2. RITA LEVI MONTALCINI
Rita Levi-Montalcini (Torino, 22 aprile 1909 – Roma, 30
dicembre 2012) è stata
una neurologa, accademica e senatrice a
vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986.
Negli anni cinquanta con le sue ricerche scoprì ed illustrò
il fattore di accrescimento della fibra nervosa (nella
fattispecie della struttura assonale), noto come NGF, e
per tale scoperta è stata insignita nel 1986 del premio
Nobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, è
stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia
accademia delle scienze. Il 1º agosto 2001 è stata
nominata senatrice a vita dal Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi "per aver illustrato la
Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e
sociale". È stata socia nazionale dell'Accademia dei
Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-
fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.
3. Rita Levi-Montalcini ha sempre affermato di sentirsi
una donna libera. Cresciuta in «un mondo
vittoriano, nel quale dominava la figura maschile e
la donna aveva poche possibilità», ha dichiarato
d'averne «risentito, poiché sapevo che le nostre
capacità mentali - uomo e donna - son le stesse:
abbiamo uguali possibilità e differente approccio».[
Ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla scienza.
Riguardo alla propria esperienza di donna
nell'ambito scientifico, ha descritto i rapporti coi
collaboratori e studiosi sempre amichevoli e paritari,
sostenendo che le donne costituiscono al pari degli
uomini un immenso serbatoio di potenzialità,
sebbene ancora lontane dal raggiungimento di una
piena parità sociale.
La prima metà degli anni settanta l'ha vista
partecipe dell'attività del Movimento di Liberazione
Femminile per la regolamentazione
dell'aborto. Promotrice del libero pensiero, ha
dichiarato, durante alcune interviste, una manifesta
attribuzione di questa visione di vita a quanto
appreso dal padre: “Da bambine mio padre ripeteva
a mia sorella e a me che dovevamo essere libere
pensatrici. E noi siamo diventate libere pensatrici
prima ancora di sapere cosa volesse dire pensare”.
4. Malala Yousafzai (in pashtu: مالله
یوسفزۍ
; Mingora, 12 luglio 1997) è
un'attivista pakistana. È la più giovane vincitrice
del Premio Nobel per la pace, nota per il suo
impegno per l'affermazione dei diritti civili e per il
diritto all'istruzione - bandito da un editto
dei talebani - delle donne della città di Mingora,
nella valle dello Swat.
Malala Yousafzai è una giovane attivista
pakistana che all'età di 14 anni è diventata
celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel
quale documentava il regime dei talebani
pakistani, contrari ai diritti delle donne e il diritto
all'istruzione per i bambini.È stata nominata per
l'International Children's Peace Prize.
MALALA YOUSAFZAI
5. Maria Salomea Skłodowska, più conosciuta come Marie
Curie (Varsavia, 7 novembre 1867 – Passy, 4 luglio 1934), è stata
una fisica, chimica e matematica polacca naturalizzata francese[1].
Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al
marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) per i loro studi
sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la sua
scoperta del radio e del polonio, il cui nome venne scelto dalla
scienziata proprio in onore della sua terra. Marie Curie, unica donna tra i
quattro vincitori di due Nobel, è la sola ad aver vinto il Premio in due
distinti campi scientifici.
Marie Curie crebbe nella Polonia russa; poiché qui le donne non
potevano essere ammesse agli studi superiori, si trasferì a Parigi e
nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò
in fisica e matematica. Nel dicembre del 1897 iniziò a compiere degli
studi sulle sostanze radioattive, che da allora rimasero al centro dei suoi
interessi. Dopo la morte accidentale del marito Pierre Curie, avvenuta
nel 1906 investito da una carrozza, le fu concesso di insegnare nella
prestigiosa università della Sorbona. Due anni più tardi le venne
assegnata la cattedra di fisica generale, diventando la prima donna ad
insegnare alla Sorbona. Morì nel 1934 per le radiazioni cui il suo fisico
era stato per lungo tempo esposto e di cui negò sempre la pericolosità.
MARIE CURIE