Organizzazione del sistema sanitario. Confronto tra il sistema italiano e per...Vicente Massucco
Organizzazione del Sistema Sanitario Italiano e Peruviano
La tutela reale della salute : legge è realità.
Come migliorare il sistema sanitario in paesi non sviluppati
Fattori che impediscono lo sviluppo : La corruzione e altri.
Organizzazione del sistema sanitario. Confronto tra il sistema italiano e per...Vicente Massucco
Organizzazione del Sistema Sanitario Italiano e Peruviano
La tutela reale della salute : legge è realità.
Come migliorare il sistema sanitario in paesi non sviluppati
Fattori che impediscono lo sviluppo : La corruzione e altri.
Corso ASPP/RSPP mod. A3 - Inviduazione e valutazione dei rischiRoberto Rocchegiani
Corso per ASPP/RSPP ideato nel 2016 con elementi di novità dal punto di vista didattico. Parliamo della individuazione dei rischi e della loro valutazione, con particolare riferimento agli attuali panorami occupazionali.
Siamo agli inizi di una presumibile inversione di tendenza dal punto di vista produttivo, ma occorre rivalutare la sopravvenuta rischiosità derivante dalla differenza di genere e l'attuale impoverimento delle organizzazioni, dal punto di vista esperenziale e professionale.
Elementi che stanno determinando un forte incremento delle domande di malattia professionale ed un incremento degli infortuni mortali.
WORKSHOP il mobbing tra prevenzione e danno: le modifiche possibili in ambito...Drughe .it
Firenze 28.11.2014
Prevenzione e danno da mobbing: quali modifiche al DLgs 81/08 e alla tabella delle Malattie professionali?
Dr Luigi Carpentiero detto Gino – Azienda Sanitaria Firenze - Associazione Italiana Benessere e Lavoro (AIBeL) - Gruppo di lavoro Vigilanza
Il mobbing sul posto di lavoro (FACTS – Agenzia europea per la sicurezza e la...Drughe .it
Il Parlamento europeo:
"esorta gli Stati membri a rivedere e, se del caso, a completare la propria legislazione vigente sotto il profilo della lotta contro il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nonché a verificare e ad uniformare la definizione della fattispecie del mobbing."
Raccomanda:
• agli Stati membri di fare in modo che le organizzazioni private e pubbliche, nonché le parti sociali, attuino politiche di prevenzione efficaci;
• l’introduzione di un sistema di scambio di esperienze;
• l’individuazione di procedure atte a risolvere il problema per le vittime e ad evitare sue recrudescenze;
• la messa a punto di un’informazione e di una formazione di lavoratori dipendenti, del personale di inquadramento, delle parti sociali e dei medici del lavoro, sia nel settore privato che nel settore pubblico.
La pubblicità tradizionale - tv, riviste, radio - costa sempre di più e porta sempre meno. Le persone sono diventate diffidenti, credono poco ai messaggi pubblicitari e sono alla continua ricerca dell’offerta più conveniente perchè non riescono a distinguere un prodotto da un altro. Inoltre, si è sempre più attenti a come spendiamo i nostri soldi. Il carrello della spesa, come lo shopping, sta mutando sulla base di nuove abitudini e mode di consumo.
Le aziende e i negozi quindi sono chiamati a raccogliere una nuova sfida: imparare a vendere
ad un nuovo consumatore. Anche se può sembrare strano, Facebook, Twitter e i social network sono preziosi alleati per le nostre vendite. Durante la lezione si spiegheranno le basi del nuovo marketing, della pubblicità efficace e le regole per usare i social network per promuovere i nostri affari.
Relatrice dell’incontro sarà:
Dr.ssa Barbara BONAVENTURA
Esperta di marketing strategico e Direttore Marketing di Mentis, società veneta dedicata all'innovazione e alla formazione aziendale
E-commerce non è solo una parola inglese che va tanto di moda.
E-commerce è la possibilità di offrire i nostri prodotti/servizi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in tutta Italia e perché no, anche al di fuori dei confini nazionali.
Vendere su Internet non è però banale, non si può improvvisare.
infatti, se le opportunità sono molte sono molti anche gli errori in cui si può incappare.
