La presentazione è stata realizzata da Emanuele Degli
Esposti, Marco Bernoni, Pierluigi Sensoli, Chiara Viti
nell’ambito di un’attività di webquest coordinata dal Prof.
Pietro Volpones
This presentation introduces students to the classical definition of tragedy. After the presentation--and after reading Macbeth--the students prepare a debate on whether Macbeth is really a tragedy by the classical definition.
La presentazione è stata realizzata da Emanuele Degli
Esposti, Marco Bernoni, Pierluigi Sensoli, Chiara Viti
nell’ambito di un’attività di webquest coordinata dal Prof.
Pietro Volpones
This presentation introduces students to the classical definition of tragedy. After the presentation--and after reading Macbeth--the students prepare a debate on whether Macbeth is really a tragedy by the classical definition.
Venerdi 21 giugno dalle ore 9.30 alle ore 17.30 si terrà il Convegno dedicato a “Psicologia e Libertà” , al quale partciperanno insigni specialisti e scienziati italiani. Ospite d’onore del Convegno sarà il Prof. John-Dylan Haynes, che ha perfezionato i famosissimi esperimenti di Libet sul ruolo del cervello nell’anticipare le “libere” azioni dell’uomo.
La partecipazione al Convegno è gratuita. Verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per partecipare al Convegno è necessario prenotarsi compilando il modulo di prenotazione presente all'indirizzo: http://www.universitaeuropeadiroma.it/studenti/convegno-universitario-su-psicologia-e-liberta/
di Mario De Caro
(Università Roma Tre)
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
di Michele Di Francesco
CRESA, Facoltà di Filosofia, Università Vita-Salute San Raffaele
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
di Fausto Caruana
Dipartimento di neuroscienze
Università di Parma
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
6 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
di Alessandro Antonietti
Università Cattolica del Sacro Cuore Milano
dipartimento Psicologia.
Slide per l'intervento tenuto al convegno "Neuroetica. Le grandi questioni"
Padova 5-7 maggio 2010
Giuseppe Sartori Università di Padova
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
6 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
di Alfredo Paternoster
Università di Bergamo
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
La lettura verte su una tematica che si rivela fondamentale per tutti i campi dell’Ingegneria, la Resistenza dei solidi e, più in generale la Meccanica dell’Ingegneria nelle ricerche dal XVII al XVIII secolo, un periodo che è da considerare tra i più fervidi e ricchi di risultati, fondante; l’argomento è studiato e visto però non solo nella sostanza applicativa così come si è sedimentato nelle conoscenze attuali che fanno parte del bagaglio culturale e scientifico degli Ingegneri e degli Architetti ma soprattutto, come si è detto, nell’analisi dei meccanismi, delle incentivazioni, degli intenti ora ideali o speculativi, ora pratici, che hanno determinato le linee di sviluppo dell’ingegneria, della ricerca, della formazione degli ingegneri, al fine di ricostituire la continuità degli sviluppi disciplinari soprattutto per un segmento significativo della storia dell’ingegneria. È da rilevare, a questo proposito, che l'Autore pone opportunamente in evidenza, tra l’altro, quanto complesse e profonde siano le basi teoriche e le stesse motivazioni umane oltre che applicative sulle quali si fonda l’ingegneria e quanto estese siano le specializzazioni che questa comprende sino a raggiungere portata per molti versi globalizzante. La lezione è quindi, in sostanza, un vero trattato di fondamenti della “scienza dell’ingegnere”, perché sono presi in considerazione gli aspetti filosofici, matematici, geometrici, fisici, teorici e applicativi e perfino, per quanto concerne le relazioni tra i vari ricercatori, sociali e umani, restituendo l’attività dell’ingegnere al più vasto ambito di attento studioso della natura, interprete delle leggi naturali secondo le esigenze ideali, filosofiche e civili oltre che tecniche e scientifiche, della società. Le sue argomentazioni inducono la fondata convinzione che le ricerche sui temi della costruzione, cioè di un settore modesto, neppure prioritario o centrale, basato sull’empirismo, abbiano assunto carattere paradigmatico ed anzi che esse si siano incentrate sulla conoscenza della realtà; ciò che dava il senso, dell’ingegneria del mondo esperibile, nella più vasta accezione di tale espressione, e in fondo, modificabile oltre che acquisibile con l’intelletto, assegnando all’Ingegnere e all’Architetto il compito di ideatore e costruttore del modello della natura. La conoscenza della storia dell’Ingegneria è dunque uno dei fondamenti del progresso scientifico e tecnologico.
