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LABORATORIO ACCESSIBILITA’ UNIVERSALE 
 
La progettazione plurisensoriale non è assolutamente qualcosa di vago ed astratto 
ma uno strumento estremamente concreto e funzionale per la realizzazione di spazi 
e servizi fruibili anche da parte di soggetti con disabilità sensoriali. 
In  questa  direzione  il  Laboratorio  dell’accessibilità  universale  ha  lavorato  con 
particolare  attenzione  a  forme  di  segnaletica  che  non  si  fondano  solamente  sulla 
vista  e  sulla  scrittura  ma  utilizzano  un  complesso  integrato  di  informazioni  tattili, 
acustiche,  visive  ed  olfattive.  Ne  sono  un  esempio  le  numerose  mappe 
multisensoriali progettate per musei, scuole, uffici etc.  Nel caso della segnaletica sia 
orizzontale che verticale molta attenzione è stata utilizzata nella scelta consapevole 
dei materiali ed anche nel linguaggio utilizzato. Spesso infatti si osservano esempi di 
segnaletica verticale che hanno raggiunto un equilibrio intelligente ed armonioso fra 
il sistema delle altezze, i materiali utilizzati, l’illuminazione, il contrasto cromatico, le 
caratteristiche  del  rilievo  etc.  ma  che  magari  contengono  l’indicazione  scritta  “ 
toilette  per  handicappati  “  che  è  più  che  sufficiente  per  annullare  la  buona 
progettazione  e  rimandarci  indietro  nel  tempo  oltrechè  proporci  un  messaggio 
culturale simile a quello veicolato dalla simbologia relativa all’accessibilità degli spazi 
rappresentata da un omino stilizzato in carrozzina! 
L’accessibilità è un sistema complesso di elementi ( spazi, arredi, segnaletica, servizi, 
sistemi di mobilità, comunicazione etc. ) nel quale anche gli apparenti dettagli sono 
fondamentali  e  che  solamente  insieme  possono  apportare  un  miglioramento  del 
comfort ambientale e della qualità di vita per tutte le persone. Viceversa i risultati 
sarebbero modesti, parziali ed a volte frustranti; pensiamo ad un turista che sceglie 
di fare una settimana di vacanza in un albergo completamente accessibile ( stanze, 
ristorazione, balneazione, animazione, spazi comuni etc. ) e che rischia di rimanere 
prigioniero  della  sua  vacanza  se  non  può  muoversi  dalla  sua  struttura  e  cogliere 
tutte  le  opportunità  culturali,  ricreative,  sportive  etc.  che  offre  il  territorio  che  al 
contrario molto spesso sono decisamente inaccessibili. 
Recentemente  ci  stiamo  misurando  con  uno  di  questi  apparenti  dettagli  e  cioè  i 
menù  dei  ristoranti  che  generalmente  contengono  informazioni  confuse  e 
complicate,  hanno  una  veste  grafica  e  cromatica  che  ne  complica  la  leggibilità  e 
pertanto  molto  spesso  sono  indecifrabili  per  tante  persone,  basti  pensare  ai 
bambini,  alle  persone  con  disabilità  sensoriali,  al  turista  straniero,  alle  persone 
anziane. 
 Oltretutto  la  popolazione  sta  rapidamente  invecchiando  e  diventando,  di 
conseguenza, la “quota” maggiore del mercato. Il tredici percento della popolazione 
è attualmente superiore ai 65 anni; si stima che in 30 anni il gruppo raddoppierà a 
66  milioni  di  persone!  Le  persone  cambiano  man  mano  che  invecchiano:  le  loro 
esperienze sensoriali, cognitive e le loro abilità mutano con il passare degli anni così 
come, a loro volta, si evolvono i loro bisogni. Nonostante tutto ciò sia abbastanza 
evidente si fa pochissimo per trovare delle soluzioni ed anzi le proposte presenti nei 
menù spesso penalizzano anche le persone che ad esempio hanno delle intolleranze 
e allergie alimentari come la celiachia. 
