraica aVienna: fino a dieci casi di tentato
suicidio al giorno.
In quegli anni pubblicò alcuni
articoli in settimanali svizzeri,
incominciando la prima stesura del
volume Ärztliche Seelsorge.
26. “Rispetto profondamente la decisione di
una persona di togliersi la vita, tuttavia
desidero che anche il mio principio venga
rispettato, ossia: salvare finché posso”
Frankl e il suicidio
27. “Tilly sembrava una danzatrice spagnola”
Si innamorò della sua infermieraTilly
Grosser non solo per la sua bellezza ma
anche perché “impressionato dalla sua
natura, dal suo ingegno naturale, dalla
delicatezza dei suoi sentimenti”
Il 17 Dicembre 1941 sposòTilly, e fu
l’ultimo matrimonio aVienna di una
coppia ebrea
In seguito fu anche proibito di avere figli,
con la minaccia di spedire
immediatamente in un campo di
concentramento le donne gravide.
Frankl scrisse in seguito:
“Tilly dovette sacrificare la nostra creatura non ancora nata”
28. La deportazione
Dopo la chiusura del RothSchildspital
cadde la protezione e nel mese di
settembre del 1942 fu deportato con tutta
la sua famiglia, nel lager diTheresienstadt
(Böhmen) a 70 chilometri a nord di Praga
dove rimase olrre due anni.
Suo fratello Walter, con la moglie Elsa, era
già stato deportato ad Auschwitz.
Solo sua sorella Stella riuscì ad emigrare
prima in Messico e poi in Australia, dove
morì nel 1996
ATheresienstadt, il 13 febbraio 1943, il
padre di Frankl morì di fame all'età di 82
anni.
29. “…. presi congedo da mia madre e poi le chiesi:
“Ti prego, dammi la tua benedizione” . E non
dimenticherò mai come lei, con un grido che
saliva dal profondo del cuore, e che riesco a
definire solo vibrante d’amore, mi disse: “sì, ti
benedico”, e mi diede la sua benedizione.”
La benedizione della madre
30. Auschwitz
Viktor fu trasferito ad
Auschwitz insieme aTilly, che
aveva chiesto di essere
deportata anche lei, dopo
aver avuto la straziante
benedizione della madre
Le donne e gli uomini furono
separati e fu l’ultima volta che
videTilly: sarebbe morta poco
tempo dopo a Bergen-Belsen
all’età di 25 anni; Frankl seppe
la notizia solo a conflitto
concluso
Il 23 ottobre 1944 in
Auschwitz, nella camera a
gas, morì sua madre; nello
stesso lager trovò la morte
suo fratello
“Tilly, bisogna restare in
vita ad ogni costo, mi
capisci, ad ogni costo”
31. Uno psicologo nel lager
All’ingresso di Auschwitz,
dovette spogliarsi di tutto,
perdendo così per sempre i
preziosi manoscritti frutto
di anni di lavoro
Fu sistemato in una piccola
baracca con mille persone,
costantemente affamate e
tormentate dal freddo, in
una “ibernazione culturale”
Nel suo abbandono, nella
sua infinita solitudine, egli
è visitato da visioni,
nostalgie, presenze
Fu così che un giorno
all’alba mentre si
trascinava verso il posto di
lavoro ebbe la visione delle
giovane moglie: “parlo con
mia moglie, la sento
rispondere, la vedo sorridere
dolcemente”
“L’uomo di abitua a tutto”
Dostoevsky
32. “… provo la verità di ciò che per molti pensatori è stato il
culmine della saggezza, di ciò che molti poeti hanno
cantato; che l’amore è il punto finale, il più alto al quale
essere umano possa innalzarsi… Capisco che l’uomo, anche
quando non gli resta niente in questo mondo, può
sperimentare la beatitudine suprema – sia pure per qualche
attimo – nella contemplazione interiore dell’essere amato
Viktor Frankl
Uno psicologo nei lager
L’amore è il punto finale
33. “…dopo aver scavato per ore il terreno gelato,
ricomincia il dialogo con l’essere amato e il prigioniero
sente che lei gli è vicina e che forse basta allungare la
mano per afferrare la sua. E proprio in qual momento un
uccellino svolazza verso di lui, gli si posa davanti, sulle
zolle di terra che ha appena spalato e lo fissa immobile,
senza timore. Un evento sincronistico nel sento di Jung?
