1. Leadership a bordo
28 febbraio 2013
- handout-
Corso Skipper e Patente Nautica senza limiti
7 Febbraio -21 aprile 2013
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2. Introduzione
La leadership in barca è importante quanto la leadership in azienda, organizzazione o
qualsiasi gruppo organizzato per uno scopo comune.
Lo skipper, che nel nostro caso dovrebbe essere il leader, determina l’atmosfera di lavoro a
bordo. La sua personalità, il suo atteggiamento, il modo in cui dà le istruzioni cioè il suo stile
di comando, giocano un ruolo cruciale nel determinare l'atteggiamento del suo equipaggio.
L’umore generale a bordo può essere di frustrazione e di malavoglia, con ciascun membro
dell’equipaggio che cerca di starsene per i fatti suoi, accettando a malincuore la divisione
del lavoro; oppure può essere di un gruppo che lavora insieme come un team, considerando
ogni compito come un passo necessario per raggiungere lo scopo comune e rifiutando di
lasciarsi scoraggiare dalle situazioni difficili.
Influenzare gli altri e le loro attività, in un gruppo
Leadership: organizzato, per raggiungere obiettivi.
La leadership è la capacità di stimolare gli individui a fare ciò che non farebbero mai da soli
per mancanza di visione o motivazione, facendoglielo piacere.
La leadership è influenzare gli altri e le loro attività in un gruppo organizzato per
raggiungere obiettivi, attraverso: la visione, l’entusiasmo, l’amore, la fiducia, la passione, il
coaching, la determinazione.
Teorie di Leadership
1. “Leader si nasce non si diventa” - prospettiva storica;
2. Leadership Situazionale - Ken Blanchard & Paul Hersey: lo stile di leadership varia a
secondo della situazione e la capacità che serve sviluppare in quel momento;
3. Leadership Carismatica - si concentra sulle caratteristiche personali, sulle qualità e sulla
personalità, ma il carisma non basta per essere un leader;
4. Leadership Transazionale - il ruolo di manager che ha un idea chiara di obiettivi,
comunicando e motivando per raggiungere il target;
5. Leadership Trasformazionale - si basa su un rapporto tra il leader e i follower, auto-
consapevolezza e tante capacità per coinvolgere e guidare gli altri;
6. Leadership Comportamentale - i comportamenti che il leader usa ogni giorno e come
viene percepito dagli altri.
Oggi, il focus è sopratutto sui comportamenti, le capacità e l’attitudine.
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3. Stili di leadership
Le ricerche di oggi hanno mostrato che nessun stile di leadership è migliore, ma:
- i leader di successo hanno l’abilità di variare il loro stile secondo il contesto;
- uno stile più partecipativo è più efficace.
Qual’è il tuo stile predominante? Ed il secondo?
Stili:
- direttivo - il leader che prende il controllo, prende le decisioni ed è autosufficiente;
- coach - il leader che si concentra sullo sviluppo degli altri e sul loro coinvolgimento;
- influencer - il leader che ha fiducia nei propri mezzi, sa coinvolgere e guidare gli altri per
raggiungere gli obiettivi;
- collaboratore - il leader che crea armonia e lavora con e attraverso gli altri.
In quali situazioni vanno meglio ognuno di questi stili?
Vantaggi Svantaggi
Direttivo - funziona bene in momenti di crisi - può sembrare che controlla troppo
- buono con persone inesperte - non coinvolge gli altri
- efficace quando il tempo è ridotto - può soffocare la creatività
- si verifica di solito quando il leader - non tiene conto della necessità di
è quello più informato motivare degli altri
Coach - sviluppa la gente - può richiedere molto tempo
- migliora le prestazioni - si basa sugli altri per lavorare con loro
- aumenta la consapevolezza di sé - assume che le persone vogliono
dei follower crescere e svilupparsi
- crea fiducia
Influencer - mette in moto le persone - può sembrare manipolatore
- genera ispirazione - può essere visto come
- adeguato in tempi di cambiamento accondiscendente
- da usare quando il leader ha - può apparire troppo insistente/
credibilità alta invadente
Collaboratore - crea consenso e partecipazione - si basa sul coinvolgimento e
- motiva le persone l’impegno degli altri
- coinvolge gli altri - può apparire indeciso
- usa competenze e l’esperienza - assume che gli altri abbiano le
degli altri conoscenze necessarie
E’ importante capire il proprio stile, l’effetto che ha sugli altri è quando è più efficace
cambiare stile. In barca è più importante adattarsi e variare stile a secondo delle
situazioni e le persone coinvolte.
