Materiale divulgativo sulla metodologia CLIL: WHO («Chi»), WHAT («Che cosa»), WHEN («Quando»), WHERE («Dove»), WHY («Perché») - Presentazione degli aspetti teorici e pratici sull'insegnamento di una disciplina non linguistica attraverso l'uso di una lingua veicolare a cura del Prof. Patrizio Berardi
Didattica Italiano di base
Lezione 1. Didattica base per l'insegnamento dell'Italiano L2 agli adulti.
Lezione di Cremona.
Organizzato dal Progetto Vivere in Italia
Materiale divulgativo sulla metodologia CLIL: WHO («Chi»), WHAT («Che cosa»), WHEN («Quando»), WHERE («Dove»), WHY («Perché») - Presentazione degli aspetti teorici e pratici sull'insegnamento di una disciplina non linguistica attraverso l'uso di una lingua veicolare a cura del Prof. Patrizio Berardi
Didattica Italiano di base
Lezione 1. Didattica base per l'insegnamento dell'Italiano L2 agli adulti.
Lezione di Cremona.
Organizzato dal Progetto Vivere in Italia
Linee guida per l'accoglienza e l' integrazione degli alunni stranieri Laura Franchini
I Punti chiave del Documento MIUR di febbraio 2014
Linee guida per l'accoglienza e l' integrazione degli alunni stranieri.
A cura della Prof.ssa Lucia Abbruzzese
Proposta di un format per la stesura di UdA. L'esempio del format compilato con UdA per una classe II di scuola primaria è al link http://giusilandi.blogspot.it/2016/08/piano-di-lavoro-per-la-classe-ii.html
formazione Didattica per competenze
incontro "quadro normativo europeo ed italiano sulla didattica per competenze"
ambito "Sicilia 15" - sede de corso IC Venetico (Me)
Formati per crescere - Percorso formativo sulle metodologie didattiche, valutazione e didattica delle competenze
Lezione 1
as 2013-14 IC di Mistretta (Me)
Linee guida per l'accoglienza e l' integrazione degli alunni stranieri Laura Franchini
I Punti chiave del Documento MIUR di febbraio 2014
Linee guida per l'accoglienza e l' integrazione degli alunni stranieri.
A cura della Prof.ssa Lucia Abbruzzese
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incontro "quadro normativo europeo ed italiano sulla didattica per competenze"
ambito "Sicilia 15" - sede de corso IC Venetico (Me)
Formati per crescere - Percorso formativo sulle metodologie didattiche, valutazione e didattica delle competenze
Lezione 1
as 2013-14 IC di Mistretta (Me)
L’ABILITÀ DI PRODUZIONE Tecniche didattiche e analisi di materiali, livelli di competenza
docente: Patrizia Guasco
Diapositive della prof.ssa Patrizia Guasco esposte al corso DITALS tenutosi a Brescia in data 28.2.2011
L’accessibilità culturale dei mass media italianiNicola Rabbi
Sono accessibili i mass media che utilizzano la scrittura? Bella domanda. Per cercare di dare una risposta vediamo di definire meglio a quali mass media pensiamo. I quotidiani, i periodici, sia su carta che sul web, faremo un discorso solo su di loro. È vero, noi italiani per informarci usiamo più la televisione e, i giovani, le informazioni che arrivano dai social presenti in rete, ma occupiamoci, in questo breve articolo, solo di quegli strumenti di informazione che sono ritenuti oramai dei classici. Se dovessimo dare una risposta veloce alla domanda da cui siamo partiti, la risposta sarebbe facile: “No, non sono accessibili, o per lo meno solo a pochi”.
دروس في الهندسة التربوية
باللغة الايطالية
ماستر2
جامعة البليدة
Ingénierie de l'éducation
للسنة الجامعية 2023/2024
في ملف باور بوينت موجود في الانترنيت للتحميل او في شكل بي دي اف
L'immigrazione in Lombardia: famiglia motore di coesione sociale.
Presentazione dell'Undicesimo Rapporto dell'Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicità
Corso per Aspiranti imprenditori/lavoratori autonomi e neoimprenditori/ lavoratori autonomi, con una competenza complessiva in lingua Italiana a partire dal livello A2 (elementare – base).
PROGRAMMA DI FORMAZIONE AVANZATA
Corso preparatorio di 30 ore per la Certificazione DITALS di II livello
Sede del Corso: Istituto Paolo Frisi - Via Pier Francesco Cittadini, 4/1 - Milano
Percorsi di educazione alla cittadinanza in slide, finalizzati all’acquisizione delle conoscenze essenziali per l’inserimento consapevole nella vita civile del paese da parte di cittadini extracomunitari da poco in Italia, così come previsto dalla normativa, o comunque appartenenti a target specifici (casalinghe, richiedenti asilo, rom, detenuti, disoccupati). Il livello previsto di competenza linguistica dei corsisti è quello iniziale (A1-A2).
