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INVESTMENT MANAGEMENT 
GLOBAL MULTI-ASSET GROUP | OTTOBRE 2014 
Prospettive di mercato 
Globale 
“No Pain No Gain” 
Dal giugno 2012, gli investitori azionari hanno benefi ciato di un periodo positivo, 
con i mercati azionari globali che al 30 settembre hanno registrato un aumento del 
57% senza essere interrotti dal “dolore” di un’importante correzione del mercato 
pari o superiore al 10%. Il massimo tasso di perdita dal picco in questo periodo per 
l’indice MSCI World è stato del 7,7% in dollari statunitensi. 
Il dolore degli investitori è tuttavia aumentato da quanto l’indice MSCI World 
ha registrato un picco in data 3 luglio. Da allora, l’indice MSCI World è calato 
del 9,2% e l’indice S&P500 è sceso del 7,3% dal picco del 18 settembre. Anche se 
non rappresentano ancora correzioni pari o superiori al 10%, altri mercati azionari 
importanti, come quello dei titoli europei, sulla base dell’indice STOXX 600, e quello 
USA dei titoli a minor capitalizzazione, sulla base dell’indice Russell 2000, sono già 
diminuiti di oltre il 10% rispetto ai loro valori di picco. 
La debolezza economica può spiegare il declino in alcuni mercati azionari. Ad 
esempio, i mercati europei devono tenere in considerazione il rallentamento 
imprevisto della crescita in paesi chiave quali la Germania. Il Financial Times riporta 
che il governo tedesco ha ‘tagliato’ le sue previsioni di crescita per quest’anno e per il 
2015 dall’1,8% e 2% all’1,2% e 1,3%, rispettivamente.1 
La debolezza economica, tuttavia, non sembra spiegare il recente forte calo dei corsi 
azionari negli Stati Uniti. Al contrario la recente divulgazione di dati economici 
continua a sostenere una solida crescita economica. Bloomberg riferisce che Janet 
Yellen, Presidente dell’US Federal Reserve, ha detto al Gruppo dei Trenta, in una 
riunione “a ridosso del raduno annuale del FMI e della Banca mondiale”, che 
considerava l’economia statunitense sulla buona strada per raggiungere un tasso 
di crescita del 3 % con infl azione in aumento graduale fi no al 2%, in linea con le 
previsioni di crescita pubblicate dalla Federal Reserve Board (Fed).2 
È molto signifi cativo che la Presidente della Fed continui a credere in una solida 
crescita economica degli Stati Uniti e che i dati fi nora sembrino sostenere questo 
punto di vista. Signifi ca che la politica dei tassi di interesse della Fed sarà molto 
probabilmente normalizzata nei tempi previsti e non subirà ritardi signifi cativi. 
La normalizzazione della politica sta ad indicare, in tal caso, la fi ne delle misure 
straordinarie, volte ad aggiungere liquidità all’economia, e l’inasprimento dei tassi di 
interesse, in modo che ritornino a livelli più normali in relazione all’infl azione. 
La nostra analisi proprietaria degli ultimi cicli di inasprimento della Fed suggerisce 
che, in generale, i mercati azionari calano marcatamente dai loro picchi a seguito 
di tale inasprimento. Inoltre, tale eff etto sembra verifi carsi anche in presenza di una 
AUTORE 
ANDREW HARMSTONE 
Managing Director 
Portfolio Manager 
Global Balanced Risk 
Controlled (GBaR) Strategy 
Morgan Stanley Investment Management 
1 Stefan Wagstyl, Financial Times, “Germany lowers growth predictions” 15 ottobre 2014, pag. 2 
2 Rich Miller, Bloomberg News 2014-10-15, “Yellen said to voice confi dence in US Economic 
Expansion”: http://www.bloomberg.com/news/2014-10-15/yellen-said-to-voice-confi dence-in-u-s-economic- 
expansion.html 
A D USO E S C LUS I VO DEG L I I N V E S T I TOR I P ROF E S S ION A L I E DE L L E CON T ROPA R T I QUA L I F I C AT E
PROSPETTIVE DI MERCATO 
forte crescita degli utili. Alla luce di quanto indicato sopra, è 
ragionevole interpretare il recente forte calo dei mercati azionari 
a livello mondiale come un ‘adeguamento del prezzo’ da parte 
dei mercati alla normalizzazione della politica dei tassi di 
interesse della Fed. 
Non tutte le prove, tuttavia, sembrano indicare che 
l’anticipazione della normalizzazione della politica dei tassi di 
interesse Fed sia alla base della recente volatilità del mercato. 
Il forte calo dei rendimenti dei Buoni del Tesoro decennali, 
dal 2,5% alla fi ne di settembre a un minimo di 2,14% al 15 
ottobre, suggerisce esattamente il contrario. A prima vista, ciò 
suggerisce che l’economia statunitense possa correre il rischio di 
rallentare e ridurre drasticamente l’infl azione. 
Il motivo per cui tale analisi più pessimista sia meno 
convincente è semplicemente dettato dal fatto che i dati 
economici disponibili fi no ad ora non propendono verso 
un forte calo dell’economia statunitense. Il forte rimbalzo 
dell’economia degli Stati Uniti è stato uno dei fattori chiave del 
2014. Secondo la terza stima del Bureau of Economic Analysis 
(BEA), pubblicata il 26 settembre, l’economia è cresciuta ad 
un tasso annuo del 4,6% nel secondo trimestre del 2014, 
allontanandosi defi nitivamente da debolezze potenzialmente 
legate alle condizioni atmosferiche nei primi tre mesi dell’anno. 
Inoltre, è possibile che il forte calo recente dei rendimenti sia 
dovuto alla pressione tecnica, dato che molti investitori in 
tassi di interesse si attendevano un aumento dei rendimenti 
obbligazionari e in assenza di tale aumento potrebbero esserci 
state delle vendite agli eff etti stop-loss. 
Se la recente correzione del mercato è dovuta solo ad 
un’adeguamento dei prezzi in vista dell’anticipato inasprimento 
della politica monetaria della Fed, allora gli investitori possono 
ritenere che i prezzi correnti di mercato off rano opportunità di 
rendimento interessanti sia negli Stati Uniti sia nel mondo. In 
primo luogo, la Fed non normalizzerebbe i tassi se l’economia 
statunitense non sembrasse loro abbastanza forte da assorbire 
l’impatto dei tassi crescenti. Un’economia forte, tuttavia, 
signifi ca altresì una forte crescita potenziale degli utili, fattore di 
solito positivo per le azioni. 
Il potenziale aspetto positivo per i mercati globali proviene 
dall’impatto che la forte crescita degli Stati Uniti può avere 
nel sostenere la crescita globale. È probabile che tale impatto 
sia particolarmente forte per le regioni quali l’Europa e il 
Giappone, dove le ragioni di scambio verso gli Stati Uniti sono 
migliorate fortemente poiché quest’anno le loro valute si sono 
deprezzate in modo signifi cativo rispetto al dollaro statunitense. 