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4. Stili di comando
1. Autoritario
• decide nel minimo dettaglio cosa deve essere fatto
• stabilisce i compiti specifici di ciascuno
• comunica al gruppo la strategia di lavoro senza aggiornamenti nel tempo
• il leader critica ed elogia le persone e non il lavoro fatto
Risultati:
• si crea molta aggressività da parte dei giovani, diretta sopratutto verso l’outsider
• si sviluppano atteggiamenti di ricerca di potere
• poco spirito di squadra
• anche se rapido ed efficiente, la soddisfazione è scarsa
2. Democratico
• si decide in comune, in una riunione, come affrontare la situazione
• ogni passo viene pianificato insieme dopo che il leader mostra le varie alternative
• la distribuzione dei compiti viene decisa in gruppo
• il leader prende parte alle attività
• il leader elogia e critica il lavoro compiuto e non le persone
Risultati:
• maggiore motivazione autonoma, l’equipaggio è più unito
• i membri ricavano più soddisfazione da quello che stanno facendo
• il gruppo può avere meno risultati rispetto alla situazione di leader autoritario però più
idee originali
3. Laissez-Faire
• tutte le decisioni sono lasciate al gruppo
• il leader non ha un ruolo attivo e da la sua opinione solo quando gli viene richiesta
• non vengono fatte né critiche né elogi
Risultati:
• minor spirito di corpo e risultati peggiori
• la struttura del gruppo non esiste, finché non sorge un’altro leader
• è difficile raggiungere gli obiettivi
• non è adatto in mare
Secondo uno studio, i marinai considerano come migliori comandanti quelli che
hanno capacità di relazione sociale almeno analoghe a quelle tecniche. Al secondo
posto quelli con abilità tecniche inferiori alle qualità psicologiche. I peggiori in
assoluto sono quelli in cui prevalgono solo le capacità tecniche.
Però qual’è la scelta migliore in casi di tempesta?
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5. Il leader
Il leader deve essere facilmente raggiungibile e disponibile:
- parla con l’equipaggio ogni volta che hai la possibilità
- ricordati chi sono, i loro nomi, cosa fanno e in cosa sono bravi
- comunica sempre a tutti le informazioni rilevanti
- festeggia sempre i piccoli e i grandi successi con la squadra
- comunica anche i messaggi negativi, anche se è un po’ più difficile
Il leader come coach e mentor:
- ha un senso di realizzazione personale nel vedere gli altri crescere
- ha maggiore consapevolezza delle competenze e capacità delle persone
- costruisce relazioni con gli altri
- dimostra un interesse reale nello sviluppo degli altri
- lavora con gli altri per identificarne le lacune
- da feedback obiettivi e in tempo
- indica le opportunità di apprendimento
- conferma e apprezza le abilità sviluppate
- accetta gli sbagli e aiuta ad imparare
Lo skipper bravo:
- è un leader socio-emozionale;
- è colui che aderisce più strettamente alle regole di gruppo (non fumare sottocoperta, fare
il turno in cucina, seguire le norme di sicurezza ecc);
- è colui che è un modello per la sicurezza, per l’apprendimento e per il comportamento;
- partecipa attivamente aiutando nelle manovre difficili, non sta seduto nel pozzetto dando
ordini;
- non prende le decisioni da solo, ma discute in anticipo con l’equipaggio quello che va
fatto, lasciando libertà di scelta di azione e spiegando le ragioni dietro ogni decisione (in
casi di emergenza si discute dopo);
- non esegue personalmente tutti i compiti dove serve una buona competenza tecnica, ma
se si può, da la possibilità ai membri di imparare;
- coinvolge anche i membri isolati, aumentando il loro senso di responsabilità;
- discute prima con l’equipaggio come funzionerà la divisione dei ruoli durante la
navigazione;
- quando da ordini è chiaro, comprensibile, definitivo (se c’è un contrordine lo deve
specificare), diretti ad una persona specifica e non da ordini multipli ad una persona;
- controlla con discrezione senza invadere lo spazio personale;
- si limita nel criticare;
- conosce interessi, problemi e necessità dei membri e ne tiene conto nella divisione del
lavoro;
- ha capacità tecniche e “sa come si fa”, ha spirito di iniziativa, è resistente e ha una salute di
ferro, ha fiducia in se stesso, è capace di vivere in stretto contatto con gli altri, ha
disponibilità di prendersi le sue responsabilità;
- è calmo ed ispira fiducia.
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6. La squadra / L’equipaggio
Le fasi nella formazione della squadra:
Forming (Educazione)
- fase cortese, imbarazzante
- alcune persone non parlano per niente
- iniziano a conoscersi
Storming (Tensione)
- tensione per i ruoli
- la persone iniziano mostrare le capacità
- emozioni espresse in modi passivi/
aggressivi
Norming (Comprensione)
- l’atmosfera inizia a diventare confortevole
- la gente si conosce meglio
- ognuno con il suo ruolo o conosce i ruoli che deve svolgere
Performing (Apprendimento)
- la squadra diventa indipendente
- performance a livelli alti
- auto-motivazione
- self-coaching
In ogni fase, lo stile di leadership dovrebbe variare, dando la possibilità alla squadra di avere
più indipendenza.
• Istruisci: “Questo è ciò che devi fare”
Un modo di dare informazioni, applicabile
solo per poco tempo. Non consente alle
persone di pensare a loro modo e se viene
usato troppo può por tare ad avere
“passeggeri” e non più un equipaggio
• Vendi: “Fare questo sarebbe bene e guarda
cosa ne ricevi”
Un modo entusiasta e motivante. Parli di ciò
che bisogna fare e ne presenti i benefici.