Solamente negli ultimi anni si è cercato di proporre soluzioni ed in particolar modo 
la Confcommercio di Verona e di Bologna, insieme all’Unione Italiana Ciechi, hanno 
realizzato un progetto che prevede l’adozione del menu in braille da parte di alcuni 
ristoranti esattamente come negli Stati Uniti ( McDonalds ). E’ certamente un primo 
passo anche se il braille è un linguaggio specialistico che anche molte persone cieche 
non conoscono.  
Noi stiamo lavorando ad un prototipo che riguarda sia il menù che solitamente si 
trova all’ingresso dei ristoranti e sia il menù di sala. 
I due elementi devono essere necessariamente collegati, essere caratterizzati dalle 
stesse  chiavi  comunicative  ed  essere  progettati  con  la  stessa  metodologia  e  cioè 
quella della caratterizzazione sensoriale, realizzata utilizzando indizi ed accorgimenti 
di vario genere, percepibili attraverso l'intero apparato sensoriale umano. 
Per quanto riguarda il menù all’ingresso lo abbiamo immaginato alla stregua di una 
mappa  prevalentemente  tattile,  una  sorta  di  pannello  costruito  con  materiali  che 
anche  se  posti  all’esterno  resistono  agli  agenti  atmosferici  e  sono  di  facile  ed 
economica manutenzione. 
Quest’ultima è una caratteristica per nulla banale, basti pensare a quanti percorsi 
Loges ( per ciechi ed ipovedenti ) ci sono nelle nostre città in uno stato di abbandono 
che li rende praticamente inutilizzabili spesso proprio a causa dell’alto costo della 
loro manutenzione.  
Le informazioni sono veicolate con testi ed icone. Nel caso della modalità testuale il 
carattere  delle  scritte  è  di  tipo  simile  ad  Helvetica  o  Verdana,  in  maiuscolo, 
sufficientemente  grande  da  permetterne  la  lettura  a  tutti.  Il  testo  è  realizzato  in 
rilievo ( escludendo l'uso di caratteri in Braille, perchè troppo specialistici e destinati 
ad  una  minoranza  di  visitatori  ),  in  quanto  tali  caratteri  possono  essere 
indistintamente letti da tutti i clienti, sia da chi ha un visus ridotto, sia con il tatto, da 
chi  ne  fosse  completamente  privo,  realizzando  in  un'unica  soluzione, 
contemporaneamente  un  esempio  di  accessibilità  comunicativa  per  tutti  ed 
economicità. In particolare per le scritte con le lettere a rilievo, si utilizzano caratteri 
di tipo maxi con altezza compresa tra 15 e 60 mm; larghezza non inferiore a 2 mm; 
altezza del rilievo compresa tra 4 e 6 mm. 
Tali  scelte  fanno  riferimento  alla  norma  UNI  8207.  Le  informazioni  scritte  sono 
sintetiche  e  precise.  Utilizzando  anche  i  pittogrammi  per  trasmettere  le 
informazioni, questi devono essere di facile ed immediata comprensione, il colore 
del  fondo  del  supporto  dovrà  essere  a  contrasto  con  quello  delle  scritte  e  dei 
pittogrammi, ad esempio se il fondo è bianco, le scritte potranno essere nere, blu, 
verdi; se il fondo è giallo, le scritte potranno essere nere; se il fondo è blu o nero, le 
scritte potranno essere bianche; è bene utilizzare quest'ultima variante nel caso di 
scritte  brevi,  per  non  affaticare  troppo  la  vista.  Il  colore  del  fondo  del  supporto 
dovrà  essere  a  contrasto  anche  con  il  colore  dominante  dell'ambiente  in  cui  il 
pannello/menù è inserito, per permetterne un'immediata individuazione e lettura, 
ad  esempio  se  il  colore  dominate  dell'ambiente  è  chiaro,  evitare  di  realizzare 
pannelli informativi con il fondo chiaro.  