Dal blog http://segnalazionit.blogspot.com è tratta questa intervista ad Ignazio Licata, autore del libro La logica aperta della mente (Codice edizioni) e noto fisico teorico, direttore dell'Institute for Scientific Methodology (ISEM). Licata si occupa di fondamenti della fisica quantistica, modelli matematici dei processi cognitivi e teoria della computazione nei sistemi fisici e biologici. Ha studiato con David Bohm e J. P. Vigier, due nomi fondamentali nella storia delle interpretazioni “realistiche” della meccanica quantistica, con il Nobel Abdus Salam e con Giuseppe Arcidiacono, con il quale ha iniziato ad interessarsi di “relatività proiettiva”, una teoria che sta tornando prepotentemente attuale per le sue implicazioni in cosmologia quantistica. Nel libro l’autore propone un’originale intreccio tra fisica dell’emergenza, epistemologia e teorie cognitive attraverso un approccio multidisciplinare e con profonde incursioni tra i temi dell’Intelligenza Artificiale (I.A.) e dell’informatica teorica.
1
Paolo Parrini
La scienza come ragione pensante1
Dice Heidegger alla fine del saggio del 1943 dedicato a “La parola di Nietzsche „Dio è
morto‟”: “Il folle [ossia chi proclama la morte di Dio] … è colui che cerca Dio gridando „Dio‟ a
gran voce. Forse un pensante ha realmente gridato qui de profundis? E l‟orecchio del nostro
pensiero? Il grido continuerà a non essere udito finché non si inizierà a pensare. Ma il pensiero
inizierà solo quando avremo esperito che la ragione, glorificata da secoli, è la più accanita
avversaria del pensiero” ([2: vol. 5, p. 267 = p. 246 sg.] = [6, p. 315 sg.]; cfr. [5, p. 245 sg.]).
Compare in queste parole, in maniera particolarmente nitida, una contrapposizione fra
pensiero e ragione che, in vario modo, caratterizza l‟itinerario intellettuale di Heidegger ed acquista
maggiore forza dopo la svolta avvenuta negli anni immediatamente successivi al quinquennio 1927-
1932 - un quinquennio di importanza cruciale in cui si collocano, in rapida successione, la
pubblicazione di Essere e tempo e di Kant e il problema della metafisica (rispettivamente 1927 e
1929), l‟ormai famoso incontro di Davos con Cassirer e Carnap (1929) e l'attacco mosso dallo
stesso Carnap alla filosofia heideggeriana nel saggio Il superamento della metafisica attraverso
l’analisi logica del linguaggio (1932). La contrapposizione vede, da un lato, un pensiero pensante,
che sembra essere appannaggio della filosofia speculativa e, dall‟altro, una ragione che sembra
esaurire l‟attività intellettuale della scienza e della razionalità scientifica, confinate entrambe
nell‟ambito algoritmico o calcolistico delle procedure formali e astratte della logica, della
matematica e delle discipline esatte in generale. È da tale antitesi che maturano le considerazioni
heideggeriane sulla scienza e sulla tecnica esposte nelle lezioni dei primi anni Cinquanta su Che
cosa significa pensare, lezioni nelle quali compare la famosa (e per alcuni famigerata) frase che “la
scienza non pensa” ([2: vol. 8, p. 9] = [7, p. 41]).
