Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
La crisi dell'euro: Parte seconda (le politiche di salvataggio)Quattrogatti.info
Gli attori protagonisti della crisi sono: l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il sistema bancario ed i singoli stati nazionali
Cosa hanno fatto e cosa potrebbero fare questi attori per la crisi dell'Euro?
in questa serie di presentazioni a puntate analizziamo le politiche di questi attori per risolvere la crisi del debito, evitare una crisi finanziaria e far ripartire la crescita economica.
Prima uscita: l'Unione Europea!
Cosa sono e a cosa servirebbero gli Eurobond?
Cos'è il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria?
Stanno funzionando i piani dell'Unione Europea per salvare l'Euro?
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
La crisi dell'euro: Parte seconda (le politiche di salvataggio)Quattrogatti.info
Gli attori protagonisti della crisi sono: l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il sistema bancario ed i singoli stati nazionali
Cosa hanno fatto e cosa potrebbero fare questi attori per la crisi dell'Euro?
in questa serie di presentazioni a puntate analizziamo le politiche di questi attori per risolvere la crisi del debito, evitare una crisi finanziaria e far ripartire la crescita economica.
Prima uscita: l'Unione Europea!
Cosa sono e a cosa servirebbero gli Eurobond?
Cos'è il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria?
Stanno funzionando i piani dell'Unione Europea per salvare l'Euro?
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
La crisi dell'Euro e le politiche di intervento: il ruolo delle bancheQuattrogatti.info
la presentazione analizza il legame tra il sistema bancario e la crisi del debito, il ruolo giocato dalla regolamentazione e le politiche necessarie a ridurre l’esposizione delle banche al rischio di fallimento degli stati
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
I titoli delle prime pagine sono per la Grecia, ma la vera storia non è la Grecia, ma chi sarà il prossimo. I leader europei avevano il diritto di essere preoccupati solo poco tempo fa sugli effetti di contagio di un default della Grecia sull\'intero sistema Euro, che naturalmente ora dicono che non esiste.
Non hai capito niente del Quantitative easing? Ecco come spiegarlo la sera ai...Massimo Brugnone
Con il Quantitative easing la BCE stampa nuova moneta che immette nel mercato. Ma in quale momento del ciclo economico si inserisce e perché è un bene per le tasche degli italiani?
Una breve e semplice spiegazione.
10 incontri a partire da mercoledì 2 ottobre 2013 a Jesi.
L’Italia si trova ad affrontare una tremenda crisi economica. Nata dal mondo della finanza, essa si è estesa sempre di più fino a contagiare l’economia reale; prova ne sono il numero massiccio di attività commerciali e piccole e medie imprese che negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti e, di conseguenza, la percentuale crescente - a giugno 2013 il 12,1% - di popolazione che si trova senza lavoro.
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
La crisi dell'Euro e le politiche di intervento: il ruolo delle bancheQuattrogatti.info
la presentazione analizza il legame tra il sistema bancario e la crisi del debito, il ruolo giocato dalla regolamentazione e le politiche necessarie a ridurre l’esposizione delle banche al rischio di fallimento degli stati
Per ogni legge del governo approvata in fretta come risposta ad una crisi in corso o recente, ci saranno due o più conseguenze involontarie, che avranno effetti negativi pari o superiori al problema che è stato oggetto della risoluzione.
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
I leader europei sono impegnati nel mantenere sia l\'euro che la zona euro così come sono. Ma per consentirgli di fare questo, tutto deve cambiare, come suggerisce la citazione dal meraviglioso romanzo italiano del 1958, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi Lamedusa. Questo non è un compito facile, in quanto nessuno di loro vuole un cambiamento che abbia un impatto negativo verso se stessi e, come vedremo, non c\'è cambiamento che permetterà che tutto rimanga lo stesso e che non abbia un impatto severo su tutti, come vedremo. Nell\'affrontare la terza parte di una serie che continua, guardiamo alle opzioni che sono effettivamente disponibili tra le scelte del menu, o come qualche gruppo lo chiamava, il menu del dolore. Vi offro alcuni punti di riferimento che dovremmo guardare lungo il percorso, e termino con il dare un mio suggerimento su ciò che l\'Europa dovrebbe fare.