Durante la lezione si spiegheranno alcune regole base per avviare un buon commercio
elettronico e qualche trucco pratico per partire con il piede giusto.
Relatrice dell’incontro sarà:
Dr.ssa Barbara BONAVENTURA
DECRETO CRESCITA E RIFORMA DEL LAVORO
1. DECRETO SULLA CRESCITA ECONOMICA (D.L. n. 83/2012)
- Detrazioni IRPEF per ristrutturazioni
- Semplificazioni in materia di Autorizzazioni edilizie
- Responsabilità del professionista
- Società fra professionisti
- S.R.L. semplificate
- Proroga entrata in vigore del SISTRI
- IVA in edilizia
- Altre novità per le Imprese;
2. LA RIFORMA DEL LAVORO
- Aumenti contributivi
- La riforma dei Contratti di associazione in partecipazione
- La riforma dei licenziamenti
- La riforma dei Contratti di lavoro
- La responsabilità solidale negli Appalti
- La deducibilità delle autovetture
- Altre novità di rilievo;
Relatore dell’incontro:
Dr. Renzo PRAVISANO
Dottore Commercialista e Giudice presso la CTR di Venezia
La riunione avrà luogo:
il giorno: Venerdì 28 settembre 2012
alle ore: 9.30 (durata circa 3 ore)
presso: CPV – Centro Produttività Veneto - Fondazione Giacomo Rumor, Via E. Montale, 27 – Vicenza (zona Vicenza Ovest)
1. ADEMPIMENTI IN SCADENZA
- I Beni concessi in godimento a familiari o Soci (Circolare 24/E del 15.06.2012)
- La scadenza per l’invio telematico delle Dichiarazioni Fiscali anno 2011 (Modello UNICO 2012)
- Gli Studi di Settore e le Comunicazioni dell’Agenzia Entrate: aspetti operativi
- Sintesi sulla tassazione delle Rendite Finanziarie nel 2012;
- La disapplicazione delle disposizioni sulle Società di comodo in presenza di Perdite sistematiche (Provvedimento n. 87956 del 11.06.2012 – Circolare n. 23/E del 11.06.2012)
- Applicazione Agevolazione ACE alle Imprese: aspetti operativi (Provvedimento n. 40186 del 16.03.2012)
- Modificazioni alla procedura di trasferimento denaro contante (Provvedimento n. 89780 del 02.07.2012)
- Proroga termini Comunicazioni Soggetti svolgenti attività di locazione e noleggio (Provvedimento n. 94713 del 25.06.2012)
- Regole applicative Immobili situati all’estero (Circolare n. 28/E del 02.07.2012)
- Nuovo Modello AA9/11 (Provvedimento del 18.05.2012);
2. RISPOSTE A QUESITI.
Durante l’incontro sono stati trattati i seguenti argomenti:
- Aspetti generali in materia di Dichiarazioni Fiscali
- Imposta Comunale sugli Immobili: calcolo e versamenti
- Le Dichiarazioni dei Sostituti d’Imposta: 770 Semplificato ed Ordinario
- Il Mod. UNICO Persone Fisiche: aspetti operativi
- Il Mod. UNICO Società Personali: modalità e termini
- Il Mod. UNICO Società Capitali ed Enti commerciali
- Il Mod. IRAP: modalità di compilazione
- Gli Studi di Settore, Parametri ed Indici di Normalità Economica
- Esame aspetti particolari e risposte a quesiti.
Per l'azienda, oggi, è sempre più difficile pensare a come fare marketing e assicurare la giusta continuità alle vendite, sia per la complessità del contesto in cui si muove, sia per il disorientamento di fronte ai nuovi strumenti di comunicazione e promozione.
Nei momenti di crisi dei mercati e dei consumi solo le aziende più forti vincono. Forti non significa necessariamente di grandi dimensioni e con ampie possibilità d’investimento. Forti vuol dire ricchi d’idee e d’iniziative.
Forti significa avere coraggio di fare, laddove altri incolpano del proprio insuccesso gli eventi, piuttosto che alla propria incapacità di comprendere che è necessario innovare e rinnovarsi.
