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Due problemi sull’utilizzo delle Neuroscienze in Giurisprudenza

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Due problemi sull’utilizzo delle Neuroscienze in Giurisprudenza

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di Fausto Caruana
Dipartimento di neuroscienze
Università di Parma

Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
6 maggio 2011

Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.

di Fausto Caruana
Dipartimento di neuroscienze
Università di Parma

Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
6 maggio 2011

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Due problemi sull’utilizzo delle Neuroscienze in Giurisprudenza

  1. 1. Due problemi sull’utilizzo delle Neuroscienze in Giurisprudenza Fausto Caruana Dipartimento di Neuroscienze Università di Parma
  2. 2. Quali sono gli ambiti in cui le Scienze Cognitive possono contribuire al progresso della Scienza Forense? • Psicologia della Percezione • Psicologia della Memoria • Psicologia del ragionamento controfattuale • Psicologia della decisione (tutela del consumatore) • Studio dei profili di personalità • Genetica • Lie Detection • Libero Arbitrio La scienza forense ha l’esigenza di comprendere “la mente” umana: • Attendibilità di una traccia mnemonica • Capacità percettive • Menzogna
  3. 3. Quanto è affidabile una testimonianza? Psicologia della Memoria Fleshbulb memories: ricordi correlati ad un evento pubblico significativo Intervista investigativa & “misinformation effect” (il caso McMartin) Psicologia della Percezione Il filtraggio spaziale nel sistema visivo e la degradazione dell’immagine in relazione alla distanza -------------------------- Psicopatologia Psicopatia vs Comportamento Antisociale Genetica Innatismo vs Empirismo
  4. 4. Utilizzo delle neuroscienze in sede giudiziaria: il giudice come gatekeeper Il giudice deve valutare l’idoneità dell’oggetto della prova (a) Frye approach (Fry v. US, 54 App DC 46 1923). Nel determinare se ammettere una prova scientifica, il giudice deve considerare se la base scientifica è generalmente accettata (general acceptance) dalla comunità scientifica di riferimento. (b) Daubert approach (Daubert v. Merrell Dow Pharmaceuticals Inc. 579 1993). Il giudice deve considerare: (1) la testabilità della teoria/tecnica; (2) la peer review/ pubblicazione; (3) l’indicizzazione delle percentuali di errore; (4) gli standard di applicabilità/replicabilità In Italia, sentenza Franzese (SSUU,10 Luglio 2002 n. 30328): non è consentito dedurre automaticamente dal coefficiente di probabilità espresso dalla legge statistica la conferma, o meno, dell’ipotesi accusatoria sull’esistenza del nesso causale, poiché il giudice deve verificarne la validità nel caso concreto.
  5. 5. È auspicabile che la giurisprudenza incorpori in toto le scoperte neuroscientifiche? Due problemi: (1) Il problema della libertà d’agire (2) Il problema della “neuro- mania”
  6. 6. Libero Arbitrio & Giustizia Retributiva • Giustizia Retributiva è una teoria della giustizia che considera la punizione una risposta al crimine moralmente accettabile , se proporzionata • Backward-looking • È un concetto comune a culture diverse nel mondo, ed ha rappresentato un modello anche in Italia fino a pochi anni fa (anni ’70) • È contrapposta alla teoria della Giustizia Consequenzialista, secondo la quale la punizione ha come scopo l’ottenimento del benessere futuro massimo per la società, come ad esempio la riduzione del crimine • Forward-looking • È opinione diffusa che la prima teoria è maggiormente implicata con l’assunzione del libero arbitrio
  7. 7. Il concetto di Libertà d’agire è alla base delle nozione di colpa Nei Lavori Preparatori al Codice Penale del 1930 si argomenta la necessità di porre il libero arbitrio quale presupposto filosofico della nozione di colpa e responsabilità: “Un codice che disconosce il principio della libera facoltà di autodeterminazione dell'uomo sarebbe un codice banditore di immoralità perché, distrutto il principio delle responsabilità delle azioni umane fondato sulla libera volontà, il delitto e la pena ci apparirebbero nell'individuo e nello Stato come una doppia infelicitas fati e le azioni umane si affermerebbero dominate da una legge fatale, dalla quale risulterebbe distrutto ogni concetto di bene e di male, di merito e di demerito, di virtù e di vizio, di innocenza e di colpa e perciò di premio e di castigo, di ricompensa e di pena” (Gulotta, 2002).
