Percorso di educazione al digitale così organizzato:
GIOVEDÌ 03 OTTOBRE 2019 // STRESS DIGITALE
• Le tecniche con cui le tecnologie digitali ci rendono consumatori dipendenti e perché
• Sovraccarico cognitivo e informativo
• Nomofobia, ovvero panico da telefono spento e altre dipendenze digitali
• Cosa dicono le ricerche scientifiche
GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2019 // DIGITAL BALANCE
Riequilibrare il proprio rapporto con la tecnologia.
• Cos’è il sovraccarico digitale e come fare un bilancio digitale
• Interazioni e distrazioni a casa, nella socialità, al lavoro
• Strumenti per stabilire un nuovo rapporto con le tecnologie
• L’uso consapevole delle tecnologie nell’Infosfera (tra reale e virtuale).
GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2019 // MINDFULNESS E TECNOLOGIA
Stabilire un rapporto equilibrato e soddisfacente con il mondo digitale.
•Rispondere agli stimoli con consapevolezza
• Allenamento all’attenzione nel momento presente
• Buone pratiche e tecniche per disattivare il pilota automatico
**************
DOCENTI
Debora Leardini: Psicologa, Psicoterapeuta ad approccio integrato e Formatrice nell’ambito della Gestione dello Stress, Prevenzione del Burnout, Comunicazione Efficace, Mindfulness MBSR e Riabilitazione Psicosociale in Italia e in Svizzera.
Matteo Adamoli: Docente universitario di Digital Storytelling e Pedagogia della Comunicazione presso lo IUSVE. Consulente aziendale per attività comunicative volte alla progettazione e all’uso strategico, narrativo e sociale dei media. Ideatore del format creativo Bookasface e giornalista pubblicista.
Cos'è il benessere digitale e perché è importante trovare delle strategie d'uso consapevole della tecnologia? Lo vediamo nella presentazione.
Argomenti della presentazione:
1. Perché stiamo sempre connessi.
Capiamo cosa accade nel nostro cervello.
2. I possibili effetti di un uso inconsapevole dei media digitali.
Vediamo le conseguenze sulle capacità cognitive.
3. Come riequilibrare l’uso dei media digitali.
Costruiamo delle strategie per migliorare le proprie abitudini.
Le dipendenze da Internet. Argomento complesso, che presenta molti aspetti critici.
Ho presentato queste slide a Bologna, in occasione di una giornata di lavoro organizzata dai SerT di Bologna. L'obiettivo delle slide era introdurre il tema e fare un'analisi della letteratura presente.
La tecnologia è entrata ormai in ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Accanto ai tradizionali media, sono sorti nuovi strumenti, ancora più potenti e pervasivi, come internet, i social networks e dispositivi di comunicazione mobile di ogni tipo.
Siamo ormai rassegnati a un perenne coming up to next, ad una aspettativa continua verso un futuro che riusciamo a leggere solo attraverso la lente della tecnologia, e non più con il cuore e la mente, oppure è ancora possibile trovare un giusto equilibrio, per avere una visione più libera, sana e critica della realtà? Il progetto di ricerca Familyandmedia ci aiuta a trovare una chiave di lettura e di riflessione per "sopravvivere" alla moderna ansia del digitale.
Cos'è il benessere digitale e perché è importante trovare delle strategie d'uso consapevole della tecnologia? Lo vediamo nella presentazione.
Argomenti della presentazione:
1. Perché stiamo sempre connessi.
Capiamo cosa accade nel nostro cervello.
2. I possibili effetti di un uso inconsapevole dei media digitali.
Vediamo le conseguenze sulle capacità cognitive.
3. Come riequilibrare l’uso dei media digitali.
Costruiamo delle strategie per migliorare le proprie abitudini.
Le dipendenze da Internet. Argomento complesso, che presenta molti aspetti critici.
Ho presentato queste slide a Bologna, in occasione di una giornata di lavoro organizzata dai SerT di Bologna. L'obiettivo delle slide era introdurre il tema e fare un'analisi della letteratura presente.
La tecnologia è entrata ormai in ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Accanto ai tradizionali media, sono sorti nuovi strumenti, ancora più potenti e pervasivi, come internet, i social networks e dispositivi di comunicazione mobile di ogni tipo.
Siamo ormai rassegnati a un perenne coming up to next, ad una aspettativa continua verso un futuro che riusciamo a leggere solo attraverso la lente della tecnologia, e non più con il cuore e la mente, oppure è ancora possibile trovare un giusto equilibrio, per avere una visione più libera, sana e critica della realtà? Il progetto di ricerca Familyandmedia ci aiuta a trovare una chiave di lettura e di riflessione per "sopravvivere" alla moderna ansia del digitale.
La Sessualità in Internet: quanto e come il mondo web incide sulle conoscenze e sull'educazione. Presentazione presso il Centro Italiano di Sessuologia, Bologna, Dicembre 2009.
Smartphone, Social Network e Internet: siamo dipendenti?Alberto Caviglia
Quali fenomeni sta creando l'utilizzo di Social Network e smartphone? Cosa hanno evidenziato gli studi, recenti e meno, sulle dipendenze da internet e smartphone?
In questa presentazione riporto le riflessioni fatte nel primo capitolo della mia tesi in Marketing, che spero possano essere utili a chiunque voglia approfondire il tema.
Sensi e perdita di senso dell'homo technologicus, Elio OcchipintiElio Occhipinti
Come cambierà il nostro modo di percepire la realtà quando questa si offrirà soprattutto attraverso uno schermo o un’immagine proiettata sulla nostra retina? Come si modificherà il nostro pensiero se le informazioni saranno mediate oltre che dai nostri sensi anche da una tecnologia specifica non progettata da noi?
