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Dal corso è emerso che la figura del docente (profilo professionale) è quella di una
persona/individuo/soggettoche possiedeconoscenzedisciplinariforti, approfondite, aggiornate, adeguate
a ciò che dovrà insegnare e sa riflettere sulle “modalità di trasmissione delle conoscenze e di acquisizione
delle competenzee sulle complesse e articolate problematichedellamediazione didattica”, un insegnante
che sa molte cose e sa pensare a come trasmetterle.
Questoè stato pernoi uno dei temi piùinteressanti,inquantoabbiamomoltoapprezzatoil riconoscimento
e la rivalutazione del ruolo docente all’interno dell’istituzione scuola.
Abbiamo,inoltre,apprezzatoil lavoroingruppoche ci ha consentitodi estrapolare esperienzediverse utili
perla nostra formazione personale.
Gli elementi piùrilevanti peruneffettivocambiamentodelladidatticariguardanosoprattuttolamaggiore
conoscenzae consapevolezzamaturata inrelazione adalcuni approcci metodologici che sonoqui di
seguitoriportati:
1. l’attivitàdi insegnamentoche si qualificacome attivitàlaboratoriale centratasul processocomunicativo;
direttaa favorire risoluzione di problemilegati allaquotidianitàe allachiarificazionedi concetti e di
contenuti disciplinari;
2. lacura dellaprecisione e del rigore nel linguaggioe nel rispettodelle regole dellacomunicazione,come
puntodi arrivo del percorso;
3. l’approcciotransdisciplinare come metodologiadi partenzae di arrivodel percorso;
4. lostimolocostante di argomentazioni e congetture e laverificae lavalidazione delle stesse;
5. l’ utilizzoe lacondivisione dell'errore come momentodi riflessione e di crescita,come volanoverso
recuperi/consolidamentidi apprendimenti pregressie approfondimenti.
6.la condivisione delle prospettive pedagogiche perlarealizzazionedel curricoloverticalee la
valorizzazione dellapersonalizzazione dei processi didattici.
7. laprospettivaorientativadell’azione didatticafinalizzataallacostruzione di competenze,che promuove
il comunicare,collaborare e partecipare,individuare collegamentie relazioni,acquisire edinterpretare
l'informazioni;
8. lafondamentalitàdei i diversi registri comunicativi per lavalorizzazione delle informazioni provenienti
dall’ ALUNNO in un'ottica di inclusività, di recupero del disagio e di rimotivazione all'apprendimento.
Altroaspetti importanti che abbiamopotutofocalizzare con maggiore attenzione, sono quelli relativi alla
certificazionedelle competenze, che accompagna il documento di valutazione degli apprendimenti e del
comportamento degli alunni.
Uno degli aspetti di piùaltoimpatto sulle nostre pratiche didattiche e valutative è quello relativo alla sua
natura di atto educativo legato ad un processo di lunga durata che aggiunge informazioni utili in senso
qualitativo in quanto descrive i risultati del processo formativo.
Tale operazione, pertanto, piuttosto che essere percepita come semplice trasposizione degli esiti degli
apprendimenti disciplinari operati da noi fin ad ora, verrà più correttamente intesa come valutazione
complessiva in ordine alla capacità degli allievi di utilizzare i saperi acquisiti per affrontare compiti e
problemi, complessi e nuovi, reali o simulati.
2
La riflessione più approfondita sulla natura della certificazione, è servita anche a richiamare la nostra
attenzione sul nuovo costrutto della competenza e sulle tracce di lavoro che spetta ad ogni scuola di
sviluppare:
1) ripensare il propriomododi procedere,utilizzandogli apprendimenti acquisiti nell’ambito delle singole
discipline all’interno di un più globale processo di crescita individuale;
2)concepire i singoli contenuti di apprendimento come i mattoni con cui si costruisce la competenza
personale.
3) superare il concetto di apprendimento come accumulo di conoscenze.
