Anno pastorale 2011-12
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I mendicanti dell'Assoluto" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Nietzesche
ontology poiesis....
Ontologia dell’opera d’arte mah…essere per la salvezza dell’essere significa essere per la salvezza dell’arte? E l’opera d’arte aiuterà l’essere a salvarsi? Mah… solo l’opera d’arte ci può salvare? E solo l’arte salverà l’essere o il mito ontoteologico della salvezza della mondità? Solo l’arte ci potrà salvare? Solo il mito dell’opera d’arte può salvare il mito delle muse della poiesis o dell’ontopoiesis? Ma l’arte è anche la salvezza del musagete, quale essere divinità che si dà all’arte o dà all’arte la fondatezza del mito? O che disvela con l’arte l’ontologia ontopoietica dell’opera dell’esser-arte-nella mondità come nella mondanità, o esser-arte-per-la-morte dell’arte…  Già nelle origini della ermeneutica poetica la mimesis disvela la fondatezza della physis: aldilà della classicità simulativa, imitativa, clonante, tautologica, la mimesis quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista, con gli occhi l’essere che si disvela nella sua physis. E’ l’esserci che com-prende contemplando l’eventuarsi della physis dell’essere, della natura dell’essere, dell’essere-nella-mondità. E’ la mimesis del disvelarsi dell’essere poetante…o l’ontologia dell’icona della physis quale ontologia dell’ikona dell’essere nel mondo. O l’ontologia della temporalità della physis che si disvela nel mondo quale spazialità immaginaria nella radura immaginaria ove s’eventua quale opera d’arte immaginaria… anzi l’ontologia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la physis, non la imita o la modella o la ricorda, la divela quand’era abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica. E’ indispensabile intraprendere gli studi e le ricerche dell’ontologia dell’opera d’arte, giacchè nel nuovo millennio tutte le configurazioni del sapere epistemico, ma anche le ontologie ermeneutiche, hanno evidenziato i propri confini aldiqua dell’essere-opera-d’arte, per concentrarsi solo sull’ontica, sulle entità narrate o sulle superentità ontoteologiche. L’epistemica dell’opera d’arte si è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza né alla nuova epistemica, né alla matesis virtuale, né alla physis immaginaria, né alla temporalità ontologica, men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’opera d’arte. Solo il pensiero della disvelatezza resiste, o persiste nella sua re-esistenza, sostenuto dalla sua struttura ontologica fondata sull’essenza dell’essere-opera-d’arte-nel-mondo-per-la-morte. Ma la sua origine, o originalità o singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del pensiero poetante che contempla poeticamente l’opera d’arte o la interpreta infinitamente nella temporalità kairos-logica più tosto che cronologica. Per raggiungere anche i sentieri interrotti della physis poetante dell’opera d’arte e quindi anche la fondatezza non tecnica della teknè, o il fondamento non epistemico dell’epistemica, la physis dell’opera d’arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’essere animati, aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le fondamenta nella radura, nel vuoto quantico epistemico, della topologia fluttuante dell’essere opera d’arte che si dà alla mondità per inter-essere o inter-esserci opera d’arte dell’essere animato che getta quale icona dell’essere-nel-mondo-della-morte-dell’arte. Può l’ontolgia dell’opera d’arte raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla spazialità topologica sgombra dalle temporalità epistemiche o anche ermeneutiche, per approdare alla libera
Anno pastorale 2011-12
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I mendicanti dell'Assoluto" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Nietzesche
ontology poiesis....