Sono Tulbure Iosif, studente dentro l' Istituto Universitario Salesiano Venezia Mestre(IUSVE). Questo power-point é un progetto fatto per il corso di Tecnologia dell' educazione.
L’Engagement per la Creazione di Tecnologie Trasformative - Keynote - WUD Tor...Riva Giuseppe
Nella storia dell’interazione uomo-computer è possibile identificare un trend costante: rendere l’interazione con i nuovi media il più possibile simile a quella che ciascuno di noi ha all’interno di un ambiente reale. E questo ha reso i contenuti tecnologici sempre più delle esperienze aumentandone l’impatto sulla vita quotidiana delle persone. Ma in che modo questa trasformazione può essere utile al benessere delle persone? Come riuscire ad utilizzare la dimensione esperienziale della tecnologia per promuovere la crescita personale e sociale?
Una risposta a queste domande viene da una disciplina emergente, la «Tecnologia Positiva» (TP), E’ possibile definire la TP come l’utilizzo della tecnologia per modificare le caratteristiche della nostra esperienza personale - strutturandola, aumentandola o sostituendola con ambienti sintetici - al fine di migliorare la qualità della nostra esperienza personale, e aumentare il benessere in individui, organizzazioni e società.
Il quadro teorico psicologico su cui poggia la Tecnologia Positiva è la «Psicologia Positiva» una recente paradigma psicologico i cui fini generali sono conoscere le virtù e le capacità umane, e promuovere queste capacità per permettere ad individui, comunità e società di progredire. In particolare, la psicologia positiva identifica tre caratteristiche della nostra esperienza personale – qualità affettiva, engagement e relazione – che la tecnologia può utilizzare per a migliorare il benessere personale. L’intervento vuole presentare e discutere in che modo la tecnologia può raggiungere questo obiettivo, soffermandosi in particolare sul valore trasformativo dell’engagement e il suo ruolo nella creazione di tecnologie interattive e sociali.
Utilizzare il web come ambiente di apprendimento richiede discenti forti. Non basta avere una buona competenza tecnica di base: senza una solida cultura generalista ne risultano apprendimenti frammentati e superficiali.
We Are Social (Media) - Un viaggio introspettivo [su Giovani e Social media]Francesco Malaguti
Spesso ai ragazzi non viene detto nulla sui social media a scuola, la maggior parte di loro impara da sè a cavarsela online: la generazione Z (nati dopo il '95) ci nasce nella tecnologia, ma siamo sicuri che siano consapevoli di tutto ciò che li ruota attorno in rete? In questo laboratorio si è tentato di esaminare alcuni aspetti rilevanti della nostra presenza online sviluppando temi intricati e di cui c'è sempre più una forte necessità di aprire discussioni in proposito per educarci a un pensiero (più) critico in materia di privacy, cyberbullismo, disinformazione e altro ancora. Dati statistici, video di professionisti del settore e un test leggero che non fa mai male.
Presentazione del Festival del Mutualismo con Guido Bonfante e Giorgio Viarengo.
Incontro con Derrik De Kerckhove, Giovanni Ferrero e Diego Robotti, in collaborazione con ISMEL:
Lo stato dell'arte dell’assistenza digitale sta prendendo forma.
Una donna anziana colpita dell’Alzheimer si fida di Alexa per ricordare le informazioni che ritiene indispensabili alla sua sopravvivenza e limitare i danni e gli impegni doverosi che graveranno sulla sua famiglia. E' una storia vera e la protagonista, Wendy Mitchell, la racconta in un libro che è già diventato un best seller.
Nel prossimo futuro si profila la possibilità per ognuno di disporre di un "gemello digitale”, nostro essere e nostra vita raddoppiati nel nostro smartphone, alter ego già messo a disposizione negli ospedali di punta per sapere tutta la storia del paziente.
Derrick de Kerchkove intende presentare il passato e futuro di questo nuovo terreno di collaborazione tra l'uomo e la macchina e prospettare per il mutuo soccorso nuove possibilità di assistenza solidale.
Il valore pedagogico del linguaggio digitale per le nuove generazioniMatteo Adamoli
Convegno "I Linguaggio delle nuove generazioni: educare attraverso le arti", Roma, 5 Dicembre 2019.
Conoscere i linguaggi delle nuove generazioni (digitale, arte, musica, ecc.) per tradurli in occasione di crescita e di apprendimento in un percorso educativo interdisciplinare.
Info su: https://www.eventi.fidae.net/eventi-fidae-2019/?fbclid=IwAR03GTtztZ_iIF-3jravEJ5ic2rfO8N02KZfCPPCw0SAPtWT_G5X7I7lkGo
La Sessualità in Internet: quanto e come il mondo web incide sulle conoscenze e sull'educazione. Presentazione presso il Centro Italiano di Sessuologia, Bologna, Dicembre 2009.
Smartphone, Social Network e Internet: siamo dipendenti?Alberto Caviglia
Quali fenomeni sta creando l'utilizzo di Social Network e smartphone? Cosa hanno evidenziato gli studi, recenti e meno, sulle dipendenze da internet e smartphone?
In questa presentazione riporto le riflessioni fatte nel primo capitolo della mia tesi in Marketing, che spero possano essere utili a chiunque voglia approfondire il tema.
Sensi e perdita di senso dell'homo technologicus, Elio OcchipintiElio Occhipinti
Come cambierà il nostro modo di percepire la realtà quando questa si offrirà soprattutto attraverso uno schermo o un’immagine proiettata sulla nostra retina? Come si modificherà il nostro pensiero se le informazioni saranno mediate oltre che dai nostri sensi anche da una tecnologia specifica non progettata da noi?