Percorsi di educazione alla cittadinanza in slide, finalizzati all’acquisizione delle conoscenze essenziali per l’inserimento consapevole nella vita civile del paese da parte di cittadini extracomunitari da poco in Italia, così come previsto dalla normativa, o comunque appartenenti a target specifici (casalinghe, richiedenti asilo, rom, detenuti, disoccupati).
Il livello previsto di competenza linguistica dei corsisti è quello iniziale (A1-A2).
Percorsi di educazione alla cittadinanza in slide, finalizzati all’acquisizione delle conoscenze essenziali per l’inserimento consapevole nella vita civile del paese da parte di cittadini extracomunitari da poco in Italia, così come previsto dalla normativa, o comunque appartenenti a target specifici (casalinghe, richiedenti asilo, rom, detenuti, disoccupati). Il livello previsto di competenza linguistica dei corsisti è quello iniziale (A1-A2).
Percorsi di educazione alla cittadinanza in slide, finalizzati all’acquisizione delle conoscenze essenziali per l’inserimento consapevole nella vita civile del paese da parte di cittadini extracomunitari da poco in Italia, così come previsto dalla normativa, o comunque appartenenti a target specifici (casalinghe, richiedenti asilo, rom, detenuti, disoccupati).
Il livello previsto di competenza linguistica dei corsisti è quello iniziale (A1-A2).
Percorsi di educazione alla cittadinanza in slide, finalizzati all’acquisizione delle conoscenze essenziali per l’inserimento consapevole nella vita civile del paese da parte di cittadini extracomunitari da poco in Italia, così come previsto dalla normativa, o comunque appartenenti a target specifici (casalinghe, richiedenti asilo, rom, detenuti, disoccupati).
Il livello previsto di competenza linguistica dei corsisti è quello iniziale (A1-A2).
Ditals - Profili di apprendenti di Italiano L2 e approcci glottodidattici
1. Università degli Studi di Brescia
Centro Linguistico Interfacoltà
PROFILI DI APPRENDENTI DI ITALIANO L2
E APPROCCI GLOTTODIDATTICI
Silvia Gilardoni
Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
CORSO DI FORMAZIONE
14 febbraio 2011
Certificazione DITALS I livello
2. Italiano L2: pubblici, motivazioni e bisogni
L‟attrattività della lingua italiana
l‟italiano
come grande lingua di cultura;
come lingua di un paese di grande attrattiva turistica;
come lingua di un paese di notevole espansione
economica;
come lingua che si connette con grandi comunità di origine
italiana all‟estero;
come lingua di necessità di una massa crescente di
emigrati in Italia.
(I. Baldelli, Le sorti della lingua italiana oggi nel mondo, in I. Baldelli - B.M. Da Rif,
Lingua e letteratura italiana nel mondo oggi. Atti del XIII Congresso A.I.S.L.L.I.,
Perugia, 30 maggio-3 giugno 1988, Leo Olschki Editore, Firenze 1991, pp. 13-24)
3. I fattori di attrattività della lingua italiana diffusa fra
stranieri:
la tradizione intellettuale;
le manifestazioni della società italiana
contemporanea;
i movimenti migratori.
(T. De Mauro – M. Vedovelli – M. Barni – L. Miraglia, Italiano 2000. I pubblici
e le motivazioni dell’italiano diffuso fra stranieri, Bulzoni, Roma 2002)
4. la rilevanza del concetto di attrattività in glottodidattica
dall‟attrattività esercitata da una lingua e da una cultura dipende
la motivazione allo studio della lingua stessa
senza motivazione non c‟è apprendimento; all‟origine della
motivazione si colloca infatti l‟interesse, che è la base
essenziale dell‟apprendimento.
(S. Gilardoni, La didattica dell’italiano L2: approcci teorici e orientamenti
applicativi, ISU, Milano 2005)
5. l‟identificazione dei bisogni linguistico-
comunicativi dell‟apprendente
in una prospettiva glottodidattica è decisivo
mettere a fuoco i bisogni individuali da un lato,
legati alla personalità dell‟apprendente, e i bisogni
sociali dall‟altro, ossia i bisogni di natura culturale
e/o professionale indotti dal contesto
6. Le motivazioni allo studio dell‟italiano come L2
e gli elementi di cambiamento nello stato
dell‟italiano diffuso tra stranieri
7. Fattori di cambiamento:
un aumento generalizzato dello studio delle lingue;
il posizionamento dell‟Italia fra i primi paesi
industrializzati;
un cambiamento nel pubblico motivato da ragioni
culturali (es. l‟iscrizione alle università italiane da parte di
studenti stranieri);
il fenomeno dell‟immigrazione.
