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di Debora Leardini e Matteo Adamoli
Percorso
Stress digitale
03 ottobre 2019
RIVOLUZIONE STRESS STRESS DIGITALE
RIVOLUZIONE DIGITALE
Rivoluzione degli attrezzi: dura o dolce ?
Scrittura, stampa, digitale…
Rivoluzione del bronzo, del ferro….. industriale
Le rivoluzioni si fanno intorno solo a strumenti duri?
THE GAME
MAPPA COLONIZZAZIONE
INFOSFERA
MEDIA(TIZZA)ZIONE degli individui
MEDIA(TIZZA)ZIONE delle istituzioni
1928 1982 2000 2010
2017
In cosa siamo immersi
• Dai 12 anni fino all’età adulta vediamo sullo schermo più di 20.000 omicidi
• Cambiamento di percezione dello spazio, del tempo, del corpo
• Formattati dai media, e in particolare dalla pubblicità
• Attenzione ?!? Notifiche
• Durata delle immagini: 7 secondi
• Tempo di risposta agli stimoli digitali : 15 secondi
Alcuni dati
• Cambiamento di percezione dello spazio, del tempo, del corpo
• Cambiamento delle relazioni umane
• Attenzione o Dispersione ?!
• Gadget elettronici e user friendly
• Multitasking – Task switching
• Sistemi di raccomandazione ( filtri e trappole informative)
Internet in 60 secondi
Internet Live Stats
Formattati dai media
Facebook chi?
Modello economico
Monopolio
STRESS
A cavallo tra gli anni '20 e '30 del secolo scorso
Selye, a seguito dei suoi studi, definì lo stress
come
una condizione aspecifica che permette
all'organismo di adattarsi a qualunque
sollecitazione gli venga imposta, mentre
stressor - o agente stressante - è il fattore che
spinge l'organismo all'adattamento.
Lo stress può essere negativo, ma il più delle volte è positivo: lo stress è una
medaglia a due facce. La prima faccia della medaglia è che, fino ad un certo
punto, gli stressor danno tono all'organismo e alla psiche. Si parla in questo
caso di Eustress, o stress benefico (un grado ottimale di stress migliora lo stato
di salute, rende meno sensibili alla monotonia, migliora le capacità di
concentrazione, apprendimento, memoria, ecc.)
La seconda faccia della medaglia è che il continuo accumularsi di stressor
porta ad un'attivazione fisiologica e psicologica eccessiva, Distress,
imponendo sforzi esagerati e innaturali e portando l'individuo dapprima ad una
fase di sopportazione - resistenza, e successivamente ad un periodo di
esaurimento e logorio. Si noti che quando questo succede suonano una serie di
campanelli d'allarme - sintomi organici e psicologici - che ci avvisano che
stiamo entrando in questa fase.
Nell'uomo gli stressor più comuni sono di tipo psicologico e sociale.
Lo stress, di per sé, non è nè positivo né negativo. L’organismo
risponde in modo praticamente uguale ad eventi spiacevoli e
piacevoli, positivi e negativi:
La differenza invece si pone tra eustress e distress: se
l’esperienza non è voluta e si protrae nel tempo sentiamo di non
dominare l’ambiente.
STRESS DIGITALE
Ma oggi, a distanza di quasi un secolo dagli esperimenti
di Selye è cambiato qualcosa?
Sicuramente il principio che sta dietro al concetto di
stress è sempre valido, ed anzi più attuale che mai.
Piuttosto, quelli che si sono evoluti, e in una direzione
che Selye sicuramente non poteva ipotizzare, sono gli
agenti stressanti.
Pensiamo fondamentalmente alla
sovraesposizione agli stimoli,
a ciò che in linguaggio 2.0
si chiama essere multitasking.
Più di 3 miliardi di persone nel mondo posseggono almeno uno
smartphone, quando non addirittura due, e secondo un recente
sondaggio pubblicato dalla King University almeno il 50% dei più
giovani riconosce di esserne dipendente.
Compulsione nel controllo costante: in media ogni 15 minuti al
giorno prendiamo in mano il telefono per verificare di essere
stati cercati, se sono uscite nuove notizie, se ci sono mail in
attesa o messaggi mancati, per stare sui social.
PAURA DI PERDERE QUALCOSA DI IMPORTANTE
Una leva utilizzata dalle app per dirottare la nostra
mente è la paura di perdere qualcosa d’importante.
Ci fanno capire o credere che al loro interno
possiamo trovare qualcosa di importante per noi (un
conoscente che avevamo perso di vista, una notizia
significativa, un’opportunità lavorativa) e in questo
modo ci ritorniamo periodicamente, oppure ci
iscriviamo alla newsletter o attiviamo le notifiche.
Il punto è che sempre nella vita ci stiamo perdendo
qualcosa di importante, ma nel frattempo la cosa
migliore da fare è vivere il momento presente.