  8. 8. La libertà d’agire e il concetto di azione volontaria • Le neuroscienze oggi ridefiniscono il concetto di individuo, in particolare ricollocando “la mente” nel “corpo” (concezione meccanicista e determinista) • Gli studi neuroscientifici sollevano il problema del determinismo in maniera più diretta, in due sensi (a) Specifica: le neuroscienze possono dirci se certi particolari comportamenti sono determinati (da fattori patologici, o genetici, etc) (b) Generale: la nostra volontà cosciente è causa delle nostre azioni? Aspetto Specifico È possibile studiare l’incapacità di intendere e volere mediante l’impiego di valutazioni neuroscientifiche - incapacità di distinguere il bene dal male
  9. 9. “In some cases, the criminal justice system has accommodated well the lessons of neurobiology. If someone with epilepsy, in the course of a seizure, flails and strikes another person, that epileptic would never be considered to have criminally assaulted the person who they struck. But in earlier times, that is exactly what would have been concluded, and epilepsy was often assumed to be a case of retributive demonic possession.” R. Sapolsky, 2004 "Il delitto è doloso […], quando l'evento dannoso […], che è il risultato dell'azione […], è dall'agente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione" Codice Penale, art.43 “Vizio totale di mente: non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, era, per infermità, in tale stato di mente da escludere la capacità d'intendere o di volere” Codice Penale, art.88
  10. 10. • La corteccia prefrontale costituisce una porzione di cervello sempre maggiore quanto più si risale la scala evolutiva • Tra le sue funzioni, controllo/inibizione del comportamento • Mediante integrazione di informazioni molteplici (esperienza pregressa, vincoli sociali, afferenze viscerali). • Soppressione dei comportamenti impulsivi (connessioni inibitorie con il sistema limbico)
  11. 11. NON TUTTI SONO LIBERI? Un sistema di controllo degli impulsi danneggiato … Phineas Gage 13.XI.1848 • Lesione della corteccia prefrontale • Nessun deficit osservabile (linguistico, motorio, etc) • Buona capacità di distinguere giusto/sbagliato • Mancato controllo inibitorio (marcatore somatico) • Condotta antisociale
  12. 12. • 1969-1979. Lavora come ‘test driver’. Sposato, con figli. • 1979. Emorragia subaracnoidea da rottura di aneurisma dell’arteria comunicante anteriore. L’arteria pericallosa destra viene clippata. Dimissioni dopo 1 mese. • Riprende il lavoro, ma inizia a ‘prendere in prestito’ auto della ditta, e le abbandona vicino a casa. • È consapevole dell’illegalità, ma dice che lo fa per scherzare. • Nei successivi 17 anni, viene arrestato 8 volte. ‘Prende in prestito’ c.ca 100 auto. • Nessun deficit di linguaggio, attenzione, memoria, calcolo, coordinazione motoria, visuospaziale, ragionamento. • Normali test sulle funzioni prefrontali (decision-making)
  13. 13. • 40anni, buono stato di salute. Nessun problema sociale o coniugale. • 2000. Trovato in possesso di materiale pornografico, pedopornografia inclusa. Tutto il materiale è stato raccolto in un solo anno. • Inizia a frequentare prostitute (ma sente la cosa inaccettabile - “the pleasure principle overrode”. Fa avances sessuali alla figliastra, preadolescente. Trovato colpevole, viene assegnato ad un programma di riabilitazione per la dipendeza-sessuale, ma fa avances sessuali allo staff e a clienti del centro di riabilitazione, e viene espulso. • Prima della prigione, lamenta mal di testa. All’esame neurologico, si osservano ritardi nel movimento oculare, una modesta flessione nasolabiale e diverse risposte anormali della regione facciale. Deambulazione a base allargata. Memoria e altre funzioni cognitive intatte. Aprassia. • La MRI rivela una massa tumorale che coinvolge la corteccia orbitofrontale destra. • Dopo l’intervento, miglioramento dei sintomi fisici e porta a termine
  14. 14. Collisione: queste persone sono responsabili delle loro azioni? • Gazzaniga: “nella misura in cui il determinismo neuroscientifico è corretto, la punizione non solo è priva di senso, ma è anche immorale”. • Morse: “L’errore psicologico è credere che la causazione, in particolare se anormale, sia una scusa. Questo errore conduce a creare nuove scuse per ogni nuova ‘sindrome’ che gioca un ruolo nel comportamento. Ogni azione è causata da eventi cerebrali. Descrivere questi eventi e affermarne efficacia causale non è di interesse legale” • Sapolski. Alcuni casi sono universalmente giudicati non colpevoli. Ma esiste una differenza tra il mondo dello scienziato e quello del giudice. Lo scienziato cerca di non ragionare con categorie dai confini netti:
  15. 15. NESSUNO E’ LIBERO? La libertà d’agire e il concetto di azione volontaria Alla base della dottrina ufficiale c’è l’idea che, sebbene possa essere limitato in determinate circostanze, il nostro agire è volontario, libero Quando agiamo, lo facciamo sotto il controllo della nostra libera volontà? • David Hume definisce la volontà come: “nothing but the internal impression we feel and are conscious of, when we knowingly give rise to any new motion of our body, or new perception of our mind” (1739/1888). • Tuttavia la volontà è anche considerata una forza, il motore delle nostre azioni