I titoli delle prime pagine sono per la Grecia, ma la vera storia non è la Grecia, ma chi sarà il prossimo. I leader europei avevano il diritto di essere preoccupati solo poco tempo fa sugli effetti di contagio di un default della Grecia sull\'intero sistema Euro, che naturalmente ora dicono che non esiste.
Non hai capito niente del Quantitative easing? Ecco come spiegarlo la sera ai...Massimo Brugnone
Con il Quantitative easing la BCE stampa nuova moneta che immette nel mercato. Ma in quale momento del ciclo economico si inserisce e perché è un bene per le tasche degli italiani?
Una breve e semplice spiegazione.
10 incontri a partire da mercoledì 2 ottobre 2013 a Jesi.
L’Italia si trova ad affrontare una tremenda crisi economica. Nata dal mondo della finanza, essa si è estesa sempre di più fino a contagiare l’economia reale; prova ne sono il numero massiccio di attività commerciali e piccole e medie imprese che negli ultimi due anni hanno chiuso i battenti e, di conseguenza, la percentuale crescente - a giugno 2013 il 12,1% - di popolazione che si trova senza lavoro.
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
Esattamente, che cosa è accaduto in Europa? Il mercato ha reagito come se fosse arrivata la seconda delle soluzioni come la fine delle soluzioni. Nessun problema qui! La crisi del debito europeo è risolta! Ma se si guarda attentamente (è quasi sempre pericoloso quando si tratta di Europa) c\'è molto di più nella ripartenza del mercato, rispetto alla semplice euforia e sollievo. Quella che abbiamo visto è un\'involontaria conseguenza molto inquietante che tornerà a perseguitarci, come purtroppo ho scritto nel passato. Il dito punta verso i nostri vecchi amici derivati e i credit default swap. Questa settimana, mi sono ripreso da un influenza piuttosto brutta, sottoponiamo quindi ai raggi gamma e delta le questioni che possono esserci dietro il vero motivo della risposta del mercato, marciando inesorabilmente verso l\'Endgame.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
L\'Europa è di nuovo al centro della scena. Alle conferenze e alle riunioni e nelle conversazioni private, è il tema del momento. Questa settimana ho pensato molto all\'Europa e al suo possibile impatto, così, ancora una volta ci addentriamo in quella che è una situazione in continua evoluzione. Questa volta, guardiamo ai possibili impatti sui mercati, e dobbiamo nuovamente riflettere su queste domande, "Stiamo tornando al 2008?" e "Ci sarà nuova Lehman nel nostro futuro?".
StudioPhi - Il Punto N.3 - Il Contropiede di Draghistudiophi.ch
La conferenza stampa del 6 novembre di Mario Draghi arriva dopo un prolungato periodo di instabilità sui mercati alimentata, tra l’altro, da pensieri, parole e opere dei principali banchieri centrali. Settimane nelle quali Kuroda e la Yellen, governatori rispettivamente della Banca del Giappone e della Federal Reserve, hanno agito; Mario Draghi, viceversa, ha “subito” un incessante sabotaggio mediatico. Il primo ha stupito tutti con un ulteriore gigantesca scommessa di acrobazia monetaria portando gli acquisti di titoli pubblici e privati fino a 700 miliardi di dollari annui.
[...]
Fin qui si potrebbe sostenere che Draghi non ha affermato nulla di nuovo. Non è così perché, sia pure implicitamente, il Governatore fa capire che nuove iniziative potrebbero essere considerate prima del previsto, forse già a dicembre.
Lo si deduce dall’esplicito riferimento al fatto che gli organismi competenti della BCE sono già stati attivati per studiare e preparare gli ulteriori
strumenti da utilizzare in caso di bisogno.
Azioni rese necessarie dalla crescente urgenza che deriva da un peggioramento dello scenario per crescita e inflazione, di cui ormai ha preso atto anche la Commissione Europea con la recentissima diffusione delle nuove stime per il 2015. Si tratta di una ennesima sforbiciata dello 0,6% e dello 0,4% su Pil e inflazione attesi, con il primo che a livello comunitario crescerebbe solo dell’1,1% e con i prezzi in aumento solo dello 0,8%.
