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ALLEGATO 3
”Se vuoi costruire una nave,
non radunare gli uomini
per raccogliere il legno
e distribuire i compiti,
ma insegna loro la nostalgia
del mare ampio ed infinito.”
Antoine de Saint Exupery
AUTOBIOGRATIVE COGNITIVE
DIARIO DI BORDO
PRODOTTO N° 1 – 26/04/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1 - Aula: Quando mi sento escluso/incluso in famiglia
1 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Ho una famiglia molto presente che mi ha sostenuta nelle scelte che ho fatto. Tuttavia c’è stato un
periodo della mia vita in cui è stata molto forte la sensazione di non sentirmi parte della famiglia
quando in seguito ad un grave lutto venivo chiamata con il nome di chi non c’era più. Oggi che sono
mamma ho superato tutto ciò.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Qualsiasi decisione, da quella più semplice a quella più banale la prendiamo insieme.
2 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non vengo coinvolta in situazioni che riguardano la gestione delle risorse economiche e immobiliari
della mia famiglia di origine e poi si pensa che io debba necessariamente pensarla allo stesso modo
delle altre mie sorelle.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Vengo coinvolta in qualsiasi situazione, bella o brutta che sia, e posso esprimere la mia opinione in
maniera libera e chiara senza dover temere il giudizio degli altri. Mi sento inclusa quando i miei figli
mi coinvolgono nella loro vita fatta di primi incontri amorosi o di prime difficoltà rispetto al loro
essere parte di gruppi: a scuola, nello sport.
3 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Chiedo un favore e mi sento rispondere di no; quando prendono una decisione e non mi consultano,
quando li vedo contenti ed io non lo sono.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
C’è un problema e chiedono il mio parere, il mio aiuto; quando sento di avere la loro fiducia, la loro
stima.
4 -
1
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non ho mai vissuto sentimenti di esclusione all’interno della mia famiglia, piuttosto mancanza di
attenzione in alcuni momenti in cui invece avrei voluto “dolcezze”.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
E’ importante il mio punto di vista.
5 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non mi sento mai esclusa in famiglia alcune volte sono io che escludo gli altri quando vivo dei
momenti particolari, quando devo prendere decisioni importanti. Forse pensandoci bene mi sento
esclusa nei lunghi discorsi tra mio marito e mia figlia.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Sempre soprattutto per quanto riguarda la gestione dei bambini in maniera pratica: scuola, piscina,
compiti. Quando c’è da prendere in mano situazioni particolari, per organizzare eventi o
semplicemente uscite.
6 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non riesco a comprendere gli stati d’animo altrui; quando vengono prese decisioni senza chiedere il
mio parere. Quando in una discussione vince chi alza la voce. Quando non si tiene in considerazione
l’opinione dei ragazzi più piccoli (nipoti). Quando non si accetta la mia stanchezza, la mia voglia di
isolarmi, la mia fragilità.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Ogni volta che squilla il mio cellulare e leggo il nome di uno dei miei fratelli/sorelle.
Sento e vedo mia madre.
Vedo sorridere tutta la mia famiglia.
Quando viene chiesto il mio parere e viene presa in considerazione la mia opinione.
7 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non vengono capiti i miei stati d’animo dai miei figli.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
In questo momento sono supportata e aiutata da tutta la mia famiglia. Mi sento inclusa sia nella
famiglia d’origine sia in quella acquisita.
8 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Gli orari di lavoro o il tempo da dedicare agli impegni (pulizie di casa, visite mediche, uscite per
pagamenti assicurazioni, spesa) non mi permettono di seguire al 100% tutti i momenti delle mie figlie
piccole (ad esempio mi sento esclusa se non riesco a seguirle la mattina nelle varie fasi dopo il
risveglio: colazione, pulizia …, perché devo correre al lavoro).
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Quotidianamente mi adopero nella cura dei miei familiari e condivido sorrisi, lacrime, aspettative e
paure.
9 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non vengo ascoltata.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Quando posso aiutarli.
2
10 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non riesco ad apportare il mio personale contributo nelle svariate situazioni sia positive sia negative.
Si prende una decisione senza chiedere il mio parere.
Non posso rendermi utile.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Posso parlare di tutto senza timore di essere giudicata
Mi sento compresa pienamente
Posso collaborare
Il mio agire/pensare ha dei risvolti positivi/negativi
Riesco ad esprimere il meglio di me stessa
Insieme si può affrontare tutto
11 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non mi capiscono
Non mi ascoltano
Devo impormi per far capire il mio punto di vista
Mi sento male e gli altri cercano di aiutarmi sminuendo il mio dolore.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Mio marito mi coccola anche nelle piccole cose quotidiane
Mi sorridono
Tutto va bene
Preparo un bel pranzo o dolce e ricevo i loro complimenti.
12 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non mi informano delle difficoltà
Mio marito non parla del suo lavoro
Evitano alcuni argomenti in mia presenza per non farmi preoccupare.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Mi cercano per condividere
Cercano la mia compagnia per qualsiasi motivo
13 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non condividono le mie scelte e cercano di impormi le loro anche attraverso “ricatti”.
Non mi si chiede se sto bene, se ho bisogno di supporti fisici o morali
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Condividiamo momenti sereni e felici
Diventa importante il mio punto di vista
Insieme si decide il da farsi e ci suddivide i compiti
3
Fase 1 - Aula: Quando mi sento escluso/incluso con i colleghi
1 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non prendiamo insieme le decisioni
Le mie parole vengono interpretate diversamente da ciò che io intendevo dire
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Posso ritenermi una persona fortunata perché con i miei colleghi siamo un gruppo compatto
2 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Cammino nei corridoi del plesso della secondaria di primo grado e alcuni colleghi non salutano
perché ancora (a fine anno scolastico) non sanno che anch’io sono una docente, anche se appartengo
ad un altro ordine di scuola.
Quando mi vedono “NON APPARTENENTE” al gruppo dei docenti (secondo la loro visione) solo
perché io collaboro molto e da molti anni con il Dirigente Scolastico. Pensano cioè che io sia “servile
al capo” mentre ritengo di essere una persona equa e critica con tutti, sempre nel rispetto del ruolo di
ciascuno.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Riusciamo a lavorare come gruppo all’interno di commissioni e a portare a termine compiti facendo
ciascuno la propria parte.
Posso aiutare i miei colleghi con l’esperienza lavorativa che ho acquisito e quando loro capiscono il
mio modo di essere e di agire.
3 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Solo quando vanno a prendere il caffè e non mi invitano perché ormai sanno che non mi piace il
caffè.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Sempre perché mi stimano e mi rispettano.
4 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non si condividono confronti, esperienze e momenti anche extrascolastici.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Non si sente la necessità di chiedere il trasferimento ad altra scuola perché è piacevole ritrovarsi ogni
giorno e quando i confronti e lo scambio di idee diventano costruttivi e non distruttivi.
5 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Dopo una lunga assenza rientro a scuola e trovo tutte le decisioni già prese.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Considerano le mie idee e mi chiedono di essere parte attiva nella gestione delle sezioni
nell’organizzazione delle attività o semplicemente quando mi invitano per una pizza.
4
6 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Ho la possibilità di aiutarle/i.
7 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non viene fatto un lavoro di squadra.
Mi viene detta la frase “questi sono i miei alunni” e “quelli i tuoi”
Non riesco a comprendere le cattiverie gratuite.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Lavoro in gruppo.
Viene apprezzato il mio pensiero e il mio lavoro.
Trovo un clima sereno e collaborativo.
8 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
…………………..
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Mi porgono il loro aiuto
Chiedono il mio aiuto
Si fidano di un mio parere
9 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Raramente, ma è successo, qualche docente curricolare non capisce il ruolo delicato che svolgo in
quanto docente di sostegno e pensa che l’unico obiettivo da perseguire sia far “mantenere la calma”
ai ragazzi disabili in classe.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Nella maggior parte dei casi, coinvolgono me e l’alunno disabile che seguo in qualche attività con la
classe.
10 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Si è parte di un gruppo che però non è tale
Non c’è rispetto reciproco
Non si rende partecipe
Non si può dialogare
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
C’è un clima sereno
Si chiede la propria/altrui opinione senza cercare di sovrastare
Ci si sente apprezzati e valorizzati come persona
Sento di poter contare sull’altro e l’altro può contare su me
Si cresce insieme come gruppo.
11 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Qualche collega che incontro non mi sorride e non mi saluta.
Non sono chiamata a partecipare a … qualsiasi cosa
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
5
Mi sento accettata e messa a mio agio.
Sto bene insieme.
Mi cercano e mi chiedono la mia opinione.
12 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Prendono decisioni relative alla didattica in mia assenza e non mi informano successivamente.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Si condivide il lavoro
Mi cercano per chiedere anche il mio punto di vista
Si preoccupano per me quando non mi vedono a scuola.
13 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non ho mai notato atteggiamenti assunti dai colleghi che mi potessero far pensare di non essere
accettata dal gruppo.
Noto spesso che le idee apportate durante le progettazioni di attività trovano un buon riscontro tra le
colleghe e questo mi motiva sempre di più a cooperare.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Si creano rapporti di collaborazione spontanea.
Mi confronto con loro.
Fase 1 - Aula: Quando mi sento escluso/incluso in classe
1 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non considerano il mio punto di vista e mi impongono solo il loro.
Non rispettano le regole scolastiche
Cercano di “fare gruppo” tra di loro dimenticando di avere una guida pronta ad indirizzargli percorsi
nuovi e/o alternativi
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Riscontro il loro consenso nelle proposte fatte
Si rivolgono a me con cortesia ed affetto
Insieme decidiamo i tempi di lavoro e di riposo
Mi confronto con loro ed analizziamo i “nostri punti di vista”
2 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
……………………
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Mi aspettano in piedi per abbracciarmi
Il lunedì mi raccontano il loro fine settimana
3 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Parlo e non ho la loro attenzione
Non sono entusiasti per un lavoro svolto
Mi sfidano e mettono a dura prova la mia pazienza
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
6
Mi confidano le loro ansie e le loro preoccupazioni
Vedo i loro volti felici perché hanno imparato qualcosa di nuovo ed interessante
Riesco a capire di che cosa hanno bisogno
4 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non c’è rispetto
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Gli alunni stanno bene
Il clima è disteso
C’è rispetto reciproco.
5 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Mi trovo in classe senza il docente curricolare e gli alunni si sentono liberi di parlare ad alta voce tra
loro, dimenticando che c’è un’insegnante che segue un alunno disabile.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Svolgiamo qualche attività insieme a tutti gli alunni e ai docenti curriculari.
6 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non capisco se qualcuno dei bambini è stanco
Non trovo il modo di far capire ad un genitore che il proprio figlio ha dei bisogni particolari.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Impegnati in qualche gioco o in qualche attività il tempo passa in fretta
I bambini mostrano piacere nel fare qualcosa
I bambini sentono il bisogno di raccontarmi quello che fanno fuori dalla scuola
I bambini ci tengono a sottolineare un loro progresso, o a mostrarmi un loro prodotto sia esso un
disegno, una costruzione, un oggetto modellato con la plastilina.
7 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non riesco ad avere la loro attenzione
Non riesco a capire un loro silenzio
Non riesco a comunicare con un bambino che non conosce l’italiano
Vedo occhi tristi e non ho il tempo di andare oltre
Alzo la voce
Vengo interrotta mentre loro raccontano
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Ogni volta che un bambino mi racconta una sconfitta o un malessere
Mi abbracciano forte e sorridono e quando sono tristi e abbattuti
Riescono a fare qualcosa in cui non riuscivano prima
Leggo la curiosità nei loro occhi
Mi chiedono “dai continua a raccontare” oppure “non voglio andare ancora a casa”
8 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Ho difficoltà a farmi capire da alcuni bambini estremamente bisognosi.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Fanno i salti di gioia nel vedermi
7
Posso rispondere ai loro bisogni
9 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Durante il gioco libero quando vorrei cercare di capire determinati loro comportamenti.
A scuola mentre i bambini giocano facendo attenzione si possono percepire aspetti del loro carattere
che ci possono essere poi d’aiuto per interagire con loro.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Di punto in bianco nonostante siano piccolissimi mi vengono vicini e mi raccontano le loro cose
come se fossi una loro coetanea.
10 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non riesco a catturare la loro attenzione
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
I genitori mi raccontano cosa i propri figli a casa hanno riportato momenti di vita scolastica vissuti
con entusiasmo
11 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Li rimprovero, ma non tutti solo quelli che non hanno voglia di lavorare, che pretendono la
promozione senza studiare, che se li solleciti ti guardano male e mentalmente ti mandano a quel
paese. In quei momenti più che esclusa mi sento sconfitta.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Ottengo la loro attenzione, li vedo lavorare volentieri, partecipano con entusiasmo, li premio con un
bel voto, vedo la gioia nei loro occhi.
12 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Gli alunni non si rivolgono a me come loro docente (in quanto io sono insegnante di sostegno).
Questo atteggiamento è stato molto raro nel corso degli anni lavorativi ma è capitato.
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Mi coinvolgono nelle loro esperienze di studio e personali, quando mi cercano per spunti di lavoro o
per consigli, quando mi raccontano spontaneamente della loro vita.
13 -
MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO
Non riesco a motivare i miei alunni
MI SENTO INCLUSA/O QUANDO
Ci divertiamo insieme
8
ELABORATI N° 2 – 04/05/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante l’incontro di formazione (presentazione delle attività, condivisione della mappa interattiva
del gruppo, inizio condivisione contratto formativo), con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate
dal formatore
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento –
insegnamento.