Certamente un evento significativo, capace di consolare
e donare speranza”
Viktor Frankl
Uno psicologo nei lager
L’incontro con l’essere amato
34. La liberazione
Da Auschwitzqui venne poi trasferito a
Kaufering III, e infine aTurkeim. In questo
ultimo lager Frankl si ammalò di febbre
petecchiale e tra deliri e visioni, si mantenne
sveglio di notte, tentando di ricostruire
stenograficamente il suo libro.
In quelle estreme condizioni di vita vide
confermate le sue tesi sul destino e sulla
libertà.
Il 27 aprile 1945 venne liberato dagli
americani e qualche mese dopo fece ritorno
aVienna.
Lo stesso giorno fu informato della morte di
Tilly
35. La ricerca del ricordo
Dall’esperienza dei
campi di
concentramento
nacque il volume Ein
Psychologe erlebt das
Konzentrationslager
(Uno psicologo nei
lager), destinato a
diventare un best-seller
mondiale
36. La liberazione e la ricostruzione
L’anno successivo al suo ritorno a
Vienna gli fu affidato l’incarico di
primario del Policlinico neurologico di
Vienna che conservò per 25 anni fino al
1971
Con la ricostruzione del suo libro
Ärztliche Seelsorge (in italiano:
Logoterapia e analisi esistenziale)
ottenne l'abilitazione in neurologia e
psichiatria
In nove giorni dettò Ein Psycholog
erlebt das Konzentrationslager (in
italiano: Uno psicologo nei lager), che
nella sola edizione americana (Man's
Search for Meaning) venderà più di nove
milioni di esemplari.
37. Elly: il secondo matrimonio
Nel 1946 incontrò l’infermiera
Eleonore (Elly) Katharina
Schwindt, nata il 6 novembre
1925 a Kaisermuhlen, nei
sobborghi diVienna
Era una cattolica praticante e
che aveva iniziato a lavorare
come volontaria nel reparto
dentistico nel Policlinico e
successivamente in un reparto
di chirurgia
Se ne innamorò appena la vide
: “aveva degli occhi bellissimi”
Si sposò il 18 luglio 1947
Elly sarebbe stata la sua
instancabile compagna di
lavoro, di viaggi e di scalate
38. La nascita della figlia Gabriele
Il matrimonio fu semplice; Elly
era al quarto mese di
gravidanza della piccola
Gabriele, sua unica figlia, che
divenne una psicologa infantile
Gabriele sposò il professore di
fisica FranzVésely, dal quale ha
avuto due figli: Alexander e
KatarinaVesely che
collaborano insieme alla madre
e alla nonna alViktor Frankl
Institut
39. Psicoterapia nella pratica
medica
Nello stesso periodo pubblicò
un'opera particolarmente
significativa, ricca di
un'abbondante casistica: Die
Psychotherapie in der Praxis. Eine
kasuistische Einführung für Ärzte
(in italiano: Psicoterapia nella
pratica medica), oltre a Zeit und
Verantwortung e Die
Existenzanalyse und die Probleme
der Zeit (in italiano: L'analisi
esistenziale e i problemi del
tempo).
40. Dopo aver conseguito la abilitazione in
neurologia e psichiatria, ottenne il dottorato in
filosofia con una dissertazione sul tema: Der
unbewußte Gott. Psychotherapie und Religion (in
italiano: Dio nell'inconscio).
Divenne, poi, libero docente di neurologia e
psichiatria all'Università diVienna
Nel 1949 fondò la Österreichische
Ärztegesellschaft für Psychotherapie,
divenendone il primo presidente.
Come frutto delle sue lezioni apparve il libro
Homo patiens. Versuch einer Pathodizee (in
italiano: Homo Patiens) in cui veniva posto in
evidenza un nuovo punto nevralgico nella
logoterapia: la consolazione dell'uomo che
soffre
Incrementa l’attività produttiva
41. La straordinaria Produzione letteraria
Dal 1950 pubblicò diversi libri, tra gli altri:
Logos und Existenz. DreiVorträge, in cui sono delineati i fondamenti
antropologici della logoterapia.
Die Psychotherapie im Alltag. Sieben Radiovorträge (1952)e, in
collaborazione con Otto Pötzl, di uno studio psicofisiologico sulle
condizioni psichiche durante una caduta.
Pathologie des Zeitgeistes. Rundfunkvorträge über Seelenheilkunde (1955)
Negli Stati Uniti appare The Doctor and the Soul. From Psychotherapy to
Logotherapy (traduzione di Ärztliche Seelsorge).
