Attraverso una esposizione della struttura e delle funzioni dei principali apparati e sistemi di organi del corpo umano, Biologia dello sport fornisce le basi per la comprensione dei processi biologici di adattamento all'attività fisica e all'allenamento sportivo.
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/biologia-dello-sport
Fondamenti di biochimica dell'esercizio fisico
Michael E. Houston
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/fondamenti-di-biochimica-dellesercizio-fisico
Il manuale di lssurin costituisce un coraggioso tentativo di sintetizzare le conoscenze scientifiche relative all'allenamento contemporaneo e ai processi legati alla preparazione fisica: ciò illustrando le posizioni maggiormente rilevanti e più importanti dal punto di vista pratico.
Numerosi gli approfondimenti sugli effetti dell'allenamento relativi alle teorie biologiche fondamentali e i materiali sui meccanismi di transfer che consentono di ampliare la visione sui meccanismi alla base dell'acquisizione delle abilità motorie e dell'allenamento condizionale.
La periodizzazione a blocchi, nella versione offerta con i Programmi concentrati unidirezionali e in quella legata al modello di Periodizzazione a blocchi multilaterale, è stata analizzata sulla base dei protocolli applicativi in vari sport e in differenti paesi: i risultati emersi dallo studio dei database sono sicuramente degni di un serio esame dalla prospettiva dell'allenatore.
Di grande interesse la trattazione di alcune nuove direzioni metodologiche, quali l'allenamento polarizzato e l'allenamento ad alta intensità, con importanti conferme sul notevole potenziale di entrambi gli approcci per il miglioramento della preparazione degli atleti di alto livello.
Un rilievo decisivo è stato dato da lssurin ad approcci associati agli interventi fisiologici, psicologici e alle strumentazioni, tutti ormai di larga applicazione: vedi il biofeedback, l'elettrostimolazione e l'allenamento con le vibrazioni, oggi estremamente diffusi e popolari tra gli atleti di élite, per i quali si sono resi necessari indispensabili e approfonditi chiarimenti.
.
Scopri di più qui: https://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/la-preparazione-fisico-sportiva_issurin-nel-xxi-secolo-fondamenti-nuovi-percorsi-ed-evidenze-scientifiche
Pagine da Periodizzazione dell'allenamento sportivo. Programmi per lo sviluppo della forza massima per 35 sport
di: Tudor O. Bompa
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/periodizzazione-dellallenamento-sportivo
Periodizzazione. Teoria e metodologia dell’allenamento
Tudor O. Bompa, Carlo A. Buzzichelli
ANNO EDIZIONE: 2022
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860286604
PAGINE: 408
https://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/libro-periodizzazione-sport-teoria-e-metodologia-dellallenamento
Presentacion recuperacion Física en el alto rendimiento deportivojuangurtu
El documento habla sobre el sobreentrenamiento y la fatiga en los deportistas. Explica que hay tres tipos de fatiga relacionados con el sobreentrenamiento: neuromuscular, metabólica y neuroendocrina. También describe los procesos de recuperación necesarios después del ejercicio y diferentes métodos para ayudar a la recuperación de los deportistas como la ingesta de carbohidratos, masajes, estiramientos y descanso.
di Tudor Bompa e Carlo A. Buzzichelli
Scoprilo su http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/periodizzazione-dellallenamento-sportivo-nuova-edizione-bompa-buzzichelli
La preparazione fisica nello sport si è evoluta notevolmente da quando il principio guida sul quale venivano impostati i regimi di allenamento degli atleti era riassumibile in “no pain, no gain”.
Il Prof. Tudor Bompa è stato pioniere di nuove concezioni in questo campo, provando già molto tempo addietro come non solo il come e quanto duramente un atleta lavorava in allenamento, ma anche il quando e il tipo di lavoro che egli sceglieva, potessero determinare i suoi livelli di preparazione fisica. La Periodizzazione dell’Allenamento Sportivo va oltre la semplice applicazione delle tecniche e dei programmi di bodybuilding o powerlifting, per “costruire” la forza negli atleti.
In questa nuova edizione – la terza - Tudor Bompa e lo specialista della preparazione atletica Carlo Buzzichelli mostrano come l’utilizzo di programmi periodizzati possa condurre al picco della condizione in tempi ottimali, semplicemente manipolando le variabili dell’allenamento della forza attraverso sei fasi (adattamento anatomico, ipertrofia, forza massimale, conversione in forza specifica, mantenimento e tapering) ed integrandole con l’allenamento dei sistemi energetici, l’allenamento specifico e le strategie nutrizionali.
Fondamenti di biochimica dell'esercizio fisico
Michael E. Houston
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Il manuale di lssurin costituisce un coraggioso tentativo di sintetizzare le conoscenze scientifiche relative all'allenamento contemporaneo e ai processi legati alla preparazione fisica: ciò illustrando le posizioni maggiormente rilevanti e più importanti dal punto di vista pratico.
Numerosi gli approfondimenti sugli effetti dell'allenamento relativi alle teorie biologiche fondamentali e i materiali sui meccanismi di transfer che consentono di ampliare la visione sui meccanismi alla base dell'acquisizione delle abilità motorie e dell'allenamento condizionale.
La periodizzazione a blocchi, nella versione offerta con i Programmi concentrati unidirezionali e in quella legata al modello di Periodizzazione a blocchi multilaterale, è stata analizzata sulla base dei protocolli applicativi in vari sport e in differenti paesi: i risultati emersi dallo studio dei database sono sicuramente degni di un serio esame dalla prospettiva dell'allenatore.
Di grande interesse la trattazione di alcune nuove direzioni metodologiche, quali l'allenamento polarizzato e l'allenamento ad alta intensità, con importanti conferme sul notevole potenziale di entrambi gli approcci per il miglioramento della preparazione degli atleti di alto livello.
Un rilievo decisivo è stato dato da lssurin ad approcci associati agli interventi fisiologici, psicologici e alle strumentazioni, tutti ormai di larga applicazione: vedi il biofeedback, l'elettrostimolazione e l'allenamento con le vibrazioni, oggi estremamente diffusi e popolari tra gli atleti di élite, per i quali si sono resi necessari indispensabili e approfonditi chiarimenti.
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Pagine da Periodizzazione dell'allenamento sportivo. Programmi per lo sviluppo della forza massima per 35 sport
di: Tudor O. Bompa
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Periodizzazione. Teoria e metodologia dell’allenamento
Tudor O. Bompa, Carlo A. Buzzichelli
ANNO EDIZIONE: 2022
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860286604
PAGINE: 408
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Presentacion recuperacion Física en el alto rendimiento deportivojuangurtu
El documento habla sobre el sobreentrenamiento y la fatiga en los deportistas. Explica que hay tres tipos de fatiga relacionados con el sobreentrenamiento: neuromuscular, metabólica y neuroendocrina. También describe los procesos de recuperación necesarios después del ejercicio y diferentes métodos para ayudar a la recuperación de los deportistas como la ingesta de carbohidratos, masajes, estiramientos y descanso.
di Tudor Bompa e Carlo A. Buzzichelli
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La preparazione fisica nello sport si è evoluta notevolmente da quando il principio guida sul quale venivano impostati i regimi di allenamento degli atleti era riassumibile in “no pain, no gain”.
Il Prof. Tudor Bompa è stato pioniere di nuove concezioni in questo campo, provando già molto tempo addietro come non solo il come e quanto duramente un atleta lavorava in allenamento, ma anche il quando e il tipo di lavoro che egli sceglieva, potessero determinare i suoi livelli di preparazione fisica. La Periodizzazione dell’Allenamento Sportivo va oltre la semplice applicazione delle tecniche e dei programmi di bodybuilding o powerlifting, per “costruire” la forza negli atleti.
In questa nuova edizione – la terza - Tudor Bompa e lo specialista della preparazione atletica Carlo Buzzichelli mostrano come l’utilizzo di programmi periodizzati possa condurre al picco della condizione in tempi ottimali, semplicemente manipolando le variabili dell’allenamento della forza attraverso sei fasi (adattamento anatomico, ipertrofia, forza massimale, conversione in forza specifica, mantenimento e tapering) ed integrandole con l’allenamento dei sistemi energetici, l’allenamento specifico e le strategie nutrizionali.
Le basi dell'allenamento sportivo. Scuola Nazionale FIPE, Federazione Italiana Pesistica
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/le-basi-dellallenamento-sportivo
Pagine da Scienza e pratica dell'allenamento della forza
V. M. Zatsiorsky - W. J. Kraemer
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/scienza-e-pratica-dellallenamento-della-forza
Sports specific rehabilitation aims to restore optimal form and function through a multidisciplinary approach. The rehabilitation process involves several stages from initial treatment focusing on pain/swelling reduction to intermediate strengthening and range of motion exercises to an advanced stage of sport-specific training. The ultimate goal is a safe return to sports following medical clearance and gradual exposure to competition through monitoring of the athlete's well-being.
O documento discute a metodologia de treinamento desportivo, abordando conceitos como objetivos de treinamento, individualidade biológica, cargas de treinamento, programação de atividades através de microciclos, mesociclos e macrociclos. O texto fornece detalhes sobre como organizar diferentes fases de preparação ao longo do ano para obter resultados máximos no período competitivo.
Tempi di recupero e risposta ormonale:
Spesso frequentando le palestre vedete nuove schede e volete provarle, restando poi invariabilmente amareggiati dai risultati: questo accade perché nel vostro programma di allenamento a volte manca una vera e propria analisi dei periodi di recupero e delle modalità allenanti.A causa di vari fattori nel mondo del body building regna un gran caos, ma se osserviamo attentamente possiamo renderci conto di quanto ristrette a pochi fondamentali siano le nozioni base, due fra tutte l’indispensabile periodizzazione ed il necessario recupero.
The document outlines 11 objectives of sports training: 1) personality development, 2) improvement of physical fitness, 3) sports specific physical development, 4) acquisition of sports skills, 5) technical factors, 6) improvement of tactical efficiency, 7) improvement of mental abilities, 8) team capability, 9) health factors, 10) injury prevention, and 11) theoretical knowledge. The overall goal of sports training is to develop well-rounded athletes through improving physical, technical, tactical, and mental abilities according to the specific demands of their sport.
El documento describe los principios y pasos clave en la planificación deportiva, incluyendo la definición de objetivos, la distribución de cargas de entrenamiento, y el seguimiento y evaluación del progreso. Explica las diferentes estructuras de la planificación como sesiones, microciclos y mesociclos, y cómo cada uno contribuye al desarrollo deportivo a largo plazo.
Tactics are specific actions and sequences used to fulfill a strategy. They aim to outwit an opponent by effectively using skills and talents. Tactics consist of actions and measures adopted before or during competition. Tactical preparation involves exercises, trials, and drills to instill competitive tactics. Tactics aim to hinder opponents through motor actions or influence judges. A tactical action has three phases: perception and analysis of the situation, mental solution, and motor solution. Tactics are used in both individual and team activities, depending on strengths, weaknesses, and performance.
La medicina deportiva estudia los efectos del ejercicio y la actividad física en el cuerpo humano para prevenir lesiones y enfermedades, y tratar aquellas derivadas del deporte. Se originó en la antigüedad para mejorar el rendimiento físico. Sus objetivos principales son determinar las aptitudes de cada persona, mejorar y mantener las capacidades físicas, y evitar lesiones mediante la prevención, atención y rehabilitación. El especialista en medicina deportiva se encarga de la asistencia médica, docencia e investigación
The document discusses plyometrics, which is a type of training using rapid eccentric and concentric muscle contractions to improve power and athletic performance. It covers the neurological and biomechanical principles behind plyometrics, considerations for developing an effective plyometrics program, and provides examples of upper and lower body plyometric exercises. The goal of plyometrics is to enhance the reactivity of the neuromuscular system through high-intensity, explosive exercises.
Cap. 3 carga y su aplicación en el entrenamiento deportivoPatricio Andres
El documento describe los mecanismos del entrenamiento deportivo y la carga. Explica que la carga se define por su contenido, magnitud y organización. La magnitud incluye el volumen, intensidad, duración y frecuencia. La organización implica la distribución y conexión de las cargas. El documento analiza estos componentes y cómo afectan la adaptación del organismo al entrenamiento.
The document discusses overload in sports training. It defines overload as exceeding an individual's capacity, which can negatively impact physiological and psychological functions with long-term administration. It lists important causes of overload as improper training load, lifestyle factors, socio-environmental issues, and health problems. Symptoms of overload include changes in behavior, poor performance, and somatic issues like sleep/appetite loss. Tackling overload requires recognizing causes, modifying training, improving nutrition/therapy, and potentially changing environments.
How to make the training schedule in Hockeymudit999
1. The document outlines steps for creating an effective training schedule or program, including planning, establishing cycles and phases, and collecting player information.
2. Key aspects that must be scheduled include the daily, weekly, and monthly activities as well as introductory, intermediate, and concluding preparatory periods.
3. Ten principles of scheduling are listed, such as having clear objectives, variety and continuity, maximizing time utilization, and evaluating the schedule.
Plyometrics are high-intensity exercises that involve rapid eccentric and concentric muscle actions. They are used to improve power, speed and reactive ability. The document defines plyometrics and their purpose. It describes proper technique, variables to consider in programming, and provides examples of lower and upper body plyometric exercises. It stresses the importance of assessing strength, flexibility and stability prerequisites before implementing a progressive plyometric training program to reduce injury risk.
This document discusses optimal nutrition for athletic performance and rehabilitation. It emphasizes the importance of maintaining energy balance and consuming adequate carbohydrates, protein, fats, water, vitamins and minerals. Carbohydrate requirements vary based on sport but aim for 5-13g/kg daily. Protein intake of 1.2-2.0g/kg is recommended, depending on sport. Fluid intake should match sweat losses to prevent dehydration. Proper nutrition can benefit recovery, injury prevention and enhance athletic performance.
Scienza e movimento n° 19
ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
PAGINE: 56
Luglio/Settembre 2019
Le patologie croniche e il movimento: l'esercizio fisico come prevenzione e cura
di Antonio Pavone
Analisi sulla pianificazione dell'allenamento: l'importanza del recupero attivo nel calciatore
di Sabino Di Muro ed Emanuele Vassalli
Prevenzione per le donne sportive
di Aurelio Trofè
Il segreto per l'ipertrofia… È la forza!
di Davide Serpe
Dal web. Le attività motorie adattate per le popolazioni speciali
di Pierluigi De Pascalis
Le basi dell'allenamento sportivo. Scuola Nazionale FIPE, Federazione Italiana Pesistica
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Pagine da Scienza e pratica dell'allenamento della forza
V. M. Zatsiorsky - W. J. Kraemer
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Sports specific rehabilitation aims to restore optimal form and function through a multidisciplinary approach. The rehabilitation process involves several stages from initial treatment focusing on pain/swelling reduction to intermediate strengthening and range of motion exercises to an advanced stage of sport-specific training. The ultimate goal is a safe return to sports following medical clearance and gradual exposure to competition through monitoring of the athlete's well-being.
O documento discute a metodologia de treinamento desportivo, abordando conceitos como objetivos de treinamento, individualidade biológica, cargas de treinamento, programação de atividades através de microciclos, mesociclos e macrociclos. O texto fornece detalhes sobre como organizar diferentes fases de preparação ao longo do ano para obter resultados máximos no período competitivo.
Tempi di recupero e risposta ormonale:
Spesso frequentando le palestre vedete nuove schede e volete provarle, restando poi invariabilmente amareggiati dai risultati: questo accade perché nel vostro programma di allenamento a volte manca una vera e propria analisi dei periodi di recupero e delle modalità allenanti.A causa di vari fattori nel mondo del body building regna un gran caos, ma se osserviamo attentamente possiamo renderci conto di quanto ristrette a pochi fondamentali siano le nozioni base, due fra tutte l’indispensabile periodizzazione ed il necessario recupero.
The document outlines 11 objectives of sports training: 1) personality development, 2) improvement of physical fitness, 3) sports specific physical development, 4) acquisition of sports skills, 5) technical factors, 6) improvement of tactical efficiency, 7) improvement of mental abilities, 8) team capability, 9) health factors, 10) injury prevention, and 11) theoretical knowledge. The overall goal of sports training is to develop well-rounded athletes through improving physical, technical, tactical, and mental abilities according to the specific demands of their sport.
El documento describe los principios y pasos clave en la planificación deportiva, incluyendo la definición de objetivos, la distribución de cargas de entrenamiento, y el seguimiento y evaluación del progreso. Explica las diferentes estructuras de la planificación como sesiones, microciclos y mesociclos, y cómo cada uno contribuye al desarrollo deportivo a largo plazo.
Tactics are specific actions and sequences used to fulfill a strategy. They aim to outwit an opponent by effectively using skills and talents. Tactics consist of actions and measures adopted before or during competition. Tactical preparation involves exercises, trials, and drills to instill competitive tactics. Tactics aim to hinder opponents through motor actions or influence judges. A tactical action has three phases: perception and analysis of the situation, mental solution, and motor solution. Tactics are used in both individual and team activities, depending on strengths, weaknesses, and performance.
La medicina deportiva estudia los efectos del ejercicio y la actividad física en el cuerpo humano para prevenir lesiones y enfermedades, y tratar aquellas derivadas del deporte. Se originó en la antigüedad para mejorar el rendimiento físico. Sus objetivos principales son determinar las aptitudes de cada persona, mejorar y mantener las capacidades físicas, y evitar lesiones mediante la prevención, atención y rehabilitación. El especialista en medicina deportiva se encarga de la asistencia médica, docencia e investigación
The document discusses plyometrics, which is a type of training using rapid eccentric and concentric muscle contractions to improve power and athletic performance. It covers the neurological and biomechanical principles behind plyometrics, considerations for developing an effective plyometrics program, and provides examples of upper and lower body plyometric exercises. The goal of plyometrics is to enhance the reactivity of the neuromuscular system through high-intensity, explosive exercises.
Cap. 3 carga y su aplicación en el entrenamiento deportivoPatricio Andres
El documento describe los mecanismos del entrenamiento deportivo y la carga. Explica que la carga se define por su contenido, magnitud y organización. La magnitud incluye el volumen, intensidad, duración y frecuencia. La organización implica la distribución y conexión de las cargas. El documento analiza estos componentes y cómo afectan la adaptación del organismo al entrenamiento.
The document discusses overload in sports training. It defines overload as exceeding an individual's capacity, which can negatively impact physiological and psychological functions with long-term administration. It lists important causes of overload as improper training load, lifestyle factors, socio-environmental issues, and health problems. Symptoms of overload include changes in behavior, poor performance, and somatic issues like sleep/appetite loss. Tackling overload requires recognizing causes, modifying training, improving nutrition/therapy, and potentially changing environments.
How to make the training schedule in Hockeymudit999
1. The document outlines steps for creating an effective training schedule or program, including planning, establishing cycles and phases, and collecting player information.
2. Key aspects that must be scheduled include the daily, weekly, and monthly activities as well as introductory, intermediate, and concluding preparatory periods.
3. Ten principles of scheduling are listed, such as having clear objectives, variety and continuity, maximizing time utilization, and evaluating the schedule.
Plyometrics are high-intensity exercises that involve rapid eccentric and concentric muscle actions. They are used to improve power, speed and reactive ability. The document defines plyometrics and their purpose. It describes proper technique, variables to consider in programming, and provides examples of lower and upper body plyometric exercises. It stresses the importance of assessing strength, flexibility and stability prerequisites before implementing a progressive plyometric training program to reduce injury risk.
This document discusses optimal nutrition for athletic performance and rehabilitation. It emphasizes the importance of maintaining energy balance and consuming adequate carbohydrates, protein, fats, water, vitamins and minerals. Carbohydrate requirements vary based on sport but aim for 5-13g/kg daily. Protein intake of 1.2-2.0g/kg is recommended, depending on sport. Fluid intake should match sweat losses to prevent dehydration. Proper nutrition can benefit recovery, injury prevention and enhance athletic performance.