1) Inutile dire che la prima sensazione che ho provato e che è rimasta anche una volta tornata a casa è
stata quella di “stupore”: il contesto del corso non è stato quello che immaginavo. Ripensando alle
ore del primo incontro non riesco bene a spiegare quello che ho sentito emotivamente posso solo dire
che mi sentivo proiettata nella mia sezione e, in alcuni momenti, le parole di Corrado mi facevano
tornare alla mente “questo” o “quel” bambino in particolare. Com’è successo? Non lo so. Posso solo
aggiungere che mi sono confrontata con un modello di pensiero creativo, flessibile e che l’interesse
che ho provato è sicuramente una spinta ad andare avanti.
2) Il primo incontro del corso è stato molto interessante e piacevole, mi sono sentita a mio agio, in
quanto il formatore, con il suo modo di interagire, mi ha molto motivato e fatta sentire partecipe.
L’inclusività è un tema molto sentito da parte mia, perché penso di non avere molte competenze in
merito.
Spero di riuscire ad apprendere quante più informazioni relative a questo ambito per renderle
spendibili nella quotidianità lavorativa.
3) Le finalità cui tende una didattica inclusiva, dopo questo primo incontro, mi sembrano chiare ed
interessanti.
Gli strumenti adottati dal formatore, sopra tutti la continua interazione, fanno si che il messaggio
arrivi in maniera univoca. Le domande che ci sono state poste hanno rappresentato per me uno spunto
di riflessione. Ho compreso quanto sia importante che ognuno conosca se stesso prima di relazionarsi
con l’altro. Solo capendo chi siamo, cosa cerchiamo e a cosa miriamo, possiamo intraprendere con
consapevolezza un’azione didattico-educativa. Essere educatrice significa immedesimarsi nell’altro
per poter condividere emozioni e stati d’animo. Rispondere a domande in forma anonima, mi ha
permesso di esprimere pensieri senza riserva, senza l’ansia della critica o del giudizio.
Durante questo incontro, fatto di momenti di introspezione e allo stesso tempo di condivisione, è
stato bello sentirsi artefici della propria formazione. Questo è stato possibile solo grazie alla bravura
del formatore nel costruire ponti e non barriere.
9
4) “La prima impressione è quella che vale”, e per me, l’esperienza vissuta durante la prima fase di
questo corso è stata molto positiva. Il formatore è stato molto bravo, in quanto ci ha messo ,subito, a
nostro agio ed ha rotto “il ghiaccio” facendoci parlare e riflettere sulle nostre aspettative. Ogni qual
volta il formatore poneva una nuova domanda o mi induceva ad una nuova riflessione, provavo una
sorta di “incertezza” relativamente alla conoscenza della realtà presente nella mia classe. Ciò portava
ad una sorta di “autocritica” del mio operato, perché continuavo a chiedermi:
• Conosco, davvero, i bisogni di ogni mio alunno?
• Sono attenta su tutto quello che succede in classe?
• Le mie scelte facilitano l’apprendimento e la partecipazione di tutti gli alunni? Ecc..
Tutto ciò mi ha fatto molto riflettere, anche nei giorni successivi, infatti ho sottoposto agli alunni la
stessa riflessione fatta al corso (Sto bene/Sto male in classe quando…) per rendermi conto se ci sono
problematiche in classe di cui io non ne sono a conoscenza.
Sono curiosa di continuare il corso per capire quali sono le modalità organizzative e didattiche su cui
lavorare per poter prevenire questi rischi e sostenere l’azione di apprendimento e partecipazione,
nelle forme più consone alla mia classe.
5) Sono rimasta piacevolmente sorpresa di come si sia svolto il primo incontro del corso di
formazione sulla “Didattica Inclusiva”, in genere c’è chi parla e c’è chi ascolta e per quanto possa
essere interessante ascoltare chi parla si ha sempre la sensazione che il tempo non passi mai. Questa
volta non è stato così e finalmente, per la prima volta ammetto di non essermi annoiata. Tutte le
partecipanti al corso siamo state “incluse” nella stessa identica modalità avendo la possibilità di
poterci esprimere nella nostra singolarità. Spero di poter partecipare ai prossimi incontri con lo stesso
entusiasmo e di riuscire a capire come poter applicare questo tipo di didattica anche con i piccoli
alunni della scuola dell’infanzia.
6) Durante la prima “lezione” del corso ho notato un alone di stupore sui visi delle colleghe
partecipanti in quanto il relatore ha proposto delle attività insolite per chi come noi si appresta a
partecipare ad un semplice corso di aggiornamento. Anch’io trovandomi di fronte a delle richieste
particolari, originali da parte del relatore mi sono chiesta “Ma questo dove vuole arrivare? Che
c’entra il mio animale preferito, il mio colore o la mia canzone preferita con un corso del genere?”
Non nego che sono curiosa di capirlo.
A questo punto ho tante aspettative al riguardo e spero che nella prossima lezione non vengano
deluse.
7) VISSUTI EMOTIVI
STUPORE; TRANQUILLITA’; CLIMA SERENO E TRANQUILLO; CURIOSITA’,
IMPRESSIONE CHE IL TEMPO SIA PASSATO IN FRETTA ED IN MODO PIACEVOLE;
NOVITA’ RISPETTO AI SOLITI CORSI TEORICI; RIFLESSIONE SU SE’ STESSI E SUI
PROPRI VISSUTI; MODO PIACEVOLE DI CONOSCERE I COLLEGHI; L’ANONIMATO HA
PERMESSO DI ESPRIMERERSI PIU’ LIBERAMENTE; PARTICOLARMENTE
SIGNIFICATIVO L’UTILIZZO DEI FOGLIETTI DI CARTA COLORATA E LA SUCCESSIVA
CREAZIONE DI UN ALBERO;
LA CREAZIONE DI UN ALBERO ATTRAVERSO I FOGLIETTI DI CARTA, HA EVOCATO IN
ME L’IDEA DI UNA CRESCITA REALE E DURATURA NEL TEMPO. INFATTI, COME LA
CRESCITA DI UN ALBERO PARTE DALLE SUE RADICI ED HA BISOGNO DI CURA E DI
TEMPO, COSì UN QUALSIASI PROGETTO (SIA ESSO DIDATTICO O DI VITA) PER ESSERE
REALMENTE VALIDO DEVE PARTIRE DALLE FONDAMENTA E NECESSITA DI TEMPO.
LA PAROLA CHE MI HA COLPITO DI PIU’ E’ PROPRIO TEMPO.
VISSUTI COGNITIVI
PENSO CHE LA SUDDIVISIONE DELLA LEZIONE IN DUE FASI (CONTATTO E
CONTRATTO) SIA UNA STRATEGIA MOLTO UTILE DA UTILIZZARE CON I PROPRI
ALUNNI. DURANTE LA LEZIONE CI SIAMO SENTITI TUTTI PARTECIPI.
10
LA CHIAVE PER COGLIERE L’INTERESSE DEGLI ALUNNI E’ SEMPRE LA
PARTECIPAZIONE ATTIVA. LA PARTECIPAZIONE ATTIVA, INFATTI, PRESUPPONE UN
COINVOLGIMENTO EMOTIVO E ATTRAVERSO TALE COINVOLGIMENTO E’ PIU’
PROBABILE CHE SI VERIFICHI UN APPRENDIMENTO REALE E DURATURO NEL
TEMPO.
8) Il docente formatore ci ha coinvolti molto dal punto di vista emotivo, ci ha resi parte attiva della
lezione che ha saputo rendere interessante e stimolante.
9) L’incontro mi è piaciuto perché non sono stata spettatrice, ma elemento attivo insieme ai colleghi.
Il clima è positivo e stimolante. Si capisce che il modo di condurre la lezione da parte del relatore è
“includente” perché dà spazio alla personalità ed al bagaglio di esperienze di ognuno di noi: è questo
che ricorderò in classe per favorire l’inclusione.
10) Il primo incontro di questo corso di formazione è stato molto interessante in quanto diverso dagli
altri.
Ha suscitato in me curiosità e interesse per il modo differente di fare lezione.
Sono stata contenta dell’interazione che c’è stata con il formatore ed il gruppo.
Ritengo che sia prematuro fare considerazioni sugli aspetti cognitivi del corso o sull’impatto che esso
potrebbe avere nella mia didattica quotidiana.
Questo primo incontro è stato per me rivolto più alla conoscenza tra il gruppo e il formatore.
11) L’inizio di questo corso di formazione è stato molto diverso dagli altri. Ha destato in me molta
curiosità ed interesse per l’approccio metodologico differente. Mi ha anche permesso di riflettere su
alcuni aspetti di vita personali e professionali. Mi sono sentita a mio agio.
Pur essendo stato solo il primo incontro ho avuto la sensazione che tutto ciò che il formatore ha fatto
come attività, atteggiamenti, comportamenti andasse letto come se noi fossimo gli alunni delle nostre
classi. Pertanto ho visto un approccio diverso con gli alunni rispetto a quello a cui sono abituata. A
livello didattico può avere un impatto forte perché cambia la modalità di relazione.
12) Se dovessi fare un bilancio nel primo incontro del corso sull’inclusività sarebbe più che positivo.
Infatti mi sono subito appassionata seppur non siamo entrati nell’argomento specifico, in quanto
abbiamo partecipato tutti fattivamente alla discussione.
Si è creato un clima disteso e di collaborazione sia tra noi partecipanti, che con il relatore, che mi è
parso da subito disponibile ed aperto al confronto.
Mi auguro di ampliare le mie conoscenze sull’inclusività didattica e di metterle in pratica nella mia
quotidianità di docente.
13) ALL’INIZIO UN PO’ PREOCCUPATA PERCHE’ NON ERO PRONTA PER PARTECIPARE
AL CORSO, NON LO SAPEVO, NON AVEVO FIRMATO NESSUNA CIRCOLARE; POI HO
DECISO DI NON ANDARE A CASA, MA DI RESTARE ED INIZIARE IL CORSO.
IL RELATORE E’ ARRIVATO, ASPETTO GRADEVOLE, PARLANTINA VELOCE,
SIMPATICO, UN PO’ ISTRIONE PER CATTURARE L’ATTENZIONE.
PER PRIMA ATTIVITA’ HA CHIESTO A TUTTE LE PARTECIPANTI: ANIMALE, COLORE E
CANZONE PREFERITI.
HA ,POI , CHIESTO DI COMPILARE DEI POST-IT, DI VARI COLORI, CON RISPOSTE A
QUANDO CI SI SENTE INCLUSI O ESCLUSI IN VARIE SITUAZIONI.
I POST-IT CON TUTTE LE RISPOSTE ANDAVANO ATTACCATI ALLA LAVAGNA, SI E’
FORMATO UNO STRANO ALBERO.
INFINE IL RELATORE HA DATO UN FOGLIO SU CUI SCRIVERE QUANDO CI SI SENTE
ESCLUSI E INCLUSI NELL’AMBIENTE DI LAVORO.
LA PRIMA LEZIONE E’ FINITA, ASPETTO LA SECONDA PER CAPIRE SE MI SERVE
QUESTO CORSO OPPURE NO.
DOPO SECONDA LEZIONE= SI’ CONTINUO
14) Molto interessante il corso sulla Didattica INCLUSIVA che abbiamo, noi docenti, sostenuto.
11
Siamo soltanto alla prima lezione, ma a dire il vero a me è già sembrato un corso che vale la pena di
seguire sia per come si svolgono le lezioni sia per la simpatica compagnia dei discenti e
dell’insegnante.
Mi sono divertita molto, le ore sono passate in fretta ed ho appreso i concetti con grande facilità. Il
professore mi ha messo a mio agio e, nonostante le ripetute domande riguardanti la nostra sfera
personale, non mi sono mai sentita giudicata anzi ero molto tranquilla nel rispondere sinceramente e
mi sono sentita libera di esprimere le mie emozioni.
Aspetto con grande motivazione il prossimo incontro.
15) La prima lezione del corso d’aggiornamento sull’inclusione è stato un interessante viaggio
emozionale attraverso suoni, immagini, colori ognuno ha scoperto e riscoperto il proprio vissuto, le
proprie fragilità, le proprie peculiarità e punti di forza. Ogni sfumatura di colore, ogni parola, ogni
nota ha svelato ciò che a volte non vediamo o non vogliamo vedere. Durante questo viaggio le
lancette scandivano il tempo senza che l’occhio cadesse su di esse. Il tempo per me è la parola
chiave: la freneticità del nostro secolo ci porta a correre senza vedere ciò che perdiamo o lasciamo
dietro.
L’inclusione ha bisogno di tempo: tempo per osservare ciò che gli occhi dei bambini raccontano;
tempo che noi insegnanti dobbiamo darci per leggere le richieste d’aiuto che un pianto, un capriccio,
una difficoltà nascondono; tempo per pensare alle giuste strategie per rispondere a queste richieste;
tempo per entrare in armonia con ciascun bambino.
Il viaggio appena iniziato spero mi offri la chiave di lettura e gli strumenti necessari per dare ad ogni
bambino un’opportunità di crescita emozionale e cognitiva.
ELABORATI N° 3 – 04/05/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante l’incontro di formazione (presentazione delle attività, condivisione della mappa interattiva
del gruppo, inizio condivisione contratto formativo), con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate
dal formatore
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento –
insegnamento.
1) Guardando tutta la mappa creata per i corsisti, ho avuto la sensazione di conoscere, attraverso la
scelta di colore, musica e animale, persone che non avevo modo di conoscere bene.
L’utilizzo di una mappa può essere molto importante per i bambini con BES o DSA e spero di
riuscire ad utilizzarla nel migliore dei modi. Questo corso mi sta piacendo per questo, mi sembra di
avere una visione più aperta su questa tematica.