Sono Tulbure Iosif, studente dentro l' Istituto Universitario Salesiano Venezia Mestre(IUSVE). Questo power-point é un progetto fatto per il corso di Tecnologia dell' educazione.
L’Engagement per la Creazione di Tecnologie Trasformative - Keynote - WUD Tor...Riva Giuseppe
Nella storia dell’interazione uomo-computer è possibile identificare un trend costante: rendere l’interazione con i nuovi media il più possibile simile a quella che ciascuno di noi ha all’interno di un ambiente reale. E questo ha reso i contenuti tecnologici sempre più delle esperienze aumentandone l’impatto sulla vita quotidiana delle persone. Ma in che modo questa trasformazione può essere utile al benessere delle persone? Come riuscire ad utilizzare la dimensione esperienziale della tecnologia per promuovere la crescita personale e sociale?
Una risposta a queste domande viene da una disciplina emergente, la «Tecnologia Positiva» (TP), E’ possibile definire la TP come l’utilizzo della tecnologia per modificare le caratteristiche della nostra esperienza personale - strutturandola, aumentandola o sostituendola con ambienti sintetici - al fine di migliorare la qualità della nostra esperienza personale, e aumentare il benessere in individui, organizzazioni e società.
Il quadro teorico psicologico su cui poggia la Tecnologia Positiva è la «Psicologia Positiva» una recente paradigma psicologico i cui fini generali sono conoscere le virtù e le capacità umane, e promuovere queste capacità per permettere ad individui, comunità e società di progredire. In particolare, la psicologia positiva identifica tre caratteristiche della nostra esperienza personale – qualità affettiva, engagement e relazione – che la tecnologia può utilizzare per a migliorare il benessere personale. L’intervento vuole presentare e discutere in che modo la tecnologia può raggiungere questo obiettivo, soffermandosi in particolare sul valore trasformativo dell’engagement e il suo ruolo nella creazione di tecnologie interattive e sociali.
Utilizzare il web come ambiente di apprendimento richiede discenti forti. Non basta avere una buona competenza tecnica di base: senza una solida cultura generalista ne risultano apprendimenti frammentati e superficiali.
We Are Social (Media) - Un viaggio introspettivo [su Giovani e Social media]Francesco Malaguti
Spesso ai ragazzi non viene detto nulla sui social media a scuola, la maggior parte di loro impara da sè a cavarsela online: la generazione Z (nati dopo il '95) ci nasce nella tecnologia, ma siamo sicuri che siano consapevoli di tutto ciò che li ruota attorno in rete? In questo laboratorio si è tentato di esaminare alcuni aspetti rilevanti della nostra presenza online sviluppando temi intricati e di cui c'è sempre più una forte necessità di aprire discussioni in proposito per educarci a un pensiero (più) critico in materia di privacy, cyberbullismo, disinformazione e altro ancora. Dati statistici, video di professionisti del settore e un test leggero che non fa mai male.
Presentazione del Festival del Mutualismo con Guido Bonfante e Giorgio Viarengo.
Incontro con Derrik De Kerckhove, Giovanni Ferrero e Diego Robotti, in collaborazione con ISMEL:
Lo stato dell'arte dell’assistenza digitale sta prendendo forma.
Una donna anziana colpita dell’Alzheimer si fida di Alexa per ricordare le informazioni che ritiene indispensabili alla sua sopravvivenza e limitare i danni e gli impegni doverosi che graveranno sulla sua famiglia. E' una storia vera e la protagonista, Wendy Mitchell, la racconta in un libro che è già diventato un best seller.
Nel prossimo futuro si profila la possibilità per ognuno di disporre di un "gemello digitale”, nostro essere e nostra vita raddoppiati nel nostro smartphone, alter ego già messo a disposizione negli ospedali di punta per sapere tutta la storia del paziente.
Derrick de Kerchkove intende presentare il passato e futuro di questo nuovo terreno di collaborazione tra l'uomo e la macchina e prospettare per il mutuo soccorso nuove possibilità di assistenza solidale.
Il valore pedagogico del linguaggio digitale per le nuove generazioniMatteo Adamoli
Convegno "I Linguaggio delle nuove generazioni: educare attraverso le arti", Roma, 5 Dicembre 2019.
Conoscere i linguaggi delle nuove generazioni (digitale, arte, musica, ecc.) per tradurli in occasione di crescita e di apprendimento in un percorso educativo interdisciplinare.
Info su: https://www.eventi.fidae.net/eventi-fidae-2019/?fbclid=IwAR03GTtztZ_iIF-3jravEJ5ic2rfO8N02KZfCPPCw0SAPtWT_G5X7I7lkGo
Il gioco di ruolo Dungeons & Dragons nella formazione aziendaleMatteo Adamoli
Il workshop ha l'obiettivo di sperimentare il gioco di ruolo Dungeons & Dragons nella formazione aziendale. Il tema viene trattato analizzando brevemente la storia e la natura di D&D, ponendo particolare attenzione al perché della scelta di un’ambientazione fantasy come mezzo per simulare il mondo reale. Questi elementi vengono applicati poi al contesto della formazione aziendale e delle pratiche di team building così largamente diffuse oggi, per arrivare ad una proposta di applicazione del gioco di ruolo per l’esercitazione delle soft skills.
Comunicare l'identità aziendale, tra storytelling e gamingMatteo Adamoli
Comunicare l’identità aziendale, tra storytelling e post comunicazione. Workshop tenuto il 3 ottobre 2018 presso
CONFINDUSTRIA VENEZIA - ROVIGO
Storytelling come strumento di narrazione aziendale.