Ontologia dell’opera d’arte mah…essere per la salvezza dell’essere significa essere per la salvezza dell’arte? E l’opera d’arte aiuterà l’essere a salvarsi? Mah… solo l’opera d’arte ci può salvare? E solo l’arte salverà l’essere o il mito ontoteologico della salvezza della mondità? Solo l’arte ci potrà salvare? Solo il mito dell’opera d’arte può salvare il mito delle muse della poiesis o dell’ontopoiesis? Ma l’arte è anche la salvezza del musagete, quale essere divinità che si dà all’arte o dà all’arte la fondatezza del mito? O che disvela con l’arte l’ontologia ontopoietica dell’opera dell’esser-arte-nella mondità come nella mondanità, o esser-arte-per-la-morte dell’arte…  Già nelle origini della ermeneutica poetica la mimesis disvela la fondatezza della physis: aldilà della classicità simulativa, imitativa, clonante, tautologica, la mimesis quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista, con gli occhi l’essere che si disvela nella sua physis. E’ l’esserci che com-prende contemplando l’eventuarsi della physis dell’essere, della natura dell’essere, dell’essere-nella-mondità. E’ la mimesis del disvelarsi dell’essere poetante…o l’ontologia dell’icona della physis quale ontologia dell’ikona dell’essere nel mondo. O l’ontologia della temporalità della physis che si disvela nel mondo quale spazialità immaginaria nella radura immaginaria ove s’eventua quale opera d’arte immaginaria… anzi l’ontologia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la physis, non la imita o la modella o la ricorda, la divela quand’era abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica. E’ indispensabile intraprendere gli studi e le ricerche dell’ontologia dell’opera d’arte, giacchè nel nuovo millennio tutte le configurazioni del sapere epistemico, ma anche le ontologie ermeneutiche, hanno evidenziato i propri confini aldiqua dell’essere-opera-d’arte, per concentrarsi solo sull’ontica, sulle entità narrate o sulle superentità ontoteologiche. L’epistemica dell’opera d’arte si è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza né alla nuova epistemica, né alla matesis virtuale, né alla physis immaginaria, né alla temporalità ontologica, men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’opera d’arte. Solo il pensiero della disvelatezza resiste, o persiste nella sua re-esistenza, sostenuto dalla sua struttura ontologica fondata sull’essenza dell’essere-opera-d’arte-nel-mondo-per-la-morte. Ma la sua origine, o originalità o singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del pensiero poetante che contempla poeticamente l’opera d’arte o la interpreta infinitamente nella temporalità kairos-logica più tosto che cronologica. Per raggiungere anche i sentieri interrotti della physis poetante dell’opera d’arte e quindi anche la fondatezza non tecnica della teknè, o il fondamento non epistemico dell’epistemica, la physis dell’opera d’arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’essere animati, aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le fondamenta nella radura, nel vuoto quantico epistemico, della topologia fluttuante dell’essere opera d’arte che si dà alla mondità per inter-essere o inter-esserci opera d’arte dell’essere animato che getta quale icona dell’essere-nel-mondo-della-morte-dell’arte. Può l’ontolgia dell’opera d’arte raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla spazialità topologica sgombra dalle temporalità epistemiche o anche ermeneutiche, per approdare alla libera
La sintesi della mia tesina per gli esami di Stato per il diploma di liceo classico.
Sviluppa il tema del progresso dell'uomo che nella storia è sfociato in regresso sia dal punto di vista sociale che culturale e scientifico.
Il treno e le sue interpretazioni:
- Arte: dalla pittura di denuncia sociale alla Metafisica;
- Letteratura inglese: l suo impatto ambientale ( “I like to see it lap the miles” di Emily Dickinson);
- Beni culturali: La stazione-museo d’Orsay, un nuovo punto di incontro;
- Storia: la varietà di funzioni del treno (da icona del progresso a mezzo di deportazione);
- Letteratura italiana: Il treno nell’immaginario letterario di Carducci e Pirandello;
- Filosofia: la fiducia nel progresso, il Positivismo
di Riccardo Manzotti
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
La sintesi della mia tesina per gli esami di Stato per il diploma di liceo classico.
Sviluppa il tema del progresso dell'uomo che nella storia è sfociato in regresso sia dal punto di vista sociale che culturale e scientifico.