(articolo originalmente pubblicato alla pagina http://www.studiophi.ch/New/documenti/)
Che cosa ci può attendere dalla folle politica monetaria che la Fed sta mettendo in atto, dando essenzialmente fondi illimitati alle banche europee? Che cosa stanno vedendo che noi non conosciamo? E\' tutto questo un precursore dell\'ulteriore allentamento monetario della riunione straordinaria del FOMC della prossima settimana, che è stata esteso da Bernanke ad una sessione di due giorni? Possiamo chiamarla "Operation Twist?" O forse "Twist and Shout?"
Come promesso la scorsa settimana, punteremo il nostro sguardo verso l\'Europa e mediteremo su quello che c\'è in serbo per l\'Europa per quest\'anno e per i prossimi cinque anni. Cosa si legge a pagina 2? La "BCE rivede l\'accordo per redigere un patto fiscale." Sembra che ci siano troppe lacune, e che queste renderanno il documento privo di significato ... un po\' come il Trattato che hanno ora. Continuando la lettura apprendiamo ulteriormente che "la minaccia di default greco cresce e il prosieguo dei negoziati inizia a vacillare." Sembra che vi sia una mancanza di accordi su quanto debba essere il taglio sul debito per gli investitori, e i greci non vogliono garantire alcun debito futuro, nel caso in cui in futuro abbiano bisogno di fare ancora default. Ma vogliono €15 miliardi per mantenere la macchina del debito in funzione ancora per qualche altro mese.
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
Qual è a suo avviso il principale problema economico che ci troveremo di fronte a causa di questa crisi?
Il principale problema economico nel breve termine sarà un calo drammatico nella produzione. Stiamo osservando un calo della produzione economica annuale del 30-40 per cento per molti Paesi industrializzati. Sono dimensioni che non abbiamo mai vissuto prima e non c’è da sorprendersi che le industrie chiudano. Se l’industria non produce, il livello di debito del settore privato aumenterà e il debito del settore pubblico salirà a un livello insostenibile, a meno che non mettiamo in atto una sorta di grande piano di cancellazione del debito, o monetizzazione a livello macro, a livello micro. Mario Draghi parlava di un deleveraging (una riduzione della leva finanziaria, ndr) del settore privato che è estremamente importante. Anche il settore pubblico potrebbe farlo, se però viene supportato dalla Banca Centrale, in modo da poterne uscire con un modo molto diverso di pensare la politica economica rispetto a come abbiamo fatto in passato, con le norme sul deficit al 3%. Tutto questo non è più possibile, non solo per quest’anno, non può continuare a causa di questa crisi e delle precedenti crisi irrisolte. Ho sempre sostenuto che la crisi dell’Eurozona non è mai stata correttamente risolta: abbiamo imposto l’austerità, ma non ha aiutato.
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
Il 5 marzo 2013 il Dow Jones Industrial Average ha stabilito un nuovo massimo storico, superando il precedente massimo pari a 14,165.50 che era stato raggiunto nell'ottobre del 2007. Solo il mercato azionario non sembra prendere atto che il mondo si trova oggi in una situazione ben diversa rispetto a 5 anni e mezzo fa. Molti investitori parlano di un mercato ribassista, ma intanto percorrono la strada rialzista. Questa apparente contraddizione è funzione della convinzione diffusa che la politica della banca centrale sia questa proveniente da Tokyo, Francoforte, Londra o Washington fornisce un efficace copertura alla volatilità consentendo così agli investitori di ignorare i problemi economici e finanziari sottostanti, che continuano intanto a cuocere a fuoco lento.
Quantitative Easing - I principali commenti delle testate internazionali e nazionali
1. 23 gennaio 2015 a cura di Renato Brunetta
i dossier
www.freefoundation.com
www.freenewsonline.it
982
QUANTITATIVE EASING
I principali commenti delle
testate internazionali e nazionali
2. 2
EXECUTIVE SUMMARY
Il 22 gennaio 2014, il presidente della Banca centrale
europea, Mario Draghi, ha annunciato il lancio di un piano di
acquisti di titoli sul mercato secondario da 60 miliardi di
euro al mese, a partire da marzo 2015 fino a settembre
2016 (per un totale di circa 1.100 miliardi di euro).