Theorie undTherapie der Neurosen (in italiano: Teoria e terapia delle
nevrosi) la sua dottrina sulle nevrosi (1956)
Psychotherapy and Existentialisin.Selected Papers on Logotherapy (in
italiano: Senso e valori per l'esistenza) (1967)Psychotherapie für den
Alltag. Rundfunkvorträge über Seeleheilkunde (in italiano: Psicoterapia
per tutti)(1971)
Das Leiden am sinnlosen Leben. Psychotherapie für heute (in italiano: La
sofferenza di una vita senza senso) (1977)
Was nicht in meinen Büchern steht (in italiano: La vita come compito)
(1995)
42. Fama internazionale
La sua crescente fama internazionale lo portò ad effettuare
conferenze alle Università di Londra, Olanda e Buenos Aires.
Si calcola che furono poi più di duecento le università non
europee che invitarono Frankl a tenere lezioni e conferenze.
Nel 1961 diventa docente invitato all'Università di Harvard a
Cambridge (USA).
Nel 1970 in San Diego, California, presso la United States
International University fu inaugurata la prima cattedra di
logoterapia e fu fondato il primo Istituto di Logoterapia del
mondo.
I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo.
Contemporaneamente Frankl incominciò a riceve numerosi
Dottorati honoris causa
43. Il Viktor-Frankl-Institut
Nel 1992 venne
fondato aVienna il
Viktor-Frankl-Institut,
alla cui Presidenza si
sono succedute diverse
personalità del mondo
accademico
internazionale
Viktor-Frankl-Center
Mariannengasse 1/15 A-1090
Vienna
www.frankl_zentrum.org
44. Viktor ed Elly
Furono protagonisti di un
matrimonio felice.
Vissero insieme per sempre nella
loro abitazione della
Mariannengasse, 1, attuale sede
delViktor Frankl Zentrum
Elly lo seguì e lo aiutò
costantemente e il suo lavoro fu
premiato con il conseguimento di
una laura honoris causa: perché
con la sua cura rese possibile lo
straordinario lavoro diViktor
Il suo apporto diventò
indispensabile quando a 85 anni
Viktor divenne quasi cieco,
vedeva solo luci ed ombre
45. Elly
Oggi Elly continua a
vivere nella loro
vecchia casa,
prendendosi cura dei
suoi nipoti e
collaborando alla
realizzazione di
progetti,
manifestazioni ed
eventi alViktor Frankl
Institut
46. L’addio
Viktor Frankl morì il 2 settembre
1997 per attacco cardiaco tre giorni
dopo aver subito un intervento
chirurgico
Fu offerto alla famiglia un posto
d’onore al cimitero centrale di
Vienna ma la famiglia rispettò le
volontà diViktor Frankl e il funerale
si tenne in forma strettamente
privata nel vecchio settore ebraico
del Zentralfriedhof , nel quartiere di
Simmerimg, (Porta 11, gruppo 76b,
fila 23, n. 27).
47. L’addio
Il nipote Alexander disse:
“egli voleva essere
seppellito così come era
nato, senza essere
conosciuto al mondo, in un
modo molto semplice”
I nomi dei suoi genitori,
Elsa e Gabriel, di suo
fratello Walter e di sua
moglie Elsa furono
aggiunti sulla lapide in
memoria di quelli che
perirono durante
l’Olocausto
48.
49. La logoterapia: sintesi
La logoterapia, da logos, intesa non come parola,
ma come “significato”, conosciuta anche come
analisi esistenziale, è un approccio
psicoterapeutico teorizzato daViktor Frankl che
si pone, come obiettivo primario, la riscoperta
del significato (logos) dell'esistenza dell'essere
umano.
Ogni uomo è unico e irripetibile ed è, quindi,
chiamato a realizzare un Senso unico, che può
trovare solo in sé stesso.
Il Senso (il logos, il significato) va quindi scoperto
individualmente attraverso la sperimentazione e
soprattutto l'azione.
50. Fonti bibliografiche
Fizzotti Eugenio. Logoterapia per tutti. Rubbetino Ed, 2002
Fizzotti Eugenio. Per essere liberi. Edizioni Paoline, 1998
Redsand Anna.Viktor Frankl: A Life Worth Living. Clarion
Books, 2006
Pattakos Alex. Prisoners of OurThoughts:Viktor Frankl's
Principles for Discovering Meaning in Life andWork. Berrett-
Koehler Publishers, 2008
Bruzzone Daniele. Autotrascendenza e formazione.Vita e
pensiero, 2001
Giovetti Paola. Viktor Frankl.Vita e opere del fondatore della
logoterapia. Edizioni Mediterranee, 2001
Viktor Frankl IntitutWien: www.viktorfrankl.org/
http://www.viktorfrankl.org/e/chronology.html
Viktor Frankl Zentrum Wien: www.franklzentrum.org