Il potenziale aspetto positivo per l’economia globale può anche 
provenire dai costi ridotti dell’energia. Il prezzo del petrolio, 
sulla base dell’indice Brent Crude, è sceso dal suo massimo di 
115, nel mese di giugno, a 84 il 15 ottobre, rappresentando un 
calo superiore al 27%. Questo calo dei prezzi è probabilmente 
dovuto ad un aumento signifi cativo delle forniture di petrolio, 
proveniente dalle scoperte di petrolio scisto statunitense, 
nonché alla ripresa della produzione da parte di paesi come 
la Libia. È inoltre probabile che sia dovuto al rallentamento 
della crescita economica al di fuori degli Stati Uniti, il calo dei 
costi energetici nonché la positiva crescita degli Stati Uniti e 
2 
i rapporti di scambio migliorati verso gli Stati Uniti, possono 
essere abbastanza considerevole per ripristinare questa crescita 
globale non statunitense ai livelli più alti. 
Gli investitori ricorderrano quella volta in cui, andando in 
palestra hanno visto l’istruttore che svolgeva dei movimenti 
estremamente estenuanti con facilità e sorridendo, 
condiscendente, ha detto: “no pain, no gain”. Gli investitori 
hanno attraversato un periodo di soff erenza nel corso delle 
ultime settimane. A questo punto si potrebbe temere che 
l’economia globale sia davvero esausta e così fuori forma che 
non può sostenere prezzi azionari più elevati, come suggerisce 
il calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi. In realtà, 
l’evidenza sembra suggerire che quantomeno l’economia degli 
Stati Uniti e forse anche l’economia globale sia abbastanza 
robusta da sopportare il dolore e avere una ripresa per sostenere 
un guadagno nei portafogli degli investitori. 
Stati Uniti 
ECONOMIA 
A fi ne settembre, il Bureau of Economic Analysis (BEA) 
ha rivisto a rilazo la sua stima del tasso di crescita annuale 
dell’economia statunitense per il 2T14 da 4,2% a 4,6%. 
L’incremento è dovuto principalmente a una revisione 
in rialzo delle esportazioni e degli investimenti fi ssi non 
residenziali. Nel 1T14, il PIL degli Stati Uniti si era 
contratto, ad un tasso annuo del 2,1%. Altri indicatori hanno 
confermato la forza generale dell’economia degli Stati Uniti. 
Ad ottobre, ad esempio, l’Institute for Supply Management 
(ISM) ha osservato che l’indice PMI dei responsabili degli 
acquisti per il settore manifatturiero degli Stati Uniti era 
scivolato marginalmente dal 57,9 di agosto al 57,5, un 
livello ancora coerente con una crescita robusta, nel mese 
di settembre. Il Census Bureau ha riferito che, in termini 
destagionalizzati, le vendite al dettaglio nel mese di agosto 
sono state pari a 444,4 miliardi di dollari statunitensi. Si 
è trattato di un aumento dello 0,6% rispetto a luglio e di 
un aumento del 5,0% rispetto allo stesso mese del 2013. Il 
Bureau of Labor Statistics (BLS) ha aff ermato che il totale 
di dipendenti non agricoli è aumentato di 248.000 unità nel 
mese di settembre e che il tasso di disoccupazione è sceso al 
5,9%. ‘L’occupazione è aumentata nei servizi professionali, 
aziendali, di commercio al dettaglio e di assistenza sanitaria.’ 
La BLS ha inoltre osservato che, in termini di indice dei prezzi 
al consumo (CPI), l’infl azione nei 12 mesi fi no ad agosto 
scorso era pari all’1,7% (non destagionalizzata). 
Nella riunione tenutasi a metà settembre, il Federal Open 
Market Committed (FOMC) ha ulteriormente ridotto i suoi 
acquisti di titoli garantiti da ipoteca passando da 10 miliardi 
di dollari statunitensi a 5 miliardi e di titoli del Tesoro a lunga 
scadenza passando da 15 miliardi di dollari statunitensi a 10 
miliardi. L’annuncio fatto a seguito della riunione ha indicato 
che l’attuale obiettivo per il tasso sui Federal Funds resterà 
all’attuale basso livello di 0.00-0.25% ‘per un considerevole 
periodo di tempo’ dopo la fi ne del programma di acquisto 
di asset, soprattutto se l’infl azione rimane al di sotto del
OTTOBRE 2014 
3 
previsto obiettivo di lunga durata del 2%. Come era successo 
a metà luglio, la dichiarazione della Fed non è stata unanime. 
Charles Plosser, il Presidente della Federal Reserve Bank di 
Filadelfi a, ha contestato l’indicazione che l’obiettivo attuale 
per i fondi federali sarebbe mantenuto al livello attuale ‘per un 
considerevole periodo di tempo’ dopo la fi ne del programma 
di acquisto di asset. Plosser ha dichiarato che ‘tale linguaggio 
dipende da fattori temporali e non rifl ette i notevoli progressi 
economici compiuti verso gli obiettivi [della Fed].’ Richard 
Fisher, Presidente della Federal Reserve Bank di Dallas, ha a 
sua volta sollevato un’obiezione, sostenendo che le condizioni 
economiche richiederanno probabilmente una ‘riduzione della 
politica monetaria espansiva prima di quanto non suggerisca 
la dichiarazione. 
AZIONI 
Nonostante la presenza di ulteriori segnali di rallentamento 
nell’economia globale, e l’imminente fi ne del programma di 
acquisto di asset della Fed, i titoli statunitensi hanno realizzato 
buone performance nel mese di settembre, mentre l’indice 
MSCI USA, ad esempio, è sceso dell’1,71%. In generale, gli utili 
societari sono stati sostanzialmente in linea con le aspettative 
degli analisti. 
OBBLIGAZIONI 
Come si è verifi cato nei mercati valutari nel mese di settembre, 
gli investitori in Titoli di Stato si sono incentrati sulla forza 
comparativa dell’economia statunitense e sull’avvicinarsi della 
fi ne del quantitative easing (QE). I rendimenti sui Treasury 
a 5, 10 e 30 anni sono aumentati di 12-15 punti base. I 
rendimenti sui Treasury a due anni hanno guadagnato 8 
punti base. Il credito statunitense ha sottoperformato, con 
un ampliamento dello spread per la maggior parte dei tipi di 
obbligazioni. 
Europa 
ECONOMIA 
Nel mese di settembre, gli indicatori economici nell’area 
dell’euro sono stati misti. Secondo Eurostat, il PIL dell’area 
dell’euro è rimasto invariato nel 2T14 ed è aumentato 
dello 0,7% rispetto al 2T13. L’indice PMI di Markit per 
il settore manifatturiero è sceso da 50,7 in agosto al valore 
minimo, nell’arco degli ultimi 14 mesi, pari a 50,3 nel mese 
di settembre. Eurostat ha riferito che, nell’area dell’euro, 
la produzione industriale nel mese di luglio è aumentata 
dell’1,0%. La produzione industriale è aumentata del 2,2% 
rispetto allo stesso mese del 2013. Secondo una stima 
preliminare pubblicata alla fi ne del mese, Eurostat ha 
dichiarato di prevedere che l’infl azione annuale nell’area 
dell’euro sarebbe scesa dallo 0,4% di agosto allo 0,3% del 
mese di settembre. 