2) Durante gli ultimi incontri sono state elaborate delle sequenze metodologiche inerenti alle
problematiche relative al processo di apprendimento-insegnamento.
Gli interventi di formazione esperienziale, secondo il mio punto di vista, consentono di osservare le
proprie attitudini pertanto le ultime lezioni ci sono state utili per riflettere sulle nostre capacità di
insegnamento magari pensando di dover modificare alcuni atteggiamenti individuali, sia
singolarmente che in contesti di gruppo, per poter meglio trasmettere pratiche di apprendimento.
Quindi posso dire che i nostri piacevoli incontri mi stimolano a fronteggiare ed auto controllare
insicurezze ed incertezze attraverso creatività e tenacia mantenendo sempre la concentrazione sugli
obiettivi da perseguire.
12
Se il ruolo del formatore, in questo contesto, dovrebbe essere utile nell’affiancare il discente per
formalizzare comportamenti vincenti e quelli da migliorare, allora posso concludere che almeno in
queste lezioni, il nostro formatore è riuscito, per quanto mi riguarda, a raggiungere a pieno quelli che
sono gli obiettivi del corso creando in me la capacità della riflessione critica soprattutto per ciò che
concerne il mio rapporto di insegnante con gli alunni.
3)”STUPORE” anche per il secondo incontro. Immaginavo di stare là ad ascoltare cosa potevo e
dovevo fare in classe, invece, protagoniste, noi stesse, con una mappa concettuale.
Stavo là ad ascoltare ciò che diceva il formatore di ognuna di noi, guardare le immagini e ascoltare le
parole delle canzoni scelte. Osservavo il volto della corsista di turno e la vedevo serena, felice e
anch’io mi sentivo più vicina perché la stavo conoscendo. Non nascondo l’ansia crescente, mentre
aspettavo il mio turno ma, quando è arrivato, mi sono sentita parte del gruppo come una bambina
quando la maestra presta attenzione oppure si complimenta per qualcosa.
Penso che l’intento del formatore era proprio questo: in classe dobbiamo dare attenzione ad ogni
bambino facendo emergere le potenzialità di ciascuno. Errore da non far più: domani ascolto le tue
considerazioni; domani leggeremo il tuo testo.
In poche parole non essere superficiale nello scegliere di rimandare all’indomani qualche attività che
può invece influire negativamente su un bambino.
Come sempre, sono uscita dal corso con mille domande e tanti propositi da fare in classe.
4) La lettura della mappa con le nostre preferenze mi ha procurato curiosità ma anche imbarazzo nel
gestire la mia emotività quando ho ascoltato il formatore parlare di aspetti del mio carattere e del mio
modo di essere così vicini alla realtà. E’ stato un modo per conoscere un po’ meglio anche i colleghi
con i quali spesso non ci confrontiamo, se non su aspetti scolastici.
Mi sono resa conto che nelle classi non diamo spazio e importanza agli aspetti di vita interiori, di
interessi dei nostri alunni, tanto presi dalle attività didattico-disciplinari. Credo, invece che passare
sempre attraverso i vissuti emotivi e personali dei nostri alunni sia necessario soprattutto ora che ci
confrontiamo con classi estremamente variegate.
5) Il secondo incontro è stato molto interessante. Tutto il gruppo abbiamo ascoltato le osservazioni
fatte dal formatore su ognuna di noi in base ad alcuni dati che abbiamo riferito la volta scorsa (colore
– animale – canzone).
Mentre ascoltavo le osservazioni che il formatore riferiva ad ogni singola collega sono stata un po’ in
ansia … attendendo il mio turno ma all’ascolto mi sono ritrovata con quanto detto.
6) Le modalità di sviluppo di questo corso suscitano in me molto interesse ma, soprattutto, creano
spunti di riflessione profonda.
Durante la lezione si vive chiaramente una forte sensazione di appartenenza al gruppo e ciò produce
forti emozioni.
Confrontarsi con altre personalità, raccontarsi, aiuta, a mio avviso, a conoscere meglio se stessi e
permette di rapportarsi agli altri con più consapevolezza nonché stimola lo sviluppo delle capacità
empatiche.
7) L’incontro del corso d’aggiornamento sull’inclusione mi ha fatto riflettere su un punto in
particolare: la necessità di realizzare un progetto didattico-educativo sinergico tra insegnante di
classe e insegnante di sostegno. Per una reale inclusione l’insegnante di sostegno, a mio parere, è
l’occhio clinico che individua i bisogni, le necessità del gruppo classe e del bambino con difficoltà e
può suggerire le strategie affinchè ciascuno con i suoi tempi e le sue modalità possa raggiungere le
competenze stabilite.
Insegnante di classe ed insegnante di sostegno devono collaborare affinchè ciascun bambino si senta
parte del progetto didattico-educativo, risorsa per il lavoro del gruppo classe.
8) Sfatato ancora una volta il mito degli altri che non hanno timori, non guardano in faccia a nessuno,
non hanno difficoltà nell’esprimere i propri bisogni. In genere lo diciamo sempre che la vita è un po’
uguale per tutti noi ma nel vivere quotidianamente i nostri rapporti interpersonali ci dimentichiamo
sempre che ognuno di noi, nessuno escluso ha dentro questo forte bisogno di essere accettato per
quello che è, accolto, ascoltato, AMATO!!!
13
9) Indubbiamente un modo diverso di analizzare una classe “in entrata”.
Generalmente cataloghiamo i bambini in “maschio e femmina”, italiani e stranieri, “con” e “senza”
difficoltà.
Più difficile ma sicuramente più efficace sarebbe “andare oltre” e considerare i bisogni più intimi
dell’intera classe.
10) STUPORE, CURIOSITA’, GIOIA DI STARE INSIEME, INTERESSE, SENSAZIONE CHE IL
TEMPO SIA PASSATO VELOCEMENTE SENZA ANNOIARMI.
ANCORA UNA VOLTA LE EMOZIONI VISSITE SONO STATE QUESTE!
CHE DIRE POI DELLA CONDIVISIONE DELLA MAPPA INTERATTIVA DEL GRUPPO:
PENSO SIA STATO IL MOMENTO PIU’ COINVOLGENTE IN ASSOLUTO.
HO SEMPRE PENSATO ALLA MAPPA COME UN RIFERIMENTO AI CONCETTI CHIAVE DI
UN ARGOMENTO E NON COME ALL’IMMAGINE DI UN GRUPPO DI CORSISTI.
ALL’INTERNO DELLA MAPPA, OGNUNO, SI E’ IDENTIFICATO COME ELEMENTO
UNICO, CON LE SUE PECULIARITA’ E LE SUE CARATTERISTICHE, MA ANCHE COME
UN ANELLO LEGATO A TUTTI GLI ALTRI MEMBRI A FORMARE UN UNICO NUCLEO, E
QUESTO NUCLEO SI CHIAMA “GRUPPO”.
SENSO DI APPARTENENZA ALLA CLASSE? BHE, CHE DIRE, QUALE MODO MIGLIORE
CHE PARLARE DI SE’ STESSI E DEI PROPRI VISSUTI E DI CONDIVIDERLI CON GLI
ALTRI. CONOSCERSI E RICONOSCERSI, INFATTI, SONO GLI ELEMENTI
INDISPENSABILI PER SENTIRSI VERAMENTE PARTE DI UN GRUPPO, DI UNA CLASSE.
INOLTRE, CREDO CHE SOLTANTO CONOSCENDO I VISSUTI EMOTIVI DI OGNI ALUNNO
SI POSSA ATTUARE UN PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO CHE SIA
DAVVERO EFFICACE ED EFFICIENTE. OGNI GIORNO ENTRIAMO IN CLASSE CON LA
CONSAPEVOLEZZA DEI NOSTRI VISSUTI EMOTIVI, MA CI CHIEDIAMO QUALI VISSUTI
EMOTIVI PORTANO DIETRO I NOSTRI ALUNNI?
ELABORATI N° 4– 11/05/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante gli ultimi due incontri di formazione (completamento della mappa interattiva del gruppo,
condivisione contratto formativo e modello relazione prove di ingresso, confronto sulle pratiche
interne), con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate
dal formatore
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento –
insegnamento.
1) Tanti anni addietro nelle mie diverse preparazioni concorsuali nel mondo della scuola si affermava
che essa fosse di tutti e che bisognava rispettare i tempi di apprendimento di ogni singolo alunno e di
non lasciare indietro nessuno.
Recentemente si parla di inclusione, di BES, di DSA, di circolari ministeriali, di questo nuovo
scenario.
L’anno scorso ho fatto una prima formazione sui BES e DSA, laddove furono elencate durante i vari
incontri una serie di informazioni giuridiche e non, un fiume di parole.
Alla fine del corso mi resi conto che non mi aveva trasmesso niente tranne quello che era già
scontato.
14
Alla notizia dell’attivazione di questo nuovo corso ho sentito la necessità di una nuova formazione
per potermi arricchire ed avere la capacità di capire non l’alunno ma il bambino posto di fronte a me.
Avendo maturato già esperienze con i bambini diversamente abili mi sono sempre posta tanti
interrogativi e fermamente convinta che in ognuno di noi c’è sempre un minimo di potenziale da
tirare fuori, cerco di attivare le mie competenze, attraverso il confronto, la collaborazione e a volte mi
rendo conto delle difficoltà che emergono nella realtà scolastica.
In tale realtà giocano tante dinamiche diverse, noi stessi presi da tante incombenze ci dimentichiamo
che i bambini hanno bisogno di essere ascoltati, di contatto umano, perché hanno voglia di raccontarti
qualcosa ed è in quel momento che dobbiamo fermarci a guardare negli occhi quel bambino,
accrescere la sua autostima, per poter creare una motivazione, una situazione di apprendimento
sereno.
Altrimenti rischiamo di essere come in quella canzone: “ putt….la maestra che mi dice vai a posto,
quanto ho pianto di fronte a quel foglio bianco”.
2) Ho deciso di partecipare a questo corso di formazione perché mi sono resa conto che con il passar
degli anni, il numero degli alunni con difficoltà nelle classi è aumentato sempre di più e quindi io,
che insegno RC, ho bisogno di una formazione più specifica in tal senso. Le mie colleghe mi avevano
detto che il primo incontro era stato molto piacevole e in effetti mi sono resa conto giovedì scorso
che il formatore è molto bravo perché riesce a catturare l’attenzione dei corsisti con metodi diversi da
quelli soliti.
Infatti le ore sono passate senza che me ne accorgessi. Sono curiosa di vedere che cosa mi dirà in
base ai dati che mi ha chiesto e sono d’accordo quando ha detto che le compresenze dovrebbero
essere utilizzate nelle classi come tutoraggio e non per le supplenze se una scuola vuole essere
veramente “inclusiva”.
ELABORATI N° 5 – 24/05/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi
Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta
durante gli ultimi due incontri di formazione (presentazione della mappa interattiva delle canzoni per
la didattica inclusiva; visione videoclip: The Wall, Controvento, Scuola Rap, Senza fare sul serio,
pensa; Brainstorming: La peculiarità della condizione umana, La condivisione dei significati, I
processi cognitivi di base; presentazione modelli di programmazione settimanale; restituzione
elaborati corsisti), con particolare riferimento a:
1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate
dal formatore
2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento –
insegnamento.
1) Leggendo gli scritti di ognuno, ho capito che molte di noi hanno aperto il loro cuore anche su
questioni molto personali. Abbiamo avuto la possibilità di tirare fuori le nostre fragilità e i punti di
forza.
Tutto questo DEVE essere un punto di partenza per un lavoro fatto con la stessa sensibilità e
delicatezza anche nei confronti dei bambini che ci vengono affidati.
Io ho cominciato chiedendo ad ognuno di loro “cosa ti aspetti di bello per il prossimo anno?” “Quali
paure hai se pensi alla nuova classe e/o ai nuovi insegnanti?”Lo vogliamo trasformare in un cartelone
da portare il prossimo anno nella nuova classe.
Spero che possa servire, me lo auguro di cuore.
15
2) Man mano viene fuori e diventa chiara la strategia usata dal formatore per questo corso:
incuriosire, motivare, potenziare le capacità di ognuno di noi del gruppo. Ciò lo ha fatto non
trasmettendo nozioni: “In classe dovete fare, dovete dire..” ma, facendo vivere, a noi del gruppo, le
sensazioni e le emozioni che si possono provare e principalmente il clima positivo che si viene a
creare.
Quindi, anche con i nostri alunni, va impostata la stessa strategia. Inclusione è anche creare un
ambiente di apprendimento adatto in cui ognuno si sente di appartenere e nello stesso tempo si sente
libero di esprimersi.
Il formatore mi ha fatto riflettere molto quando, durante la lezione, ha affermato di essere innamorato
dei nostri elaborati. Ho pensato subito: “Questa è un’altra strategia che vuole trasmetterci: valorizzare
sempre (anche quando non è vero) per motivare a far meglio e di più”. Infatti anche a me è capitato
così, alla fine della lezione mi sono sentita carica per scrivere gli elaborati e motivata a recuperare
anche quello dell’incontro precedente. Inoltre, mi sento più sicura e disponibile ad esprimere le mie
emozioni e pensieri.
3) Oggi martedì 16 è il quarto incontro del corso di formazione, il secondo per me poiché per motivi
non previsti mi sono dovuta assentare rendendomi anche conto di aver perso delle attività interattive.