Essenzialmente le informazioni contenute nel menù all’ingresso contengono poche 
informazioni:  quelle  relative  all’  offerta  di  pietanze  destinate  a  persone  con 
intolleranze e allergie alimentari, quelle relative all’offerta di pietanze specifiche per 
bambini e di servizi destinati alle famiglie con i bambini ( angolo lettura, giochi etc. ), 
quelle  relative  alla  presenza  di  offerta  di  pietanze  tipiche  e  naturalmente  quelle 
relative all’accessibilità del locale ( ingresso, arredi, servizi etc. 
). Tutte le suddette informazioni sono comunicate attraverso pittogrammi semplici, 
intuitivi  e  colorati  che  sono  molto  gradevoli  esteticamente  e  piacevoli  al  tatto. 
Laddove fosse possibile questi pittogrammi potrebbero fungere anche da pulsanti 
che se premuti tradurrebbero in messaggio sonoro l’informazione contenuta nello 
stesso  pittogramma.  Le  altre  informazioni  presenti  in  questo  pannello/menù 
indicano,  con  i  caratteri  a  rilievo  di  cui  sopra,    il  prezzo  minimo  e  massimo  che 
possiamo spendere scegliendo di mangiare in quel locale ed alcune icone in rilievo 
dei  tre  piatti  che  caratterizzano  maggiormente  l’offerta  culinaria  del  locale.  Tali 
icone, realizzate in resina, sono oltretutto facilmente sostituibili qualora il gestore 
del locale volesse modificare i tre piatti preferiti. 
All’interno invece il menù di sala ha una caratterizzazione sensoriale che introduce 
anche il coinvolgimento di altri sensi. Si tratta di un menù semplice ed essenziale 
composto  al  massimo  di  4  tavole/pagine  realizzate  con  un  materiale  robusto  ma 
sufficientemente leggero e resistente alle eventuali cadute. Su ogni pagina compare 
l’icona in rilievo della pietanza proposta, la sua denominazione ed immediatamente 
sotto le icone in rilievo dei tre principali ingredienti ( carota, sedano, spezia, grana 
etc. 
)  che  la  compongono  e  che  la  caratterizzano  a  livello  olfattivo.  Tali  icone  sono 
costruite  con  materiali  che  contengono  al  loro  interno  profumazioni  naturali  che 
non hanno alcuna controindicazione e che, annusate, riproducono olfattivamente il 
profumo  di  quella  pietanza.  Stiamo  anche  verificando  la  possibilità,  evitando 
sovrapposizioni olfattive,  di poter sentire le  profumazioni  dei singoli ingredienti.  I 
caratteri utilizzati nella scrittura sono naturalmente ad alta leggibilità ed hanno un 
contrasto cromatico con lo sfondo. 
Nell’intraprendere il percorso progettuale ci siamo posti l’obiettivo di realizzare un 
prodotto  che fosse  fruibile dal maggior  numero  di persone,  semplice  e gradevole 
provando  anche  a  dimostrare  che  utilizzare  l’accessibilità  universale  nella 
progettazione costituisce un valore aggiunto anche dal punto di vista estetico. 
Il menù diventa quindi un elemento qualificante della filiera dell’accessibilità nella 
ristorazione come gli spazi, gli arredi etc ed incuriosisce positivamente bambini ed 
adulti, turisti stranieri e persone con disabilità sensoriali. 
Generalmente i menù sono  poco comprensibili mentre dovrebbero aiutare il cliente 
nella scelta senza imbarazzarlo o confonderlo, essere facili da consultare, stimolare 
la curiosità e contribuire ad indirizzare con sicurezza la scelta del cliente. 
A  volte  sfogliando  un  menu  si  ha  l’impressione  di  leggere  un  bugiardino  dei 
medicinali  tanto  è  difficile  orientarsi  e  comprendere,  altre  volte  i  menù  sono 
talmente ampli da scoraggiare i clienti. 
