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Da Weimar
al 3° Reich
La Repubblica di Weimar
Il kaiser è costretto a fuggire in
Olanda. Il nuovo governo prov-
visorio presieduto dal socialdemo-
cratico Ebert firma la pace con gli
anglo-francesi l’11 novembre
1918.
All’Assemblea Costituente i
socialdemocratici ottengono la
maggioranza relativa e formano
un governo di coalizione con il
Zentrum moderato.
Riunita a Weimar, l’Assemblea
emana la nuova costituzione
nell’agosto 1919. La Germania
diventa una Repubblica federale
di 17 Lander,
Al presidente della Repubblica,
eletto dal popolo ogni 7 anni,
sono affidati ampi poteri. Il
parlamento (Reichstag) è eletto a
suffragio universale con un
sistema di voto proporzionale,
mentre il governo è guidato da un
Cancelliere responsabile di fronte
al Parlamento.
Sul nuovo Stato gravano le condizio-
ni della pace imposte dai vincitori. Le
riparazioni di guerra ammontano a
132 miliardi di marchi oro: pari a un
quarto del prodotto interno annuo per
oltre 50 anni. Nel ’23, per il mancato
pagamento di una rata del debito, la
Francia occupa la zona mineraria
della Ruhr. I Tedeschi rispondono
con la resistenza passiva. La crisi è
devastante e l’inflazione divora i
redditi: 1 dollaro vale 4200 miliardi di
marchi.
Le gravi tensioni sociali che ne
derivano, favoriscono le spinte
eversive. A novembre ‘23, Hitler
tenta a Monaco un putsch:
arrestato è però condannato a
pene lievi. Il governo di grande
coalizione di Stresemann (mode-
rati e socialisti) avvia il risana-
mento istituendo il “marco di
rendita”, una moneta garantita.
Determinante è tuttavia l’aiuto degli
USA che, con il piano Dawes,
forniscono alla Germania prestiti
agevolati per favorire la ripresa.
Cala la disoccupazione e le indu-
strie tornano a produrre capitali. Gli
Accordi di Locarno del ‘25 con la
Francia ricompongono le tensioni
fra i due Paesi e la Germania entra
nella Società delle Nazioni l’anno
seguente.
Nel 1928 il patto Briand-Kellog (dai ministri degli Esteri francese e americano), impegna
62 Paesi a risolvere per via diplomatica i contrasti. Ma il crollo di Wall Street del ‘29 rende
manifesta la debolezza della ripresa tedesca, fondata sui sostegni esteri. Al cessare dei
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tare, sostenendo una politica di
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sentata dalla Lega di Spartaco
(spartachisti) di Rosa Luxemburg
e Karl Liebknecht. Quando essi
promuovono nel gennaio ‘19 una
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Freikorps. Prevale così la linea
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• SPD, partito socialdemocratico;
• Centro (Zentrum) cattolico (CDU), partito di
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• Lega di Spartaco, comunisti rivoluzionari.
Guidati da Rosa Luxemberg e Karl Liebknecht,
tristemente famosi per i fatti della “settimana di
sangue” del 6-13 gennaio 1919;
• Partito Popolare Nazionale Tedesco, partito di
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• Formazioni paramilitari di ex-combattenti delusi
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•La perdita di valore del marco nei confronti del
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Nel gennaio 1914 il papiermark veniva cambiato a 4,2 per ogni dollaro statunitense;
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nel novembre 1923, 4.200.000.000.000 di marchi (a Berlino, per comprare un kg di
pane erano necessari più di un kg di banconote).