Storytelling e Video Telling per lo sviluppo di linee strategiche che facilitino la comunicazione aziendale.
Obiettivi
• Interpretare criticamente il paradigma narrativo
• Apprendere i concetti di base dello storytelling
• Analisi di strumenti e buone pratiche
Contenuti
Lo storytelling è una metodologia di comunicazione attraverso cui si possono raccontare brand,prodotti, attività a partire dalla creazione di un immaginario e di una identità. Inserendosi in questo filone di ricerca l’incontro formativo toccherà le seguenti tematiche:
• Introduzione allo Storytelling
• I campi di applicazione
• Gli strumenti a disposizione (in particolare il visual storytelling)
Digital storytelling per la didattica laboratorialeMatteo Adamoli
Gli obiettivi del corso sono:
- Interpretare criticamente da un punto di vista strategico il paradigma narrativo
- Fornire i concetti di base del Digital Storytelling per la didattica
- Progettare e realizzare una narrazione digitale (video) basato sulla metodologia del Digital Storytelling
Contenuti
1) Introduzione allo storytelling
2) I campi di applicazione
3) Gli strumenti a disposizione
4) Digital Storytelling per la didattica
5) Sperimentazione di un video per la didattica utilizzando la metodologia del Digital Storytelling
Webinar "Strategie creative di comunicazione sociale: Storytelling come strum...Matteo Adamoli
Una delle esigenze principali per un’organizzazione o una associazione non profit è quella di riuscire a comunicare in maniera efficace e riconoscibile la propria identità e attività.
Tra le varie metodologie comunicative a disposizione, la narrazione (o quello che viene definito storytelling) è la strategia più vicina al mondo del sociale perché riesce a promuovere e valorizzare le relazioni già presenti tra l’organizzazione, il territorio e le persone coinvolte nelle attività.
Il dono come elemento di comunicazione per costruire comunità desiderabiliMatteo Adamoli
Il focus di pedagogia generale allo Iusve di Mestre in cui è intervenuta Stefania Toaldo per parlarci del "dono" come strumento di comunicazione ma anche come pratica pedagogica attraverso cui le le comunità umane costruiscono relazioni, trasmettono valori e definiscono le società. A partire dalla sua tesi di laurea allo IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia - Verona ) e dalla sua professionalità come esperta di comunicazione orientata alla raccolta fondi e al marketing ha presentato la metodologia e alcune buone pratiche che sono alla base dell’attività del donare. Qui tutte le informazioni: http://comunicazione.iusve.it/focus-dono
Pubblic speaking e metodologie didattiche innovative attraverso lo storytellingMatteo Adamoli
Workshop esperienziale per i docenti sulla competenza di parlare in pubblico attraverso la narrazione orale
Obiettivi:
1. Imparare la strategia dello storytelling durante una performance di public speaking
2. Utilizzo delle emozioni nella narrazione orale
3. Come utilizzare oggetti e materiale video in un discorso
Contenuti:
Lo storytelling è una metodologia di comunicazione attraverso cui si possono raccontare contenuti, informazioni, conoscenze a partire dalla creazione di un immaginario emozionale. Inserendosi in questo filone di ricerca l’incontro formativo toccherà le seguenti tematiche:
• Il paradigma dell’oralità
• Introduzione allo storytelling applicato al public speaking
• Gli strumenti a disposizione (in particolare il visual storytelling)
• Buone pratiche di public speaking utilizzando come fonti gli archivi di Ted, YouTube e Vimeo.
Prendersi cura della comunicazione al tempo del digitaleMatteo Adamoli
La presentazione si propone di descrivere, a partire da un'analisi della rivoluzione digitale, alcune sfide pedagogiche che gli educatori (genitori, formatori) si trovano ad affrontare oggigiorno.
Media Education e GoodNews: il progetto The Bright SideMatteo Adamoli
The Bright Side è una goodnews community, nata a fine 2014, e che dal maggio 2017 si è anche organizzata con Gruppi di Coordinamento fisici sul territorio con presidi a Milano, Torino, Roma, Napoli, Palermo e altre otto città. Ciò che si propone di fare è mostrare anche l’altro lato dell’informazione, quello positivo e il tanto bello che accade nel mondo, senza limitarci a quello che i media e i giornali ci propongono.
A partire da questo progetto nel focus svolto allo Iusve abbiamo analizzato il concetto di media education e di web education con l’obiettivo di creare un gruppo di lavoro che mensilmente sondi i media per riconoscere le buone notizie e le best practices portandole in prima pagina e conservandole in un “contenitore digitale” gratuito e liberamente accessibile sul web attraverso i social media, in particolare Twitter (@thebrightside0) e Facebook (facebook.com/sidebrights).
L’isola che non c’è! (Come le storie ci rendono umani)Matteo Adamoli
Jonathan Gottschall, nel testo “L’istinto di narrare” definisce gli uomini come creature dell’Isola che non c’è. L’isola che non c’è non è solo un luogo immaginario ma è la nostra nicchia evolutiva, il nostro habitat speciale. Siamo attratti dall’Isola che non c’è perché, tutto sommato, è qualcosa di positivo per noi.
Basandoci su questo assunto evolutivo nella presentazione andiamo ad approfondire perché gli esseri umani raccontano storie e quale siano le funzioni base della propensione umana a narrare.