Sempre più si parla di Marketing Low Budget come il nuovo modo di pensare il marketing per affrontare i cambiamenti del mercato.
Nel corso della serata, il dott. Maggiolo intende far conoscere tecniche e strumenti di marketing innovativo a basso costo che permettono all'impresa di conquistare nuove nicchie di mercato e fidelizzare (e non perdere!) i clienti che si hanno già senza spendere una fortuna.
Durante l’incontro verranno trattati i seguenti argomenti:
- Aspetti generali in materia di Dichiarazioni Fiscali
- Imposta Comunale sugli Immobili: calcolo e versamenti
- Le Dichiarazioni dei Sostituti d’Imposta: 770 Semplificato ed Ordinario
- Il Mod. UNICO Persone Fisiche: aspetti operativi
- Il Mod. UNICO Società Personali: modalità e termini
- Il Mod. UNICO Società Capitali ed Enti commerciali
- Il Mod. IRAP: modalità di compilazione
- Gli Studi di Settore, Parametri ed Indici di Normalità Economica
- Esame aspetti particolari e risposte a quesiti.
Relatore dell’incontro sarà:
Dr. Renzo PRAVISANO
Dottore Commercialista e Giudice presso la CTR di Venezia
Atti conferenza la gioielleria_nel_made_in_italy_fra _crisi_dei_consumi_interniCentro Produttività Veneto
CONFERENZA organizzata dal Gruppo di Studio Settore Orafo su Analisi della situazione economica e aspetti tariffari nei
principali mercati di riferimento'
Durante l’incontro verranno trattati i seguenti argomenti:
A) IVA: ASPETTI OPERATIVI
- La Dichiarazione Annuale 2012
- Le compensazioni dei Crediti IVA: riduzione del valore a 5.000 Euro;
B) DECRETO LIBERALIZZAZIONI (D.L. n. 1 del 24.01.2012)
- Società semplificata S.r.l.
- Tirocinio professionisti
- I.M.U.
- IVA in edilizia ed altro;
C) LEGGE COMUNITARIA (n. 217 del 15.12.2011)
- Prestazione di servizi con Soggetti non residenti (effettuazione della prestazione)
- Rimborsi infrannuali IVA
- Importazioni di beni con introduzione in Depositi IVA;
D) SISTRI: ASPETTI OPERATIVI;
E) SOSTITUTI D’IMPOSTA E DICHIARAZIONE 770 / ORDINARIO E SEMPLIFICATO;
F) SEMPLIFICAZIONI TRIBUTARIE (D.L. n. 16 del 02.03.2012)
- Novità in materia di Black List e Spesometro
- Sanzioni amministrative
- Contenzioso tributario
- Compensazioni del Credito IVA;
G) ALTRE NOVITA’
- Proroga Comunicazione beni concessi in godimento ai familiari
- Denaro contante per pagamenti effettuati da cittadini stranieri
- Altro e risposte a quesiti.
Relatore dell’incontro sarà:
Dr. Renzo PRAVISANO
Dottore Commercialista e Giudice presso la CTR di Venezia
CREDIT AUDIT:VALUTAZIONE DEL RISCHIO INSOLVENZA E AZIONI PREVENTIVE PER RIDURRE GLI INSOLUTI.
Indipendentemente dalle ragioni e dalle origini dell'attuale periodo di crisi, molte aziende sono costrette a lavorare in un mercato che vede aumentare il numero dei cosiddetti "cattivi pagatori", che spesso prima erano assolutamente solventi ed affidabili.
Nelle PMI non è diffusa un’evidente cultura della prevenzione, perché ritenuta costosa, e questa mancanza di cultura condiziona anche la gestione dei rischi sul credito, costringendo le aziende a investire molto nelle azioni di recupero dei crediti.
Un credito non si recupera quando è scaduto oppure quando è insoluto, ma va gestito sin dalla sua origine, cercando di intervenire per presidiare o rimuovere tutte le cause che possono generare nuovi insoluti. La responsabilità nella gestione dei crediti, e la valutazione dei rischi commerciali connessi alle vendite, non è soltanto dell’amministrazione, ma dell’intera azienda.