La dipendenza da smartphone va di pari passo con
la NOMO, No-mobile-phone Phobia e con la
FOMO, Fear Of Missing Out,
il terrore di restare senza telefono ed essere tagliati
fuori dai discorsi o di perdersi momenti capitali nel
flusso
eterno e infinito dei contenuti online, per un
BISOGNO DI CONTROLLO E DI APPARTENENZA
SOCIALE.
LA CIOTOLA SENZA FINE
In un famoso Esperimento , il professor Brian
Wansink ha dimostrato come le persone, se messe
a mangiare davanti a una ciotola che si riempie di
continuo, mangiano molto di più.
Sfruttando lo stesso principio, YouTube e Netflix
applicano la tecnologia dell’autoplay, che fa subito
iniziare un video appena finisce quello che stavamo
vedendo. E anche i feed di aggiornamento delle
pagine – come ad esempio quelle di Facebook –
non hanno una fine, presupponendo che potremmo
andare avanti all’infinito.
Ecco un tipico esempio di mente presa in
ostaggio: iniziamo di nostra volontà a fare una
cosa, poi veniamo trascinati a farne tante altre che
non avevamo previsto.
La slot machine è un gioco che fa perdere
tanti soldi, lo sanno tutti, eppure ha un
successo incredibile in tutto il mondo. Una
delle spiegazioni sta nel meccanismo della
ricompensa variabile e intermittente, che
tiene incollato il giocatore, motivato dall’attesa
della prossima ricompensa.
Cos’altro spinge alcune persone a
controllare il telefono fino a 150 volte al
giorno? Controllare l’email, vedere quanti like
ha ricevuto il nostro post su Facebook o
Instagram, scorrere il feed di un social
qualsiasi.
Ecco l’effetto slot machine in azione. E la
mente è sempre sotto scacco.
EFFETTO SLOT MACHINE
I nostri strumenti finiscono per “intorpidire” qualsiasi
parte del corpo essi “amplifichino”.
Gli strumenti per la mente amplificano e intorpidiscono
le nostre capacità naturali più umane e più intime,
quelle del ragionamento, della percezione, della
memoria e dell’emozione.
IDENTITA’ DIGITALE
Quanto più esternalizziamo la risoluzione dei
problemi e altri compiti cognitivi ai nostri
computer, tanto più riduciamo la capacità del
nostro cervello di costruire strutture stabili di
conoscenza – schemi, in altre parole – che
possano in seguito essere applicati ad altre
situazioni.
In pratica, più brillante è il software, più
imbranato è l’utente (Van Nimwegen).
IDENTITA’ DIGITALE
Le stimolazioni della Rete, possono essere
rinvigorenti e ispiratrici. Ma sono anche estenuanti
e fonte di continue distrazioni. Una lenta erosione
della nostra umanità, e anche dei nostri sentimenti
di benevolenza.
Una mente calma e attenta non è necessaria
soltanto per pensare in modo approfondito: è
indispensabile anche per esercitare comprensione
ed empatia. Le emozioni più elevate emergono da
processi neurali intrinsecamente lenti.
Più siamo distratti, meno siamo capaci di
sperimentare quelle forme di empatia, di
compassione e anche le altre emozioni più
caratteristiche della nostra umanità.
IDENTITA’ DIGITALE
CHAT E RELAZIONI
N.B. L’eccessivo uso, durante l’età dello sviluppo, di approcci
virtuali alla socializzazione accresce l’incompetenza sociale delle
nuove generazioni.
IMMIGRATI O NATIVI DIGITALI?
Il mondo di Internet ha degli abitanti, non
virtuali ma reali, che vivono in questo spazio
Da una parte, l’immigrato digitale, nato in un
ambiente analogico e poi immigrato in uno
“spazio” digitale.
Dall’altra, il nativo digitale, nato e cresciuto
nell’ambiente digitale, con la presenza di
tutte le nuove tecnologie compreso,
ovviamente, Internet
(Prensky, 2001; Tonioni, 2013).
Più tardi veniamo esposti al sistema digitale (comunque dopo l’età dello
sviluppo) più facilmente riusciamo a mantenere intatte le capacità cognitive
che vengono compromesse da un uso intenso dei media digitali.
Un adulto che comincia ad utilizzare i media digitali dispone di sufficiente
esperienza nella ricerca, memorizzazione e gestione delle informazioni,
perché ha sedimentato nel suo cervello un passato «analogico».
Un bambino che non ha ancora sviluppato la corteccia prefrontale (che guida
il comportamento previsionale, la pianificazione di schemi di azione nel
tempo, la capacità di relazione con il mondo esterno) e che viene
precocemente esposto ai media, crea da zero le sue capacità cognitive di base
sul modello digitale, con tutte le conseguenze osservate.
LA “RISERVA COGNITIVA”
CONSEGUENZE
INTERNET ADDICTION DISORDER –IAD-
Comportamento non adattivo nell’utilizzo di Internet, correlato a
una compromissione o a un disagio clinicamente significativo in diversi aspetti di vita.