Ad inizio settembre, la Banca centrale europea (BCE) ha 
tagliato il suo tasso di rifi nanziamento di 10 punti base, 
portandolo allo 0,05%. Ad inizio ottobre, la BCE ha 
annunciato i dettagli del programma di titoli garantiti da 
attività (asset-backed securities program o ABSPP) e il nuovo 
programma per l’acquisto di obbligazioni garantite (CBPP3). 
Entrambi i programmi dureranno oltre due anni: l’ultimo avrà 
inizio nella seconda metà di ottobre. Mario Draghi, Presidente 
della BCE, ha osservato che ‘insieme alla serie di operazioni 
di rifi nanziamento mirate a più lungo termine (TLTRO) 
da eff ettuare fi no al 2016, tali acquisti avranno un impatto 
considerevole sul bilancio [della BCE].’ 
Nel complesso, nel Regno Unito, le condizioni economiche 
e commerciali continuano a migliorare. Ad inizio ottobre, 
Markit e CIPS hanno aff ermato che i loro indici PMI per il 
settore manifatturiero sono scesi dal 52,2 di agosto al 51,6 
di settembre. Si tratta del livello più basso dal giugno 2013, 
ma ancora in linea con la crescita dell’attività. L’Uffi cio per 
le statistiche nazionali (ONS) ha riferito che, dal luglio 2013 
al luglio 2014, il suo indice di produzione è salito dell’1,7%. 
L’ONS ha rilevato che le vendite al dettaglio nel mese di 
agosto sono aumentate del 3,9% rispetto allo stesso mese 
del 2013. A fi ne settembre, l’ONS ha pubblicato la sua terza 
stima del PIL per il 2T14: l’economia del Regno Unito ha 
mostrato una crescita dello 0,9%, rispetto allo 0,8% stimato 
in precedenza. Rispetto al 2013, il PIL è aumentato del 3,2%. 
A metà settembre, l’indagine sul mercato sul lavoro dell’ONS 
ha rivelato che il tasso di disoccupazione ha continuato a 
diminuire, scendendo, nel trimestre chiuso alla fi ne di luglio, 
al 6,2%, il più basso dal 4T08. L’ONS ha inoltre osservato 
che l’infl azione CPI, su base annua, è scesa dall’1,6% di luglio 
all’1,5% di agosto. 
Nella riunione di inizio settembre, la Bank of England (BoE) 
ha mantenuto invariato il tasso bancario e la dimensione del 
programma di acquisto di asset, rispettivamente 0,50% e 
375 miliardi di sterline. Tuttavia, la decisione in relazione al 
tasso bancario non è stata unanime. Ancora una volta, due 
membri del Comitato di politica monetaria, Ian McCaff erty 
e Martin Weale, hanno votato per un aumento di 25 punti 
base del tasso bancario. Erano in favore di un aumento del 
tasso bancario al fi ne di anticipare le pressioni del mercato 
del lavoro. Questi membri hanno fatto notare che, anche a 
seguito di un aumento, la politica monetaria nel Regno Unito 
rimarrebbe molto accomodante. 
AZIONI 
Nel corso del mese di settembre l’Indice MSCI per l’Europa 
è calato del 3,83%. Questo risultato, però, rifl ette il calo 
dell’euro (e, in misura minore, della sterlina) rispetto al 
dollaro statunitense. In termini di valuta locale, i prezzi 
delle azioni sono rimasti sostanzialmente allo stesso livello 
in un momento in cui gli ultimi dati hanno evidenziato 
una debolezza persistente dell’attività economica nell’area 
dell’euro. 
OBBLIGAZIONI 
Nell’area dell’euro, i rendimenti dei titoli di Stato in generale 
sono scesi marginalmente per maggior parte delle scadenze. 
La principale eccezione era rappresentata dai titoli pubblici 
greci, i cui rendimenti sono aumentati vertiginosamente.
PROSPETTIVE DI MERCATO 
I rendimenti dei Gilt del Regno Unito sono rimasti 
sostanzialmente invariati. La mossa della BCE verso il 
suo programma di acquisto di titoli garantiti da attività 
(ABSPP) e il nuovo programma di acquisto di obbligazioni 
garantite (CBPP3) ha contribuito alla sovraperformance del 
credito euro. 
Giappone 
ECONOMIA 
In occasione della riunione di politica monetaria tenuta 
ai primi di settembre, la Banca del Giappone (BoJ) ha 
mantenuto invariate le sue impostazioni politiche. L’obiettivo 
generale è quello di aumentare la base monetaria ad un 
importo annuo di 60-70.000 miliardi di yen. La BoJ 
‘acquisterà titoli di stato giapponesi (JGB) al fi ne di aumentare 
il loro importo residuo a un ritmo annuo di circa 50.000 
miliardi di yen e la durata residua media degli acquisti della 
BoJ sarà di circa sette anni.’ La BoJ inoltre acquisterà fondi 
negoziati in borsa (exchange-traded funds o ETF) e trust di 
investimento immobiliare giapponesi (J-REIT) ‘in modo che 
le loro consistenze aumenteranno rispettivamente a un ritmo 
annuo di circa 1.000 miliardi e 30 miliardi di yen.’ La BoJ 
ha fatto notare che l’economia sembra registrare un recupero 
generale, seppur graduale. 
AZIONI 
La Borsa del Giappone ha registrato una sovraperformance nel 
mese di settembre. L’indice MSCI del Giappone è sceso solo 
dell’1,32% in dollari statunitensi. In yen, però, i titoli hanno 
riportato buoni guadagni. Gli investitori hanno ritenuto che 
la recente debolezza dello yen possa fornire una spinta alle 
fortune degli esportatori giapponesi. 
OBBLIGAZIONI 
Ancora una volta, i rendimenti dei titoli di stato giapponesi 
(JGB) non hanno subito variazioni nel corso del mese di 
settembre. 
Asia-Pacifico escluso Giappone 
ECONOMIA 
L’indice PMI di HSBC per il settore manifatturiero della Cina 
è sceso dal 50,5 di agosto al 50,2 di settembre, indicando 
che le condizioni operative stanno migliorando, seppur solo 
marginalmente. La debolezza generale dell’attività nel settore 
manifatturiero della Cina ha oscurato la regione Asia-Pacifi co 
nel suo complesso. Ad esempio, la discesa dei prezzi del ferro 
e di altri minerali importati dalla Cina ha contribuito al forte 
calo del dollaro australiano. L’indice PMI di HSBC per il 
settore manifatturiero indiano ha inoltre indicato un graduale 
miglioramento delle condizioni nel mese di settembre. A fi ne 
mese, la Reserve Bank of India (RBI) ha fatto notare che negli 
ultimi mesi la domanda interna era stata limitata da piogge 
monsoniche irregolari. Alcune regioni dedite alla produzione 
alimentare sono state soggette a siccità; altre a inondazioni. 
4 
L’infl azione in India è stata raff orzata dai prezzi degli 
alimenti.Nel corso del mese, la banca centrale delle Filippine 
ha aumentato il suo tasso di interesse di riferimento di 25 
punti base portandolo al 4,00%, al fi ne di frenare l’aumento 
delle aspettative di infl azione. 