• Consulta: “Che cosa ti serve o che cosa vuoi sapere?”
Lavori più per soddisfare i loro bisogni di imparare piuttosto che dire sempre cosa e come
fare o di che cosa hanno loro bisogno
• Facilita/Coach
Mira a tirare fuori le risposte dalla squadra. Il gruppo definisce in gran parte gli obiettivi del
giorno e parlano tanto tra di loro: il leader facilita la discussione. Il ruolo del leader è quello
di modellare il risultato o dare sostegno a seconda delle necessità.
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7. La motivazione
I bisogni:
- di realizzazione: responsabilità per risolvere un
problema o finire un’attività, di impostare degli
obiettivi, bisogno di feedback;
- di potere: controllo ed influenza sugli altri, di
avere il controllo della situazione
- di affetto: desiderio di essere piaciuti o rispettati
dagli altri, voluti, riconosciuti per quello che si fa e
per il proprio contributo.
Regole:
- devi essere tu motivato per poter motivare;
- serve uno scopo, un obiettivo, una visione;
- non dura per sempre;
- richiede tanto riconoscimento individuale;
- devi partecipare per motivare;
- il successo e il progresso motivano;
- tutti abbiamo un “bottone” della motivazione;
- l’appartenenza alla squadra motiva.
Per evitare le frustrazioni dell’equipaggio:
- informare: tutti vogliono sapere cosa sta succedendo e dove si sta andando;
- disegnare e distribuire il più possibile lavori in cooperazione (ex: nessuno a pelare patate
per 3 ore);
- quelli che capiscono già di navigazione non dovrebbero sentirsi troppo superiori: fare
coaching con gli altri e fare anche le cose più semplici;
- rotazione fissa o flessibile e ben stabilità, sopratutto per i compiti meno popolari;
- quando si distribuiscono i compiti mettere in evidenza gli aspetti interessanti o istruttivi
per aumentare la motivazione;
- fare una rotazione anche per i compiti più richiesti, senza lasciare il monopolio ad un paio
di persone;
- non definire i compiti in modo troppo restrittivo;
- combinare le attività noiose con quelle più richieste;
- lasciare autonomia per i gruppi di lavoro.
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8. Responsabilità e divisione del lavoro
A bordo, lo skipper ha la possibilità di scegliere come dividere i compiti.
Chiara divisione dei compiti
- quando una manovra deve venire eseguita in fretta e bene
Divisione di lavoro flessibile
- nella vita quotidiana, manovre in condizioni normali, nella routine
- migliora il morale a bordo
- l’equipaggio impara di più ed è meglio preparato in caso di emergenza
1. Rotazione dei compiti
• non c’è noia e monotonia, tutti fanno il turno in cucina o il turno in altre responsabilità
2. Ampliamento dei compiti
• un compito individuale viene allargato, unificando varie funzioni (in orizzontale,
attività simili)
3. Arricchimento dei compiti
• espansione verticale
• chi ascolta le previsioni del tempo dovrebbe fare anche una cartina meteorologica e
tenerla aggiornata
• chi mette i parabordi verifica anche se c’è possibilità di marea o vento
4. Gruppi di lavoro parzialmente autonomi
• un turno di guardia: un gruppo che ha l’autonomia di decidere come vuole lavorare
(dove, quando, con chi, con che metodi, che tipo di divisione dei compiti e che stile di
comando)
• lo skipper interviene solo in casi di emergenza se il responsabile del gruppo è
abbastanza esperto.
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9. Conclusione
A bordo si crea un piccolo mondo, relativamente isolato, dove tutti i problemi vanno risolti
con i mezzi a disposizione sulla barca, senza l’aiuto del mondo esterno. E’ un mondo ideale
per imparare e crescere al livello personale ma anche professionale.
Troppa specializzazione e la scarsa cooperazione non danno spazio per imparare e acquisire
nuove conoscenze ed uno stile autoritario di leadership può creare solo frustrazione. Per
questo lo skipper deve essere adattabile, cambiare stile a secondo delle situazioni e dare il
suo meglio perché l’equipaggio abbia l’opportunità di imparare ed uscire dalla zona di
comfort.
Andare in barca aiuta:
- ad acquisire fiducia in se stessi
- ad imparare ad arrangiarsi di fronte a compiti mai affrontati prima
- a risolvere i problemi nel modo migliore
- ad addestrare la fiducia in se stessi e la valutazione realistica delle proprie capacità, perché
ha valore educativo e terapeutico.
Ogni volta che usciamo in barca ci dobbiamo ricordare il perché lo facciamo e aiutare il
nostro equipaggio a vedere e sentire i vantaggi di navigare in barca:
- l’uscire dal quotidiano
- il rischio
- il mare aperto, non protetto
- la curiosità
- il desiderio di sperimentare nuove situazioni, incerte, imprevedibili
- il soddisfare il bisogno di avventura, varietà
- l’impostare nuovi obiettivi, ciascuno più difficile dell’altro
- la gioia di arrivare a terra dopo un uscita
- la formazione del carattere, sviluppare le capacità sociali e problem solving, guadagnare
più fiducia in se stessi.
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