1. Evoluzione del concetto di
Orientamento
Fase diagnostico – attitudinale
Fase caratteriologico – affettiva
Fase clinico – dinamica
Fase dello sviluppo vocazionale
Fase centrata sulla persona o maturativo
- personale
2. Fase diagnostico - attitudinale
Risponde al principio dell’uomo giusto al posto giusto
Inizio: sviluppo tecnologico industriale
Finalità: maggiori profitti per le aziende
Focus: concetto di attitudine inteso come disposizione naturale
ereditaria basata sulle componenti psicosociali delle prestazioni
individuali, che appaiono misurabili attraverso prove e reattivi
della psicotecnica
Scopo: determinare la concordanza tra le attitudini individuali
ed i requisiti richiesti da una particolare posizione professionale
Verso nuove prospettive: mettere in evidenza come il
comportamento umano risultasse diverso di fronte ai vari compiti
di vita e l’ammissione dell’esistenza di fisionomie di carattere che
potevano essere raccolte in tipologie di personalità
3. Fase caratteriologico affettiva
Risponde all’affermarsi del concetto “interesse al lavoro”
Inizio: anni ’30 fino anni ’50
Finalità: individuare gli interessi della persona
Focus: investigazione degli interessi della persona attraverso test
psicometrici
Scopo: rivolgersi alla dimensione interna dell’individuo per ciò che
attiene alla sua disponibilità verso una determinata attività
professionale, compresa la sua partecipazione emotivo-affettiva
che implica interesse, attenzione e curiosità
Verso nuove prospettive: giungendo a comprendere lo stretto
legame esistente tra il lavoro, gli interessi professionali e la
dimensione socio-affettiva che “motiva” l’individuo, si prepara il
terreno per la fase successiva
4. Fase clinico - dinamica
Si determina la teoria motivazionale
Inizio: anni ’40 fino anni ’60
Finalità: rintracciate le strutture profonde di personalità
dell’individuo, si va alla ricerca degli elementi dinamici in grado di
soddisfare le sue esigenze profonde all’interno del vasto panorama
delle professioni
Focus: il vissuto del soggetto, il suo passato e le sue motivazioni
inconscie. Le metodologie d’indagine privilegiate sono: il colloquio
clinico e i test proiettivi
Scopo: il soggetto, una volta conosciuto le sue tendenze profonde e le
sue motivazioni, può aumentare il suo adattamento emotivo ed il suo
benessere armonizzandole con attività professionali congrue
Verso nuove prospettive:critiche dalla sociologia per la non
considerazione del ruolo svolto dall’ambiente, dai fattori economici e
sociali; dalla pedagogia che sottolinea l’importanza di un
orientamento che si configuri come azione educativa
5. Fase dello sviluppo vocazionale
Si basa sulla convinzione che la scelta professionale raggiunge la
sua maturazione attraverso tappe evolutive che devono essere
affrontate e adeguatamente superate
Inizio: anni ’70
Finalità: identificare i fattori che influenzano direttamente o
indirettamente la scelta professionale
Focus: modello ADPV (Activation du Development Vocational et
Personnel) realizzato dall’Università Laval del Quebec: la
sequenza vocazionale del modello comprende i compiti:
dell’esplorazione, della cristallizzazione, della specificazione e
della realizzazione.
Verso nuove prospettive: il verbo è nell’accezione riflessiva –
orientarsi – si evidenzia il ruolo attivo del soggetto nel processo
d’orientamento
7. Modello psico-attitudinale
Obiettivo: collocare l’uomo giusto al posto
giusto
Elementi enfatizzati: attitudini,
caratteristiche del lavoro
Strumenti: test psico-attitudinali, colloqui
diagnostici
9. Modello socio-culturale
Obiettivo: indirizzare il soggetto tenendo
conto del contesto socio-culturale e della
formazione scolastica
Elementi enfatizzati: origine sociale,
formazione scolastica
Strumenti: materiale informativo sul
mercato del lavoro, colloqui
10. Modello psicodinamico
Obiettivo: individuare attività professionali
più consone alla soddisfazione dei bisogni
Elementi enfatizzati: origine sociale,
formazione scolastica
Strumenti: materiale informativo sul
mercato del lavoro, colloqui
12. Modello informativo
Obiettivo: fornire informazioni per facilitare
l’inserimento o il reinserimento del
soggetto nel mercato del lavoro
Elementi enfatizzati: esperienza formativa e
professionale
Strumenti: materiale informativo, colloqui
informativi
13. Linee di tendenza
dell’orientamento di oggi
Obiettivo: ottimizzare l’investimento delle
potenzialità e delle risorse del soggetto
rispetto al contesto in cui è inserito o si
vuole inserire
Elementi enfatizzati: interessi, motivazioni,
valori, potenzialità, competenze
Strumenti: colloqui d’orientamento,
metodologie attive, questionari
14. Le pratiche d’orientamento
Educational and vocational guidance
Azioni
finalizzate
a
promuovere
l’educazione
all’autorientamento attraverso lo sviluppo di competenze
orientative
.
Vocational and career counselling
Azioni finalizzate all’attivazione del processo di
ridefinizione e/o di riorganizzazione delle dimensioni e dei
fattori che permettono alla persona di gestire il suo
rapporto con le criticità connesse all’evoluzione personale
e professionale.
15. Competenze orientative
Atteggiamento e stile di comportamento proattivo rispetto
alla gestione della propria storia personale (capacità di
attivazione, canalizzazione degli obiettivi, diagnosi dei
problemi, ecc.)
Competenze di automonitoraggio, ovvero capacità di
tenere sotto controllo lo svolgersi delle esperienze in atto
(il percorso formativo, la ricerca del lavoro, l’attività
professionale)
Competenze orientative di sviluppo, ovvero capacità di
affrontare
gli
eventi
decisionali
attraverso
una
progettazione di sé nel tempo (capacità di darsi degli
obiettivi di crescita; di investire delle energie in vista di un
obiettivo, di costruire dei progetti individuali assumendosi
responsabilità e rischi connessi alla loro realizzazione,
ecc.)
16. Vocational and career counselling
Intervento consulenziale rivolto a sostenere una ridefinizione
del Sé professionale a partire dall’esperienza personale e
dalla sua evoluzione progettuale attraverso la narrazione
della
persona
e
la
competenza
del
consulente
nell’identificare eventuali fattori ricorrenti (comportamenti,
atteggiamenti, vissuti emotivi) e/o di eventi critici che
hanno segnato lo sviluppo dell’esperienza formativa e
lavorativa passata.
E’
indispensabile la motivazione all’autoriflessione e la
capacità della persona di farsi carico attivamente e
consapevolmente della propria storia formativa e
lavorativa lungo tutto l’arco di vita.