Noi, al termine di questo percorso di formazione, ci sentiamo già pronte ed impegnate ad affrontare la
nuova sfida professionale che ci chiede di stabilire relazioni tra le conoscenze disciplinari e le
problematiche che emergono dai singoli, nell’ottica transdisciplinare, al fine di elaborare soluzioni ai
problemi che lavitareale pone quotidianamente. Siamo consapevoli che progettare l’attività didattica in
funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata
rispetto al nostro passato: più attenta alle domande, soprattutto quelle implicite, che ci pongono e si
pongono costantemente gli alunni.
Sappiamoche dovremoprestare particolare attenzione a come ciascuno studente mobilita e orchestra le
proprie risorse –conoscenze,abilità,atteggiamenti,emozioni – per affrontare efficacemente le situazioni
che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini.
Anche perché soloa seguitodi unaregolare promozione, osservazione,documentazionee valutazione
delle competenze sarà possibile la loro certificazione.
Ma siamo altrettanto consapevoli che dovrà essere l’intera scuola a mobilitarsi affinché, il prescritto ed
ineludibile processo di revisione e aggiornamento del Piano dell’offerta formativa divenga una reale e
condivisaesigenzaprioritariache emerga dallarivisitazione delladidattica,dellavalutazione e,ingenerale,
del curricolo, anche nella sua dimensione diacronica.
Ed è inquestosensoche abbiamointrapresounserratoconfrontoe siamoarrivate a definiree condividere,
siaun’ipotesi di curricoloverticale coerente conle finalitàe le prescrizioni delle Indicazioni Nazionali sia un
nuovo e qualificato approccio alla valutazione che sappia valorizzare la personalizzazione dei processi
formativi, superando l’ottica delle prove standardizzate.
Perplessità:Le Indicazioni costituisconounquadrodi riferimentodacui nonsi può prescindere,madevono
essere contestualizzate ossia adeguate ai bisogni degli alunni e del territorio cosa non sempre semplice.
È stata sempre questa in effetti la canonica differenza tra “programmi” e “programmazione” fin
dall’origine delle teorie curricolari; il curricolo di scuola deve far parte del POF e deve fare riferimento al
profilodellostudenteal termine delprimociclodi istruzione,ai traguardi perlosviluppodellecompetenze,
agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina.
Nonpuò essere diversamente,anzi è darimarcare che il testorende prescrittivi i traguardi di sviluppodelle
competenze.
3
Rimanendo fermi il profilo, i traguardi di competenze e gli obiettivi, gli insegnanti avranno cura di
individuarele esperienzedi apprendimentopiùefficaci,le scelte didattichepiùsignificative,le strategie più
idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in aree.
I passaggi sopraindicati traccianoil camminoche lanostra scuola dovrebbe compiere nella progettazione
curricolare, ma hanno destato perplessità e dubbi in noi su un punto: la prescrittività dei traguardi di
competenza.
La prescrittivitànonè unvincolotropporigidoche viene acontrastare con l’adeguamentodelle Indicazioni
ai bisogni degli alunni e del territorio? Soprattutto riguardo al territorio di appartenenza della nostra
scuola?
Se i traguardi sono prescrittivi significa che qualora non raggiunti gli alunni devono essere fermati?
Poi però, come abbiamo fatto durante il corso, se pensiamo ai 5 livelli previsti dal documento di
certificazione delle competenze (in particolare il livello iniziale) e non ai contenuti disciplinari … alle
competenze e non ai saperi … alla valorizzazione del potenziale umano, così come esplicitato dalle Linee
guidaperla Certificazione dellecompetenze,allorai dubbi scemanoe l’attenzione ritornasullanecessità di
potenziare lanostracapacitàdi delinearepercorsi formativi capaci di valorizzare la “centralità del soggetto
che apprende”.