Infatti, Corrado il nostro formatore, dai risultati di una serie di indagini ha elaborato una mappa che
evidenzia i nostri aspetti emotivi emersi in diversi contesti quotidiani quali la famiglia, la scuola, il
gruppo di colleghi. Tali aspetti emotivi sono diventati per noi docenti non solo delle riflessioni ma
punti di partenza e di forza proiettati sui nostri alunni.
In un percorso educativo, analizzando questi punti di partenza, ogni docente deve avere la capacità di
creare in classe il miglior clima possibile e offrire ai propri bambini l’opportunità di fare esperienze.
Laddove anche la correzione di un errore non deve essere vissuta come una frustrazione di fronte al
gruppo-classe, ma deve diventare attraverso dei rinforzi positivi un’occasione per poter apprendere,
accrescere la propria autostima e sviluppare senso critico.
4) L’incontro di oggi è stato molto interessante in quanto ci siamo relazionati con le altre colleghe
appartenenti ad altri ordini di scuola generando un dibattito vivo ed utile a toglierci tanti dubbi che
avevamo.
Il formatore è stato molto bravo a coinvolgere tutti i membri del gruppo e rendere l’incontro
piacevole.
5) Il corso è sempre stimolante: torno a casa con un pensiero nuovo su me stessa e sul lavoro che
svolgo ( in questo caso il discorso sulle sanzioni per i bambini chiassosi da applicare subito per
correggere comportamenti scorretti mi ha indotto a riflettere).
6) La visione della mappa interattiva, così come Corrado l’ha costruita, è stata utile per capire
(almeno in parte) com’è composto il nostro gruppo. Io non conoscevo alcune colleghe e in questo
modo ho avuto la possibilità di scoprire alcuni aspetti significativi della personalità di ciascuna. E’
stato anche “catartico” guardarsi allo specchio con gli occhi di un altro e vedere come Corrado per
tanti di noi “ha colto nel segno” in maniera così vera, pur avendoci appena conosciuti.
Proiettando questa modalità di conoscenza sulle nostre classi, ho pensato al fatto che spesso non
conosciamo i nostri alunni perché troppo presi dalle cose da fare dal punto di vista disciplinare e
troppo legati alle ore che passano e alla preoccupazione di non fare in tempo a completare il lavoro.
Il punto di vista di Corrado sulle metodologie da usare e su come coinvolgere tutti gli alunni è molto
vicino a quello che oggi ci chiedono tutti i documenti ministeriali e pertanto c’è la necessità di
soffermarci di più sulle progettazioni fatte per arrivare veramente a ciascun alunno.
7) Lo scorso incontro…altrettanto entusiasmante…perché?
Per me è stato emozionante perché il formatore con semplici messaggi fattoci lasciare su carta in
maniera anonima ha fatto venir fuori il gruppo, le esigenze dello stesso e le emozioni che proviamo
in varie situazioni scolastiche e non.
Questo lavoro è stato fatto prima di iniziare il “percorso”…
Strategia fondamentale da attuare con i bambini perché solo se riusciamo a conoscerli nel profondo
possiamo “forse” fare con loro un lavoro che ci porti ad un minimo di “successo”.
16
Sono certa di questa cosa, e da oggi in poi mi impegnerò ancora di più a cercare di conoscere ogni
mio singolo alunno.
8) Quanto si può attingere dalla musica! Non mi sono soffermata spesso su quello che le parole
vogliono trasmettere e possono trasmettere in quanto ad aspetti significativi anche per conoscere le
dinamiche presenti a scuola.
E’ stato poi interessantissimo vedere le letture e l’interpretazione che ognuno di noi ha dato di alcune
immagini presentate. Eppure le immagini erano lì e sembrava avessero un significato univoco.
ELABORATI N° 7 – 08/06/2017
RIFLESSIONE METACOGNITIVA
Fase 1 - Aula: vissuti emotivi e cognitivi
Il corso è terminato! Cosa porti via conte in termini di vissuti emotivi e di apprendimenti.
1) The end!
Alla fine di questo percorso non trovo parole adatte per esprimere le sensazioni che ho provato…
sono state tante e di “colori diversi”.
Credo di aver compreso che, per concorrere al successo formativo di ogni piccolo, bisogna dargli
tempo senza però perdere tempo. Aspettare che i frutti maturino grazie all’”irradiamento del sole”. Il
calore umano può tutto!
Grazie Corrado! A presto.
2) Oggi giovedì ultimo incontro del corso di formazione sulla “Didattica Inclusiva” provo un senso di
dispiacere nel lasciarci. Avrei voluto tanto che gli incontri fossero continuati perché è stato
veramente interessante.
Mi sento arricchita di tante conoscenze, ma soprattutto di tanta carica umana in più.
E’ stato un percorso formativo coinvolgente, laddove sono venute fuori le nostre emozioni senza
remore.
Quello che si evince in più è la centralità dell’alunno in tutti i suoi aspetti emotivi-relazionali-affettivi
e quindi noi docenti dobbiamo anche essere portatori di un bagaglio di conoscenze, competenze e
quanto altro ma senza toccare le corde del cuore non arriviamo da nessuna parte.
3) Il corso di aggiornamento sull’inclusione mi ha aperto una finestra su un mondo che a volte si
pensa di conoscere, ma di cui vediamo solo la superficie.
Riconoscere un bisogno particolare in un bambino richiede tempo, capacità di osservazione e
capacità di entrare nel vissuto emotivo di ciascuno.
Compito di ciascun insegnante è di valorizzare le potenzialità di ogni bambino, infondere fiducia
nelle sue capacità e valorizzare le proprie peculiarità.
Questo corso mi ha permesso di leggere nel mio cuore, di riflettere su alcuni miei punti di forza e di
debolezza e di superare le mie paure nell’esprimere le mie opinioni.
4) Siamo arrivati alla fine di questo corso, il primo al quale ho partecipato che è andato oltre ogni mia
aspettativa. Un corso durante il quale tutti, compreso il formatore, ci siamo messi in gioco ed
abbiamo dato il meglio di noi. Un corso durante il quale ci siamo resi conto o per lo meno io mi sono
resa conto di non essere così competente come credevo, di non conoscere tutto ciò (anche a livello
legislativo) che può farmi essere un’insegnante migliore a 360°.
Oggi porto a casa il proposito di migliorare il mio essere docente.
5) Caro Corrado,
evito ogni formalismo e schema prefissato e ti dico semplicemente: “Grazie!”.
17
E’ stato un corso interessante, al di sopra delle mie aspettative in termini di originalità dei contenuti e
delle modalità di “fare lezione” del formatore.
6) ULTIMA LEZIONE: WOW! EPPURE UN PO’ DI TRISTEZZA LA SENTO. HO IMPARATO
DELLE INDICAZIONI CHE SICURAMENTE MI SARANNO UTILI IN FUTURO. HO CAPITO
QUANTO SIA IMPORTANTE VALUTARE BENE UN PROBLEMA CHE PRESENTA UN
ALUNNO IN DIFFICOLTA’, NON VEDERLO CON LA SUPERFICIALITA’ A CUI SIAMO
ABITUATI.
NOI SIAMO DOCENTI E ABBIAMO UN COMPITO IMPORTANTE: DOBBIAMO AIUTARE A
CRESCERE LE GIOVANI PERSONE CHE CI VENGONO AFFIDATE, A VOLTE
DIMENTICHIAMO, PRESI DA TANTE COSE CHE LA VITA CI OFFRE, CHE GLI ALUNNI
NON SONO SOLO LAVORO, MA DIPENDE DA NOI COME DIVENTERANNO.
GRAZIE AL PROF CORRADO E ALLA DOTTORESSA (LA SUA UNICA LEZIONE MI E’
PIACIUTA).
ALLA PROSSIMA…
7) Questo corso è stato innanzitutto innovativo, proprio per il modo in cui il nostro formatore ha
interagito con noi. Ci ha coinvolto emotivamente, è riuscito a far venire fuori da ognuno di noi paure,
dubbi, ha rafforzato le nostre paure, ha creato un clima di collaborazione tra noi partecipanti al corso.
Durante questo corso mi è stato ben chiaro che il mio essere insegnante attenta alle silenziose
richieste dei bambini non basta, bisogna infondere fiducia nei propri alunni ogni giorno, facendo sì
che loro credano nelle loro potenzialità, solo così potranno dare il massimo.
Il nostro formatore ha utilizzato molto la musica, linguaggio universale, e ha reso le lezioni
interessanti e coinvolgenti, arricchendomi dal punto di vista professionale e umano.
Grazie di cuore al nostro formatore e fortunati i bambini che ti hanno e ti avranno come maestro.
8) Faccio il lavoro più bello del mondo; sono un’insegnante. Ma tra la mia voglia di essere una buona
docente e l’esserlo nella realtà…c’è il mare, oppure c’è la voragine dell’inclusione.
Mi trovo spesso a lottare tra la mia ossessiva voglia di entrare in quelle piccole teste, nei loro cuori…
e la marea di documenti, carte, fotocopie di nomi e non di volti. Nessuna storia raccontata, nessuna
lacrima asciugata, nessuna paura dissipata. La mia è una lotta impari: perdo sempre!! Le “scartoffie”
sono sempre lì e mi osservano.
La scuola non può prescindere dalla storia di ognuno di loro, dalla loro realtà.
Il corso mi ha messo di fronte ad una realtà che io avevo solo sfiorato.
Sono io a dover avere uno sguardo diverso, io devo fermarmi e fare un passo verso chi, in quel
momento, non viaggia nella stessa direzione degli altri.
Il rapporto con le famiglie deve essere uno dei perni cardine su cui lavorare.
Spero di riuscire a mettere in pratica tutto ciò di cui abbiamo parlato, anzi me lo auguro.
Spero anche che questo possa essere un primo passo verso una formazione più lunga e ancora più
“inclusiva”.
Grazie di cuore.
9) Una sola cosa posso aggiungere agli elaborati precedenti: torno a casa con una consapevolezza
importante e cioè che ci sono TANTE COSE CHE NON SO.
10) Sono molto soddisfatta di tutto quello che questo corso mi ha regalato in termini di interrogativi,
emozioni e nuove conoscenze. Ho imparato che esiste un modo “altro” di approccio con la classe e
con ciascun alunno, ho vissuto la percezione che i colleghi hanno di situazioni scolastiche, ho
sperimentato la condivisione di situazioni e stati d’animo nel gruppo.
Che cosa porto via con me? La certezza di dover cambiare in primo luogo le modalità di relazione
con gli alunni, poi il dover cercare metodi e strumenti più efficaci per il coinvolgimento didattico di
tutti gli alunni. Porto con me la forza del sapere che può cambiare, se non il mondo, una piccola
scuola di provincia. La conoscenza è un tassello fondamentale a tutti i livelli.
Grazie.
11) Se dovessi fare un bilancio degli incontri fatti in questo corso sull’inclusione sarebbe molto
positivo.
18
All’inizio ero molto scettica, credevo fosse uno di quei corsi noiosi ma si è rivelato tutt’altro sin da
subito.
I complimenti sono da fare assolutamente al nostro formatore che ha reso gli incontri interessanti
rendendoci partecipi attivamente nelle diverse discussioni.
Penso che l’inclusione resta una difficoltà della nostra scuola, siamo poco inclini a metterci in
discussione e quindi si perde di vista quella che è la centralità dell’alunno.
Spero di riuscire a coinvolgere le famiglie di questi alunni con BES mettendomi a loro fianco con la
professionalità ed il mio essere una docente attenta che fa dell’inclusione una scelta di normalità e
non di eccezionalità.
12) Devo dire che avevo deciso di partecipare a questo corso perché trattava di tematiche che non
avevo ancora avuto modo di approfondire.
E’ stata una sorpresa piacevolissima perché ho avuto modo di conoscere dei formatori eccezionali
che hanno saputo coinvolgerci e mantenere viva la nostra attenzione nonostante la stanchezza, dopo
una mattinata di lavoro a scuola con i bambini. Ho imparato ancora di più che una scuola inclusiva è
nemica del “tempo”, perché si devono mettere in primo piano gli alunni con i loro bisogni, le loro
necessità senza mai guardare l’orologio per venire incontro alle loro necessità, in ogni momento.
Come dice Mengoni nella sua canzone dobbiamo far venir fuori la nostra umanità quando siamo in
classe con i nostri alunni, conoscerli bene e lottare per migliorare la loro situazione. Oggi è l’ultimo
incontro e debo dire che mi dispiace, mi ero abituata a questo incontro settimanale con il “gruppo”.
Spero di avere l’anno prossimo la possibilità di continuarlo.
13) L’esperienza vissuta è stata molto positiva, anche se a fine anno scolastico, è stata piacevole e
non faticosa da seguire.
Ha risvegliato l’intento ad approfondire, e a tentare ancora una volta il cambiamento che come
insegnante di sostegno è sempre e comunque una lotta giornaliera.
14) HO INIZIATO IL CORSO CON DELLE DOMANDE E DELLE ASPETTATIVE:
• COSA/CHI E’ SPECIALE E COSA/CHI NO
• COSA POSSO FARE AFFINCHE’ LA MIA SCUOLA SIA REALMENTE INCLUSIVA
• NUOVI APPROCCI METODOLOGICI
• SAPRO’ METTERMI IN DISCUSSIONE?
A FINE CORSO MI SENTO DI DIRE CHE GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE SONO STATI
DAVVERO TANTI; LE EMOZIONI VISSUTE SONO STATE FORTI.
HANNO TROVATO RISPOSTA LE MIE DOMANDE E LE MIE ASPETTATIVE?SI’ O FORSE
NO. ANCHE A FINE CORSO MI RITROVO CON LA STESSA DOMANDA CON CUI HO
INIZIATO: COSA/CHI E’ SPECIALE E COSA/CHI NO?