Scienza e movimento n° 19
ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
PAGINE: 56
Luglio/Settembre 2019
Le patologie croniche e il movimento: l'esercizio fisico come prevenzione e cura
di Antonio Pavone
Analisi sulla pianificazione dell'allenamento: l'importanza del recupero attivo nel calciatore
di Sabino Di Muro ed Emanuele Vassalli
Prevenzione per le donne sportive
di Aurelio Trofè
Il segreto per l'ipertrofia… È la forza!
di Davide Serpe
Dal web. Le attività motorie adattate per le popolazioni speciali
di Pierluigi De Pascalis
GIPS- Il Giornale Italiano di psicologia dello Sport, n° 24
ANNO EDIZIONE: 2016
GENERE: Rivista
CATEGORIE: GIPS-Il Giornale Italiano di psicologia sportiva
PAGINE: 48
Scopri di più su http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/gips-il-giornale-italiano-di-psicologia-dello-sport-n-24
GIPS- Il Giornale Italiano di psicologia dello Sport, n° 24
ANNO EDIZIONE: 2016
GENERE: Rivista
CATEGORIE: GIPS-Il Giornale Italiano di psicologia sportiva
PAGINE: 48
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Analisi e strumenti per un calcio moderno
F. Fabris - U.M. Lattuca
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Aprile/Giugno 2019
Giganti dello sport. Eternik
Gianni Bondini, Michele Maffei
Olimpiade di Londra 1908 nel nome di Dorando Pietri
Gianni Bondini
Federazione Italiana Danza Sportiva. Ballando da uno sport all’altro
Gianni Bondini, Simone Corbetta
Il talento sportivo. Ricerca, abbandono, mantenimento
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Allenamento della forza nei giovani atleti agonisti. Suoi effetti nello sviluppo delle prestazioni
Melanie Lesinski, Thomas Mühlbauer, Olaf Prieske, Dirk Büsch, Albert Gollhofer, Christian Puta, David G. Behm, Urs Granacher
L’allenamento della forza Appunti su mezzi e metodi
Renato Manno
Infezioni nello sport agonistico
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Applicazioni di sporterapia in riabilitazione cognitiva
Vincenzo D’Onofrio, Gennaro Gatto, Conte Selene, Spani Antonella
Disturbi alimentari negli atleti: un problema annoso
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Promozione dell’educazione fisica nella scuola primaria. I Quaderni di Sport di Classe (parte seconda)
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Editoriale di Antonio Urso
Il talento atletico: fondamenti metodologici
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La biomeccanica del sarcomero, all’origine della forza muscolare (terza parte)
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Small-sided games: analisi descrittiva del carico esterno mediante rilevazione con GPS
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Aspettando Godot
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Riccardo / La rivoluzione della longevità
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Urso / Cosa sta succedendo allo sport italiano?
Bellotti / Riflessioni
Abstracts
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Scienza e movimento, n° 27
ANNO EDIZIONE: 2021
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
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Scienza e movimento n° 24
ANNO EDIZIONE: 2021
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
PAGINE: 56
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GIPS- Il Giornale Italiano di psicologia dello Sport, n° 18 -
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Ottobre/dicembre 2017
Scienza e movimento n° 12
ANNO EDIZIONE: 2017
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
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ANNO EDIZIONE: 2019
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PAGINE: 56
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Effetti di una esposizione cronica allo stimolo vibratorio su un modello sperimentale murino
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L'occhio calmo nella ricerca della performance. The quiet eye
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Da cacciatrice di finali a campione di tutto: in Italia e nel mondo.
E' la parabola della Sir Susa Vim Perugia che nella stagione 2023-2024 ha messo agli atti uno storico poker.
Da novembre ad aprile, Perugia ha arricchito la già folta bacheca con i trionfi in Supercoppa, al Mondiale per Club, in Coppa Italia ed in Superlega.
Vincere, fortissimamente vincere era l’obiettivo del club del patron Sirci, che ha saputo andare oltre le previsioni più ottimistiche.
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Lo scouting del portiere. Ricerca, selezione e promozione del talento nel calcio
S.Baroncini - D.Borri - M. Borri
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Metodologia
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Il calcio è da sempre in evoluzione e insieme al gioco si evolvono le caratteristiche del portiere. Mutamento che ha favorito la nascita di nuove figure professionali, tra le quali quella dell’osservatore specifico del ruolo. Una figura innovativa che presenta caratteristiche peculiari utili ad agevolare i Club nella complessa ricerca e selezione dei numeri uno.
Ecco, quindi, il primo manuale tecnico-pratico sullo scouting dei portieri; incentrato sul Settore Giovanile, ma che offre anche spunti per l’atleta evoluto. Una guida semplice, professionale, rivolta agli appassionati, ai portieri e agli addetti ai lavori.
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Vincere nel calcio con il cervello inconscio
M. Seno - C. Bourrel
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Metodologia
ISBN: 978886028709X
PAGINE: 216
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Obiettivi primari degli Autori nel proporre i principi metodologici che ispirano questo manuale sono:
- il privilegiare il gioco reale con partite ridotte volte al miglioramento di tutte le abilità tecniche ordinarie,
- perfezionare i gesti specifici ai ruoli lavorando su situazioni “reali,
- mantenere l’abilità tecnica di gesti “rari” poco utilizzati in partita,
- eliminare particolari forme di “conformismo” nelle sedute di allenamento meglio utilizzando il tempo risparmiato.
Concetto didattico di base quello che nega ogni forma di apprendimento basata sull’ascolto di istruzioni verbali sul “come si dovrebbe fare”, puntando invece su esperienze pratiche e relative decisioni e scelte dei vari comportamenti volti a risolvere problemi legati alle situazioni di gioco: sostengono infatti gli Autori che di fatto “il tempo di pratica specifica intensiva è la chiave di ogni apprendimento e di ogni allenamento efficace!”
Da puntualizzare inoltre che gli argomenti e le riflessioni sviluppate in questo nuovo libro sono basate sulla ricerca scientifica che conferma la superiorità dell’intelligenza inconscia, nell’interpretare le situazioni di urgenza nel gioco, sull’utilizzazione di forme di forza muscolare animalesca. Si tratta in fondo del trasferimento al gioco della soluzione adottata dalla specie umana come forma di sopravvivenza ed evoluzione suggerita da Madre Natura.
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Programmazione annuale dell'allenamento nella pallavolo under 16/18
R. Giannini, A. Giuliani, M. Moretti, M. Paolini
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro (con eserciziario video online)
CATEGORIE: Volley
ISBN: 9788860287151
PAGINE: 232
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36 esercizi video online, 60 sedute di allenamento
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Allenare è un’arte, non una scienza (Julio Velasco)
Programmazione annuale dell’allenamento nella pallavolo Under 16-18 è l’opera condivisa di quattro autori, che mettono a disposizione del lettore la loro grande esperienza, creando un manuale estremamente pratico da utlizzare.
Il libro comprende 60 allenamenti, accompagnati da 35 clip video, diviso in dieci temi di grande attualità per la fascia di età dei 16-18 anni e non solo.
I contributi di Romano Giannini, Alberto Giuliani, Maurizio Moretti, ognuno dei quali ha portato il suo stile unico e la sua personalità, sono stati efficacemente integrati e ricondotti a una linea comune di lavoro dalla regia di Marco Paolini, che ha fatto sua un’altra massima dell’amico Velasco: ”Agli allenatori dico: non cercate la novità della novità della novità; per allenare bene si deve conoscere il gioco!”
Hybrid training. Come unire più pratiche allenanti per migliorare la performance e l’aspetto fisico
Luca Dalseno, Nicola Comini
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ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo, Fitness
ISBN: 9788860287199
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Hybrid Training è un manuale ricco di schede teoriche e pratiche per allenare sinergicamente forza, resistenza, flessibilità e agilità, grazie alla combinazione delle varie modalità di allenamento (bilanciere, corpo libero, kettlebell, clave, palle mediche).
La finalità è quella di alzare l’asticella della performance atletico/estetica di chiunque, dal neofita all’atleta professionista, attraverso nozioni di teoria e pratica delle metodologie di allenamento, con indicazioni utili per la programmazione e la creazione di programmi di lavoro efficaci.
La programmazione proposta alla fine della parte teorica si divide in due blocchi principali inframezzati da una sezione settimanale di test, finalizzati al monitoraggio dei risultati ottenuti nel blocco iniziale.
Una ulteriore differenziazione viene proposta all’interno delle singole sedute di allenamento nelle tre fasi principali previste per Forza/Potenza, Volume e Endurance, per poter offrire a ogni individuo la possibilità di adattarsi ai diversi stimoli condizionanti più utili, nelle varie concatenazioni realizzabili, al benessere del proprio organismo e al proprio livello di prestazione.
A completamento dell’offerta didattica, viene incluso un esempio pratico di 15 settimane di allenamento e una ricca proposta di video e foto esplicativi dei warm up e degli esercizi contenuti nel manuale.
Allenamento della forza - Scienza e pratica è uno dei testi più importanti per gli addetti ai lavori e più conosciuti dagli specialisti del settore.
Questa seconda edizione italiana (dalla terza edizione USA Science and practice of strength training) è arricchita da un nuovo apparato grafico e da contenuti tecnici che rispecchiano lo stato dell’arte della scienza dell’allenamento, oltre a indicazioni precise e puntuali per l’applicazione sul campo dei concetti teorici presentati.
Il manuale affronta in maniera davvero competente e autorevole la complessità della programmazione dell’allenamento della forza, fornendo al contempo
approcci diretti per specifiche situazioni,
esigenze e circostanze, sempre spiegati in maniera esauriente e in dettaglio, per garantire al lettore la piena comprensione dei fondamenti scientifici dell’allenamento stesso.
Allenamento della forza - Scienza e pratica è suddiviso in tre parti:
la prima delle quali si focalizza sulle basi dell’allenamento della forza generale e di quella compito-atleta-specifica.
La seconda è dedicata ai metodi di allenamento della forza e della velocità, con approfondimenti su timing, prevenzione degli infortuni, sovrallenamento, monitoraggio dell’atleta, argomenti dei tre capitoli completamente nuovi che arricchiscono questa nuova edizione.
Infine, la terza parte offre ulteriori esempi di applicazione pratica sui singoli individui e per gruppi specifici quali donne, giovani e anziani. Il tutto attraverso esempi di programmi di lavoro che possono essere stilati, basandosi sui concetti espressi diffusamente nell’opera.
Lo storico team autoriale, formato da Vladimir Zatsiorsky e William Kraemer, vede ora la partecipazione di Andrew Fry: tre autori che hanno allenato oltre mille atleti di élite, olimpionici e campioni del mondo e che hanno voluto inserire una ricca bibliografia di approfondimento, per supportare il lettore nello sviluppo dell’apprendimento e della creazione di programmi di allenamento con matrice di originalità per superare finalmente il mito del “Programma valido per ogni stagione”.
Révolution marathon - Maratona, nuove prospettive di allenamento
Veronique Billat
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Corsa
ISBN: 9788860287144
PAGINE: 120
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In questo denso e curatissimo manuale la professoressa Veronique Billat ha trasferito, da importante cultrice della materia quale è, e avvalendosi della preziosa opera di traduzione, revisione tecnica e adattamento del collega Stefano Lazzer, eccellenti indicazioni per un allenamento minimalista alla maratona. Ciò attraverso una tipologia di programmazione adattabile ad ogni età e ad ogni livello di performance e soprattutto nel rispetto di impegni quotidiani, già molto vincolanti negli ambiti professionali e familiari.
Una proposta di elevata qualità che analizza i principali aspetti fisiologici che intervengono nella preparazione fisica per la maratona. Realizzando un’analisi delle metodologie dell’allenamento per la maratona, da quelle più tradizionali a quelle più recenti, con lo scopo di proporre al lettore delle novità scientifiche che gli consentano di migliorare le prestazioni, sia esso un assiduo praticante o semplicemente appassionato, che cerca una soluzione per rendere possibile il correre e completare una maratona.
Il secondo grande eserciziario per allenare la pallavolo
Mauro Marchetti, Maurizio Radice
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Esercitazioni
ISBN: 9788860287106
PAGINE: 256
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Con approccio sistemico ecologico dinamico in 502 esercizi
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Il nuovo eserciziario di Pallavolo di Mauro Marchetti e Maurizio Radice raccoglie 502 proposte operative fondate sui metodi di lavoro dei due Autori, ma anche di altri specialisti del settore, di tutti i livelli.
Argomenti più attuali e originali: la leadership situazionale, i nuovi principi di organizzazione dell’allenamento, feedback e rinforzi, potere del punteggio, progressione nell’insegnamento dei fondamentali. Una brevissima introduzione è doverosa per definire il sistema complesso costituito dalla pallavolo, pratica sportiva composta da molteplici aspetti connessi e interdipendenti tra di essi e che costituisce, appunto, un sistema non scomponibile e poco prevedibile nei suoi effetti.
Da qui l’adeguamento resosi necessario, come è avvenuto da qualche anno nel mondo dell’insegnamento-apprendimento, verso approcci metodologici nuovi, inevitabilmente più rispondenti alle evidenze scientifiche delle neuroscienze, con adattamenti concretizzatisi in un approccio sistemico-ecologico-dinamico secondo lo schema RPE.
In un gioco open skill come il volley la riproduzione del gesto non è infatti mai fine a sé stessa ma risposta a uno stimolo visivo da lettura (Read) che condiziona la scelta (Program) della reazione (Execute), reagire cioè in conseguenza di cosa è stato letto, riconosciuto e provocato.
Il tutto implica quindi non più un modo di allenare in maniera analitica e isolata dal contesto ma inserendo le abilità da apprendere all’interno delle varie fasi di gioco e di gara, con l’allenatore che ri-organizza l’allenamento creando modalità e interventi inediti per attivare nel cervello aspetti attentivi e motivazionali.
Ottimizzare il movimento nello sport - Lo sviluppo delle abilità motorie nell’approccio ecologico
Rob Gray
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ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860287069
PAGINE: 232
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Una ventata di rivoluzionaria novità quella di Gray nell’interpretazione delle modalità da adottare da parte di individui comuni e sportivi d’élite per perfezionare le proprie abilità motorie.
La pratica sportiva e lo stesso coaching ad essa connesso devono diventare più creativi e divertenti, dando agli atleti l’opportunità di esplorare e sostenere le proprie caratteristiche e la propria creatività. Infatti è tempo, secondo l’Autore, di allontanarsi dall’idea che si possa “imparare” attraverso una noiosa ripetizione di un’abilità in un ambiente di pratica simile, per quanto possibile, all’attività che si vuole perfezionare correndo attraverso le gomme, colpendo improbabili bersagli o dribblando conetti.
Questo libro permette di rivolgere uno sguardo interessato all’entusiasmante approccio alternativo su come impariamo a muoverci e sulle implicazioni che riguardano il coaching in merito alla fase di progettazione pratica, sullo sviluppo della possibilità di mantenere i bambini impegnati in una confacente attività sportiva e, a livelli più elevati, sulla prevenzione degli infortuni derivanti da sollecitazioni spinte, sullo sviluppo della tecnologia di allenamento e relativo utilizzo degli strumenti di analisi e molto altro ancora.
Semplificare per divertire, formare e allenare con la pallavolo
P. D'Aniello, G. Filomena, M. Ruscello
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Settore giovanile
ISBN: 9788860287021
PAGINE: 144
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Piccola guida pensata per chi si avvicina al volley S3 e alle attività motorie con i bambini
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Partendo dal progetto della FIPAV Volley S3, questo manuale pratico vuole illustrare ai neofiti che si avvicinano all’insegnamento di attività motorie, alcuni concetti fondamentali di teoria e metodologia dell’allenamento, secondo un’ottica di supporto all’inclusione sia scolastica che sportiva.
Pertanto, così come il Volley S3 ha stravolto la didattica dell’insegnamento che, tramite il gioco insegna i fondamentali della pallavolo, anche questo libro, illustrando il Volley S3, stimola a conoscere e ad approfondire i concetti base del movimento.<
A completare l’opera, una vasta mole di attività proposta sotto forma di giochi e un’appendice riservata al Sitting Volley.
Gli autori, Giulio Filomena, docente di scuola Secondaria di Primo grado e docente federale, Pasquale d’Aniello, docente di scuola Secondaria di Primo grado e allenatore della Nazionale italiana under 17/f e Michele Ruscello, Dirigente Scolastico e docente federale, da circa 40 anni collaborano con la FIPAV, organizzano e tengono corsi per allenatori.
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Yoga Anatomy
Leslie Kaminoff, Amy Matthews
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Yoga/Pilates
ISBN: 9788860287045
PAGINE: 336
86 posizioni con descrizione tecnica e analisi anatomica
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IN LINGUA ITALIANA - Terza edizione
Yoga anatomy è uno tra i libri sullo yoga più venduti al mondo; gli autori, Leslie Kaminoff e Amy Matthews, sono riconosciuti esperti internazionali e insegnanti di anatomia, respirazione e lavoro del corpo.
Con più di un milione di copie vendute in tutto il mondo, Yoga Anatomy è diventato, sin dalla sua prima edizione, una risorsa insostituibile per praticanti, appassionati e istruttori di yoga.
Ampliata e aggiornata, questa terza edizione fornisce una comprensione ancora più profonda dello yoga attraverso l’analisi delle strutture e dei principi alla base di ogni movimento. L’edizione attuale presenta nuovi contenuti per migliorare ulteriormente la pratica yoga:
si inizia con un capitolo completamente nuovo, sull’anatomia raccontata come una vera e propria storia.
I capitoli dedicati al sistema scheletrico e a quello muscolare sono stati aggiornati, mentre si è aggiunto un nuovo capitolo dedicato al sistema nervoso e alle sue principali funzioni.
I capitoli incentrati su respirazione e sulla colonna vertebrale contengono importanti interventi aggiuntivi per consentire una visione più approfondita dell’anatomia specifica, dei danni che può subire la colonna e dell’eziologia del mal di schiena. Inoltre, sono presenti box di approfondimento con indicazioni su come poter guidare al meglio gli allievi al raggiungimento delle asana.
La maggiore novità di quest’ultima edizione risiede principalmente nelle immagini, completamente ridisegnate e stilizzate per una rappresentazione di immediata comprensione dell’allineamento da raggiungere, coadiuvate da una sezione testuale dedicata alla respirazione e alla sua connessione stretta con il movimento.
Le asana sono classificate in sei sezioni:
in piedi,
sedute,
in ginocchio,
supine,
prone
e sulle braccia.
Gli Autori, Leslie Kaminoff e Amy Matthews, entrambi professionisti yoga di fama internazionale, con questo manuale offrono una solida base fondata sui principi della pratica yoga, che accomuna molte correnti di questa disciplina.
Yoga Anatomy si rivela un punto di riferimento eccellente per chi si avvicina allo yoga, per chi lo pratica da tempo, ma anche per gli insegnanti, grazie alla capacità degli Autori di illuminare ogni movimento con una luce nuova e originale.
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Come impariamo a muoverci. L’apprendimento delle abilità motorie nell’approccio ecologico
Rob Gray
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860287076
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In questo manuale di grande impatto e diffusione vengono analizzati gli evidence-based principles, i principi di base che regolano l’apprendimento e il coaching del movimento ottimale, attraverso il controllo dei meccanismi di acquisizione delle competenze tecniche nei vari sport: di fatto, una teoria estremamente innovativa rispetto alle modalità più diffuse di allenare e praticare le abilità sportive.
L’Autore si impegna a fornire adeguate risposte ad altrettanti quesiti sul passaggio che avviene dalle normali competenze alla padronanza del gesto sportivo per gli alti livelli, sul rendere economico ed efficiente il movimento derivante dall’insieme di “molte parti anatomiche in movimento”, sul riuscire ad eseguire con calma il gesto imprevisto come se fosse del tutto usuale. A leggere poi le situazioni agonistiche con la capacità di applicare l’opzione migliore disponibile e a rimediare alle fragilità insite nei processi esecutivi, rispondendo con atteggiamenti anti-fragili alle sfide proposte dalla competizione.