•La Francia occupa il bacino carbonifero
della Ruhr (1923-1925);
•Gustav Stresemann (Partito Popolare
Tedesco), futuro Nobel per la pace, diviene
cancelliere, iniziano anni più sereni («anni
d’oro di Weimar: 1924-1928)
•Gli aiuti americani, il piano Dawes (1924)
•Il Patto di Locarno e l’impegno dell’Europa
per la pace (1925)
:
Da Weimar
al 3° Reich
Il nazionalsocialismo al potere
Ricorrendo all’art. 48 della
Costituzione di Weimar, il nuovo
governo in nome dell’eccezionalità
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Alle elezioni del 1930, i partiti
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Il Partito Nazionalsocialista
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nasce nel 1920, sulla scia della
delusione per la sconfitta (attribui-
ta alla pugnalata alle spalle di
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Adolf Hitler enuncia nel libro
Mein Kampf il suo programma:
contro il comunismo e la
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Ebrei indicati come responsabili
dello sfruttamento economico
della Germania.Basato sul
fuhrerprinzip il partito si avva-leva
delle SA e delle SS, corpi pa-
ramilitari che usano la violenza
nell’azione politica.
Nel marzo ’32, alle elezioni
presidenziali, Hindenburg si
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Hitler che pure ottiene un grande
successo personale: 13 milioni di
voti. Il Reichstag non riesce a dar
vita a governi stabili.
Nel novembre 1932, alle elezioni
politiche, i nazionalsocialisti sono
il primo partito. Hitler rivendica la
Cancelleria, forte dell’appoggio di
industriali ed esercito. Il 30
gennaio 1933, Hindenburg lo
nomina Cancelliere.
Il 27 febbraio 1933, l’incendio
del Reichstag è sfruttato dai
nazisti per emanare misure
eccezionali contro i comunisti,
indicati come responsabili.
Sospese le garanzie
costituzionali, Hindenburg indice
nuove elezioni.
Al voto del 5 marzo 1933, Hitler si
garantisce la maggioranza assoluta.
Ottenuti i pieni poteri dal Reichstag,
emana leggi che trasformano la
Repubblica in una dittatura. Dal luglio è
istituito il partito unico e considerati fuori
legge tutti gli oppositori. Soppressi i
sindacati, nasce il Fronte del lavoro.
E’ istituita la Gestapo, la polizia
segreta di Stato, che dal 1936
estenderà il suo controllo dalla
sola Prussia a tutta la Germania
guidata da Himmler. La vicinanza
di Hitler agli ambienti industriali è
contestata da Rohm (capo delle
SA), fedele all’impostazione
rivoluzionaria e anti-capitalista
delle origini.
Il 30 giugno 1934, nella notte dei
lunghi coltelli, Rohm e le SA sono
eliminati (più di 1000 i morti). Il 2
agosto 1934, alla morte di
Hindenburg, Hitler assume anche
le funzioni di capo dello Stato e
si proclama fuhrer del Terzo
Reich, dopo il Sacro Romano
Impero e l’Impero ottocentesco di
Guglielmo II.
L’apparato repressivo molto efficiente cancella ogni opposizione interna e permette a
Hitler di epurare l’amministrazione pubblica dagli elementi indesiderati, considerati nemici
dello Stato. Sono uccisi il 23% dei membri del Reichstag, mentre un altro 22% è
costretto all’esilio. Prima del 1939, quasi 300.000 tedeschi lasciano la Germania; fra
questi: Thomas Mann, Albert Einstein, Sigmund Freud. Molti di loro erano di origine
ebrea, dal momento che già in aprile 1933 comincia la lenta persecuzione dei “non
ariani”.
L’ascesa dei Nazisti
19241924 3%3%
19281928 2,4%2,4%
19301930 18,3%18,3%
19321932 37,4%37,4%
19331933 43,9%43,9%
Nel 1933 il Presidente Hindeburg affida l’incarico ad Hitler di formare il nuovo
governo
Da Weimar
al 3° Reich
Il Terzo Reich e lo spazio vitale
Il 7 aprile 1933 ai non ariani non è
permesso lavorare nella pubblica
amministrazione. Due anni dopo
sono emanate le Leggi di Norim-
berga.