Componenti del gruppo
Ins. Ievoli Amalia
Ins.Papacciuoli Francesca
Ins.IovinoAnna
Ins. AngelinoRosa
Ins RussoPatrizia
Ins BuononatoCarla
Ins.De Luca Carmela
Ins.CennamoGabriella

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Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti Caivano

  • 1. 1 Dal corso è emerso che la figura del docente (profilo professionale) è quella di una persona/individuo/soggettoche possiedeconoscenzedisciplinariforti, approfondite, aggiornate, adeguate a ciò che dovrà insegnare e sa riflettere sulle “modalità di trasmissione delle conoscenze e di acquisizione delle competenzee sulle complesse e articolate problematichedellamediazione didattica”, un insegnante che sa molte cose e sa pensare a come trasmetterle. Questoè stato pernoi uno dei temi piùinteressanti,inquantoabbiamomoltoapprezzatoil riconoscimento e la rivalutazione del ruolo docente all’interno dell’istituzione scuola. Abbiamo,inoltre,apprezzatoil lavoroingruppoche ci ha consentitodi estrapolare esperienzediverse utili perla nostra formazione personale. Gli elementi piùrilevanti peruneffettivocambiamentodelladidatticariguardanosoprattuttolamaggiore conoscenzae consapevolezzamaturata inrelazione adalcuni approcci metodologici che sonoqui di seguitoriportati: 1. l’attivitàdi insegnamentoche si qualificacome attivitàlaboratoriale centratasul processocomunicativo; direttaa favorire risoluzione di problemilegati allaquotidianitàe allachiarificazionedi concetti e di contenuti disciplinari; 2. lacura dellaprecisione e del rigore nel linguaggioe nel rispettodelle regole dellacomunicazione,come puntodi arrivo del percorso; 3. l’approcciotransdisciplinare come metodologiadi partenzae di arrivodel percorso; 4. lostimolocostante di argomentazioni e congetture e laverificae lavalidazione delle stesse; 5. l’ utilizzoe lacondivisione dell'errore come momentodi riflessione e di crescita,come volanoverso recuperi/consolidamentidi apprendimenti pregressie approfondimenti. 6.la condivisione delle prospettive pedagogiche perlarealizzazionedel curricoloverticalee la valorizzazione dellapersonalizzazione dei processi didattici. 7. laprospettivaorientativadell’azione didatticafinalizzataallacostruzione di competenze,che promuove il comunicare,collaborare e partecipare,individuare collegamentie relazioni,acquisire edinterpretare l'informazioni; 8. lafondamentalitàdei i diversi registri comunicativi per lavalorizzazione delle informazioni provenienti dall’ ALUNNO in un'ottica di inclusività, di recupero del disagio e di rimotivazione all'apprendimento. Altroaspetti importanti che abbiamopotutofocalizzare con maggiore attenzione, sono quelli relativi alla certificazionedelle competenze, che accompagna il documento di valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni. Uno degli aspetti di piùaltoimpatto sulle nostre pratiche didattiche e valutative è quello relativo alla sua natura di atto educativo legato ad un processo di lunga durata che aggiunge informazioni utili in senso qualitativo in quanto descrive i risultati del processo formativo. Tale operazione, pertanto, piuttosto che essere percepita come semplice trasposizione degli esiti degli apprendimenti disciplinari operati da noi fin ad ora, verrà più correttamente intesa come valutazione complessiva in ordine alla capacità degli allievi di utilizzare i saperi acquisiti per affrontare compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati.