SE OGNUNO DI NOI, ANDRA’ VIA DA QUESTO CORSO PENSANDO CHE OGNUNO E’
SPECIALE, OGNUNO E’ DIVERSO E OGNUNO HA LE SUE PECULIARITA’, ALLORA IL
CORSO AVRA’ AVUTO UN GRANDE SUCCESSO.
19

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  • 1. ALLEGATO 3 ”Se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio ed infinito.” Antoine de Saint Exupery AUTOBIOGRATIVE COGNITIVE DIARIO DI BORDO PRODOTTO N° 1 – 26/04/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1 - Aula: Quando mi sento escluso/incluso in famiglia 1 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Ho una famiglia molto presente che mi ha sostenuta nelle scelte che ho fatto. Tuttavia c’è stato un periodo della mia vita in cui è stata molto forte la sensazione di non sentirmi parte della famiglia quando in seguito ad un grave lutto venivo chiamata con il nome di chi non c’era più. Oggi che sono mamma ho superato tutto ciò. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Qualsiasi decisione, da quella più semplice a quella più banale la prendiamo insieme. 2 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non vengo coinvolta in situazioni che riguardano la gestione delle risorse economiche e immobiliari della mia famiglia di origine e poi si pensa che io debba necessariamente pensarla allo stesso modo delle altre mie sorelle. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Vengo coinvolta in qualsiasi situazione, bella o brutta che sia, e posso esprimere la mia opinione in maniera libera e chiara senza dover temere il giudizio degli altri. Mi sento inclusa quando i miei figli mi coinvolgono nella loro vita fatta di primi incontri amorosi o di prime difficoltà rispetto al loro essere parte di gruppi: a scuola, nello sport. 3 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Chiedo un favore e mi sento rispondere di no; quando prendono una decisione e non mi consultano, quando li vedo contenti ed io non lo sono. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO C’è un problema e chiedono il mio parere, il mio aiuto; quando sento di avere la loro fiducia, la loro stima. 4 - 1
  • 2. MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non ho mai vissuto sentimenti di esclusione all’interno della mia famiglia, piuttosto mancanza di attenzione in alcuni momenti in cui invece avrei voluto “dolcezze”. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO E’ importante il mio punto di vista. 5 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non mi sento mai esclusa in famiglia alcune volte sono io che escludo gli altri quando vivo dei momenti particolari, quando devo prendere decisioni importanti. Forse pensandoci bene mi sento esclusa nei lunghi discorsi tra mio marito e mia figlia. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Sempre soprattutto per quanto riguarda la gestione dei bambini in maniera pratica: scuola, piscina, compiti. Quando c’è da prendere in mano situazioni particolari, per organizzare eventi o semplicemente uscite. 6 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non riesco a comprendere gli stati d’animo altrui; quando vengono prese decisioni senza chiedere il mio parere. Quando in una discussione vince chi alza la voce. Quando non si tiene in considerazione l’opinione dei ragazzi più piccoli (nipoti). Quando non si accetta la mia stanchezza, la mia voglia di isolarmi, la mia fragilità. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Ogni volta che squilla il mio cellulare e leggo il nome di uno dei miei fratelli/sorelle. Sento e vedo mia madre. Vedo sorridere tutta la mia famiglia. Quando viene chiesto il mio parere e viene presa in considerazione la mia opinione. 7 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non vengono capiti i miei stati d’animo dai miei figli. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO In questo momento sono supportata e aiutata da tutta la mia famiglia. Mi sento inclusa sia nella famiglia d’origine sia in quella acquisita. 8 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Gli orari di lavoro o il tempo da dedicare agli impegni (pulizie di casa, visite mediche, uscite per pagamenti assicurazioni, spesa) non mi permettono di seguire al 100% tutti i momenti delle mie figlie piccole (ad esempio mi sento esclusa se non riesco a seguirle la mattina nelle varie fasi dopo il risveglio: colazione, pulizia …, perché devo correre al lavoro). MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Quotidianamente mi adopero nella cura dei miei familiari e condivido sorrisi, lacrime, aspettative e paure. 9 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non vengo ascoltata. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Quando posso aiutarli. 2
  • 3. 10 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non riesco ad apportare il mio personale contributo nelle svariate situazioni sia positive sia negative. Si prende una decisione senza chiedere il mio parere. Non posso rendermi utile. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Posso parlare di tutto senza timore di essere giudicata Mi sento compresa pienamente Posso collaborare Il mio agire/pensare ha dei risvolti positivi/negativi Riesco ad esprimere il meglio di me stessa Insieme si può affrontare tutto 11 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non mi capiscono Non mi ascoltano Devo impormi per far capire il mio punto di vista Mi sento male e gli altri cercano di aiutarmi sminuendo il mio dolore. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Mio marito mi coccola anche nelle piccole cose quotidiane Mi sorridono Tutto va bene Preparo un bel pranzo o dolce e ricevo i loro complimenti. 12 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non mi informano delle difficoltà Mio marito non parla del suo lavoro Evitano alcuni argomenti in mia presenza per non farmi preoccupare. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Mi cercano per condividere Cercano la mia compagnia per qualsiasi motivo 13 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non condividono le mie scelte e cercano di impormi le loro anche attraverso “ricatti”. Non mi si chiede se sto bene, se ho bisogno di supporti fisici o morali MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Condividiamo momenti sereni e felici Diventa importante il mio punto di vista Insieme si decide il da farsi e ci suddivide i compiti 3
  • 4. Fase 1 - Aula: Quando mi sento escluso/incluso con i colleghi 1 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non prendiamo insieme le decisioni Le mie parole vengono interpretate diversamente da ciò che io intendevo dire MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Posso ritenermi una persona fortunata perché con i miei colleghi siamo un gruppo compatto 2 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Cammino nei corridoi del plesso della secondaria di primo grado e alcuni colleghi non salutano perché ancora (a fine anno scolastico) non sanno che anch’io sono una docente, anche se appartengo ad un altro ordine di scuola. Quando mi vedono “NON APPARTENENTE” al gruppo dei docenti (secondo la loro visione) solo perché io collaboro molto e da molti anni con il Dirigente Scolastico. Pensano cioè che io sia “servile al capo” mentre ritengo di essere una persona equa e critica con tutti, sempre nel rispetto del ruolo di ciascuno. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Riusciamo a lavorare come gruppo all’interno di commissioni e a portare a termine compiti facendo ciascuno la propria parte. Posso aiutare i miei colleghi con l’esperienza lavorativa che ho acquisito e quando loro capiscono il mio modo di essere e di agire. 3 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Solo quando vanno a prendere il caffè e non mi invitano perché ormai sanno che non mi piace il caffè. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Sempre perché mi stimano e mi rispettano. 4 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non si condividono confronti, esperienze e momenti anche extrascolastici. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Non si sente la necessità di chiedere il trasferimento ad altra scuola perché è piacevole ritrovarsi ogni giorno e quando i confronti e lo scambio di idee diventano costruttivi e non distruttivi. 5 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Dopo una lunga assenza rientro a scuola e trovo tutte le decisioni già prese. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Considerano le mie idee e mi chiedono di essere parte attiva nella gestione delle sezioni nell’organizzazione delle attività o semplicemente quando mi invitano per una pizza. 4
  • 5. 6 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Ho la possibilità di aiutarle/i. 7 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non viene fatto un lavoro di squadra. Mi viene detta la frase “questi sono i miei alunni” e “quelli i tuoi” Non riesco a comprendere le cattiverie gratuite. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Lavoro in gruppo. Viene apprezzato il mio pensiero e il mio lavoro. Trovo un clima sereno e collaborativo. 8 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO ………………….. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Mi porgono il loro aiuto Chiedono il mio aiuto Si fidano di un mio parere 9 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Raramente, ma è successo, qualche docente curricolare non capisce il ruolo delicato che svolgo in quanto docente di sostegno e pensa che l’unico obiettivo da perseguire sia far “mantenere la calma” ai ragazzi disabili in classe. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Nella maggior parte dei casi, coinvolgono me e l’alunno disabile che seguo in qualche attività con la classe. 10 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Si è parte di un gruppo che però non è tale Non c’è rispetto reciproco Non si rende partecipe Non si può dialogare MI SENTO INCLUSA/O QUANDO C’è un clima sereno Si chiede la propria/altrui opinione senza cercare di sovrastare Ci si sente apprezzati e valorizzati come persona Sento di poter contare sull’altro e l’altro può contare su me Si cresce insieme come gruppo. 11 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Qualche collega che incontro non mi sorride e non mi saluta. Non sono chiamata a partecipare a … qualsiasi cosa MI SENTO INCLUSA/O QUANDO 5
  • 6. Mi sento accettata e messa a mio agio. Sto bene insieme. Mi cercano e mi chiedono la mia opinione. 12 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Prendono decisioni relative alla didattica in mia assenza e non mi informano successivamente. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Si condivide il lavoro Mi cercano per chiedere anche il mio punto di vista Si preoccupano per me quando non mi vedono a scuola. 13 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non ho mai notato atteggiamenti assunti dai colleghi che mi potessero far pensare di non essere accettata dal gruppo. Noto spesso che le idee apportate durante le progettazioni di attività trovano un buon riscontro tra le colleghe e questo mi motiva sempre di più a cooperare. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Si creano rapporti di collaborazione spontanea. Mi confronto con loro. Fase 1 - Aula: Quando mi sento escluso/incluso in classe 1 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non considerano il mio punto di vista e mi impongono solo il loro. Non rispettano le regole scolastiche Cercano di “fare gruppo” tra di loro dimenticando di avere una guida pronta ad indirizzargli percorsi nuovi e/o alternativi MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Riscontro il loro consenso nelle proposte fatte Si rivolgono a me con cortesia ed affetto Insieme decidiamo i tempi di lavoro e di riposo Mi confronto con loro ed analizziamo i “nostri punti di vista” 2 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO …………………… MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Mi aspettano in piedi per abbracciarmi Il lunedì mi raccontano il loro fine settimana 3 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Parlo e non ho la loro attenzione Non sono entusiasti per un lavoro svolto Mi sfidano e mettono a dura prova la mia pazienza MI SENTO INCLUSA/O QUANDO 6
  • 7. Mi confidano le loro ansie e le loro preoccupazioni Vedo i loro volti felici perché hanno imparato qualcosa di nuovo ed interessante Riesco a capire di che cosa hanno bisogno 4 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non c’è rispetto MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Gli alunni stanno bene Il clima è disteso C’è rispetto reciproco. 5 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Mi trovo in classe senza il docente curricolare e gli alunni si sentono liberi di parlare ad alta voce tra loro, dimenticando che c’è un’insegnante che segue un alunno disabile. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Svolgiamo qualche attività insieme a tutti gli alunni e ai docenti curriculari. 6 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non capisco se qualcuno dei bambini è stanco Non trovo il modo di far capire ad un genitore che il proprio figlio ha dei bisogni particolari. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Impegnati in qualche gioco o in qualche attività il tempo passa in fretta I bambini mostrano piacere nel fare qualcosa I bambini sentono il bisogno di raccontarmi quello che fanno fuori dalla scuola I bambini ci tengono a sottolineare un loro progresso, o a mostrarmi un loro prodotto sia esso un disegno, una costruzione, un oggetto modellato con la plastilina. 7 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non riesco ad avere la loro attenzione Non riesco a capire un loro silenzio Non riesco a comunicare con un bambino che non conosce l’italiano Vedo occhi tristi e non ho il tempo di andare oltre Alzo la voce Vengo interrotta mentre loro raccontano MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Ogni volta che un bambino mi racconta una sconfitta o un malessere Mi abbracciano forte e sorridono e quando sono tristi e abbattuti Riescono a fare qualcosa in cui non riuscivano prima Leggo la curiosità nei loro occhi Mi chiedono “dai continua a raccontare” oppure “non voglio andare ancora a casa” 8 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Ho difficoltà a farmi capire da alcuni bambini estremamente bisognosi. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Fanno i salti di gioia nel vedermi 7