È stato osservato che, esprimendo questo giudizio, Heidegger intendeva non tanto criticare la
scienza, quanto piuttosto indicare e circoscrivere l‟ambito in cui essa consapevolmente e
metodicamente si muove. Per il filosofo tedesco, cioè, sarebbe la scienza stessa a porsi il compito di
indagare qualcosa che essa assume come oggetto senza metterlo in questione come tale. La fisica,
per esempio, si occuperebbe a livello ontico della natura di certi enti (o essenti), ma non si porrebbe
la questione ontologica del modo d‟essere che compete a quegli enti e che va loro riconosciuto. La
1 Lectio magistralis tenuta a Firenze il 15 Novembre 2008, nella Sala Gonfalone del Consiglio Regionale della
Toscana, in occasione della consegna del Premio Giulio Preti 2008. Il testo è apparso nel volume Pianeta Galileo
2008, a cura di Alberto Peruzzi, Centro Stampa del Consiglio Regionale della Toscana, Firenze, 2009, pp. 235-242.
2
scienza dunque non pensa, perché il compito peculiare del pensiero sarebbe proprio quello di
andare al di là del procedere metodico sia della scienza in generale sia di qualunque disciplina
particolare per portare alla luce e mettere in questione i presupposti, accettati per lo più come ovvi e
scontati, che ne stanno alla base.
Può essere superfluo precisare che chi vi parla, e che ha avuto l‟onore di ricevere il premio
intitolato al suo maestro Giulio Preti, non può che muoversi in un orizzonte di idee assai diverso da
quello heideggeriano. Ma proprio la lezione di Preti invita ad assumere nei confronti del filosofo
Heidegger (e sottolineo la parola “filosofo” per indicare che non intendo parlare dell‟uomo
Heidegger e, tanto meno, del rettore Heidegger!) una posizione più cauta e in qualche modo più
articolata di quella che in genere è stata presa, soprattutto da noi, tanto dai suoi detrattori quanto dai
suoi estimatori. Io credo certamente - come risulterà ch
1. La crisi dei fondamenti
Con "crisi dei fondamenti" (questa è l'espressione
che utilizzano quasi tutti gli storici) si vuole
indicare l'ampio dibattito che ha coinvolto l'intera
comunità dei matematici, e dei filosofi, nel primo
trentennio del XX secolo, incentrato sulla natura
della matematica, cioè su quali siano, se ci sono,
gli enti primitivi indimostrabili che costituiscono
il punto di partenza di questa disciplina.
2. Ci si chiedeva che cos'è la
matematica?
Tale dibattito fu di dimensioni così vaste che portò
praticamente tutti gli uomini di scienza a pronunciarsi in
proposito. Da un lato, le posizioni filosofiche più
innovatrici diedero vita a vere e proprie scuole
matematiche, come l'Intuizionismo, il Formalismo e il
Logicismo. Dall'altro vi fu una rinascita delle dottrine
classiche, come il Kantismo. Dalle nuove impostazioni
epistemologiche derivò addirittura la nascita di nuove
discipline, come la "teoria della dimostrazione" o
"metamatematica", ed il consolidamento di quelle
emergenti, come la logica matematica.
3. Le cause
Fondamentali per capire quali sono le radici storiche della
crisi sono i profondi cambiamenti che la matematica ha
subito nell'arco del XIX secolo.
Possono essere raggruppati in sette "eventi”: la nascita
dell'analisi moderna, la scoperta delle geometrie non
euclidee, la nascita della logica matematica, la nascita
della teoria degli insiemi, l'aritmetizzazione dell'analisi, la
logicizzazione dell'aritmetica, la formalizzazione della
geometria.
