In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Come si può arrivare ad una piena occupazione e ad un miglior livello di educazione nazionale rispetto al punto di vista che è stato recentemente dichiarato da David Rosenberg (sia alla conferenza che anche in altri contesti), ossia sul fatto che quanto prima vedremo l'inflazione ed in contemporanea anche l'inizio di un mercato obbligazionario ribassista? Devo dire che questa cosa ha sorpreso molti di noi durante la sua presentazione che si è concentrata sul tema da un mercato obbligazionario rialzista ad uno ribassista. Ma è la ragione per la quale ha deciso di credere in questa cosa che ci ha lasciati ancora di più sorpresi. Io non penso di essere assolutamente in grado di esprimere, in questo breve spazio, le motivazioni che egli ha espresso in modo così impeccabile e molto dettagliatamente durante la sua presentazione ma cercherò di evidenziare alcuni dei punti più salienti.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Report aggiornato a GIUGNO 2017 sui Mercati EmergentiPaolo Buro
Nel mercato finanziari si dice "Sell in May and go away", in questo preciso momento storico la tendenza al rialzo che persiste sui Mercati Azionari in generale ed in particolare su quelli dei Paesi Emergenti, fa sorgere dei dubbi su questo vecchio detto di borsa.
A settembre scorso l’ammontare dei prestiti nell’area euro è risultato inferiore di 200 miliardi rispetto a un anno prima (-1,2%) tornando ai valori di maggio 2008. Rispetto al picco massimo di settembre 2011, lo stock dei finanziamenti è diminuito di 718 miliardi attestandosi a 10.581 miliardi.
Poche settimane fa, Ed Easterling ed io abbiamo aggiornato il lavoro che abbiamo pubblicato quasi dieci anni fa sui mercati secolari orso e toro nei capitoli 5 e 6 di Bull\'s Eye Investing. Questa settimana sono nel Maine per l\'annuale ritrovo di pesca chiamato Shadow Fed. Ed ha gentilmente accettato di fare con me un altro articolo sugli utili, i business e i cicli che sono sfasati in termini di tempo rispetto al secolare ciclo dei mercati azionari, ma anche questo fa parte del modo nel quale i mercati si comportano. Però quando questi dati si combinano tra loro si ottiene un quadro molto più chiaro dei mercati.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Negli anni più recenti le imprese di maggiore dimensione hanno fortemente accentuato la propensione a detenere riserve di liquidità. Per l’intensità raggiunta questa propensione alla liquidità viene indicata tra i fattori corresponsabili (e non in misura marginale) della sterilizzazione degli stimoli monetari adottati dalle autorità dei principali paesi per favorire una più rapida uscita dalla crisi.
Di fondamentale importanza è la capacità dell'investimento azionario di preservare e incrementare il potere di acquisto dell'investimento.
E' il concetto di rendimento reale: la parte di rendimento che eccede l'inflazione e che incrementa il valore del nostro patrimonio.
Lungo periodo e diversificazione sono due armi potentissime a disposizione dei risparmiatori e dei gestori.
Il Giappone nell’ultimo trimestre è cresciuto ad un ritmo del 3,5% su base annuale, un tasso così elevato non lo si vedeva da lungo tempo. Naturalmente, i funzionari del governo vedono tutto questo come una chiara conferma delle loro nuove politiche e senza dubbio decideranno che in futuro saranno necessarie ancora più azioni di questo tipo.
Alla ripresa autunnale lo scenario economico si presenta a due facce.
Quella rassicurante di conferma delle buone dinamiche e prospettive extra-europee.
E quella preoccupante di deterioramento del quadro già debole nell’Eurozona e in Italia.
Il contesto rimane caratterizzato dai cambiamenti su scala globale portati dalla crisi: minore ampliamento
dei commerci internazionali, investimenti frenati dalla perdurante incertezza e condizioni
più selettive del credito bancario1.
Tutti fattori che abbassano il profilo dello sviluppo mondiale.
La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibileHoro Capital
Sono già diversi anni che scrivo che il Giappone è un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sarà l'anno del parabrezza. La recente volatilità dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo è effettivamente ciò che ci si dovrebbe aspettare da un paese che è sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non è la Grecia: il Giappone è la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di “riserva”. Ha due delle sei più grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 più importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa può generare un grave impatto sul resto del mondo. E l’impatto può essere anche doppiamente significativo perché la crescita globale viene in questo momento guidata dall’Asia.