AZIONI 
Nel mese di settembre, l’indice MSCI dei mercati emergenti 
in Asia è diminuito del 5,96% in dollari statunitensi. Tale 
risultato è stato infl uenzato da movimenti valutari. Le azioni 
cinesi quotate a Hong Kong hanno registrato una cattiva 
performance, in quanto gli investitori sono stati turbati dalle 
manifestazioni pro-democrazia nella regione amministrativa 
speciale. Le preoccupazioni per l’impatto di un rallentamento 
dell’economia cinese hanno inoltre contribuito al calo dei 
corsi azionari in Taiwan e Sud Corea. Gli indici MSCI per la 
Th ailandia e le Filippine sono in realtà aumentati. 
America Latina 
ECONOMIA 
L’economia brasiliana rimane debole. L’incertezza relativa 
alle future politiche di governo ha limitato gli investimenti. 
La debolezza dell’economia cinese ha avuto un impatto sugli 
esportatori brasiliani di materie prime. L’indice PMI di HSBC 
per il settore manifatturiero del Brasile è sceso dal 50,2 di 
agosto al 49,3 di settembre: questo ultimo livello indica una 
contrazione dell’attività. I commenti delle banche centrali 
di altri paesi dell’America Latina erano estremamente cauti 
in merito alle attuali condizioni economiche. Gli esportatori 
messicani, tuttavia, stanno traendo benefi ci dalla forza 
dell’economia USA. 
AZIONI 
Alcuni sviluppi avvenuti in Brasile hanno contribuito ad 
un calo pari al 13,46%, in dollari statunitensi, dell’Indice 
MSCI Emerging Markets Latin America. La Borsa del Brasile 
ha registrato un forte aumento nel mese di agosto, poiché i 
sondaggi elettorali indicavano una vittoria di Marina Silva, 
candidata presidenziale del Partito socialista brasiliano, 
considerata pro-business. A settembre, tuttavia, i sondaggi 
indicavano un risultato delle elezioni in dubbio, e sia la valuta 
sia i corsi azionari hanno registrato una notevole perdita. Si è 
trattato di un periodo in cui l’attività economica in Brasile è 
rimasta fi acca. Nel mese di settembre, anche gli altri mercati 
dell’America Latina hanno perso terreno.
OTTOBRE 2014 
5 
Europa orientale, Medio 
Oriente e Africa 
ECONOMIA 
Per i governi e le aziende di gran parte dell’Europa Centrale e 
Orientale, la debolezza generale dell’attività economica resta 
una sfi da, anche se l’attività dei produttori cechi è in ripresa. 
Le economie del Consiglio di cooperazione del Golfo Persico 
(GCC) come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) 
e il Qatar continuano a crescere vigorosamente: traggono 
benefi ci dai prezzi del greggio che sono sempre elevati e da 
iniziative statali volte a diversifi care le economie dalla mera 
produzione di energia. 
AZIONI 
Come al solito, i mercati dell’Europa Centrale e Orientale 
(CEE), e del Medio Oriente e dell’Africa registrano 
performance varie nel mese di settembre. In dollari statunitensi, 
i mercati di Turchia e Grecia hanno subito cali in doppia cifra. 
Al contrario, i mercati di Qatar e degli Emirati Arabi Uniti, le 
cui economie sono in piena espansione, sono stati tra i pochi in 
tutto il mondo nei quali gli indici MSCI hanno eff ettivamente 
guadagnato terreno. Anche l’indice MSCI per l’Egitto ha 
registrato una crescita. 
Informazioni sull’autore 
ANDREW HARMSTONE 
Managing Director 
Andrew Harmstone è Lead Portfolio Manager per la strategia 
Global Balanced Risk Control (GBaR) e fa parte del Global 
Multi Asset Group, guidato da Cyril Moullé-Berteaux. 
È approdato a Morgan Stanley nel 2008 e vanta 30 anni 
di esperienza nel settore. Prima di entrare nella società ha 
lavorato presso Bear Stearns nel ruolo di Head of European 
Equity Quantitative Research. In precedenza ha diretto le 
aree European Equity Derivatives e Quantitative Research di 
Lehman Brothers. Nel 2004, quando lavorava presso Lehman, 
si è aggiudicato il primo posto nella categoria Derivatives 
Research in Europa nell’ambito dell’indagine relativa agli 
investitori istituzionali. È stato inoltre Head of Product 
Development presso Credit Suisse e ha occupato diverse 
posizioni, tra cui European Head of Structured Derivatives 
e US Head of the Futures and Options Group presso J.P. 
Morgan Investment Management, ed è stato consulente della 
Presidential Task Force on Market Mechanisms incaricata 
di studiare la crisi dei mercati del 1987. Harmstone ha 
conseguito un Master of Arts in Business Economics presso la 
University of Pennsylvania e un Bachelor of Arts (Honors) in 
Economics presso la University of Wisconsin. 
Morgan Stanley 
Investment Management3 
Morgan Stanley Investment Management, assieme 
alle consociate specializzate in servizi di consulenza 
d’investimento, vanta un organico formato da 570 
professionisti d’investimento dislocati in tutto il mondo e al 
30 giugno 2014 gestiva o vigilava attività per 396 miliardi di 
dollari. Morgan Stanley Investment Management punta ad 
off rire performance d’investimento di lungo termine superiori, 
un servizio d’eccellenza e una gamma esaustiva di soluzioni 
di gestione degli investimenti pensate per una base di clienti 
diversifi cata, comprendente governi, istituzioni, grandi 
aziende e privati di tutto il mondo. Per maggiori informazioni, 
inviare una e-mail a inforetail@morganstanley.com o 
consultare il sito www.morganstanley.com/im. 
3 Fonte: patrimonio gestito al 30 giugno 2014. Morgan Stanley 
Investment Management è la divisione di asset management di 
Morgan Stanley. Gli attivi sono gestiti dai team rappresentanti le 
diverse entità giuridiche di Morgan Stanley Investment Management; 
i team di gestione di portafoglio lavorano principalmente dagli uffici 
di New York, Filadelfia, Londra, Amsterdam, Singapore e Mumbai. 
Le cifre si riferiscono al patrimonio totale gestito/amministrato da 
Morgan Stanley Investment Management.
PROSPETTIVE DI MERCATO 
AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E DELLE CONTROPARTI QUALIFICATE 
La fonte di tutti i dati è il Global Multi Asset Group di Morgan Stanley Investment Management (MSIM). 
Il presente documento esprime le opinioni del gruppo Global Multi Asset di Morgan Stanley Investment Management (MSIM). Esso non riflette 
le opinioni di tutti i gestori di portafoglio MSIM e potrebbe non trovare riscontro nelle strategie e nei prodotti offerti dalla Società. Il presente 
documento è stato redatto a scopo informativo e non è da intendersi come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di valori mobiliari 
o all’adozione di qualsiasi strategia d’investimento. Si invitano gli investitori a richiedere il parere dei propri consulenti professionisti circa 
l’adeguatezza delle decisioni d’investimento. Le opinioni dell’autore possono variare senza preavviso ai destinatari del presente documento. 