L’assassinio di un diplomatico
tedesco a Parigi, per mano di un
ebreo polacco, provoca contro gli
Ebrei la notte dei cristalli (10
novembre 1938).
Premessa ideologica del nazi-
smo è il concetto di superiorità
della razza tedesca. In nome di
essa le razze non ariane vanno
sottomesse e soppressi quanti
possono contaminarla: dagli
zingari ai malati e agli omoses-
suali. Tutti questi soggetti sono
rinchiusi nei lager, di cui il primo
è aperto già nel 1933 a Dachau.
Per preservare la purezza del
popolo germanico, è avviato un
programma di eugenetica, pre-
vedendo aborti e sterilizzazioni di
quanti si discostano dal modello
ariano. Nel 1940-41 si aggiunge
l’Operazione eutanasia con lo
sterminio di 80.000 malati.
Per ottenere un ferreo controllo
sulla società, il nazismo affida a
Goebbels il Ministero della propa-
ganda che serve a garantire il
consenso e, al contempo, censu-
rare informazione e cultura.
Motivo determinante della larga
adesione dei Tedeschi al
nazismo, i suoi successi in
economia e in politica estera. La
politica di riarmo rianima
l’industria e fa crescere
l’occupazione.
Nel 1933, proprio per le limitazioni
impostele nel riarmo, la Germania
esce dalla Società delle Nazioni e
promuove una politica espansioni-
stica fondata sul principio dello
spazio vitale.
Il progetto di una Grande Germa-
nia contrasta con le clausole di
Versailles. La Renania, zona
smilitarizzata, è inglobata nel
1936 senza conseguenze a parte
inno-cue proteste della Società
delle Nazioni. L’anno prima con
un ple-biscito la Saar dai Francesi
era tornata ai Tedeschi.
Nel 1934, emissari nazisti
uccidono il cancelliere austriaco
Dollfuss contrario all’annessione
del suo paese alla Germania. Per
l’opposizione delle altre nazioni
(fra cui l’Italia), Hitler abbandona
temporaneamente il progetto. A
Stresa, nell’aprile ’35, si tiene una
conferenza da cui emerge
soltanto un generico impegno a
mantenere la pace.
Nel 1936, dopo l’appoggio ottenuto
in occasione della guerra di Etiopia,
Mussollini firma con Hitler l’Asse
Roma-Berlino, perfezionato nel
1937 con l’Asse RO-BER-TO,
quando all’alleanza sorta in funzio-
ne anti-sovietica si aggiunge il
Giappone. Dal ’35, l’Internazionale
comunista promuove la politica dei
Fronti popolari abbandonando la
contrapposizione coi socialdemo-
cratici, definiti prima social-fascisti.
Nell’Austria in preda al caos politico, il cancelliere Seyss-Inquart chiede l’intervento della
Germania, che nel 1938 procede all’annessione. Ancora una volta le altre nazioni sono
inerti di fronte all’intraprendenza di Hitler, che a settembre del ’38 occupa la zona dei
monti Sudeti in Cecoslovacchia dopo aver ottenuto il via libera alla Conferenza di
Monaco. Il cedimento anglo-francese incoraggia nuove pretese tedesche. Senza
rispettare gli accordi presi, la Germania occupa nel marzo 1939 anche la Boemia e la
Moravia, riducendo a uno Stato vassallo la Slovacchia. Il 22 maggio 1939, Hitler e
Mussolini sottoscrivono il Patto d’acciaio, premessa della guerra ormai imminente.