Nelle ultime tre settimane sto continuamente commentando quello che personalmente penso sia una folle strada che i giapponesi hanno intrapreso, e quello che penso possa essere considerato nella storia l'esperimento di politica monetaria più scandaloso, intrigante e disperato da parte di una grande potenza economica. I giapponesi stanno rapidamente arrivando al loro Endgame, ossia raggiungere il limite della loro capacità di prendere in prestito del denaro a tassi di interesse che siano economicamente sostenibili. Se i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi arrivassero solo anche ad un mero 2,2%, l'80% delle entrate fiscali servirà solo per pagare gli interessi sul loro debito. Con un rapporto debito - PIL pari al 245% si trovano in una situazione profondamente disperata e loro lo sanno. E quando ci si trova in periodi disperati, sono necessarie solo delle misure disperate.
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
Quando circa due anni fa io e Jonathan Tepper abbiamo scritto Endgame, l'attenzione era molto concentrata sull'Europa, ma nel avevamo anche chiaramente parlato in modo dettagliato di come nel giro di pochi anni il Giappone sarebbe stato la fonte della vera volatilità a livello globale. "Un insetto alla ricerca di un parabrezza" era stato il titolo del capitolo dedicato al Giappone. Quest'anno, nella mia previsione sul 2013 ho scritto che sarà "l'anno del parabrezza." Nelle ultime due settimane ci siamo concentrati sui problemi che affliggono il Giappone e su quanto è importante il Giappone nell'economia mondiale; alla fine anche questa settimana dobbiamo ancora una volta concentrarci sulla Terra del Sol Levante.
Report aggiornato a GIUGNO 2017 sui Mercati EmergentiPaolo Buro
Nel mercato finanziari si dice "Sell in May and go away", in questo preciso momento storico la tendenza al rialzo che persiste sui Mercati Azionari in generale ed in particolare su quelli dei Paesi Emergenti, fa sorgere dei dubbi su questo vecchio detto di borsa.
A settembre scorso l’ammontare dei prestiti nell’area euro è risultato inferiore di 200 miliardi rispetto a un anno prima (-1,2%) tornando ai valori di maggio 2008. Rispetto al picco massimo di settembre 2011, lo stock dei finanziamenti è diminuito di 718 miliardi attestandosi a 10.581 miliardi.
Poche settimane fa, Ed Easterling ed io abbiamo aggiornato il lavoro che abbiamo pubblicato quasi dieci anni fa sui mercati secolari orso e toro nei capitoli 5 e 6 di Bull\'s Eye Investing. Questa settimana sono nel Maine per l\'annuale ritrovo di pesca chiamato Shadow Fed. Ed ha gentilmente accettato di fare con me un altro articolo sugli utili, i business e i cicli che sono sfasati in termini di tempo rispetto al secolare ciclo dei mercati azionari, ma anche questo fa parte del modo nel quale i mercati si comportano. Però quando questi dati si combinano tra loro si ottiene un quadro molto più chiaro dei mercati.
Quale strada prenderemo? Se solo potessimo far aumentare le nostre via d\'uscita sui nostri problemi del debito sovrano. Ma la crescita del debito crea ancora più problemi se questi non vengono gestiti, rendendo ancora più difficile l\'affrontarli; ma tenendo il debito e il deficit sotto controllo di conseguenza si monitora anche il dolore che ne consegue.
Negli anni più recenti le imprese di maggiore dimensione hanno fortemente accentuato la propensione a detenere riserve di liquidità. Per l’intensità raggiunta questa propensione alla liquidità viene indicata tra i fattori corresponsabili (e non in misura marginale) della sterilizzazione degli stimoli monetari adottati dalle autorità dei principali paesi per favorire una più rapida uscita dalla crisi.
Di fondamentale importanza è la capacità dell'investimento azionario di preservare e incrementare il potere di acquisto dell'investimento.
E' il concetto di rendimento reale: la parte di rendimento che eccede l'inflazione e che incrementa il valore del nostro patrimonio.