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Basi metodologiche per l'allenamento nello sport
Renato Manno
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L’Autore espone con uno stile comprensibilissimo un excursus completo ed estremamente ben documentato sugli aspetti dell’allenamento sportivo: dall’insegnamento all’organizzazione, dalla valutazione della prestazione in rapporto all’attività allenante all’esame delle capacità forza, resistenza, velocità, coordinazione, abilità motorie. Aggiornatissimi i capitoli dedicati all’apprendimento delle tecniche nello sport, alla preparazione giovanile, all’esercizio fisico per Master e maturi.
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Di grande utilità didattica sono la sintesi introduttiva presente in ciascun capitolo sugli argomenti trattati, i sommari e le schede di autovalutazione e le ricchissime bibliografie.
Traspaiono con chiarezza nelle varie descrizioni le esperienze maturate da Renato Manno come insegnante e conferenziere e veramente notevoli risultano i richiami e le citazioni di ricerche ormai classiche e fondamentali e di altre recentissime ed importanti per obiettivi e originalità.
Allenamento pliometrico. Evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Italo Sannicandro - Giacomo Cofano
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860287038
PAGINE: 148
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Il testo affronta l’analisi dei presupposti funzionali alla base dell’allenamento pliometrico, definendone il concetto e descrivendo i fattori fisiologici coinvolti.
Il crescente interesse da parte della comunità scientifica sui metodi di allenamento della forza, e sul metodo pliometrico in particolare, ha determinato una mole rilevante di studi applicativi che gli Autori hanno classificato e riassunto nel testo.
Il corredo di riferimenti bibliografici a supporto di ogni capitolo è al tempo stesso un indicatore della complessità del tema ed un elemento che impreziosisce il carattere scientifico dell’opera.
Questo approccio ha condotto gli Autori a evidenziare i contributi presenti in letteratura che hanno descritto con maggiore puntualità e rigore metodologico i vantaggi prestativi derivanti dall’allenamento pliometrico: questa parte del testo è stata completata da un numero consistente di programmi verificati e controllati nei training study analizzati.
Lo sguardo è stato principalmente rivolto ai giochi sportivi, ma alcune parti ed alcune proposte assumono una rilevanza metodologica decisamente più trasversale in ambito sportivo e motorio.
Il testo soddisfa l’interesse ed i bisogni formativi sia degli studenti e dei laureati in Scienze della attività motorie e sportive, sia dei preparatori atletici delle diverse discipline sportive che cercano di applicare i principi metodologici dell’allenamento pliometrico, basandosi sulle evidenze scientifiche più recenti ed aggiornate.
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Questa è una storia appassionata e passionale, con il piccolo d’uomo che cresce e per crescere ha bisogno di giocare. Giocare muovendosi in modo vigoroso, intelligente e creativo, insieme agli altri.
Il diritto al gioco sta a cuore ai numerosi autori di questa storia, che prende forma in 70 giochi di movimento e nelle loro innumerevoli varianti. Essa offre, con parole e immagini, un metodo originale al cui centro c’è il bambino attivo.
Il libro traccia una nuova via, tutta lastricata di giochi: una via che non può esaurirsi in questo manuale, perché essa è anche la strada obbligata di tutti coloro che, a diverso titolo, educano i bambini alla vita: insegnanti, genitori, educatori sportivi. Perciò questo manuale era ovvio che non restasse isolato e fosse invece il naturale capostipite di una (per ora) trilogia in cui Joy of moving si estende alla famiglia (Joy of moving Family) e poi abbraccia l’intero mondo dell’avviamento allo sport (Joy of moving Multisport).
In un decennio, la validità del metodo Joy of moving, che anima quest’opera, è stata confermata da una serie di ricerche scientifiche. Dalla sua prima edizione, l’opera ha mantenuto la sua identità e la sua essenza, ma si è rinnovata per fare spazio a nuove teorie ed evidenze scientifiche che ne avvalorano l’innovatività per educare attraverso il movimento e contribuire allo sviluppo olistico del bambino.
Quest’opera è stata creata per far giocare i bambini, quindi è ricca di giochi. Ma non si limita a offrirne una valigia piena: consente di comprendere anche quale sia la logica di questi giochi, inventati o reinventati per dare al lettore le chiavi del movimento. Perché non si perda nei meandri delle oltre 600 pagine dell’opera, gli viene consegnato un filo di Arianna che lo condurrà, insieme ai bambini, a essere autonomo interprete del gioco, del gioco per la vita.
Il volume è composto da due parti complementari, ricche di ponti che le collegano, contaminando la teoria con la pratica e la pratica con la teoria.
La prima parte, arricchita ed aggiornata in questa nuova edizione, tratteggia un metodo educativo che nella seconda parte trova la sua esemplificazione. Le immagini dei video collegati a ciascun gioco danno con immediatezza l’idea di come queste attività siano realizzabili con gioia e chiamino tutti dentro a giocare!
La maggior parte dei giochi originari sono stati mantenuti; ad essi ne sono stati aggiunti altri per arricchire le proposte, sempre più necessarie, per nutrire il bambino di competenze per la vita.
Gli Autori hanno scelto di donare i diritti d’autore a L’Amaca Onlus (www.amacaonlus.org), associazione che promuove progetti di aiuto concreto di sviluppo in Italia e in Africa, e ad APEA - Acción Por una Educación Activa, associazione boliviana senza di fini di lucro per la promozione e la difesa dei diritti di bambini e giovani attraverso attività ludico-sportive.
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The document is a position statement from the National Strength and Conditioning Association on weightlifting for sports performance. It discusses how weightlifting can improve athletic performance through increased muscle strength, power, and rate of force development. Weightlifting exercises like the clean and snatch recruit more muscle fibers and activate the nervous system differently than other forms of resistance training. The statement recommends incorporating weightlifting exercises into training programs for athletes in many sports to help enhance performance.
L'allenamento ottimale
Juergen Weineck
ANNO EDIZIONE: 2023
GENERE: libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860286970
PAGINE: 920
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Una teoria dell’allenamento basata sui principi della fisiologia del movimento, con particolare riferimento all’allenamento infantile e giovanile
L’allenamento ottimale di Juergen Weineck è il classico per eccellenza della teoria e scienza dell’allenamento e, da oltre quattro decenni, rappresenta uno dei principali testi di riferimento sulla materia, in tutta Europa e non solo.
Le varie edizioni del trattato sono state rese in più di quindici lingue e questa terza edizione italiana (sulla diciassettesima edizione originale) rimarrà certamente ancora per anni un cardine essenziale della letteratura specialistica internazionale.
Il lettore troverà, dettagliatamente esposti e doviziosamente collegati alla produzione scientifica mondiale, davvero i più recenti e, ad oggi, ancora insuperati sviluppi della scienza dell'allenamento, e, avvalendosi dell’orientamento pratico dell’opera, avrà la possibilità di applicare, facilmente e direttamente, i progressi scientifici alla pratica quotidiana di allenamento ed esercizio.
Juergen Weineck ha riversato e assai ben illustrato e descritto le diverse metodologie di allenamento utilizzate nel mondo e la loro efficace concreta applicazione, con focus sui fondamenti e sui collegamenti medici e fisiologici della prestazione. Un’attenzione particolare è stata dedicata ai problemi specifici dell'allenamento di resistenza e dell'allenabilità in generale nel contesto della formazione motoria e dell'allenamento per bambini e per giovani.
L'autore, partendo dall’allenamento delle principali capacità che caratterizzano il movimento umano (resistenza, forza, velocità, mobilità articolare, capacità coordinative) e da alcuni fattori specifici della prestazione, offre una quantità immensa di suggerimenti sull’ottimizzazione dell’allenamento sportivo, rivolti ad
allenatori,
medici sportivi,
insegnanti di educazione fisica,
studenti alla ricerca di materiali idonei per il completamento della loro preparazione, anche rivolta all’implementazione di conoscenze relative all’allenamento fisico personalizzato e al movimento mirato alla salute di atleti dilettanti e professionisti.
Punto di forza dell’opera rimane la chiarezza espositiva che contraddistingue ogni aspetto dell’enorme campo tematico preso in considerazione dall’autore: tutto ciò grazie alle competenze di Weineck, che è stato medico, ex atleta di alto livello, insegnante dotato di uno stile di esposizione essenziale e conciso, sempre affiancato da una copiosa iconografia, realizzata con illustrazioni e tabelle originali, che chiariscono, mettono in risalto e completano i contenuti del volume.
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Calcio che passione! 100 campionati di serie A
Giordano Dal Monte
ANNO EDIZIONE: 2023
GENERE: Libro
CATEGORIE: Storie di sport
ISBN: 9788860287007
PAGINE: 432
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Sintesi storica, stagione per stagione, dalle fonti giornalistiche e televisive
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Nella vasta, attuale disponibilità di dati informatici – che rende ogni ricostruzione parziale e non priva di errori – e nella pluralità di voci che hanno raccontato il calcio a partire dalle proprie esperienze, il grande impegno di Giordano Dalmonte è quello di aver lavorato sulle fonti giornalistiche originali e sui contributi audio e video di un secolo, per una resa narrativa sintetica ma di grande accuratezza di ben 100 anni di quel grande e coinvolgente evento collettivo che è, da sempre, il Campionato di Serie A.
L’effetto sulle varie generazioni risulta molto diversificato, con motivi di semplice ricostruzione storica per i più giovani, di nostalgica reimmersione in atmosfere già vissute per i meno giovani: trasversale a tutte le età è invece la i scoperta di centinaia di aneddoti e di episodi che costituiscono a tutt’oggi il seme antico di rivalità storiche, del proliferare di tradizioni consolidate e di richiami alla memoria di tanti personaggi che hanno dato molto al calcio e di cui oggi permane un piacevole ricordo.
Un libro fruibile e leggibile per sezioni e periodi storici che, pur senza un unico preciso motivo di coinvolgimento, risponde alle esigenze di chi può considerarsi parte integrante di un ideale movimento: “Calcio, che passione”!
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Il metodo masterball per l'avviamento alla pallavolo. Attraverso lo sviluppo cognitivo-motorio tra gli 8 e i 12 anni con l'attrezzo palla
Carmelo Pittera, Enzo Tarascio, Umberto Boemo
ANNO EDIZIONE: 2023
Libro, 290 pagine
ISBN: 9788860286925
.È la prima proposta di una collana di pubblicazioni che si basano sul cognitivismo e sulle intuizioni di Carmelo Pittera elaborate assieme al Dott. Massimo Sciuto, Vincenzo Tarascio, Agustin Ganly e Umberto Boemo per il sistema educativo Psi.Co.M. (psico-cognitivo-motorio).
L’obiettivo è lo sviluppo cognitivo-motorio di giovani di età compresa tra 8 e 12 anni, utilizzando l’attrezzo-palla. Il metodo di apprendimento è semplice e fruibile da bambini e ragazzi ed è basato sullo sfruttamento “delle nuove opportunità trasversali che possano migliorare qualsiasi gesto in funzione del movimento con il quale lo percepiamo, lontano o vicino, a seconda delle abilità inserite nel proprio scaffale esperenziale” (dalla presentazione di Andrea Lucchetta).
Ne nasce una implementazione delle opportunità di accrescimento del bagaglio individuale e di acquisizioni motorie importanti da estrarre all’occorrenza per eseguire correttamente il gesto sportivo ed anche ovviamente la gestualità quotidiana.
Alle premesse teorico-pratiche per gli istruttori sui collegamenti neuro-funzionali e sulle posture, fanno seguito le descrizioni di cinque procedimenti didattico-metodologici della struttura delle Unità di Educazione Modulare e delle modalità di valutazione con l’attrezzo-palla.
La parte pratica è costituita da ben 32 Unità Educative Modulari (U.E.M.) più altre 8 U.E.M.-Allievo-Istruttore con indicazioni accurate sugli obiettivi, descrizione della successione dei compiti motori, arricchite di consigli per gli istruttori e splendidamente illustrate con disegni e tavole iconografiche originali di Umberto Boemo.
Il manuale è di grande utilità e di ampliamento di prospettive per educatori, insegnanti, istruttori sportivi e per tutti coloro che si occupano con professionalità dell’educazione motoria giovanile.
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1. La biologia dello sport è un settore di studio
specializzato interdisciplinare, che si basa sulle
scienze che studiano la conformazione e la strut-
tura (anatomia), le funzioni e i processi vitali
(fisiologia) del corpo umano, utilizzando le cono-
scenze della genetica, dell’igiene, della pedago-
gia dello sport, della medicina sportiva, della
teoria dell’allenamento, della sociologia dello
sport, come anche le esperienze che riguardano
le alterazioni e le patologie dell’apparato loco-
motorio (ortopedia) e le conoscenze sullo svilup-
po psicofisico e sull’invecchiamento (Geriatria/
Gerontologia).
Soprattutto la fisiologia dello sport si occupa,
in particolare, del funzionamento e delle presta-
zioni fornite dagli organi corporei durante lo
svolgimento dei carichi sportivi.
L’igiene dello sport comprende tutte quelle
misure che permettono di mantenere e promuo-
vere la salute nel campo dello sport.
La medicina dello sport – che si è sviluppata
partendo dalla traumatologia dello sport, che si
occupa del trattamento degli infortuni sportivi
acuti – come la biologia dello sport rappresenta
una scienza interdisciplinare ed è definibile come
il tentativo pratico e teorico della medicina:
• di analizzare come il movimento, l’allena-
mento e l’attività sportiva competitiva, ma
ovviamente anche la mancanza di movimen-
to, influiscono su soggetti sani e malati di
ogni età;
• di utilizzare i dati della prevenzione, della
terapia e della riabilitazione, come anche
dello stesso sport.
Nelle preoccupazioni della medicina sportiva tro-
viamo in primo piano la prevenzione delle patolo-
gie da carenza di movimento (malattia ipocineti-
ca).
Vi è una stretta interrelazione tra biologia dello
sport e medicina dello sport. In molti settori è
difficile separarle, oppure è possibile farlo solo se
si scende notevolmente nei dettagli. Il modo di
trattare la materia o i tentativi di definizione
della biologia dello sport spesso mostrano di
avere un punto di partenza quasi identico con
essa. La biologia dello sport, come la medicina
dello sport, cerca di esporre quale sia l’influsso
del movimento o dell’attività fisica sull’organi-
smo dell’uomo e di spiegare quali siano i mecca-
nismi che agiscono nel determinare i fattori
influenti che possono formare la capacità di pre-
stazione fisica o sportiva. Rispetto alla medicina
dello sport, però, la biologia dello sport – sebbe-
ne ne utilizzi i risultati – si occupa solo marginal-
mente dei metodi di misura che servono a deter-
minare la capacità di prestazione fisica o sporti-
va, come anche dei metodi di ricerca e delle
misure terapeutiche utilizzati dalla medicina
dello sport.
CAPITOLO 1 3
DEFINIZIONE DEL CONCETTO,
DEGLI SCOPI E DEI CONTENUTI
DELLA BIOLOGIA DELLO SPORT
E DELLE DISCIPLINE LIMITROFE
CAPITOLO 1
In termini molto generali, la biologia dello
sport può essere definita la scienza che studia
l’uomo in quanto essere vivente durante la sua
pratica sportiva.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:08 Page 3
2. Se si vuole trattare lo sport dal punto di vista
della biologia dello sport è necessario che – allo
scopo di esporre in modo preciso i singoli aspetti
dei temi che essa affronta – si chiariscano, defi-
nendoli, alcuni concetti rilevanti per lo sport in
questione. Come mette in risalto la tabella 1, lo
sport si presenta sotto forme diverse, che a loro
volta si manifestano tramite forme di azione e
settori di obiettivi diversi. La spiegazione attra-
verso la loro definizione dei concetti riportati
nella tabella 1 evidenzierà che, sotto l’aspetto
della biologia e della medicina dello sport, le
definizioni dei concetti della scienza dello sport
che sono sempre stati interpretati in senso lato,
talvolta sono soggetti ad una notevole limitazio-
ne alle sole caratteristiche rilevanti per queste
discipline.
Per permettere una migliore comprensione di
quanto esporremo, occorre, anzitutto chiarire il
concetto di sport, esponendo brevemente le
forme che esso assume.
Nel settore della scienza dello sport, il grande
numero di significati attribuiti al concetto di
sport nel linguaggio comune ne rende impossibi-
le una sua precisa delimitazione. La definizione
del concetto “sport” si basa non tanto su analisi
scientifiche delle sue dimensioni quanto sull’uso
quotidiano che ne viene fatto dal punto di vista
teorico, come anche su legami con formazioni
sociali, economiche, politiche e giuridiche, che si
sono sviluppati e tramandati storicamente e che
hanno portato al continuo cambiamento della
sua interpretazione.
Attività motorie e interazioni sociali sono le princi-
pali caratteristiche dello sport. Se le osserviamo
dal punto di vista teorico le azioni sportive in un
certo qual modo sono azioni “superflue”, nel
senso che non sono determinate da obblighi e esi-
genze della vita quotidiana o del lavoro. Ciò non
significa che non abbiano degli scopi, ma questi
ultimi non sono soggetti soltanto a considerazioni
di tipo utilitaristico (Röthig, Prohl 2003, 494).
Lo sport, se lo si osserva dal punto di vista della
biologia e della medicina dello sport, assume un
significato il cui contenuto cambia secondo le
forme d’azione e di manifestazione.
DEFINIZIONI GENERALI DEI CONCETTI4
DEFINIZIONE DEI CONCETTI
CHE RIGUARDANO LE FORME
DI MANIFESTAZIONE, LE FORME
DI AZIONE E I SETTORI
DEGLI OBIETTIVI DELLO SPORT
CAPITOLO 2
Forme di manifestazione Sport di massa, sport per la salute, sport per disabili, sport per gli anziani,
sport di prestazione, sport di prestazione elevata
Forme di azione Esercizi, allenamento, gara
Settore di obiettivi Miglioramento della salute e/o della prestazione sportiva grazie all’aumento
della capacità di e della disponibilità alla prestazione
Piacere di muoversi
Interazioni sociali
TABELLA 1 Forme di manifestazione, di azione e settori di obiettivi dello sport.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:08 Page 4
3. Per comprendere meglio gli effetti dell’attività
fisica o sportiva sull’organismo umano è assolu-
tamente importante conoscere i processi di adat-
tamento che vi si svolgono grazie ad essa.
DEFINIZIONE DEL CONCETTO
LE LEGGI BIOLOGICHE
Una delle leggi più importanti della natura è la
capacità che gli esseri viventi posseggono di
adattarsi alle diverse condizioni (stimoli) del-
l’ambiente.
Le interrelazioni tra forma e funzione dell’organi-
smo che si basano su leggi della natura rappre-
sentano i fondamenti biologici delle leggi dell’al-
lenamento. Già nel 1895 Roux attirò l’attenzione
su queste relazioni fondamentali:
Questa interdipendenza tra forma e funzione
dell’organo è illustrata nella figura 4. Senza que-
sta struttura funzionale interattiva, l’organismo
umano non avrebbe la possibilità di adattarsi ai
CAPITOLO 3 15
I PRINCIPI GENERALI
DEL FENOMENO
DELL’ADATTAMENTO
CAPITOLO 3
Nella biologia, per adattamento s’intende fon-
damentalmente quel processo attraverso il
quale l’organismo si adegua dal punto di vista
organico e funzionale alle richieste interne ed
esterne che gli vengono poste. Adattamento è
il riflesso delle reazioni interne dell’organismo,
l’acquisizione interna delle richieste che gli
vengono poste, che avviene secondo sue leggi
ed è diretto a migliorare le modalità con le
quali l’organismo risponde alle sollecitazioni
che esse inducono. In esso si concretizza lo
stato interno di una migliore capacità funzio-
nale; l’adattamento è riferibile a tutti i livelli
gerarchici dell’organismo. Adattamento e capa-
cità di adattamento fanno parte dell’evoluzio-
ne e rappresentano una importante caratteristi-
ca della vita. Gli adattamenti sono reversibili e
debbono essere riacquisiti continuamente
(Israel et al.1983, 141).