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  • 4. Da Weimar al 3° Reich La Repubblica di Weimar Il kaiser è costretto a fuggire in Olanda. Il nuovo governo prov- visorio presieduto dal socialdemo- cratico Ebert firma la pace con gli anglo-francesi l’11 novembre 1918. All’Assemblea Costituente i socialdemocratici ottengono la maggioranza relativa e formano un governo di coalizione con il Zentrum moderato. Riunita a Weimar, l’Assemblea emana la nuova costituzione nell’agosto 1919. La Germania diventa una Repubblica federale di 17 Lander, Al presidente della Repubblica, eletto dal popolo ogni 7 anni, sono affidati ampi poteri. Il parlamento (Reichstag) è eletto a suffragio universale con un sistema di voto proporzionale, mentre il governo è guidato da un Cancelliere responsabile di fronte al Parlamento. Sul nuovo Stato gravano le condizio- ni della pace imposte dai vincitori. Le riparazioni di guerra ammontano a 132 miliardi di marchi oro: pari a un quarto del prodotto interno annuo per oltre 50 anni. Nel ’23, per il mancato pagamento di una rata del debito, la Francia occupa la zona mineraria della Ruhr. I Tedeschi rispondono con la resistenza passiva. La crisi è devastante e l’inflazione divora i redditi: 1 dollaro vale 4200 miliardi di marchi. Le gravi tensioni sociali che ne derivano, favoriscono le spinte eversive. A novembre ‘23, Hitler tenta a Monaco un putsch: arrestato è però condannato a pene lievi. Il governo di grande coalizione di Stresemann (mode- rati e socialisti) avvia il risana- mento istituendo il “marco di rendita”, una moneta garantita. Determinante è tuttavia l’aiuto degli USA che, con il piano Dawes, forniscono alla Germania prestiti agevolati per favorire la ripresa. Cala la disoccupazione e le indu- strie tornano a produrre capitali. Gli Accordi di Locarno del ‘25 con la Francia ricompongono le tensioni fra i due Paesi e la Germania entra nella Società delle Nazioni l’anno seguente. Nel 1928 il patto Briand-Kellog (dai ministri degli Esteri francese e americano), impegna 62 Paesi a risolvere per via diplomatica i contrasti. Ma il crollo di Wall Street del ‘29 rende manifesta la debolezza della ripresa tedesca, fondata sui sostegni esteri. Al cessare dei finanziamenti americani, la Germania riprecipita nella crisi. Le ripercussioni politiche sono immediate: contro il nuovo governo di grande coalizione, guidato dal socialdemocratico Muller, si radicalizzano le opposizioni di nazionalisti e comunisti. Dimessosi Muller, il presidente della Repubblica, gen. Hindenburg, affida l’incarico a Bruning del partito di Centro. Nell’estate 1918, a imitazione dei soviet russi, si costituiscono in Germania dei “consigli” che rovesciano la monarchia di Guglielmo II. I socialdemocratici (SPD) mirano a creare una repubblica parlamen- tare, sostenendo una politica di riforme graduali. Per loro l’espe- rienza dei “consigli” è solo tran- sitoria e ciò li porta allo scontro con la sinistra comunista, rappre- sentata dalla Lega di Spartaco (spartachisti) di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. Quando essi promuovono nel gennaio ‘19 una insurrezione contro il governo e la Costituente, sono uccisi dai Freikorps. Prevale così la linea della SPD, con l’appoggio dei militari e delle forze borghesi.