Lungo periodo e diversificazione sono due armi potentissime a disposizione dei risparmiatori e dei gestori.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
Tutti in attesa del Quantitative Easing: servirà?
Le imprese europee attendono, nel deserto economico, che Mario Draghi dia il via all’operazione di Quantitative Easing per uscire dall’attuale periodo di stagnazione (in molti casi, deflazione), così come gli Israeliti, dopo l’uscita dalla schiavitù dell’Egitto, durante le peregrinazioni nel deserto, aspettavano che Dio somministrasse loro la manna. Il dubbio è: servirà davvero?
Un'analisi in 42 pagine di oltre 32.000 portafogli finanziari strutturati per misurare gli effetti su rendimenti e rischio delle componenti timing, orizzonte temporale e profilo di rischio.
L'analisi inizia l'1 gennaio 2001 e termina il 30 ottobre 2015.
Nel 2012 giungerà alle sue massime conseguenze la crisi iniziata nel 2007 e che ora estende i suoi riflessi al debito sovrano europeo. Il ruolo delle banche, dei derivati finanziari, degli stati e degli organismo sovranazionali.
Il 30 e il 31 maggio prossimi, nel corso organizzato da Academy di Borsa Italiana, parleremo di rischi finanziari aziendali: come identificarli, misurarli e trattarli adeguatamente.
Dopo alcuni mesi di verifiche, test e gruppi di lavoro, è iniziata formalmente la collaborazione tra la società di consulenza finanziaria indipendente CFO SOLUTIONS S.r.l. scf e lo spin off dell'Università di Trento NEOCOGITA S.r.l..
Chi lo avrebbe mai detto, se digitate EXPO + T in google notizie, la parola più cercata con la T è TERRORISMO. Particolare, ma non troppo perchè alla I, la parola più cercata con Expo è ISIS. Paura, preoccupazione (parole come L-avori, C-antiere, F-lop, R-itardi, ma anche speranza come V-olontari. Voglia di libertà, visto che EXPO + G si completa con GAY. Insomma tante sorprese.
Riflessioni, statistiche, curiosità. Su Internet si trova tutto, manca solo il tempo. Noi cerchiamo e verifichiamo per voi.
In 100 secondi un aggiornamento a volte buffo, a volte profondo, spesso inatteso.
1. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
MERCATI
FINANZIARI
CHE FARE?
31 MARZO 2020
MINI GUIDA PRATICA PER TRARRE IL
MASSIMO DALLE POCHE CERTEZZE DI
QUESTO PERIODO
CERTEZZE INCERTEZZE
• L’economia è entrata in profonda
recessione.
• Non sappiamo quanto durerà il lockdown
né quindi i veri impatti sul PIL
• Gli indici azionari perdono il 30% da inizio
anno, gli obbligazionari l’8%.
• Non sappiamo quando i mercati azionari
inizieranno a costruire una base
• Gli azionari per rivedere i massimi devono
recuperare il 43%.
• Gli scambi commerciali vedranno un lag
temporale rispetto alle economie interne
• I portafogli dei risparmiatori vedono
perdite comprese tra il -7% e il -25%
• Come agiranno i diversi stimoli finanziari
applicati alle diverse economie nel mondo
2. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
2
1
DA DOVE VENIAMO
I mercati, con estrema violenza, si sono riportati sui valori del 2016, azzerando,
di fatto, i guadagni 2017-2019.
E’ una correzione di un mercato che rimane rialzista? E’ l’inizio di un mercato
orso?
Dal punto di vista tecnico è sicuramente vera la seconda, ma come vedremo
più avanti non è questo un dato essenziale a nostro parere, le considerazioni
rilevanti sono altre.
Le problematiche erano pre-esistenti rispetto al virus ed è bene non
dimenticarle, perché è da li che tutto è partito.
a) Eccessivo scostamento tra finanza ed economia reale.
Come si vede nel Grafico riguardante la borsa USA, l’andamento del PIL funge
da guida e da sostegno per l’andamento delle quotazioni borsistiche. E’ una
sorta di richiamo: è un modo per misurare precisamente quanto è l’imbalance,
lo squilibrio tra finanza ed economia. Quando questo è eccessivo, le forze in
gioco riportano in linea il movimento, sia in su che in giù. A Febbraio 2020 tale
squilibrio era su valori mai toccati prima. Nella correzione del 2018 il sistema
ha tentato di rientrare in equilibrio, ma la massa di liquidità in circolazione (vedi
punto b)) ha rapidamente tirato la molla verso l’alto.