4. La nascita dell'analisi moderna
Negli ultimi anni del ‘700 l'attenzione dei matematici era in gran
parte rivolta alla sistemazione della neonata analisi che, dopo le
geniali intuizioni di Newton e Leibniz (suoi fondatori), prometteva di
essere una delle più fruttifere discipline, sia in campo teorico che in
campo applicato, ma che, proprio per la sua "giovane età", era ancora
priva di fondamenta sicure e difettava in organicità. Si imponeva cioè
di dare alle definizioni di "infinitesimo", "limite", "derivata",
"integrale" ecc. una veste rigorosa, così da poter costruire l'intera
analisi (reale e complessa) su basi solide, e domare una volta per tutte
gli sfuggevoli concetti dell'infinitamente grande e dell'infinitamente
piccolo.
Nel periodo che seguì, passato alla storia come età del rigore, il cui
inizio si fa risalire in genere al 1797 anno in cui furono pubblicate
Théorie des functions analytiques di J. L. Lagrange e Réflections di
L. Carnot. La sua fine può considerarsi mai avvenuta, in quanto il
rigore introdotto non è più stato abbandonato.
5. La scoperta delle geometrie non
euclidee
Negli Elementi di Euclide, che per circa due millenni è stato il testo
più autorevole, la geometria è sviluppata come un sistema
assiomatico non formale. Gli enti primitivi sono quelli dettati
dall'intuizione dello spazio ideale: punto, retta, piano. Sono dati
cinque postulati di cui il quinto, noto come postulato delle parallele,
recita:
se una retta, incontrandone altre due, forma gli angoli interni da una ste
allora le rette a e b si incontrano dalla parte di alfa e beta
I "postulati" di Euclide corrispondono a quelli che oggi chiamiamo
"assiomi".
7. Nella definizione 23 del libro I Euclide definisce parallele due rette che, se
prolungate indefinitamente in entrambe le direzioni, non si incontrano. Si può
dimostrare che il quinto postulato è equivalente alla seguente proposizione:
dati, in un piano, una retta e un punto esterno ad essa, esiste una e una sola retta,
in quel piano, parallela a quella retta e passante per quel punto.
Mangione e Bozzi ritengono che i tentativi di sistemazione del quinto postulato
"possono sostanzialmente farsi rientrare in uno dei seguenti tre tipi, non
necessariamente escludentisi fra loro:
1) assunzione di una definizione di rette parallele diversa da quella euclidea;
2) sostituzione del quinto postulato con un'altra proposizione più intuitiva, ossia la
cui verità risultasse più «evidente», e quindi di più facile accettazione;
3) dimostrazione del postulato come teorema, deducendolo dai quattro postulati
rimanenti“.
8. Indipendentemente l'uno dall'altro Nicolaj Ivanovič Lobacevskij e János
Bólyai nel 1832 ebbero l'idea di sviluppare una nuova geometria in cui non
fosse valido il quinto postulato. Essi sostituirono il quinto postulato con
l'assunzione che per un punto esterno a una retta data si potessero tracciare
più rette parallele ad essa.
Lobacevskij e Bólyai diedero vita a una geometria, oggi detta "geometria
iperbolica", la quale pur andando evidentemente contro le intuizioni dello
spazio ordinario (euclideo, appunto), non presenta contraddizioni logiche, a
patto che non ve ne siano in quella euclidea. Il fatto che possano non
presentarsi contraddizioni logiche se in un sistema assiomatico (se pur
originariamente non formale) ben funzionante (nella fattispecie quello
euclideo) si modificano uno o più assiomi ci sembra oggi evidente, ma allora,
quando non erano ancora stati studiati i sistemi assiomatici, questo poteva
sembrare abbastanza sconvolgente.
Le geometrie non euclidee quindi non ebbero una grande risonanza fino al
1854, quando Riemann presenta una geometria, per dirla con Boyer, "non
euclidea" in un senso molto più generale delle precedenti. Si "sosteneva […]
una visione globale della geometria come studio di varietà di un numero
qualsiasi di dimensioni in qualsiasi genere di spazio" . Dall'opera riemaniana
sorsero la geometria ellittica e quella sferica.