(M. Vedovelli, L’italiano degli stranieri. Storia, attualità, prospettive, Carocci,
Roma 2002)
8. Per una tipologia di apprendenti di italiano L2
Profili di pubblici di italiano L2 a partire
dall‟individuazione dei “bisogni di sviluppo
linguistico-comunicativo”
l‟espressione sottolinea “la necessità di collocare il processo
di apprendimento della L2 al punto di convergenza di classi di
esigenze (provenienti dagli apprendenti individuali) e tipi di
situazioni dei contesti sociali e culturali dai quali derivano le
sollecitazioni comunicative e alle quali gli individui rispondono
anche con le competenze sviluppate nella formazione”
(M. Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro comune
europeo per le lingue, Carocci, Roma 2002, p. 148)
9. adulto straniero immigrato in Italia
bambino di famiglia immigrata in Italia
apprendente straniero nel proprio paese:
giovane e adulto
apprendente straniero nel proprio paese:
anziano
apprendente di origine italiana
(M. Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro
comune europeo per le lingue, cit.)
10. tipo di corso destinatari finalità
ITALIANO COME LINGUA discenti stranieri nel proprio paese (in corsi presso a) conoscere e comprendere meglio gli italiani, la loro
STRANIERA istituzioni scolastiche, universitarie o di altra cultura, il loro paese;
natura) b) stabilire o mantenere forme di cooperazione con l’Italia e
gli italiani a diversi livelli (culturale, sociale, economico,
professionale, ecc.)
ITALIANO COME LINGUA 1) cittadini italiani alloglotti (appartenenti a a) autorealizzazione nella realtà nazionale con dignità,
SECONDA comunità linguistiche minoritarie) opportunità e diritti pari a quelli degli altri cittadini;
b) bilinguismo e biculturalismo come risorsa nazionale
2) stranieri residenti in Italia (immigrati a) bilinguismo e biculturalismo del soggetto per
lavoratori e non, studenti inseriti nel contesto l’integrazione e l’inserimento attivo nella società italiana;
scolastico o universitario italiano, professionisti, b) veicolo di studio e di lavoro
ecc.)
ITALIANO COME LINGUA emigrati italiani di seconda e terza generazione a) conoscere e comprendere meglio gli italiani, la loro
ETNICA cultura, il loro paese;
b) stabilire o mantenere forme di cooperazione con l’Italia e
gli italiani a diversi livelli (culturale, sociale, economico,
professionale, ecc.)
c) bilinguismo e biculturalismo del soggetto per la
conservazione dell’identità e per ragioni affettivo-
famigliari
(S. Gilardoni, La didattica dell’italiano L2: approcci teorici e orientamenti applicativi, cit., p. 58. Cfr. anche G. Freddi, Insegnare
l’italiano, in G. Freddi, a cura di, L’insegnamento della lingua-cultura italiana all’estero. Aspetti glottodidattici, Le Monnier, Firenze
1987, pp. 65-69)
11. L‟apprendente immigrato in Italia
L‟apprendimento dell‟italiano da parte
dell‟immigrato in Italia coincide con
l‟apprendimento della lingua del paese ospite e
fa parte dunque del processo di integrazione
nella società accogliente.
12. La “questione della lingua” per gli immigrati
stranieri in Italia:
gli immigrati e la loro identità linguistica;
l‟identità linguistica nella società italiana;
i comportamenti comunicativi dei singoli parlanti
nativi italiani nelle interazioni con gli stranieri.
(M. Vedovelli, La questione della lingua per l’immigrazione straniera in Italia e
a Roma, in M. Barni - A. Villarini, La questione della lingua per gli immigrati
stranieri. Insegnare, valutare e certificare l’italiano L2, Franco Angeli, Milano
2001)
13. “[…] ogni straniero adottando l‟italiano non
abbandona la madrelingua, ma piuttosto innesta
la seconda lingua sulla prima, sviluppando quella
affascinante e complessa condizione di
bilinguismo che è tipica di chi, da bambino o da
adulto, impara a vivere con due lingue diverse”.