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“professional clients” (clienti professionali) o “eligible counterparties” (controparti qualificate), ai sensi delle definizioni contenute nei regolamenti 
della Financial Conduct Authority britannica, da Morgan Stanley Investment Management Limited, 25 Cabot Square, Canary Wharf, London E14 
4QA, una società autorizzata e disciplinata dalla Financial Conduct Authority. 
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professionisti) ai sensi delle definizioni contenute nella Securities and Futures Ordinance di Hong Kong (Cap 571). I contenuti del presente 
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Morgan Stanley: No pain no gain!

  • 1. INVESTMENT MANAGEMENT GLOBAL MULTI-ASSET GROUP | OTTOBRE 2014 Prospettive di mercato Globale “No Pain No Gain” Dal giugno 2012, gli investitori azionari hanno benefi ciato di un periodo positivo, con i mercati azionari globali che al 30 settembre hanno registrato un aumento del 57% senza essere interrotti dal “dolore” di un’importante correzione del mercato pari o superiore al 10%. Il massimo tasso di perdita dal picco in questo periodo per l’indice MSCI World è stato del 7,7% in dollari statunitensi. Il dolore degli investitori è tuttavia aumentato da quanto l’indice MSCI World ha registrato un picco in data 3 luglio. Da allora, l’indice MSCI World è calato del 9,2% e l’indice S&P500 è sceso del 7,3% dal picco del 18 settembre. Anche se non rappresentano ancora correzioni pari o superiori al 10%, altri mercati azionari importanti, come quello dei titoli europei, sulla base dell’indice STOXX 600, e quello USA dei titoli a minor capitalizzazione, sulla base dell’indice Russell 2000, sono già diminuiti di oltre il 10% rispetto ai loro valori di picco. La debolezza economica può spiegare il declino in alcuni mercati azionari. Ad esempio, i mercati europei devono tenere in considerazione il rallentamento imprevisto della crescita in paesi chiave quali la Germania. Il Financial Times riporta che il governo tedesco ha ‘tagliato’ le sue previsioni di crescita per quest’anno e per il 2015 dall’1,8% e 2% all’1,2% e 1,3%, rispettivamente.1 La debolezza economica, tuttavia, non sembra spiegare il recente forte calo dei corsi azionari negli Stati Uniti. Al contrario la recente divulgazione di dati economici continua a sostenere una solida crescita economica. Bloomberg riferisce che Janet Yellen, Presidente dell’US Federal Reserve, ha detto al Gruppo dei Trenta, in una riunione “a ridosso del raduno annuale del FMI e della Banca mondiale”, che considerava l’economia statunitense sulla buona strada per raggiungere un tasso di crescita del 3 % con infl azione in aumento graduale fi no al 2%, in linea con le previsioni di crescita pubblicate dalla Federal Reserve Board (Fed).2 È molto signifi cativo che la Presidente della Fed continui a credere in una solida crescita economica degli Stati Uniti e che i dati fi nora sembrino sostenere questo punto di vista. Signifi ca che la politica dei tassi di interesse della Fed sarà molto probabilmente normalizzata nei tempi previsti e non subirà ritardi signifi cativi. La normalizzazione della politica sta ad indicare, in tal caso, la fi ne delle misure straordinarie, volte ad aggiungere liquidità all’economia, e l’inasprimento dei tassi di interesse, in modo che ritornino a livelli più normali in relazione all’infl azione. La nostra analisi proprietaria degli ultimi cicli di inasprimento della Fed suggerisce che, in generale, i mercati azionari calano marcatamente dai loro picchi a seguito di tale inasprimento. Inoltre, tale eff etto sembra verifi carsi anche in presenza di una AUTORE ANDREW HARMSTONE Managing Director Portfolio Manager Global Balanced Risk Controlled (GBaR) Strategy Morgan Stanley Investment Management 1 Stefan Wagstyl, Financial Times, “Germany lowers growth predictions” 15 ottobre 2014, pag. 2 2 Rich Miller, Bloomberg News 2014-10-15, “Yellen said to voice confi dence in US Economic Expansion”: http://www.bloomberg.com/news/2014-10-15/yellen-said-to-voice-confi dence-in-u-s-economic- expansion.html A D USO E S C LUS I VO DEG L I I N V E S T I TOR I P ROF E S S ION A L I E DE L L E CON T ROPA R T I QUA L I F I C AT E
  • 2. PROSPETTIVE DI MERCATO forte crescita degli utili. Alla luce di quanto indicato sopra, è ragionevole interpretare il recente forte calo dei mercati azionari a livello mondiale come un ‘adeguamento del prezzo’ da parte dei mercati alla normalizzazione della politica dei tassi di interesse della Fed. Non tutte le prove, tuttavia, sembrano indicare che l’anticipazione della normalizzazione della politica dei tassi di interesse Fed sia alla base della recente volatilità del mercato. Il forte calo dei rendimenti dei Buoni del Tesoro decennali, dal 2,5% alla fi ne di settembre a un minimo di 2,14% al 15 ottobre, suggerisce esattamente il contrario. A prima vista, ciò suggerisce che l’economia statunitense possa correre il rischio di rallentare e ridurre drasticamente l’infl azione. Il motivo per cui tale analisi più pessimista sia meno convincente è semplicemente dettato dal fatto che i dati economici disponibili fi no ad ora non propendono verso un forte calo dell’economia statunitense. Il forte rimbalzo dell’economia degli Stati Uniti è stato uno dei fattori chiave del 2014. Secondo la terza stima del Bureau of Economic Analysis (BEA), pubblicata il 26 settembre, l’economia è cresciuta ad un tasso annuo del 4,6% nel secondo trimestre del 2014, allontanandosi defi nitivamente da debolezze potenzialmente legate alle condizioni atmosferiche nei primi tre mesi dell’anno. Inoltre, è possibile che il forte calo recente dei rendimenti sia dovuto alla pressione tecnica, dato che molti investitori in tassi di interesse si attendevano un aumento dei rendimenti obbligazionari e in assenza di tale aumento potrebbero esserci state delle vendite agli eff etti stop-loss. Se la recente correzione del mercato è dovuta solo ad un’adeguamento dei prezzi in vista dell’anticipato inasprimento della politica monetaria della Fed, allora gli investitori possono ritenere che i prezzi correnti di mercato off rano opportunità di rendimento interessanti sia negli Stati Uniti sia nel mondo. In primo luogo, la Fed non normalizzerebbe i tassi se l’economia statunitense non sembrasse loro abbastanza forte da assorbire l’impatto dei tassi crescenti. Un’economia forte, tuttavia, signifi ca altresì una forte crescita potenziale degli utili, fattore di solito positivo per le azioni. Il potenziale aspetto positivo per i mercati globali proviene dall’impatto che la forte crescita degli Stati Uniti può avere nel sostenere la crescita globale. È probabile che tale impatto sia particolarmente forte per le regioni quali l’Europa e il Giappone, dove le ragioni di scambio verso gli Stati Uniti sono migliorate fortemente poiché quest’anno le loro valute si sono deprezzate in modo signifi cativo rispetto al dollaro statunitense. Il potenziale aspetto positivo per l’economia globale può anche provenire dai costi ridotti dell’energia. Il prezzo del petrolio, sulla base dell’indice Brent Crude, è sceso dal suo massimo di 115, nel