Il treno e le sue interpretazioni:
- Arte: dalla pittura di denuncia sociale alla Metafisica;
- Letteratura inglese: l suo impatto ambientale ( “I like to see it lap the miles” di Emily Dickinson);
- Beni culturali: La stazione-museo d’Orsay, un nuovo punto di incontro;
- Storia: la varietà di funzioni del treno (da icona del progresso a mezzo di deportazione);
- Letteratura italiana: Il treno nell’immaginario letterario di Carducci e Pirandello;
- Filosofia: la fiducia nel progresso, il Positivismo
di Riccardo Manzotti
Convegno "Le neuroscienze incontrano le altre discipline"
Padova, Palazzo del Bo
5 maggio 2011
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
Guida in italiano all'utilizzo di Prezi Classic. I principali strumenti, come creare una presentazione. Cos'è Prezi, come si usa Prezi Classic. Aggiornata a settembre 2017
UX, ethnography and possibilities: for Libraries, Museums and ArchivesNed Potter
These slides are adapted from a talk I gave at the Welsh Government's Marketing Awards for the LAM sector, in 2017.
It offers a primer on UX - User Experience - and how ethnography and design might be used in the library, archive and museum worlds to better understand our users. All good marketing starts with audience insight.
The presentation covers the following:
1) An introduction to UX
2) Ethnography, with definitions and examples of 7 ethnographic techniques
3) User-centred design and Design Thinking
4) Examples of UX-led changes made at institutions in the UK and Scandinavia
5) Next Steps - if you'd like to try out UX at your own organisation
CITAZIONI UTILI PER AVVIARE UN PERCORSO DI MATURAZIONE.pdfnadine benedetti
QUESTO TESTO CONSTA DI TRE PARTI:
- UN DOCUMENTO MIRA A FAR CONOSCERE CLASSICI DELLA LETTERATURA,
DELLA PSICOLOGIA, DELLA FILOSOFIA E DELLA STORIO GRAFIA E ALTRI TESTI
UTILI COME LIBRI DI TESTO LICEALI, DIVERSI MANUALI UNIVERSITARI,
ALCUNI ROMANZI E SOPRATTUTTO SAGGI RECENTI, RIVISTE E PAGINE
ONLINE CON L'INTENTO DI AGEVOLARE LA RIFLESSIONE SU
PROBLEMI FONDAMENTALI E SEMPRE ATTUALI.
- UN SECONDO DOCUMENTO CON CITAZIONI DA ALCUNE RIVISTE DI
ASTROLOGIA E ALCUNE ISTRUZIONI SU COME MEGLIO SERVIRSI DI QUESTI
MENSILI PER ANALIZZARE SE STESSI E TROVARE SOSTEGNO E SPUNTI DI
RIFLESSIONE INVECE CHE PER LEGGERVI LE PREVISIONI E I CONSIGLI A VOLTE
ARBITRARI, CONTRADDITTORI E SPESSO INTERESSATI
- UN TERZO DOCUMENTO CON DUE CITAZIONI DA
HTTP://WWW.SLIDESHARE.COM/LO-STATO-ATTUALE-DELLA-PSICHIATRIA ITALIANA
INFORMA SULLE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI IN
PSICOLOGIA E CHIARISCE CIÒ CHE OSTACOLA IL GIUDIZIO RAZIONALE
QUESTO TESTO CONSTA DI TRE PARTI:
- UN DOCUMENTO MIRA A FAR CONOSCERE CLASSICI DELLA LETTERATURA,
DELLA PSICOLOGIA, DELLA FILOSOFIA E DELLA STORIO GRAFIA E ALTRI TESTI
UTILI COME LIBRI DI TESTO LICEALI, DIVERSI MANUALI UNIVERSITARI,
ALCUNI ROMANZI E SOPRATTUTTO SAGGI RECENTI, RIVISTE E PAGINE
ONLINE CON L'INTENTO DI AGEVOLARE LA RIFLESSIONE SU
PROBLEMI FONDAMENTALI E SEMPRE ATTUALI.