Si dà il via, dunque, al Quantitative easing, che negli ultimi anni
è stato applicato con successo in Paesi come Stati Uniti,
Inghilterra e Giappone per far fronte alla crisi.
Riproponiamo nel seguito la rassegna delle principali testate
nazionali ed internazionali.
2
3. 3
Draghi apre finalmente i rubinetti monetari. Per eliminare la
deflazione nella zona euro servirà un trattamento lungo
«Ci è voluto troppo alla Bce per imbarcarsi in un QE, ma anche
se in ritardo l’azione è benvenuta».
«Ieri Mario Draghi ha annunciato che la Bce comprerà 60
miliardi al mese di titoli della zona euro da marzo 2015 fino
alla fine del settembre 2016 per combattere i segnali di
inflazione imminente».
«Draghi aveva di fronte una sfida immane: rispondere alle
aspettative che si erano create nel corso dell’ultimo anno. E la
risposta iniziale dei mercati dice che non li ha delusi».
3
4. 4
«Non c’è dubbio che Draghi doveva agire. La crescita e
l’inflazione sono troppo deboli, con chiare prove che la
domanda nella zona euro è ferma».
«I critici avevano utilizzato diversi argomenti per rinviare il QE
della zona euro. Ma nessuno è convincente e messi insieme sono
incoerenti».
(L’unico rilievo che fa il FT a Draghi) «è il fatto che saranno le
banche centrali nazionali, e non la Bce, a addossarsi gran parte
dei rischi di default sui titoli acquistati».
«Anche se questo non dovrebbe compromettere l’efficacia del
QE, potrebbe iniettare dubbi sulla determinazione politica».
4
5. 5
La salvezza del QE per l’Europa. La svalutazione diventa la
fallimentare politica di crescita della zona euro
«E così ci siamo: la salvezza economica dell'Europa è stata
fornita dal presidente della Bce Mario Draghi, quando ha
annunciato un piano per comprare titoli di stato, conosciuto come
QE».
«Draghi è stato invocato come il salvatore per così tanto tempo
da così tante personalità che in pochi si pongono la difficile
domanda se il QE funzionerà».
«Simpatizziamo con Draghi, a cui è stato chiesto di sostituirsi al
fallimento dei leader politici europei nel riformare le loro
economie».
5
6. 6
«Nel 2012 promise di fare tutto quanto necessario per
preservare l’euro, e su quel punto ha avuto successo. La sua
promessa ha fatto crollare i rendimenti sui titoli sovrani e la
minaccia di disintegrazione dell'euro si è ridotta
significativamente».
«Ciò che Draghi non è stato in grado di fare è di rilanciare la
crescita nella zona euro, malgrado il lancio di un programma
dopo l’altro per tentare di stimolare il credito bancario».
«Adesso l’Europa sembra avere finalmente il suo QE come ultimo
tentativo per tornare a crescere».
6
7. 7
L’Europa mette i soldi sul tavolo
«Dopo più di un anno di speculazione, Mr. Draghi, il capo mai
prevedibile della Banca centrale europea, ha dato agli investitori
globali quello che reclamavano da tempo, con un tocco in più: un
impegno illimitato per comprare titoli di Stato della zona euro».
«E per fare ciò, Mr. Draghi ha annunciato al mondo che
l'Europa, bloccata da bassa crescita e deflazione, sarebbe
finalmente pronta a seguire l'esempio di Stati Uniti, Giappone e
Gran Bretagna».
7
8. 8
«Il piano di Quantitative easing annunciato da Mr. Draghi è
stato più esteso del previsto. Circa 1.100 miliardi di euro».
«Gli analisti sono per lo più d’accordo sul fatto che l’acquisto di
bond promosso da Mr. Draghi sia un potente passo per aiutare
l'Europa nel suo complesso».