Alcuni esempi 
•  denominazioni di piatti comprensibili solo da esperti od il cui 
significato può rimanere ermetico a meno che non si aggiunga una 
descrizione: 
 “ Filetto alla Rossini con Patate “ 
“  Tenero  filetto  di  manzo  saltato  in  padella  e  guarnito  con  del  patè  e  lamella  di 
Tartufo nero e salsina di Madera, contornato con croccanti patatine “  
•  Oppure denominazioni che confondono, immaginifiche o di fantasia: 
Pollo alla creta invece di Pollo cotto nella creta  
•  Il menù deve essere uno strumento agile e chiaro ma non deve 
cancellare  altre  figure  come  ad  esempio  il  cameriere  al  quale  dobbiamo  poter 
formulare  domande  e/o  chiedere  spiegazioni/approfondimenti  relativi  ai  piatti 
proposti. Altrimenti rischiamo di prendere a modello quel bar/ristorante di Londra, 
nel quartiere di Soho, che ha adottato tavoli dotati di schermi sensibili al tatto su cui 
compaiono  le  immagini  delle  pietanze  e  delle  bevande  previste  nel  menu.  Basta 
toccare la pietanza e la bevanda raffigurate e l’ordine viene trasmesso direttamente 
in cucina. 
Apparentemente  sembrerebbe  un  passo  in  direzione  dell’accessibilità  ma  nella 
realtà  limita  molto  la  comprensione  e  le  informazioni  di  cui  ogni  cliente  avrebbe 
bisogno e desiderio ed elimina tristemente la comunicazione con il cameriere. 
•  Molto spesso, nei ristoranti, i genitori dei bambini sono costretti a 
scegliere  per  loro  un  po'  le  solite  cose:  la  pasta  al  pomodoro,  quella  in  bianco 
oppure la cotoletta con le patatine etc. Invece, con una maggiore dose di volontà e 
un briciolo di fantasia in più, potrebbero trovare piatti inusuali, più stuzzicanti sotto 
il profilo della fantasia e ugualmente rispettosi della salute. Un esempio? Il petto di 
pollo all'arancia oppure uova fritte con verdure, servite creando immagini divertenti 
( vedi allegato ). 
•  A volte capita di trovare alcuni menu nei quali le pietanze per 
celiaci, per coloro che hanno particolari forme di allergie oppure quelle per i bambini 
sono  difficilmente  identificabili  perché  mimetizzate  all’interno  di  decine  di  altre 
pietanze. In caso di menu con molti piatti sarebbe opportuno definire alcuni menu 
specifici ( per celiaci, bambini etc. ). 
•  Un capitolo a parte andrebbe dedicato ai menu bilingui che a volte 
sembrano fatti utilizzando traduttori automatici disponibili online e che strappano 
anche più di un sorriso ma non semplificano certamente la scelta in sicurezza del 
cliente. Alcuni esempi: “ Pol Pette “ e  “ sal cicce di riso e carote “ proposto da un 
ristorante arabo del litorale romano, oppure una trattoria tipica che con l’intenzione 
di attirare l’attenzione di turisti anglofoni propone la spigola alla piastra tradotta in 
It forms ears to the slab, cioè “forma orecchie al lastrone”; da cui si può dedurre che 
spigola  era  da  intendersi  non  come  pesce  ma  come  terza  persona  del  verbo 
spigolare. 
 
Altri  problemi  di  chiarezza  nella  comunicazione  possono  derivare  dallo  stile 
utilizzato, dalla scarsa grandezza dei caratteri, dalle scelte cromatiche che rendono 
difficile leggere il testo etc. 
Naturalmente il nostro è un prototipo sperimentale che è ancora work in progress e 
che  contiamo  di  utilizzare  per  un  ristorante  di  Buonconvento,  lo  splendido  borgo 
medievale  che  ospita  la  sede  del  Laboratorio.  Tale  progetto,  come  tutti  gli  altri 
realizzati sull’accessibilità, prevede molti momenti di progettazione partecipata ed il 
contributo di molte persone reali, soprattutto persone con disabilità. Il gruppo che 
lavora sul progetto è composto anche da Lucia Sarti, Maria Gabriella Giorgi, Chiara 
Sbardellati e Fabio Iemmi. 