- UN SECONDO DOCUMENTO CON CITAZIONI DA ALCUNE RIVISTE DI
ASTROLOGIA E ALCUNE ISTRUZIONI SU COME MEGLIO SERVIRSI DI QUESTI
MENSILI PER ANALIZZARE SE STESSI E TROVARE SOSTEGNO E SPUNTI DI
RIFLESSIONE INVECE CHE PER LEGGERVI LE PREVISIONI E I CONSIGLI A VOLTE
ARBITRARI, CONTRADDITTORI E SPESSO INTERESSATI
- UN TERZO DOCUMENTO CON DUE CITAZIONI DA
HTTP://WWW.SLIDESHARE.COM/LO-STATO-ATTUALE-DELLA-PSICHIATRIA ITALIANA
INFORMA SULLE TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI IN
PSICOLOGIA E CHIARISCE CIÒ CHE OSTACOLA IL GIUDIZIO RAZIONALE
1. Simone Weil... e le altre:Simone Weil... e le altre:
la filosofia al femminilela filosofia al femminile
PariMentiPariMenti
Progetto realizzato con il contributo della Regione Toscana
INSEGNARE I DIRITTIINSEGNARE I DIRITTI
RACCONTARE LE DONNERACCONTARE LE DONNE
EDUCARE ALLA PARITA’EDUCARE ALLA PARITA’
2. «La donna è un maschio abortito»
De generatione animalium – Aristotele IV sec a.C.
«Dovete limitarvi a parlare di Dio
e della vita virtuosa,
e non disputare della divinità»
Taulero - XIV sec. d.C.
3. «…per tre motivi sono
riconoscente alla sorte:
primo, per essere uomo e non
bestia, secondo, uomo e
non donna, terzo, greco e
non barbaro.»
Talete IV sec. a. C.
4. «Non sappiamo se gli angeli
hanno portato il loro ministero
a Dio, nella formazione della
donna»
Sant'Agostino – IV sec. d.C.
5. «Le donne sono adatte a curarci
ed educarci nell'infanzia, appunto
perché esse stesse sono puerili,
sciocche e miopi, in una parola
tutto il tempo della loro vita
rimangono grandi bambini: esse
occupano una specie di gradino
intermedio fra il bambino e l'uomo,
che è il vero essere umano.»
(Arthur Schopenhauer XIX sec.)
6. «Dare a una donna
ragionamento, idee, intelletto
significa mettere un coltello in
mano a un bambino.»
(Hippolyte Adolphe Taine XIX sec.)
7. IPAZIAIPAZIA
350- 415 d.C.
"Quando ti vedo mi
prostro, davanti a te e alle
tue parole, vedendo la
casa astrale della Vergine,
infatti verso il cielo è
rivolto ogni tuo atto
Ipazia sacra,
bellezza delle parole,
astro incontaminato
della sapiente cultura".
(Pallada)
10. "Quando tracciava una nuova mappa del cielo,
Ipazia stava indicando una traiettoria nuova - e
insieme antichissima - per mezzo della quale gli
uomini e le donne del suo tempo potessero
imparare ad orientarsi sulla terra e dalla terra al
cielo e dal cielo alla terra senza soluzione di
continuità e senza bisogno della mediazione del
potere ecclesiastico [...]. Ipazia insegnava ad
entrare dentro di sé (l'intelletto) guardando fuori
(la volta stellata) e mostrava come procedere in
questo cammino con il rigore proprio della
geometria e dell'aritmetica che, tenute l'una
insieme all'altra, costituivano l'inflessibile canone
di verità» Gemma Beretta - Ipazia d'Alessandria, Editori Riuniti-
12. «Ipazia […] è maestra di filosofia
neoplatonica, una disciplina dove
convergevano anche studi di
matematica e di geometria, al punto
che la stessa Ipazia avrebbe
inventato anche macchine come un
astrolabio piatto, un idroscopio e un
aerometro.»
Roma al femminile, a cura di Augusto Franchetti, ed. Laterza
13. «Ella giunse ad un tale grado di cultura, che superò di gran
lunga tutti i filosofi suoi contemporanei. [...]. Per la magnifica
libertà di parola ed azione, che le veniva dalla sua cultura,
accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della
città e non era motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli
uomini. Infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la
rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore
reverenziale. Per questo motivo, allora, l'invidia si armò contro
di lei. Alcuni, dall'animo surriscaldato, guidati da un lettore di
nome Pietro, si misero d'accordo e si appostarono per
sorprendere la donna mentre faceva ritorno casa. Tiratala giù
dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome
da Cesario: qui, strappatale la veste, la uccisero colpendola
con i cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro,
trasportati questi pezzi al cosiddetto Cinerone, cancellarono
ogni traccia di lei nel fuoco»
Socrate Scolastico - Historia Ecclesiastica
14. Edith SteinEdith Stein
Breslavia,12 ottobre 1891 – Auschwitz, 9 agosto 1942
«Il cammino della fede
ci porta più lontano di
quello della conoscenza
filosofica: ci porta al Dio
personale e vicino, a
Colui che è tutto amore
e misericordia, a una
certezza che nessuna
conoscenza naturale
può dare.»
