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Food Advertising
Il valore della Sinestesia nella costruzione di
un’esperienza enogastronomica completa
Dott. Francesco Cambi
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Master Parco Agroalimentare
Indice:
1. Cos’è un testo?
1.1 Sinestesia e coerenza narrativa e percettiva
1.2 Percorso generativo delle passioni
1.2.1 Livello della Manifestazione
1.2.2 Livello della Discorsività
1.2.3 Livello della Narratività
1.2.4 Stile di vita e Stile percettivo
2. Semiotica del gusto
2.1 Essenza intersoggettiva
2.2 Varie fasi del percorso culinario
2.3 Figure di assaggiatori
3. Tendenze e Stili della moderna gastronomia
3.1 Generi culinari
3.2 Quadrato semiotico
3.2.1 Cucina referenziale
3.2.2 Cucina Sostanziale
3.2.3 Cucina Obliqua
3.2.4 Cucina Mitica
3.2.5 Principali esponenti mondiali
3.3 Quadrato semiotico nel Mapping
4. Comunicare con i social Network
4.1 Engagement
4.2 Content
4.3 Mobile
4.4 Ascoltare la rete
4.5 Immagini gastronomiche sui Social
4.6 Evoluzioni di Food Photography
Oggi parleremo di:
• Comunicare il gusto: Che cosa è un testo
culinario?
• Le varie fasi della costruzione di un’esperienza
enogastronomica
• Tendenze e stili della moderna gastronomia
d’autore
• La nuova prospettiva comunicativa dei Social
Network per aziende agroalimentari
« Posso paragonarti a un giorno d'Estate?
Tu sei più amabile e più tranquillo.
Venti forti scuotono i teneri germogli di Maggio.
E il corso dell'estate ha fin troppo presto una fine.
Talvolta troppo caldo splende l'occhio del cielo,
e spesso la sua pelle dorata s'oscura;
ed ogni cosa bella la bellezza talora declina,
spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
né perder la bellezza che possiedi,
né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
quando in eterni versi al tempo tu crescerai:
finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
queste parole vivranno, e ti daranno vita. »
UN TESTO POETICO
UN TESTO PITTORICO
SEMI-FIGURATIVO
UN TESTO PITTORICO
(NON FIGURATIVO O ASTRATTO)
UN DOPPIO CAMOUFLAGE!
E’ UN TESTO CULINARIO DELLO CHEF MASSIMO BOTTURA
DELL’OSTERIA FRANCESCANA DI MODENA
UNA LEPRE AL PASCOLO
UN TESTO
è un’unità di senso compiuto
con qualsiasi tipo di capacità espressiva
che produce qualsiasi tipo di significato
Un testo non è fatto di parole!
…ma di grammatica, sintassi,
valorizzazioni, categorizzazioni,
regole, differenze, trasformazioni…
Un Testo Gastronomico
I nostri sensi sono tutti quanti coinvolti sia nella
recezione e nella comprensione, che nella
produzione del senso del testo
TUTTI I TESTI SONO
MULTISENSORIALI
IL DIFFICILE E’ COSTRUIRE
UN’ESPERIENZA SINESTESICA
FATTA DI COERENZE E
UN PERCORSO GUIDA DI LETTURA
CHE INTEGRI PERFETTAMENTE
TUTTE LE NOSTRE PERCEZIONI
SINESTESIA
MOOD EVOCATIVO
PROSPETTIVA
SPORGENTE
…perché la comunicazione
enogastronomica?
Il cibo è uno dei principali sistemi di
modellizzazione culturale
METODOLOGIA: SEMIOTICA
GENERATIVA
SINESTESIA
Semiotica delle passioni
Approccio semiotico specifico originario della Scuola di Parigi e più
precisamente di Algidan Julien Greimas: il percorso generativo della
significazione.
La semiotica generativa si occupa della generazione del senso in un contesto
comunicativo, che scaturisce da un’articolazione progressiva che procede per
piani di profondità.
In che modo la Semiotica è utile alla Pubblicità?
Perché dovrebbero sempre andare a braccetto?
La semiotica è utile in pubblicità perché prende in considerazione i percorsi di
senso multipli che un messaggio è suscettibile di creare, aiutando a:
1) Neutralizzare gli effetti negativi che si possono sviluppare (“aprire” il testo per
decodificarlo nei suoi meccanismi di significazione) o sono stati sviluppati in
passato.
2) Elaborare strategie narrative che offrano alla marca/prodotto la posizione più
vantaggiosa rispetto agli obiettivi di marketing elaborando comunicazioni
nuove che non stonino, siano centrate sugli obiettivi e coerenti con la storia.