 
Dino Angelaccio 
 

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  • 1. LABORATORIO ACCESSIBILITA’ UNIVERSALE    La progettazione plurisensoriale non è assolutamente qualcosa di vago ed astratto  ma uno strumento estremamente concreto e funzionale per la realizzazione di spazi  e servizi fruibili anche da parte di soggetti con disabilità sensoriali.  In  questa  direzione  il  Laboratorio  dell’accessibilità  universale  ha  lavorato  con  particolare  attenzione  a  forme  di  segnaletica  che  non  si  fondano  solamente  sulla  vista  e  sulla  scrittura  ma  utilizzano  un  complesso  integrato  di  informazioni  tattili,  acustiche,  visive  ed  olfattive.  Ne  sono  un  esempio  le  numerose  mappe  multisensoriali progettate per musei, scuole, uffici etc.  Nel caso della segnaletica sia  orizzontale che verticale molta attenzione è stata utilizzata nella scelta consapevole  dei materiali ed anche nel linguaggio utilizzato. Spesso infatti si osservano esempi di  segnaletica verticale che hanno raggiunto un equilibrio intelligente ed armonioso fra  il sistema delle altezze, i materiali utilizzati, l’illuminazione, il contrasto cromatico, le  caratteristiche  del  rilievo  etc.  ma  che  magari  contengono  l’indicazione  scritta  “  toilette  per  handicappati  “  che  è  più  che  sufficiente  per  annullare  la  buona  progettazione  e  rimandarci  indietro  nel  tempo  oltrechè  proporci  un  messaggio  culturale simile a quello veicolato dalla simbologia relativa all’accessibilità degli spazi  rappresentata da un omino stilizzato in carrozzina!  L’accessibilità è un sistema complesso di elementi ( spazi, arredi, segnaletica, servizi,  sistemi di mobilità, comunicazione etc. ) nel quale anche gli apparenti dettagli sono  fondamentali  e  che  solamente  insieme  possono  apportare  un  miglioramento  del  comfort ambientale e della qualità di vita per tutte le persone. Viceversa i risultati  sarebbero modesti, parziali ed a volte frustranti; pensiamo ad un turista che sceglie  di fare una settimana di vacanza in un albergo completamente accessibile ( stanze,  ristorazione, balneazione, animazione, spazi comuni etc. ) e che rischia di rimanere  prigioniero  della  sua  vacanza  se  non  può  muoversi  dalla  sua  struttura  e  cogliere  tutte  le  opportunità  culturali,  ricreative,  sportive  etc.  che  offre  il  territorio  che  al  contrario molto spesso sono decisamente inaccessibili.  Recentemente  ci  stiamo  misurando  con  uno  di  questi  apparenti  dettagli  e  cioè  i  menù  dei  ristoranti  che  generalmente  contengono  informazioni  confuse  e  complicate,  hanno  una  veste  grafica  e  cromatica  che  ne  complica  la  leggibilità  e  pertanto  molto  spesso  sono  indecifrabili  per  tante  persone,  basti  pensare  ai  bambini,  alle  persone  con  disabilità  sensoriali,  al  turista  straniero,  alle  persone  anziane.   Oltretutto  la  popolazione  sta  rapidamente  invecchiando  e  diventando,  di  conseguenza, la “quota” maggiore del mercato. Il tredici percento della popolazione  è attualmente superiore ai 65 anni; si stima che in 30 anni il gruppo raddoppierà a  66  milioni  di  persone!  Le  persone  cambiano  man  mano  che  invecchiano:  le  loro  esperienze sensoriali, cognitive e le loro abilità mutano con il passare degli anni così  come, a loro volta, si evolvono i loro bisogni. Nonostante tutto ciò sia abbastanza 