  • 8. Posso rispondere ai loro bisogni 9 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Durante il gioco libero quando vorrei cercare di capire determinati loro comportamenti. A scuola mentre i bambini giocano facendo attenzione si possono percepire aspetti del loro carattere che ci possono essere poi d’aiuto per interagire con loro. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Di punto in bianco nonostante siano piccolissimi mi vengono vicini e mi raccontano le loro cose come se fossi una loro coetanea. 10 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non riesco a catturare la loro attenzione MI SENTO INCLUSA/O QUANDO I genitori mi raccontano cosa i propri figli a casa hanno riportato momenti di vita scolastica vissuti con entusiasmo 11 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Li rimprovero, ma non tutti solo quelli che non hanno voglia di lavorare, che pretendono la promozione senza studiare, che se li solleciti ti guardano male e mentalmente ti mandano a quel paese. In quei momenti più che esclusa mi sento sconfitta. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Ottengo la loro attenzione, li vedo lavorare volentieri, partecipano con entusiasmo, li premio con un bel voto, vedo la gioia nei loro occhi. 12 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Gli alunni non si rivolgono a me come loro docente (in quanto io sono insegnante di sostegno). Questo atteggiamento è stato molto raro nel corso degli anni lavorativi ma è capitato. MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Mi coinvolgono nelle loro esperienze di studio e personali, quando mi cercano per spunti di lavoro o per consigli, quando mi raccontano spontaneamente della loro vita. 13 - MI SENTO ESCLUSA/O QUANDO Non riesco a motivare i miei alunni MI SENTO INCLUSA/O QUANDO Ci divertiamo insieme 8
  • 9. ELABORATI N° 2 – 04/05/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante l’incontro di formazione (presentazione delle attività, condivisione della mappa interattiva del gruppo, inizio condivisione contratto formativo), con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate dal formatore 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento – insegnamento. 1) Inutile dire che la prima sensazione che ho provato e che è rimasta anche una volta tornata a casa è stata quella di “stupore”: il contesto del corso non è stato quello che immaginavo. Ripensando alle ore del primo incontro non riesco bene a spiegare quello che ho sentito emotivamente posso solo dire che mi sentivo proiettata nella mia sezione e, in alcuni momenti, le parole di Corrado mi facevano tornare alla mente “questo” o “quel” bambino in particolare. Com’è successo? Non lo so. Posso solo aggiungere che mi sono confrontata con un modello di pensiero creativo, flessibile e che l’interesse che ho provato è sicuramente una spinta ad andare avanti. 2) Il primo incontro del corso è stato molto interessante e piacevole, mi sono sentita a mio agio, in quanto il formatore, con il suo modo di interagire, mi ha molto motivato e fatta sentire partecipe. L’inclusività è un tema molto sentito da parte mia, perché penso di non avere molte competenze in merito. Spero di riuscire ad apprendere quante più informazioni relative a questo ambito per renderle spendibili nella quotidianità lavorativa. 3) Le finalità cui tende una didattica inclusiva, dopo questo primo incontro, mi sembrano chiare ed interessanti. Gli strumenti adottati dal formatore, sopra tutti la continua interazione, fanno si che il messaggio arrivi in maniera univoca. Le domande che ci sono state poste hanno rappresentato per me uno spunto di riflessione. Ho compreso quanto sia importante che ognuno conosca se stesso prima di relazionarsi con l’altro. Solo capendo chi siamo, cosa cerchiamo e a cosa miriamo, possiamo intraprendere con consapevolezza un’azione didattico-educativa. Essere educatrice significa immedesimarsi nell’altro per poter condividere emozioni e stati d’animo. Rispondere a domande in forma anonima, mi ha permesso di esprimere pensieri senza riserva, senza l’ansia della critica o del giudizio. Durante questo incontro, fatto di momenti di introspezione e allo stesso tempo di condivisione, è stato bello sentirsi artefici della propria formazione. Questo è stato possibile solo grazie alla bravura del formatore nel costruire ponti e non barriere. 9
  • 10. 4) “La prima impressione è quella che vale”, e per me, l’esperienza vissuta durante la prima fase di questo corso è stata molto positiva. Il formatore è stato molto bravo, in quanto ci ha messo ,subito, a nostro agio ed ha rotto “il ghiaccio” facendoci parlare e riflettere sulle nostre aspettative. Ogni qual volta il formatore poneva una nuova domanda o mi induceva ad una nuova riflessione, provavo una sorta di “incertezza” relativamente alla conoscenza della realtà presente nella mia classe. Ciò portava ad una sorta di “autocritica” del mio operato, perché continuavo a chiedermi: • Conosco, davvero, i bisogni di ogni mio alunno? • Sono attenta su tutto quello che succede in classe? • Le mie scelte facilitano l’apprendimento e la partecipazione di tutti gli alunni? Ecc.. Tutto ciò mi ha fatto molto riflettere, anche nei giorni successivi, infatti ho sottoposto agli alunni la stessa riflessione fatta al corso (Sto bene/Sto male in classe quando…) per rendermi conto se ci sono problematiche in classe di cui io non ne sono a conoscenza. Sono curiosa di continuare il corso per capire quali sono le modalità organizzative e didattiche su cui lavorare per poter prevenire questi rischi e sostenere l’azione di apprendimento e partecipazione, nelle forme più consone alla mia classe. 5) Sono rimasta piacevolmente sorpresa di come si sia svolto il primo incontro del corso di formazione sulla “Didattica Inclusiva”, in genere c’è chi parla e c’è chi ascolta e per quanto possa essere interessante ascoltare chi parla si ha sempre la sensazione che il tempo non passi mai. Questa volta non è stato così e finalmente, per la prima volta ammetto di non essermi annoiata. Tutte le partecipanti al corso siamo state “incluse” nella stessa identica modalità avendo la possibilità di poterci esprimere nella nostra singolarità. Spero di poter partecipare ai prossimi incontri con lo stesso entusiasmo e di riuscire a capire come poter applicare questo tipo di didattica anche con i piccoli alunni della scuola dell’infanzia. 6) Durante la prima “lezione” del corso ho notato un alone di stupore sui visi delle colleghe partecipanti in quanto il relatore ha proposto delle attività insolite per chi come noi si appresta a partecipare ad un semplice corso di aggiornamento. Anch’io trovandomi di fronte a delle richieste particolari, originali da parte del relatore mi sono chiesta “Ma questo dove vuole arrivare? Che c’entra il mio animale preferito, il mio colore o la mia canzone preferita con un corso del genere?” Non nego che sono curiosa di capirlo. A questo punto ho tante aspettative al riguardo e spero che nella prossima lezione non vengano deluse. 7) VISSUTI EMOTIVI STUPORE; TRANQUILLITA’; CLIMA SERENO E TRANQUILLO; CURIOSITA’, IMPRESSIONE CHE IL TEMPO SIA PASSATO IN FRETTA ED IN MODO PIACEVOLE; NOVITA’ RISPETTO AI SOLITI CORSI TEORICI; RIFLESSIONE SU SE’ STESSI E SUI PROPRI VISSUTI; MODO PIACEVOLE DI CONOSCERE I COLLEGHI; L’ANONIMATO HA PERMESSO DI ESPRIMERERSI PIU’ LIBERAMENTE; PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVO L’UTILIZZO DEI FOGLIETTI DI CARTA COLORATA E LA SUCCESSIVA CREAZIONE DI UN ALBERO; LA CREAZIONE DI UN ALBERO ATTRAVERSO I FOGLIETTI DI CARTA, HA EVOCATO IN ME L’IDEA DI UNA CRESCITA REALE E DURATURA NEL TEMPO. INFATTI, COME LA CRESCITA DI UN ALBERO PARTE DALLE SUE RADICI ED HA BISOGNO DI CURA E DI TEMPO, COSì UN QUALSIASI PROGETTO (SIA ESSO DIDATTICO O DI VITA) PER ESSERE REALMENTE VALIDO DEVE PARTIRE DALLE FONDAMENTA E NECESSITA DI TEMPO. LA PAROLA CHE MI HA COLPITO DI PIU’ E’ PROPRIO TEMPO. VISSUTI COGNITIVI PENSO CHE LA SUDDIVISIONE DELLA LEZIONE IN DUE FASI (CONTATTO E CONTRATTO) SIA UNA STRATEGIA MOLTO UTILE DA UTILIZZARE CON I PROPRI ALUNNI. DURANTE LA LEZIONE CI SIAMO SENTITI TUTTI PARTECIPI. 10
  • 11. LA CHIAVE PER COGLIERE L’INTERESSE DEGLI ALUNNI E’ SEMPRE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA. LA PARTECIPAZIONE ATTIVA, INFATTI, PRESUPPONE UN COINVOLGIMENTO EMOTIVO E ATTRAVERSO TALE COINVOLGIMENTO E’ PIU’ PROBABILE CHE SI VERIFICHI UN APPRENDIMENTO REALE E DURATURO NEL TEMPO. 8) Il docente formatore ci ha coinvolti molto dal punto di vista emotivo, ci ha resi parte attiva della lezione che ha saputo rendere interessante e stimolante. 9) L’incontro mi è piaciuto perché non sono stata spettatrice, ma elemento attivo insieme ai colleghi. Il clima è positivo e stimolante. Si capisce che il modo di condurre la lezione da parte del relatore è “includente” perché dà spazio alla personalità ed al bagaglio di esperienze di ognuno di noi: è questo che ricorderò in classe per favorire l’inclusione. 10) Il primo incontro di questo corso di formazione è stato molto interessante in quanto diverso dagli altri. Ha suscitato in me curiosità e interesse per il modo differente di fare lezione. Sono stata contenta dell’interazione che c’è stata con il formatore ed il gruppo. Ritengo che sia prematuro fare considerazioni sugli aspetti cognitivi del corso o sull’impatto che esso potrebbe avere nella mia didattica quotidiana. Questo primo incontro è stato per me rivolto più alla conoscenza tra il gruppo e il formatore. 11) L’inizio di questo corso di formazione è stato molto diverso dagli altri. Ha destato in me molta curiosità ed interesse per l’approccio metodologico differente. Mi ha anche permesso di riflettere su alcuni aspetti di vita personali e professionali. Mi sono sentita a mio agio. Pur essendo stato solo il primo incontro ho avuto la sensazione che tutto ciò che il formatore ha fatto come attività, atteggiamenti, comportamenti andasse letto come se noi fossimo gli alunni delle nostre classi. Pertanto ho visto un approccio diverso con gli alunni rispetto a quello a cui sono abituata. A livello didattico può avere un impatto forte perché cambia la modalità di relazione. 12) Se dovessi fare un bilancio nel primo incontro del corso sull’inclusività sarebbe più che positivo. Infatti mi sono subito appassionata seppur non siamo entrati nell’argomento specifico, in quanto abbiamo partecipato tutti fattivamente alla discussione. Si è creato un clima disteso e di collaborazione sia tra noi partecipanti, che con il relatore, che mi è parso da subito disponibile ed aperto al confronto. Mi auguro di ampliare le mie conoscenze sull’inclusività didattica e di metterle in pratica nella mia quotidianità di docente. 13) ALL’INIZIO UN PO’ PREOCCUPATA PERCHE’ NON ERO PRONTA PER PARTECIPARE AL CORSO, NON LO SAPEVO, NON AVEVO FIRMATO NESSUNA CIRCOLARE; POI HO DECISO DI NON ANDARE A CASA, MA DI RESTARE ED INIZIARE IL CORSO. IL RELATORE E’ ARRIVATO, ASPETTO GRADEVOLE, PARLANTINA VELOCE, SIMPATICO, UN PO’ ISTRIONE PER CATTURARE L’ATTENZIONE. PER PRIMA ATTIVITA’ HA CHIESTO A TUTTE LE PARTECIPANTI: ANIMALE, COLORE E CANZONE PREFERITI. HA ,POI , CHIESTO DI COMPILARE DEI POST-IT, DI VARI COLORI, CON RISPOSTE A QUANDO CI SI SENTE INCLUSI O ESCLUSI IN VARIE SITUAZIONI. I POST-IT CON TUTTE LE RISPOSTE ANDAVANO ATTACCATI ALLA LAVAGNA, SI E’ FORMATO UNO STRANO ALBERO. INFINE IL RELATORE HA DATO UN FOGLIO SU CUI SCRIVERE QUANDO CI SI SENTE ESCLUSI E INCLUSI NELL’AMBIENTE DI LAVORO. LA PRIMA LEZIONE E’ FINITA, ASPETTO LA SECONDA PER CAPIRE SE MI SERVE QUESTO CORSO OPPURE NO. DOPO SECONDA LEZIONE= SI’ CONTINUO 14) Molto interessante il corso sulla Didattica INCLUSIVA che abbiamo, noi docenti, sostenuto. 11