E' fondamentale chiederci con che stile affrontiamo la comunicazione digitale tenendo conto della responsabilità etica che abbiamo sia come cittadini che come professionisti della comunicazione. La presentazione cerca di rispondere a questa domanda partendo dal Manifesto della “comunicazione non ostile” (http://www.paroleostili.com/firma-manifesto/) attraverso una modalità laboratoriale che prevede la creazione di video basati sulla metodologia dello storytelling e ponendo in dialogo la pedagogia e la teologia della comunicazione.
Nel campo cinematografico Christopher Vogler (Il viaggio dell’eroe. La struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema, Roma, Dino Audino Editore, 2010) ha sintetizzato nello schema del “viaggio dell’eroe” le dodici tappe che ritroviamo in moltissime narrazioni appartenenti anche a culture diverse tra loro. A partire dal viaggio dell’eroe anche la Pixar basa la costruzione delle sue storie su 22 regole con cui ha costruito alcuni dei suoi maggiori successi di animazione (link: https://imgur.com/a/fPLnM).
A partire da questi riferimenti nella presentazione si analizzano le narrazioni di alcuni film di animazione della Pixar e la loro efficacia all’interno del paradigma del viaggio dell’eroe e delle sue trame con l’obiettivo di apprenderne alcuni segreti utili nella professione dello storyteller.
Presentazione tenuta durante il workshop “Sfere di sapere”, realizzato per approfondire lo scenario di sviluppo della formazione per manager e professionisti del futuro.
Presentazione del modulo "Impresa, lavoro ed etica sociale" all'interno della formazione svolta per i ragazzi del Servizio Civile Universale della Provincia di Trento.
Info su: http://www.serviziocivile.provincia.tn.it
Le storie aiutano solo a crescere o anche a comunicare valori, identità, idee ? Nella presentazione si cerca di valorizzare il potere del gioco nell’apprendimento dal punto di vista “didattico” ma anche valorizzando come si possa arrivare a conoscere maggiormente chi si “mette in gioco” nel lavoro di comunicatore.
Storytelling per potenziare le competenze trasversali, promuovere knowledge management, migliorare la comunicazione aziendale.
Workshop introduttivo:
-Introdurre lo Storytelling come metodo e come strumento formativo.
-Esplicitare diverse modalità di utilizzo nella formazione, nelle organizzazioni e nelle aziende.
Moduli laboratoriali di approfondimento
1. Sperimentare lo Storytelling come narrazione di sé e condivisione nel gruppo:
-per promuovere auto-riflessività,
-per potenziare le competenze trasversali personali e sociali nelle organizzazioni.
2. Imparare a utilizzare lo Story telling come knowledge management per:
- la comunicazione interpersonale narrativa in azienda
- le narrazione di “storie” di esperienze personali come trasmissione di conoscenza
- il problem posing/problem solving narrativo
3. Sperimentare lo Storytelling come strumento nella comunicazione aziendale e nel marketing per:
- la costruzione dello Story board
- la realizzazione del Digital Storytelling
- Esempi di digital e di corporate Storytelling
La comunicazione sociale: dialogare con il territorioMatteo Adamoli
ConfiniOnline, organizzazione di esperti che hanno maturato qualificate esperienze nella formazione dedicata al Non profit, ha organizzato l'iniziativa "IL NON PROFIT CHE CRESCE" , tra cui il seminario "La comunicazione sociale: territorio e buone pratiche". Una leggenda vuole che internet l’abbiano inventato le signore di Napoli chiacchierando tra una finestra e l’altra. La rete come network di persone reali sta trasformando la maniera in cui possiamo aggregarci, attivarci e partecipare sul territorio. A partire da questa riflessione, il seminario si propone di indagare come le innovazioni sociali apportino nuove idee - oltre a soddisfare dei bisogni reali in modo più efficace delle alternative esistenti - creando allo stesso tempo nuove relazioni tra i diversi attori del territorio e favorendo il cambiamento all'interno della società stessa.
6. Rivoluzione degli attrezzi: dura o dolce ?
Scrittura, stampa, digitale…
Rivoluzione del bronzo, del ferro….. industriale
Le rivoluzioni si fanno intorno solo a strumenti duri?
13. In cosa siamo immersi
• Dai 12 anni fino all’età adulta vediamo sullo schermo più di 20.000 omicidi
• Cambiamento di percezione dello spazio, del tempo, del corpo
• Formattati dai media, e in particolare dalla pubblicità
• Attenzione ?!? Notifiche
• Durata delle immagini: 7 secondi
• Tempo di risposta agli stimoli digitali : 15 secondi
14. Alcuni dati
• Cambiamento di percezione dello spazio, del tempo, del corpo
• Cambiamento delle relazioni umane
• Attenzione o Dispersione ?!
• Gadget elettronici e user friendly
• Multitasking – Task switching
• Sistemi di raccomandazione ( filtri e trappole informative)
22. A cavallo tra gli anni '20 e '30 del secolo scorso
Selye, a seguito dei suoi studi, definì lo stress
come
una condizione aspecifica che permette
all'organismo di adattarsi a qualunque
sollecitazione gli venga imposta, mentre
stressor - o agente stressante - è il fattore che
spinge l'organismo all'adattamento.
23. Lo stress può essere negativo, ma il più delle volte è positivo: lo stress è una
medaglia a due facce. La prima faccia della medaglia è che, fino ad un certo
punto, gli stressor danno tono all'organismo e alla psiche. Si parla in questo
caso di Eustress, o stress benefico (un grado ottimale di stress migliora lo stato
di salute, rende meno sensibili alla monotonia, migliora le capacità di
concentrazione, apprendimento, memoria, ecc.)
