1. COMMENTO MENSILE
Dicembre 2016
Gentile Collega,
nel corso del mese di Novembre i mercati finanziari hanno svelato
le loro carte e, come spesso accade, sorpreso l’opinione comune
in un momento di importante cambiamento. Lo snodo è stato
naturalmente rappresentato dalle elezioni politiche americane ed
il risultato, inaspettato dai più, non ha portato con sé le paventate
conseguenze negative, se non per poche ore, introducendo
semmai i nuovi paradigmi con cui si dovrà convivere nei prossimi
trimestri: un aumento delle aspettative di inflazione ed una decisa
accelerazione del rialzo dei rendimenti obbligazionari unitamente
ad un mercato azionario capace di sorprendere in positivo.
Il movimento rialzista sui tassi di interesse aveva già mostrato le
prime indicazioni nella parte centrale dell’anno e la prospettiva di
una politica monetaria vicina al punto di inversione era attesa ma
certamente l’entità del movimento registrato nelle scorse
settimane ha decisamente accelerato questo processo, ribaltando
di fatto la tendenza di lungo corso ed instaurando un nuovo
regime di riferimento.
I mercati azionari, sull’altro fronte, hanno scommesso
praticamente da subito su una nuova politica pro crescita e
l’impatto più evidente, oltre ai risultati immediatamente positivi,
è certamente la significativa rotazione settoriale con il rialzo del
settore ciclico e dei bancari, oltre ai titoli legati alle infrastrutture
ed alla difesa.
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In termini assoluti, l’impatto sulle Borse dei Paesi sviluppati è stato importante con l’indice globale in crescita del 1.25% trainato dal
Giappone (+5.49% Topix) e dagli Usa (+3.42% S&P500) che segnano nuovi massimi storici. Più travagliato il percorso in area Euro con
recuperi finali che portano il saldo di mese attorno allo zero, passando attraverso i rialzi di Francia ed Olanda e la debolezza dei
mercati periferici come Italia e Spagna. A soffrire maggiormente in questa fase sono risultati i mercati emergenti con flessioni
generalizzate di ampia portata (-4.67% l’indice globale).
Di questo ritrovato potenziale ottimismo ne pagano le conseguenze soprattutto le tematiche difensive come Utilities (-6.51%),
Consumi Non Ciclici (-5.26%) e l’Oro (-8.15%) che amplifica la già significativa discesa in atto mentre rimane elevato il nervosismo sul
Petrolio.
Come detto, in questo contesto, a soffrire maggiormente sono dunque le obbligazioni con tassi al rialzo su tutte le scadenze ed un
saldo di mese sorprendentemente negativo per gli investitori, sia sui temi governativi sviluppati (-2.89% Usa, -2.02% Italia) che sulle
emissioni societarie (Corporate Usa -3.11%) e soprattutto Emergenti (-5.53%). A chiudere il quadro dei mercati sono le valute, con un
rafforzamento del Dollaro su larga scala, oltre il 3% verso Euro e oltre il 9% nei confronti dello Yen.
I mercati stanno certamente scontando più le intenzioni che dei dati reali ma, in una fase così impegnativa per il contesto economico,
le aspettative giocano un ruolo chiave nella definizione degli equilibri prospettici. Gli strumenti obbligazionari rimangono sotto
pressione e, sebbene non si escludano parziali riequilibri nelle settimane entranti, il contesto resta decisamente difficile e poco
profittevole per investimenti a carattere strategico. Le azioni si candidano quindi come unica macro-alternativa al rischio tassi, con le
borse di Usa e Giappone favorite. In questo scenario l’area Euro presenta valutazioni decisamente attraenti ma i mercati del vecchio
continente continuano a scontrarsi con le note problematiche di carattere politico e con il pressante spettro della disgregazione dopo
le recenti derive populiste. Indubitabilmente l’imminente referendum italiano porta con sé un ulteriore carico di incertezza che, se da
un lato riteniamo non cambi le attese e la forza dei mercati a livello strategico, dall’altro aggiunge certamente volatilità ad una
tipologia di investimento che già, naturalmente, ne incorpora.
Per il MESE DI DICEMBRE viene mantenuta elevata l’esposizione azionaria
complessiva frutto di un inquadramento positivo atteso per l’intero
trimestre. A livello di allocazione si evidenzia un ritorno degli investimenti
sui mercati azionari emergenti con la conferma di Stati Uniti, Giappone e
Germania a livello di area Euro.
Sul fronte settoriale le scelte restano focalizzate su Telecommunication,
Healthcare ed Utilities. Per la componente obbligazionaria permane un
approccio prudenziale con un rischio complessivo del portafoglio ancora
contenuto. Si privilegiano in tale senso le tematiche a spread in particolare
su scadenze molto brevi. Ridotta l’esposizione valutaria extra euro in una
logica di contenimento della volatilità.
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