15.
16. Muovendosi all’interno della scuola fenomenologica (studiò
filosofia a Gottinga con Husserl), la Stein afferma che è necessario
comprendere e conoscere la realtà che ci circonda in tutti i suoi
“fenomeni”, cioè in tutte le forme in cui essa appare alla coscienza:
tra questi fenomeni possono essere annoverati anche i soggetti
estranei a noi con le loro esperienze.
Per la Stein l'empatia è "l'esperienza di soggetti altri da noi e del
loro vissuto". L'esperienza dell’ empatia non si attua solo al livello
della coscienza, ma anche a quello dello spirito, dove si è in grado
di cogliere il mondo ideale ed i valori che sono alla base della vita
spirituale di un altro.
«La ragione diverrebbe irragionevolezza se volesse ostinarsi a
fermarsi a ciò che può scoprire con il suo lume e a chiudere gli
occhi dinanzi a ciò che le è reso visibile da una luce superiore.»
«L’amore senza verità e la verità senza amore sono la negazione
totale della verità... Ma l’amore passa – come è passato Cristo –
inevitabilmente attraverso il Getsemani e la Croce»
17. La ricerca della verità. Dalla fenomenologia alla filosofia cristiana
18. Simone WeilSimone Weil
Parigi,3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto1943
«Non tocca all'uomo cercare Dio
e credere in lui: egli deve
semplicemente rifiutarsi di amare
quelle cose che non sono Dio. Un
tale rifiuto non presuppone alcuna
fede. Si basa semplicemente sulla
constatazione di un fatto evidente:
che tutti i beni della terra …
sono finiti e limitati,
radicalmente incapaci
di soddisfare quel
desiderio di un bene
infinito e perfetto che
brucia perpetuamente
in noi.»
19. Si racconta che il preside del suo liceo la chiamasse imperativo
categorico in gonnella, per descrivere ironicamente il suo
carattere duro ed intransigente fin dalla tenera età
20. "Sono convinta che l'infelicità per un
verso e la gioia per l'altro verso, la gioia
come adesione totale e pura alla bellezza
perfetta, implicano entrambe la perdita
dell'esistenza personale e sono quindi le
due sole chiavi con cui si possa entrare
nel paese puro, nel paese respirabile, nel
paese del reale"
21.
22. «Per me, personalmente, ecco cosa ha voluto dire
lavorare in fabbrica: ha voluto dire che tutte le
ragioni esterne (una volta avevo creduto trattarsi di
ragioni interiori) sulle quali si fondavano, per me, la
coscienza della mia dignità e il rispetto di me stessa
sono state radicalmente spezzate in due o tre
settimane sotto i colpi di una costruzione brutale e
quotidiana…Non sono fiera di confessarlo…
Mettendosi dinanzi alla macchina, bisogna uccidere
la propria anima per 8 ore al giorno, i propri pensieri,
i sentimenti, tutto… Questa situazione fa sì che
il pensiero si accartocci, si ritragga,
come la carne si contrae davanti a un bisturi.
Non si può essere coscienti.»
24. La storia della filosofia occidentale è una
lista di nomi di uomini. E le donne?
• Si può essere filosofo e donna al tempo stesso?
• Come viene la voglia filosofica alle donne? Accade
solo quando vogliono comprendere e cambiare una
condizione umana?
• Perchè la donna non la si associa al filosofeggiare?
Perché l’icona del filosofo è un soggetto maschio?
• A escludere il sesso femminile da un ruolo attivo in
filosofia fu davvero l’oscuramento maschilista?