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AMBROSETTI ASSET MANAGEMENT SIM AMBROSETTI ASSET MANAGEMENT SIM AMBROSETTI ASSET MANAGEMENT SIM AMBROSETTI ASSET MANAGEMENT SIM
COMMENTO MENSILE
Marzo 2018
Ambrosetti Asset Management SIM S.p.A.
Via Conciliazione 1, 22100 Como
comunicazioni@ambrosettiam.com
+39 031 338391
www.ambrosettiam.com
Come accennato non sono state le materie prime ad attrarre capitali nelle scorse
settimane con il petrolio in flessione di oltre il 3% nel mese, e dunque è solo
cresciuta la disponibilità liquida, in attesa di nuova destinazione nei mesi a venire. I
mercati, dunque, iniziano oggi a prendere coscienza delle evidenze economiche.
Sul lato obbligazionario, in particolare, il recente e significativo rialzo dei rendimenti
sui titoli di stato Usa (+50bps Ytd) appare come logica conseguenza di
un’economia in netta ripresa, un prodotto interno lordo in crescita, l’approssimarsi
della piena occupazione, le aziende sane ed in utile ed un’inflazione in linea con gli
obiettivi. Il mercato, in tal senso, sconta il naturale e definitivo mutamento della
politica monetaria ed il ritorno della crescita inflazionistica come elemento cardine
su cui far girare il futuro obbligazionario e non solo. In questo contesto quindi la
dinamica dei tassi americani vista in questi primi mesi rappresenta con alta
probabilità solo il primo passo di un movimento rialzista che ci accompagnerà per
molti mesi sebbene nell’immediato le attese siano di un graduale assestamento in
quanto risulta improbabile che i tassi riescano a proseguire, fin da subito, con
questo ritmo di salita. Diversa la condizione dell’area Euro e del Giappone, dove i
progressi del ciclo economico sono chiaramente in ritardo e dove le tensioni
rialziste resteranno mitigate dall’atteggiamento della Banca Centrale. Il nervosismo
invece permarrà più elevato sul fronte valutario. L’eccessiva debolezza del Dollaro
ha sollevato diversi malumori aumentando la tensione fra le banche centrali e
facendo tornare caldo il tema della guerra commerciale e valutaria, ora vero campo
di confronto fra le economie sviluppate. Le prossime settimane non risolveranno
certo la tematica che ha valenze strategiche, tuttavia dovrebbero permettere un
graduale riequilibrio ed un indebolimento graduale dell’Euro. L’impostazione di
fondo resta quindi favorevole ai mercati azionari sebbene alle prese con volatilità in
aumento, elemento poco gradito in generale ma utile per riallocazioni su eventuali
nuove flessioni.
Per il MESE DI MARZO viene mantenuto un profilo di investimento azionario
significativo.
AZIONI
PESOESPOSIZIONE
OBBLIGAZIONI
VALUTE
In termini di allocazione si conferma il parziale sottopeso dell’azionario americano a
favore di mercati emergenti, di Giappone ed area Euro mentre a livello settoriale
permane il posizionamento su Utilities e Basic Material. Sugli strumenti
obbligazionari resta prudente l’investimento con alleggerimenti sulle tematiche a
spread e sugli emergenti a favore dei governativi in particolare statunitensi. In
incremento l’esposizione valutaria extra Euro.
Gentile Cliente,
Dopo uno dei migliori inizi d’anno a memoria d’investitore azionario, il
mese appena concluso ha introdotto qualche elemento di incertezza in più
ed in particolare ha riportato in auge la tematica volatilità, da tempo
praticamente assente sui mercati. Febbraio ha infatti presentato una
dinamica accidentata con flussi iniziali in vendita significativi che hanno
riportato i principali indici in territorio negativo. Certo i recuperi registrati
dopo la significativa discesa se da un lato sono solo una parziale risposta
alla dinamica ribassista, dall’altro hanno evidenziato la validità delle aree
di minimo testate come un’interessante opportunità di acquisto a prezzi
“scontati”, oltre a riproporsi come base solida di tenuta all’eventuale
riemergere di tensioni in vendita.
L’elemento volatilità si propone quindi, anche nelle settimane entrati, come
tema discriminante rendendo più impegnativa la gestione degli
investimenti ma, al momento, non alterando la struttura prospettica dei
mercati che rimane impostata a favore di una continuazione della crescita
in logica di medio periodo. In questa fase i risultati di performance
riassumono puntualmente i valori in campo; Giappone ed Area Euro
hanno presentato le maggiori fragilità registrando nelle scorse settimane
discese ben al di sotto dei minimi di gennaio, mentre gli Stati Uniti ed i
mercati emergenti hanno evidenziato una capacità di reazione alle vendite
decisamente superiore, segno di un buon vigore ed una maggiore voglia
di riprendere in breve tempo il terreno perduto. Anche dunque le recenti
dinamiche sono indicazione di come gli operatori, in questa fase, stiano
premiando maggiormente il sostegno da parte dei dati fondamentali come
ancora preponderanti rispetto alle valutazioni di prospettiva e dunque ad
una scommessa sulle attese. Un ulteriore elemento importante in questa
fase è certamente legato al fatto che la fuoriuscita di capitali dall’azionario
non sia stata corrisposta in nessun modo da alcun incremento, in termini
di flussi e performance, a favore di altre variabili finanziarie in particolare di
quelle che tipicamente vengono ritenute un solido rifugio.