  16. 16. La corteccia motoria supplementare Pre-SMA (F6) • Difficilmente stimolabile; • Stimolazione: movimenti lenti e complessi del braccio • Attività precedente il movimento • Fronto-dipendente; • Connette informazioni motivazionali e comandi esecutivi • Funzione inibitoria del movimento programmato? SMA-Proper (F3) • Facilmente stimolabile; • Muscolatura prossimale e assiale • Mappa somatotopica completa (Homunculus) • Attività time-locked con il movimento • Connessioni con motoria primaria e corteccia
  17. 17. Movimenti sequenziali controllati dalla corteccia motoria supplementare (indipendente dal tipo di movimento muscolare) (B) Selettività del neurone all’ultimo passaggio della sequenza indipendentemente dal tipo di movimento (A) Selettività del neurone al tipo di sequenza
  18. 18. La corteccia motoria supplementare aumenta la sua attività prima del movimento. • La corteccia motoria supplementare inizia la sua attività c.ca 1 secondo prima dell’inizio del movimento • Questa attività rappresenta il contributo corticale alla pianificazione premotoria dell’azione volontaria • Ma quando, in relazione alla nostra intenzione di muoverci?
  19. 19. Intenzione, Movimento e Volontà Readiness Potential Benjamin Libet Intenzione di agire: 206ms prima dell’azione Piano preparatorio:
  20. 20. Attività neuroni in SMA fino a 1500ms prima della decisione 256 neuroni sono sufficienti per predire la decisione nell’80% delle prove già 700ms prima della decisione cosciente nel soggetto
  21. 21. Le neuroscienze mostrano un quadro tale per cui il soggetto cosciente crede di essere autore di azioni le quali tuttavia hanno cause di cui non è consapevole “L'azione inizialmente viene avviata in qualche parte del cervello, e subito partono i segnali verso i muscoli, che si fermano un istante sulla loro strada per dire a voi, l'agente cosciente, che cosa succede (ma, come tutti i buoni ufficiali, fanno in modo che voi, il goffo presidente, conserviate l'illusione di essere quello che ha dato il via a tutto)" Daniel Dennett • Pazienti Commissurotomizzati • Comunicazione interemisferica interrotta • Comando dato all’emisfero destro • Richiesta di spiegazione all’emisfero sinistro (dotato di linguaggio, ma inconsapevole della motivazione) • Spiegazione confabulatoria • In assenza di informazioni, il cervello ricostruisce spiegazioni post-hoc delle proprie azioni per mantenere un quadro di coerenza globale Michael Gazzaniga
  22. 22. Il resoconto neuroscientifico influenza la nostra visione della responsabilità (e dell’assoluzione)? • ‘Noi’ ci identifichiamo con il nostro ‘io’ cosciente • Le nostre azioni (anche quelle criminali) sono programmate ed eseguite indipendentemente dal nostro ‘io’ cosciente • ‘Noi’ ne siamo gli autori? • La punizione colpisce il nostro ‘io’ cosciente
  23. 23. 1. Soluzione Anarchica: accettare tutti i risultati scientifici Non si può rifiutare un risultato scientifico esclusivamente a causa delle spiacevoli conseguenze pratiche. Una soluzione del “nessuno è colpevole”. Due possibili conseguenze: 1. Tutti liberi: in nessun caso si può dire che il soggetto cosciente sia responsabile di un’azione; l’azione è sempre frutto di meccaniche inconsce. Non essendo responsabile, il soggetto non ha colpa. Quindi non è punibile. 2. Abbandono del modello retributivo (e concetto di colpa, merito, responsabilità) per un modello consequenzialista. Ma è altrettanto valido?
  24. 24. 2. Soluzione Pragmatica: ignorare i risultati scientifici È possibile rifiutare le conclusioni del nostro ragionamento in diversi modi: 1. Rifiuto dell’interpretazione del dato (“siamo liberi”) 2. Compatibilismo: rifiuto dell’assunzione per cui il determinismo nega il libero arbitrio (“il concetto di libertà si applica alle azioni, non alla volontà”) 3. Rifiuto della rilevanza della spiegazione della causa (la responsabilità è dell’individuo, non del cervello. L’individuo si percepisce come libero. La responsabilità è un’attribuzione sociale, non un ingrediente neurobiologico)
  25. 25. 3. Soluzione Diplomatica: accettare alcuni risultati scientifici Si potrebbe considerare il resoconto scientifico solo in certi casi. 1. Ignorare il dato sulla natura pre-cosciente dell’azione (riguarda tutti gli individui) 2. Considerare il dato relativo alle conseguenze del comportamento sociale di una lesione prefrontale, o ad argomenti di natura genetica (riguarda casi particolari) Questa soluzione prevede: • una maggiore comprensione del limite posto tra “determinazione” e “maggiore inclinazione” • una collaborazione tra giudice e neuroscienziato;
  26. 26. Grazie