  • 12. Siamo soltanto alla prima lezione, ma a dire il vero a me è già sembrato un corso che vale la pena di seguire sia per come si svolgono le lezioni sia per la simpatica compagnia dei discenti e dell’insegnante. Mi sono divertita molto, le ore sono passate in fretta ed ho appreso i concetti con grande facilità. Il professore mi ha messo a mio agio e, nonostante le ripetute domande riguardanti la nostra sfera personale, non mi sono mai sentita giudicata anzi ero molto tranquilla nel rispondere sinceramente e mi sono sentita libera di esprimere le mie emozioni. Aspetto con grande motivazione il prossimo incontro. 15) La prima lezione del corso d’aggiornamento sull’inclusione è stato un interessante viaggio emozionale attraverso suoni, immagini, colori ognuno ha scoperto e riscoperto il proprio vissuto, le proprie fragilità, le proprie peculiarità e punti di forza. Ogni sfumatura di colore, ogni parola, ogni nota ha svelato ciò che a volte non vediamo o non vogliamo vedere. Durante questo viaggio le lancette scandivano il tempo senza che l’occhio cadesse su di esse. Il tempo per me è la parola chiave: la freneticità del nostro secolo ci porta a correre senza vedere ciò che perdiamo o lasciamo dietro. L’inclusione ha bisogno di tempo: tempo per osservare ciò che gli occhi dei bambini raccontano; tempo che noi insegnanti dobbiamo darci per leggere le richieste d’aiuto che un pianto, un capriccio, una difficoltà nascondono; tempo per pensare alle giuste strategie per rispondere a queste richieste; tempo per entrare in armonia con ciascun bambino. Il viaggio appena iniziato spero mi offri la chiave di lettura e gli strumenti necessari per dare ad ogni bambino un’opportunità di crescita emozionale e cognitiva. ELABORATI N° 3 – 04/05/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante l’incontro di formazione (presentazione delle attività, condivisione della mappa interattiva del gruppo, inizio condivisione contratto formativo), con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate dal formatore 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento – insegnamento. 1) Guardando tutta la mappa creata per i corsisti, ho avuto la sensazione di conoscere, attraverso la scelta di colore, musica e animale, persone che non avevo modo di conoscere bene. L’utilizzo di una mappa può essere molto importante per i bambini con BES o DSA e spero di riuscire ad utilizzarla nel migliore dei modi. Questo corso mi sta piacendo per questo, mi sembra di avere una visione più aperta su questa tematica. 2) Durante gli ultimi incontri sono state elaborate delle sequenze metodologiche inerenti alle problematiche relative al processo di apprendimento-insegnamento. Gli interventi di formazione esperienziale, secondo il mio punto di vista, consentono di osservare le proprie attitudini pertanto le ultime lezioni ci sono state utili per riflettere sulle nostre capacità di insegnamento magari pensando di dover modificare alcuni atteggiamenti individuali, sia singolarmente che in contesti di gruppo, per poter meglio trasmettere pratiche di apprendimento. Quindi posso dire che i nostri piacevoli incontri mi stimolano a fronteggiare ed auto controllare insicurezze ed incertezze attraverso creatività e tenacia mantenendo sempre la concentrazione sugli obiettivi da perseguire. 12
  • 13. Se il ruolo del formatore, in questo contesto, dovrebbe essere utile nell’affiancare il discente per formalizzare comportamenti vincenti e quelli da migliorare, allora posso concludere che almeno in queste lezioni, il nostro formatore è riuscito, per quanto mi riguarda, a raggiungere a pieno quelli che sono gli obiettivi del corso creando in me la capacità della riflessione critica soprattutto per ciò che concerne il mio rapporto di insegnante con gli alunni. 3)”STUPORE” anche per il secondo incontro. Immaginavo di stare là ad ascoltare cosa potevo e dovevo fare in classe, invece, protagoniste, noi stesse, con una mappa concettuale. Stavo là ad ascoltare ciò che diceva il formatore di ognuna di noi, guardare le immagini e ascoltare le parole delle canzoni scelte. Osservavo il volto della corsista di turno e la vedevo serena, felice e anch’io mi sentivo più vicina perché la stavo conoscendo. Non nascondo l’ansia crescente, mentre aspettavo il mio turno ma, quando è arrivato, mi sono sentita parte del gruppo come una bambina quando la maestra presta attenzione oppure si complimenta per qualcosa. Penso che l’intento del formatore era proprio questo: in classe dobbiamo dare attenzione ad ogni bambino facendo emergere le potenzialità di ciascuno. Errore da non far più: domani ascolto le tue considerazioni; domani leggeremo il tuo testo. In poche parole non essere superficiale nello scegliere di rimandare all’indomani qualche attività che può invece influire negativamente su un bambino. Come sempre, sono uscita dal corso con mille domande e tanti propositi da fare in classe. 4) La lettura della mappa con le nostre preferenze mi ha procurato curiosità ma anche imbarazzo nel gestire la mia emotività quando ho ascoltato il formatore parlare di aspetti del mio carattere e del mio modo di essere così vicini alla realtà. E’ stato un modo per conoscere un po’ meglio anche i colleghi con i quali spesso non ci confrontiamo, se non su aspetti scolastici. Mi sono resa conto che nelle classi non diamo spazio e importanza agli aspetti di vita interiori, di interessi dei nostri alunni, tanto presi dalle attività didattico-disciplinari. Credo, invece che passare sempre attraverso i vissuti emotivi e personali dei nostri alunni sia necessario soprattutto ora che ci confrontiamo con classi estremamente variegate. 5) Il secondo incontro è stato molto interessante. Tutto il gruppo abbiamo ascoltato le osservazioni fatte dal formatore su ognuna di noi in base ad alcuni dati che abbiamo riferito la volta scorsa (colore – animale – canzone). Mentre ascoltavo le osservazioni che il formatore riferiva ad ogni singola collega sono stata un po’ in ansia … attendendo il mio turno ma all’ascolto mi sono ritrovata con quanto detto. 6) Le modalità di sviluppo di questo corso suscitano in me molto interesse ma, soprattutto, creano spunti di riflessione profonda. Durante la lezione si vive chiaramente una forte sensazione di appartenenza al gruppo e ciò produce forti emozioni. Confrontarsi con altre personalità, raccontarsi, aiuta, a mio avviso, a conoscere meglio se stessi e permette di rapportarsi agli altri con più consapevolezza nonché stimola lo sviluppo delle capacità empatiche. 7) L’incontro del corso d’aggiornamento sull’inclusione mi ha fatto riflettere su un punto in particolare: la necessità di realizzare un progetto didattico-educativo sinergico tra insegnante di classe e insegnante di sostegno. Per una reale inclusione l’insegnante di sostegno, a mio parere, è l’occhio clinico che individua i bisogni, le necessità del gruppo classe e del bambino con difficoltà e può suggerire le strategie affinchè ciascuno con i suoi tempi e le sue modalità possa raggiungere le competenze stabilite. Insegnante di classe ed insegnante di sostegno devono collaborare affinchè ciascun bambino si senta parte del progetto didattico-educativo, risorsa per il lavoro del gruppo classe. 8) Sfatato ancora una volta il mito degli altri che non hanno timori, non guardano in faccia a nessuno, non hanno difficoltà nell’esprimere i propri bisogni. In genere lo diciamo sempre che la vita è un po’ uguale per tutti noi ma nel vivere quotidianamente i nostri rapporti interpersonali ci dimentichiamo sempre che ognuno di noi, nessuno escluso ha dentro questo forte bisogno di essere accettato per quello che è, accolto, ascoltato, AMATO!!! 13
  • 14. 9) Indubbiamente un modo diverso di analizzare una classe “in entrata”. Generalmente cataloghiamo i bambini in “maschio e femmina”, italiani e stranieri, “con” e “senza” difficoltà. Più difficile ma sicuramente più efficace sarebbe “andare oltre” e considerare i bisogni più intimi dell’intera classe. 10) STUPORE, CURIOSITA’, GIOIA DI STARE INSIEME, INTERESSE, SENSAZIONE CHE IL TEMPO SIA PASSATO VELOCEMENTE SENZA ANNOIARMI. ANCORA UNA VOLTA LE EMOZIONI VISSITE SONO STATE QUESTE! CHE DIRE POI DELLA CONDIVISIONE DELLA MAPPA INTERATTIVA DEL GRUPPO: PENSO SIA STATO IL MOMENTO PIU’ COINVOLGENTE IN ASSOLUTO. HO SEMPRE PENSATO ALLA MAPPA COME UN RIFERIMENTO AI CONCETTI CHIAVE DI UN ARGOMENTO E NON COME ALL’IMMAGINE DI UN GRUPPO DI CORSISTI. ALL’INTERNO DELLA MAPPA, OGNUNO, SI E’ IDENTIFICATO COME ELEMENTO UNICO, CON LE SUE PECULIARITA’ E LE SUE CARATTERISTICHE, MA ANCHE COME UN ANELLO LEGATO A TUTTI GLI ALTRI MEMBRI A FORMARE UN UNICO NUCLEO, E QUESTO NUCLEO SI CHIAMA “GRUPPO”. SENSO DI APPARTENENZA ALLA CLASSE? BHE, CHE DIRE, QUALE MODO MIGLIORE CHE PARLARE DI SE’ STESSI E DEI PROPRI VISSUTI E DI CONDIVIDERLI CON GLI ALTRI. CONOSCERSI E RICONOSCERSI, INFATTI, SONO GLI ELEMENTI INDISPENSABILI PER SENTIRSI VERAMENTE PARTE DI UN GRUPPO, DI UNA CLASSE. INOLTRE, CREDO CHE SOLTANTO CONOSCENDO I VISSUTI EMOTIVI DI OGNI ALUNNO SI POSSA ATTUARE UN PROCESSO DI INSEGNAMENTO-APPRENDIMENTO CHE SIA DAVVERO EFFICACE ED EFFICIENTE. OGNI GIORNO ENTRIAMO IN CLASSE CON LA CONSAPEVOLEZZA DEI NOSTRI VISSUTI EMOTIVI, MA CI CHIEDIAMO QUALI VISSUTI EMOTIVI PORTANO DIETRO I NOSTRI ALUNNI? ELABORATI N° 4– 11/05/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante gli ultimi due incontri di formazione (completamento della mappa interattiva del gruppo, condivisione contratto formativo e modello relazione prove di ingresso, confronto sulle pratiche interne), con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate dal formatore 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento – insegnamento. 1) Tanti anni addietro nelle mie diverse preparazioni concorsuali nel mondo della scuola si affermava che essa fosse di tutti e che bisognava rispettare i tempi di apprendimento di ogni singolo alunno e di non lasciare indietro nessuno. Recentemente si parla di inclusione, di BES, di DSA, di circolari ministeriali, di questo nuovo scenario. L’anno scorso ho fatto una prima formazione sui BES e DSA, laddove furono elencate durante i vari incontri una serie di informazioni giuridiche e non, un fiume di parole. Alla fine del corso mi resi conto che non mi aveva trasmesso niente tranne quello che era già scontato. 14
  • 15. Alla notizia dell’attivazione di questo nuovo corso ho sentito la necessità di una nuova formazione per potermi arricchire ed avere la capacità di capire non l’alunno ma il bambino posto di fronte a me. Avendo maturato già esperienze con i bambini diversamente abili mi sono sempre posta tanti interrogativi e fermamente convinta che in ognuno di noi c’è sempre un minimo di potenziale da tirare fuori, cerco di attivare le mie competenze, attraverso il confronto, la collaborazione e a volte mi rendo conto delle difficoltà che emergono nella realtà scolastica. In tale realtà giocano tante dinamiche diverse, noi stessi presi da tante incombenze ci dimentichiamo che i bambini hanno bisogno di essere ascoltati, di contatto umano, perché hanno voglia di raccontarti qualcosa ed è in quel momento che dobbiamo fermarci a guardare negli occhi quel bambino, accrescere la sua autostima, per poter creare una motivazione, una situazione di apprendimento sereno. Altrimenti rischiamo di essere come in quella canzone: “ putt….la maestra che mi dice vai a posto, quanto ho pianto di fronte a quel foglio bianco”. 2) Ho deciso di partecipare a questo corso di formazione perché mi sono resa conto che con il passar degli anni, il numero degli alunni con difficoltà nelle classi è aumentato sempre di più e quindi io, che insegno RC, ho bisogno di una formazione più specifica in tal senso. Le mie colleghe mi avevano detto che il primo incontro era stato molto piacevole e in effetti mi sono resa conto giovedì scorso che il formatore è molto bravo perché riesce a catturare l’attenzione dei corsisti con metodi diversi da quelli soliti. Infatti le ore sono passate senza che me ne accorgessi. Sono curiosa di vedere che cosa mi dirà in base ai dati che mi ha chiesto e sono d’accordo quando ha detto che le compresenze dovrebbero essere utilizzate nelle classi come tutoraggio e non per le supplenze se una scuola vuole essere veramente “inclusiva”. ELABORATI N° 5 – 24/05/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1 - Casa: vissuti emotivi e cognitivi Ognuno di voi dovrà elaborare, in forma libera ed anonima, una riflessione sull’esperienza vissuta durante gli ultimi due incontri di formazione (presentazione della mappa interattiva delle canzoni per la didattica inclusiva; visione videoclip: The Wall, Controvento, Scuola Rap, Senza fare sul serio, pensa; Brainstorming: La peculiarità della condizione umana, La condivisione dei significati, I processi cognitivi di base; presentazione modelli di programmazione settimanale; restituzione elaborati corsisti), con particolare riferimento a: 1) le emozioni vissute: il proprio vissuto emotivo attivato dalle sequenze metodologiche realizzate dal formatore 2) le possibili connessioni con le problematiche relative al processo di apprendimento – insegnamento. 1) Leggendo gli scritti di ognuno, ho capito che molte di noi hanno aperto il loro cuore anche su questioni molto personali. Abbiamo avuto la possibilità di tirare fuori le nostre fragilità e i punti di forza. Tutto questo DEVE essere un punto di partenza per un lavoro fatto con la stessa sensibilità e delicatezza anche nei confronti dei bambini che ci vengono affidati. Io ho cominciato chiedendo ad ognuno di loro “cosa ti aspetti di bello per il prossimo anno?” “Quali paure hai se pensi alla nuova classe e/o ai nuovi insegnanti?”Lo vogliamo trasformare in un cartelone da portare il prossimo anno nella nuova classe. Spero che possa servire, me lo auguro di cuore. 15
