Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Ma io ci credo?
1. Ma io ci credo?
Es 21:8 Mi facciano un santuario, perché io abiti in mezzo a loro.
Mt 18:20 Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro
Recentemente mi è capitato un dialogo con un anziano prete
cattolico, che chiamerò P., la cui natura penso possa interessare
ciascuno di noi, non tanto ovviamente per eventuali contenuti
teologici, quanto piuttosto per la questione della relazione tra
spiritualità e quotidiano che è domanda urgente per tutti.
R: [Ho sempre sentito la responsabilità pastorale non tanto come un
peso, ma come una chiamata a cui dare la miglior risposta possibile,
come un invito ad essere migliore sempre in un impegno con l’Altro
e per l’Altro. Ho sempre sentito gli anni a venire come una prova il
cui peggior esito potesse essere quello di sprecare questa opportunità,
di arrovellarmi senza costrutto in formule vuote… In quell’omino
vecchio istintivamente ho cercato un mio alter ego che questa prova
l’avesse superata, che fosse ormai alla fine, ormai in un tranquillo
rettilineo, verso un meritato riposo da una prova durata una vita, e
questa ammirazione gli espressi, ricevendone in cambio una curiosa
risposta, che cerco di trascrivervi per come la ricordo].
P: Magari fosse vero! Io quella chiamata ho smesso di sentirla anni fa,
mi duole dirlo con tutto me stesso ma io ho smesso di credere e di
crederci. Continuo a prestare il mio servizio, del resto non so far altro,
e lo faccio bene. Vedo che un sacco di gente dopo aver parlato con
me, prova sollievo, ritrova la fede, si sente riconciliata, ma io no, io
sento come una frattura, mi sento un mentitore, e questa sensazione
di menzogna è una ferita che mi porto dentro da molto tempo.
Risposi: R: Io definisco noi pastori piante spirituali noi assorbiamo lo
schifo del mondo per restituire pace e serenità, noi convertiamo lo
2. schifo in salute, ma questo schifo ce lo portiamo dentro, lo carichiamo
sulle nostre spalle e se non troviamo un modo per smaltirlo, può
essere difficile. A me per ora basta la preghiera.
P: Ma come? Prima mi dici di non credere in un sacrificio vicario, e
poi mi parli di una specie di esso?
R: E’ un po’ diverso: voi nel sacrificio di Gesù vedete un evento unico
e irripetibile, un Padre Onnipotente che non è capace di trovare altra
soluzione alla rabbia per una propria creazione imperfetta, che
ammazzare il proprio figlio innocente. Io in questo assorbire il dolore,
la pena del prossimo, cercando di restituire sollievo, ci vedo un
esempio di misericordia, un atto tutt’altro che unico, ma da insegnare
fin dall’infanzia e da proporre come esempio. In questo i pastori è
auspicabile che siano i primi in questo tentativo di misericordia, ma
è da sperare che non siano gli ultimi, e che siano sempre più imitati
nella lenta costruzione del Regno
P: Questa sensazione di doppiezza, di scollamento, è troppo forte. Mi
sento un mentitore, un pagliaccio, e questo lo vivo come il più grande
affronto che io possa fare a Dio e me ne sento in colpa. Lo vivo come
il più grave peccato che io possa commettere nei Suoi confronti,
credere che non ci sia eppure continuare a mentire continuamente.
R: E se fosse Lui a volere questo? Se lui riservasse il più alto supplizio,
quello che lei mi sta descrivendo, per gli uomini che a Lui si sono
votati proprio per renderli edotti del male che devono combattere?
Solo chi lo sente, chi sa cosa sia, chi l’abbia davvero vissuto, può sapere
di cosa parla quando parla di male, di sofferenza, di dolore…. Ogni
volta che lei opera questo piccolo miracolo, questa trasformazione
dell’acqua del peccato in vino della serenità, lei stesso dà la più grande
dimostrazione dell’esistenza di Dio, lei è la dimostrazione
dell’esistenza di Dio.
3. P: Si ma non c’è nulla di verticale in questo! Sono cose che mi invento
io ogni volta… funzionano! Ma sono cose mie… non ho nessun aiuto
soprannaturale in questo
R: Ricorda l’origine latina della parola inventare? E’ un po’ diverso
dall’italiano. Vuol dire sia
Creare qualcosa che non c’è (come in italiano)
Sia scoprire qualcosa che c’era sempre stata, ma che non era
ancora conosciuta, come l’America, che c’era già prima che
Colombo la scoprisse.
Vista alla latina lei certamente inventa, ma in quell’invenzione lei
scopre una presenza, un legame tra gli esseri, che c’era già prima e
che lei si limita a rendere palese. Dio non abita sopra qualche monte,
come ci ricorda l’Esodo, Dio abita in mezzo, e lei lo mostra ogni volta
che dà al proprio legame con i suoi parrocchiani, un significato
spirituale, inverando in questo l’insegnamento di Gesù, che
ritroviamo ogni volta che facciamo rivivere i valori da lui vissuti e
predicati.
P: Per quanto io mi sforzi di credere anche il minimo degli assiomi
teologici in questo momento mi riesce davvero difficile.
R: Penso sia un errore di prospettiva, lei implicitamente considera
l’esperienza di fede come una via verso i più alti contenuti teologici,
io considero i contenuti teologici, come un semplice mezzo per vivere
appieno l’esperienza di vita, di cui la spiritualità è ad un tempo base e
vertice. Io sto in un gruppo che non vuole e non può darsi una
definizione troppo netta, proprio perché ha compreso che, stante il
fatto che ciascuno di noi è diverso per cultura, origine e sensibilità,
avrà bisogno di diversi contenuti per poter arrivare alla stessa
esperienza. La teologia deve essere un mezzo per accedere ad una
esperienza spirituale di qualità, quando diventa un fine iniziano i guai.
4. E questo, lei ne è l’esempio, può capitare anche ad una stessa
persona… crescendo… vivendo… si può avere bisogno di volta in
volta di esperienze diverse per mantenere la stessa autenticità
spirituale… Noi preferiamo ad una coerenza di casacca una coerenza
dell’esperienza, ad una smania definitoria, la ricerca di un sentire
comune al di là delle parole. Il mondo della fede è molto vasto, forse
lei deve solo cercare qualcosa di diverso, che meglio la rappresenti in
questo momento.
P: saresti stato un buon prete…, una cosa però te la voglio dire prima
di lasciarti…. Forza Juve!!
R: Lei è proprio irrecuperabile, mi arrendo….
Ci lasciammo sorridendo.
Auguriamoci di saper ogni giorno scoprire autenticamente la
presenza dello spirito che abita in mezzo a noi .Nasè Adam
נ ֲַֽעש ֶׂ֥ה אָ ד םד
Amen
Rob