«Questo non significa che il progetto è destinato ad avere
successo. Anche con un programma di stimolo aggressivo per la
sua banca centrale e una valuta debole, il Giappone, ad
esempio, soffre ancora di deflazione».
8
9. 9
Il “bazooka monetario” della Bce
«Si tratta di una piccola rivoluzione nel mondo dei banchieri
centrali».
«Giovedì 22 gennaio dopo settimane di speranze e rumors sul
tema, la Banca centrale europea (BCE) ha svelato i contorni
della sua arma anti-deflazione: Quantitative easing».
«“Boom!” “Questo è un attacco monetario senza precedenti”, “è
Natale a Francoforte!” Hanno immediatamente risposto gli
analisti sui loro account Twitter. Molti, infatti, non si aspettavano
un annuncio di questa portata».
9
10. 10
«L’ammontare degli acquisti sarà di 60 miliardi al mese, da
marzo 2015 a, almeno, fino a settembre 2016, oltre 1.000
miliardi di euro in totale. Cifra che va oltre le aspettative degli
analisti, che erano pronti a scommettere su 500-750 miliardi di
euro».
«La battaglia con i tedeschi non è stata facile. Nelle ultime
settimane, gli oppositori ed i sostenitori del QE sono stati
impegnati in una guerra di parole sulla stampa tedesca».
10
11. 11
«In tutti i casi, il programma di riacquisto del debito pubblico
annunciato dalla Bce non avrà alcun impatto immediato e diretto
sulla vita dei cittadini europei, in particolare per i francesi».
«Gli effetti si faranno sentire nel medio termine. Se il piano
funziona, e ha raggiunto i suoi obiettivi».
«Il calo dell’euro, l’aumento dei prezzi e soprattutto la ripresa
economica che si prevede dovrebbe contribuire all’aumento dei
salari ed alla riduzione della disoccupazione».
11
12. 12
Il nuovo piano Draghi, in dettaglio
«La Banca centrale europea (BCE) giovedì ha presentato il piano
di intervento di politica monetaria più atteso da quanto il suo
presidente, Mario Draghi, nell’estate del 2012 aveva promesso di
fare “tutto il necessario” per assicurare la sopravvivenza
dell’euro».
«Gli analisti davano per scontato che il piano d'appalto sarebbe
stato tra 500 e 750 miliardi di euro. Draghi è andato oltre le
aspettative».
«Funzionerà? Il quantitative easing non è la panacea. Per essere
efficace, Draghi deve battere le aspettative del mercato, e in ogni
caso non avrà molto impatto sugli interessi del debito, che sono
già molto bassi».
12
13. Padoan: “Le famiglie italiane possono cominciare
a spendere”
Ghizzoni: “Vittoria dell’Europa. Subito vantaggi
a chi esporta. Ora si muovano i governi”
Piketty: “Per salvare l’Unione Europea serve ben
più di una banca centrale. C’è il rischio che questi
acquisti sfocino in bolle anziché rilanciare
l’economia”
Draghi lancia i maxi-acquisti. 60 miliardi al
mese di bond. Stop solo con inflazione al 2%
La Bce decide a maggioranza forti iniezioni di
liquidità: 1.140 miliardi fino a settembre
2016
Rischi condivisi al 20%. Su le Borse.
Bundesbank evita la solidarietà ma cede sul
peso dell’intervento
La Bce batte le attese: maxi-Qe da oltre 1.000 miliardi. Ma l’80% dei rischi è a carico dei Paesi.
Il bazooka di Draghi: ecco cosa cambia per famiglie, risparmiatori e imprese.
Borse e bond brindano alla mossa Draghi
Ecco il piano di Draghi per far
ripartire l’Europa
Cosa cambia e chi guadagna con
la mossa di SuperMario
Prestiti più facili a imprese e famiglie. Così lo Stato
risparmierà sul debito.
I piccoli risparmiatori favoriti dall’aumento delle quotazioni
azionarie. Ma l’incremento dell’inflazione spingerà le tariffe
e la spesa quotidiana.
Borse in rialzo il giorno dopo il bazooka Draghi