  • 2. evidente si fa pochissimo per trovare delle soluzioni ed anzi le proposte presenti nei  menù spesso penalizzano anche le persone che ad esempio hanno delle intolleranze  e allergie alimentari come la celiachia.  Solamente negli ultimi anni si è cercato di proporre soluzioni ed in particolar modo  la Confcommercio di Verona e di Bologna, insieme all’Unione Italiana Ciechi, hanno  realizzato un progetto che prevede l’adozione del menu in braille da parte di alcuni  ristoranti esattamente come negli Stati Uniti ( McDonalds ). E’ certamente un primo  passo anche se il braille è un linguaggio specialistico che anche molte persone cieche  non conoscono.   Noi stiamo lavorando ad un prototipo che riguarda sia il menù che solitamente si  trova all’ingresso dei ristoranti e sia il menù di sala.  I due elementi devono essere necessariamente collegati, essere caratterizzati dalle  stesse  chiavi  comunicative  ed  essere  progettati  con  la  stessa  metodologia  e  cioè  quella della caratterizzazione sensoriale, realizzata utilizzando indizi ed accorgimenti  di vario genere, percepibili attraverso l'intero apparato sensoriale umano.  Per quanto riguarda il menù all’ingresso lo abbiamo immaginato alla stregua di una  mappa  prevalentemente  tattile,  una  sorta  di  pannello  costruito  con  materiali  che  anche  se  posti  all’esterno  resistono  agli  agenti  atmosferici  e  sono  di  facile  ed  economica manutenzione.  Quest’ultima è una caratteristica per nulla banale, basti pensare a quanti percorsi  Loges ( per ciechi ed ipovedenti ) ci sono nelle nostre città in uno stato di abbandono  che li rende praticamente inutilizzabili spesso proprio a causa dell’alto costo della  loro manutenzione.   Le informazioni sono veicolate con testi ed icone. Nel caso della modalità testuale il  carattere  delle  scritte  è  di  tipo  simile  ad  Helvetica  o  Verdana,  in  maiuscolo,  sufficientemente  grande  da  permetterne  la  lettura  a  tutti.  Il  testo  è  realizzato  in  rilievo ( escludendo l'uso di caratteri in Braille, perchè troppo specialistici e destinati  ad  una  minoranza  di  visitatori  ),  in  quanto  tali  caratteri  possono  essere  indistintamente letti da tutti i clienti, sia da chi ha un visus ridotto, sia con il tatto, da  chi  ne  fosse  completamente  privo,  realizzando  in  un'unica  soluzione,  contemporaneamente  un  esempio  di  accessibilità  comunicativa  per  tutti  ed  economicità. In particolare per le scritte con le lettere a rilievo, si utilizzano caratteri  di tipo maxi con altezza compresa tra 15 e 60 mm; larghezza non inferiore a 2 mm;  altezza del rilievo compresa tra 4 e 6 mm.  Tali  scelte  fanno  riferimento  alla  norma  UNI  8207.  Le  informazioni  scritte  sono  sintetiche  e  precise.  Utilizzando  anche  i  pittogrammi  per  trasmettere  le  informazioni, questi devono essere di facile ed immediata comprensione, il colore  del  fondo  del  supporto  dovrà  essere  a  contrasto  con  quello  delle  scritte  e  dei  pittogrammi, ad esempio se il fondo è bianco, le scritte potranno essere nere, blu,  verdi; se il fondo è giallo, le scritte potranno essere nere; se il fondo è blu o nero, le  scritte potranno essere bianche; è bene utilizzare quest'ultima variante nel caso di 