La vecchia massima borsistica “Let the profits run” è sicuramente vera, nel
senso di seguire il trend, ma è sicuramente meno rischiosa quando il delta
3. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
3
finanza/borsa è pari al 10% rispetto a quando vale 50% (linea arancio-linea
bianca)
b) Livelli eccessivi di indebitamento
La liquidità che ha permesso tale squilibrio tra economia e finanza è stata
generata a debito. Debiti crescenti su livelli ben superiori a quelli che hanno
causato la crisi del 2008. Il grafico di sinistra mostra il valore complessivo dei
mutui USA al 31/12/19: 16.000 $Mld, ben oltre il picco del 2008. Ancora più
evidente è il dato sul credito al consumo riportato nel grafico di destra. Senza
considerare gli effetti ancora più gravi dell’eccessivo ricorso al “buyback”, cioè
l’acquisto massiccio di azioni proprie da parte delle società quotate statunitensi,
o i valori stratosferici del margin debt, ossia i crediti concessi dalle banche agli
investitori ponendo a garanzia i titoli stessi. Possiamo vedere la dimostrazione
di quanto questa massa di liquidità
sia andata ad alimentare solo la
finanza e non l’economia dal grafico
a fianco. La velocità di rotazione
della massa monetaria è un indice di
quanto la liquidità stia alimentando
l’economia reale. Pre crisi 2008 ogni
dollaro “girava” 11 volte, a fine 2019
solo la metà.
c) Rallentamento dei volumi di commercio globale
Ben prima dell’arrivo del Covid-19 (e anche dell’applicazione dei dazi) i volumi
scambiati a livello mondiale erano in contrazione. In questo scenario un ruolo
significativo è da attribuire alla minore crescita del mercato cinese che venendo
da PIL a 2 cifre vedeva stime al 6% a fine 2019 che oggi sono
drammaticamente ridotte dal lockdown.
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
0
2,000,000
4,000,000
6,000,000
8,000,000
10,000,000
12,000,000
14,000,000
16,000,000
Millions of Dollars
Mortgage Debt Outstanding, All holders
Source: Board of Governors of the Federal Reserve System (US) fred.stlouisfed.org
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
0
1,000
2,000
3,000
4,000
5,000
Billions of Dollars
Total Consumer Credit Owned and Securitized, Outstanding
Source: Board of Governors of the Federal Reserve System (US) fred.stlouisfed.org
Liquidità autoreferenziale
Questa liquidità va alle banche che in gran parte se la tengono
per riequilibrare i propri ratio patrimoniali.2
1960 1970 1980 1990 2000 2010
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Ratio
Velocity of M1 Money Stock
Shaded areas indicate U.S. recessions Source: Federal Reserve Bank of St. Louis fred.stlouisfed.org
4. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
4
Lo shock subito dai mercati è l’effetto di una serie di concause, tra le quali il
Covid-19 e le sue conseguenze sono solo l’ultima in ordine di tempo.
Certamente il timore legittimo degli effetti recessivi causati dal lockdown è una
delle cause principali, ma sicuramente, come abbiamo visto, non è l’unica.
Commercio mondiale
Una delle cause/c
incertezza è costitu
dei volumi di merc
mondiale.
L’introduzione di
l’elemento più evid
ma come si vede da
espansione sono s
2017.
5. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
5
2
DOVE ANDIAMO
Riprendiamo le poche certezze che abbiamo in un mare di incertezze e vediamo
quali possono esserci di aiuto per impostare/modificare adeguatamente il
portafoglio.
1. L’economia è entrata in una profonda recessione.
Si possono avere dubbi sulla profondità e sulla durata, ma non certo che il
brusco arresto si verifichi.
Ma cosa significa per i nostri portafogli?
Come si vede dall’immagine, se assumiamo di essere nel punto identificato
dalla freccia, già dovremmo avere un’idea chiara di quali sono i settori da
evitare e quali scegliere.
