2. L’ 8 agosto del 1956
il mondo fu scosso
dalla tragedia di
Marcinelle, una delle
più grandi sciagure
della storia che
provocò la morte di
262 minatori tra cui
136 italiani emigrati
della loro terra.
Alcuni morirono
carbonizzati altri a
causa dei gas tossici.
Si salvarono soltanto
12 minatori.
3. Un errore umano purtroppo fu la causa di una spaventosa catastrofe. Si disse
che all’origine del disastro fu un’incomprensione tra i minatori, che dal fondo
del pozzo caricavano sul montacarichi i vagoncini con il carbone, e i
manovratori in superficie.
Quella mattina alle ore 8:10 circa,
nell’ infernale cava del Bois du
Cazier, nei pressi di Charleroi,
erano al lavoro 262 minatori. Solo
pochi si salvarono, gli altri trovarono
una morte orrenda a causa di un
incendio provocato da un vagoncino
che, sporgendo da un ascensore,
tranciò una condotta di olio in
pressione e alcuni cavi elettrici
provocando un cortocircuito.
4. I soccorritori, nelle prime ore
riuscirono a riportare in superficie
solo 9 corpi, poi dovettero
attendere ben quattro giorni prima
di poter raggiungere il livello di 907
metri. Ai loro occhi apparve cosi
una scena apocalittica, con
centinaia di corpi arsi per l’immane
colore, irriconoscibili, che venivano
recuperati e trasferiti nelle camere
mortuarie allestite in fretta, uno
dei soccorritori che tornava dalle
viscere della miniera non poté che
lanciare un grido di orrore: «Tutti
cadaveri!».
5. Centinaia di persone trascorsero
le notti e i giorni aggrappate ai
cancelli in cerca di notizie, quasi
sempre frammentarie, a volte
anche pietosamente recenti, ma
sempre più drammatiche e
strazianti. L’opera pietosa di
recupero dei corpi durò parecchi
giorni, poi fu possibile stilare il
terribile bilancio definitivo.
Ci furono due processi, che
portarono nel 1964 alla
condanna di un ingegnere a 6
mesi con la condizionale.
6. La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è
soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio
nel dopoguerra. Tra il 1946 e il 1956 più di 140.000
italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle
miniere della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra
Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto:
l’Italia doveva inviare in Belgio 2000 uomini a settimana
e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si
impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone
al giorno per ogni minatore.
Il nostro Paese a quell’epoca soffriva ancora degli
strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi
zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio,
invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di
carbone frenava la produzione. Così si arrivò al durissimo
accordo italo-belga.
7. Purtroppo la «TRAGEDIA DI MARCINELLE», così come quella di altri grandi
incidenti sul lavoro, pare siano servite a poco e soprattutto continuano a
morire minatori, ma come nel caso di altri incidenti si continua a
sopravvivere e lavorare nello stesso modo.