  • 5. I partiti politici tedeschi • SPD, partito socialdemocratico; • Centro (Zentrum) cattolico (CDU), partito di riferimento dei cattolici; • Lega di Spartaco, comunisti rivoluzionari. Guidati da Rosa Luxemberg e Karl Liebknecht, tristemente famosi per i fatti della “settimana di sangue” del 6-13 gennaio 1919; • Partito Popolare Nazionale Tedesco, partito di destra; • Formazioni paramilitari di ex-combattenti delusi (Freikorps);
  • 6. L’economia post- bellica •La perdita di valore del marco nei confronti del dollaro fu rapidissima e irrefrenabile: Nel gennaio 1914 il papiermark veniva cambiato a 4,2 per ogni dollaro statunitense; nel 1922, 2.420 marchi; nel giugno 1923, 100.000 marchi; nel luglio 1923, 350.000 marchi; nell’agosto 1923, 4.600.000 marchi; nel settembre 1923, 100.000.000 di marchi; nell’ottobre 1923, 25.000.000.000 di marchi; nel novembre 1923, 4.200.000.000.000 di marchi (a Berlino, per comprare un kg di pane erano necessari più di un kg di banconote). •La Francia occupa il bacino carbonifero della Ruhr (1923-1925); •Gustav Stresemann (Partito Popolare Tedesco), futuro Nobel per la pace, diviene cancelliere, iniziano anni più sereni («anni d’oro di Weimar: 1924-1928) •Gli aiuti americani, il piano Dawes (1924) •Il Patto di Locarno e l’impegno dell’Europa per la pace (1925) :
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  • 8. Da Weimar al 3° Reich Il nazionalsocialismo al potere Ricorrendo all’art. 48 della Costituzione di Weimar, il nuovo governo in nome dell’eccezionalità aggira il Parlamento ed emana decreti a ripetizione. Alle elezioni del 1930, i partiti delle estreme aumentano. L’SPD decide di appoggiare Bruning per difendere la democrazia minacciata dalla crescita del partito nazionalsocialista di Hitler. Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) nasce nel 1920, sulla scia della delusione per la sconfitta (attribui- ta alla pugnalata alle spalle di marxisti e pacifisti). Il suo leader Adolf Hitler enuncia nel libro Mein Kampf il suo programma: contro il comunismo e la democrazia libe-rale, contro gli Ebrei indicati come responsabili dello sfruttamento economico della Germania.Basato sul fuhrerprinzip il partito si avva-leva delle SA e delle SS, corpi pa- ramilitari che usano la violenza nell’azione politica. Nel marzo ’32, alle elezioni presidenziali, Hindenburg si ricandida ed esce vittorioso su Hitler che pure ottiene un grande successo personale: 13 milioni di voti. Il Reichstag non riesce a dar vita a governi stabili. Nel novembre 1932, alle elezioni politiche, i nazionalsocialisti sono il primo partito. Hitler rivendica la Cancelleria, forte dell’appoggio di industriali ed esercito. Il 30 gennaio 1933, Hindenburg lo nomina Cancelliere. Il 27 febbraio 1933, l’incendio del Reichstag è sfruttato dai nazisti per emanare misure eccezionali contro i comunisti, indicati come responsabili. Sospese le garanzie costituzionali, Hindenburg indice nuove elezioni. Al voto del 5 marzo 1933, Hitler si garantisce la maggioranza assoluta. Ottenuti i pieni poteri dal Reichstag, emana leggi che trasformano la Repubblica in una dittatura. Dal luglio è istituito il partito unico e considerati fuori legge tutti gli oppositori. Soppressi i sindacati, nasce il Fronte del lavoro. E’ istituita la Gestapo, la polizia segreta di Stato, che dal 1936 estenderà il suo controllo dalla sola Prussia a tutta la Germania guidata da Himmler. La vicinanza di Hitler agli ambienti industriali è contestata da Rohm (capo delle SA), fedele all’impostazione rivoluzionaria e anti-capitalista delle origini. Il 30 giugno 1934, nella notte dei lunghi coltelli, Rohm e le SA sono eliminati (più di 1000 i morti). Il 2 agosto 1934, alla morte di Hindenburg, Hitler assume anche le funzioni di capo dello Stato e si proclama fuhrer del Terzo Reich, dopo il Sacro Romano Impero e l’Impero ottocentesco di Guglielmo II. L’apparato repressivo molto efficiente cancella ogni opposizione interna e permette a Hitler di epurare l’amministrazione pubblica dagli elementi indesiderati, considerati nemici dello Stato. Sono uccisi il 23% dei membri del Reichstag, mentre un altro 22% è costretto all’esilio. Prima del 1939, quasi 300.000 tedeschi lasciano la Germania; fra questi: Thomas Mann, Albert Einstein, Sigmund Freud. Molti di loro erano di origine ebrea, dal momento che già in aprile 1933 comincia la lenta persecuzione dei “non ariani”.