L’adattamento è la legge più importante ed
universale della vita.
La forma dell’organo determina la funzione,
che a sua volta sviluppa, forma e specializza
l’organo.
Funzione
Forma organica
Organo
Sistemi di organi
Organismo
FIGURA 4 I rapporti reciproci tra forma organica
e funzione.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:09 Page 15
4. Come si può rilevare dalla figura 2, la capacità di
prestazione sportiva dipende da una pluralità di
fattori che, entro i confini dell’espressione fisica
e psichica della prestazione, svolgono, in misura
tra loro diversa, un’azione limitante per la pre-
stazione stessa. Quali siano i confini della capa-
cità di prestazione, quindi, può essere esaminato
sotto aspetti diversi come, ad esempio, dal punto
di vista dell’apparato d’appoggio, di sostegno e
locomotorio, del sistema cardiopolmonare e
metabolico (ad esempio, negli sport di resisten-
za), del sistema coordinativo (ad esempio, negli
sport cosiddetti tecnico-compositori) e della
genetica (cfr. Fröhner 2000, 18 e segg.; Neu-
mann, Berbalk 2000, 24 e segg.; Hollmann,
Mader 2000, 11 e segg.; Knoll, Knoll, Köthe
2000, 33 e segg.; Mester, Perl 2000, 43 e segg.;
Sergijenko 2000, 40).
Oltre che dai fattori che abbiamo già citato, la
misura dell’adattamento è notevolmente influen-
zata dal tipo di sport praticato e dal talento (cfr.
pagina 415) verso di esso del quale si dispone.
Gli sport a indirizzo “unilaterale” – come alcuni
sport che sono “puramente” di resistenza, di
forza o di rapidità – in generale consentono una
realizzazione del genotipo maggiore che negli
sport “complessi”, nei quali la prestazione è
determinata da più fattori o caratteristiche. Per-
ciò, è possibile fornire dati precisi su quali siano i
limiti delle prestazioni sportive che si possono
ottenere solo per gli sport a indirizzo organico-
muscolare unilaterale, in quanto essi dipendono
soprattutto dal potenziale di allenabilità delle
singole forme di sollecitazione motoria.
CAPITOLO 4 25
ZONE LIMITE DELL’ADATTAMENTO
DELL’UOMO AD UN ALLENAMENTO
SPORTIVO DI PRESTAZIONE ELEVATA
CAPITOLO 4
Le percentuali di miglioramento che un sogget-
to non allenato può ottenere nelle principali
forme di sollecitazione motoria di tipo organi-
co-muscolare (condizionali) sono:
• per quanto riguarda la resistenza genera-
le aerobica dinamica (cfr. pagina 263) –
espressa dal massimo consumo di ossigeno
– circa il 40% (Hollmann, Hettinger 1980,
440);
• per quanto riguarda la resistenza locale
aerobica dinamica (cfr. pagina 257) da
oltre 100 fino a oltre il 1000%. Essa rappre-
senta la componente organico-muscolare
della prestazione umana più allenabile (Holl-
mann, Hettinger 1980, 346);
• per quanto riguarda la forza – intendendo
con essa la forza massima – il 40%, tenendo
conto del livello iniziale (Hollmann, Hettinger
1980, 246). Nel caso della forza, comunque,
occorre tenere conto del diverso livello ini-
ziale di forza dei singoli gruppi muscolari
nella vita di tutti i giorni (ad esempio, l’ele-
vato grado di allenabilità dei muscoli masti-
catori);
• per quanto riguarda la rapidità – tra tutti i
fattori fisici della prestazione siamo di fronte
alla capacità che è maggiormente determi-
nata da fattori genetici (Kovar 1976, 205) –
solo il 15-20% e in casi particolari anche di
meno (Hollmann, Hettinger 1980, 288).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:09 Page 25
5. NOZIONI GENERALI
SULLA STRUTTURA,
IL FUNZIONAMENTO
E IL METABOLISMO
DELLA MUSCOLATURA
Per potere comprendere quali siano gli effetti
specifici degli stimoli prodotti dal carico e dall’al-
lenamento sul sistema neuromuscolare ed ener-
getico che saranno oggetto della successiva
esposizione (cfr. pagina 253) delle forme princi-
pali di sollecitazione motoria, illustreremo sinte-
ticamente le basi anatomo-fisiologiche di ambe-
due i sistemi. Per questa ragione, dapprima spie-
gheremo le caratteristiche strutturali e funzionali
della cellula o della cellula muscolare e poi esse
saranno discusse dal punto vista del metaboli-
smo cellulare o muscolare, così importante per la
comprensione dei metodi di allenamento che
saranno poi applicati.
Alla fine, si esporranno le modalità di funziona-
mento dell’interazione neuromuscolare e i mec-
canismi di regolazione del controllo dei movi-
menti.
STRUTTURA DELLE CELLULE
E DEI MUSCOLI –
FUNZIONE DELLE COMPONENTI
SUBCELLULARI
L’organismo umano è composto da circa 100
bilioni di cellule, che si differenziano per gran-
dezza e forma a seconda della loro funzione. La
figura 11 fornisce un quadro generale dei molte-
plici elementi strutturali di una cellula.
Dal punto di vista energetico, ogni stimolo provo-
cato da un carico interessa la cellula, nel nostro
caso la cellula del muscolo; in questa nostra espo-
sizione semplificata, il sistema circolatorio rappre-
senta solo un meccanismo ausiliario, che deve
soddisfare le necessità del metabolismo cellulare
per quanto riguarda il rifornimento di ossigeno e
di substrati, come anche la rimozione dei prodotti
intermedi e finali di tale metabolismo.
Qui di seguito tratteremo approfonditamente solo
le componenti subcellulari che sono funzional-
mente più importanti per l’allenamento sportivo.
Come messo in evidenza nella figura 12, la cellula
è avvolta da una membrana cellulare (che nella
fibra muscolare corrisponde al sarcolemma). La
sua permeabilità agli elettroliti e alle sostanze
organiche, la sua capacità di associazione con altre
cellule, indicano che la membrana cellulare è una
struttura biologica complessa, fortemente specia-
lizzata, nella quale sono localizzati i processi con-
nessi con l’attività di trasporto (ad esempio,
pompa del sodio e del potassio nella fase di ri-
polarizzazione della membrana cellulare dopo la
scomparsa [l’annullamento, NdC] di un potenziale
d’azione).
Alterazioni che interessino la membrana cellula-
re, ad esempio un aumento della sua permeabili-
tà, hanno conseguenze molto gravi per la capa-
cità funzionale della cellula.
Il citoplasma (plasma cellulare) rappresenta la
sostanza fondamentale e occupa circa il 70%
dello spazio cellulare. Il metaplasma – che nelle
cellule muscolari viene chiamato anche sarcopla-
sma –, gli organuli cellulari e le riserve cellulari
CAPITOLO 5 29
MUSCOLATURA
E ALLENAMENTO SPORTIVO
CAPITOLO 5
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:09 Page 29
6. Il sistema nervoso autonomo insieme al sistema
ormonale (cfr. pagina 237) rappresenta il secondo
sistema di comunicazione deputato allo scambio
d’informazioni tra i singoli organi del corpo. Esso
non è soggetto al controllo volontario nella stessa
misura del sistema nervoso somatico, sensomoto-
rio, per cui viene definito sistema nervoso auto-
nomo o vegetativo.
Il sistema nervoso autonomo permette l’adatta-
mento delle funzioni dell’organismo alle necessi-
tà del mondo esterno, in quanto adatta i processi
endogeni del corpo ai carichi esterni.
STRUTTURA E FUNZIONAMENTO
DEL SISTEMA NERVOSO
AUTONOMO
Il sistema nervoso autonomo si compone di tre
sistemi parziali, ovvero del sistema simpatico,
del sistema parasimpatico e del sistema ner-
voso viscerale.
Nella figura 38 sono rappresentate schematica-
mente l’andamento e la posizione dei sistemi
nervosi simpatico e parasimpatico.
IL SIMPATICO
La maggior parte dei gangli simpatici sono di-
sposti a coppia, paravertebralmente, a destra ed
a sinistra vicino alla colonna vertebrale. A questo
proposito si parla di tronco simpatico destro e
sinistro.
Gli organi effettori del simpatico sono rappre-
sentati dalle fibre muscolari lisce di tutti gli orga-
ni – come ad esempio, i vasi sanguigni, i visceri,
gli organi endocrini e sessuali, le pupille, ecc. –,
le fibre muscolari del miocardio ed una parte
delle ghiandole – come, ad esempio, quelle
sudoripare, le ghiandole salivari o quelle pepti-
che. Il simpatico svolge un’azione di stimolo su
questi sistemi di organi.
Inoltre il sistema simpatico innerva le cellule adi-
pose, le cellule epatiche, i tubuli renali e i tessuti
linfatici: timo, milza e linfonodi.
IL PARASIMPATICO
Il parasimpatico – chiamato anche nervo vago
– come già detto è l’opposto del simpatico e,
quindi, svolge un’azione inibitoria. Però, diversa-
mente dal simpatico, non innerva la muscolatura
liscia dei vasi delle arterie e delle vene e le
ghiandole sudoripare.
I SISTEMI DI ORGANI E L’ALLENAMENTO SPORTIVO56
IL SISTEMA NERVOSO
AUTONOMO
CAPITOLO 6
Il sistema nervoso autonomo serve la muscola-
tura liscia di tutti gli organi e sistemi di organi
come anche del cuore e delle diverse ghiando-
le. È estremamente importante per la regola-
zione delle funzioni respiratorie, del sistema cir-
colatorio, della digestione, del metabolismo,
dell’increzione ghiandolare, della temperatura
corporea e della riproduzione.
Il simpatico ed il parasimpatico svolgono funzioni
opposte e per lo più sono tra loro antagonisti, in
quanto uno svolge un’azione di stimolo, l’altro di
freno sull’azione dei diversi organi effettori.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:09 Page 56
7. Attività sportive regolari – soprattutto un allena-
mento della resistenza – provocano una predo-
minanza crescente del parasimpatico con un
“passaggio” al recupero, ad una maggiore eco-
nomia del metabolismo e ad un’inibizione psichi-
ca intesa come un aumento dell’equilibrio e
della “tranquillità interna”.
Parallelamente, i sistemi di organi stimolati dal
simpatico – tra gli altri il sistema ormonale con
le sue ghiandole che producono i cosiddetti
ormoni della “prestazione” (adrenalina, nora-
drenalina, ecc.) – attraverso adattamenti morfo-
logici (ipertrofia) e funzionali (maggiore econo-
mia di tutti i processi metabolici) aumentano le
loro capacità funzionali in direzione di un
aumento della capacità generale psicofisica di
prestazione.
I SISTEMI DI ORGANI E L’ALLENAMENTO SPORTIVO58
IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
E L’ALLENAMENTO SPORTIVO
CAPITOLO 7
Però, attenzione: l’applicazione cronica di sti-
moli eccessivi di allenamento – ad esempio, in
forma di superallenamento (pagina 627) – può
portare ad un’eccessiva prevalenza del simpa-
tico in condizioni di riposo e così ad un ecces-
so di sollecitazione della capacità di adatta-
mento dell’organismo. Ne sono sintomi tipici
l’ipereccitabilità, l’aggressività, l’insonnia, l’au-
mento della frequenza cardiaca, ecc.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:09 Page 58
8. LE BASI ANATOMO-FISIOLOGICHE
DELLA STRUTTURA
E DELLA FUNZIONE DEL SISTEMA
FUNZIONALE NEUROMUSCOLARE
O DELLA MOTRICITÀ SPORTIVA
PRINCIPI GENERALI SUL CERVELLO
Il cervello è la sede della coscienza. Finora, le affer-
mazioni che si possono fare riguardo ai presuppo-
sti funzionali e strutturali della coscienza umana
sono insufficienti. Dal punto di vista funzionale, la
coscienza presuppone un livello medio di attività
delle strutture nervose centrali interessate. Un’atti-
vità nervosa troppo scarsa, come in stato di narco-
si o di coma, od eccessiva come nel caso dell’epi-
lessia o dell’elettroschock, non sono compatibili
con uno stato di coscienza. Dal punto di vista
strutturale, sicuramente, sembra che la coscienza
sia possibile solo grazie all’interazione tra le strut-
ture corticali e quelle subcorticali. Da sola ognuna
di queste strutture è incapace di dare vita alla
coscienza (cfr. Schmidt, Thews 1987, 156).
La corteccia cerebrale consiste in uno strato di
tessuto nervoso che presenta numerose pieghe e
circonvoluzioni, che – secondo la zona del cervello
– presenta uno spessore da 1,3 a circa 4,5 mm e
forma l’involucro esterno dei due emisferi cere-
brali. Se fosse distesa, la corteccia cerebrale copri-
rebbe una superficie di circa 2200 cm2, che corri-
sponde ad un quadrato di 47x47 cm (cfr. Hubel,
Wiesel 1983, 123; Schmidt, Thews 1987, 135).
Nella corteccia si alternano strati che contengo-
no preminentemente neuroni con altri strati per-
corsi soprattutto da assoni. Secondo la forma
delle cellule, si distinguono sei strati alcuni dei
quali si suddividono in due o più sottostrati.
Il peso del cervello di un uomo sano va da 1000 a
2230 grammi e in media è di 1330 grammi (cfr.
Haaf 1987, 38). Il cervello della donna, in media,
anche se è del 10% inferiore rispetto a quello
dell’uomo, possiede un numero di neuroni para-
gonabile in quanto la loro densità è maggiore
che negli uomini (cfr. Witelson 1995, 3). Però, nel
corso della vita, secondo le relative attività cere-
brali, il peso del cervello cambia a causa di cam-
biamenti infrastrutturali specifici (processi cosid-
detti di germinazione e di formazione di nuove
connessioni). Perciò l’attività – ad esempio anche
l’attività sportiva – o l’inattività cerebrale, come
quella muscolare, si riflette in un’ipertrofia o in
una atrofia funzionale e morfologica (cfr. Stockin-
ger 1995, 116).
Il cervello è uno dei più grandi consumatori di
energia del corpo umano, che si esprime nella
sua intensa irrorazione sanguigna e nel suo ele-
vato bisogno di ossigeno. Sebbene il peso del
cervello umano sia solo il 2% del peso corporeo,
CAPITOLO 8 59
IL SISTEMA NERVOSO
CENTRALE
CAPITOLO 8
Il cervello rappresenta un sistema di controllo
dell’intero organismo dell’uomo, nel quale sono
integrati parallelamente elementi funzionali,
come istinti ed emozioni, diverse prestazioni
mentali (ad esempio, memoria di lavoro, memo-
ria a breve, medio e lungo termine) e la capacità
di analizzare, riconoscere, sintetizzare nonché
quella di produzione creativa. La capacità di ana-
lisi e di sintesi, l’originalità e le capacità mnemo-
niche sono riassunte nel concetto di “intelligen-
za” (cfr. Hollmann et al. 1993, 479).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:09 Page 59
9. Il sistema cardiocircolatorio fonde tutti gli organi
del corpo in un’unità funzionale. Il suo compito
principale è rifornire i bilioni di cellule dei diversi
tessuti del corpo di sostanze metaboliche, di
ormoni, di vitamine, di ossigeno, e rimuovere i
prodotti finali del metabolismo.
In questo sistema, il cuore rappresenta la forza
motrice per la circolazione del sangue; il sangue
rappresenta il mezzo di trasporto, il sistema
vascolare le vie di trasporto. I vasi nei quali il
sangue è trasportato via dal cuore sono le arte-
rie, mentre le vene sono i vasi nei quali il san-
gue viene trasportato nel cuore. In generale, le
arterie trasportano sangue (arterioso) ricco di
ossigeno, le vene sangue (venoso) povero di
ossigeno. Fanno eccezione le arterie polmonari
che trasportano sangue venoso e le vene polmo-
nari che trasportano sangue arterioso.
Il sistema circolatorio può essere suddiviso in
una circolazione sistemica o grande circolazione
e in una circolazione polmonare o piccola circo-
lazione. I due sistemi a forma di otto sono inseri-
ti uno dopo l’altro e al loro centro troviamo il
cuore, che – con la sua attività simile a quella di
una pompa – tramite le arterie trasporta il san-
gue agli organi che lo utilizzano.
La circolazione sistemica – deputata al riforni-
mento di tutti gli organi del corpo – inizia nel
ventricolo sinistro e termina nell’atrio destro del
cuore.
La circolazione polmonare inizia nel ventricolo
destro e termina nell’atrio sinistro e serve allo
scambio gassoso: il sangue ricco di anidride car-
bonica è trasportato attraverso le arterie polmo-
nari ai polmoni dove, grazie a processi di diffu-
sione (cfr. pagina 151), è trasformato in sangue
ricco di ossigeno che attraverso le vene polmo-
nari viene condotto nell’atrio sinistro del cuore.
Un sistema accessorio della circolazione sistemi-
ca è rappresentato dalla circolazione della
vena porta deputata al trasporto del sangue
venoso saturo di sostanze nutritive degli organi
della digestione al fegato attraverso la vena
porta. Il fegato rappresenta l’organo metabolico
del corpo. Assume un ruolo dominante nel meta-
bolismo degli zuccheri e si trova in stretto rap-
porto con il metabolismo dei grassi e delle pro-
teine. Inoltre, prende parte all’emopoiesi* e all’e-
molisi, come anche alla disintossicazione da
sostanze nocive, assunte attraverso il tratto
gastroenterico. Dopo avere lasciato il fegato,
attraverso le vene epatiche il sangue sfocia nella
vena cava inferiore e di qui nell’atrio destro.
Nella figura 78 è fornita una visione d’assieme
della circolazione sistemica, della circolazione
polmonare e di quella portale.
Il sistema formato dal cuore e dai vasi sanguigni
deve regolare la sua funzione di rifornimento e di
eliminazione dei prodotti finali del metabolismo
secondo i bisogni attuali, contingenti, dell’organi-
smo. Questo adattamento dinamico alle modifica-
zioni delle attività metaboliche del corpo avviene
grazie al cambiamento della funzione propulsiva
del cuore e ad una distribuzione del sangue a van-
I SISTEMI DI ORGANI E L’ALLENAMENTO SPORTIVO122
IL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO
E L’ALLENAMENTO SPORTIVO
CAPITOLO 10
* La parola emopoiesi o ematopoiesi si riferisce alla formazione e alla maturazione di tutti i tipi di cellule del sangue,
mentre per converso l’emolisi è il processo di distruzione dei globuli rossi (NdC).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:23 Page 122
10. BASI ANATOMICHE
E FISIOLOGICHE
DELLA STRUTTURA
E DELLA FUNZIONE
DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Nell’ambiente che ci circonda, è contenuta una
grande quantità di microrganismi infettivi come
virus, batteri, funghi e parassiti, differenti tra loro
per dimensioni, struttura, localizzazione e nocivi-
tà (cfr. Roitt 1993, 1). Per proteggersi da questi
agenti e per impedire danni patologici e mante-
nere il suo stato di immunità rispetto ad essi, il
corpo umano ha sviluppato un sistema molto
sofisticato di difesa.
