2. Responsabile di Progetto: Roberto Righetti
Redazione del rapporto: Elena Clò
Il presente rapporto è stato elaborato con le informazioni disponibili al 28 febbraio 2014.
3. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Indice
1
Il contesto internazionale.........................................................................................5
2
L'economia italiana................................................................................................ 10
4.
La regione Emilia Romagna .................................................................................... 14
3
4.
5. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
1
Il contesto internazionale
Nel 2013 il Pil e il commercio mondiale sono cresciuti rispettivamente del 2,9 e del
2,7 per cento. Dopo un marcato rallentamento nel primo semestre dell’anno, legato
al ristagno dei volumi importati dai paesi emergenti, la domanda internazionale ha
registrato nei trimestri successivi due accelerazioni crescenti. A tale dinamica hanno
contribuito, tra i paesi avanzati, Giappone e Usa e, tra gli emergenti, quelli asiatici.
L’indice composito globale dei responsabili acquisti (Pmi) dei settori manifatturiero
e dei servizi relativo a gennaio, passato a 53,9 da 53,8 (laddove 50 discrimina tra
espansione e contrazione), segnala che il ritmo di crescita del prodotto mondiale
prosegue su un percorso solido. La produzione combinata dei due settori è in
aumento da sedici mesi consecutivi, con il manifatturiero che traina la ripresa. Si
osservano tuttavia disparità tra economie avanzate ed emergenti. Sono rimasti in
territorio espansivo con dinamiche vivaci gli indici di Stati Uniti (56,2), Giappone
(54,1) ed Eurozona (52,9); mostra invece ritmi rallentati (da 51,6 a 51,4, un livello
inferiore al trend di lungo periodo), l’indice composito calcolato su 17 economie
emergenti, che risente del minore dinamismo nel settore dei servizi.
La ripresa negli Stati Uniti si consolida. La Fed ha avviato la ‘normalizzazione’ del
sostegno all’economia riducendo gradualmente la creazione di liquidità; il volume di
acquisti di bond è sceso a dicembre da 85 a 75 miliardi e a gennaio a 65 e tale trend
proseguirà in modo graduale e compatibile con le esigenze interne. La Fed ha
confermato che i tassi di interesse rimarranno bassi fino a quando la disoccupazione
non sarà scesa ben al di sotto del 6,5 per cento. Nel paese è inoltre stato raggiunto
un accordo sulla politica di bilancio che riduce i tagli di spesa nel 2014 e differisce a
dopo il 2020 l’onere più alto per la correzione delle finanze pubbliche.
La crescita dell’Eurozona sarà invece più fragile e graduale, ma diffusa a un maggior
numero di paesi, nonostante il permanere di eterogeneità negli andamenti ciclici
degli stessi, con la Germania che agirà da traino. Il recupero di fiducia da parte degli
investitori internazionali nelle possibilità di riequilibrio di alcuni paesi periferici, tra
cui Italia e Spagna, insieme all’esigenza di più profittevoli investimenti dei capitali in
uscita dai paesi emergenti, ha comportato nella seconda metà del 2013 un rientro
di capitali che ha positivamente influenzato gli spread e i tassi di interesse. In
prospettiva, il recupero di fiducia aiuterà il processo di aggiustamento degli squilibri
ancora presenti e che condizionano il ritmo di crescita di tali paesi. La Bce ha
lasciato immutati i tassi a febbraio, confermando l’intonazione espansiva della
politica monetaria, così come la sua attenzione verso eventuali rischi di deflazione.
In Giappone la crescita rimarrà relativamente stabile nel 2014. Il governo metterà in
campo una nuova manovra di stimolo fiscale all'economia al fine di compensare gli
effetti sulla congiuntura dell'aumento dell'imposta sui consumi. Presumibilmente, la
politica monetaria rimarrà espansiva per sostenere la ripresa e perseguire gli
obiettivi di mantenere lo yen debole e di elevare il livello di inflazione
Quanto ai paesi emergenti, è ipotizzabile che l’impatto negativo del tapering
5
6. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
attuato da dicembre si sia almeno in parte esaurito con i pesanti aggiustamenti dei
mesi estivi, laddove il solo annuncio della riduzione della liquidità aveva generato, in
alcuni paesi, forti uscite di capitale e deprezzamento delle monete, seguiti da
provvedimenti monetari restrittivi atti a contrastare il deflusso di capitali (Brasile,
India, Indonesia). Il deprezzamento delle monete potrebbe in prospettiva favorire le
economie export-led così come più elevati tassi di interesse contrasteranno
l’elevata inflazione in molti di essi. Se poi, come si prevede, le economie avanzate
torneranno su ritmi di crescita più consistenti, ciò non potrà che sostenere il ciclo
degli emergenti.
L’analisi congiunturale per paesi o aree evidenzia per gli Stati Uniti, nel quarto
trimestre, una crescita dello 0,8 per cento sul secondo; sostenuta la dinamica dei
consumi, degli investimenti in macchinari e delle esportazioni, in forte contrazione
gli investimenti residenziali, sfavoriti dalle condizioni climatiche. Fra ottobre e
dicembre, la produzione industriale è aumentata del 5,5 per cento su base annua e,
nell’intero 2013, del 3,7 per cento, superando di 0,9 punti percentuali il massimo
pre-recessione. A gennaio la produzione industriale è scesa dello 0,3 per cento
mensile, in parte per motivi stagionali. A febbraio la stima flash del Pmi
manifatturiero è salita di 3 punti a 56,7, il livello più alto da almeno quattro anni per
il forte rimbalzo di produzione e nuovi ordini. E’ proseguita nel 2013 la ripresa del
mercato immobiliare che ha visto significatici incrementi sia nelle vendite di
abitazioni sia nei prezzi. Nel 2013 sono stati creati, in media mensile, 194 mila posti
di lavoro, ma nel quarto trimestre il dato è diminuito a 154 mila e, a gennaio 2014, a
113 mila. Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,6 per cento dal 7,9 per cento di un
anno prima, ma a tale miglioramento sottende una contrazione della forza lavoro.