9. I «punti» e le «linee» cominciano a essere non più cose
chiare in sé, ma oggetti descritti da proposizioni atte a
specificarne l'uso, e quindi, in buona misura, prodotti di
scelte volontarie, di assiomi revocabili o di convenzioni
«prestabilite». La «realtà» naturale era certamente in
grado, ancora, di influire sulle scelte, ma non di
condizionarle del tutto“.
La messa in discussione dell'intuizione kantiana divise i
matematici in due partiti opposti che potremmo definire
partito conservatore e partito progressista. I conservatori
ritenevano che le geometrie non euclidee potessero essere
un ottimo strumento per la matematica, ma che non
intaccassero minimamente l'unicità dello spazio euclideo
come intuizione pura della mente. Difendevano dunque la
filosofia matematica classica. Al contrario i progressisti
accolsero la scoperta delle geometrie non euclidee come
una sorta di liberazione dalle antiche concezioni
dogmatiche, cioè come una sorta di "affrancamento" della
matematica dalla metafisica.
10. La nascita della logica matematica
Chaïm Perelman:
"La verità è che per Aristotele il ragionamento è a un tempo una struttura espressa in
formule determinate e un discorso interiore dell'anima.[…] La logica moderna, al
contrario, dopo Frege e la sua lotta contro lo psicologismo […], ha cercato di
eliminare ogni traccia di psicologia dalla logica, alla quale la nozione stessa di mente
sarebbe, come dice Russell […], totalmente estranea (irrelevant)“.
L'anno che di solito si sceglie per datare la nascita della logica matematica è il 1847,
anno di pubblicazione di The mathematical Analysis of Logic (L'analisi matematica
della logica) di Gorge Boole, in ogni caso tutti sono concordi nel considerare Boole
il padre della logica moderna.
Dice Agazzi: "E' noto che questa idea leibniziana trovò in certo senso la sua prima
forma di realizzazione effettiva nell'opera di Gorge Boole, […] nella quale si forniva
con una certa ricchezza di sviluppi lo strumento simbolico che avrebbe permesso
l'effettiva formulazione della deduzione logica come «calcolo»"
11. Le idee più innovative contenute
nelle opere di Boole sono
la convinzione che la logica è collegata con la matematica più che
con la metafisica;
la concezione della logica come scienza che studia le "forme" dei
ragionamenti più che i loro "contenuti", da cui la cosiddetta
"formalizzazione della logica";
la convinzione che la vera essenza della matematica risiede nella
logica che vi sta sotto, non negli oggetti classici (numeri e figure) del
suo studio.
Il punto 3 è in nuce la prima formulazione del logicismo, il cui il
massimo esponente Bertrand Russell, come ci ricorda Boyer:
"affermò che la più grande scoperta del XIX secolo fu quella della
natura della matematica pura.
12. L'aritmetizzazione dell'analisi e la
nascita della teoria degli insiemi
La matematica classica si divideva in aritmetica e geometria che erano state concepite come lo
studio della quantità e lo studio della misura, ovvero del discreto e del continuo, del numero e
della figura, del tempo e dello spazio. Questo dualismo intuitivo era sempre esistit, ma le due
parti che lo generano sono sempre state strettamente legate come se fossero l'una il
completamento dell'altra, imperfette da sole e armoniose insieme. Per usare un'immagine
letteraria, si può dire che la matematica è nata da un parto gemellare, e che i gemelli sono
siamesi, con un unico cuore.
Naturalmente con il tempo l'aritmetica e la geometria si sono evolute e hanno cambiato aspetto.
L'aritmetica con gli arabi è diventata algebra; nel Rinascimento arte cossica; con Viète viene
parametrizzata fino a dividersi nel XIX secolo in algebra astratta (con Boole, De Morgan e
Peacock) e teoria dei numeri. La geometria fu campo di notevolissimi risultati presso i Greci
(Euclide, Archimede, Apollonio), poi fu trascurata per molti secoli fino alle due grandi
rivoluzioni apportate da Cartesio, con l'introduzione delle coordinate e dell'approccio analitico,
e da Newton e Leibniz, con l'invenzione del calcolo infinitesimale.