  • 3. scritte  brevi,  per  non  affaticare  troppo  la  vista.  Il  colore  del  fondo  del  supporto  dovrà  essere  a  contrasto  anche  con  il  colore  dominante  dell'ambiente  in  cui  il  pannello/menù è inserito, per permetterne un'immediata individuazione e lettura,  ad  esempio  se  il  colore  dominate  dell'ambiente  è  chiaro,  evitare  di  realizzare  pannelli informativi con il fondo chiaro.   Essenzialmente le informazioni contenute nel menù all’ingresso contengono poche  informazioni:  quelle  relative  all’  offerta  di  pietanze  destinate  a  persone  con  intolleranze e allergie alimentari, quelle relative all’offerta di pietanze specifiche per  bambini e di servizi destinati alle famiglie con i bambini ( angolo lettura, giochi etc. ),  quelle  relative  alla  presenza  di  offerta  di  pietanze  tipiche  e  naturalmente  quelle  relative all’accessibilità del locale ( ingresso, arredi, servizi etc.  ). Tutte le suddette informazioni sono comunicate attraverso pittogrammi semplici,  intuitivi  e  colorati  che  sono  molto  gradevoli  esteticamente  e  piacevoli  al  tatto.  Laddove fosse possibile questi pittogrammi potrebbero fungere anche da pulsanti  che se premuti tradurrebbero in messaggio sonoro l’informazione contenuta nello  stesso  pittogramma.  Le  altre  informazioni  presenti  in  questo  pannello/menù  indicano,  con  i  caratteri  a  rilievo  di  cui  sopra,    il  prezzo  minimo  e  massimo  che  possiamo spendere scegliendo di mangiare in quel locale ed alcune icone in rilievo  dei  tre  piatti  che  caratterizzano  maggiormente  l’offerta  culinaria  del  locale.  Tali  icone, realizzate in resina, sono oltretutto facilmente sostituibili qualora il gestore  del locale volesse modificare i tre piatti preferiti.  All’interno invece il menù di sala ha una caratterizzazione sensoriale che introduce  anche il coinvolgimento di altri sensi. Si tratta di un menù semplice ed essenziale  composto  al  massimo  di  4  tavole/pagine  realizzate  con  un  materiale  robusto  ma  sufficientemente leggero e resistente alle eventuali cadute. Su ogni pagina compare  l’icona in rilievo della pietanza proposta, la sua denominazione ed immediatamente  sotto le icone in rilievo dei tre principali ingredienti ( carota, sedano, spezia, grana  etc.  )  che  la  compongono  e  che  la  caratterizzano  a  livello  olfattivo.  Tali  icone  sono  costruite  con  materiali  che  contengono  al  loro  interno  profumazioni  naturali  che  non hanno alcuna controindicazione e che, annusate, riproducono olfattivamente il  profumo  di  quella  pietanza.  Stiamo  anche  verificando  la  possibilità,  evitando  sovrapposizioni olfattive,  di poter sentire le  profumazioni  dei singoli ingredienti.  I  caratteri utilizzati nella scrittura sono naturalmente ad alta leggibilità ed hanno un  contrasto cromatico con lo sfondo.  Nell’intraprendere il percorso progettuale ci siamo posti l’obiettivo di realizzare un  prodotto  che fosse  fruibile dal maggior  numero  di persone,  semplice  e gradevole  provando  anche  a  dimostrare  che  utilizzare  l’accessibilità  universale  nella  progettazione costituisce un valore aggiunto anche dal punto di vista estetico. 