La seconda faccia della medaglia è che il continuo accumularsi di stressor
porta ad un'attivazione fisiologica e psicologica eccessiva, Distress,
imponendo sforzi esagerati e innaturali e portando l'individuo dapprima ad una
fase di sopportazione - resistenza, e successivamente ad un periodo di
esaurimento e logorio. Si noti che quando questo succede suonano una serie di
campanelli d'allarme - sintomi organici e psicologici - che ci avvisano che
stiamo entrando in questa fase.
Nell'uomo gli stressor più comuni sono di tipo psicologico e sociale.
24. Lo stress, di per sé, non è nè positivo né negativo. L’organismo
risponde in modo praticamente uguale ad eventi spiacevoli e
piacevoli, positivi e negativi:
La differenza invece si pone tra eustress e distress: se
l’esperienza non è voluta e si protrae nel tempo sentiamo di non
dominare l’ambiente.
26. Ma oggi, a distanza di quasi un secolo dagli esperimenti
di Selye è cambiato qualcosa?
Sicuramente il principio che sta dietro al concetto di
stress è sempre valido, ed anzi più attuale che mai.
Piuttosto, quelli che si sono evoluti, e in una direzione
che Selye sicuramente non poteva ipotizzare, sono gli
agenti stressanti.
Pensiamo fondamentalmente alla
sovraesposizione agli stimoli,
a ciò che in linguaggio 2.0
si chiama essere multitasking.
27. Più di 3 miliardi di persone nel mondo posseggono almeno uno
smartphone, quando non addirittura due, e secondo un recente
sondaggio pubblicato dalla King University almeno il 50% dei più
giovani riconosce di esserne dipendente.
Compulsione nel controllo costante: in media ogni 15 minuti al
giorno prendiamo in mano il telefono per verificare di essere
stati cercati, se sono uscite nuove notizie, se ci sono mail in
attesa o messaggi mancati, per stare sui social.
28. PAURA DI PERDERE QUALCOSA DI IMPORTANTE
Una leva utilizzata dalle app per dirottare la nostra
mente è la paura di perdere qualcosa d’importante.
Ci fanno capire o credere che al loro interno
possiamo trovare qualcosa di importante per noi (un
conoscente che avevamo perso di vista, una notizia
significativa, un’opportunità lavorativa) e in questo
modo ci ritorniamo periodicamente, oppure ci
iscriviamo alla newsletter o attiviamo le notifiche.
Il punto è che sempre nella vita ci stiamo perdendo
qualcosa di importante, ma nel frattempo la cosa
migliore da fare è vivere il momento presente.
29. La dipendenza da smartphone va di pari passo con
la NOMO, No-mobile-phone Phobia e con la
FOMO, Fear Of Missing Out,
il terrore di restare senza telefono ed essere tagliati
fuori dai discorsi o di perdersi momenti capitali nel
flusso
eterno e infinito dei contenuti online, per un
BISOGNO DI CONTROLLO E DI APPARTENENZA
SOCIALE.
30.
31. LA CIOTOLA SENZA FINE
In un famoso Esperimento , il professor Brian
Wansink ha dimostrato come le persone, se messe
a mangiare davanti a una ciotola che si riempie di
continuo, mangiano molto di più.
Sfruttando lo stesso principio, YouTube e Netflix
applicano la tecnologia dell’autoplay, che fa subito
iniziare un video appena finisce quello che stavamo
vedendo. E anche i feed di aggiornamento delle
pagine – come ad esempio quelle di Facebook –
non hanno una fine, presupponendo che potremmo
andare avanti all’infinito.
Ecco un tipico esempio di mente presa in
ostaggio: iniziamo di nostra volontà a fare una
cosa, poi veniamo trascinati a farne tante altre che
non avevamo previsto.
32. La slot machine è un gioco che fa perdere
tanti soldi, lo sanno tutti, eppure ha un
successo incredibile in tutto il mondo. Una
delle spiegazioni sta nel meccanismo della
ricompensa variabile e intermittente, che
tiene incollato il giocatore, motivato dall’attesa
della prossima ricompensa.
Cos’altro spinge alcune persone a
controllare il telefono fino a 150 volte al
giorno? Controllare l’email, vedere quanti like
ha ricevuto il nostro post su Facebook o
Instagram, scorrere il feed di un social
qualsiasi.
Ecco l’effetto slot machine in azione. E la
mente è sempre sotto scacco.
EFFETTO SLOT MACHINE
33. I nostri strumenti finiscono per “intorpidire” qualsiasi
parte del corpo essi “amplifichino”.
Gli strumenti per la mente amplificano e intorpidiscono
le nostre capacità naturali più umane e più intime,
quelle del ragionamento, della percezione, della
memoria e dell’emozione.
IDENTITA’ DIGITALE
34. Quanto più esternalizziamo la risoluzione dei
problemi e altri compiti cognitivi ai nostri
computer, tanto più riduciamo la capacità del
nostro cervello di costruire strutture stabili di
conoscenza – schemi, in altre parole – che
possano in seguito essere applicati ad altre
situazioni.
In pratica, più brillante è il software, più
imbranato è l’utente (Van Nimwegen).
IDENTITA’ DIGITALE
35. Le stimolazioni della Rete, possono essere
rinvigorenti e ispiratrici. Ma sono anche estenuanti
e fonte di continue distrazioni. Una lenta erosione
della nostra umanità, e anche dei nostri sentimenti
di benevolenza.
Una mente calma e attenta non è necessaria
soltanto per pensare in modo approfondito: è
indispensabile anche per esercitare comprensione
ed empatia. Le emozioni più elevate emergono da
processi neurali intrinsecamente lenti.