In definitiva, verso la metà del XIX secolo la matematica appariva come sempre divisa in due
filoni che erano l'algebra e l'analisi, cioè lo studio delle grandezze discrete e di quelle
continue.
In C. Mangione-S. Bozzi, op. cit., p. 19, si dice: "A questa concezione «intuitiva» della
geometria come noto darà una perfetta sistemazione teorica Kant. […] Ma Kant, ripetiamolo,
vedendo nella geometria un nesso indissolubile tra ragionamento e intuizione, non farà che
sistemare filosoficamente una concezione che si era tramandata fin dall'antichità greca per
quanto riguarda la natura della geometria come interprete fedele e assoluta della struttura dello
spazio fisico".
13. La cosiddetta aritmetizzazione dell'analisi altro non è che
la riduzione dello studio del continuo allo studio del
discreto, ovvero dell'analisi all'aritmetica, Cartesio aveva
dato inizio alla trasformazione della geometria da scienza
sintetica in analitica; Newton e Leibniz con l'introduzione
degli infinitesimi l'avevano completamente ricondotta
all'analisi; con l'aritmetizzazione l'analisi si riduceva allo
studio dei numeri razionali, i quali a loro volta non sono
altro che classi di equivalenza di coppie ordinate di
naturali. Tutta la matematica classica, in circa due secoli
(ma se si escludono Cartesio, Newton e Leibniz, possiamo
dire in dieci anni), era stata ridotta ai numeri naturali
14. Dall'antichità fino al XVIII secolo la matematica e la logica erano sempre
state due cose distinte: la prima era stata concepita come scienza che studia i
numeri e le figure, intesi questi come entità intuitive; la seconda era invece
l'arte di trarre conclusioni vere da premesse vere. Verso la metà dell'800, con
l'operato di Boole, la logica fu matematizzata (cioè furono espresse le leggi
logiche, fino a quel momento date in modo discorsivo, in forma di calcolo) e
nacque la logica matematica.
Nel frattempo c'era stata la scoperta delle geometrie non euclidee che ebbe
due conseguenze: da un lato si sviluppò un grande interesse per i sistemi
assiomatici, quindi in definitiva per la logica; dall'altro si generò, a torto o a
ragione, una sorta di impulso irrefrenabile alla libertà creativa e alla non
accettazione dei vecchi modelli, che causò la messa in discussione di tutta la
matematica classica.
La matematica classica, abbiamo detto, poggiava su due pilastri: l'aritmetica
e la geometria. Quello che abbiamo chiamato gusto per l'essenzialità e la
voglia di rinnovamento spinsero a ridurre i fondamenti della matematica da
due a uno: tra l'aritmetica e la geometria si scelse di salvare l'aritmetica e si
ebbe l'aritmetizzazione dell'analisi (e la nascita della correlata teoria degli
insiemi). Quella voglia di ridurre, unita all'innamoramento per la logica,
portarono poi alla logicizzazione dell'aritmetica, e più tardi della geometria.
La tendenza ottocentesca alla minimizzazione delle basi su cui poggia la
matematica è stata in seguito chiamata riduzionismo.
15. Glossario:
Assioma
In epistemologia, un assioma è una proposizione
o un principio che viene assunto come vero
perché ritenuto evidente o perché fornisce il
punto di partenza di un quadro teorico di
riferimento.
L'insieme degli assiomi e dei concetti primitivi
costituiscono il fondamento, il "punto di
partenza", di ogni teoria deduttiva che si presenti
come sistema assiomatico.
16. Postulato:
Un postulato si differenzia da un assioma in
quanto è introdotto per dimostrare proposizioni
che altrimenti non potrebbero essere dimostrate.
In altri termini si può definire come una
semplicissima "teoria ad hoc, accettata grazie
alla sua utilità.
In matematica il termine postulato invece ha il
significato più preciso di assioma non –logico,
cioè di assioma specifico di una particolare
teoria matematica. Gli assiomi e i postulati,
proprio per loro natura, non sono mai dimostrati.