  • 2. 2 La riflessione più approfondita sulla natura della certificazione, è servita anche a richiamare la nostra attenzione sul nuovo costrutto della competenza e sulle tracce di lavoro che spetta ad ogni scuola di sviluppare: 1) ripensare il propriomododi procedere,utilizzandogli apprendimenti acquisiti nell’ambito delle singole discipline all’interno di un più globale processo di crescita individuale; 2)concepire i singoli contenuti di apprendimento come i mattoni con cui si costruisce la competenza personale. 3) superare il concetto di apprendimento come accumulo di conoscenze. Noi, al termine di questo percorso di formazione, ci sentiamo già pronte ed impegnate ad affrontare la nuova sfida professionale che ci chiede di stabilire relazioni tra le conoscenze disciplinari e le problematiche che emergono dai singoli, nell’ottica transdisciplinare, al fine di elaborare soluzioni ai problemi che lavitareale pone quotidianamente. Siamo consapevoli che progettare l’attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata rispetto al nostro passato: più attenta alle domande, soprattutto quelle implicite, che ci pongono e si pongono costantemente gli alunni. Sappiamoche dovremoprestare particolare attenzione a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse –conoscenze,abilità,atteggiamenti,emozioni – per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini. Anche perché soloa seguitodi unaregolare promozione, osservazione,documentazionee valutazione delle competenze sarà possibile la loro certificazione. Ma siamo altrettanto consapevoli che dovrà essere l’intera scuola a mobilitarsi affinché, il prescritto ed ineludibile processo di revisione e aggiornamento del Piano dell’offerta formativa divenga una reale e condivisaesigenzaprioritariache emerga dallarivisitazione delladidattica,dellavalutazione e,ingenerale, del curricolo, anche nella sua dimensione diacronica. Ed è inquestosensoche abbiamointrapresounserratoconfrontoe siamoarrivate a definiree condividere, siaun’ipotesi di curricoloverticale coerente conle finalitàe le prescrizioni delle Indicazioni Nazionali sia un nuovo e qualificato approccio alla valutazione che sappia valorizzare la personalizzazione dei processi formativi, superando l’ottica delle prove standardizzate. Perplessità:Le Indicazioni costituisconounquadrodi riferimentodacui nonsi può prescindere,madevono essere contestualizzate ossia adeguate ai bisogni degli alunni e del territorio cosa non sempre semplice. È stata sempre questa in effetti la canonica differenza tra “programmi” e “programmazione” fin dall’origine delle teorie curricolari; il curricolo di scuola deve far parte del POF e deve fare riferimento al profilodellostudenteal termine delprimociclodi istruzione,ai traguardi perlosviluppodellecompetenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina. Nonpuò essere diversamente,anzi è darimarcare che il testorende prescrittivi i traguardi di sviluppodelle competenze.
  • 3. 3 Rimanendo fermi il profilo, i traguardi di competenze e gli obiettivi, gli insegnanti avranno cura di individuarele esperienzedi apprendimentopiùefficaci,le scelte didattichepiùsignificative,le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in aree. I passaggi sopraindicati traccianoil camminoche lanostra scuola dovrebbe compiere nella progettazione curricolare, ma hanno destato perplessità e dubbi in noi su un punto: la prescrittività dei traguardi di competenza. La prescrittivitànonè unvincolotropporigidoche viene acontrastare con l’adeguamentodelle Indicazioni ai bisogni degli alunni e del territorio? Soprattutto riguardo al territorio di appartenenza della nostra scuola? Se i traguardi sono prescrittivi significa che qualora non raggiunti gli alunni devono essere fermati? Poi però, come abbiamo fatto durante il corso, se pensiamo ai 5 livelli previsti dal documento di certificazione delle competenze (in particolare il livello iniziale) e non ai contenuti disciplinari … alle competenze e non ai saperi … alla valorizzazione del potenziale umano, così come esplicitato dalle Linee guidaperla Certificazione dellecompetenze,allorai dubbi scemanoe l’attenzione ritornasullanecessità di potenziare lanostracapacitàdi delinearepercorsi formativi capaci di valorizzare la “centralità del soggetto che apprende”. Componenti del gruppo Ins. Ievoli Amalia Ins.Papacciuoli Francesca Ins.IovinoAnna Ins. AngelinoRosa Ins RussoPatrizia Ins BuononatoCarla Ins.De Luca Carmela Ins.CennamoGabriella