Sono state riviste verso l’alto di circa 0,3 punti percentuali le previsioni di crescita
per il 2014 mentre un’accelerazione non inferiore al 3 per cento è attesa per il 2015.
Il Pil dell’area euro ha registrato un aumento congiunturale dello 0,3 per cento nel
quarto trimestre per la buona accelerazione di Germania, Francia, e Spagna. La
produzione industriale è caduta a dicembre dello 0,7 per cento, nella media del
2013 dello 0,8 per cento. La produzione delle costruzioni è invece aumentata, a
dicembre, dello 0,9 per cento, mentre il dato annuo mostra un calo del 2,9 per
cento. Il volume di vendite al dettaglio è sceso dello 0,8 per cento rispetto al 2012; a
dicembre il calo mensile è stato dell’1,6 per cento. A febbraio (preliminare) il tasso
di inflazione annuo è rimasto stabile allo 0,8 per cento. A gennaio il numero di
disoccupati è stato pari a 19,2 milioni e il tasso di disoccupazione è rimasto invariato
da ottobre al 12 per cento. A febbraio la stima flash dell’indice Pmi composito è
scesa leggermente a 52,7, vicina comunque al valore record su 31 mesi registrato a
gennaio. La lieve ripresa della crescita nel terziario è stata bilanciata da un
rallentamento del Pmi manifatturiero. Nello stesso mese è lievemente aumentato
l’Economic sentiment indicator (ESI); è migliorata la fiducia in tutti i settori
produttivi, peggiorata quella dei consumatori. Quanto alle prospettive dell’area,
pressoché invariate nel 2014 e più positive nel 2015, la domanda interna dovrebbe
gradualmente sostituire le esportazioni nette come principale guida della ripresa. La
disoccupazione rimarrà tuttavia alta, con ampie differenze tra i paesi.
6
7. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Nel quarto trimestre il Pil del Giappone è aumentato dello 0,3 per cento rispetto al
secondo. Le esportazioni nel 2013 hanno beneficiato del deprezzamento dello yen e
sono cresciute a ritmo molto sostenuto. A dicembre la produzione industriale è
salita dell’1,1 per cento mensile; l’inflazione annua ha raggiunto l’1,6 per cento. La
buona accelerazione delle vendite al dettaglio nel quarto trimestre è in parte
un’anticipazione di spese alfine di evitare l’aumento dell’imposta sui consumi dal 5
all’8 per cento in vigore da aprile 2014. A febbraio il Pmi manifatturiero è rimasto in
area espansiva a 55,5 per il dodicesimo mese consecutivo di aumento di produzione
e nuovi ordini. Sono rimaste pressoché stabili le previsioni per il 2014, mentre
variano tra l’1 e il 2 per cento quelle per il 2015.
Il quadro congiunturale delle economie emergenti è differenziato. Emergono
prolungati segni di debolezza in Russia e Brasile, segni di stabilizzazione in Cina e di
miglioramento in India. A fine gennaio rinnovate turbolenze finanziarie hanno
colpito alcuni paesi emergenti causando consistenti deprezzamenti della moneta
per quelli che presentano fondamentali macroeconomici relativamente deboli quali
Argentina, Turchia e Sud Africa, e ribassi sui mercati azionari internazionali.
In Cina, in particolare, nel quarto trimestre il Pil è cresciuto del 7,7 per cento
tendenziale, un dato analogo alla media annua, la crescita più bassa dal 1989. La
dinamica degli investimenti fissi è scesa sotto il 20 per cento. A dicembre la
produzione industriale è cresciuta del 9,7 per cento e le vendite al dettaglio del 13,6
per cento. A gennaio le esportazioni sono salite del 10,6 per cento dopo il
rallentamento di fine 2013. A febbraio la stima flash del Pmi manifatturiero, già in
area contrazione, è scesa a 48,3, il minimo da sette mesi, per la riduzione di
produzione e nuovi ordini. In prospettiva, la ripresa delle principali economie
mature potrà spingere le esportazioni della Cina; sono previsti ritmi di crescita in
lieve diminuzione rispetto a quelli degli ultimi anni.
Il Pil mondiale aumenterà del 3,6-3,7 per cento nel 2014, in linea col dato di
novembre, mentre è attesa per il 2014 un’accelerazione di circa il 4 per cento. Viene
stimata a oltre il 2 per cento in entrambi gli anni la crescita dei paesi avanzati,
mentre quella dei paesi emergenti rimarrà superiore al 5 per cento. La dinamica del
commercio internazionale si assesterà nel 2014 fra il 4 e il 5 per cento, mentre vi è
minore convergenza sulla maggiore espansione attesa nel 2015 (5,2-7,7 per cento).
Il prezzo del petrolio Brent oscilla da gennaio tra i 107 e i 109 dollari al barile
rispetto ai più elevati valori di dicembre. Si prevede, stanti le sufficienti condizioni di
offerta, un ribasso delle quotazioni nonostante la ripresa della domanda globale.