mese di giugno, a 84 il 15 ottobre, rappresentando un calo superiore al 27%. Questo calo dei prezzi è probabilmente dovuto ad un aumento signifi cativo delle forniture di petrolio, proveniente dalle scoperte di petrolio scisto statunitense, nonché alla ripresa della produzione da parte di paesi come la Libia. È inoltre probabile che sia dovuto al rallentamento della crescita economica al di fuori degli Stati Uniti, il calo dei costi energetici nonché la positiva crescita degli Stati Uniti e 2 i rapporti di scambio migliorati verso gli Stati Uniti, possono essere abbastanza considerevole per ripristinare questa crescita globale non statunitense ai livelli più alti. Gli investitori ricorderrano quella volta in cui, andando in palestra hanno visto l’istruttore che svolgeva dei movimenti estremamente estenuanti con facilità e sorridendo, condiscendente, ha detto: “no pain, no gain”. Gli investitori hanno attraversato un periodo di soff erenza nel corso delle ultime settimane. A questo punto si potrebbe temere che l’economia globale sia davvero esausta e così fuori forma che non può sostenere prezzi azionari più elevati, come suggerisce il calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi. In realtà, l’evidenza sembra suggerire che quantomeno l’economia degli Stati Uniti e forse anche l’economia globale sia abbastanza robusta da sopportare il dolore e avere una ripresa per sostenere un guadagno nei portafogli degli investitori. Stati Uniti ECONOMIA A fi ne settembre, il Bureau of Economic Analysis (BEA) ha rivisto a rilazo la sua stima del tasso di crescita annuale dell’economia statunitense per il 2T14 da 4,2% a 4,6%. L’incremento è dovuto principalmente a una revisione in rialzo delle esportazioni e degli investimenti fi ssi non residenziali. Nel 1T14, il PIL degli Stati Uniti si era contratto, ad un tasso annuo del 2,1%. Altri indicatori hanno confermato la forza generale dell’economia degli Stati Uniti. Ad ottobre, ad esempio, l’Institute for Supply Management (ISM) ha osservato che l’indice PMI dei responsabili degli acquisti per il settore manifatturiero degli Stati Uniti era scivolato marginalmente dal 57,9 di agosto al 57,5, un livello ancora coerente con una crescita robusta, nel mese di settembre. Il Census Bureau ha riferito che, in termini destagionalizzati, le vendite al dettaglio nel mese di agosto sono state pari a 444,4 miliardi di dollari statunitensi. Si è trattato di un aumento dello 0,6% rispetto a luglio e di un aumento del 5,0% rispetto allo stesso mese del 2013. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha aff ermato che il totale di dipendenti non agricoli è aumentato di 248.000 unità nel mese di settembre e che il tasso di disoccupazione è sceso al 5,9%. ‘L’occupazione è aumentata nei servizi professionali, aziendali, di commercio al dettaglio e di assistenza sanitaria.’ La BLS ha inoltre osservato che, in termini di indice dei prezzi al consumo (CPI), l’infl azione nei 12 mesi fi no ad agosto scorso era pari all’1,7% (non destagionalizzata). Nella riunione tenutasi a metà settembre, il Federal Open Market Committed (FOMC) ha ulteriormente ridotto i suoi acquisti di titoli garantiti da ipoteca passando da 10 miliardi di dollari statunitensi a 5 miliardi e di titoli del Tesoro a lunga scadenza passando da 15 miliardi di dollari statunitensi a 10 miliardi. L’annuncio fatto a seguito della riunione ha indicato che l’attuale obiettivo per il tasso sui Federal Funds resterà all’attuale basso livello di 0.00-0.25% ‘per un considerevole periodo di tempo’ dopo la fi ne del programma di acquisto di asset, soprattutto se l’infl azione rimane al di sotto del
  • 3. OTTOBRE 2014 3 previsto obiettivo di lunga durata del 2%. Come era successo a metà luglio, la dichiarazione della Fed non è stata unanime. Charles Plosser, il Presidente della Federal Reserve Bank di Filadelfi a, ha contestato l’indicazione che l’obiettivo attuale per i fondi federali sarebbe mantenuto al livello attuale ‘per un considerevole periodo di tempo’ dopo la fi ne del programma di acquisto di asset. Plosser ha dichiarato che ‘tale linguaggio dipende da fattori temporali e non rifl ette i notevoli progressi economici compiuti verso gli obiettivi [della Fed].’ Richard Fisher, Presidente della Federal Reserve Bank di Dallas, ha a sua volta sollevato un’obiezione, sostenendo che le condizioni economiche richiederanno probabilmente una ‘riduzione della politica monetaria espansiva prima di quanto non suggerisca la dichiarazione. AZIONI Nonostante la presenza di ulteriori segnali di rallentamento nell’economia globale, e l’imminente fi ne del programma di acquisto di asset della Fed, i titoli statunitensi hanno realizzato buone performance nel mese di settembre, mentre l’indice MSCI USA, ad esempio, è sceso dell’1,71%. In generale, gli utili societari sono stati sostanzialmente in linea con le aspettative degli analisti. OBBLIGAZIONI Come si è verifi cato nei mercati valutari nel mese di settembre, gli investitori in Titoli di Stato si sono incentrati sulla forza comparativa dell’economia statunitense e sull’avvicinarsi della fi ne del quantitative easing (QE). I rendimenti sui Treasury a 5, 10 e 30 anni sono aumentati di 12-15 punti base. I rendimenti sui Treasury a due anni hanno guadagnato 8 punti base. Il credito statunitense ha sottoperformato, con un ampliamento dello spread per la maggior parte dei tipi di obbligazioni. Europa ECONOMIA Nel mese di settembre, gli indicatori economici nell’area dell’euro sono stati misti. Secondo Eurostat, il PIL dell’area dell’euro è rimasto invariato nel 2T14 ed è aumentato dello 0,7% rispetto al 2T13. L’indice PMI di Markit per il settore manifatturiero è sceso da 50,7 in agosto al valore minimo, nell’arco degli ultimi 14 mesi, pari a 50,3 nel mese di settembre. Eurostat ha riferito che, nell’area dell’euro, la produzione industriale nel mese di luglio è aumentata dell’1,0%. La produzione industriale è aumentata del 2,2% rispetto allo stesso mese del 2013. Secondo una stima preliminare pubblicata alla fi ne del mese, Eurostat ha dichiarato di prevedere che l’infl azione annuale nell’area dell’euro sarebbe scesa dallo 0,4% di agosto allo 0,3% del mese di settembre. Ad inizio settembre, la Banca centrale europea (BCE) ha tagliato il suo tasso di rifi nanziamento di 10 punti base, portandolo allo 0,05%. Ad inizio ottobre, la BCE ha annunciato i dettagli del programma di titoli garantiti da attività (asset-backed securities program o ABSPP) e il nuovo programma per l’acquisto di obbligazioni garantite (CBPP3). Entrambi i programmi dureranno oltre due anni: l’ultimo avrà inizio nella seconda metà di ottobre. Mario Draghi, Presidente della BCE, ha osservato che ‘insieme alla serie di operazioni di rifi nanziamento mirate a più lungo termine (TLTRO) da eff ettuare fi no al 2016, tali acquisti avranno un impatto considerevole sul bilancio [della BCE].’ Nel complesso, nel Regno Unito, le condizioni economiche e commerciali continuano a migliorare. Ad inizio ottobre, Markit e CIPS hanno aff ermato che i loro indici PMI per il settore manifatturiero sono scesi dal 52,2 di agosto al 51,6 di settembre. Si tratta del livello più basso dal giugno 2013, ma ancora in linea con la crescita dell’attività. L’Uffi cio per le statistiche nazionali (ONS) ha riferito che, dal luglio 2013 al luglio 2014, il suo indice di produzione è salito dell’1,7%. L’ONS ha rilevato che le vendite al dettaglio nel mese di agosto sono aumentate del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2013. A fi ne settembre, l’ONS ha pubblicato la sua terza stima del PIL per il 2T14: l’economia del Regno Unito ha mostrato una crescita dello 0,9%, rispetto allo 0,8% stimato in precedenza. Rispetto al 2013, il PIL è aumentato del 3,2%. A metà settembre, l’indagine sul mercato sul lavoro dell’ONS ha rivelato che il tasso di disoccupazione ha continuato a diminuire, scendendo, nel trimestre chiuso alla fi ne di luglio, al 6,2%, il più basso dal 4T08. L’ONS ha inoltre osservato che l’infl azione CPI, su base annua, è scesa dall’1,6% di luglio all’1,5% di agosto. Nella riunione di inizio settembre, la Bank of England (BoE) ha mantenuto invariato il tasso bancario e la dimensione del programma di acquisto di asset, rispettivamente 0,50% e 375 miliardi di sterline. Tuttavia, la decisione in relazione al tasso bancario non è stata unanime. Ancora una volta, due membri del Comitato di politica monetaria, Ian McCaff erty e Martin Weale, hanno votato per un aumento di 25 punti base del tasso bancario. Erano in favore di un aumento del tasso bancario al fi ne di anticipare le pressioni del mercato del lavoro. Questi membri hanno fatto notare che, anche a seguito di un aumento, la politica monetaria nel Regno Unito rimarrebbe molto accomodante. AZIONI Nel corso del mese di settembre l’Indice MSCI per l’Europa è calato del 3,83%. Questo risultato, però, rifl ette il calo dell’euro (e, in misura minore, della sterlina) rispetto al dollaro statunitense. In termini di valuta locale, i prezzi delle azioni sono rimasti sostanzialmente allo stesso livello in un momento in cui gli ultimi dati hanno evidenziato una debolezza persistente dell’attività economica nell’area dell’euro. OBBLIGAZIONI Nell’area dell’euro, i rendimenti dei titoli di Stato in generale sono scesi marginalmente per maggior parte delle scadenze. La principale eccezione era rappresentata dai titoli pubblici greci, i cui rendimenti sono aumentati vertiginosamente.
  • 4. PROSPETTIVE DI MERCATO I rendimenti dei Gilt del Regno Unito sono rimasti sostanzialmente invariati. La mossa della BCE verso il suo programma di acquisto di titoli garantiti da attività (ABSPP) e il nuovo programma di acquisto di obbligazioni garantite (CBPP3) ha contribuito alla sovraperformance del credito euro. Giappone ECONOMIA In occasione della riunione di politica monetaria tenuta ai primi di settembre, la Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto invariate le sue impostazioni politiche. L’obiettivo generale è quello di aumentare la base monetaria ad un importo annuo di 60-70.000 miliardi di yen. La BoJ ‘acquisterà titoli di stato giapponesi (JGB) al fi ne di aumentare il loro importo residuo a un ritmo annuo di circa 50.000 miliardi di yen e la durata residua media degli acquisti della BoJ sarà di circa sette anni.’ La BoJ inoltre acquisterà fondi negoziati in borsa (exchange-traded funds o ETF) e trust di investimento immobiliare giapponesi (J-REIT) ‘in modo che le loro consistenze aumenteranno rispettivamente a un ritmo annuo di circa 1.000 miliardi e 30 miliardi di yen.’ La BoJ ha fatto notare che l’economia sembra registrare un recupero generale, seppur graduale. AZIONI La Borsa del Giappone ha registrato una sovraperformance nel mese di settembre. L’indice MSCI del Giappone è sceso solo dell’1,32% in dollari statunitensi. In yen, però, i titoli hanno riportato buoni guadagni. Gli investitori hanno ritenuto che la recente debolezza dello yen possa fornire una spinta alle fortune degli esportatori giapponesi. OBBLIGAZIONI Ancora una volta, i rendimenti dei titoli di stato giapponesi (JGB) non hanno subito variazioni nel corso del mese di settembre. Asia-Pacifico escluso Giappone ECONOMIA L’indice PMI di HSBC per il settore manifatturiero della Cina è sceso dal 50,5 di agosto al 50,2 di settembre, indicando che le condizioni operative stanno migliorando, seppur solo marginalmente. La debolezza generale dell’attività nel settore manifatturiero della Cina ha oscurato la regione Asia-Pacifi co nel suo complesso. Ad esempio, la discesa dei prezzi del ferro e di altri minerali importati dalla Cina ha contribuito al forte calo del dollaro australiano. L’indice PMI di HSBC per il settore manifatturiero indiano ha inoltre indicato un graduale miglioramento delle condizioni nel mese di settembre. A fi ne mese, la Reserve Bank of India (RBI) ha fatto notare che negli ultimi mesi la domanda interna era stata limitata da piogge monsoniche irregolari. Alcune regioni dedite alla produzione alimentare sono state soggette a siccità; altre a inondazioni. 4 L’infl azione in India è stata raff orzata dai prezzi degli alimenti.Nel corso del mese, la banca centrale delle Filippine ha aumentato il suo tasso di interesse di riferimento di 25 punti base portandolo al 4,00%, al fi ne di frenare l’aumento delle aspettative di infl azione. AZIONI Nel mese di settembre, l’indice MSCI dei mercati emergenti in Asia è diminuito del 5,96% in dollari statunitensi. Tale risultato è stato infl uenzato da movimenti valutari. Le azioni cinesi quotate a Hong Kong hanno registrato una cattiva performance, in quanto gli investitori sono stati turbati dalle manifestazioni pro-democrazia nella regione amministrativa speciale. Le preoccupazioni per l’impatto di un rallentamento dell’economia cinese hanno inoltre contribuito al calo dei corsi azionari in Taiwan e Sud Corea. Gli indici MSCI per la Th ailandia e le Filippine sono in realtà aumentati. America Latina ECONOMIA L’economia brasiliana rimane debole. L’incertezza relativa alle future politiche di governo ha limitato gli investimenti. La debolezza dell’economia cinese ha avuto un impatto sugli esportatori brasiliani di materie prime. L’indice PMI di HSBC per il settore manifatturiero del Brasile è sceso dal 50,2 di agosto al 49,3 di settembre: questo ultimo livello indica una contrazione dell’attività. I commenti delle banche centrali di altri paesi dell’America Latina erano estremamente cauti in merito alle attuali condizioni economiche. Gli esportatori messicani, tuttavia, stanno traendo benefi ci dalla forza dell’economia USA. AZIONI Alcuni sviluppi avvenuti in Brasile hanno contribuito ad un calo pari al 13,46%, in dollari statunitensi, dell’Indice MSCI Emerging Markets Latin America. La Borsa del Brasile ha registrato un forte aumento nel mese di agosto, poiché i sondaggi elettorali indicavano una vittoria di Marina Silva, candidata presidenziale del Partito socialista brasiliano, considerata pro-business. A settembre, tuttavia, i sondaggi indicavano un risultato delle elezioni in dubbio, e sia la valuta sia i corsi azionari hanno registrato una notevole perdita. Si è trattato di un periodo in cui l’attività economica in Brasile è rimasta fi acca. Nel mese di settembre, anche gli altri mercati dell’America Latina hanno perso terreno.
