1. PANORAMA DELLA CRITICA ARIOSTESCA
Foscolo elaborò il primo discorso critico sulla poesia ariostesca, discorso illuminato da giudizi acuti
intorno alla inesauribile e sempre sorprendente tecnica romanzesca dell'Ariosto, sulla originalità
della sua arte e sul suo modo inimitabile di rifare nuove le fonti classiche e romanze, sulla sua
inesauribile conoscenza della natura umana e sullavoro costante, linguistico e stilistico al fine di
ottenere uno strumento espressivo insieme naturalissimo ed elegantemente eletto.
De Sanctis riconobbe nel “Furioso” la presenza di una ricca carica sentimentale, di una larga e
sperimentata conoscenza del cuore umano, di una potente virtù creativa.
Benedetto Croce: Croce vedeva realizzato nell’Ariosto il modo ideale di concepire la poesia come
contemplazione serena del mondo vario degli affetti e come rappresentazione nitida e saggiamente
sorridente della multiforme vita sentimentale. Per il critico tutti i sentimenti sono presenti, ma
nessuno prende il sopravvento: essi si fondono tutti in un sentimento superiore, quello dell’armonia.
Ma per Croce il concetto di “armonia” non era da intendersi come il risultato di un’esperienza
umana, particolare e storica, ma come un dono eccezionale, fuori del tempo. Croce, infine, non ebbe
il merito di considerare oggetto della sua analisi le opere minori. Chi fece questo fu Walter Binni
che considerò le Satire una sorta di autoritratto letterario. La nozione stessa di ironia perde nelle
pagine di Binni quanto ancora serbava di troppo astratto nel saggio crociano, rivelando nel Furioso
la presenza dell’uomo Ariosto, a sua volta inserito entri il tessuto vivo delle esperienze morali e
culturali del suo tempo.
Altri studi importanti sono quelli di Riccardo Bacchelli che ha avuto il merito di aver dimostrato
l’incosistenza della tradizionale immagine di un Ariosto svagato e sognatore, pigro e indifferente di
fronte alla realtà e candido cultore di innocenti fantasie.
Gianfranco Contini ha illustrato il metodo correttorio dell’Ariosto e nell’indagare le leggi che
regolano le correzioni nelle tre redazioni del poema conclude che esse coincidono con le leggi
dell’armonia così come erano state definite da Croce.
A De Benedetti e a Cesare Segre dobbiamo edizioni critiche e commenti rigorosi di quasi tutte le
opere dell’Ariosto.
INTERPRETAZIONE DI UNA VITA Lanfranco Caretti
Una vita per niente avventurosa quella dell’Ariosto, quietamente compartita tra gli affetti familiari e
i cari studi, tra le modeste incombenze di corte e l’amore fedele per una sola donna, per la maggior
parte circoscritta entro le mura di una città. Questa immagine, che lo stesso De Sanctis è sembrato
autorizzare parlando dell’Ariosto come di un personaggio da collocare “nella scala de’ Sancio
Panza e de’ don Abbondio”, ha finito poi col provocare una frattura quanto mai artificiosa tra
l’uomo e l’artista. Da qui si è generata la convinzione che il “Furioso” sia nato in un clima di
evasione, come fuga dalla realtà. Al contrario la vita dell’Ariosto è una scelta matura e consapevole
perché egli risolse il problema della propria libertà, della difesa intelligente del proprio mestiere
letterario entro gli unici termini che gli erano obiettivamente consentiti. Era proprio dell’Ariosto la
virtù della discrezione, un senso concreto e realistico dell’esistenza, una capacità ad elaborare un
ideale di vita dominato dal sentimento della misura e dell’equilibrio interiore. Così operando per
una via strenuamente razionale, l’Ariosto dimostrava di voler trarre partito da qualsiasi situazione,
propizia o avversa che fosse, per indagare più da vicino la natura degli uomini e la verità del proprio
tempo, con spirito quanto mai acuto e penetrante. Importante per l’Ariosto era non perdere di vista
l’uomo in ogni sua manifestazione; in tal modo egli veniva a cogliere il significato profondo
dell’esistenza, non rifiutando la realtà né lasciandosi sopraffare da essa, ma fronteggiandola con i
mezzi e le forme che gli erano permessi. Appare oggi chiaro che la celebrata “armonia” ariostesca
resta inspiegabile se non si riesce a farla coincidere con l’armonia etica, intesa come profonda
conoscenza del mondo, del mondo storico degli uomini contemporanei e del mondo universale delle
passioni umane ricondotte alla loro legge interiore, alla dialettica complessa che alla fine tutte le
chiarisce ed illumina.