7
8. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Tab. 1 –Previsioni di crescita - tassi di variazione percentuale in termini reali
Pil mondiale
Economie avanzate
Paesi in via di sviluppo ed emergenti, di cui
- Europa centro-orientale (esclusa Russia)
(*)
- Asia emergente
- America Latina e Carabi
- Medio Oriente e Nord Africa
- Africa sub-Sahariana
(*)
2013
3,0
1,3
4,7
3,5
5,0
2,6
2,4
5,1
Prodotto interno lordo
2014
3,7
2,2
5,1
4,0
5,1
3,0
3,3
6,1
2015
3,9
2,3
5,4
4,3
5,6
3,3
4,8
5,8
Cina, India ASEAN-5 (Indonesia, Malesia, Filippine, Tailandia e Vietnam)
Fonte: FMI- World Economic Outlook, aggiornamento gennaio 2014
Tab. 2 - Pil e commercio mondiale – tassi di variazione percentuale in termini reali
Stati Uniti
Giappone
Uem (17 paesi)
Ue (27 paesi)
Germania
Francia
Spagna
Italia
Regno Unito
Cina
India
Russia
Brasile
Pil mondiale
Commercio mondiale
(*)
Petr.Brent: $/barile
Stima
2013
1,9
1,6
-0,4
0,1
0,4
0,3
-1,2
-1,9
1,9
7,7
4,0
1,3
2,2
2,9
2,7
108,8
Commissione EU
2014
2015
2,9
3,2
1,6
1,3
1,2
1,8
1,5
2,0
1,8
2,0
1,0
1,7
1,0
1,7
0,6
1,2
2,5
2,4
7,4
7,4
4,7
5,4
2,3
2,7
2,3
2,9
3,6
3,9
4,9
6,0
104,1
99,6
FMI
2014
2015
2,8
3,0
1,7
1,0
1,0
1,4
nd
nd
1,6
1,4
0,9
1,5
0,6
0,8
0,6
1,1
2,4
2,2
7,5
7,3
5,4
6,4
2,0
2,5
2,3
2,8
3,7
3,9
4,5
5,2
(1)
(1)
103,8
98,5
(*) Livello (1) Media semplice dei prezzi del petrolio Brent, Dubai e WTI.
Fonti FMI – World Economic Outlook, aggiornamento gennaio 2014
Prometeia – Rapporto di previsione, gennaio 2014
Commissione Europea – European Economic Forecast, Winter 2014 (febbraio)
8
Prometeia
2014
2015
2,8
3,0
2,2
2,0
1,0
1,5
1,3
1,6
1,6
1,8
0,9
1,3
0,8
1,4
0,8
1,4
2,1
1,7
7,7
7,9
4,4
5,9
nd
nd
nd
nd
3,6
4,1
4,0
7,7
103,8
104,1
9. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Tab. 3 – Indicatori macroeconomici 2012-2015
Italia
Uem
Usa
(1)
Inflazione (var.%)
Giappone
(2)
Cina
(2)
India
Italia
Uem
Usa
Saldo di c/c in % del Pil
Giappone
(2)
Cina
(2)
India
Italia
Saldo del settore pubblico in % Uem
del Pil
Usa
Giappone
Italia
Debito pubblico
Uem
(in % del Pil)
Usa
Giappone
Italia
Uem
Tasso di disoccupazione
Usa
Giappone
2012
3,3
2,5
2,1
0,0
3,5
9,0
-0,1
1,3
-2,7
1,0
3,9
-3,3
-3,0
-3,7
-9,3
-9,9
126,9
92,7
102,1
220,0
10,7
11,4
8,1
4,3
2013
1,3
1,4
1,5
0,4
4,5
7,8
0,5
2,1
-2,5
1,0
3,8
-3,6
-3,0
-3,2
-5,0
-10,8
132,7
95,8
103,7
229,1
12,2
12,1
7,4
4,1
2014
0,9
1,2
1,3
2,8
2,6
6,9
0,6
2,4
-2,5
1,5
3,5
-2,8
-2,9
-2,6
-4,0
-8,9
134,6
96,6
103,9
229,2
13,0
12,0
6,5
4,2
2015
1,8
1,7
1,7
2,0
2,9
6,5
0,4
2,3
-2,6
2,0
3,3
-2,8
-2,2
-2,1
-3,2
-7,0
132,6
95,3
102,7
228,2
12,5
11,6
6,0
4,3
Fonte: Prometeia, Rapporto di previsione, gennaio 2014
Uem e Ue si intendono rispettivamente a 17 e 27 paesi.
(1)
(2)
Per i paesi europei indice armonizzato dei prezzi al consumo; deflatore della domanda interna
9
10. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
2
L'economia italiana
L’economia italiana ha registrato, nel quarto trimestre del 2013, il primo segno
positivo dopo nove trimestri consecutivi di mancata crescita. Il Pil (stima
preliminare) è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al precedente ed è diminuito
dello 0,8 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2012. Il lieve incremento
congiunturale è la sintesi di un andamento positivo del valore aggiunto nei settori
dell’agricoltura e dell’industria e di una variazione nulla nel settore dei servizi. Nel
2013 la contrazione del Pil è stata pari all’1,9 per cento. Nel trimestre è rimasta
invariata la forbice con l’Eurozona, la cui crescita è stata pari allo 0,3 per cento.
Il percorso di uscita dell’economia italiana dalla recessione sembra proseguire in
modo altalenante, come si evince dalle indicazioni congiunturali. L’indice
anticipatore OCSE di febbraio continua a segnalare un’evoluzione positiva della fase
ciclica. A gennaio l’indice Pmi manifatturiero è rimasto in area espansiva, a 53,1, per
il buon incremento della produzione derivante dall’espansione dei nuovi ordini. Il
Pmi dei servizi ha rallentato il ritmo di contrazione salendo a 49,4, per il lieve
aumento dei nuovi ordini. A febbraio l’indice composito del clima di fiducia delle
imprese ha segnato il quarto rialzo consecutivo ed è salito a 87,9, il livello più alto
da ottobre 2011, interessando tutti i settori produttivi.