Dal punto di vista scolastico, i titoli ciclici sono quelli che performano meglio
durante le fasi economiche positive: l’economia si espande, cresce e trascina
anche finanziariamente i settori che vedete in verde nella colonna “early cicle”,
al contrario, nelle fasi recessive i titoli che reggono meglio e ripartono prima
sono quelli che appartengono ai settori delle utilities (elettricità, acqua, gas),
dei beni di consumo (alimentari in genere e beni di prima necessità) e
appartenenti al mondo health care (cure mediche, pharma e assimilati).
Noi siamo QUI
6. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
6
Vediamo se quanto rappresentato dalla teoria è stato vero e quanto in passato.
Lo scorso anno Fidelity ha pubblicato un interessantissimo studio quantitativo
che parte dal 1962 per validare matematicamente gli assunti di cui sopra e le
evidenze non lasciano dubbi.
Negli Stati Uniti i
periodi di recessione
sono durati in media
poco meno di un
anno e, sempre in
media, l’indice
azionario ha fatto
segnare un risultato
negativo pari a -
15%.
Isolando questi
periodi, i risultati dei
tre settori identificati
fanno registrare
performance
relative altissime sia
nei confronti
dell’indice che,
ancor più, nei
confronti dei settori ciclici.
E’ evidente che teoria e pratica vanno a braccetto, è bene tenerne conto.
2. Gli indici azionari perdono il 30% circa dai massimi.
Al di là delle differenze tra un indice e l’altro e della volatilità che caratterizza
queste sedute, l’intorno delle perdite è circa pari al 30%.
Da questi valori, la componente azionaria per rivedere i massimi dovrebbe
realizzare un + 43%.
Nel breve è possibile? Certo, qualsiasi cosa lo è, ma è probabile? E’ uno
scenario cui possiamo destinare un’alta probabilità di accadimento?
Significherebbe vedere un movimento a V, come da più parti si inizia a
ipotizzare, come è avvenuto dopo il crash del 1987.
Non è impossibile ma dobbiamo non solo fare i conti con tutto quello che
abbiamo detto sino ad ora, ma anche pensare a quali rischi andiamo incontro
nello sposare questo scenario come sicuro. (su questo torneremo nel capitolo
3, dedicato alla propensione al rischio).
3. Quanto dureranno gli effetti del lockdown.
La vera domanda non è quanto dureranno le restrizioni in Italia, e già questo
è un tema non facile, ma quanto dureranno gli effetti combinati e successivi
dei blocchi economici vigenti in varie parti del mondo.
most
est,
e
phase
ically
ively
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umer
e,
rs are
xhibit
e
my.
ecord
he
care
well
y and
business cycle focuses on an intermediate time horizon
(i.e., cycle phases that rotate on average every few months
to few years). This may make it more practical for some
investors to execute than shorter-term approaches.
EXHIBIT 6: RECESSION. Defensive-oriented sectors (CNS,
UTL, and HTH) have tended to outperform during the
recession phase.
Sectors as defined by GICS. Source: Fidelity Investments (AART), as of March
31, 2019. Past performance is no guarantee of future results.
Annualized Relative Performance Cycle Hit Rate
Cons.Staples
Utilities
HealthCare
Cons.Disc.
Materials
Financials
Energy
Industrials
InfoTech
RealEstate
Com.Services
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
−15%
−10%
−5%
0%
5%
10%
15%
20%
Geometric Average
Median Monthly Difference
Hit Rate
7. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
7
Non si parla solo di mercati di sbocco, ma di filiere delocalizzate, di problemi
produttivi e, non ultimi, di problemi di ri-pianificazione.
Un tema connesso alla durata del problema è quello dei flussi finanziari che i
governi stanno mettendo a disposizione dell’economia e delle famiglie.
Da questo punto di vista pare di comprendere che gli USA saranno
avvantaggiati rispetto all’Europa da almeno due punti di vista: a) decidono in
proprio; b) potendo battere moneta, possono decidere e fare.
Ovviamente non è indolore nemmeno la ricetta USA, visto che stiamo parlando
sempre di debiti monstre: indebitato lo stato, indebitate le aziende, indebitati
i cittadini. Si suppone che almeno in questo caso i miliardi destinati ad aiutare
l’economia siano vincolati allo scopo, che siano sussidi, finanziamenti o sgravi
fiscali, tutto va all’economia reale, quindi un altro rubinetto che si chiude per
la finanza fine a se stessa.
8. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
8
3
PROFILO DI RISCHIO
Alla fine questa è sempre la questione più importante.
Le perdite che subiamo sono congrue con la nostra capacità di sostenerle?
Non sempre i questionari MIFID sono in grado di rispondere correttamente a
questa domanda, nonostante ormai le norme in merito siano molto chiare.
Probabilmente quando hai compilato il questionario hai risposto a domande
tipo:
“Come definirebbe la sua propensione al rischio? Alta, media, bassa”
“Come definisce le sue conoscenze in ambito finanziario?”
Queste domande non aiutano a comprendere davvero la tua capacità di
sostenere le perdite, ma ora è necessario che tu lo faccia sul serio. Sarà ex
post, ma per evitare danni peggiori, meglio se almeno ora tenti di rispondere
sinceramente alle domande che seguono.
Assessment ex post
a) Qualunque sia la perdita che in questo momento stai subendo, l’avevi
messa in conto?
b) Pensando a tale perdita, sei ansioso o preoccupato?
c) Potresti avere bisogno di disinvestire tutto o parte del portafoglio nei
prossimi mesi per esigenze familiari o lavorative?
d) Supponi di subire una riduzione del 30% delle tue entrate familiari per i
prossimi 6 mesi, la risposta alla domanda c) cambierebbe?
Dalle risposte che ti darai sarà possibile determinare la strategia migliore per i
prossimi mesi.
Per semplicità identifichiamo 3 categorie di risparmiatori.
La prima corrisponde ad un soggetto che non è particolarmente turbato dalla
situazione attuale, ha risposto “NO” alle domande b), c) e d) e quindi, per
identificarlo, potremmo definirlo TRANQUILLO.
La seconda categoria, quella che potremmo definire dei PREOCCUPATI, è
costituita da coloro che non avevano messo in conto le perdite che stanno
9. A cura dell’Ufficio Studi di CFO Solutions SCF S.r.l.
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subendo e sono fonte d’ansia, anche se le risposte alle domande c) e d)
rimangono “NO”.
La terza e ultima categoria è composta da coloro i quali oltre ad essere in ansia
oggi, sono legittimamente preoccupati di dover disinvestire nei prossimi mesi.
I membri di questo gruppo sono gli INSONNI.
Faccio notare come non si è parlato di dimensioni oggettive della perdita, ma
di come questa venga percepita sia mentalmente che dal punto di vista
familiare.
Per ognuna di queste categorie le cose che si possono fare sono diverse.
Vediamo quali.
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COSA FARE
PROFILO CARATTERISTICHE
Tranquillo
Le minusvalenze attuali sono all’interno della tua capacità di
sostenere le perdite. Non sei felice, ma sei mentalmente ed
economicamente in grado di sostenerle. Ragionevolmente non
avrai necessità di smobilizzare il portafoglio nei prossimi 6-9
mesi. Le tue entrate future non vedono riduzioni significative
che possano mettere in crisi la tua famiglia
Inutile dire che questa categoria è quella che necessita meno cure, non vede
preoccupazioni né sul lato mentale che su quello fisico e ha la possibilità di
scegliere se e quando approfittare di eventuali opportunità che si dovessero
aprire sui mercati.
Azioni possibili (*)
Þ Stare fermo e aspettare che passi la bufera, può permetterselo. Anche
se gli azionari dovessero fare nuovi minimi dovrà solo avere pazienza e
mantenere i nervi saldi come ha oggi.
Þ Può iniziare a spostare parte degli investimenti dai settori ciclici (o dagli
indici) verso quelli difensivi, senza aumentare l’esposizione complessiva
Þ Può, in aggiunta alla precedente o in alternativa, incrementare
moderatamente l’esposizione quando i mercati dovessero tornare in
prossimità dei minimi. (Moderatamente = max 20% dell’esposizione
attuale. Se oggi esposto al 30%, massimo +6%)
Rischi – motivi di attenzione
Noi riteniamo probabile che i mercati facciano nuovi minimi di entità difficile da
prevedere e comunque dipendente dall’evolversi della situazione sanitaria.
Qualunque scelta tra le azioni possibili deve essere guidata anche da questa
considerazione e quindi ben ponderata.