Nelle due serate dedicate all’argomento, verranno affrontati quali sono i principali fattori di rischio quando manca una precisa policy per la concessione di credito commerciale e come progettare un intervento di CREDIT AUDIT con l’obiettivo di eseguire la revisione dei processi operativi e modificare la cultura interna del management, del personale amministrativo e della forza vendita.
Io voglio crescere strumenti frugali per affrontare la recessione
Attività di vigilanza spisal
1. AGGIORNAMENTO SU VALUTAZIONE DEI RISCHI DA STRESS LAVORO
CORRELATO E L’ANALISI COMPORTAMENTALE DEGLI INFORTUNI
VICENZA, 5 LUGLIO 2012
Le indicazioni del Coordinamento Tecnico Interregionale
per l’attività ispettiva
Primi risultati dell’attività di vigilanza in aziende
dell’ULSS di Vicenza
La gestione del lavoratore con disagio psicosociale
Il progetto europeo di assistenza alle aziende
dott. Pierantonio Zanon
dott.ssa Maria Bellan
SPISAL ULSS N. 6 VICENZA
2. STRESS LAVORO-CORRELATO
LAVORO-
INDICAZIONI PER LA CORRETTA
GESTIONE DEL RISCHIO E PER
L’ATTIVITÀ DI VIGILANZA ALLA
LUCE DELLA LETTERA
CIRCOLARE DEL 18.11.2010
DEL MINISTERO DEL LAVORO
E DELLE POLITICHE SOCIALI
gennaio 2012
3.
4. INTRODUZIONE
Tutti questi documenti hanno concorso in maniera via via più stringente
a definire l’oggetto della valutazione, mettendo al centro della stessa
non il benessere o il malessere dei lavoratori, ma l’organizzazione
del lavoro. In tal modo viene riaffermato con forza che il fine del
lavoro.
processo di valutazione non è solo la pesatura del rischio, ma gli
interventi correttivi e le azioni di miglioramento, cioè le misure di
prevenzione che devono essere attuate per evitare che la situazione
di rischio determini un danno alla salute dei lavoratori.
5. INTRODUZIONE
In sintesi i due elementi irrinunciabili del processo di valutazione per
ogni tipo di azienda sono:
la chiara indicazione delle misure di prevenzione in essere o da
attuare allo scopo di contrastare i fattori stressogeni presenti sul
lavoro
il coinvolgimento dei lavoratori nell’analisi del rischio e nella
individuazione delle soluzioni.
6. I.1 Quali sono le indicazioni pratiche a cui attenersi per verificare il
rispetto degli obblighi di legge nella valutazione dello stress lavoro-
lavoro-
correlato ?
La valutazione dello stress lavoro-correlato deve rispettare sia i contenuti degli
artt. 28 e 29 del D.Lgs 81/08, sia le indicazioni metodologiche della
Commissione Consultiva.
In particolare andrà verificato:
il percorso seguito per la valutazione
il contenuto del DVR
7. I.1 Quali sono le indicazioni pratiche a cui attenersi per verificare il
rispetto degli obblighi di legge nella valutazione dello stress lavoro-
lavoro-
correlato ?
Affinché tale controllo non si limiti ad una verifica puramente formale, si
dovranno approfondire i seguenti aspetti:
l’avvenuta consultazione preventiva degli RLS
la valutazione deve aver riguardato tutti i lavoratori
l’individuazione dei gruppi omogenei/partizioni organizzative deve aver
rispettato adeguati criteri di rappresentatività della realtà aziendale
la valutazione preliminare deve prendere in esame le tre famiglie di fattori:
eventi sentinella, fattori di contenuto e di contesto, indicandone i riscontri
oggettivi e verificabili
la messa in atto di idonee misure di prevenzione coerenti con l’esito della
valutazione
8. I.2 Quali sanzioni si applicano in caso di mancata o carente valutazione
del rischio?