Dopo tre mesi di accelerazione congiunturale, a dicembre la produzione industriale
è scesa dello 0,9 per cento su novembre, con l’unica variazione appena positiva nel
comparto dei beni intermedi. Il trend del quarto trimestre è peraltro risultato in
crescita dello 0,7 per cento sul terzo. In media annua, la caduta produttiva è stata
del 3 per cento e ha interessato tutti i raggruppamenti principali d’industrie. A
dicembre la produzione delle costruzioni è aumentata dell’1,3 su base mensile ed è
diminuita dell’8,8 per cento su base annua; nel quarto trimestre si è registrata una
flessione del 4,4 per cento sul precedente e, nella media del 2013, la contrazione è
stata del 10,9 per cento. Fatturato e ordinativi dell’industria sono scesi a dicembre
rispettivamente dello 0,3 e del 4,9 per cento, per il negativo andamento di vendite
estere e di ordinativi interni ed esteri. La variazione del quarto trimestre sul terzo è
stata positiva per il fatturato e negativa per gli ordini esteri. Nel 2013 il fatturato è
diminuito del 3,8 per cento (-6,1 sul mercato interno, +1,5 su quello estero), gli
ordinativi dell’1,3 per cento (-3,5 sul mercato interno, +2 su quello estero).
La fiducia dei consumatori continua a oscillare; dopo l’aumento di gennaio l’indice è
sceso dello 0,5 per cento a febbraio; è peggiorata la componente riferita al quadro
personale e migliorata quella relativa al clima economico. Nel corso del 2013, il
valore delle vendite al dettaglio è sceso del 2,1 per cento rispetto al 2012; a
dicembre il calo mensile è stato dello 0,3 per cento, quello annuo del 2,6.
I risultati del 2013 relativi al commercio estero registrano una flessione dei valori
del 5,5 per cento per le importazioni e un andamento pressoché stazionario per le
esportazioni (-0,1 per cento). La dinamica dell’export è risultata positiva verso i
paesi extra Ue e in flessione verso i paesi Ue. Il saldo commerciale è stato positivo
per 30,4 miliardi. Quanto ai volumi scambiati, le vendite hanno realizzato una
11. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
flessione dell’1,2 per cento, gli acquisti del 3,7 per cento. Un segnale di
discontinuità è emerso a dicembre, per la crescita del 5,3 per cento dell’export,
diffusa a tutti i principali raggruppamenti di beni e derivata da incrementi pari
rispettivamente al 7,1 e al 3,5 per cento nei paesi extra Ue e Ue. Significativa anche
la ripresa del 3,6 per cento dell’import, trainato dai beni intermedi.
Quanto al mercato del lavoro, nel 2013 il numero di occupati, pari a 22,4 milioni, è
diminuito di 478 mila unità, il 2,1 per cento, di cui 350 mila di sesso maschile e 128
mila femminile. Rispetto al 2012 si sono ridotti rispettivamente di 482 e 235 mila gli
occupati tra i 15-34 e i 35-49 anni, mentre sono cresciuti di 239 mila unità quelli
con almeno 50 anni. Il calo occupazionale ha interessato tutti i settori produttivi e
tutte le posizioni. Il tasso di occupazione, pari al 55,6 per cento, è sceso di 1,1 punti
percentuali. I disoccupati sono aumentati del 13,4 per cento a oltre 3,1 milioni. Il
tasso di disoccupazione è salito al 12,2 per cento rispetto al 10,7 del 2012, quello
giovanile 15-24 anni è cresciuto di 4,7 punti arrivando al 40 per cento. Il tasso di
inattività è salito al 36,5 per cento, in aumento di 0,2 punti percentuali. A gennaio,
il numero di occupati è rimasto pressoché invariato su dicembre e il tasso di
occupazione è sceso al 55,3 per cento. I disoccupati hanno quasi raggiunto i 3,3
milioni, con un aumento mensile dell’1,9 per cento, il tasso di disoccupazione è
salito al 12,9 dal 12,7 per cento, quello giovanile al 42,4 dal 41,7 per cento. Nel
corso del 2013 sono state autorizzate circa 1,075 miliardi di ore di Cassa
integrazione guadagni, l’1,4 per cento in meno rispetto al 2012. A gennaio 2014 le
ore autorizzate sono state circa 81,4 milioni, in calo del 10,4 per cento su gennaio
2013.
A febbraio 2014 (stime preliminari) i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,1 per
cento mensile e aumentati dello 0,5 per cento annuo. Il rallentamento è imputabile
alle componenti più volatili: l’inflazione di fondo infatti (al netto di beni energetici e
alimentari freschi) è rimasta stabile all’1 per cento, quella acquisita per il 2014 è
pari allo 0,1 per cento. L’inflazione media del 2013, pari all’1,2 per cento, è risultata
in netta decelerazione rispetto al 3 per cento del 2012 per la minore pressione dal
lato dei costi e l’intensa e prolungata contrazione dei consumi delle famiglie.
Se il 2013 si chiude con un calo del Pil dell’1,9 per cento, che porta a nove punti la
caduta totale degli ultimi sei anni, le previsioni per l’economia italiana stimano per il
2014 un’accelerazione intorno allo 0,7 per cento, in linea con quella di novembre,
mentre per il 2015 è attesa una crescita compresa tra l’1 e l’1,4 per cento.