  • 16. 2) Man mano viene fuori e diventa chiara la strategia usata dal formatore per questo corso: incuriosire, motivare, potenziare le capacità di ognuno di noi del gruppo. Ciò lo ha fatto non trasmettendo nozioni: “In classe dovete fare, dovete dire..” ma, facendo vivere, a noi del gruppo, le sensazioni e le emozioni che si possono provare e principalmente il clima positivo che si viene a creare. Quindi, anche con i nostri alunni, va impostata la stessa strategia. Inclusione è anche creare un ambiente di apprendimento adatto in cui ognuno si sente di appartenere e nello stesso tempo si sente libero di esprimersi. Il formatore mi ha fatto riflettere molto quando, durante la lezione, ha affermato di essere innamorato dei nostri elaborati. Ho pensato subito: “Questa è un’altra strategia che vuole trasmetterci: valorizzare sempre (anche quando non è vero) per motivare a far meglio e di più”. Infatti anche a me è capitato così, alla fine della lezione mi sono sentita carica per scrivere gli elaborati e motivata a recuperare anche quello dell’incontro precedente. Inoltre, mi sento più sicura e disponibile ad esprimere le mie emozioni e pensieri. 3) Oggi martedì 16 è il quarto incontro del corso di formazione, il secondo per me poiché per motivi non previsti mi sono dovuta assentare rendendomi anche conto di aver perso delle attività interattive. Infatti, Corrado il nostro formatore, dai risultati di una serie di indagini ha elaborato una mappa che evidenzia i nostri aspetti emotivi emersi in diversi contesti quotidiani quali la famiglia, la scuola, il gruppo di colleghi. Tali aspetti emotivi sono diventati per noi docenti non solo delle riflessioni ma punti di partenza e di forza proiettati sui nostri alunni. In un percorso educativo, analizzando questi punti di partenza, ogni docente deve avere la capacità di creare in classe il miglior clima possibile e offrire ai propri bambini l’opportunità di fare esperienze. Laddove anche la correzione di un errore non deve essere vissuta come una frustrazione di fronte al gruppo-classe, ma deve diventare attraverso dei rinforzi positivi un’occasione per poter apprendere, accrescere la propria autostima e sviluppare senso critico. 4) L’incontro di oggi è stato molto interessante in quanto ci siamo relazionati con le altre colleghe appartenenti ad altri ordini di scuola generando un dibattito vivo ed utile a toglierci tanti dubbi che avevamo. Il formatore è stato molto bravo a coinvolgere tutti i membri del gruppo e rendere l’incontro piacevole. 5) Il corso è sempre stimolante: torno a casa con un pensiero nuovo su me stessa e sul lavoro che svolgo ( in questo caso il discorso sulle sanzioni per i bambini chiassosi da applicare subito per correggere comportamenti scorretti mi ha indotto a riflettere). 6) La visione della mappa interattiva, così come Corrado l’ha costruita, è stata utile per capire (almeno in parte) com’è composto il nostro gruppo. Io non conoscevo alcune colleghe e in questo modo ho avuto la possibilità di scoprire alcuni aspetti significativi della personalità di ciascuna. E’ stato anche “catartico” guardarsi allo specchio con gli occhi di un altro e vedere come Corrado per tanti di noi “ha colto nel segno” in maniera così vera, pur avendoci appena conosciuti. Proiettando questa modalità di conoscenza sulle nostre classi, ho pensato al fatto che spesso non conosciamo i nostri alunni perché troppo presi dalle cose da fare dal punto di vista disciplinare e troppo legati alle ore che passano e alla preoccupazione di non fare in tempo a completare il lavoro. Il punto di vista di Corrado sulle metodologie da usare e su come coinvolgere tutti gli alunni è molto vicino a quello che oggi ci chiedono tutti i documenti ministeriali e pertanto c’è la necessità di soffermarci di più sulle progettazioni fatte per arrivare veramente a ciascun alunno. 7) Lo scorso incontro…altrettanto entusiasmante…perché? Per me è stato emozionante perché il formatore con semplici messaggi fattoci lasciare su carta in maniera anonima ha fatto venir fuori il gruppo, le esigenze dello stesso e le emozioni che proviamo in varie situazioni scolastiche e non. Questo lavoro è stato fatto prima di iniziare il “percorso”… Strategia fondamentale da attuare con i bambini perché solo se riusciamo a conoscerli nel profondo possiamo “forse” fare con loro un lavoro che ci porti ad un minimo di “successo”. 16
  • 17. Sono certa di questa cosa, e da oggi in poi mi impegnerò ancora di più a cercare di conoscere ogni mio singolo alunno. 8) Quanto si può attingere dalla musica! Non mi sono soffermata spesso su quello che le parole vogliono trasmettere e possono trasmettere in quanto ad aspetti significativi anche per conoscere le dinamiche presenti a scuola. E’ stato poi interessantissimo vedere le letture e l’interpretazione che ognuno di noi ha dato di alcune immagini presentate. Eppure le immagini erano lì e sembrava avessero un significato univoco. ELABORATI N° 7 – 08/06/2017 RIFLESSIONE METACOGNITIVA Fase 1 - Aula: vissuti emotivi e cognitivi Il corso è terminato! Cosa porti via conte in termini di vissuti emotivi e di apprendimenti. 1) The end! Alla fine di questo percorso non trovo parole adatte per esprimere le sensazioni che ho provato… sono state tante e di “colori diversi”. Credo di aver compreso che, per concorrere al successo formativo di ogni piccolo, bisogna dargli tempo senza però perdere tempo. Aspettare che i frutti maturino grazie all’”irradiamento del sole”. Il calore umano può tutto! Grazie Corrado! A presto. 2) Oggi giovedì ultimo incontro del corso di formazione sulla “Didattica Inclusiva” provo un senso di dispiacere nel lasciarci. Avrei voluto tanto che gli incontri fossero continuati perché è stato veramente interessante. Mi sento arricchita di tante conoscenze, ma soprattutto di tanta carica umana in più. E’ stato un percorso formativo coinvolgente, laddove sono venute fuori le nostre emozioni senza remore. Quello che si evince in più è la centralità dell’alunno in tutti i suoi aspetti emotivi-relazionali-affettivi e quindi noi docenti dobbiamo anche essere portatori di un bagaglio di conoscenze, competenze e quanto altro ma senza toccare le corde del cuore non arriviamo da nessuna parte. 3) Il corso di aggiornamento sull’inclusione mi ha aperto una finestra su un mondo che a volte si pensa di conoscere, ma di cui vediamo solo la superficie. Riconoscere un bisogno particolare in un bambino richiede tempo, capacità di osservazione e capacità di entrare nel vissuto emotivo di ciascuno. Compito di ciascun insegnante è di valorizzare le potenzialità di ogni bambino, infondere fiducia nelle sue capacità e valorizzare le proprie peculiarità. Questo corso mi ha permesso di leggere nel mio cuore, di riflettere su alcuni miei punti di forza e di debolezza e di superare le mie paure nell’esprimere le mie opinioni. 4) Siamo arrivati alla fine di questo corso, il primo al quale ho partecipato che è andato oltre ogni mia aspettativa. Un corso durante il quale tutti, compreso il formatore, ci siamo messi in gioco ed abbiamo dato il meglio di noi. Un corso durante il quale ci siamo resi conto o per lo meno io mi sono resa conto di non essere così competente come credevo, di non conoscere tutto ciò (anche a livello legislativo) che può farmi essere un’insegnante migliore a 360°. Oggi porto a casa il proposito di migliorare il mio essere docente. 5) Caro Corrado, evito ogni formalismo e schema prefissato e ti dico semplicemente: “Grazie!”. 17
  • 18. E’ stato un corso interessante, al di sopra delle mie aspettative in termini di originalità dei contenuti e delle modalità di “fare lezione” del formatore. 6) ULTIMA LEZIONE: WOW! EPPURE UN PO’ DI TRISTEZZA LA SENTO. HO IMPARATO DELLE INDICAZIONI CHE SICURAMENTE MI SARANNO UTILI IN FUTURO. HO CAPITO QUANTO SIA IMPORTANTE VALUTARE BENE UN PROBLEMA CHE PRESENTA UN ALUNNO IN DIFFICOLTA’, NON VEDERLO CON LA SUPERFICIALITA’ A CUI SIAMO ABITUATI. NOI SIAMO DOCENTI E ABBIAMO UN COMPITO IMPORTANTE: DOBBIAMO AIUTARE A CRESCERE LE GIOVANI PERSONE CHE CI VENGONO AFFIDATE, A VOLTE DIMENTICHIAMO, PRESI DA TANTE COSE CHE LA VITA CI OFFRE, CHE GLI ALUNNI NON SONO SOLO LAVORO, MA DIPENDE DA NOI COME DIVENTERANNO. GRAZIE AL PROF CORRADO E ALLA DOTTORESSA (LA SUA UNICA LEZIONE MI E’ PIACIUTA). ALLA PROSSIMA… 7) Questo corso è stato innanzitutto innovativo, proprio per il modo in cui il nostro formatore ha interagito con noi. Ci ha coinvolto emotivamente, è riuscito a far venire fuori da ognuno di noi paure, dubbi, ha rafforzato le nostre paure, ha creato un clima di collaborazione tra noi partecipanti al corso. Durante questo corso mi è stato ben chiaro che il mio essere insegnante attenta alle silenziose richieste dei bambini non basta, bisogna infondere fiducia nei propri alunni ogni giorno, facendo sì che loro credano nelle loro potenzialità, solo così potranno dare il massimo. Il nostro formatore ha utilizzato molto la musica, linguaggio universale, e ha reso le lezioni interessanti e coinvolgenti, arricchendomi dal punto di vista professionale e umano. Grazie di cuore al nostro formatore e fortunati i bambini che ti hanno e ti avranno come maestro. 8) Faccio il lavoro più bello del mondo; sono un’insegnante. Ma tra la mia voglia di essere una buona docente e l’esserlo nella realtà…c’è il mare, oppure c’è la voragine dell’inclusione. Mi trovo spesso a lottare tra la mia ossessiva voglia di entrare in quelle piccole teste, nei loro cuori… e la marea di documenti, carte, fotocopie di nomi e non di volti. Nessuna storia raccontata, nessuna lacrima asciugata, nessuna paura dissipata. La mia è una lotta impari: perdo sempre!! Le “scartoffie” sono sempre lì e mi osservano. La scuola non può prescindere dalla storia di ognuno di loro, dalla loro realtà. Il corso mi ha messo di fronte ad una realtà che io avevo solo sfiorato. Sono io a dover avere uno sguardo diverso, io devo fermarmi e fare un passo verso chi, in quel momento, non viaggia nella stessa direzione degli altri. Il rapporto con le famiglie deve essere uno dei perni cardine su cui lavorare. Spero di riuscire a mettere in pratica tutto ciò di cui abbiamo parlato, anzi me lo auguro. Spero anche che questo possa essere un primo passo verso una formazione più lunga e ancora più “inclusiva”. Grazie di cuore. 9) Una sola cosa posso aggiungere agli elaborati precedenti: torno a casa con una consapevolezza importante e cioè che ci sono TANTE COSE CHE NON SO. 10) Sono molto soddisfatta di tutto quello che questo corso mi ha regalato in termini di interrogativi, emozioni e nuove conoscenze. Ho imparato che esiste un modo “altro” di approccio con la classe e con ciascun alunno, ho vissuto la percezione che i colleghi hanno di situazioni scolastiche, ho sperimentato la condivisione di situazioni e stati d’animo nel gruppo. Che cosa porto via con me? La certezza di dover cambiare in primo luogo le modalità di relazione con gli alunni, poi il dover cercare metodi e strumenti più efficaci per il coinvolgimento didattico di tutti gli alunni. Porto con me la forza del sapere che può cambiare, se non il mondo, una piccola scuola di provincia. La conoscenza è un tassello fondamentale a tutti i livelli. Grazie. 11) Se dovessi fare un bilancio degli incontri fatti in questo corso sull’inclusione sarebbe molto positivo. 18
  • 19. All’inizio ero molto scettica, credevo fosse uno di quei corsi noiosi ma si è rivelato tutt’altro sin da subito. I complimenti sono da fare assolutamente al nostro formatore che ha reso gli incontri interessanti rendendoci partecipi attivamente nelle diverse discussioni. Penso che l’inclusione resta una difficoltà della nostra scuola, siamo poco inclini a metterci in discussione e quindi si perde di vista quella che è la centralità dell’alunno. Spero di riuscire a coinvolgere le famiglie di questi alunni con BES mettendomi a loro fianco con la professionalità ed il mio essere una docente attenta che fa dell’inclusione una scelta di normalità e non di eccezionalità. 12) Devo dire che avevo deciso di partecipare a questo corso perché trattava di tematiche che non avevo ancora avuto modo di approfondire. E’ stata una sorpresa piacevolissima perché ho avuto modo di conoscere dei formatori eccezionali che hanno saputo coinvolgerci e mantenere viva la nostra attenzione nonostante la stanchezza, dopo una mattinata di lavoro a scuola con i bambini. Ho imparato ancora di più che una scuola inclusiva è nemica del “tempo”, perché si devono mettere in primo piano gli alunni con i loro bisogni, le loro necessità senza mai guardare l’orologio per venire incontro alle loro necessità, in ogni momento. Come dice Mengoni nella sua canzone dobbiamo far venir fuori la nostra umanità quando siamo in classe con i nostri alunni, conoscerli bene e lottare per migliorare la loro situazione. Oggi è l’ultimo incontro e debo dire che mi dispiace, mi ero abituata a questo incontro settimanale con il “gruppo”. Spero di avere l’anno prossimo la possibilità di continuarlo. 13) L’esperienza vissuta è stata molto positiva, anche se a fine anno scolastico, è stata piacevole e non faticosa da seguire. Ha risvegliato l’intento ad approfondire, e a tentare ancora una volta il cambiamento che come insegnante di sostegno è sempre e comunque una lotta giornaliera. 14) HO INIZIATO IL CORSO CON DELLE DOMANDE E DELLE ASPETTATIVE: • COSA/CHI E’ SPECIALE E COSA/CHI NO • COSA POSSO FARE AFFINCHE’ LA MIA SCUOLA SIA REALMENTE INCLUSIVA • NUOVI APPROCCI METODOLOGICI • SAPRO’ METTERMI IN DISCUSSIONE? A FINE CORSO MI SENTO DI DIRE CHE GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE SONO STATI DAVVERO TANTI; LE EMOZIONI VISSUTE SONO STATE FORTI. HANNO TROVATO RISPOSTA LE MIE DOMANDE E LE MIE ASPETTATIVE?SI’ O FORSE NO. ANCHE A FINE CORSO MI RITROVO CON LA STESSA DOMANDA CON CUI HO INIZIATO: COSA/CHI E’ SPECIALE E COSA/CHI NO? SE OGNUNO DI NOI, ANDRA’ VIA DA QUESTO CORSO PENSANDO CHE OGNUNO E’ SPECIALE, OGNUNO E’ DIVERSO E OGNUNO HA LE SUE PECULIARITA’, ALLORA IL CORSO AVRA’ AVUTO UN GRANDE SUCCESSO. 19