Tale dipendenza è costituita, secondo lo studioso, da un effetto di
tolleranza.
In questo caso per tolleranza si intende un bisogno incontrollato di
utilizzare Internet per periodi di tempo sempre più lunghi al fine
di ottenere una gratificazione.
La dipendenza da Internet, così come le altre dipendenze, porta i
soggetti a una particolare sindrome di astinenza,
che si sperimenta nel momento in cui si riduce o si elimina l’utilizzo di
Internet.
Le conseguenze dell’astinenza possono essere devastanti per il
dipendente.
Oltre a un’estesa agitazione psicomotoria, il dipendente da Internet
Può provare sentimenti negativi quali ansia, frustrazione e depressione.
Inoltre sono presenti continui pensieri ossessivi e intrusivi, contornati da persistenti fantasie e
sogni a occhi aperti.
Questi aspetti causano nel soggetto un’inclinazione nelle sue relazioni sociali e professionali.
Accessibilità, Controllo ed
Eccitazione aumentano le
probabilità che il soggetto
ripeta nel tempo quel-
l’azione, entrando così in un
circolo vizioso che
trasformerà il comporta-
mento da normale in
patologico.
Kimberly Young (1998)
MODELLO ACE
STUDI DI NEUROBIOLOGIA
Casha and colleagues, 2012
üDisequilibrio tra il sistema della serotonina e della dopamina,
mediatori fondamentali per la regolazione dei
comportamenti coma la disinibizione
comportamentale e il meccanismo di
gratificazione
üLa serotonina regola prevalentemente
l’inibizione comportamentale e
l’aggressività
üLa dopamina è collegata ai meccanismi del
piacere/gratificazione e a quei comportamenti di
attivazione della curiosità e ricerca delle novità
INSORGENZA DI DIPENDENZA DA INTERNET
Ricerca italiana
Sono stati intervistati 6.671 persone tra gli 11 e i 25
anni per fare una fotografia alle nuove generazioni
e al rapporto con lo smartphone. In media, circa la
metà degli studenti - il 45% - passa su Internet
almeno 5-6 ore al giorno, con la stessa intensità sia
durante la settimana (quando dovrebbero essere
più impegnati) che nel week-end. Con picchi ancora
più alti tra chi ha meno di 19 anni. In base
all'analisi, si stima che l'utente medio controlli tra le
10 e le 20 volte all'ora, in pratica fino a un check
ogni 3 minuti, se gli sono arrivate - sullo
smartphone o sul computer - nuove notifiche.
Oltre 6 giovani su 10, poi, pubblicano almeno un autoscatto
a settimana sui vari social network. Nel 14% dei casi si sale
fino ad uno al giorno. Nel 13% persino più volte nell'arco
delle 24 ore. Lo strumento preferito per fare è lo
smartphone (con il 60% di consensi), seguito a lunga
distanza dalla webcam (14%). Per condividere, però,
bisogna essere sicuri che tutto sia perfetto; per questo la
metà del campione, prima di postare un selfie ne scatta
almeno quattro. Mentre 1 su 3, se vede che non riceve
abbastanza like, è molto propenso a cancellarlo.
Ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma
'Sapienzà e Università Cattolica di Milano per conto della
Polizia di Stato, 2018
PER CONCLUDERE
Esistono dei vantaggi che il digitale ha introdotto nelle
nostre vite e che sono indiscutibili.
Oggi, però, comincia ad essere evidente che esistono anche
effetti meno positivi
Nella misura in cui riconosciamo che le tecnologie digitali
possono incidere positivamente o negativamente sulla
nostra qualità della vita, il benessere digitale si configura
come la capacità di disinnescare gli aspetti critici riuscendo
al contempo a sfruttare le opportunità che il digitale e l’iper-
connessione ci mettono a disposizione, cioè il lato migliore.
SOLUZIONI?
CONOSCENZA
CONSAPEVOLEZZA
ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’
INTENZIONE
Ma ne parliamo con calma giovedì 10
ottobre….vi aspettiamo
Grazie per l’attenzione e NO STRESS!
DIGITAL BALANCE
10 ottobre 2019
OPPORTUNITA’
• Circolazione del sapere
• Sistema a rete, orizzontale
• Condivisione e diffusione
• Gestione della complessità (videogame)
• Sviluppo del pensiero algoritmico e procedurale (
in sinergia con il pensiero astratto - codici)
• Cambiamento del pensatore e del pensato
(oggetto)
• Intelligenza inventiva
• Intuizione innovatrice e vivace
CRITICITA’
• Isolamento
• Sentimenti negativi (noia)
• Disturba il sonno
• Distrazione continua ( Multitasking/ Task
Switching)
• Scrivere con interfaccia grafica
• Mancanza di un interazione manipolativa con
oggetti fisici
• Con un click ottieni tutto
• Perdita di tempo
CRITICITA’
• La diminuzione di socializzazione
‘tradizionale’ ovvero tra due o più
persone che comunicano tra loro;
• L’attenzione dispersa o il “switching
cost” - l’attenzione frammentata. (se
una lettura viene sempre interrotta, il
pensiero prova in continuazione a
ritrovare il filo, ma può farlo solo in
modo frammentario e superficiale e,
di conseguenza, l’apprendimento
sarà superficiale).