18. Che cos’è la logica?
Teoria dell’inferenza valida
ossia
Delle condizioni alle quali un ragionamento
risulta corretto, qualunque sia l’universo del
discorso a cui esso appartiene.
Si riserva il termine logica alla disciplina che ha
per oggetto l’argomentazione deduttiva
19. Qual è il compito della logica?
E’ compito della logica fornire un metodo
generale per distinguere le argomentazioni
valide da quelle invalide in base
esclusivamente alla loro forma.
LOGICA FORMALE
20. Ci sono più logiche?
E’ più corretto dire che ci sono più metodi
logici.
Si distinguono per esempio:
La logica classica e la logica moderna.
Logica estensionale e logica modale
21. LOGICA CLASSICA
Si basa su un principio di classificazione delle proposizioni
elementari in alcune categorie fondamentali, cui corrispondono
schemi degli enunciati (in definitiva essa si occupa della struttura
degli enunciati categorici e di come si correlano, o debbano correlarsi
in modo valido – quantità, universali o particolari –qualità,
affermativi o negativi)
LOGICA MODERNA
Si basa su un principio di generale ricorsività di tutte le forme di
enunciati da un insieme di simboli semplici, mediante applicazione
reiterata di un insieme finito di operazioni ( l’idea è quindi quella di
sostituire alla lingua ordinaria che è oggetto di analisi logica un
linguaggio formale, un insieme cioè perfettamente specifico di
simboli semplici e regole per la loro combinazione in enunciati).
22. LOGICA ESTENSIONALE
Con logica estensionale si intende una logica ove il valore di
verità degli enunciati composti è funzione dei valori di
verità degli enunciati componenti.
LOGICA MODALE
Con logica modale si intende una logica ove le modalità
ritenute fondamentali (necessità, possibilità, contingenza,
impossibilità) sono presentate come i modi dell’inerenza
del predicato al soggetto, oggi la logica modale è
generalmente la logica proposizionale.
23. Che cos’è una inferenza?
(deriv. da inferire e quindi dal latino in-ferre,
propriamente portar dentro e quindi concludere
logicamente.
In generale quell’operazione logica che trae
conclusione da una o più proposizioni ritenute
vere.
L’inferenza si applica sia al processo deduttivo
che a quello induttivo, affermando la verità o la
falsità di una determinata proposizione, in ragione
del legame necessario che questa ha con altre
proposizioni riconosciute come vere o come false.
24. Che cos’è un enunciato?
L’enunciato è l’espressione linguistica di cui è possibile
parlare in termini di verità o falsità:“Nevica”, “it is
snowing”.
La proposizione è ciò che è invariante rispetto alle
varie espressioni linguistiche di un enunciato (è il
contenuto cognitivo degli enunciati)
Il giudizio è l’atto mentale con cui si giudica una
proposizione.
L’asserzione è l’atto con cui si dichiara la verità o la
falsità di un enunciato.
25. Che cos’è una classe per Boole?
L’universo del discorso
Insieme di cose concrete o non
Indicato con 1
(es. gli abitanti di Paperopoli)
26. Atti di elezione
X y z
Cioè consiste nello scegliere nell’universo del
discorso tutti gli oggetti che godono di una certa
proprietà
Il risultato di un atto di elezione è una classe
Per es. essere nipotini di Paperino
Qui Quo Qua
27. E’ possibile fare atti di elezione successivi
Es. dopo aver scelto tutti gli abitanti di
Paperopoli che sono paperi tra essi è possibile
scegliere tutti i paperi che sono nipoti di
Paperino.
