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News 15/SA/2016
Lunedì, 11 aprile 2016
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Nella settimana n.15 del 2016 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 56 ( 16 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L'Italia segnala un solo caso di allerta avente ad oggetto Salmonella in cosce di
pollo congelato.
Tra i respingimenti alle frontiere l'Italia segnala il deterioramento di vongole vive dalla
Tunisia;
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un
intervento urgente troviamo: presenza di norovirus in ostriche vive provenienti dalla
Francia; cadmio e mercurio in pesce spada a fette refrigerato dalla Spagna.
Tre le segnalazioni di esportazioni italiane in altri paesi: due casi segnalati dalla
Svezia relativi alla presenza di Salmonella Mbandaka e Salmonella Senftenberg in
torta di girasole biologico e lactroprotein non dichiarato in tagliatelle di pasta da
Italia; un caso segnalato dall'Austria avente ad oggetto la presenza di salmonella in
salumi.
Fonte: rasff.eu
Gusci d’uovo per fare bioplastica: un materiale più flessibile e resistente. La mistura
alla quale si aggiunge l’uovo prevede comunque l’utilizzo di un polimero del
petrolio.
Bioplastiche più resistenti e flessibili grazie ai gusci d’uovo: questa la scoperta di un
team di ricercatori della Tuskegee University (Alabama) presentata al recente
meeting annuale dell’American Chemical Society. Per migliorare la composizione, il
team ha creato nanoparticelle composte da gusci d’uovo. Piccoli frammenti di
guscio vengono lavati, macinati assieme al glicole di polipropilene e quindi esposti a
un processo di lavorazione. Grazie a questa operazione i frammenti si trasformano in
minuscole particelle che, aggiunte ai polimeri utilizzati per l’imballaggio,
conferiscono caratteristiche interessanti, perché il nuovo materiale è in grado di
piegarsi senza rompersi.
«Crediamo che queste caratteristiche, insieme alla biodegradabilità nel terreno,
possano rendere le bioplastiche con gusci d’uovo un materiale di imballaggio
davvero alternativo», spiega Vijaya K. Rangari, della Tuskegee University.Il segreto
risiede in alcune sostanze presenti nei gusci (carbonato di calcio, carbonato di
magnesio, fosfato di calcio) che rendono la plastica fino a 7 volte più flessibile
rispetto alle tradizionali bioplastiche. Il gruppo di scienziati ha sperimentato diversi
polimeri, trovando alla fine la formula vincente con una mistura al 70% di un
polimero del petrolio, il PBAT, e al 30% di acido polilattico (PLA), un polimero derivato
dall’amido di mais. Pur essendo basato sul petrolio, il PBAT ha infatti la caratteristica
di iniziare a biodegradarsi già tre mesi dopo essere stato inserito nel suolo.
La ricerca sulle plastiche biodegradabili è in continua evoluzione come dimostrano
le recenti scoperte effettuate da ricercatori della National University of Singapore
(NUS) relative a nuovi film biodegradabili a base di chitosano (derivato da gusci di
crostacei) e estratto di semi di pompelmo: nuovi materiali in grado di raddoppiare la
shelf-life degli alimenti deperibili e contribuire a ridurre l’inquinamento dovuto a rifiuti
di plastica. (Articolo di Luca Foltran)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Allerta e ritiri di prodotti alimentari: in UK notizie in tempo reale e bollettini trimestrali.
Informazioni ai consumatori non comparabili con ciò che avviene in Italia.
L’Agenzia per la sicurezza alimentare della Gran Bretagna (Food Standards
Agency – FSA) ha iniziato a pubblicare il bollettino trimestrale sui richiami e i ritiri di
prodotti alimentari e sulle indagini riferite a focolai di infezione di origine alimentare.
Il primo rapporto (ottobre-dicembre 2015) registra 38 allerta, di cui 26 per la presenza
di allergeni non dichiarati, in particolare cereali, latte e senape. Le indagini su
focolai di origine alimentare sono state tre.
Oltre agli allergeni, le altre cause di ritiri e richiami sono frammenti di vetro in una
birra e in una salsa, Salmonella in una partita di formaggi fatti con latte crudo,
presenza di muffe in bocconcini di pollo, insetti in muesli per bambini, presenza di
pezzetti di plastica chiara e dura in un burro, carenze d’igiene in vari alimenti di un
produttore, possibile presenza del batterio Clostridium in una zuppa di gamberi,
presenza di E.coli in un formaggio francese.