1. il datore di lavoro non ha valutato nessuno dei rischi lavorativi né tantomeno
lo stress lavoro-correlato, e di conseguenza non esiste alcun DVR o il
Documento è talmente generico che è come se non fosse stato fatto:
violazione dell’art. 29 comma 1 del D. Lgs. 81/08 punito con la pena
prevista dall’art. 55 comma 1 lett. a)
2. il datore di lavoro ha valutato i rischi lavorativi ed esiste un DVR, ma tra
questi non è stato valutato lo stress lavoro-correlato, ovvero la valutazione
dello stress è talmente carente che è come se non fosse stata fatta (vedi
lista di controllo per la vigilanza di cui alla tab. 2): violazione dell’art. 28
comma 2 lett. a) primo periodo, punito con la pena prevista dall’art. 55
comma 4;
3. il datore di lavoro ha effettuato la valutazione dello stress lavoro-correlato
che è riportata nel DVR, ma non sono individuate le misure di prevenzione
e il relativo piano attuativo: violazione dell’art.28 comma 2 lett. b) c) e d),
punito con la pena prevista dall’art. 55 comma 3.
9. I.3 In quali casi si può applicare l’istituto della disposizione previsto
dall’art. 302bis del D.Lgs. 81/08 ?
In caso di incompleta o non corretta applicazione delle indicazioni
metodologiche della Commissione consultiva, qualora il fatto non costituisca
reato, l’organo di vigilanza può impartire una disposizione esecutiva ai sensi
dell’art. 302bis, affinché la valutazione venga ripetuta, modificata o
integrata.
10. I.4 Oltre agli interventi di vigilanza quali azioni possono essere utilmente
intraprese dai servizi di prevenzione e vigilanza delle ASL ?
Sono opportuni e sicuramente da potenziare i seguenti tipi di interventi:
A. di promozione e assistenza anche attraverso iniziative di informazione e
formazione eventualmente rivolte a soggetti privilegiati quali RSPP, RLS,
MC
B. di accoglienza di casi singoli o di gruppo anche se necessario con
valutazioni di tipo clinico
11. A. Promozione e assistenza anche attraverso iniziative di informazione e
formazione eventualmente rivolte a soggetti privilegiati quali RSPP, RLS, MC
Campagna sui rischi psicosociali
nell’ambiente di lavoro 2012
12. Comitato Europeo degli Alti Responsabili
dell’Ispettorato del Lavoro (CARIL)
Ha organizzato una campagna sui rischi psicosociali nel 2012 pianificata da
12 Stati membri sotto la direzione della Svezia
OBIETTIVO
Migliore qualità della valutazione dei rischi psicosociali
AZIONI PREVISTE
Sensibilizzazione sulle tematiche dei rischi psicosociali tramite la
divulgazione di materiale informativo
Attività di vigilanza in azienda
Report di attività che concorre alla definizione europea della prevenzione
dei rischi psicosociali in azienda
13. Regione Veneto:
attivazione Campagna Europea
Direzione Regionale Prevenzione e Direzione Regionale Lavoro
Attività prevista nel Comitato Regionale di Coordinamento (art.7, D.Lgs
81/08):
Formazione/informazione ai rappresentanti delle organizzazioni datoriali e
dei lavoratori nonché ai consulenti del lavoro
Formazione/informazione al personale ispettivo delle DTL e dell’INAIL
Attività congiunta SPISAL/DTL /INAIL nel secondo semestre 2012
14. I rischi psicosociali: Lo stress lavoro correlato
(D.Lgs 8108)
81
I tre comparti stabiliti dal
Comitato Europeo sono:
Sanità
Servizi (hotel e ristoranti)
Trasporti
15. I.4 Oltre agli interventi di vigilanza quali azioni possono essere utilmente
intraprese dai servizi di prevenzione e vigilanza delle ASL ?