Editor's Notes

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  • Quali sono le scienze cognitive\n Qui solleviamo alcuni problemi \n
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  • La vicenda giudiziaria riguardava la richiesta di risarcimento promossa dai genitori di un minore, Jason Daubert, affetto dalla nascita  da una grave malformazione che come in altri casi dell'epoca secondo alcune expert testimonies dovevano attribuirsi all'uso durante la gravidanza, di un farmaco il Benedictin prodotto dal Colosso Merrell Dow Pharmaceuticals e venduto in oltre 33 milioni di esemplari solo in USA. \nVari giudici avevano respinto analoghe domande assumendo che le tesi degli attori non erano supportate da convincenti studi o dati statistici e cozzavano contro la prevalente opinione dell'ambiente medico che negava ogni legame di evidenza tra le malformazioni ed il farmaco. \n
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  • Phineas P. Gage (Lebanon, 8 luglio ? 1823 – San Francisco, 21 maggio 1860) è stato un operaio capocantiere statunitense addetto alla costruzione di ferrovie.\nÈ conosciuto per essere diventato uno dei casi di studio più famosi in neurologia (citato come "American Crowbar Case") in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio del 13 settembre 1848 vicino alla città di Cavendish, nel Vermont, mentre inseriva una carica esplosiva in una roccia che doveva essere fatta saltare in aria perché bloccava il passaggio della linea ferroviaria in costruzione.\nA causa dell'esplosione accidentale della polvere da sparo, il ferro di pigiatura che Gage stava usando per compattarla schizzò in aria attraversando la parte anteriore del suo cranio, provocando un forte trauma cranico ai lobi frontali del cervello.\nMiracolosamente sopravvissuto all'incidente, già dopo pochi minuti Gage era di nuovo cosciente e in grado di parlare; nel giro di tre settimane poté alzarsi dal letto e uscire di casa in autonomia. La sua personalità però aveva subito radicali modifiche, al punto che gli amici non lo riconoscevano più e i vecchi datori di lavoro si rifiutarono di riprenderlo con sé.\nSi crede che l'incidente di cui fu vittima abbia causato l'enorme cambiamento nella sua personalità emotiva e relazionale, trasformandolo in una persona talmente priva di freni inibitori sul piano verbale, da risultare irosa ed asociale, ed un cambiamento della sua capacità di fare previsioni sulla base dei dati acquisiti, rendendolo incapace di valutare i rischi delle sue azioni.\nGli studi sulle condizioni di Gage hanno apportato grandi cambiamenti nella comprensione clinica e scientifica delle funzioni cerebrali e della loro localizzazione nel cervello, soprattutto per quanto riguarda le emozioni e la personalità. È anche in seguito alle riflessioni teoriche avviate in conseguenza di questo caso che, per alcuni decenni della metà del XX secolo, sono stati usati metodi, oggi in totale disuso, come la lobotomia prefrontale per curare certi tipi di disturbi del comportamento.\n
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