Oltre alla difesa da questi agenti, tra i compiti del
sistema immunitario c’è anche quello del mante-
nimento dell’individualità dell’organismo e la
distinzione tra le sostanze che appartengono a
esso, (“self”, proprie) e quelle che gli sono estra-
nee (“non self”, estranee). Il sistema immunitario
rappresenta un organo distribuito in tutto l’orga-
nismo attraverso cellule ematiche bianche mobili,
i leucociti. In esse si distinguono i granulociti
(circa il 70%), i monociti/macrofagi (circa il 10%)
e i linfociti (circa il 20%) (cfr. Keller 1994, 53).
Queste cellule immunitarie lavorano o come ele-
menti mobili che “pattugliano” il corpo o come
elementi stazionari nei diversi organi e comunica-
no tra loro (a) attraverso il contatto diretto con
altre cellule immunitarie o degli organi e (b) attra-
verso le cosiddette “sostanze messaggere”, che
possono inviare i loro messaggi sia localmente,
ovvero in un organo, sia sistemicamente, ovvero
in tutto il corpo (Gabriel, Kindermann 1998, 4).
Per neutralizzare eventuali agenti patogeni, si
sono sviluppati diversi meccanismi, sintonizzati
tra loro, che si completano l’uno con l’altro. La
difesa immunitaria dell’organismo umano rap-
presenta quindi una difesa per gradi, che impedi-
sce agli agenti patogeni di penetrare o di inse-
diarsi nel corpo (cfr. Baenkler 1996, 3; Gabriel;
Kindermann 1998, 4). L’organismo umano deve
confrontarsi continuamente con un ambiente
ricco di microbi e si trova in uno stato d’equili-
brio, più o meno labile, tra salute e malattia.
Però, in determinate parti del corpo sono presen-
ti microrganismi speciali che sono necessari alla
vita (ad esempio, la flora intestinale).
I meccanismi di difesa dei quali dispone il corpo,
anzitutto servono all’eliminazione delle sostanze
estranee, penetrate dall’esterno. Nel caso di un
difetto nel comportamento del sistema immuni-
tario, a causa del quale costituenti proprie del-
l’organismo sono “scambiate” per agenti esterni
pericolosi, si possono produrre le cosiddette
malattie autoimmunitarie o autoimmuni (cfr.
Keller 1994, 12).
Questi meccanismi naturali di difesa – la capacità
di neutralizzare sostanze estranee penetrate nel
corpo o di formare diverse sostanze immunitarie è
geneticamente determinata – generalmente sono
in grado di agire contro un ampio spettro di
microrganismi. Quindi, sono aspecifici. Oltre ad
essi, però, esistono vari meccanismi di difesa,
molto specializzati, che sostengono la reazione
immunitaria specifica.
Per questa ragione, si distinguono un sistema
aspecifico e uno specifico di difesa immunitaria.
Comunque, sia le componenti ad azione specifica
CAPITOLO 11 177
SISTEMA IMMUNITARIO
E ALLENAMENTO SPORTIVO
CAPITOLO 11
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 177
11. Per mantenere le sue funzioni vitali (metaboli-
smo basale), e per la sua attività di rapporto con
l’ambiente in cui vive, l’organismo umano ha
continuamente bisogno di energia, che si garan-
tisce attraverso l’apporto di sostanze nutritive
ricche di energia (carboidrati, grassi, proteine)
assunte attraverso l’alimentazione.
La presenza di ossigeno rende possibile i proces-
si di combustione che forniscono energia all’or-
ganismo. Con l’ossidazione degli alimenti si pro-
ducono non solo energia, ma anche acqua e ani-
dride carbonica. L’assunzione di ossigeno e l’e-
missione di anidride carbonica sono al centro
dello scambio gassoso, che viene definito respi-
razione.
Si distinguono una respirazione interna e una
esterna. La respirazione esterna avviene
soprattutto attraverso i polmoni ed è caratteriz-
zata dall’assunzione di ossigeno e dall’elimina-
zione di anidride carbonica. La respirazione
interna – definita anche respirazione tissutale
o cellulare – comprende la captazione dell’ossi-
geno dal sangue nei tessuti e la cessione al san-
gue dell’anidride carbonica prodotta dal metabo-
lismo cellulare.
I polmoni, quindi, si trovano all’inizio e alla fine
di questo processo vitale, nel quale la circolazio-
ne del sangue svolge un ruolo di mediatore. Lo
scambio gassoso tra sangue e ambiente si svol-
ge, essenzialmente, nei polmoni e viene definito
respirazione polmonare. Lo scambio gassoso
attraverso la superficie della pelle – traspirazio-
ne cutanea – è invece scarso e ammonta solo a
circa l’1-2% della respirazione polmonare (Fin-
deisen, Linke, Pickenhain 1980, 136).
La respirazione polmonare, accanto alla arteria-
lizzazione del sangue venoso, attraverso la ces-
sione dell’anidride carbonica svolge un’altra
importante funzione nel mantenere costante l’e-
quilibrio acido-basico e, quindi, il valore del pH
dell’organismo.
LE BASI ANATOMICHE
E FISIOLOGICHE
DELLA STRUTTURA
E DELLA FUNZIONE
DEL SISTEMA RESPIRATORIO
Prima che l’aria arrivi nell’organo nel quale si
realizza lo scambio gassoso – il polmone con i
suoi alveoli – deve percorrere le vie respiratorie
(o aeree) che non partecipano alla vera e propria
respirazione (figura 132), e che sono distinte in
vie respiratorie superiori ed inferiori.
CAPITOLO 12 197
SISTEMA RESPIRATORIO
E ALLENAMENTO SPORTIVO
CAPITOLO 12
Per demolire le sostanze nutritive assunte
attraverso l’alimentazione e per la loro trasfor-
mazione in energia immediatamente utilizzabi-
le (ATP), l’uomo ha bisogno di ossigeno.
La quantità di aria ventilata quotidianamente
nella respirazione ammonta, secondo il livello
di attività fisica, da 10000 a 30000 litri.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 197
12. LE BASI GENERALI ANATOMICHE
E FISIOLOGICHE
Gli ormoni rappresentano sostanze attive di
importanza vitale per l’organismo, in quanto
regolano il metabolismo, il contenuto di acqua e
di elettroliti, la crescita, lo sviluppo e la funzione
sessuale.
In quanto sostanze attive, essi non partecipano
direttamente al metabolismo funzionale, ma
influiscono su speciali processi metabolici, agen-
do come induttori enzimatici o inibendo o favo-
rendo speciali sistemi di trasporto nelle membra-
ne cellulari. Come gli enzimi e le vitamine, gli
ormoni sono catalizzatori biologici, cioè agiscono
in piccolissime quantità e concentrazioni nel-
l’ambito cellulare (Findeisen, Linke, Pickenhain
1980, 198).
Si distinguono ormoni endocrini (ghiandolari) e
ormoni tissutali (istormoni).
Gli ormoni endocrini sono prodotti in determi-
nati organi endocrini (che cioè rilasciano la pro-
pria secrezione all'interno dei vasi sanguigni e
linfatici) anatomicamente circoscritti, mentre la
produzione degli istormoni non è limitata a
determinati organi.
Gli ormoni sono rilasciati prevalentemente nel
sangue, dove si trovano legati a proteine emati-
che e così sono protetti da una loro precoce eli-
minazione da parte dei reni.
Il livello delle sostanze attive ormonali è diretto
da un sistema di regolazione che è controllato
soprattutto per via nervosa. Un eccesso di ormo-
ni inibisce, mentre una loro carenza stimola la
produzione delle necessarie sostanze attive
(feedback umorale). Poiché anche quantità
minime di ormoni producono effetti notevoli, è
necessaria una straordinaria sintonia dell’attività
delle diverse ghiandole che producono ormoni.
Tanto più che la maggior parte delle ghiandole
endocrine dell’organismo non lavora isolatamen-
te, ma esse si trovano in interazione continua tra
loro – si parla, infatti, del cosiddetto concerto
ormonale – e, per questa ragione, anche mini-
me alterazioni della regolazione portano, a breve
o a lungo termine, a notevoli alterazioni dell’o-
meostasi e possono influire negativamente sulla
capacità funzionale dell’organismo.
LE DIVERSE GHIANDOLE
ENDOCRINE E I LORO
ORMONI – L’INFLUENZA
DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO
Qui di seguito tratteremo solo gli ormoni endo-
crini che sono particolarmente importanti per la
capacità di prestazione fisica e sportiva.
La figura 160 fornisce un quadro della localizza-
zione delle diverse ghiandole endocrine che sono
particolarmente importanti per la capacità di
prestazione fisica e sportiva.
CAPITOLO 14 237
ORMONI
E ALLENAMENTO SPORTIVO
CAPITOLO 14
Gli ormoni sono sostanze che svolgono una
funzione di regolazione, prodotte dall’organi-
smo, spesso in organi endocrini anatomica-
mente circoscritti (le ghiandole), dai quali per
via ematica raggiungono uno o più organi
effettori influenzandone, in modo caratteristico,
il metabolismo (Buddecke 1971, 296).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 237
13. Le principali forme di sollecitazione motoria
possono essere suddivise in due settori principa-
li. Si distinguono:
• le qualità prevalentemente organico-musco-
lari o condizionali (resistenza, forza, rapidi-
tà);
• le qualità prevalentemente coordinative
(mobilità articolare, destrezza).
Se si considera che tra i due settori di capacità vi
sono stretti rapporti reciproci – ciò riguarda
soprattutto la rapidità – questo tipo di suddivi-
sione può essere realizzato con un certo grado di
arbitrarietà. Essa però appare razionale, in quan-
to le capacità condizionali (ovvero, organico-
muscolari) si basano soprattutto su processi
energetici, quelle coordinative, prevalentemen-
te, su processi di controllo e regolazione di
natura nervosa centrale.
Nella pratica dello sport, le capacità condizionali
molto raramente si presentano in forma pura,
come, ad esempio nei sollevatori di pesi, in quan-
to rappresentanti (ed espressione) della forza
(massima), o nei maratoneti come rappresentanti
della resistenza (generale aerobica). Come mostra
la figura 170, generalmente, vi sono forme miste,
che si basano su presupposti anatomo-fisiologici
gradualmente diversi.
Per ragioni di migliore facilità espositiva, le diver-
se forme di sollecitazione motoria con le loro sot-
tocategorie saranno trattate isolatamente, ma, a
causa delle interrelazioni tra loro esistenti, sarà
impossibile evitare alcune sovrapposizioni.
CAPITOLO 15 253
OSSERVAZIONI PRELIMINARI
CAPITOLO 15
Resistenza
Resistenza alla forza Resistenza alla forza rapida Resistenza alla rapidità
Forza Forza rapida Rapidità
FIGURA 170 I rapporti reciproci tra i fattori fisici, ovvero organico-muscolari, della prestazione
Le capacità condizionali (organico-muscolari),
in generale, rappresentano la base materiale di
quelle coordinative.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 253
14. DEFINIZIONE DEL CONCETTO
Secondo Frey (1977, 351) la resistenza psichica,
comprende la capacità dell’atleta di riuscire a resi-
stere il più a lungo possibile ad uno stimolo che lo
indurrebbe ad interrompere uno sforzo, la resi-
stenza fisica la capacità di resistere alla fatica
dell’intero organismo o di suoi singoli sistemi.
TIPI DI RESISTENZA
Secondo come viene considerata, si possono
distinguere diversi tipi di forme di manifestazione
della resistenza. Così, dal punto di vista della per-
centuale della muscolatura impegnata, si distin-
guono una resistenza generale ed una locale; se
si considera l’aspetto della specificità dello sport,
una resistenza generale e una specifica (specia-
le); se, invece, si considera quello della trasforma-
zione dell’energia muscolare, una resistenza
aerobica ed una anaerobica; dal punto di vista
della durata temporale, esistono una resistenza di
breve, di media e di lunga durata; da quello delle
forme principali di sollecitazione motoria interes-
sate la resistenza alla forza, alla forza rapida e
alla rapidità.
La resistenza generale (muscolare) comprende
da un settimo ad un sesto dell’intera muscolatura
scheletrica – ad esempio, la muscolatura di un arto
inferiore rappresenta circa un sesto dell’intera
massa muscolare – ed è limitata soprattutto dal
sistema cardiocircolatorio e respiratorio (espresso
soprattutto dal massimo consumo d’ossigeno e
dall’utilizzazione periferica dell’ossigeno) (cfr. Gaisl
1979, 240).
Di conseguenza, la resistenza (muscolare) loca-
le prevede la partecipazione di meno di un sesto/
settimo dell’intera muscolatura e, oltre che dalla
resistenza generale, è determinata, in misura parti-
colare, dalla forza speciale, dalla capacità anaero-
bica e dalle forme di forza che sono limitate da
queste ultime, quali la resistenza alla rapidità, alla
forza ed alla forza rapida (cfr. figura 171 ed il testo
che l’accompagna), come dalla qualità della coor-
dinazione neuromuscolare (cioè dalla tecnica) spe-
cifica della disciplina (cfr. Haber, Pont 1977, 358).
Mentre la resistenza generale – caratterizzata dal-
l’aumento della capacità del sistema cardiocircola-
torio – può influenzare sotto molti aspetti la resi-
stenza locale limitandone il rendimento, ciò vale in
particolare per il rapido ristabilimento dopo il cari-
co – essa, in generale, non influisce sulla capacità
di prestazione della resistenza generale (ad esem-
pio, per quanto riguarda l’aumento di dimensioni
del cuore, ecc.).
Oltre ad una resistenza generale e ad una locale,
nella pratica dello sport, si usa parlare di resisten-
za generale e speciale. In questa contrapposizio-
ne antitetica, per resistenza generale, si deve inten-
dere una forma di resistenza, indipendente dallo
sport praticato – detta anche resistenza di base,
mentre per resistenza speciale, si intende una
forma di manifestazione specifica di questa capaci-
L’ALLENAMENTO DELLE PRINCIPALI FORME DI SOLLECITAZIONE MOTORIA254
L’ALLENAMENTO
DELLA RESISTENZA
CAPITOLO 16
In generale, per resistenza si intende la capaci-
tà psicofisica dell’atleta di opporsi all’affatica-
mento.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 254
15. DEFINIZIONE DEL CONCETTO
La formulazione di una definizione precisa di
“forza” che comprenda sia i suoi aspetti fisici sia
quelli psichici, rispetto alla definizione che ne
viene data dalla fisica, pone notevoli difficoltà, in
quanto i tipi di forza o di lavoro muscolare sono
estremamente vari e sono influenzati da nume-
rosi fattori.
Una definizione chiara e precisa del concetto di
forza è possibile solo se la si collega con le sue
tipologie di manifestazione che esporremo qui di
seguito.
TIPOLOGIE DI FORZA
Secondo la prospettiva dalla quale si considera, la
forza a seconda delle forme in cui si manifesta può
essere suddivisa in vari tipi (si parla, infatti, anche
se impropriamente, di vari tipi di forza). Così, in
base alla massa percentuale della muscolatura
impegnata, si distinguono una forza generale e
locale; secondo l’aspetto della specificità di
uno sport, una forza generale e una speciale; dal
punto di vista del regime di lavoro del muscolo,
una forza dinamica e una statica; secondo le
forme principali di sollecitazione motoria
coinvolte una forza massimale, una forza rapida (o
potenza) e una resistenza alla forza e per quanto
riguarda il rapporto con la massa corporea una
forza assoluta e una relativa.
Per forza generale s’intende, dunque, il livello
di forza sviluppato dai principali gruppi muscola-
ri, cioè dalla muscolatura del tronco e delle
estremità, mentre la forza locale si riferisce
all’impiego di singoli muscoli o gruppi muscolari.
Nella contrapposizione tra forza generale e
speciale, indipendentemente dallo sport pratica-
to, il concetto “generale” si riferisce alla forza
dei principali gruppi muscolari (vedi sopra). La
forza speciale, invece, si riferisce a quei gruppi
muscolari coinvolti in un processo motorio di
movimento che ne determinano il risultato. In
questo genere di forza, un ruolo importante è
svolto dagli aspetti coordinativi.
In certe condizioni spesso la forza locale e quel-
la speciale sono identiche.
Per lavoro muscolare dinamico – che può esse-
re suddiviso in positivo (superante o concentrico)
e negativo (cedente o eccentrico) – si intende un
lavoro muscolare nel quale il muscolo si contrae,
cioè si accorcia, o si distende, cioè si allunga, per
cui si produce una modificazione della sua lun-
ghezza. Nel lavoro muscolare statico (o isome-
trico) si sviluppa solo tensione (forza) senza che,
esternamente, si rilevino un accorciamento o un
allungamento visibili del muscolo.
Dal punto di vista della metodologia dell’allena-
mento, la forza dinamica è classificata in forza
massimale, forza rapida e resistenza alla
forza. Sebbene questa classificazione presenti
alcuni problemi a causa degli stretti rapporti esi-
stenti tra queste manifestazioni della forza, essa
corrisponde sommariamente all’impostazione del
carico prevalentemente praticata in allenamento
dagli atleti di forza massimale (ad esempio, i pesi-
sti), gli atleti di forza rapida (ad esempio, i saltatori
dell’atletica leggera) e quelli di resistenza alla
forza (ad esempio, i canottieri).
L’ALLENAMENTO DELLE PRINCIPALI FORME DI SOLLECITAZIONE MOTORIA280
L’ALLENAMENTO
DELLA FORZA
CAPITOLO 17
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 280
16. DEFINIZIONE DEL CONCETTO I VARI TIPI DI RAPIDITÀ
L’ALLENAMENTO DELLE PRINCIPALI FORME DI SOLLECITAZIONE MOTORIA314
L’ALLENAMENTO
DELLA RAPIDITÀ
CAPITOLO 18
“…nello sport, la rapidità è rappresentata dalla
capacità di raggiungere, in determinate condizio-
ni, la massima velocità possibile di reazione e di
movimento sulla base di processi cognitivi, della
massima forza di volontà e della funzionalità del
sistema neuro-muscolare” (Grosser 1991, 13).
La rapidità è una delle forme principali di solleci-
tazione motoria che, come la mobilità articolare,
può essere classificata sia tra le capacità organi-
co-muscolari (condizionali) sia anche tra le capa-
cità coordinative (cfr. Grosser 1991, 13; Martin,
Carl, Lehnerts 1991, 147; Weineck 2004, 377).
Rapidità motoria
Forme “pure”
di manifestazione
(con scarsa
componente
di forza)
Forme complesse
di manifestazione
(con elevata
componente di forza
o con esecuzione
di lunga durata)
Rapidità
di reazione
Semplice Discriminante
Reazione
Nei movimenti aciclici
Rapidità di azione
semplice1
Contro opposizione
elevata
Rapidità di forza/forza rapida3
Che si ripete
frequentemente
Continua,
che si mantiene a lungo
Resistenza
alla forza rapida4
Resistenza
massimale
alla rapidità5
Nei movimenti ciclici
Rapidità
di frequenza2
FIGURA 219 La rapidità motoria e le sue suddivisioni (forme di manifestazione, sottocategorie), sinonimi:
1. Rapidità di movimento, 2. Frequenza di movimento, coordinazione rapida, rapidità di base; 3. Capacità
di accelerazione, rapidità di scatto; 4. Resistenza all’accelerazione; 5. Resistenza agli scatti, resistenza alla rapidità
di frequenza; resistenza generale anaerobica di breve durata, resistenza alla rapidità di scatto, resistenza
alla velocità (secondo Schiffer 1993, 6).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 314
17. DEFINIZIONE DEL CONCETTO
Come sinonimo di mobilità articolare si utilizza,
in generale, il termine flessibilità, mentre arti-
colarità (che riguarda la struttura delle articola-
zioni) e capacità di allungamento, scioltezza
(che riguarda i muscoli, i tendini, i legamenti e
l’apparato delle capsule articolari) debbono
essere interpretati come componenti e, quindi,
concetti subordinati a quello di mobilità articola-
re (Frey 1977, 351).
TIPI DI MOBILITÀ
Si distingue tra mobilità articolare generale e
speciale, tra attiva e passiva e tra allungamento
autoregolato e allungamento regolato dall’ester-
no (cfr. Weineck 2007, 735).