La ripresa internazionale è in atto e sosterrà il recupero delle esportazioni, il
differenziale fra Btp e Bund tedeschi oscilla intorno a 190 punti, livello che riporta
alla primavera 2011, e gli investitori esteri stanno facendo affluire capitali verso il
nostro debito pubblico riconoscendo la riduzione del rischio-paese; la diminuzione
dell’inflazione sta aiutando i redditi reali e il loro potere d’acquisto, l’aumento di
produzione e importazioni di beni intermedi caratterizzano ‘tipicamente’ le fasi di
ripresa. Accanto a tali fattori positivi, tuttavia, vi sono alcune criticità che
imbrigliano l’economia sia sul fronte della domanda che dell’offerta consentendo
solo modesti ritmi di crescita. Cruciali sono le condizioni del credito bancario e,
11
12. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
quindi, la possibilità che l’abbondante liquidità derivante da una politica monetaria
espansiva raggiunga le imprese. Un allentamento del credit crunch, insieme
all’accelerazione del pagamento da parte delle Ap dei crediti arretrati vantati dalle
imprese, potrebbe essere di grande aiuto all’attività produttiva. Un altro elemento
ha a che fare con la politica fiscale; si ipotizzava, a novembre, che la Legge di
Stabilità avrebbe potuto esercitare un certo effetto espansivo sull’economia. In
realtà il suo effetto sul Pil sarà limitato e, soprattutto, le poche risorse disponibili
sono state distribuite su più voci, riducendone gli effetti su famiglie e imprese.
La ripresa del biennio sarà trainata dalle esportazioni e dagli investimenti in
macchinari, mentre consumi e investimenti in costruzioni saranno stazionari nel
2014 e in moderata accelerazione nel 2015. A determinare la fine della caduta dei
consumi sarà l’aumento, dopo sei anni di riduzione, del reddito disponibile reale
consentito dalla minore inflazione e dal miglioramento ciclico. In entrambi gli anni la
propensione al risparmio aumenterà per la necessità delle famiglie di ricostituire
almeno in parte i risparmi intaccati dalla crisi. Dopo la rilevante contrazione del
2013, gli investimenti in macchinari torneranno, nell’ipotesi di un graduale
allentamento della stretta creditizia, su ritmi crescenti nel biennio 2014-2015,
sostenuti dapprima dalla domanda estera e, successivamente, anche da quella
interna. Per gli investimenti in costruzioni, in calo del 6-7 per cento nel 2013, dal
2014 si assisterà ad un arresto della caduta produttiva del comparto residenziale
che trarrà beneficio dall’attività di riqualificazione, mentre qualche impulso
proverrà dagli investimenti pubblici e dal pagamento dei debiti delle Ap. Stagnanti
nel 2013, le esportazioni aumenteranno di almeno il 3 per cento nel 2014 e di circa
il 5 per cento nel 2015 trainate dalla vivace espansione della domanda mondiale e
dall’atteso deprezzamento dell’euro rispetto alle principali valute. Nel 2014
l’occupazione dovrebbe stabilizzarsi, ma il lento ritmo di crescita comporterà molta
cautela da parte delle imprese che, prima di aumentare l’input di lavoro,
attenderanno il consolidarsi della ripresa, atteso non prima del secondo semestre
del 2015. Il tasso di disoccupazione salirà, nel 2014, oltre il 12,5 per cento, per poi
scendere di qualche decimo di punto nel 2015.
La crescita attesa per il biennio 2014-15 consentirà una riduzione del disavanzo
pubblico particolarmente evidente nel secondo anno, allorché dovrebbe scendere,
mediamente, intorno al 2,2 per cento. Il rapporto fra debito e Pil è previsto
aumentare anche nel 2014, prevalentemente per le poste straordinarie, mentre dal
2014 inizierebbe a ridursi, per la favorevole evoluzione di tutte le determinanti.
12
13. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Tab. 4 - Italia – Stime 2013. (Variazioni %)
-1,8
-2,1
0,3
-2,5
nd
-5,4
nd
-6,3
12,2
1,2
-1,9
-3,9
0,0
-2,4
-0,2
-5,9
nd
nd
12,1
(a)
1,4
Commiss.
Europea
Feb.14
-1,9
-2,9
0,1
-2,5
-0,6
-5,5
-4,3
-6,4
12,2
(a)
1,3
3,0
3,0
3,0
nd
3,0
3,0
132,6
132,7
132,7
nd
132,7
132,9
CSC
Dic.13
Pil
Importazioni
Esportazioni
Consumi delle famiglie
Consumi collettivi
Investimenti fissi lordi
- macch. e attrezz.
- costruzioni
Tasso di disoccupazione
Tasso d’inflaz. (%)
Indebit. netto delle A.P. (in %
del PIL)
Debito A.P. (in % del PIL)
OCSE
Nov.13
Banca
Prometeia
d’Italia
Gen.14
Gen.14
-1,8
-1,8
-2,7
-2,5
0,0
0,1
-2,4
-2,4
-0,7
-0,2
-5,2
-5,5
nd
-4,2
nd
-6,7
12,2
12,2
(a)
1,3
1,2
(1)
DEF
Set.13
-1,7
-2,9
0,2
-2,5
-0,3
-5,3
-3,5
-7,0
12,2
(b)
1,5
(c)
(c)
(1)
(a)
Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, 20 Settembre 2013- MEF
(b)
(c)
Armonizzato deflatore dei consumi Ipotesi quadro programmatico
Tab. 5 - Italia - Previsioni macroeconomiche 2014. (Variazioni %)
0,7
3,4
4,1
0,2
nd
1,6
nd
-0,2
12,3
1,3
0,6
1,8
3,6
0,0
0,1
0,1
nd
nd
12,4
(a)
1,3
Commiss.