«Quell'ambito delle scienze
dell'educazione , della comunicazione e
del lavoro educativo che considera i
media come risorsa integrale per
l'intervento formativo».
(Rivoltella, 2001).
Media Education
• Educazione nei media: l’attenzione si concentra
sul soggetto e sulle sue modalità di utilizzo dei
media;
• Educazione ai media: il focus è spostato sui
media che diventano oggetto di ricerca. In questo
ambito si studiano i livelli di conoscenza del
soggetto e si parla di alfabetizzazione (media
literacy) e di competenze;
• Educazione con i media: l’oggetto di ricerca sono
i media intesi come strumenti per il
miglioramento dei processi di apprendimento
dell’individuo (Tecnologie dell’educazione)
Media Education
1) PRESA DI CONSAPEVOLEZZA
DIETA MEDIALE ?
BILANCIO DIGITALE- «Dieta Mediale»
• Quanti e quali media usi abitualmente in una
giornata?
• Quanto tempo dedichi a essi?
• Si tratta di un utilizzo individuale o collettivo?
• Quali media usi per lavoro?
• Quali nel tempo libero?
2) DIGITAL BALANCE
• Cambiare il rapporto
con la tecnologia,
decidendo di usarla
quando veramente
lo vogliamo;
• Pensare ai benefici
(es. tempo;
concentrazione;
produttività; sonno;
efficienza; creatività;
calma …).
DIGITAL MINDFULNESS
17 ottobre 2019
MINDFULNESS
Mondo digitale
FATTORI DI RISCHIO
STRATEGIE
PROTETTIVE
MINDFULNESS
Mindfulness è la traduzione in inglese della parola
Sati, che nella lingua pali (lingua liturgica del
Buddhismo), si riferisce all’espressione “attenzione
consapevole”, “consapevolezza”.
Letteralmente l’ideogramma completo si riferisce
all’atto di vivere il momento presente con il cuore.
Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn,
Mindfulness significa “porre attenzione in un modo
particolare: intenzionalmente, nel momento
presente e in modo non giudicante” (1994).
MINDFULNESS
La pratica della Mindfulness ruota attorno a due concetti
fondamentali: quello di consapevolezza e quello di concentrazione.
La consapevolezza non è altro che la capacità di agire quanto più
possibile in modo intenzionale, dirigendo uno sguardo puntuale
ma non giudicante a ogni cosa si faccia, si dica, si pensi.
La concentrazione è lo sforzo positivo della mente che si allena per
dirigere l’attenzione verso il suo oggetto in maniera pura, senza
l’interferenza del pensiero che risente dell’esperienza passata o
delle proiezioni sul futuro.
Se resta ancorata a ciò che accade qui e ora, la mente esprime la
sua potenzialità piena lavorando con l’unico materiale possibile: la
realtà di quel che c’è nel momento in cui sorge. Così facendo, non si
affatica nell’inseguire il passato e il futuro, non si affatica a
rimpiangere, soffrire per l’incertezza e il confronto, la frustrazione,
l’ansia e le tante emozioni conflittuali che la vita di ogni giorno
ingenera.
Pilota automatico versus approccio mindfulness
Noi nella maggior parte della nostra quotidianità siamo poco
mindfulness, cioè tendiamo ad essere guidati più dal “pilota
automatico”. Per pilota automatico si fa riferimento a tutti
quegli schemi abituali e automatizzati che utilizziamo per fronteggiare
la realtà. Attraverso questi schemi siamo più portati a reagire alle
situazioni, invece di scegliere, in maniera consapevole, il modo
in cui comportarci e vivere la realtà.
https://youtu.be/mjtfyuTTQFY
Mondo Digitale
FATTORI DI RISCHIO
PAOLO SUBIOLI
STRATEGIE PROTETTIVE
PAOLO SUBIOLI
FILM DI APPROFONDIMENTO
FILM DI APPROFONDIMENTO
FILM DI APPROFONDIMENTO
Il mio profilo migliore (Celle que vous croyez)
- Un film di Safy Nebbou.
Una riflessione profonda sull'amore ai tempi dei social network.
DA STASERA
17 OTTOBRE AL
CINEMA
TESTI DI APPROFONDIMENTO
TESTI DI APPROFONDIMENTO
Debora Leardini
Psicologa, Psicoterapeuta ad approccio
integrato e Formatrice nell’ambito
della Gestione dello Stress,
Prevenzione del Burnout,
Comunicazione Efficace, Riabilitazione
Psicosociale e istruttrice Mindfulness
MBSR in Italia e in Svizzera.