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PROFILO CARATTERISTICHE
Preoccupato
Le minusvalenze attuali sono all’interno della tua capacità
socio-familiare di sostenere le perdite, ma mentalmente
superano i livelli che consideri accettabili. Prevalgono le paure,
anche se economicamente puoi ritenere di poter superare
questo momento. Saresti tentato di comprare per tentare di
recuperare.
Per il preoccupato il tema vero è la propensione al rischio, evidentemente non
era pronto ad accettare quello che sta vivendo. Non ha fortunatamente bisogno
del denaro investito, ma non riesce a darsi pace.
Azioni possibili (*)
Þ Evitare in ogni modo di cedere alla tentazione di aumentare
l’esposizione. Se immagina di poter mantenere un atteggiamento lucido
anche a fronte di ulteriori minimi potrebbe anch’egli stare fermo e
aspettare.
Þ Può iniziare a spostare parte degli investimenti dai settori ciclici (o dagli
indici) verso quelli difensivi in corrispondenza dei rimbalzi che come ci
sono stati si ripeteranno, senza illudersi che siano un segnale di “fuori
pericolo”.
Þ Può, in aggiunta alla precedente o in alternativa, ridurre moderatamente
l’esposizione proprio durante le salite. (Moderatamente = max 20%
dell’esposizione attuale. Se oggi esposto al 30%, massimo +6%). Vivrà
meglio psicologicamente le successive discese.
Rischi – motivi di attenzione
Noi riteniamo probabile che i mercati facciano nuovi minimi di entità difficile da
prevedere e comunque dipendente dall’evolversi della situazione sanitaria.
Qualunque scelta tra le azioni possibili deve essere guidata anche da questa
considerazione e quindi ben ponderata.
In particolare su questo profilo si raccomanda di essere sicuri di non avere
necessità di smobilizzare il portafoglio nei prossimi mesi.
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PROFILO CARATTERISTICHE
Insonne
Le attuali minusvalenze ti hanno preso alla sprovvista, non solo
non eri mentalmente in grado di affrontarle, ma le tue esigenze
dei prossimi mesi potrebbero portarti a dover smobilizzare
parte o tutto il portafoglio. Non hai a disposizione il tempo
necessario per poter passare oltre.
Questa categoria è quella per cui sarebbe, purtroppo, più utile avere una sfera
di cristallo. Non l’abbiamo. Possiamo solo cercare di trovare il modo per
supportarli razionalmente nelle eventuali decisioni.
Ipotizziamo che il portafoglio attuale sia capiente per coprire le necessità
future, quindi il tema è essere costretti a capitalizzare le perdite.
Azioni possibili (*)
Þ 1) Calcolare in modo prudenziale l’ammontare che potrebbe essere
necessario nei prossimi 6 mesi. 2) Suddividere tale ammontare in tre
tranches da liquidare in tempi successivi. 3) Liquidare subito la prima,
iniziando col ridurre del 50% la quota azionaria. 4) Liquidare la seconda
a fine aprile, seguendo le proporzioni presenti. 5) Liquidare a fine
maggio l’ultima, privilegiando lo smobilizzo di azioni se queste fossero
più alte dei valori cui si è venduta la prima tranche.
Rischi – motivi di attenzione
Noi riteniamo probabile che i mercati facciano nuovi minimi di entità difficile da
prevedere e comunque dipendente dall’evolversi della situazione sanitaria.
Qualunque scelta tra le azioni possibili deve essere guidata anche da questa
considerazione e quindi ben ponderata.
In particolare su questo profilo si identificano due possibili rischi:
a) un mancato guadagno nel caso di risalita rapida dei mercati dopo avere
smobilizzato la prima tranche. Essendo una mancata opportunità, con il
rischio dal lato opposto di non poter fare fronte ad esigenze familiari è
sicuramente un rischio di secondo livello.
b) I mercati scendono violentemente dopo avere fatto la prima tranche,
avrete salvaguardato almeno il 50% dell’esposizione, ma la contrazione
dei valori sarebbe in ogni caso inevitabile.
(*) Disclaimer
Le azioni rappresentate devono intendersi a beneficio di un ipotetico
investitore, non individuato né individuabile: pertanto, le stesse non
rappresentano in alcun modo raccomandazioni di investimento.