  • 5. OTTOBRE 2014 5 Europa orientale, Medio Oriente e Africa ECONOMIA Per i governi e le aziende di gran parte dell’Europa Centrale e Orientale, la debolezza generale dell’attività economica resta una sfi da, anche se l’attività dei produttori cechi è in ripresa. Le economie del Consiglio di cooperazione del Golfo Persico (GCC) come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) e il Qatar continuano a crescere vigorosamente: traggono benefi ci dai prezzi del greggio che sono sempre elevati e da iniziative statali volte a diversifi care le economie dalla mera produzione di energia. AZIONI Come al solito, i mercati dell’Europa Centrale e Orientale (CEE), e del Medio Oriente e dell’Africa registrano performance varie nel mese di settembre. In dollari statunitensi, i mercati di Turchia e Grecia hanno subito cali in doppia cifra. Al contrario, i mercati di Qatar e degli Emirati Arabi Uniti, le cui economie sono in piena espansione, sono stati tra i pochi in tutto il mondo nei quali gli indici MSCI hanno eff ettivamente guadagnato terreno. Anche l’indice MSCI per l’Egitto ha registrato una crescita. Informazioni sull’autore ANDREW HARMSTONE Managing Director Andrew Harmstone è Lead Portfolio Manager per la strategia Global Balanced Risk Control (GBaR) e fa parte del Global Multi Asset Group, guidato da Cyril Moullé-Berteaux. È approdato a Morgan Stanley nel 2008 e vanta 30 anni di esperienza nel settore. Prima di entrare nella società ha lavorato presso Bear Stearns nel ruolo di Head of European Equity Quantitative Research. In precedenza ha diretto le aree European Equity Derivatives e Quantitative Research di Lehman Brothers. Nel 2004, quando lavorava presso Lehman, si è aggiudicato il primo posto nella categoria Derivatives Research in Europa nell’ambito dell’indagine relativa agli investitori istituzionali. È stato inoltre Head of Product Development presso Credit Suisse e ha occupato diverse posizioni, tra cui European Head of Structured Derivatives e US Head of the Futures and Options Group presso J.P. Morgan Investment Management, ed è stato consulente della Presidential Task Force on Market Mechanisms incaricata di studiare la crisi dei mercati del 1987. Harmstone ha conseguito un Master of Arts in Business Economics presso la University of Pennsylvania e un Bachelor of Arts (Honors) in Economics presso la University of Wisconsin. Morgan Stanley Investment Management3 Morgan Stanley Investment Management, assieme alle consociate specializzate in servizi di consulenza d’investimento, vanta un organico formato da 570 professionisti d’investimento dislocati in tutto il mondo e al 30 giugno 2014 gestiva o vigilava attività per 396 miliardi di dollari. Morgan Stanley Investment Management punta ad off rire performance d’investimento di lungo termine superiori, un servizio d’eccellenza e una gamma esaustiva di soluzioni di gestione degli investimenti pensate per una base di clienti diversifi cata, comprendente governi, istituzioni, grandi aziende e privati di tutto il mondo. Per maggiori informazioni, inviare una e-mail a inforetail@morganstanley.com o consultare il sito www.morganstanley.com/im. 3 Fonte: patrimonio gestito al 30 giugno 2014. Morgan Stanley Investment Management è la divisione di asset management di Morgan Stanley. Gli attivi sono gestiti dai team rappresentanti le diverse entità giuridiche di Morgan Stanley Investment Management; i team di gestione di portafoglio lavorano principalmente dagli uffici di New York, Filadelfia, Londra, Amsterdam, Singapore e Mumbai. Le cifre si riferiscono al patrimonio totale gestito/amministrato da Morgan Stanley Investment Management.
  • 6. PROSPETTIVE DI MERCATO AD USO ESCLUSIVO DEGLI INVESTITORI PROFESSIONISTI E DELLE CONTROPARTI QUALIFICATE La fonte di tutti i dati è il Global Multi Asset Group di Morgan Stanley Investment Management (MSIM). Il presente documento esprime le opinioni del gruppo Global Multi Asset di Morgan Stanley Investment Management (MSIM). Esso non riflette le opinioni di tutti i gestori di portafoglio MSIM e potrebbe non trovare riscontro nelle strategie e nei prodotti offerti dalla Società. Il presente documento è stato redatto a scopo informativo e non è da intendersi come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di valori mobiliari o all’adozione di qualsiasi strategia d’investimento. Si invitano gli investitori a richiedere il parere dei propri consulenti professionisti circa l’adeguatezza delle decisioni d’investimento. Le opinioni dell’autore possono variare senza preavviso ai destinatari del presente documento. Il presente documento di promozione finanziaria è pubblicato e autorizzato per la distribuzione nel Regno Unito a soggetti che si qualificano come “professional clients” (clienti professionali) o “eligible counterparties” (controparti qualificate), ai sensi delle definizioni contenute nei regolamenti della Financial Conduct Authority britannica, da Morgan Stanley Investment Management Limited, 25 Cabot Square, Canary Wharf, London E14 4QA, una società autorizzata e disciplinata dalla Financial Conduct Authority. Il presente documento è stato pubblicato da Morgan Stanley Asia Limited per essere utilizzato a Hong Kong da “professional investors” (investitori professionisti) ai sensi delle definizioni contenute nella Securities and Futures Ordinance di Hong Kong (Cap 571). I contenuti del presente documento non sono stati verificati o approvati da alcuna autorità di vigilanza, ivi compresa la Securities and Futures Commission di Hong Kong. Di conseguenza, salve le esenzioni eventualmente previste dalle leggi applicabili, il presente documento non può essere pubblicato, diffuso, distribuito, indirizzato o reso disponibile al pubblico a Hong Kong. Il presente documento è destinato e sarà distribuito solo ai soggetti residenti nelle giurisdizioni in cui la sua distribuzione o disponibilità non siano vietate dalle leggi e normative vigenti. www.morganstanley.com/im © 2014 Morgan Stanley LNDA01533