CONTATTI
Contatti
d.leardini@gruppopolis.it
Tel. ufficio 049/8900506
Matteo Adamoli
Docente universitario di Digital
Storytelling e Pedagogia della
Comunicazione presso lo IUSVE.
Consulente aziendale per attività
comunicative volte alla progettazione e
all’uso strategico, narrativo, etico e
sociale dei media. Ideatore del format
creativo Bookasface e giornalista
pubblicista.
Contatti
adamatteo@gmail.com
www.facebook.com/matteoadamoli
twitter.com/matteoadamoli
it.linkedin.com/in/matteoadamoli
about.me/matteoadamoli
Cell: 3487368857
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Percorso di Educazione al digitale

  • 1. di Debora Leardini e Matteo Adamoli
  • 6. Rivoluzione degli attrezzi: dura o dolce ? Scrittura, stampa, digitale… Rivoluzione del bronzo, del ferro….. industriale Le rivoluzioni si fanno intorno solo a strumenti duri?
  • 12. 1928 1982 2000 2010 2017
  • 13. In cosa siamo immersi • Dai 12 anni fino all’età adulta vediamo sullo schermo più di 20.000 omicidi • Cambiamento di percezione dello spazio, del tempo, del corpo • Formattati dai media, e in particolare dalla pubblicità • Attenzione ?!? Notifiche • Durata delle immagini: 7 secondi • Tempo di risposta agli stimoli digitali : 15 secondi
  • 14. Alcuni dati • Cambiamento di percezione dello spazio, del tempo, del corpo • Cambiamento delle relazioni umane • Attenzione o Dispersione ?! • Gadget elettronici e user friendly • Multitasking – Task switching • Sistemi di raccomandazione ( filtri e trappole informative)
  • 15. Internet in 60 secondi
  • 22. A cavallo tra gli anni '20 e '30 del secolo scorso Selye, a seguito dei suoi studi, definì lo stress come una condizione aspecifica che permette all'organismo di adattarsi a qualunque sollecitazione gli venga imposta, mentre stressor - o agente stressante - è il fattore che spinge l'organismo all'adattamento.
  • 23. Lo stress può essere negativo, ma il più delle volte è positivo: lo stress è una medaglia a due facce. La prima faccia della medaglia è che, fino ad un certo punto, gli stressor danno tono all'organismo e alla psiche. Si parla in questo caso di Eustress, o stress benefico (un grado ottimale di stress migliora lo stato di salute, rende meno sensibili alla monotonia, migliora le capacità di concentrazione, apprendimento, memoria, ecc.) La seconda faccia della medaglia è che il continuo accumularsi di stressor porta ad un'attivazione fisiologica e psicologica eccessiva, Distress, imponendo sforzi esagerati e innaturali e portando l'individuo dapprima ad una fase di sopportazione - resistenza, e successivamente ad un periodo di esaurimento e logorio. Si noti che quando questo succede suonano una serie di campanelli d'allarme - sintomi organici e psicologici - che ci avvisano che stiamo entrando in questa fase. Nell'uomo gli stressor più comuni sono di tipo psicologico e sociale.
  • 24. Lo stress, di per sé, non è nè positivo né negativo. L’organismo risponde in modo praticamente uguale ad eventi spiacevoli e piacevoli, positivi e negativi: La differenza invece si pone tra eustress e distress: se l’esperienza non è voluta e si protrae nel tempo sentiamo di non dominare l’ambiente.
  • 26. Ma oggi, a distanza di quasi un secolo dagli esperimenti di Selye è cambiato qualcosa? Sicuramente il principio che sta dietro al concetto di stress è sempre valido, ed anzi più attuale che mai. Piuttosto, quelli che si sono evoluti, e in una direzione che Selye sicuramente non poteva ipotizzare, sono gli agenti stressanti. Pensiamo fondamentalmente alla sovraesposizione agli stimoli, a ciò che in linguaggio 2.0 si chiama essere multitasking.
  • 27. Più di 3 miliardi di persone nel mondo posseggono almeno uno smartphone, quando non addirittura due, e secondo un recente sondaggio pubblicato dalla King University almeno il 50% dei più giovani riconosce di esserne dipendente. Compulsione nel controllo costante: in media ogni 15 minuti al giorno prendiamo in mano il telefono per verificare di essere stati cercati, se sono uscite nuove notizie, se ci sono mail in attesa o messaggi mancati, per stare sui social.
  • 28. PAURA DI PERDERE QUALCOSA DI IMPORTANTE Una leva utilizzata dalle app per dirottare la nostra mente è la paura di perdere qualcosa d’importante. Ci fanno capire o credere che al loro interno possiamo trovare qualcosa di importante per noi (un conoscente che avevamo perso di vista, una notizia significativa, un’opportunità lavorativa) e in questo modo ci ritorniamo periodicamente, oppure ci iscriviamo alla newsletter o attiviamo le notifiche. Il punto è che sempre nella vita ci stiamo perdendo qualcosa di importante, ma nel frattempo la cosa migliore da fare è vivere il momento presente.