Il bollettino trimestrale della FSA fornisce uno sguardo retrospettivo ma le informazioni
su richiami e ritiri dei prodotti vengono pubblicati in tempo reale sul sito. L’Italia, pur
essendo al sede dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non
dispone di un’agenzia nazionale preposta alla sicurezza alimentare e il Ministero
della salute non offre informazioni lontanamente comparabili a quelle disponibili in
Gran Bretagna, come ha dimostrato in modo clamoroso la vicenda dell’epidemia
di epatite A causata da frutti di bosco surgelati. (A cura di Beniamino Bonardi)
Fonte: ilfattoalimentare.it
FDA rilascia Final Rule per garantire la sicurezza alimentare durante il trasporto.
La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha perfezionato una nuova regola
di sicurezza alimentare che aiuterà a prevenire la contaminazione degli alimenti
durante il trasporto. La regola richiede a coloro che sono coinvolti nel trasporto di
alimenti da motore o veicolo ferroviario di seguire le migliori pratiche per il trasporto
sanitario, come la corretta refrigerazione del cibo , l'adeguata pulizia tra dei veicoli
tra un carico e un altro e di proteggere adeguatamente il cibo durante il trasporto.
Fonte: http://www.qualityassurancemag.com
Arriva anche per l’Italia il Manuale di corretta prassi operativa che disciplina le
organizzazioni caritatevoli sulla redistribuzione alimentare. Finalmente!
È recentissimo (2 marzo 2016) la presentazione da parte della Fondazione Banco
Alimentare ONLUS e la Caritas Italiana, della prima edizione del “Manuale per
corrette prassi operative per le organizzazioni caritative, secondo l’Art. 8 del
Regolamento (CE) N. 852/2004”, validato dal Ministero della Salute, dal
titolo: Recupero, raccolta e distribuzione di cibo ai fini di solidarietà sociale.
Questo manuale nasce dall’esigenza di combattere gli sprechi alimentari, un tema
che in tempo di crisi (quale quello che oggi viviamo) è molto sentito non solo in
Italia, ma in tutta l’Unione Europea.
Il documento redatto si propone come obiettivo, quello di guidare gli esperti del
settore, nella predisposizione di “corrette prassi igieniche” non solo per il recupero
dei prodotti alimentari in eccesso, ma anche per la raccolta, la conservazione e la
distribuzione degli stessi, che possono essere messi a disposizione di quella parte di
società considerata più bisognosa e proprio per questo, sostenuta da Organizzazioni
caritative (e simili) che effettuano tali operazioni sociali nel nostro Paese.
Il manuale, come si evince dal suo indice, si compone di 10 capitoli da sviluppare e
3 appendici, queste ultime dedicate alle Linee guida e bibliografia di riferimento,
schede tematiche (temperatura, congelamento, etc.), documenti e registrazioni.
I 10 capitoli da sviluppare invece, si riferiscono ad argomenti di assoluta importanza
quali:
• il sistema di recupero, raccolta e distribuzione di alimenti ai fini di solidarietà sociale
• il trasporto alimenti recuperati e raccolti• lo stoccaggio e conservazione• la
preparazione degli alimenti• la distribuzione agli indigenti di cibi pronti (es. panini,
pasti cucinati, bevande ecc.) e alimenti non deperibili e deperibili preconfezionati e
non.
Non andrebbe dimenticato però che ciò che ad oggi ci appare un argomento
originale e di estrema attualità in verità, era stato già stato trattato nel passato da
parte della nostra legislazione.Già nel 2003 infatti in Italia, era nata la legge n.
155/03, meglio conosciuta come la Legge del Buon Samaritano, poiché ispirata alla
norma statunitense Good Samaritan Food Donaction Act del 1996. Tale norma
italiana che disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà
sociale, definiva da allora con forza, l’importanza da parte dei soggetti impegnati
nell’attività della redistribuzione del cibo (in una visione di lotta allo spreco
alimentare), di attenersi a pratiche di buone prassi igieniche che potessero garantire
(per la parte che a loro attiene) il corretto stato di conservazione, di trasporto, di
stoccaggio e di utilizzo degli alimenti redistribuiti.