I due atti di elezione successivi sono graficamente
indicati con xy corrispondono al prodotto logico
Infatti essi indicano tutti gli abitanti di Paperopoli
che sono paperi e che sono nipotini di Paperino
29. 1 (universo del discorso es.tutti gli abitanti di Paperopoli)
X ( atto di elezione es.tutti gli abitanti di Paperopoli che
sono paperi)
Y ( atto di elezione es.tutti i nipotini di Paperino)
Da cui
1= xy prodotto logico
30. ma a Paperopoli vive anche Archimede che è un
pappagallo pertanto avremo:
1-x dove 1-x è il complemento di x infatti:
Compiuto l’atto di elezione x (un paperopolese che è un
pappagallo) 1-x sta per tutti gli oggetti dell’universo del
discorso 1 che non sono in x (tutti gli abitanti di
Paperopoli meno Archimede che è Pappagallo).
31. Che cos’è la logica per Frege?
La logica si occupa di quelle leggi che la
mente deve rispettare per poter ragionare
validamente.
La logica necessita di un linguaggio
artificiale – l’ideografia – che ammette
un’unica interpretazione.
32. Che cos’è l’ideografia?
È una scrittura concettuale
Traduce in simboli il solo
contenuto concettuale delle
proposizioni matematiche.
33. Il contenuto concettuale di una
proposizione è individuato nel ruolo
della proposizione
Funzione
Argomento
La chiave del lavoro di Frege è la teoria delle funzioni.
La logica, per la prima volta nella sua storia, non venne
basata sulla distinzione soggetto-predicato, ma sulla
distinzione tra funzione e argomento. L'abbandono della
distinzione grammaticale soggetto-predicato come base
della logica è un passo che differenzia la logica di Frege
da quella di Aristotele e permette l'unificazione di logica
dei termini (aristotelica) e logica enunciativa o
proposizionale (stoica) che erano rimaste per più di due
millenni due branche separate della logica.
34. La funzione
In matematica, una funzione f da X in Y consiste in:
1) un insieme X detto dominio di f
2) un insieme Y detto codominio di f
3) una legge che ad ogni elemento x in X associa uno ed
un solo elemento f(x) in Y.
Si dice che x è l'argomento della funzione, oppure la
variabile indipendente, mentre f(x) o y è il valore della
funzione, oppure la variabile dipendente. Sinonimi di
"funzione" sono: "applicazione", "operatore", "mappa",
"relazione binaria univoca", "trasformazione".
35. In matematica il dominio di una funzione è l‘insieme su
cui la funzione è definita, mentre il codominio è
l'insieme dei valori che la funzione può assumere.
36. Per Frege
I concetticoncetti sono realtà oggettiva,
indipendenti dalla mente umana;
Il concetto è una funzionefunzione, cioè una
relazione tra due insiemiinsiemi
Che fa corrispondere a uno o più valori del
dominio (argomenti) un determinato
valore del codominio.
37. Insieme di tutti i filosofi
dominio
X è un filosofo tedesco
funzione
X= Kant o Cartesio
Codominio
Kant è un
filosofo
tedesco
Per Frege il concetto “X è un filosofo
tedesco” è una funzione il cui dominio è
l’insieme di tutti i filosofi e il codominio sono
i valori di verità e di falsità
38. concetto
Intensione o senso
Estensione o significato
Insieme delle
caratteristiche che un
oggetto deve possedere:
si richiede che x sia un
uomo, un filosofo, nato in
un paese tedesco ecc.
Insieme degli oggetti che
cadonosotto quel
determinato concetto:
Kant, Hegel ecc.
39. Gli insiemi secondo Frege
I assioma : Principio di estensionalità
Se sotto due
concetti
cadono gli
stessi oggetti e
solo essi,
allora i due
concetti sono
uguali
(es.Parigi)
II assioma: Principio di
astrazione o comprensione
1) Esiste una
classe in
relazione a
ogni
molteplicità di
enti distinti
caratterizzabili
da una stessa
condizione
2) Le classi
sono
sostanze
nel senso
che esse
possono
godere di
attributi
Componene
te platonica
di Frege
40. Nipotini di Paperino Tre porcelliniequinumeroso
Concetto che come
tutti i concetti
individua una classe
Il numero è classe di tutte le classi
che sono numero di una qualche
classe