Si parla di mobilità articolare generale quando
la mobilità dei principali sistemi articolari (artico-
lazioni delle spalle e delle anche, colonna verte-
brale, ecc.) si trova a un livello sufficiente di svi-
luppo. Si tratta, quindi, di un criterio relativo, in
quanto l’espressione della mobilità articolare
generale può essere più o meno maggiore, secon-
do il livello di sollecitazione (atleti di alto livello,
praticanti del tempo libero).
Si parla di mobilità articolare speciale quando
la mobilità si riferisce a una determinata articola-
zione. Così, ad esempio, un atleta delle corse ad
ostacoli dell’atletica leggera ha bisogno di una
notevole mobilità nell’articolazione delle anche,
un nuotatore a dorso di quella delle spalle, ecc.
Si definisce mobilità articolare attiva la maggio-
re escursione di movimento possibile in una artico-
lazione che l’atleta è in grado di realizzare, grazie
alla contrazione degli agonisti e al parallelo allun-
gamento degli antagonisti. In essa si distinguono,
ulteriormente, una mobilità attiva-statica e una
attiva-dinamica. Una forma particolare della
mobilità attiva-dinamica è rappresentata dalla
“dynamic flexibility” che è diretta a realizzare un
movimento “violento”: si pensi, ad esempio, al
movimento di “calcio” della gamba di slancio
nello stile a scavalcamento del salto in alto, per
aumentare le forze di accelerazione verticale. I
momenti coordinativi svolgono un ruolo importan-
te nella “dynamic flexibility”. Il compito motorio
può essere realizzato solo se, attraverso il controllo
corretto della tensione muscolare, i muscoli che
debbono essere estesi “cedono” quanto necessa-
rio e possono essere allungati.
Si definisce mobilità articolare passiva la
massima escursione di movimenti in una artico-
lazione che l’atleta riesce a raggiungere, grazie
L’ALLENAMENTO DELLE PRINCIPALI FORME DI SOLLECITAZIONE MOTORIA326
L’ALLENAMENTO
DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE
CAPITOLO 19
La mobilità articolare è quella capacità e quali-
tà dell’atleta che gli permette di eseguire movi-
menti di grande ampiezza, in una o più artico-
lazioni, autonomamente o grazie all’intervento
o al sostegno di forze esterne.
La mobilità articolare perciò deve essere defini-
ta una capacità motoria condizionata, almeno
parzialmente, dalla coordinazione.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 326
18. DEFINIZIONE DEL CONCETTO
I TIPI DI CAPACITÀ
COORDINATIVE
Secondo se le capacità coordinative si riferiscano
alla motricità globale o a quella fine (ad
esempio delle mani) si parla di destrezza – nella
teoria dell’allenamento questo concetto è consi-
derato sinonimo di capacità coordinative – o di
abilità motoria fine.
Se la sollecitazione coordinativa si riferisce a un
processo di movimento specifico di uno sport si
usa il concetto di tecnica. Secondo il modo di
considerarla, si distinguono tecniche riferite al
corpo e tecniche riferite all’attrezzo. La tecnica
riferita al corpo si riferisce a una esecuzione
ottimale dei movimenti di tutto il corpo e di sue
singole parti (mano, piede o tronco), che corri-
sponde alle leggi (ad esempio, rispetto delle leggi
biomeccaniche) o alle esigenze del rispettivo sport
(ad esempio, espressività, economia, ecc.). La tec-
nica riferita agli attrezzi si riferisce ad un con-
trollo specifico dell’attrezzo dello sport praticato
(ad esempio, tecnica con la palla, tecnica di lancio
del peso, del disco, del giavellotto, ecc.).
All’interno delle capacità coordinative, infine, si
distinguono quelle generali da quelle speciali.
Le capacità coordinative generali sono il risul-
tato di un’educazione motoria multilaterale. Si
manifestano quindi anche nei diversi campi della
vita quotidiana e dello sport, per cui grazie ad esse
è possibile risolvere in modo razionale e creativo
qualsiasi problema o compito motorio (cfr. anche
Harre, Deltow, Ritter citati da Raeder 1970, 69).
Le capacità coordinative speciali, invece, si for-
mano, prevalentemente, nell’ambito della rispetti-
va disciplina di gara e, secondo Ozolin (1952, 164)
sono caratterizzate dalla capacità di variazione
della tecnica dello sport considerato. Una caratte-
ristica delle capacità coordinative speciali è la
comparsa di tipiche costellazioni di complessi di
capacità, che vuole dire che, secondo la disciplina
sportiva praticata, determinati collegamenti tra
componenti con relazioni infrastrutturali di peso
specifico assumono una accentuata posizione di
preminenza.
Le singole capacità coordinative più importanti
sono riassunte nella figura 232. Sono considera-
te capacità coordinative di ordine superiore la
capacità di apprendimento motorio, quella di
controllo motorio e quella cosiddetta di adatta-
mento.
CAPITOLO 20 339
L’ALLENAMENTO
DELLE CAPACITÀ
DI COORDINAZIONE
CAPITOLO 20
Per coordinazione si deve intendere, in gene-
rale, l’interazione tra il sistema nervoso e la
muscolatura scheletrica, durante lo svolgimento
di un movimento diretto a uno scopo (cioè fina-
lizzato).
Le capacità coordinative sono capacità che,
come dice il loro stesso nome, sono determinate
primariamente dalla coordinazione, cioè da pro-
cessi di controllo e regolazione del movimento
(Hirtz 1981, 348). Esse pongono l’atleta in
grado di controllare azioni motorie in situazioni
prevedibili (stereotipate) e imprevedibili (adatta-
mento) in modo economico e sicuro e di appren-
dere movimenti sportivi con relativa rapidità
(Frey 1977, 356).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 339
19. Per potersi sviluppare in modo armonico e com-
pleto, i bambini e gli adolescenti hanno bisogno
di una sufficiente quantità di movimento. Questo
bisogno, generalmente, è regolato dal bambino
stesso attraverso il suo notevole impulso a
muoversi. La più elevata attività motoria del
bambino rispetto all’adulto deve essere attribui-
ta, da un lato, alla dominanza degli impulsi cere-
brali (specie del pallido) e, dall’altro, al fatto che
i bambini percepiscono soggettivamente gli sfor-
zi legati al movimento come minori rispetto agli
adulti (figura 239) (Bar-Or 1982, 27).
Poiché il movimento – che viene in parte note-
volmente limitato dall’educazione e dalla fre-
quenza scolastica (che costringe i ragazzi a man-
tenere a lungo la posizione seduta) – rappresen-
ta una necessità in età infantile e nell’adolescen-
za, l’attività fisica o sportiva debbono essere rac-
comandate senza riserve.
Come sarà chiarito da quanto andremo via via
esponendo, bambine e adolescenti non rappre-
sentano adulti in miniatura e l’allenamento nelle
attività sportive da loro praticate non è un “alle-
namento da adulti” ridotto.
Per questa ragione, l’esposizione generale delle
particolarità dell’età infantile e dell’adolescenza
determinate dallo sviluppo sarà preceduta da
una esposizione specifica delle caratteristiche
anatomiche, fisiologiche e psicologiche delle
varie fasce d’età.
CAPITOLO 21 355
LE BASI GENERALI
DI BIOLOGIA SPORTIVA
DELL’ETÀ INFANTILE E GIOVANILE
CAPITOLO 21
“Il bambino non è un adulto in miniatura e la
sua mentalità non soltanto quantitativamente,
ma anche qualitativamente si differenzia da
quella dell’adulto: per questa ragione, un bam-
bino non è soltanto più piccolo, ma anche
diverso.” (Claparède 1937).
10 30 50 70
Grandezza della sensazione
soggettiva di sforzo
Età (in anni)
FIGURA 239 Differenze nella percezione soggettiva
del carico, riferite alla massima frequenza cardiaca
(secondo Bar-Or 1982, 27).
Una delle ragioni essenziali delle differenze che
vi sono dal punto di vista della biologia dello
sport tra bambini, adolescenti e adulti è che i
primi si trovano ancora nella fase della cre-
scita, per cui dal punto di vista fisico, psichico
e psico-sociale vi sono numerosi cambiamenti
e particolarità dello sviluppo, che determinano
le relative conseguenze per l’attività fisica o
sportiva o la loro capacità di carico.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 355
20. L’ALLENAMENTO
DELLA RESISTENZA
NELL’ETÀ INFANTILE
E NELL’ADOLESCENZA
La capacità di prestazione di resistenza dei bam-
bini e degli adolescenti è notevole. Se la si consi-
dera da un punto di vista relativo, corrisponde a
quella degli adulti, le differenze riguardano solo i
valori assoluti (Buhl, Gürtler, Häcker 1983, 854).
La tesi della non completa funzionalità del cuore
e dei limiti funzionali dell’organismo infantile
attualmente non è più sostenibile. In nessuna
fase dello sviluppo si può riscontrare qualcosa di
simile nei bambini (Hollmann, Hettinger, Strüder
2000, 500). Come mostra la figura 256, durante
la crescita o l’allenamento, il cuore o le fibre
muscolari cardiache presentano uno sviluppo
armonico. Durante lo sviluppo, il numero delle
fibre muscolari cardiache resta lo stesso, le sin-
gole fibre diventano solo più lunghe e spesse. La
frequenza cardiaca diminuisce con l’allungarsi
delle fibre. Anche le cavità interne del cuore
aumentano, grazie all’ipertrofia da crescita o da
allenamento ed anche la gittata sistolica aumen-
ta. Per questa ragione, il lavoro cardiaco diventa
sempre più efficace ed economico.
GIOVENTÙ E SPORT374
LA CAPACITÀ DI PRESTAZIONE
E L’ALLENABILITÀ DELLE FORME
PRINCIPALI DI SOLLECITAZIONE
IN ETÀ INFANTILE E NELL’ADOLESCENZA
CAPITOLO 22
Malgrado alcune singole particolarità determi-
nate dall’età, nell’allenamento della resistenza
bambini e adolescenti mostrano gli stessi feno-
meni di adattamento degli adulti (Ilg, Köhler
1977, 915; Lennartz, Pohl 1977, 242; Köhler
1977, 606 e segg). Già in età infantile si pro-
ducono, dunque, fenomeni di adattamento
strutturale e funzionale di quegli organi e siste-
mi di organi, che sono principalmente respon-
sabili del mantenimento o della limitazione
delle prestazioni di resistenza.
Aumento di volume delle cavità cardiache
e ipertrofia delle fibre del muscolo cardiaco
prodotte dall’allenamento o dalla crescita
Cuore normale
300 g
Cuore sportivo
500 g
a b c
FIGURA 256 Rappresentazione schematica delle fibre
muscolari del cuore con i loro capillari nel corso
dello sviluppo: a) cuore di neonato; b) cuore di un
adulto; c) cuore sportivo (secondo Gauer, da Blasius
in Hollmann, Hettinger 1976, 135).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:24 Page 374
21. Secondo i rapporti reciproci, regolati dalle leggi
della natura, tra forma e funzione degli organi
– la forma dell’organo ne determina la funzione
e la funzione sviluppa la forma e specializza
l’organo (cfr. pagina 15) – gli stimoli motori
rappresentano un presupposto necessario allo
sviluppo o al mantenimento delle strutture del-
l’organismo. Soprattutto per i bambini e gli
adolescenti – che si trovano ancora nel periodo
della crescita – quelli motori rappresentano uno
stimolo formativo decisivo per uno sviluppo
sano e multilaterale di una capacità di presta-
zione fisica, che non resta senza ripercussioni
sulla integrazione psicologica e sociale del
bambino o dell’adolescente nella comunità dei
suoi coetanei. Il bambino che non sa giocare
bene a pallone, non sa pattinare, non sa andare
in bicicletta, ecc., come i suoi compagni di
gioco, diventa un peso per il gruppo che lo tra-
scurerà o lo rifiuterà (Hurlock 1972, 122; Dordel
1982, 107).
Se si considera che le dimensioni e la capacità
funzionale degli organi importanti per la capaci-
tà di prestazione dipende per il 60-75% da fatto-
ri genetici e per il 30-40% dalla quantità e dalla
qualità della sollecitazione specifica, solo attra-
verso adeguate sollecitazioni muscolari potrà
essere possibile realizzare completamente quelle
potenzialità di sviluppo che sono connaturate
all’organismo infantile o giovanile.
Se scarsamente sollecitato, ogni organismo reagi-
sce non solo con una diminuzione della capacità
di prestazione, con processi di atrofia, ma paralle-
lamente diventa più esposto alle malattie e viene
sempre più limitata l’ampiezza della sua capacità
di compensazione.Tutte le condizioni nelle quali vi
è una carenza di movimento rappresentano, quin-
di, un problema particolare soprattutto per l’orga-
nismo in via di accrescimento.
Alcuni rilevamenti statistici evidenziano in quale
misura proprio i bambini delle società industriali
ad elevato sviluppo tecnologico soffrano di feno-
meni legati alla carenza di movimento (ipocine-
si):
Soprattutto i bambini e gli adolescenti che abita-
no in case di dimensioni ristrette e indipendente-
mente da ciò dispongono di pochi spazi per gio-
care – i cittadini della RFT dispongono solo di 1
m2 per abitante di spazi dedicati al gioco (de
Marées 1981, 378) – nel loro tempo libero svi-
luppano precocemente un comportamento nega-
tivo per il loro sviluppo fisico e per la loro salute
in generale. Nella vita di tutti i giorni, invece di
periodi dedicati ad attività di movimento, preval-
CAPITOLO 23 391
L’IMPORTANZA DEL CARICO
FISICO O SPORTIVO COME NECESSARIO
STIMOLO PER LO SVILUPPO
DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI.
L’IMPORTANZA DELLA SCUOLA PER
UNA MIGLIORE EDUCAZIONE MOTORIA
CAPITOLO 23
Secondo le statistiche, il 50-65% di tutti gli allie-
vi e le allieve delle scuole di età da 8 a 18 anni
presentano debolezze o difetti del porta-
mento, oltre il 30% sono sovrappeso, nel 20-
25% dei soggetti si evidenziano una scarsa fun-
zionalità circolatoria o disturbi cardiocircolatori
(Hollmann, Hettinger 1980, 596; Wasmund-
Bodenstedt, Braun 1983, 16-18; Weineck,
Köstermeyer, Sönnichsen 1997, 5 e segg.; Hus-
sey, Bell, Bennett et al. 2007, 311; Fröhlich, Ger-
net, Susgin, Schmidt 2008, 115; Trost, Rosen-
kranz, Dzewaltowski 2008, 622).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 391
22. SPORT E MALATTIE INFETTIVE
Durante l’età infantile e nell’adolescenza sono
molto frequenti malattie infettive acute, come
raffreddori (infezioni catarrali), influenza, angina,
parotiti epidemiche (orecchioni), morbillo, roso-
lia, sinusiti, tonsilliti, ecc.
Nel periodo di convalescenza da queste
malattie, sarebbe opportuno evitare di sollecitare
eccessivamente il sistema cardiocircolatorio –
durante questo periodo si devono evitare carichi
di velocità e di resistenza – in quanto esiste il
pericolo che contemporaneamente sia presente
una miocardite (infiammazione del miocardio)
o di una endocardite (infiammazione dell’endo-
cardio). Si possono allenare la coordinazione e la
mobilità articolare e si deve allenare solo limita-
tamente la forza.
Anche nel caso di tonsilliti o sinusiti croniche
sono controindicati carichi di rapidità e di resi-
stenza, in quanto tonsille e cavità nasali rappre-
sentano focolai infettivi che possono provocare
altre malattie batteriche, pericolose soprattutto
per il cuore. Inoltre, l’organismo forma anticorpi
che, tra l’altro, aggrediscono il muscolo cardiaco.
TRAUMI DA SPORT SPECIFICI
DELL’ETÀ E TRAUMI GENERALI
DA SPORT – CAUSE E
MECCANISMI CHE LI PROVOCANO
Come è stato già ricordato, la sensibilità del tessu-
to è proporzionale alla sua velocità di accresci-
mento (legge di Mark-Jansen). Nel periodi di mag-
giore crescita, quindi, da un lato l’organismo è
allenabile in modo particolare e dall’altro esso è
particolarmente sensibile nei confronti di carichi
che vanno al di là della capacità individuale di
carico. Soprattutto nella fase della spinta puberale
– definita anche fase del secondo cambiamento
della figura – soprattutto le strutture dell’apparato
locomotorio passivo presentano particolarità che
le rendono più soggette a determinati traumi o
lesioni da sport.
Queste particolarità, da un lato, sono dovute al
fatto che le ossa degli adolescenti a causa del rela-
tivamente maggiore contenuto di materiale organi-
co molle (maggiore percentuale di collagene) sono
più flessibili, ma meno resistenti alla trazione e alla
pressione. Ciò porta a una minore capacità di cari-
co di tutto il sistema scheletrico. Così pure il tessu-
to dei tendini e dei legamenti, a causa della
debole formazione della sua struttura micellare e
dell’elevata percentuale di sostanza intercellula-
re, presenta una resistenza alla trazione che non
può essere paragonata a quella degli adulti.
GIOVENTÙ E SPORT400
I TIPICI PERICOLI PER
LA SALUTE DELLA PRATICA
SPORTIVA DI BAMBINI E ADOLESCENTI
CAPITOLO 24
L’attività sportiva o l’allenamento sportivo sono
un presupposto indispensabile sia per lo svilup-
po armonico dell’organismo dei bambini e
degli adolescenti, sia per la formazione di uno
stato stabile di salute (cfr. il capitolo preceden-
te). Malgrado ciò l’attività sportiva, se viene
superata la capacità di carico individuale oppu-
re insorgono malattie infettive, così frequenti in
età giovanile, rappresenta un fonte di pericoli
che possono condurre a danni a carico di un
organismo in via d’accrescimento o metterne a
serio rischio la salute.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 400
23. DEFINIZIONE DEL CONCETTO –
PRINCIPI GENERALI
Si può affermare che nei bambini e negli adole-
scenti, soprattutto negli ultimi cento anni, a causa
dei cambiamenti che si sono determinati nell’am-
biente e nelle condizioni di vita, si è sviluppata
una maggiore velocità nei processi di crescita e di
maturazione (Bormann, Reyher-Pauly 1970,
1154). Un fenomeno – quest’ultimo – definito
come accelerazione, un concetto utilizzato per la
prima volta da Koch (in Nöcker 1976, 275).
Si distinguono un’accelerazione cosiddetta seco-
lare e una definita individuale:
Il fenomeno dell’accelerazione può essere tratta-
to sotto l’aspetto morfologico, funzionale e psi-
chico (Kenntner 1983, 33). L’accelerazione
morfologica – che è quella che, generalmente,
viene messa in primo piano quando si tratta il
problema – riguarda la crescita delle dimensioni
del corpo, l’accelerazione funzionale compren-
de la maturazione fisica e l’accelerazione psi-
chica riguarda una anticipazione dei processi di
maturazione psichica e comportamentale.
Se lo sviluppo fisico, psichico e mentale presen-
tano la stessa velocità di quella media, si parla di
una accelerazione armonica o sincrona. Altri-
menti, si parla di accelerazione disarmonica o
asincrona. In uno sviluppo disarmonico o
asincrono, troviamo ritardi o accelerazioni
parziali, che riguardano talune caratteristiche
dello sviluppo che si presentano in parte prima e
in parte dopo e in parte normalmente rispetto
alla media (Kretschmer in Dietrich 1966, 14).
L’accelerazione secolare – un fenomeno che
interessa tutto il mondo – riguarda, in misura più
o meno maggiore, strati sociali diversi o gruppi
che vivono in ambienti diversi in misura più o
meno grande. Per quanto riguarda la statura, ad
esempio, i figli di insegnanti, impiegati e com-
mercianti sono interessati da una accelerazione
maggiore dei figli degli operai.