Infine è bene ricorda che, nonostante il Reg. (CE) 852 del 2004 promuova l’utilizzo
dei manuali validati, come linea guida per gli esperti che si trovano a svolgere
questo lavoro, come ben indicato nel suo art. 7:
“Gli Stati membri promuovono l’elaborazione di manuali nazionali di corretta prassi
operativa in materia di igiene e di applicazione dei principi del sistema HACCP, a
norma dell’articolo 8.
e che nonostante “gli operatori del settore alimentare possono usare tali manuali su
base volontaria”, “la divulgazione e l’uso di manuali nazionali e comunitari sono
incoraggiati”,
è pur vero che nello specifico caso, all’interno del manuale è riportata la seguente
dicitura:
“Ogni diritto riservato. In particolare, questo Manuale non può essere, totalmente o
in parte copiato, fotocopiato, riprodotto o tradotto senza il consenso scritto di
Caritas Italiana e Fondazione Banco Alimentare”. (Articolo di Dr.ssa Sabina Rubini)
Fonte: http://www.alimentiesicurezza.it

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  • 2. piegarsi senza rompersi. «Crediamo che queste caratteristiche, insieme alla biodegradabilità nel terreno, possano rendere le bioplastiche con gusci d’uovo un materiale di imballaggio davvero alternativo», spiega Vijaya K. Rangari, della Tuskegee University.Il segreto risiede in alcune sostanze presenti nei gusci (carbonato di calcio, carbonato di magnesio, fosfato di calcio) che rendono la plastica fino a 7 volte più flessibile rispetto alle tradizionali bioplastiche. Il gruppo di scienziati ha sperimentato diversi polimeri, trovando alla fine la formula vincente con una mistura al 70% di un polimero del petrolio, il PBAT, e al 30% di acido polilattico (PLA), un polimero derivato dall’amido di mais. Pur essendo basato sul petrolio, il PBAT ha infatti la caratteristica di iniziare a biodegradarsi già tre mesi dopo essere stato inserito nel suolo. La ricerca sulle plastiche biodegradabili è in continua evoluzione come dimostrano le recenti scoperte effettuate da ricercatori della National University of Singapore (NUS) relative a nuovi film biodegradabili a base di chitosano (derivato da gusci di crostacei) e estratto di semi di pompelmo: nuovi materiali in grado di raddoppiare la shelf-life degli alimenti deperibili e contribuire a ridurre l’inquinamento dovuto a rifiuti di plastica. (Articolo di Luca Foltran) Fonte: ilfattoalimentare.it Allerta e ritiri di prodotti alimentari: in UK notizie in tempo reale e bollettini trimestrali. Informazioni ai consumatori non comparabili con ciò che avviene in Italia. L’Agenzia per la sicurezza alimentare della Gran Bretagna (Food Standards Agency – FSA) ha iniziato a pubblicare il bollettino trimestrale sui richiami e i ritiri di prodotti alimentari e sulle indagini riferite a focolai di infezione di origine alimentare. Il primo rapporto (ottobre-dicembre 2015) registra 38 allerta, di cui 26 per la presenza di allergeni non dichiarati, in particolare cereali, latte e senape. Le indagini su focolai di origine alimentare sono state tre. Oltre agli allergeni, le altre cause di ritiri e richiami sono frammenti di vetro in una birra e in una salsa, Salmonella in una partita di formaggi fatti con latte crudo, presenza di muffe in bocconcini di pollo, insetti in muesli per bambini, presenza di pezzetti di plastica chiara e dura in un burro, carenze d’igiene in vari alimenti di un produttore, possibile presenza del batterio Clostridium in una zuppa di gamberi, presenza di E.coli in un formaggio francese. Il bollettino trimestrale della FSA fornisce uno sguardo retrospettivo ma le informazioni su richiami e ritiri dei prodotti vengono pubblicati in tempo reale sul sito. L’Italia, pur essendo al sede dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non