Europea
Feb.14
0,6
3,0
3,3
0,1
-0,6
1,6
5,3
-1,4
12,6
(a)
0,9
2,7
2,8
2,6
nd
2,9
2,5
133,7
133,2
133,7
nd
134,6
132,8
CSC
Dic.13
Pil
Importazioni
Esportazioni
Consumi delle famiglie
Consumi collettivi
Investimenti fissi lordi
- macch. e attrezz.
- costruzioni
Tasso di disoccupazione
Tasso d’inflaz. (%)
Indebit. netto delle A.P. (in %
del PIL)
Debito A.P. (in % del PIL)
OCSE
Nov.13
Banca
Prometeia
d’Italia
Gen.14
Gen.14
0,7
0,8
2,7
3,2
3,0
3,0
0,2
0,1
-0,5
0,1
2,2
1,1
nd
2,1
nd
0,1
12,8
13,0
(a)
1,1
0,9
(1)
DEF
Set.13
1,0
4,2
4,2
0,5
-0,1
2,0
3,4
0,6
12,4
(b)
2,1
(c)
(c)
(1)
(a)
Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, 20 Settembre 2013- MEF
(b)
(c)
Armonizzato deflatore dei consumi Ipotesi quadro programmatico
13
14. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Tab. 5 - Italia - Previsioni macroeconomiche 2015. (Variazioni %)
1,2
4,2
4,7
0,8
nd
2,2
nd
0,8
12,2
1,5
1,4
4,2
4,9
0,8
-0,1
3,7
nd
nd
12,1
(a)
1,0
Commiss.
Europea
Feb.14
1,1
5,5
4,9
0,9
0,4
3,7
5,8
1,8
12,4
(a)
1,3
2,4
2,0
2,2
nd
2,2
1,6
132,0
132,6
132,4
nd
132,6
129,4
CSC
Dic.13
Pil
Importazioni
Esportazioni
Consumi delle famiglie
Consumi collettivi
Investimenti fissi lordi
- macch. e attrezz.
- costruzioni
Tasso di disoccupazione
Tasso d’inflaz. (%)
Indebit. netto delle A.P. (in %
del PIL)
Debito A.P. (in % del PIL)
(1)
(a)
OCSE
Nov.13
Banca
Prometeia
d’Italia
Gen.14
Gen.14
1,0
1,4
3,9
5,1
4,4
5,3
0,7
0,8
-0,1
0,2
1,4
2,8
nd
4,4
nd
1,3
12,9
12,5
(a)
1,4
1,8
Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, 20 Settembre 2013- MEF
(b)
(c)
Armonizzato deflatore dei consumi Ipotesi quadro programmatico
14
(1)
DEF
Set.13
1,7
4,8
4,5
1,1
0,7
3,6
4,7
2,5
12,1
(b)
1,9
(c)
(c)
15. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
3.
La regione Emilia Romagna
Le previsioni prodotte da Prometeia a novembre relative alla crescita del Pil
dell’Emilia Romagna nel 2013 e nel 2014 sono state recentemente riviste al ribasso
di 0,1 punti percentuali in entrambi gli anni, portando rispettivamente la caduta del
2013 all’1,5 per cento e il recupero del 2014 all’1 per cento. Un’accelerazione
dell’1,5 per cento è attesa per il 2015, anno in cui il livello del prodotto risulterebbe
ancora inferiore di circa cinque punti percentuali a quello del 2007. Le prospettive
complessive per il biennio 2014-2015 risultano esattamente in linea con quelle
ipotizzate per l’area Nord Est e lievemente migliori di quelle prospettate per il
paese.
All’origine della revisione della stima per il 2013 vi è il minore calo della domanda
interna, passato da -2,4 a -1,9 per cento, dovuto all’evoluzione meno negativa degli
investimenti fissi lordi regionali, la cui contrazione, del 2,9 per cento, sarebbe
inferiore a quelle pari rispettivamente a 4,4 e 5,5 per cento stimate per il Nord Est e
l’Italia. La riduzione dei consumi finali interni rimane invece invariata all’1,7 per
cento. Stabile rimane anche la flessione del valore aggiunto totale (1,1 per cento)
mentre alcune modifiche si osservano nell’entità delle dinamiche settoriali ma non
nel segno delle stesse. Risulta invece meno negativo di quanto prospettato a
novembre l’andamento dell’occupazione regionale: la diminuzione del numero di
unità di lavoro a tempo pieno passa da -1,6 a -0,9 per il minore calo nei settore
agricolo e delle costruzioni e la maggiore crescita nei servizi; più elevata, invece, la
riduzione dell’input di lavoro nell’industria.
Dal punto di vista dell’analisi congiunturale, l’indagine Unioncamere sull’industria in
Emilia Romagna relativa al terzo trimestre conferma la tendenza alla diminuzione
dei cali tendenziali di produzione, vendite e ordini interni così come il trend di
aumento di vendite e ordini esteri. Tale andamento è esteso a tutte le classi
dimensionali mentre, con riferimento ai settori produttivi, si osservano evoluzioni
diversificate. Le uniche industrie in peggioramento sono quelle del ‘sistema moda’
e, soprattutto, quelle di legno e mobile mentre l’unica con un segno lievemente
positivo nella variazione del fatturato è l’alimentare. Fra gennaio e settembre
produzione, fatturato e ordini totali sono scesi rispettivamente del 3,1, del 3,2 e del
3,8 per cento; ordinativi e vendite estere sono aumentati dell’1,1 per cento.