  • 29. La dipendenza da smartphone va di pari passo con la NOMO, No-mobile-phone Phobia e con la FOMO, Fear Of Missing Out, il terrore di restare senza telefono ed essere tagliati fuori dai discorsi o di perdersi momenti capitali nel flusso eterno e infinito dei contenuti online, per un BISOGNO DI CONTROLLO E DI APPARTENENZA SOCIALE.
  • 30.
  • 31. LA CIOTOLA SENZA FINE In un famoso Esperimento , il professor Brian Wansink ha dimostrato come le persone, se messe a mangiare davanti a una ciotola che si riempie di continuo, mangiano molto di più. Sfruttando lo stesso principio, YouTube e Netflix applicano la tecnologia dell’autoplay, che fa subito iniziare un video appena finisce quello che stavamo vedendo. E anche i feed di aggiornamento delle pagine – come ad esempio quelle di Facebook – non hanno una fine, presupponendo che potremmo andare avanti all’infinito. Ecco un tipico esempio di mente presa in ostaggio: iniziamo di nostra volontà a fare una cosa, poi veniamo trascinati a farne tante altre che non avevamo previsto.
  • 32. La slot machine è un gioco che fa perdere tanti soldi, lo sanno tutti, eppure ha un successo incredibile in tutto il mondo. Una delle spiegazioni sta nel meccanismo della ricompensa variabile e intermittente, che tiene incollato il giocatore, motivato dall’attesa della prossima ricompensa. Cos’altro spinge alcune persone a controllare il telefono fino a 150 volte al giorno? Controllare l’email, vedere quanti like ha ricevuto il nostro post su Facebook o Instagram, scorrere il feed di un social qualsiasi. Ecco l’effetto slot machine in azione. E la mente è sempre sotto scacco. EFFETTO SLOT MACHINE
  • 33. I nostri strumenti finiscono per “intorpidire” qualsiasi parte del corpo essi “amplifichino”. Gli strumenti per la mente amplificano e intorpidiscono le nostre capacità naturali più umane e più intime, quelle del ragionamento, della percezione, della memoria e dell’emozione. IDENTITA’ DIGITALE
  • 34. Quanto più esternalizziamo la risoluzione dei problemi e altri compiti cognitivi ai nostri computer, tanto più riduciamo la capacità del nostro cervello di costruire strutture stabili di conoscenza – schemi, in altre parole – che possano in seguito essere applicati ad altre situazioni. In pratica, più brillante è il software, più imbranato è l’utente (Van Nimwegen). IDENTITA’ DIGITALE
  • 35. Le stimolazioni della Rete, possono essere rinvigorenti e ispiratrici. Ma sono anche estenuanti e fonte di continue distrazioni. Una lenta erosione della nostra umanità, e anche dei nostri sentimenti di benevolenza. Una mente calma e attenta non è necessaria soltanto per pensare in modo approfondito: è indispensabile anche per esercitare comprensione ed empatia. Le emozioni più elevate emergono da processi neurali intrinsecamente lenti. Più siamo distratti, meno siamo capaci di sperimentare quelle forme di empatia, di compassione e anche le altre emozioni più caratteristiche della nostra umanità. IDENTITA’ DIGITALE
  • 36. CHAT E RELAZIONI N.B. L’eccessivo uso, durante l’età dello sviluppo, di approcci virtuali alla socializzazione accresce l’incompetenza sociale delle nuove generazioni.
  • 37. IMMIGRATI O NATIVI DIGITALI?
  • 38. Il mondo di Internet ha degli abitanti, non virtuali ma reali, che vivono in questo spazio Da una parte, l’immigrato digitale, nato in un ambiente analogico e poi immigrato in uno “spazio” digitale. Dall’altra, il nativo digitale, nato e cresciuto nell’ambiente digitale, con la presenza di tutte le nuove tecnologie compreso, ovviamente, Internet (Prensky, 2001; Tonioni, 2013).