  • 3. dispone di un’agenzia nazionale preposta alla sicurezza alimentare e il Ministero della salute non offre informazioni lontanamente comparabili a quelle disponibili in Gran Bretagna, come ha dimostrato in modo clamoroso la vicenda dell’epidemia di epatite A causata da frutti di bosco surgelati. (A cura di Beniamino Bonardi) Fonte: ilfattoalimentare.it FDA rilascia Final Rule per garantire la sicurezza alimentare durante il trasporto. La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha perfezionato una nuova regola di sicurezza alimentare che aiuterà a prevenire la contaminazione degli alimenti durante il trasporto. La regola richiede a coloro che sono coinvolti nel trasporto di alimenti da motore o veicolo ferroviario di seguire le migliori pratiche per il trasporto sanitario, come la corretta refrigerazione del cibo , l'adeguata pulizia tra dei veicoli tra un carico e un altro e di proteggere adeguatamente il cibo durante il trasporto. Fonte: http://www.qualityassurancemag.com Arriva anche per l’Italia il Manuale di corretta prassi operativa che disciplina le organizzazioni caritatevoli sulla redistribuzione alimentare. Finalmente! È recentissimo (2 marzo 2016) la presentazione da parte della Fondazione Banco Alimentare ONLUS e la Caritas Italiana, della prima edizione del “Manuale per corrette prassi operative per le organizzazioni caritative, secondo l’Art. 8 del Regolamento (CE) N. 852/2004”, validato dal Ministero della Salute, dal titolo: Recupero, raccolta e distribuzione di cibo ai fini di solidarietà sociale. Questo manuale nasce dall’esigenza di combattere gli sprechi alimentari, un tema che in tempo di crisi (quale quello che oggi viviamo) è molto sentito non solo in Italia, ma in tutta l’Unione Europea. Il documento redatto si propone come obiettivo, quello di guidare gli esperti del settore, nella predisposizione di “corrette prassi igieniche” non solo per il recupero dei prodotti alimentari in eccesso, ma anche per la raccolta, la conservazione e la distribuzione degli stessi, che possono essere messi a disposizione di quella parte di società considerata più bisognosa e proprio per questo, sostenuta da Organizzazioni caritative (e simili) che effettuano tali operazioni sociali nel nostro Paese. Il manuale, come si evince dal suo indice, si compone di 10 capitoli da sviluppare e 3 appendici, queste ultime dedicate alle Linee guida e bibliografia di riferimento, schede tematiche (temperatura, congelamento, etc.), documenti e registrazioni. I 10 capitoli da sviluppare invece, si riferiscono ad argomenti di assoluta importanza
  • 4. quali: • il sistema di recupero, raccolta e distribuzione di alimenti ai fini di solidarietà sociale • il trasporto alimenti recuperati e raccolti• lo stoccaggio e conservazione• la preparazione degli alimenti• la distribuzione agli indigenti di cibi pronti (es. panini, pasti cucinati, bevande ecc.) e alimenti non deperibili e deperibili preconfezionati e non. Non andrebbe dimenticato però che ciò che ad oggi ci appare un argomento originale e di estrema attualità in verità, era stato già stato trattato nel passato da parte della nostra legislazione.Già nel 2003 infatti in Italia, era nata la legge n. 155/03, meglio conosciuta come la Legge del Buon Samaritano, poiché ispirata alla norma statunitense Good Samaritan Food Donaction Act del 1996. Tale norma italiana che disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale, definiva da allora con forza, l’importanza da parte dei soggetti impegnati nell’attività della redistribuzione del cibo (in una visione di lotta allo spreco alimentare), di attenersi a pratiche di buone prassi igieniche che potessero garantire (per la parte che a loro attiene) il corretto stato di conservazione, di trasporto, di stoccaggio e di utilizzo degli alimenti redistribuiti. Infine è bene ricorda che, nonostante il Reg. (CE) 852 del 2004 promuova l’utilizzo dei manuali validati, come linea guida per gli esperti che si trovano a svolgere questo lavoro, come ben indicato nel suo art. 7: “Gli Stati membri promuovono l’elaborazione di manuali nazionali di corretta prassi operativa in materia di igiene e di applicazione dei principi del sistema HACCP, a norma dell’articolo 8. e che nonostante “gli operatori del settore alimentare possono usare tali manuali su base volontaria”, “la divulgazione e l’uso di manuali nazionali e comunitari sono incoraggiati”, è pur vero che nello specifico caso, all’interno del manuale è riportata la seguente dicitura: “Ogni diritto riservato. In particolare, questo Manuale non può essere, totalmente o in parte copiato, fotocopiato, riprodotto o tradotto senza il consenso scritto di Caritas Italiana e Fondazione Banco Alimentare”. (Articolo di Dr.ssa Sabina Rubini) Fonte: http://www.alimentiesicurezza.it