Quindi nessun effetto “Fly to Quality” sta rimescolando le carte in tavola.
Alla negatività delle azioni si affiancano infatti risultati deludenti per l’Oro (-
1.99% nel mese) ed una pressione in vendita sull’obbligazionario a livello
globale, trainata dal significativo rialzo tassi in America (T-Note -0.76% a
febbraio). Guardando alle performance, anzi, i numeri spiazzano
completamente la visione più tradizionalista e scopriamo appunto che, in
un mese difficile, chi si è comportato meglio sono la borsa brasiliana
(+0.52%), quella russa (+0.30%) ed i titoli del comparto tecnologico (-
0.34%), strumenti tipicamente non certo considerati difensivi.
DOCUMENTORISERVATOADINVESTITORIPROFESSIONALI
Vietatalacopiaeladivulgazionenonautorizzata
BUONA PERFORMANCE!

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Il mercato, in tal senso, sconta il naturale e definitivo mutamento della politica monetaria ed il ritorno della crescita inflazionistica come elemento cardine su cui far girare il futuro obbligazionario e non solo. In questo contesto quindi la dinamica dei tassi americani vista in questi primi mesi rappresenta con alta probabilità solo il primo passo di un movimento rialzista che ci accompagnerà per molti mesi sebbene nell’immediato le attese siano di un graduale assestamento in quanto risulta improbabile che i tassi riescano a proseguire, fin da subito, con questo ritmo di salita. Diversa la condizione dell’area Euro e del Giappone, dove i progressi del ciclo economico sono chiaramente in ritardo e dove le tensioni rialziste resteranno mitigate dall’atteggiamento della Banca Centrale. Il nervosismo invece permarrà più elevato sul fronte valutario. 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Sugli strumenti obbligazionari resta prudente l’investimento con alleggerimenti sulle tematiche a spread e sugli emergenti a favore dei governativi in particolare statunitensi. In incremento l’esposizione valutaria extra Euro. Gentile Cliente, Dopo uno dei migliori inizi d’anno a memoria d’investitore azionario, il mese appena concluso ha introdotto qualche elemento di incertezza in più ed in particolare ha riportato in auge la tematica volatilità, da tempo praticamente assente sui mercati. Febbraio ha infatti presentato una dinamica accidentata con flussi iniziali in vendita significativi che hanno riportato i principali indici in territorio negativo. Certo i recuperi registrati dopo la significativa discesa se da un lato sono solo una parziale risposta alla dinamica ribassista, dall’altro hanno evidenziato la validità delle aree di minimo testate come un’interessante opportunità di acquisto a prezzi “scontati”, oltre a riproporsi come base solida di tenuta all’eventuale riemergere di tensioni in vendita. L’elemento volatilità si propone quindi, anche nelle settimane entrati, come tema discriminante rendendo più impegnativa la gestione degli investimenti ma, al momento, non alterando la struttura prospettica dei mercati che rimane impostata a favore di una continuazione della crescita in logica di medio periodo. In questa fase i risultati di performance riassumono puntualmente i valori in campo; Giappone ed Area Euro hanno presentato le maggiori fragilità registrando nelle scorse settimane discese ben al di sotto dei minimi di gennaio, mentre gli Stati Uniti ed i mercati emergenti hanno evidenziato una capacità di reazione alle vendite decisamente superiore, segno di un buon vigore ed una maggiore voglia di riprendere in breve tempo il terreno perduto. Anche dunque le recenti dinamiche sono indicazione di come gli operatori, in questa fase, stiano premiando maggiormente il sostegno da parte dei dati fondamentali come ancora preponderanti rispetto alle valutazioni di prospettiva e dunque ad una scommessa sulle attese. Un ulteriore elemento importante in questa fase è certamente legato al fatto che la fuoriuscita di capitali dall’azionario non sia stata corrisposta in nessun modo da alcun incremento, in termini di flussi e performance, a favore di altre variabili finanziarie in particolare di quelle che tipicamente vengono ritenute un solido rifugio. Quindi nessun effetto “Fly to Quality” sta rimescolando le carte in tavola. Alla negatività delle azioni si affiancano infatti risultati deludenti per l’Oro (- 1.99% nel mese) ed una pressione in vendita sull’obbligazionario a livello globale, trainata dal significativo rialzo tassi in America (T-Note -0.76% a febbraio). Guardando alle performance, anzi, i numeri spiazzano completamente la visione più tradizionalista e scopriamo appunto che, in un mese difficile, chi si è comportato meglio sono la borsa brasiliana (+0.52%), quella russa (+0.30%) ed i titoli del comparto tecnologico (- 0.34%), strumenti tipicamente non certo considerati difensivi. 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