Sono opportuni e sicuramente da potenziare i seguenti tipi di interventi:
A. di promozione e assistenza anche attraverso iniziative di informazione e
formazione eventualmente rivolte a soggetti privilegiati quali RSPP, RLS,
MC
B. di accoglienza di casi singoli o di gruppo anche se necessario con
valutazioni di tipo clinico
16. B. Accoglienza di casi singoli o di gruppo anche se necessario con valutazioni
di tipo clinico
Legge regionale 22 gennaio 2010, n. 8 (BUR n. 8/2010)
PREVENZIONE E CONTRASTO DEI FENOMENI DI MOBBING
E TUTELA DELLA SALUTE PSICO-SOCIALE DELLA
PSICO-
PERSONA SUL LUOGO DI LAVORO
17. Legge regionale 22 gennaio 2010, n. 8 (BUR n. 8/2010)
PREVENZIONE E CONTRASTO DEI FENOMENI DI MOBBING E TUTELA
DELLA SALUTE PSICO-SOCIALE DELLA PERSONA SUL LUOGO DI
PSICO-
LAVORO
Art. 2 - Finalità
La Regione del Veneto, in attuazione degli articoli 1, 2, 3, 4, 21, 32, 35 e 41
Veneto,
della Costituzione, nel rispetto della normativa statale vigente e
dell’ordinamento comunitario, promuove e sostiene azioni ed iniziative volte
a prevenire il disagio lavorativo, a contrastare l’insorgenza e la diffusione di
fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale e a disincentivare
psico-
comportamenti discriminatori o vessatori correlati all’attività lavorativa
promuovendo corretti stili di vita.
18. Legge regionale 22 gennaio 2010, n. 8 (BUR n. 8/2010)
PREVENZIONE E CONTRASTO DEI FENOMENI DI MOBBING E TUTELA
DELLA SALUTE PSICO-SOCIALE DELLA PERSONA SUL LUOGO DI
PSICO-
LAVORO
Art. 3 Formazione
La Giunta regionale, anche attraverso le aziende unità locali socio-sanitarie
socio-
(ULSS), approva progetti di formazione professionale sul fenomeno del
mobbing e sullo stress psico-sociale correlati all’attività lavorativa rivolti
psico-
prioritariamente ai seguenti soggetti:
a) medici di medicina generale;
b) operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro
(SPISAL) e di salute mentale delle aziende ULSS;
c) operatori degli sportelli di assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio
lavorativo e sullo stress psico-sociale nei luoghi di lavoro di cui
psico-
all’articolo 6;
d) componenti dei comitati e delle commissioni regionali sulle pari
opportunità e sul fenomeno del mobbing.
19. Legge regionale 22 gennaio 2010, n. 8 (BUR n. 8/2010)
PREVENZIONE E CONTRASTO DEI FENOMENI DI MOBBING E TUTELA
DELLA SALUTE PSICO-SOCIALE DELLA PERSONA SUL LUOGO DI
PSICO-
LAVORO
Art. 6 - Sportelli di assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio
lavorativo e sullo stress psico-sociale nei luoghi di lavoro
psico-
1. Le aziende ULSS istituiscono nell’ambito della propria organizzazione
amministrativa, anche a livello di singolo distretto, appositi sportelli di
assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio lavorativo e sullo stress
psico-
psico-sociale nei luoghi di lavoro con il compito di:
a) fornire informazioni ed indicazioni sui diritti dei lavoratori e sui relativi
strumenti di tutela;
b) orientare il lavoratore presso le strutture di supporto presenti nella Regione.
20. Legge regionale 22 gennaio 2010, n. 8 (BUR n. 8/2010)
PREVENZIONE E CONTRASTO DEI FENOMENI DI MOBBING E TUTELA
DELLA SALUTE PSICO-SOCIALE DELLA PERSONA SUL LUOGO DI
PSICO-
LAVORO
Art. 7 - Centri di riferimento per il benessere organizzativo
1. Ogni azienda ULSS del comune capoluogo di provincia istituisce, nell’ambito della
propria organizzazione amministrativa, un centro di riferimento per il benessere
organizzativo nei luoghi di lavoro con i seguenti compiti:
compiti:
a) accertamento dello stato di disagio psico-sociale o di malattia del lavoratore ed
psico-
eventuale indicazione del percorso terapeutico di sostegno, cura e riabilitazione;
b) individuazione delle eventuali misure di tutela da adottarsi da parte dei datori di
lavoro nelle ipotesi di rilevati casi di disagio lavorativo;
c) supporto agli SPISAL nelle verifiche sui luoghi di lavoro in tema di valutazione dei
rischi psico-sociali ai sensi dell’articolo 28 del decreto legislativo n. 81 del 2008 e
psico-
successive modificazioni.