Più siamo distratti, meno siamo capaci di
sperimentare quelle forme di empatia, di
compassione e anche le altre emozioni più
caratteristiche della nostra umanità.
IDENTITA’ DIGITALE
36. CHAT E RELAZIONI
N.B. L’eccessivo uso, durante l’età dello sviluppo, di approcci
virtuali alla socializzazione accresce l’incompetenza sociale delle
nuove generazioni.
38. Il mondo di Internet ha degli abitanti, non
virtuali ma reali, che vivono in questo spazio
Da una parte, l’immigrato digitale, nato in un
ambiente analogico e poi immigrato in uno
“spazio” digitale.
Dall’altra, il nativo digitale, nato e cresciuto
nell’ambiente digitale, con la presenza di
tutte le nuove tecnologie compreso,
ovviamente, Internet
(Prensky, 2001; Tonioni, 2013).
39. Più tardi veniamo esposti al sistema digitale (comunque dopo l’età dello
sviluppo) più facilmente riusciamo a mantenere intatte le capacità cognitive
che vengono compromesse da un uso intenso dei media digitali.
Un adulto che comincia ad utilizzare i media digitali dispone di sufficiente
esperienza nella ricerca, memorizzazione e gestione delle informazioni,
perché ha sedimentato nel suo cervello un passato «analogico».
Un bambino che non ha ancora sviluppato la corteccia prefrontale (che guida
il comportamento previsionale, la pianificazione di schemi di azione nel
tempo, la capacità di relazione con il mondo esterno) e che viene
precocemente esposto ai media, crea da zero le sue capacità cognitive di base
sul modello digitale, con tutte le conseguenze osservate.
LA “RISERVA COGNITIVA”
41. INTERNET ADDICTION DISORDER –IAD-
Comportamento non adattivo nell’utilizzo di Internet, correlato a
una compromissione o a un disagio clinicamente significativo in diversi aspetti di vita.
Tale dipendenza è costituita, secondo lo studioso, da un effetto di
tolleranza.
In questo caso per tolleranza si intende un bisogno incontrollato di
utilizzare Internet per periodi di tempo sempre più lunghi al fine
di ottenere una gratificazione.
La dipendenza da Internet, così come le altre dipendenze, porta i
soggetti a una particolare sindrome di astinenza,
che si sperimenta nel momento in cui si riduce o si elimina l’utilizzo di
Internet.
Le conseguenze dell’astinenza possono essere devastanti per il
dipendente.
Oltre a un’estesa agitazione psicomotoria, il dipendente da Internet
Può provare sentimenti negativi quali ansia, frustrazione e depressione.
Inoltre sono presenti continui pensieri ossessivi e intrusivi, contornati da persistenti fantasie e
sogni a occhi aperti.
Questi aspetti causano nel soggetto un’inclinazione nelle sue relazioni sociali e professionali.
42. Accessibilità, Controllo ed
Eccitazione aumentano le
probabilità che il soggetto
ripeta nel tempo quel-
l’azione, entrando così in un
circolo vizioso che
trasformerà il comporta-
mento da normale in
patologico.
Kimberly Young (1998)
MODELLO ACE
43. STUDI DI NEUROBIOLOGIA
Casha and colleagues, 2012
üDisequilibrio tra il sistema della serotonina e della dopamina,
mediatori fondamentali per la regolazione dei
comportamenti coma la disinibizione
comportamentale e il meccanismo di
gratificazione
üLa serotonina regola prevalentemente
l’inibizione comportamentale e
l’aggressività
üLa dopamina è collegata ai meccanismi del
piacere/gratificazione e a quei comportamenti di
attivazione della curiosità e ricerca delle novità
INSORGENZA DI DIPENDENZA DA INTERNET
44. Ricerca italiana
Sono stati intervistati 6.671 persone tra gli 11 e i 25
anni per fare una fotografia alle nuove generazioni
e al rapporto con lo smartphone. In media, circa la
metà degli studenti - il 45% - passa su Internet
almeno 5-6 ore al giorno, con la stessa intensità sia
durante la settimana (quando dovrebbero essere
più impegnati) che nel week-end. Con picchi ancora
più alti tra chi ha meno di 19 anni. In base
all'analisi, si stima che l'utente medio controlli tra le
10 e le 20 volte all'ora, in pratica fino a un check
ogni 3 minuti, se gli sono arrivate - sullo
smartphone o sul computer - nuove notifiche.
45. Oltre 6 giovani su 10, poi, pubblicano almeno un autoscatto
a settimana sui vari social network. Nel 14% dei casi si sale
fino ad uno al giorno. Nel 13% persino più volte nell'arco
delle 24 ore. Lo strumento preferito per fare è lo
smartphone (con il 60% di consensi), seguito a lunga
distanza dalla webcam (14%). Per condividere, però,
bisogna essere sicuri che tutto sia perfetto; per questo la
metà del campione, prima di postare un selfie ne scatta
almeno quattro. Mentre 1 su 3, se vede che non riceve
abbastanza like, è molto propenso a cancellarlo.
Ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma
'Sapienzà e Università Cattolica di Milano per conto della
Polizia di Stato, 2018
46. PER CONCLUDERE
Esistono dei vantaggi che il digitale ha introdotto nelle
nostre vite e che sono indiscutibili.
Oggi, però, comincia ad essere evidente che esistono anche
effetti meno positivi
Nella misura in cui riconosciamo che le tecnologie digitali
possono incidere positivamente o negativamente sulla
nostra qualità della vita, il benessere digitale si configura
come la capacità di disinnescare gli aspetti critici riuscendo
al contempo a sfruttare le opportunità che il digitale e l’iper-
connessione ci mettono a disposizione, cioè il lato migliore.