La congiuntura regionale delle costruzioni relativa al terzo trimestre conferma la
prosecuzione dell’evoluzione negativa del volume d’affari estesa a tutte le classi
dimensionali d’impresa. Quasi il 37 per cento delle imprese ha segnalato una
diminuzione del volume d’affari rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente,
solo il 19 per cento un aumento. Nei primi nove mesi del 2013, il calo tendenziale è
stato del 5,7 per cento (-11,2 per cento in Italia), consolidando la tendenza negativa
in atto dall’estate del 2008.
L’indagine sul commercio al dettaglio rileva un’ulteriore contrazione del valore delle
vendite nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2012; nel dettaglio
alimentare in particolare, il calo, pari all’8,3 per cento, è stato il più elevato
15
16. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
dall’inizio della crisi. Fra gennaio e settembre le vendite totali sono scese del 6,2 per
cento; alle pesanti riduzioni della piccola e media distribuzione, pari rispettivamente
all’8,7 e al 6,7 per cento, si è sommata, a partire dal secondo trimestre del 2012,
quella della grande distribuzione, che ha visto un calo del 2 per cento.
Tra gennaio e settembre 2013 il valore dell’export dell’Emilia Romagna è aumentato
del 2 per cento sullo stesso periodo del 2012, un buon risultato se confrontato con
la flessione dello 0,3 per cento del dato nazionale. Si è registrata un’accelerazione
del 6,9 per cento nei confronti dei paesi extra-Ue, area in cui la regione ha fornito il
maggiore contributo alla crescita delle esportazioni nazionali, e un calo dell’1,9 per
cento nei confronti dei paesi Ue. Si conferma particolarmente sostenuta la dinamica
della domanda estera di Stati Uniti (11,6 per cento) e paesi Opec (18,7 per cento).
Nel terzo trimestre si è assistito, in linea con il miglioramento della domanda
mondiale, ad una maggiore crescita tendenziale delle esportazioni regionali, salita a
3,7 per cento (0,2 il dato italiano) per il ritorno su un trend positivo dell’export
destinato ai paesi Ue, in particolare a Germania e Francia. Anche la domanda dei
paesi asiatici ha registrato ritmi di crescita prossimi al 7 per cento, mentre quella
della Cina ha superato nel terzo trimestre il 12 per cento. Il valore delle
importazioni, dopo una flessione tendenziale di circa l’1 per cento nei primi sei
mesi, è tornato a crescere nel terzo trimestre.
In base ai dati Istat, nel 2013 il numero di occupati in Emilia Romagna è stato pari a
1.938 mila, in calo dell’1,6 per cento rispetto al 2012. Il numero di persone in cerca
di occupazione è passato da 150 a 179 mila e la forza lavoro è rimasta pressoché
invariata. Il tasso di occupazione 15-64 anni è sceso di 1,3 punti percentuali al 66,3
per cento, il tasso di disoccupazione è salito all’8,5 dal 7,1 per cento. Nel 2013 sono
state autorizzate nel complesso circa 91,4 miliardi di ore di Cassa integrazione
guadagni, l’1,2 per cento in meno rispetto al 2012. A gennaio 2014 le ore
autorizzate sono state oltre 5,8 milioni, in calo del 13 per cento su gennaio 2013.
Diventerà finalmente crescente, nel biennio 2014-2015, il profilo della domanda
interna regionale, che fornirà un contributo positivo alla crescita del Pil soprattutto
nel secondo anno. Il miglioramento della congiuntura mondiale in atto e prospettico
attiverà infatti già dall’anno in corso, ma più marcatamente nel 2015, un ciclo
positivo di investimenti produttivi, la cui entità sarà tuttavia fortemente
condizionata dalle condizioni di accesso al credito. Meno incoraggianti sono le
prospettive degli investimenti in costruzioni, sebbene il punto di minimo ciclico
dovrebbe essere stato raggiunto; il peso della crisi e l’indisponibilità del credito
sono state predominanti rispetto all’effetto delle agevolazioni sulle ristrutturazioni;
il loro prolungamento in una fase di recupero, seppure lento e modesto, di potere
d’acquisto, potrebbe fornire un sostegno al settore, che ancora soffre di eccesso di
offerta. Si prevede una crescita degli investimenti fissi lordi pari rispettivamente
all’1,8 e al 3,4 per cento nel 2014 e nel 2015, una dinamica superiore in entrambi gli
anni alla media nazionale; la loro quota in valore sulle risorse interne regionali
scenderebbe tra il 2007 e il 2015 dal 22 al 18,3 per cento. Dopo anni di perdita di
potere d’acquisto, diventerà positiva la dinamica del reddito disponibile reale, sia
per il basso tasso di inflazione sia per le moderate accelerazioni del reddito
16
17. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
monetario generate, dal 2015, dall’atteso miglioramento della situazione del
mercato del lavoro. Assumerà di conseguenza segno positivo l’andamento della
spesa per consumi delle famiglie con un’accelerazione che raggiungerà l’1 per cento
nel 2015. E’ atteso un cambiamento di segno anche per i consumi delle
Amministrazioni Pubbliche, in aumento di qualche decimo di punto.
Il miglioramento della domanda mondiale consente di prospettare uno scenario
positivo per le esportazioni regionali. Dopo avere ‘tenuto’ nel 2013 rispetto a una
lieve flessione a livello nazionale, ritornando ai livelli del 2007, la crescita dell’export
sarà del 2,6 per cento nel 2014 per salire al 5,4 per cento nel 2015, un risultato in
linea con quelli del Nord Est e del paese. Il contributo della domanda estera netta
alla crescita del Pil regionale sarà positivo in entrambi gli anni.