Come si può desumere dalla tabella 42, per
quanto riguarda la statura l’accelerazione seco-
lare è caratterizzata da più elevati valori iniziali
nelle diverse fasce d’età. La statura media degli
studenti nel giro di 60 anni è aumentata di 9 cm;
nel 1924 era di 171,4 cm, nel 1961 il valore
medio era di 175,8 cm e nel 1982 ha raggiunto
180,5 cm (Kenntner 1983, 33).
Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, l’accele-
razione secolare svolge un ruolo soprattutto sul-
l’evoluzione dei record: forzatamente i risultati in
quegli sport che dipendono dalla statura e dal
peso corporeo migliorano con il progredire del-
l’accelerazione.
GIOVENTÙ E SPORT408
IL PROBLEMA DELL’ACCELERAZIONE
E DEL RITARDO NELLA PRATICA
DELLO SPORT, NELL’EDUCAZIONE
FISICA E NELLE SOCIETÀ SPORTIVE
CAPITOLO 25
si definisce accelerazione secolare quell’acce-
lerazione della crescita e della maturazione che
riguarda l’insieme della popolazione e che si
può dire descriva lo sviluppo di generazione in
generazione. Si definisce, invece, accelerazione
individuale l’andamento più o meno accelerato
dello sviluppo del singolo adolescente rispetto
alla norma di sviluppo del suo gruppo d’età.
Uno sviluppo dall’andamento rallentato rispetto
alla norma di singoli bambini o adolescenti viene
definito ritardo, o decelerazione (Sälzer 1967,
78; Oster 1970, 1100).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 408
24. DETERMINAZIONE
DEL CONCETTO
Nei diversi tentativi di definizione del concetto di
talento, si possono distinguere un approccio
esplicativo statico e uno dinamico (cfr. Wei-
neck 2007, 191).
Il concetto statico per caratterizzare il talento
prevede questi quattro concetti (Joch 1992, 83):
• disposizioni, che pone l’accento sulla capa-
cità;
• disponibilità, che mette in risalto la volontà;
• l’ambiente sociale, che determina le possibi-
lità; e
• i risultati, che documentano il risultato (pre-
stazione) realmente ottenuto.
Secondo l’interpretazione dinamica del talen-
to, questo si “struttura” solo all’interno di un
processo attivo e diretto a un obiettivo (“specifi-
cazione”) che rappresenta un processo di cam-
biamento che coinvolge l’intera personalità (cfr.
Mühle 1971, 93; Joch 1992, 87).
Il concetto dinamico di talento comprende, quin-
di, soprattutto tre caratteristiche centrali, cioè:
• il processo attivo di cambiamento;
• il controllo attraverso l’allenamento e le gare;
• l’assistenza pedagogica.
Perciò tale concetto, nella sua precisazione rela-
tiva all’aspetto dello sviluppo, secondo Joch
(1992, 897) può essere così descritto:
Sulla base di questi approcci statici e dinamici
alla determinazione del concetto, Joch (1992, 90)
così definisce il talento:
Nell’ambito sportivo, svolge un ruolo importante
soprattutto il talento motorio. In merito a ciò, si
distinguono un talento motorio generale, un
talento sportivo e un talento speciale per uno
sport in particolare.
CAPITOLO 26 415
LA RICERCA E LA PROMOZIONE
DEL TALENTO NELL’ETÀ INFANTILE
E NELL’ADOLESCENZA
CAPITOLO 26
“Lo sviluppo del talento rappresenta un proces-
so di cambiamento attivo, assistito dal punto di
vista pedagogico, che viene intenzionalmente
diretto attraverso l’allenamento e forma il fon-
damento di un elevato livello di prestazione
(sportiva) da raggiungere successivamente”.
Possiede talento o è un talento chi, sulla base di
disposizioni, disponibilità alla prestazione, e possi-
bilità dell’ambiente reale in cui vive, raggiunge
(possibilmente mostrandoli in gara) risultati della
prestazione superiori alla media dell’età, suscetti-
bili di sviluppo, che rappresentano il risultato di
un processo di cambiamento attivo, pedagogica-
mente guidato e controllato intenzionalmente
attraverso l’allenamento, diretto volutamente a
un elevato livello di prestazione (sportiva) da otte-
nere successivamente.
Un talento motorio generale si distingue in
quanto (rispetto ad altri soggetti apparentemen-
te come lui/lei, NdC) apprende movimenti più
facilmente, più sicuramente o più rapidamente e
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 415
25. DEFINIZIONE DEL CONCETTO
DI ETÀ SENILE
E DI INVECCHIAMENTO
ETÀ
Nella letteratura gerontologica, il concetto età
(senile) si utilizza in contesti e con significati
diversi. Così si fa una distinzione tra età cronolo-
gica, biologica o individuale, psicologica, sociale
e funzionale (Singer 1981, 19-20).
L’età cronologica, come concetto neutrale, utiliz-
zato anche in statistica, fornisce solo un quadro
informativo generale, una scala numerica nella
quale le singole persone sono classificate sulla
base della loro data di nascita (Meusel, Hubert,
Schilling 1980, 15). Ma l’età cronologica di una
persona non corrisponde alla sua età biologica.
L’età biologica o individuale è definita come
l’età che una persona dimostra sulla base delle
condizioni dei suoi tessuti rispetto alla norma e
dipende dai processi biologici di maturazione e
da influenze esogene (Brunner 1982, 194; Wei-
neck 2007, 1001).
L’età psicologica si riferisce alle capacità indivi-
duali di adattamento, alle reazioni soggettive e
all’immagine di sé delle singole persone. Ma può
essere considerata anche dal punto di vista dell’e-
tà lavorativa, della somma di esperienze e della
maturazione mentale.
L’età sociale o sociologica è notevolmente
determinata dalla corrispondente struttura della
società. Una persona all’interno della stessa socie-
tà, quindi, può essere considerata giovane in un
contesto, anziana in un altro (Emrich 1989, 101).
La valutazione dell’età funzionale rappresenta il
tentativo di collegare tra loro età biologica, psico-
logica e sociale in modo tale da determinare così
l’età “vera e propria” (Singer 1981, 20). L’attribu-
zione a una determinata età funzionale (età infan-
tile, età senile) implica, contemporaneamente, una
determinata capacità funzionale (cfr. Takeshima,
Rogers, Rogers 2007, 2036).
Infine, il concetto di età senile è spesso utilizza-
to per descrivere l'ultima fase della vita di una
persona (cfr. Ahlheim 1980, 134; Singer 1981,
21).
L’INVECCHIAMENTO
Così come non esiste una definizione di validità
generale di “età”, non ne esiste nemmeno una
per il concetto di “invecchiamento”.
Ecco comunque alcuni tentativi di definizione:
CAPITOLO 27 423
PRINCIPI GENERALI
CAPITOLO 27
L’invecchiamento rappresenta il cambiamen-
to irreversibile delle sostanze viventi in funzio-
ne del tempo (Bürger 1957, 2).
Invecchiamento: rappresenta una definizione
generale per un complesso di fenomeni che
con l’aumento dell’età porta a un accorciamen-
to delle aspettative di vita (Comfort, in Frolkis
1975, 14).
Invecchiare: rappresenta la somma di tutti i
fenomeni di usura durante la vita (Selye 1962,
4).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 423
26. CAPACITÀ DI PRESTAZIONE
E ALLENABILITÀ
DELLE PRINCIPALI FORME
DI SOLLECITAZIONE MOTORIA
NELLE PERSONE ANZIANE
La struttura e la capacità di lavoro di un organo
è determinata, da un lato, dal patrimonio eredi-
tario, dall’altro della quantità e dalla qualità
delle sollecitazioni alle quali esso è sottoposto.
Secondo le opinioni attuali, il patrimonio eredita-
rio determina circa il 60-70% della capacità di
prestazione, per cui rimane un 30-40% attribui-
bile ad influenze esterne, come ad esempio l’al-
lenamento.
Per mantenere e sviluppare la capacità funzionale
dell’organismo sono necessari i cosiddetti stimoli
sopraliminari. Se tali stimoli sono assenti per un
lungo periodo, funzionalità e capacità di presta-
zione diminuiscono e, in molti casi, si produce
addirittura una perdita di “tessuto funzionale”
(cfr. Kamel 2003, 157; Deschenes 2004, 809).
La responsabilità della diminuzione della capacità
di prestazione fisica dopo il terzo decennio di vita
deve essere attribuita, da un lato, al rallentamento
e alla diminuzione della capacità di adattamento
e, dall’altro, alla riduzione generale della capacità
funzionale dell’organismo che si basa su cambia-
menti nel sistema neuromuscolare, nell’apparato
locomotorio e di sostegno e nel settore cardiopol-
monare e metabolico (Hollmann, Hettinger, Strü-
der 2000, 513).
La deflessione della prestazione – con ciò
s’intende un improvviso regresso delle prestazio-
ni e delle funzioni dell’organismo quando si rag-
giunge una determinata età – della quale abbia-
mo già parlato – avviene tra il 40° e il 45° (Letu-
now 1973, 211; Noder 1975, 11; Eitner 1977,
208) o il 45° e 55° anno di vita (Bringmann
1977, 663). Strauzenberg (in Israel et al. 1982,
293) è addirittura dell’opinione che, con grande
ampiezza di dispersione, tale deflessione si veri-
fichi solo nel sesto-settimo decennio di vita.
Ciò è confermato dalla capacità di prestazione
straordinariamente elevata degli atleti che prati-
cano un allenamento di resistenza: in essi, la
deflessione della prestazione avviene solo dopo
il 70° anno di vita (Brüschke 1966, 32; Haas et
al. 1970, 1506; Pollock et al. 1973, 246; Holl-
mann, Hettinger, Strüder 2000, 517).
Per quanto riguarda l’allenabilità, si deve affer-
mare che una persona anziana sana fondamen-
talmente reagisce agli stimoli di allenamento
nello stesso modo di una persona giovane sana,
anche se con l’età vi sono evidenti differenze
quantitative (Jokl 1970, 35 e 39; Badtke 1982,
116).
ETÀ SENILE E SPORT446
CAPACITÀ DI PRESTAZIONE
E DI CARICO DELLE PERSONE ANZIANE
CAPITOLO 28
L’allenamento ha un’influenza decisiva sulle
forme e sulle funzioni dell’organismo e certa-
mente in misura maggiore dell’età (Jokl 1975,
14).
Tutti gli Autori sono dell’opinione che il crollo
della prestazione può essere differito attraverso
l’allenamento fisico.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 446
27. Con l’aumento delle aspettative di vita e l’invec-
chiamento della popolazione che ne rappresenta
una conseguenza, i costi dell’assistenza sanitaria
aumentano progressivamente (cfr. figura 317). In
Germania, ad esempio, nel 2007 le spese sanitarie
– onorari medici, costi di degenza ospedaliera,
farmaci o servizio di assistenza domiciliare –
ammontarano a circa 252,8 miliardi di Euro.
Rispetto all’anno precedente, erano aumentati di
7,8 miliardi o del 3,2% (cfr. Statistisches Bunde-
samt Wiesbaden in Versicherungsmedizin 2009,
101).
Ogni abitante del Paese nel 2007, in media, ha
speso circa 3.070 Euro per la sua salute. I costi
sanitari hanno rappresentato il 10,4% del prodot-
to interno lordo annuo (negli Stati Uniti sono stati
di oltre il 15%).
In futuro, per frenare o impedire questa esplosio-
ne di costi – secondo una valutazione, tra il 30 e il
70% dei costi si possono attribuire alle cosiddette
malattie ipocinetiche – aumenta la necessità di
un allenamento protratto per tutta la vita, inteso
come una misura generale di prevenzione sanita-
ria. Insieme alle malattie metaboliche che, nelle
persone fisicamente inattive, generalmente sono
associate al sovrappeso, le patologie che vengono
a determinarsi ogni anno costano al sistema sani-
tario tedesco più di 70 miliardi di Euro (dpa, in NN
v. 24.10.2007, 32).
LE PARTICOLARITÀ
DI UN ALLENAMENTO
ADEGUATO ALL’ETÀ
LA NECESSITÀ DI UN CONTROLLO
E DI UNA ASSISTENZA MEDICA
NELLO SPORT DELLE PERSONE ANZIANE
Se si tiene conto della frequenza con la quale si
riscontrano limitazioni della capacità di presta-
zione dovute a problemi di salute, tenendo conto
CAPITOLO 29 459
LA NECESSITÀ DI REALIZZARE
UN ALLENAMENTO PER
LA SALUTE PER TUTTA LA VITA
CAPITOLO 29
2970
2830
2770
2580
2450
2380
2970
1960
1992 2006
3000
2725
2450
2175
1900
Sviluppo delle spese sanitarie
per abitante in Euro
FIGURA 317 Incremento dei costi sanitari
per persona (in Euro) dal 1999 al 2006
(Ufficio statistico federale Wiesbaden, Destatis, 6.5.2008).
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 459
28. Tali differenze non vogliono significare inferiorità
dell’uno o superiorità di un genere sull’altro, ma
rappresentano piuttosto l’espressione di una distri-
buzione naturale di compiti specifici che debbono
garantire in definitiva la conservazione della specie.
Se si confrontano le prestazioni sportive dell’uomo
con quelle della donna si possono osservare le
relative differenze di genere che, in gran parte,
debbono essere ricondotte a differenze di natura
genetica nella costituzione fisica e nelle funzioni
dell’organismo, ma anche ad aspetti di natura
sociale e politica: nei primi Giochi olimpici moderni
del 1896 di Atene, dovevano partecipare alle gare
solo uomini perché Pierre de Coubertin (il “fonda-
tore” dei Giochi moderni) era convinto che lo sport
femminile fosse contrario alla natura (“that wo-
men’s sport may be against the law of nature”)
(Simri 1981, 31).
Egli osservava le regole degli antichi Giochi olimpi-
ci che non ammettevano le donne né come atlete
né come spettatrici (cfr. Ferguson-Smith 2000,
377).
Ancora nel 1922, Karl Ritter von Halt nel suo libro
“Leichtathletik” (in Kölsch 2000, 77) si esprimeva
così contro la partecipazione delle donne alle gare
di atletica leggera: “Però, non appena questi eser-
cizi fisici vengono eseguiti per ottenere una vitto-
ria nelle gare, si perde la bellezza e ciò che vi è di
estetico nel movimento. La lotta con le altre stra-
volge il viso delle fanciulle, conferisce un duro tono
mascolino al movimento leggiadro femminile. In
una parola, rende sgraziata la donna. Perciò, lungi
dai campionati femminili, lungi dalla terribile intro-
duzione della registrazione dei risultati femminili!”
Dopo che sono state superate le proibizioni verso
la pratica sportiva femminile, la messa in discussio-
ne delle norme estetico-morali e l’eliminazione
delle parzialmente inconcepibili norme di protezio-
ne della donna da parte degli uomini, di anno in
anno diminuisce il numero degli sport e delle disci-
pline sportive che sono esclusivamente riservate
agli uomini (cfr. Kölsch 2000, 76).
Come evidenzia la tabella 49, dal 1900 in avanti, a
piccoli passi, alle donne fu consentita la partecipa-
zione ai Giochi olimpici negli sport ritenuti adatti
alle donne, ovviamente dal punto di vista maschile.
Nel quadro della parità di diritti, e grazie alla dimi-
nuzione dei comportamenti di ruolo specifici di
genere (stereotipi sessuali), durante gli ultimi anni
alle donne si sono aperte nuove possibilità in
campo sportivo e, quindi, anche nello sport di alto
livello. Un risultato di questa trasformazione socia-
le si è ripercosso in un fulmineo miglioramento
della capacità di prestazione sportiva della donna,
che tra l’altro si manifesta nella diminuzione delle
differenze di prestazione tra uomo e donna.
CAPITOLO 30 473
DIFFERENZE
ANATOMO-FISIOLOGICHE
DI GENERE
(DIMORFISMO DI GENERE)
CAPITOLO 30
L’uomo e la donna si distinguono tra loro non
solo per quanto riguarda i caratteri sessuali pri-
mari e secondari, ma anche dal punto di vista dei
parametri costituzionali, anatomici e fisiologici.
Negli ultimi anni, il rapido incremento della
capacità di prestazione della donna ha eviden-
ziato, quindi, che una parte delle differenze di
genere deve essere attribuita a influenze
determinate dalla tradizione.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 473
29. LA RESISTENZA
A causa dei parametri cardiopolmonari meno
elevati dei quali abbiamo già parlato, la donna
presenta una minore capacità di resistenza
rispetto all’uomo. Come si può ricavare dalla
tabella 55, nelle migliori prestazioni mondiali di
corsa dal 1980 al 1996 sui 1500 m e sulla mara-
tona, le donne in media sono più lente di circa
l’11%.
DONNA E SPORT488
LA CAPACITÀ DI PRESTAZIONE
DELLA DONNA NELLE FORME
PRINCIPALI
DI SOLLECITAZIONE MOTORIA
CAPITOLO 31
1500 Maratona
Anno Donne Uomini % Donne Uomini %
1980 3min52s49 3min31s58 9,9 2h25min42s 2h09min01s 11,4
1981 3min58s89 3min33s67 11,8 2h26min46s 2h08min18s 12,6
1982 3min54s23 3min32s12 9,4 2h26min11s 2h08min52s 11,8
1983 3min57s12 3min30s77 11,1 2h22min43s 2h08min55s 9,7
1984 3min56s63 3min31s54 10,6 2h24min26s 2h08min05s 11,3
1985 3min57s24 3min29s46 11,7 2h21min06s 2h07min12s 9,9
1986 3min57s70 3min29s77 11,6 2h24min54s 2h07min35s 12,0
1987 3min58s67 3min30s69 11,7 2h22min48s 2h08min18s 10,2
1988 3min53s96 3min30s95 9,8 2h23min51s 2h06min50s 11,8
1989 3min59s23 3min30s55 12,0 2h24min33s 2ho8min01s 11,4
1990 3min58s69 3min32s69 10,9 2h25min24s 2h08min16s 11,8
1991 3min59s16 3min31s00 11,8 2h24min18s 2h08min53s 10,7
1992 3min55s30 3min28s86 11.2 2h23min43s 2h08min07s 10,9
1993 3min50s46 3min29s20 9,2 2h24min07s 2h08min51s 10,6
1994 3min59s10 3min30s61 11,9 2h21min45s 2h07min15s 10,2
1995 3min58s85 3min27s37 13,2 2h25min11s 2h07min02s 12,5
1996 3min56s77 3min29s05 11,7 2h26min04s 2h08min25s 12,1
2008 3min50s46 3min26s00 11,87 2h15min25s 2h03min55s 11,9
MM 3min56s73 3min30s58 11,1 2h24min20s 2h08min07s 11,2
TABELLA 55 Migliori tempi mondiali nei 1500 m e nella maratona e differenze specifiche di sesso (in %)
negli anni dal 1980 al 1996 e nel 2008 (modificato da Sparling et al. 1998, 1726).
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30. MESTRUAZIONI E SPORT
Durante la sua vita, la donna è soggetta a tipi-
che influenze ormonali. In età feconda – che va
dalla prima (menarca) all’ultima (menopausa)
mestruazione – durante un ciclo mestruale si
producono cambiamenti ormonali che si ripeto-
no regolarmente.
Il ciclo mestruale (figura 337) rappresenta una
successione di fasi che si ripetono: mestruazio-
ne, fase follicolare (proliferazione) e fase
luteale o luteinica.