(A. Tosi, Dalla madrelingua all’italiano. Lingue ed educazione linguistica
nell’Italia multietnica, La Nuova Italia, Firenze, 20002, p. XII)
14. Competenza bilingue e identità socioculturale
Differenti soluzioni e
differenti politiche scolastiche
Rifiuto delle differenze e tentativo di vivere come se il
paese d‟origine non fosse mai stato abbandonato
Negazione delle differenze con il conseguente
abbandono della cultura d‟origine e identificazione nella
popolazione ospite
Accettazione delle differenze e inizio della costruzione di
una identità bilingue e biculturale
15. Adulto straniero immigrato in Italia
Bisogni linguistici e formativi di adulti immigrati
accoglienza e regolarizzazione
lavoro
abitazione
salute e assistenza
formazione
socializzazione e tempo libero
(M. Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro
comune europeo per le lingue, cit.)
16. La fase di accoglienza e le procedure di
regolarizzazione
localizzare un ufficio informazioni, presentare domanda di
regolarizzazione, ottenere i documenti di soggiorno …
Il contesto del lavoro
trovare un lavoro, gestire rapporti di lavoro, inserirsi
socialmente sul lavoro, usare termini specialistici …
La ricerca dell‟abitazione
trovare un alloggio provvisorio o definitivo, gestire la casa,
…
17. Il contesto della salute e dell‟assistenza
conoscere i servizi sul territorio, saper usufruire dei
servizi, acquisire la terminologia specialistica …
Il contesto della formazione
localizzare i corsi di L2, conoscere la cultura del
Paese, formarsi professionalmente, …
La socializzazione e il tempo libero
entrare in contatto con nativi e connazionali, utilizzare
i mezzi di comunicazione, ecc.)
18. Figli di famiglia immigrata in Italia
Bisogni linguistici e formativi di bambini e
adolescenti immigrati
L‟inserimento nel contesto scolastico italiano
19. La diversificazione linguistica
L‟italiano come “lingua di contatto”
parlare di „italiano come lingua di contatto‟ significa
“considerare la competenza linguistico-comunicativa
come luogo in cui codici linguistici e culturali diversi
si incontrano e producono nuove identità”
(M. Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro
comune europeo per le lingue, cit., p. 174)
20. l‟italiano è non solo oggetto di
apprendimento ma anche veicolo di
insegnamento dei contenuti disciplinari:
sono coinvolti dunque sia gli usi del
linguaggio comune sia quelli legati agli
ambiti settoriali
21. I contesti di “italiano L2” nella scuola
la classe plurilingue, con una predominanza di parlanti nativi
italofoni e la presenza di parlanti non nativi (per i quali l‟italiano è
lingua seconda);
la classe plurilingue, con una predominanza di parlanti non
nativi (per i quali l‟italiano è lingua seconda);
ilgruppo di recupero plurilingue, con la presenza di parlanti
nativi e non nativi;
il laboratorio di italiano L2, con la presenza unicamente dei
parlanti non nativi, gestito dai cosiddetti “facilitatori di
apprendimento”.
22. Approcci teorici e orientamenti applicativi
Da un “curricolo di italiano” a un modello di
competenza comunicativa per allievi stranieri
L'insegnamento integrato di lingua e contenuto
disciplinare: l'italiano per lo studio
23. da un “curricolo di italiano” a un modello di
competenza comunicativa per allievi stranieri
Presenza di allievi di diversa provenienza
Eterogeneità dei livelli di competenza
Eterogeneità di motivazioni a livello di
consapevolezza
Forte diversificazione delle situazioni in cui avviene
l‟insegnamento
(P.E. Balboni, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società
complesse, UTET, Torino 2002, pp. 214-215)
24. La competenza comunicativa
sapere fare lingua
sapere fare con la lingua
sapere la lingua
saper integrare la lingua con i linguaggi non verbali
(P.E. Balboni, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società
complesse, cit., p. 73)
25. Modelli operativi:
unità di apprendimento (dedicate alla BICS, Basic
Interpersonal Communication Skill)
unità didattiche (per la CALP, Cognitive and
Academic Language Proficiency)
conversazioni
(P.E. Balboni, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società
complesse, cit.)