  • 9. L’ascesa dei Nazisti 19241924 3%3% 19281928 2,4%2,4% 19301930 18,3%18,3% 19321932 37,4%37,4% 19331933 43,9%43,9% Nel 1933 il Presidente Hindeburg affida l’incarico ad Hitler di formare il nuovo governo
  • 10. Da Weimar al 3° Reich Il Terzo Reich e lo spazio vitale Il 7 aprile 1933 ai non ariani non è permesso lavorare nella pubblica amministrazione. Due anni dopo sono emanate le Leggi di Norim- berga. L’assassinio di un diplomatico tedesco a Parigi, per mano di un ebreo polacco, provoca contro gli Ebrei la notte dei cristalli (10 novembre 1938). Premessa ideologica del nazi- smo è il concetto di superiorità della razza tedesca. In nome di essa le razze non ariane vanno sottomesse e soppressi quanti possono contaminarla: dagli zingari ai malati e agli omoses- suali. Tutti questi soggetti sono rinchiusi nei lager, di cui il primo è aperto già nel 1933 a Dachau. Per preservare la purezza del popolo germanico, è avviato un programma di eugenetica, pre- vedendo aborti e sterilizzazioni di quanti si discostano dal modello ariano. Nel 1940-41 si aggiunge l’Operazione eutanasia con lo sterminio di 80.000 malati. Per ottenere un ferreo controllo sulla società, il nazismo affida a Goebbels il Ministero della propa- ganda che serve a garantire il consenso e, al contempo, censu- rare informazione e cultura. Motivo determinante della larga adesione dei Tedeschi al nazismo, i suoi successi in economia e in politica estera. La politica di riarmo rianima l’industria e fa crescere l’occupazione. Nel 1933, proprio per le limitazioni impostele nel riarmo, la Germania esce dalla Società delle Nazioni e promuove una politica espansioni- stica fondata sul principio dello spazio vitale. Il progetto di una Grande Germa- nia contrasta con le clausole di Versailles. La Renania, zona smilitarizzata, è inglobata nel 1936 senza conseguenze a parte inno-cue proteste della Società delle Nazioni. L’anno prima con un ple-biscito la Saar dai Francesi era tornata ai Tedeschi. Nel 1934, emissari nazisti uccidono il cancelliere austriaco Dollfuss contrario all’annessione del suo paese alla Germania. Per l’opposizione delle altre nazioni (fra cui l’Italia), Hitler abbandona temporaneamente il progetto. A Stresa, nell’aprile ’35, si tiene una conferenza da cui emerge soltanto un generico impegno a mantenere la pace. Nel 1936, dopo l’appoggio ottenuto in occasione della guerra di Etiopia, Mussollini firma con Hitler l’Asse Roma-Berlino, perfezionato nel 1937 con l’Asse RO-BER-TO, quando all’alleanza sorta in funzio- ne anti-sovietica si aggiunge il Giappone. Dal ’35, l’Internazionale comunista promuove la politica dei Fronti popolari abbandonando la contrapposizione coi socialdemo- cratici, definiti prima social-fascisti. Nell’Austria in preda al caos politico, il cancelliere Seyss-Inquart chiede l’intervento della Germania, che nel 1938 procede all’annessione. Ancora una volta le altre nazioni sono inerti di fronte all’intraprendenza di Hitler, che a settembre del ’38 occupa la zona dei monti Sudeti in Cecoslovacchia dopo aver ottenuto il via libera alla Conferenza di Monaco. Il cedimento anglo-francese incoraggia nuove pretese tedesche. Senza rispettare gli accordi presi, la Germania occupa nel marzo 1939 anche la Boemia e la Moravia, riducendo a uno Stato vassallo la Slovacchia. Il 22 maggio 1939, Hitler e Mussolini sottoscrivono il Patto d’acciaio, premessa della guerra ormai imminente.