CAPITOLO 32 495
L’INFLUENZA DELLE MESTRUAZIONI
E DELLA GRAVIDANZA
SULLE CAPACITÀ DI PRESTAZIONE
SPORTIVA FEMMINILE
CAPITOLO 32
Diencefalo
Lobo anteriore dell’ipofisi
(adenoipofisi)
FSH Ormone follicolo stimolante
LH Ormone luteinizzante
Maturazione
del follicolo
Ovulazione Corpo luteo
Ormone follicolare Estrogeno
Ormone del corpo luteo Progesterone
Mucosa dell’utero
Mestruazioni Proliferazione Secrezione
1. 5. 9. 13. 17. 21. 25. 28. Giorno
FIGURA 337 Il ciclo mestruale (secondo Vogel,Angermann 1976, 324).
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31. Dalla fine della seconda guerra mondiale nei
paesi industriali, rispetto ai paesi in via di svilup-
po, si può riconoscere una “ridistribuzione delle
malattie”. E se precedentemente le cause più fre-
quenti di morte erano le malattie infettive, attual-
mente in primo piano troviamo le malattie dege-
nerative cardiocircolatorie (tabella 60).
Che questo tipi di malattie – che sono anche
definite malattie del benessere o della civiltà
– rappresentino quasi la metà dei circa 900.000
casi annuali di decesso nella Repubblica Federale
di Germania, da un lato deve essere ricondotto
all’aumento delle aspettative e dall’altro al cam-
biamento delle condizioni di vita.
Negli ultimi anni, grazie ai progressi della medi-
cina e al miglioramento dell’igiene, l’aspetttiva
media di vita è notevolmente aumentata. Se
nel 1871 era circa 35 anni, attualmente nella Rft
è di circa 76 anni (uomini) e 83 anni (donne). Per
quanto riguarda l'Italia nel 2009 l’aspettativa di
vita rispettivamente per uomini e donne è salita
a 79,10 e 84,45 anni, con una media di 81,8
anni. Nel 1910 era rispettivamente di 46 e 47
anni. Sia in Germania, sia in Italia, quindi, nello
spazio di poco più di un secolo, l’aspettativa di
vita è pressoché raddoppiata.
In Germania, in un decennio, il numero dei cente-
nari dai 4.000 del 1994 è drasticamente aumenta-
to e nel 2005 già ammonta a 15.000. In Italia nel
1991 le persone centenarie erano 3.345 e nel
2001 erano 6.313. Si calcola che nel 2030 questo
numero possa aumentare di dieci volte (cfr. Lehr
1994, 27; Künstlinger 2005, IX). Se questo è lo sce-
nario del futuro, una grande sfida del 21° secolo
per la medicina e la scienza dell’allenamento sarà
rappresentata da quella di rendere possibile
invecchiare in buona salute. Una tale esigenza è
importante non soltanto dal punto di vista di una
vita degna di essere vissuta nella vecchiaia, ma
è di enorme attualità dal punto di vista sociale ed
economico: a causa dell’aumento delle aspettative
di vita aumenta il numero di persone non auto-
sufficienti ed aumentano i relativi costi. Alla fine
del 2007, in Germania, già 2,25 milioni di persone
(delle quali il 68% donne) non erano autosufficien-
ti. In un solo anno, sono 118.000 ovvero il 5,6% in
più dell’anno precedente. Rispetto al 1999, anno
del primo rilevamento di questo tipo di dati ciò
significa addirittura un incremento dell’11.4% in
meno di dieci anni (Statistisches Bundesamt 2008,
4; cfr. Klie, Kruse 2006, 157).
La maggiore durata della vita, a causa di fenome-
ni naturali e progressivi di logoramento dovuti
all’invecchiamento – che si manifestano soprat-
tutto a livello vascolare – porta a cambiamenti
degenerativi in diversi organi.
Oltre all’innalzamento delle aspettative di vita
tra le cause che partecipano all’insorgere di
CAPITOLO 33 513
OSSERVAZIONI INIZIALI
CAPITOLO 33
Paesi in via Malattie Paesi
di sviluppo industrializzati
39% Infettive 6%
4% Tumorali 18%
4% Cardiache 48%
e vascoalri
TABELLA 60 Distribuzione delle malattie
e delle cause di morte nei Paesi industrializzati
e nei Paesi in via di sviluppo (da Matzdorff 1975, 75).
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32. Come già esposto, i fattori di rischio di sviluppo
di malattie degenerative cardiocircolatorie si
dividono in primari e secondari, in modificabili e
non modificabili.
I FATTORI DI RISCHIO
NON MODIFICABILI
Per quanto riguarda i fattori di rischio non modi-
ficabili si tratta di fattori endogeni (ad esempio,
genetici) ai quali è soggetta ogni persona. La
loro influenza, però, è globalmente minore di
quelli che sono influenzabili o evitabili.
FAMILIARITÀ
Questo fattore di rischio finora è stato poco inda-
gato dal punto di vista scientifico ed è anche di
difficile studio. Così, ad esempio, è difficile provare
fino a che punto le conseguenze della familiarità
si basino realmente su fattori genetici e non siano
il frutto di abitudini di vita e alimentari proprie di
una famiglia (Schwandt 1975, 11).
Le malattie ereditarie sono rappresentate dalle
forme primarie delle malattie metaboliche, diabe-
te mellito, iperlipidemia e gotta. Inoltre, uno stret-
to legame esiste tra pressione arteriosa e sovrap-
peso, i quali anche si possono basare sull’eredita-
rietà (Schettler 1976, 158; Ahlheim 1980, 442).
Anche se alcuni Autori mettono in discussione l’e-
sistenza di una disposizione genetica verso le
malattie degenerative cardiocircolatorie (Schwandt
1975, 11), si può affermare che grazie ad anamne-
si familiari (Mellerowicz 1972, 12; Roskamm, Rein-
dell, König 1966, 66; Schettler 1976, 158) sia pro-
vata l’esistenza di una familiarità verso l’infarto
(Schwandt 1975, 11).
Come criterio dell’incidenza del rischio dovuto alla
familiarità si adducono da un lato l’età dei genito-
ri, dei nonni e dei fratelli nel momento della loro
morte e dall’altro l’età alla quale in questi si sono
manifestate una arteriosclerosi oppure malattie
metaboliche (Heyden 1976, 230).
Per cui, ad esempio, un rischio maggiore esiste
quando una parte dei genitori o ambedue sono
incorsi in un infarto prima dei quarantacinque anni
(Brusis, Weber 1980, 24). Se i genitori sono iperte-
si, o affetti da sclerosi coronarica, il rischio del
bambino di incorrere in una patologia coronarica
precocemente è di un fattore 2,7 (ovvero, un
rischio tre volte maggiore di chi non si trova in una
simile situazione, NdC); le persone che non presen-
tano una disposizione familiare hanno (evidente-
mente, NdC) un rischio di un fattore 1 (Mellero-
wicz 1972, 13).
ETÀ
L’aspettativa di vita attuale (2009) negli uomini è
di oltre settantasei anni e nelle donne di oltre
ottantadue.
L’aumento dell’età media è strettamente correlato
al tasso di mortalità per malattie cardiocircolato-
rie, che aumenta esponenzialmente con l’età
(Franke, Gall, Chowanetz 1976, 951).
Negli ultimi venti anni, l’incremento delle malattie
cardiocircolatorie come causa di morte è stato di
oltre il 50%.
L’età è uno dei possibili fattori che possono per-
mettere che si manifesti una predisposizione ad
FATTORI DI RISCHIO DI MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE518
I FATTORI DI RISCHIO
CAPITOLO 34
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:25 Page 518
33. Che attraverso un programma di prevenzione
che interessi tutti i cittadini realizzato in modo
costante e coerente possa migliorare lo stato di
salute della popolazione lo dimostrano, tra l’al-
tro, le esperienze del Giappone, degli Usa e della
Finlandia. Mentre, ad esempio, in Australia il
numero delle malattie degenerative cardiocirco-
latorie negli anni dal 1955 al 1967 è aumentato
del 28%, in Olanda addirittura del 50%, in Giap-
pone, nello stesso periodo è diminuito del 27%.
La diminuzione di oltre il 16% della mortalità per
infarto negli Stati uniti dal 1968 e di quella per
coronaropatie in Finlandia (del 24% negli uomini
e del 51% nelle donne negli anni 1969-1979)
mostrano chiaramente che campagne di infor-
mazione e di prevenzione – che miravano in par-
ticolare ad un cambiamento di abitudini alimen-
tari, di fenomeni di dipendenza (ad esempio, dal
fumo) e di ipocinesi – possono essere applicate
con successo nella lotta contro le malattie dege-
nerative cardiocircolatorie (cfr. Sesso, Paffenbar-
ger, Lee 2000, 975; Lee, Rexrode, Cook et al.
2001, 1447; Manson, Greenland, La Croix et al.
2002, 716; Le Masurier, Bauman, Corbin et al.
2008, S596; King, Satariano, Marti, Zhu 2008,
S584; Tudor-Locke, Hatano, Pangrazi, Kang
2008, S537).
Come mostra la figura 381, aumentando l’attività
fisica – con l’allenamento della resistenza come
attività ideale – diventa molto meno frequente
soprattutto l’occorrenza di casi di apoplessia e di
malattie degenerative cardiocircolatorie, che sono
quelle che presentano maggiori costi. Lo stesso
vale per il numero uno delle cause di morte per un
indivuduo, l’infarto cardiaco.
La figura 382 evidenzia che le persone fisica-
mente attive non solo soffrono meno di malattie
fisiche, ma presentano anche meno problemi psi-
chici delle persone che si muovono poco.
Un migliore stato di benessere psichico dovuto a
un maggiore allenamento fisico è un elemento
importante per la prevenzione delle malattie
degenerative cardiocircolatorie e la minore predi-
sposizione alle malattie infettive. Da un lato, infat-
ti, grazie alla libertà dagli stress e alla tranquillità
interna, si ottengono una minore produzione di
FATTORI DI RISCHIO DI MALATTIE CARDIOCIRCOLATORIE562
L’ALLENAMENTO DELLA RESISTENZA
COME STRUMENTO DI PREVENZIONE
DI MALATTIE DEGENERATIVE
CARDIOCIRCOLATORIE
CAPITOLO 35
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
Inattivo
Occasionale
Scarsa
Media
Mediamente
intensiva
intensiva
Categorie di attività fisica
Livellodiapoplessiastandardizzato
secondol’età/1000/anno
FIGURA 381 Influenza dell’attività fisica sul tasso
dei casi di colpo apoplettico. La forma più intensiva
di carico è un allenamento moderato di resistenza
eseguito secondo il principio “lento, ma per lungo
tempo” (Wannamethee in Blair 1995, 17).
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34. LE TEORIE SUI BIORITMI
Nella discussione sui bioritmi, fondamentalmen-
te, si possono distinguere due direzioni teoriche:
• la teoria che definiremo scientifico-popolare;
• la teoria che definiremo a orientamento scien-
tifico.
Sebbene i lavori di carattere speculativo sulla
teoria scientifico-popolare siano stati accantona-
ti da tempo – risalgono infatti agli anni ’20-’30
del secolo passato – e non possono accampare
alcuna pretesa di dimostrabilità scientifica – si
tratta esclusivamente di osservazioni e interpre-
tazioni soggettive del comportamento umano, di
pareri isolati o di studi retrospettivi – ancora
oggi le sue affermazioni sono oggetto di discus-
sione per quanto ne riguarda validità e rilevanza
per la pratica sportiva.
Per questa ragione, ne faremo oggetto di una
breve esposizione.
LA TEORIA SCIENTIFICO-POPOLARE
DEL BIORITMO
Questa teoria postula l’esistenza di tre ritmi o
cicli singoli, descritti per la prima volta da Fliess,
Svoboda e Teltscher:
• il ciclo fisico che avrebbe una durata di
ventitrè giorni: è quello al quale si attribui-
sce la massima importanza dal punto di
vista dello sport in quanto determinerebbe il
benessere e la capacità di prestazione fisica;
• il ciclo emozionale che durerebbe ventotto
giorni: influenzerebbe il benessere fisico dal
punto di vista psichico;
• il ciclo intellettuale che durerebbe trentatrè
giorni: rispecchia la variazione ritmica delle
forze mentali e avrebbe un ruolo marginale
per la capacità di prestazione sportiva.
Secondo Appel (1978), Wilkes (1979) e Gross
(1979) questi tre ritmi vanno interpretati come
modulatori, perché influenzerebbero positivamen-
te il comportamento umano nella fase alta e
negativamente nella fase bassa.
Per tutti i tre ritmi si suppone, arbitrariamente,
che inizierebbero a oscillare in curve sinusoidali
con una fase positiva già nelle prime ore della
nascita (Schönholzer, Schilling, Müller 1972, 7). I
giorni di transizione tra le fasi alte e quelle basse
sono rappresentati come “giorni critici” nei quali
la capacità di prestazione psicofisica sarebbe
bassa e sarebbe elevato il rischio di cadute e di
infortuni (figura 399) (Gross 1959; Thommen
1973).
Secondo queste teorie per la capacità di presta-
zione psicofisica sarebbe decisiva la posizione
della fase o dello stato globale dell’andamento
complessivo delle curve di tutti e tre i ritmi.
Lo illustreremo con un esempio (Leis, Ulmer,
Weis 1982, 289): questo era lo stato globale (G)
dei tre ritmi nel momento del record sui 100 m di
A. Hary:
(G) =
f (98%) + e (97%) + i (87%)
= 94%
3
CAPITOLO 36 589
BIORITMO E CAPACITÀ
DI PRESTAZIONE SPORTIVA
CAPITOLO 36
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:26 Page 589
35. Già prima d’iniziare un carico fisico – ad esem-
pio una gara – le funzioni dell’organismo si
“aggiustano” al lavoro da compiere e vengono
condotte ad un livello più elevato.
Nello stato pre-gara, grazie all’anticipazione men-
tale o all’attualizzazione dell’andamento della
gara, parallelamente all’incremento dell’attivazione
dei centri motori del cervello, attraverso la cosid-
detta coattivazione nervosa centrale, si attivano
anche i centri vegetativi del sistema circolatorio. In
questo modo, l’organismo crea i presupposti che
permettono che fin dall’inizio il carico fisico o spor-
tivo sia eseguito con l’efficacia più elevata.
Lo stato pre-gara rappresenta un adattamento
di natura riflessa condizionata alla prestazio-
ne, che è tanto più rapido e adeguato quanto più
è elevato il livello di allenamento (Nöcker 1976,
50), nel quale troviamo una forte prevalenza del
sistema nervoso simpatico, ergotropo con una
increzione più elevata di ormoni della prestazione
(ad esempio, adrenalina) che produce un incre-
mento dei parametri cardiopolmonari e metaboli-
co-muscolari (Nowacki, Schmidt 1970, 1684).
In dettaglio lo stato pre-gara si caratterizza per:
• una maggiore increzione di catecolamine
(adrenalina e noradrenalina): nei carichi fisici
si produce soprattutto un incremento della
produzione di noradrenalina, mentre nei cari-
chi psichici prevale una maggiore produzione
di adrenalina.
• Un incremento dell’increzione di glucocorti-
coidi: le catecolamine prodotte nella situa-
zione che precede l’inizio (l’avvio) della gara
aumentano la produzione dell’ormone corti-
cotropo ipofisario (ACTH, vedi pagina 239)
che, a sua volta, incrementa quella dei glu-
cocorticoidi (Silbernagl, Despopoulos 1983,
260).
I glucocorticoidi*, rispetto all’azione disassi-
milatoria (catabolica) delle catecolamine, pre-
sentano un’azione assimilatoria, in quanto
permettono il riempimento dei depositi di
energia svuotati. In questo modo, questi
ormoni surrenali creano il presupposto affin-
ché l’organismo possa continuare a funziona-
re, in quanto le catecolamine possono ricorre-
re ai depositi di energia che sono stati ricosti-
tuiti (Steinbach 1971, 81).
• Un aumento della frequenza cardiaca e della
gittata cardiaca.
• Un aumento della pressione arteriosa: tale
aumento è provocato dall’incremento del-
l’attività cardiaca di natura psicogena in
assenza di un lavoro muscolare intenso, di
conseguenza dalla mancanza di una dilata-
zione periferica dei vasi.
• Un aumento della frequenza respiratoria,
del volume per atto respiratorio e del volu-
me respiratorio al minuto.
• Un innalzamento del tono muscolare dovuto
a quello della sensibilità dei fusi muscolari
CAPITOLO 37 607
LO STATO PRE-GARA
E LA SUA IMPORTANZA
PER LA CAPACITÀ
DI PRESTAZIONE SPORTIVA
CAPITOLO 37
* I glucocorticoidi rappresentano una classe di ormoni steroidei che, nell’uomo, sono prodotti, in particolare, nella
zona fascicolata della corticale del surrene. Il più importante di essi è il cortisolo. Agiscono sul metabolismo dei car-
boidrati e riducono le risposte infiammatorie e immunitarie.
Weinek BIOLOGIA 2011oknew(versione 8):Atti Za 19/06/13 12:26 Page 607
36. DEFINIZIONE DEL CONCETTO
Attraverso un riscaldamento razionale, specifico
per lo sport praticato, dunque, si debbono creare
migliori condizioni iniziali per le capacità di pre-
stazione neuromuscolari, organiche e mentali
dell’atleta e per la sua disponibilità allo sforzo,
come anche condizioni ottimali per la prevenzio-
ne degli infortuni.
LE TIPOLOGIE
DI RISCALDAMENTO
Si distinguono un riscaldamento generale e un
riscaldamento speciale.
Nel primo, l’insieme delle possibilità funzionali
dell’organismo deve essere portato a un livello
elevato (Weineck 2007, 939). Ciò si realizza
attraverso esercizi che servono al riscaldamento
di grandi gruppi muscolari (ad esempio, corsa di
riscaldamento).
Il riscaldamento speciale, invece, è specifico
per la disciplina praticata, cioè si eseguono que-
gli esercizi che servono a “riscaldare” i muscoli
direttamente interessati ad essa. Il riscaldamento
generale deve precedere quello speciale.
Il riscaldamento in sé, a sua volta, può essere
passivo, attivo, mentale, oppure realizzato in
forma combinata.
Nel riscaldamento attivo l’atleta esegue real-
mente esercizi o movimenti, mentre in quello
mentale se li rappresenta soltanto. Però, una pre-
parazione mentale può essere utilizzata solo con
processi di movimento relativamente semplici o
quasi completamente automatizzati (Weineck
2007, 939).
Nella maggior parte dei casi, se utilizzato isola-
tamente, il riscaldamento mentale ha scarso
valore, perché mette in moto solo parzialmente,
e spesso con scarsa intensità, i processi di adat-
tamento caratteristici del riscaldamento stesso
(cfr. più avanti). Invece, in alcuni sport (ad esem-
pio ginnastica artistica, atletica leggera), se è
combinato con altri metodi di riscaldamento,
risulta di grande efficacia.
Il riscaldamento passivo, in forma di docce
calde, frizioni, massaggi, ecc., può essere conce-
pito solo come integrazione di quello attivo, in
quanto è difficile che da solo possa contribuire a
un incremento della prestazione o a una suffi-
ciente prevenzione degli infortuni (Weineck
2007, 939).
Nel riscaldamento attuato attraverso docce o fri-
zioni, si producono soprattutto un riscaldamento
periferico, con dilatazione dei vasi cutanei e, quin-
di, una distribuzione diffusa del sangue. In questo
modo, la muscolatura successivamente impegnata
nel lavoro non viene né sufficientemente riscalda-
ta, né irrorata di sangue quanto sarebbe necessa-
rio, né preparata dal punto di vista coordinativo,
come avviene nel riscaldamento attivo. Anche le
CAPITOLO 38 611
L’IMPORTANZA
DEL RISCALDAMENTO
PER LA CAPACITÀ
DI PRESTAZIONE SPORTIVA
CAPITOLO 38
Per riscaldamento si intendono tutte quelle
misure che prima di un carico di lavoro fisico
sportivo – sia di allenamento o di gara – servo-
no sia a creare uno stato ottimale di prepara-
zione psicofisica, cinestetico-coordinativa, sia
alla prevenzione degli infortuni.
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