26. Uso di schede individuali
La dimensione interculturale
Metodologia per la glottodidattica precoce:
ludicità, oralità, contestualizzazione e
attivazione totale del bambino
L‟italiano L2 per adolescenti: il testo letterario,
il testo microlinguistico
27. L'insegnamento integrato di lingua e contenuto
disciplinare: l'italiano per lo studio
italiano L2 per lo studio
(o lingua per studiare, o dello studio)
“quell‟insieme di competenze ed abilità che permettono
all‟alunno straniero, già in possesso dell‟
„alfabetizzazione‟ di base, di padroneggiare i sottocodici
delle diverse materie scolastiche e così i concetti legati
alle discipline di studio”
(Grassi, R. - Valentini, A. - Bozzone Costa, R. , a cura di, L’italiano per lo studio nella
scuola plurilingue: tra semplificazione e facilitazione, Atti del Convegno-Seminario
“Alunni stranieri nella scuola: l‟italiano per lo studio”, Bergamo, 17-19 giugno 2002,
Guerra, Perugia 2003, p. 7)
29. STUDIARE IN L2
L‟apprendimento dell‟italiano per studiare le
diverse discipline richiede:
la comprensione del contenuto
la comprensione e la memorizzazione di molti
termini settoriali
la comprensione di concetti e astrazioni (nessi
logici, spaziali, temporali, ecc.)
la verbalizzazione dei concetti
30. L‟interazione didattica: il parlato
dell‟insegnante, l‟interrogazione, …
I manuali disciplinari, le prove scritte, …
31. Quali obiettivi?
l‟apprendimento dei contenuti curricolari e disciplinari propri della classe
di inserimento;
lo sviluppo delle competenze linguistiche in italiano L2 relativamente alle
strutture linguistiche proprie dei linguaggi disciplinari (lessico, connettori,
ecc.);
lo sviluppo di strategie di apprendimento cognitive (ad esempio strategie
di tipo inferenziale-deduttivo), metacognitive (come la pianificazione o il
controllo) e socioaffettive (legate alle dinamiche affettive, sociali e
motivazionali della persona).
(G. Favaro, L’italiano L2 per lo studio: i bisogni degli apprendenti, le risorse e i modelli organizzativi delle scuole,
in Grassi, R. – Valentini, A. – Bozzone Costa, R., a cura di, L’italiano per lo studio nella scuola plurilingue: tra
semplificazione e facilitazione, cit., pp. 13-20 e L. Mariani, Saper apprendere attraverso i curricoli: dalle abilità di
studio alle strategie di apprendimento, dalla facilitazione all’autonomia, intervento tenuto in occasione del
Convegno Insegnare ad imparare in italiano L2: le abilità di studio per la scuola e per l’università, Università
degli Studi di Bergamo, Centro di Italiano per Stranieri, Bergamo, 14-16 giugno 2004)
32. l’insegnante come
FACILITATORE DI APPRENDIMENTO
(dimensione interdisciplinare e trasversale
dell‟educazione linguistica rispetto ai diversi
campi disciplinari)
33. La metodologia per l‟uso veicolare della lingua
CLIL
(Content and Language
Integrated Learning)
34. CLIL
insegnamento/apprendimento integrato
di lingua e contenuto disciplinare
sillabo “integrato” (contenuti disciplinari e contenuti
linguistici) e valutazione integrata di lingua e contenuti
un apprendimento basato sui compiti (task-based learning)
la semplificazione dell‟input
35. I testi di studio
La complessità dei testi di studio
La mancata o la scarsa comprensione pongono diversi
problemi, perché provocano:
- un divario di competenze rispetto ai coetanei (che rischia di
aumentare con il tempo)
- l‟esclusione totale o parziale dalle attività di classe, che provoca
nell‟allievo straniero: senso di isolamento, frustrazione, perdita
di motivazione
Il rischio è che l‟apprendimento della L2 si blocchi
perché l‟input non è comprensibile e non produce
nuova acquisizione
36. Una didattica della comprensione scritta
finalizzata allo studio
L‟italiano per lo studio tra semplificazione
e facilitazione
37. Semplificazione e riorganizzazione del testo
testi caratterizzati sia da semplicità lessicale e
morfosintattica sia da un‟organizzazione logico-
concettuale che faciliti l‟elaborazione cognitiva
(S. Ferrari, Comprensione e lettura in L2: uno studio sperimentale sugli
effetti della modificazione testuale, in R. Grassi - A. Valentini - R. Bozzone
Costa, a cura di, L’italiano per lo studio nella scuola plurilingue: tra
semplificazione e facilitazione, cit., pp. 85-110)
38. La semplificazione del compito:
fase di pre-lettura
fase di lettura (con attività di comprensione globale e
di comprensione analitica)
fase di post-lettura
(R. Grassi, Compiti dell’insegnante disciplinare in classi plurilingui: la
facilitazione dei testi scritti, in M.C. Luise, a cura di, Italiano Lingua
Seconda: Fondamenti e metodi. Coordinate, vol. 1, Guerra, Perugia 2003,
pp. 121-142)
39. La facilitazione testuale come strategia
didattica che ha come oggetto il testo
autentico di studio