  • 4. Il menù diventa quindi un elemento qualificante della filiera dell’accessibilità nella  ristorazione come gli spazi, gli arredi etc ed incuriosisce positivamente bambini ed  adulti, turisti stranieri e persone con disabilità sensoriali.  Generalmente i menù sono  poco comprensibili mentre dovrebbero aiutare il cliente  nella scelta senza imbarazzarlo o confonderlo, essere facili da consultare, stimolare  la curiosità e contribuire ad indirizzare con sicurezza la scelta del cliente.  A  volte  sfogliando  un  menu  si  ha  l’impressione  di  leggere  un  bugiardino  dei  medicinali  tanto  è  difficile  orientarsi  e  comprendere,  altre  volte  i  menù  sono  talmente ampli da scoraggiare i clienti.  Alcuni esempi  •  denominazioni di piatti comprensibili solo da esperti od il cui  significato può rimanere ermetico a meno che non si aggiunga una  descrizione:   “ Filetto alla Rossini con Patate “  “  Tenero  filetto  di  manzo  saltato  in  padella  e  guarnito  con  del  patè  e  lamella  di  Tartufo nero e salsina di Madera, contornato con croccanti patatine “   •  Oppure denominazioni che confondono, immaginifiche o di fantasia:  Pollo alla creta invece di Pollo cotto nella creta   •  Il menù deve essere uno strumento agile e chiaro ma non deve  cancellare  altre  figure  come  ad  esempio  il  cameriere  al  quale  dobbiamo  poter  formulare  domande  e/o  chiedere  spiegazioni/approfondimenti  relativi  ai  piatti  proposti. Altrimenti rischiamo di prendere a modello quel bar/ristorante di Londra,  nel quartiere di Soho, che ha adottato tavoli dotati di schermi sensibili al tatto su cui  compaiono  le  immagini  delle  pietanze  e  delle  bevande  previste  nel  menu.  Basta  toccare la pietanza e la bevanda raffigurate e l’ordine viene trasmesso direttamente  in cucina.  Apparentemente  sembrerebbe  un  passo  in  direzione  dell’accessibilità  ma  nella  realtà  limita  molto  la  comprensione  e  le  informazioni  di  cui  ogni  cliente  avrebbe  bisogno e desiderio ed elimina tristemente la comunicazione con il cameriere.  •  Molto spesso, nei ristoranti, i genitori dei bambini sono costretti a  scegliere  per  loro  un  po'  le  solite  cose:  la  pasta  al  pomodoro,  quella  in  bianco  oppure la cotoletta con le patatine etc. Invece, con una maggiore dose di volontà e  un briciolo di fantasia in più, potrebbero trovare piatti inusuali, più stuzzicanti sotto  il profilo della fantasia e ugualmente rispettosi della salute. Un esempio? Il petto di  pollo all'arancia oppure uova fritte con verdure, servite creando immagini divertenti  ( vedi allegato ).  •  A volte capita di trovare alcuni menu nei quali le pietanze per  celiaci, per coloro che hanno particolari forme di allergie oppure quelle per i bambini  sono  difficilmente  identificabili  perché  mimetizzate  all’interno  di  decine  di  altre  pietanze. In caso di menu con molti piatti sarebbe opportuno definire alcuni menu  specifici ( per celiaci, bambini etc. ). 
  • 5. •  Un capitolo a parte andrebbe dedicato ai menu bilingui che a volte  sembrano fatti utilizzando traduttori automatici disponibili online e che strappano  anche più di un sorriso ma non semplificano certamente la scelta in sicurezza del  cliente. Alcuni esempi: “ Pol Pette “ e  “ sal cicce di riso e carote “ proposto da un  ristorante arabo del litorale romano, oppure una trattoria tipica che con l’intenzione  di attirare l’attenzione di turisti anglofoni propone la spigola alla piastra tradotta in  It forms ears to the slab, cioè “forma orecchie al lastrone”; da cui si può dedurre che  spigola  era  da  intendersi  non  come  pesce  ma  come  terza  persona  del  verbo  spigolare.    Altri  problemi  di  chiarezza  nella  comunicazione  possono  derivare  dallo  stile  utilizzato, dalla scarsa grandezza dei caratteri, dalle scelte cromatiche che rendono  difficile leggere il testo etc.  Naturalmente il nostro è un prototipo sperimentale che è ancora work in progress e  che  contiamo  di  utilizzare  per  un  ristorante  di  Buonconvento,  lo  splendido  borgo  medievale  che  ospita  la  sede  del  Laboratorio.  Tale  progetto,  come  tutti  gli  altri  realizzati sull’accessibilità, prevede molti momenti di progettazione partecipata ed il  contributo di molte persone reali, soprattutto persone con disabilità. Il gruppo che  lavora sul progetto è composto anche da Lucia Sarti, Maria Gabriella Giorgi, Chiara  Sbardellati e Fabio Iemmi.    Dino Angelaccio