50. OPPORTUNITA’
• Circolazione del sapere
• Sistema a rete, orizzontale
• Condivisione e diffusione
• Gestione della complessità (videogame)
• Sviluppo del pensiero algoritmico e procedurale (
in sinergia con il pensiero astratto - codici)
• Cambiamento del pensatore e del pensato
(oggetto)
• Intelligenza inventiva
• Intuizione innovatrice e vivace
51. CRITICITA’
• Isolamento
• Sentimenti negativi (noia)
• Disturba il sonno
• Distrazione continua ( Multitasking/ Task
Switching)
• Scrivere con interfaccia grafica
• Mancanza di un interazione manipolativa con
oggetti fisici
• Con un click ottieni tutto
• Perdita di tempo
52. CRITICITA’
• La diminuzione di socializzazione
‘tradizionale’ ovvero tra due o più
persone che comunicano tra loro;
• L’attenzione dispersa o il “switching
cost” - l’attenzione frammentata. (se
una lettura viene sempre interrotta, il
pensiero prova in continuazione a
ritrovare il filo, ma può farlo solo in
modo frammentario e superficiale e,
di conseguenza, l’apprendimento
sarà superficiale).
53. «Quell'ambito delle scienze
dell'educazione , della comunicazione e
del lavoro educativo che considera i
media come risorsa integrale per
l'intervento formativo».
(Rivoltella, 2001).
Media Education
54. • Educazione nei media: l’attenzione si concentra
sul soggetto e sulle sue modalità di utilizzo dei
media;
• Educazione ai media: il focus è spostato sui
media che diventano oggetto di ricerca. In questo
ambito si studiano i livelli di conoscenza del
soggetto e si parla di alfabetizzazione (media
literacy) e di competenze;
• Educazione con i media: l’oggetto di ricerca sono
i media intesi come strumenti per il
miglioramento dei processi di apprendimento
dell’individuo (Tecnologie dell’educazione)
Media Education
57. BILANCIO DIGITALE- «Dieta Mediale»
• Quanti e quali media usi abitualmente in una
giornata?
• Quanto tempo dedichi a essi?
• Si tratta di un utilizzo individuale o collettivo?
• Quali media usi per lavoro?
• Quali nel tempo libero?
58. 2) DIGITAL BALANCE
• Cambiare il rapporto
con la tecnologia,
decidendo di usarla
quando veramente
lo vogliamo;
• Pensare ai benefici
(es. tempo;
concentrazione;
produttività; sonno;
efficienza; creatività;
calma …).
62. Mindfulness è la traduzione in inglese della parola
Sati, che nella lingua pali (lingua liturgica del
Buddhismo), si riferisce all’espressione “attenzione
consapevole”, “consapevolezza”.
Letteralmente l’ideogramma completo si riferisce
all’atto di vivere il momento presente con il cuore.
Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn,
Mindfulness significa “porre attenzione in un modo
particolare: intenzionalmente, nel momento
presente e in modo non giudicante” (1994).
MINDFULNESS
63. La pratica della Mindfulness ruota attorno a due concetti
fondamentali: quello di consapevolezza e quello di concentrazione.
La consapevolezza non è altro che la capacità di agire quanto più
possibile in modo intenzionale, dirigendo uno sguardo puntuale
ma non giudicante a ogni cosa si faccia, si dica, si pensi.
La concentrazione è lo sforzo positivo della mente che si allena per
dirigere l’attenzione verso il suo oggetto in maniera pura, senza
l’interferenza del pensiero che risente dell’esperienza passata o
delle proiezioni sul futuro.
64. Se resta ancorata a ciò che accade qui e ora, la mente esprime la
sua potenzialità piena lavorando con l’unico materiale possibile: la
realtà di quel che c’è nel momento in cui sorge. Così facendo, non si
affatica nell’inseguire il passato e il futuro, non si affatica a
rimpiangere, soffrire per l’incertezza e il confronto, la frustrazione,
l’ansia e le tante emozioni conflittuali che la vita di ogni giorno
ingenera.
65.
66. Pilota automatico versus approccio mindfulness
Noi nella maggior parte della nostra quotidianità siamo poco
mindfulness, cioè tendiamo ad essere guidati più dal “pilota
automatico”. Per pilota automatico si fa riferimento a tutti
quegli schemi abituali e automatizzati che utilizziamo per fronteggiare
la realtà. Attraverso questi schemi siamo più portati a reagire alle
situazioni, invece di scegliere, in maniera consapevole, il modo
in cui comportarci e vivere la realtà.
78. FILM DI APPROFONDIMENTO
Il mio profilo migliore (Celle que vous croyez)
- Un film di Safy Nebbou.
Una riflessione profonda sull'amore ai tempi dei social network.
DA STASERA
17 OTTOBRE AL
CINEMA
81. Debora Leardini
Psicologa, Psicoterapeuta ad approccio
integrato e Formatrice nell’ambito
della Gestione dello Stress,
Prevenzione del Burnout,
Comunicazione Efficace, Riabilitazione
Psicosociale e istruttrice Mindfulness
MBSR in Italia e in Svizzera.
CONTATTI
Contatti
d.leardini@gruppopolis.it
Tel. ufficio 049/8900506
82. Matteo Adamoli
Docente universitario di Digital
Storytelling e Pedagogia della
Comunicazione presso lo IUSVE.
Consulente aziendale per attività
comunicative volte alla progettazione e
all’uso strategico, narrativo, etico e
sociale dei media. Ideatore del format
creativo Bookasface e giornalista
pubblicista.
Contatti
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