  • 39. Più tardi veniamo esposti al sistema digitale (comunque dopo l’età dello sviluppo) più facilmente riusciamo a mantenere intatte le capacità cognitive che vengono compromesse da un uso intenso dei media digitali. Un adulto che comincia ad utilizzare i media digitali dispone di sufficiente esperienza nella ricerca, memorizzazione e gestione delle informazioni, perché ha sedimentato nel suo cervello un passato «analogico». Un bambino che non ha ancora sviluppato la corteccia prefrontale (che guida il comportamento previsionale, la pianificazione di schemi di azione nel tempo, la capacità di relazione con il mondo esterno) e che viene precocemente esposto ai media, crea da zero le sue capacità cognitive di base sul modello digitale, con tutte le conseguenze osservate. LA “RISERVA COGNITIVA”
  • 41. INTERNET ADDICTION DISORDER –IAD- Comportamento non adattivo nell’utilizzo di Internet, correlato a una compromissione o a un disagio clinicamente significativo in diversi aspetti di vita. Tale dipendenza è costituita, secondo lo studioso, da un effetto di tolleranza. In questo caso per tolleranza si intende un bisogno incontrollato di utilizzare Internet per periodi di tempo sempre più lunghi al fine di ottenere una gratificazione. La dipendenza da Internet, così come le altre dipendenze, porta i soggetti a una particolare sindrome di astinenza, che si sperimenta nel momento in cui si riduce o si elimina l’utilizzo di Internet. Le conseguenze dell’astinenza possono essere devastanti per il dipendente. Oltre a un’estesa agitazione psicomotoria, il dipendente da Internet Può provare sentimenti negativi quali ansia, frustrazione e depressione. Inoltre sono presenti continui pensieri ossessivi e intrusivi, contornati da persistenti fantasie e sogni a occhi aperti. Questi aspetti causano nel soggetto un’inclinazione nelle sue relazioni sociali e professionali.
  • 42. Accessibilità, Controllo ed Eccitazione aumentano le probabilità che il soggetto ripeta nel tempo quel- l’azione, entrando così in un circolo vizioso che trasformerà il comporta- mento da normale in patologico. Kimberly Young (1998) MODELLO ACE
  • 43. STUDI DI NEUROBIOLOGIA Casha and colleagues, 2012 üDisequilibrio tra il sistema della serotonina e della dopamina, mediatori fondamentali per la regolazione dei comportamenti coma la disinibizione comportamentale e il meccanismo di gratificazione üLa serotonina regola prevalentemente l’inibizione comportamentale e l’aggressività üLa dopamina è collegata ai meccanismi del piacere/gratificazione e a quei comportamenti di attivazione della curiosità e ricerca delle novità INSORGENZA DI DIPENDENZA DA INTERNET
  • 44. Ricerca italiana Sono stati intervistati 6.671 persone tra gli 11 e i 25 anni per fare una fotografia alle nuove generazioni e al rapporto con lo smartphone. In media, circa la metà degli studenti - il 45% - passa su Internet almeno 5-6 ore al giorno, con la stessa intensità sia durante la settimana (quando dovrebbero essere più impegnati) che nel week-end. Con picchi ancora più alti tra chi ha meno di 19 anni. In base all'analisi, si stima che l'utente medio controlli tra le 10 e le 20 volte all'ora, in pratica fino a un check ogni 3 minuti, se gli sono arrivate - sullo smartphone o sul computer - nuove notifiche.
  • 45. Oltre 6 giovani su 10, poi, pubblicano almeno un autoscatto a settimana sui vari social network. Nel 14% dei casi si sale fino ad uno al giorno. Nel 13% persino più volte nell'arco delle 24 ore. Lo strumento preferito per fare è lo smartphone (con il 60% di consensi), seguito a lunga distanza dalla webcam (14%). Per condividere, però, bisogna essere sicuri che tutto sia perfetto; per questo la metà del campione, prima di postare un selfie ne scatta almeno quattro. Mentre 1 su 3, se vede che non riceve abbastanza like, è molto propenso a cancellarlo. Ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma 'Sapienzà e Università Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato, 2018
  • 46. PER CONCLUDERE Esistono dei vantaggi che il digitale ha introdotto nelle nostre vite e che sono indiscutibili. Oggi, però, comincia ad essere evidente che esistono anche effetti meno positivi Nella misura in cui riconosciamo che le tecnologie digitali possono incidere positivamente o negativamente sulla nostra qualità della vita, il benessere digitale si configura come la capacità di disinnescare gli aspetti critici riuscendo al contempo a sfruttare le opportunità che il digitale e l’iper- connessione ci mettono a disposizione, cioè il lato migliore.
  • 47. SOLUZIONI? CONOSCENZA CONSAPEVOLEZZA ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ INTENZIONE Ma ne parliamo con calma giovedì 10 ottobre….vi aspettiamo Grazie per l’attenzione e NO STRESS!
  • 48.
  • 50. OPPORTUNITA’ • Circolazione del sapere • Sistema a rete, orizzontale • Condivisione e diffusione • Gestione della complessità (videogame) • Sviluppo del pensiero algoritmico e procedurale ( in sinergia con il pensiero astratto - codici) • Cambiamento del pensatore e del pensato (oggetto) • Intelligenza inventiva • Intuizione innovatrice e vivace
  • 51. CRITICITA’ • Isolamento • Sentimenti negativi (noia) • Disturba il sonno • Distrazione continua ( Multitasking/ Task Switching) • Scrivere con interfaccia grafica • Mancanza di un interazione manipolativa con oggetti fisici • Con un click ottieni tutto • Perdita di tempo
  • 52. CRITICITA’ • La diminuzione di socializzazione ‘tradizionale’ ovvero tra due o più persone che comunicano tra loro; • L’attenzione dispersa o il “switching cost” - l’attenzione frammentata. (se una lettura viene sempre interrotta, il pensiero prova in continuazione a ritrovare il filo, ma può farlo solo in modo frammentario e superficiale e, di conseguenza, l’apprendimento sarà superficiale).