Le previsioni relative all’evoluzione del valore aggiunto complessivo nel 2014 sono
aumentate di appena un decimo di punto all’1,2 per cento. Le dinamiche settoriali
risultano sostanzialmente confermate e positive, tranne che per un cambiamento di
segno (da -0,1 a 0,1 per cento) nel settore delle costruzioni. All’accelerazione
dell’1,6 per cento del valore aggiunto nel 2015 sottendono moderati recuperi in
tutti i settori produttivi. Variazioni settoriali non significativamente diverse da
quelle regionali si osservano nelle previsioni relative all’area Nord Est e al paese.
Rispetto a novembre è stato ridotto da 0,6 a 0,3 per cento l’aumento del numero di
unità di lavoro regionali nel 2014 per il più consistente calo nel settore agricolo e
dinamiche più contenute nel settore industriale e nel terziario. Per il 2015 si ipotizza
un aumento dell’1 per cento, con il settore primario che continua a perdere unità di
lavoro e moderate accelerazioni negli altri settori produttivi.
Le previsioni relative all’evoluzione del mercato del lavoro regionale nel 2014 sono
più sfavorevoli rispetto alle precedenti. Il tasso di attività riferito all’intera
popolazione scenderà di 0,7 punti al 46,9 per cento tra il 2013 e il 2015 come
risultato di incrementi della popolazione e della forza lavoro pari rispettivamente
all’1,7 e allo 0,1 per cento. La riduzione del numero di occupati e l’aumento delle
persone in cerca di occupazione, concentrati nel 2014, comporteranno, per
quell’anno, un calo del tasso di occupazione relativo all’intera popolazione al 43 per
cento e un’accelerazione del tasso di disoccupazione all’8,8 per cento. Nel 2015, al
contrario, il calo delle persone in cerca di occupazione e l’aumento di circa l’1 per
cento degli occupati, porteranno il tasso di occupazione al 43,1 per cento e quello di
disoccupazione all’8,1 per cento. Il tasso di disoccupazione si muoverà in modo
analogo nel Nord Est e nel paese, dove raggiungerà, nel 2014, il 13 per cento.
17
18. ECONOMIA REGIONALE: congiuntura e previsioni
Tab.6 - Prometeia -Scenari di previsione 2013-2014. Tassi di variazione percentuali su valori
a prezzi concatenati (anno di riferimento 2005)
Emilia Romagna
Nord Est
Italia
2013
2014
2015
2013
2014
2015
2013
2014
2015
Prodotto interno lordo
Domanda interna (al netto var.
scorte)
-1,5
-1,9
1,0
0,6
1,5
1,3
-1,5
-2,2
1,0
0,6
1,5
1,3
-1,8
-2,5
0,8
0,3
1,4
1,1
Consumi finali interni
-1,7
0,3
0,8
-1,7
0,4
0,8
-1,8
0,2
0,6
- spesa per consumi delle famiglie
- spesa per consumi delle AAPP
-2,2
-0,1
0,4
0,2
1,0
0,3
-2,2
0,0
0,4
0,2
1,0
0,4
-2,4
-0,2
0,2
0,1
0,8
0,2
Investimenti fissi lordi
Importazioni di beni dall’estero
Esportazioni di beni verso
l'estero
-2,9
2,1
1,8
2,8
3,4
4,7
-4,4
0,6
1,5
3,4
3,2
5,2
-5,5
-3,3
1,1
3,0
2,8
4,9
2,3
2,6
5,4
2,1
2,7
5,5
-0,2
2,9
5,6
0,3
-1,3
-5,3
-0,7
-1,1
0,7
1,5
0,1
1,2
1,2
1,0
1,2
1,7
1,8
1,6
-0,5
-1,3
-5,6
-0,8
-1,1
0,3
1,5
0,2
1,1
1,1
0,8
1,2
1,7
1,8
1,6
-0,9
-2,0
-6,1
-1,0
-1,4
0,0
1,3
0,0
0,9
0,9
0,6
1,1
1,3
1,7
1,5
-3,6
-2,3
-8,5
0,6
-0,9
-2,1
0,4
0,2
0,5
0,3
-1,6
0,6
1,0
1,3
1,0
-2,1
-2,0
-9,9
0,3
-1,1
-2,4
0,3
-0,3
0,4
0,2
-1,8
0,4
1,0
1,3
0,9
-1,7
-0,8
-1,6
-11,0
-0,8
0,1
-0,6
0,1
-0,7
0,2
0,8
-0,3
0,3
0,4
1,1
43,6
8,5
47,6
43,0
8,8
47,2
43,1
8,1
46,9
42,9
7,7
46,5
42,4
8,2
46,2
42,5
7,6
46,0
37,0
12,2
42,2
36,6
13,0
42,1
36,8
12,5
42,0
Reddito disponibile (var %)
0,8
2,2
3,3
Deflatore dei consumi (var %)
1,4
0,9
1,8
(1)
Relativo all’intera popolazione.
(*)
Reddito disponibile delle famiglie. Valori pro capite
0,6
1,4
2,1
0,9
3,3
1,8
-0,1
1,4
1,7
0,9
3,0
1,8
Valore aggiunto
- agricoltura
- industria
-costruzioni
-servizi
-totale
Unità di lavoro
- agricoltura
- industria
-costruzioni
-servizi
-totale
Rapporti caratteristici (%)
(1)
Tasso di occupazione
Tasso di disoccupazione
(1)
Tasso di attività
(*)
Fonte: Prometeia- Scenari per le economie locali- febbraio 2014
18