21. Legge regionale 22 gennaio 2010, n. 8 (BUR n. 8/2010)
PREVENZIONE E CONTRASTO DEI FENOMENI DI MOBBING E
TUTELA DELLA SALUTE PSICO-SOCIALE DELLA PERSONA SUL
PSICO-
LUOGO DI LAVORO
Art. 7 - Centri di riferimento per il benessere organizzativo
2. Nei centri di cui al comma 1 è istituito un collegio multidisciplinare di
specialisti, provenienti anche dal dipartimento di salute mentale dell’azienda
ULSS, composto almeno da:
a) un medico specialista in medicina del lavoro, con funzioni di
coordinamento;
b) uno psicologo, esperto in test psicodiagnostici;
c) uno psicologo, esperto in psicologia del lavoro e delle organizzazioni;
d) un medico specialista in psichiatria;
e) uno psicoterapeuta.
22. I.5 Cosa si deve fare quando singoli lavoratori o gruppi di
lavoratori si rivolgono ai servizi di prevenzione e vigilanza delle
ASL per problematiche di stress lavoro correlato?
La segnalazione di problematiche di stress lavoro-correlato rappresenta una
indicazione per un intervento di vigilanza volto a verificare se sia stata fatta
correttamente la valutazione del rischio e se vi siano adeguate misure di
prevenzione.
Nello stesso tempo i servizi di prevenzione e vigilanza si trovano a svolgere
anche una funzione di ascolto per singoli o gruppi di lavoratori, che
presentano situazioni di disagio imputabili a condizioni di stress lavorativo, e
trovano nel servizio di prevenzione e vigilanza l’interlocutore di tutela
privilegiato, se non a volte l’unico. In questi casi risulta necessario fornire
accoglienza e sostegno, analizzando la problematica presentata e
ricercando una soluzione articolata che può prevedere il coinvolgimento del
medico competente per la gestione di problemi di salute e/o l’invio del
lavoratore a un centro diagnostico specialistico.
23. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
24. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
25. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in
Servizio
Verbali di contravvenzione e prescrizione
Andamento infortunistico
Segnalazioni da parte di RLS, sindacato, lavoratori
Informative da parte di altra Autorità (Comune,
Provincia, ARPAV, Carabinieri, DPL, ecc.)
Ricorsi contro il giudizio del MC
Malattie professionali
26. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
27. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’organizzazione produttiva aziendale
Dimensione aziendale, dislocazione siti produttivi,
autonomia/coordinamento tra i siti
Orario di lavoro, lavoro a turni, flessibilità coatta di orario/turno
Quota di lavoratori atipici, dipendenti di ditte appaltatrici, contratti
a tempo determinato, ecc.
Situazione occupazionale, CIG, mobilità
28. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
29. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
Organigramma aziendale per gli aspetti produttivi
Organigramma aziendale per la salute e sicurezza
Legittimità, effettività e adeguatezza delle figure previste dal D.
Lgs. 81/08 (ad es., per i RLS corsi/aggiornamenti + tempo a
disposizione, per il MC visita ambienti di lavoro, relazione scritta
in riunione periodica, rispetto delle limitazioni di idoneità, ecc.)
La comunicazione aziendale (canali, destinatari,…)
Adozione di un SGSL o presenza di un MOG ex art. 30
30. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
31. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
Presenza di una sezione del DVR relativa allo SLC
Avvio della valutazione antecedente il 1.1.2011
Individuazione del pool incaricato della valutazione (RLS+)
Criteri, strumenti, indicatori e sequenzialità conformi alle
indicazioni della Commissione Consultiva Permanente
Definizione della data di prevista chiusura della valutazione
preliminare (sentinella, contenuto e contesto)
Azioni di informazione estesa a tutto il personale (materiali
informativi, incontri, ecc.)
32. IL RUOLO DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E VIGILANZA
DELLE ASL
Nel caso delle aziende che si avvalgono della facoltà di
autocertificare la valutazione del rischio, occorrerà
comunque verificare l’effettiva disponibilità delle
informazioni necessarie (indicatori oggettivi), in quanto
l’assenza del documento di valutazione dei rischi non
significa assenza della documentazione relativa agli
aspetti che devono essere conosciuti per condurre la
valutazione stessa.
33. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
34. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’individuazione delle azioni correttive
Riscontro di criticità di gruppo omogeneo (anche in corso di
valutazione preliminare)
Identificazione degli interventi da effettuare (organizzativi,
tecnici, procedurali, in-formativi)
in-
Definizione dei soggetti incaricati degli interventi correttivi
35. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
36. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
La programmazione del monitoraggio
Costruzione degli strumenti di verifica dell’efficacia degli
interventi
Individuazione delle partizioni organizzative sulle quali applicare
gli interventi correttivi (anche per step sperimentali)
Cronologia degli interventi
Applicazione degli strumenti di verifica
Ri-valutazione preliminare
Ri-
37. IL RUOLO DELLO SPISAL
Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
L’esame della documentazione presente in Servizio
L’organizzazione produttiva aziendale
La fotografia dei ruoli e delle relazioni aziendali
La verifica della valutazione dello SLC nel DVR
L’individuazione delle azioni correttive
La programmazione del monitoraggio
Gli strumenti sanzionatori
38. Attività di vigilanza sull’applicazione delle norme
Il sopralluogo in azienda
Gli strumenti sanzionatori
• Le 3 azioni indicate dal CTIPLL
oppure
• Articolo 302-bis - Potere di disposizione
302-
Gli organi di vigilanza impartiscono disposizioni esecutive ai fini dell’applicazione
delle norme tecniche e delle buone prassi, laddove volontariamente adottate
dal datore di lavoro e da questi espressamente richiamate in sede ispettiva,
qualora ne riscontrino la non corretta adozione, e salvo che il fatto non
costituisca reato.
39. Le ispezioni fatte ad oggi
9 AZIENDE DI MEDIOGRANDI DIMENSIONI del territorio AULSS 6
MEDIO
>
1000
800
Numero dipendenti
600
Servizi
400 Settore
manifatturiero
200
0
azienda1 azienda2 azienda4 azienda5 azienda6 azienda7 azienda8 azienda9
azienda3
40. Indicazioni della Lettera Circolare della CCP del 18
Novembre 2010
La valutazione SLC:
Deve essere stata avviata entro il 31122010
3112
È parte integrante del DVR e come tale viene effettuata dal DL che si avvale
di RSPP, MC (ove nominato) e RLSRLST
RLS
Non riguarda i singoli individui ma gruppi omogenei di lavoratori
Si articola in due fasi:
Valutazione preliminare (necessaria): consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi e
verificabili (eventi sentinella, fattori di contenuto del lavoro, fattori di contesto del
lavoro)
Valutazione approfondita (eventuale): prevede la valutazione della percezione
soggettiva dei lavoratori
41. Le ispezioni: che cosa troviamo?
1. 2. 3. 4.
DATA DI AVVIO COINVOLGIMENTO INDIVIDUAZIONE VALUTAZIONE
DELLA FIGURE DELLA GRUPPI PRELIMINARE DI
VALUTAZIONE SICUREZZA OMOGENEI INDICATORI
OGGETTIVI E
VERIFICABILI
42. Data di avvio della valutazione
Entro il 31122010 tutte le aziende hanno dato inizio alla
3112
procedura, costituendo il “gruppo di lavoro” indicato per lo
svolgimento della valutazione e scegliendo la metodologia
procedurale.
43. Coinvolgimento delle figure della sicurezza
Molto spesso le liste di controllocheck list vengono compilate d’ufficio dal DL,
controllo
RSPP, UFFICIO DEL PERSONALE, MC
I RLSRLST eo i lavoratori vengono coinvolti nel momento della condivisione
RLS e
dei risultati ottenuti
Le figure della sicurezza hanno ricevuto adeguata formazione sul tema
44. Individuazione dei gruppi omogenei
Tutte le aziende hanno suddiviso la valutazione per partizioni
organizzative in base al proprio organigramma.
45. Valutazione preliminare
Non sempre risulta essere oggettiva, parametrica e verificabile
Gli eventi sentinella a volte vengono raccolti per l’intera azienda
(e non per gruppi omogenei)
A volte risulta incompleta della pianificazione delle azioni
correttive e di un piano di monitoraggio
Mancanza della descrizione del percorso metodologico attuato