  • 53. «Quell'ambito delle scienze dell'educazione , della comunicazione e del lavoro educativo che considera i media come risorsa integrale per l'intervento formativo». (Rivoltella, 2001). Media Education
  • 54. • Educazione nei media: l’attenzione si concentra sul soggetto e sulle sue modalità di utilizzo dei media; • Educazione ai media: il focus è spostato sui media che diventano oggetto di ricerca. In questo ambito si studiano i livelli di conoscenza del soggetto e si parla di alfabetizzazione (media literacy) e di competenze; • Educazione con i media: l’oggetto di ricerca sono i media intesi come strumenti per il miglioramento dei processi di apprendimento dell’individuo (Tecnologie dell’educazione) Media Education
  • 55. 1) PRESA DI CONSAPEVOLEZZA
  • 57. BILANCIO DIGITALE- «Dieta Mediale» • Quanti e quali media usi abitualmente in una giornata? • Quanto tempo dedichi a essi? • Si tratta di un utilizzo individuale o collettivo? • Quali media usi per lavoro? • Quali nel tempo libero?
  • 58. 2) DIGITAL BALANCE • Cambiare il rapporto con la tecnologia, decidendo di usarla quando veramente lo vogliamo; • Pensare ai benefici (es. tempo; concentrazione; produttività; sonno; efficienza; creatività; calma …).
  • 60. MINDFULNESS Mondo digitale FATTORI DI RISCHIO STRATEGIE PROTETTIVE
  • 62. Mindfulness è la traduzione in inglese della parola Sati, che nella lingua pali (lingua liturgica del Buddhismo), si riferisce all’espressione “attenzione consapevole”, “consapevolezza”. Letteralmente l’ideogramma completo si riferisce all’atto di vivere il momento presente con il cuore. Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, Mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (1994). MINDFULNESS
  • 63. La pratica della Mindfulness ruota attorno a due concetti fondamentali: quello di consapevolezza e quello di concentrazione. La consapevolezza non è altro che la capacità di agire quanto più possibile in modo intenzionale, dirigendo uno sguardo puntuale ma non giudicante a ogni cosa si faccia, si dica, si pensi. La concentrazione è lo sforzo positivo della mente che si allena per dirigere l’attenzione verso il suo oggetto in maniera pura, senza l’interferenza del pensiero che risente dell’esperienza passata o delle proiezioni sul futuro.
  • 64. Se resta ancorata a ciò che accade qui e ora, la mente esprime la sua potenzialità piena lavorando con l’unico materiale possibile: la realtà di quel che c’è nel momento in cui sorge. Così facendo, non si affatica nell’inseguire il passato e il futuro, non si affatica a rimpiangere, soffrire per l’incertezza e il confronto, la frustrazione, l’ansia e le tante emozioni conflittuali che la vita di ogni giorno ingenera.
  • 65.
  • 66. Pilota automatico versus approccio mindfulness Noi nella maggior parte della nostra quotidianità siamo poco mindfulness, cioè tendiamo ad essere guidati più dal “pilota automatico”. Per pilota automatico si fa riferimento a tutti quegli schemi abituali e automatizzati che utilizziamo per fronteggiare la realtà. Attraverso questi schemi siamo più portati a reagire alle situazioni, invece di scegliere, in maniera consapevole, il modo in cui comportarci e vivere la realtà.
  • 68.
  • 69.
  • 70.
  • 75.
  • 78. FILM DI APPROFONDIMENTO Il mio profilo migliore (Celle que vous croyez) - Un film di Safy Nebbou. Una riflessione profonda sull'amore ai tempi dei social network. DA STASERA 17 OTTOBRE AL CINEMA
  • 81. Debora Leardini Psicologa, Psicoterapeuta ad approccio integrato e Formatrice nell’ambito della Gestione dello Stress, Prevenzione del Burnout, Comunicazione Efficace, Riabilitazione Psicosociale e istruttrice Mindfulness MBSR in Italia e in Svizzera. CONTATTI Contatti d.leardini@gruppopolis.it Tel. ufficio 049/8900506
  • 82. Matteo Adamoli Docente universitario di Digital Storytelling e Pedagogia della Comunicazione presso lo IUSVE. Consulente aziendale per attività comunicative volte alla progettazione e all’uso strategico, narrativo, etico e sociale dei media. Ideatore del format creativo Bookasface e giornalista pubblicista. Contatti adamatteo@gmail.com www.facebook.com/matteoadamoli twitter.com/matteoadamoli it.linkedin.com/in/matteoadamoli about.me/matteoadamoli Cell: 3487368857 CONTATTI