• La manifestazione rappresenta il luogo
d’incontro tra sensibile e percettivo (il
film che si guarda, la pagina che si
legge).
• Le strutture discorsive rappresentano
il momento in cui tali virtualità (forme
dell’enunciato) si materializzano sotto
forma di scelte: di ruoli, figure, tone of
voice…
• Lo schema narrativo può essere
esemplificato in questo modo:
- contratto/manipolazione: la missione
dell’azienda, i suoi valori
competenza: la cultura che la
contraddistingue
-performanza: l’azione che essa compie
attraverso il prodotto
-sanzione: il riconoscimento atteso dal
target
Perché un percorso generativo del senso?
A che cosa serve?
la manifestazione
rappresenta il luogo d’incontro sensibile e
percettivo con il testo
Spot Magnum 5 Sensi
La discorsività
Dalla Manifestazione alla Discorsività passiamo dalla Forma alla
Sostanza dell’espressione: l’enunciazione.
Che cos’è l’enunciazione?
È l’atto di enunciare, cioè di parlare e dire qualcosa o, in
generale, di produrre un testo.
La semiotica è meno interessata a situazioni di interazione reale
“Marco dice a Luca che questa lezione è noiosa!”
Si interessa di testi (ogni tipo di testo), in cui la
situazione reale di enunciazione è definitivamente
persa.
È possibile però ricreare in questi testi un simulacro
(un’illusione, potremmo dire) di questa situazione
enunciativa.
Débrayage e Embrayage
Il débrayage è la proiezione di attori, spazi e
tempi all’interno dell’enunciato.
E’ un “distacco” dall’istanza dell’enunciazione.
Si ha embrayage quando, rispetto ad uno o
più débrayage “annidati” si ha un ritorno
indietro.
Elementi di Semiotica visiva
Ogni testo visivo è composto da linee, colori e spazi, indipendentemente dal fatto
che vi si possano riconoscere o meno figure del mondo naturale
…e non solo!
“Evito che la figura si intrometta nel quadro. Quando si insinua
cerco di eliminarla perché la pittura possa emergere.”
Jackson Pollock
…alle categorie classiche vorrei aggiungere le categorie fotiche e
materico-tattili (testura, consistenza, temperatura, durezza, peso),
olfattive, ritmico-musicali e, in certe situazioni, anche gustative.
De Chirico:
il silenzio olfattivo, uditivo e gustativo!
«Ettore e Andromaca» De Chirico: 1917 Milano
Il corpo del prodotto viene
mostrato non a un occhio
mentale, ma a un corpo
coinvolto creando una
relazione intersomatica di
incontro tra corpi.
L’estesia tattile e la pro spettiva sporgente
Chef Michel Bras
Spot Amedei Chocolate
Il livello figurativo
A livello figurativo di un testo visivo si distinguono quelle che Greimas chiama figure
del mondo naturale, oggetti dell’esperienza ordinaria in quanto:
1) Percepiti con i cinque sensi
2) Nominati da qualche lingua
3) Dotati di significato dalla cultura di appartenenza
Figure retoriche:
•La rima
•La rima imperfetta
•Rima Invertita
•Chiasmo
Figuratività delle passioni
«Alienata con la monomania dell’invidia»
Géricault: 1822-1823 Lione
Così Il pittore descrive la donna del suo quadro:
«…la circolazione sanguigna diventa più attiva, la
pressione arteriosa sale, le arterie della testa battono
forte, gli occhi brillano e sono iniettati di sangue».
Costruire coerenza all’interno di un testo
Come possono i lettori comprendere i contenuti del
Programma narrativo?
Esistono nel testo delle vere e proprie linee guida
che rendono possibile una lettura coerente ed
integrata: le isotopie
Negli spot pubblicitari l’isotopia è fondamentale sia
per assicurare la chiarezza e leggibilità del
messaggio, ma soprattutto perché deve
immergere nel mondo valoriale e fisico della marca
…a maggior ragione nella costruzione di
un’esperienza!
Faviken by Magnus Nilsson
Punto vendita
È un elemento sempre più coinvolto nel mix della
comunicazione. Tutti i sensi sono coinvolti e i codici in
gioco sono molteplici (vetrina,arredi,luci,colori etc.).
Questo insieme di elementi costitutivi definisce le
condizioni di una semiotica dello spazio. Il punto
vendita appare come un “testo sincretico” in cui
agiscono diversi codici. L’analisi semiotica dello spazio
è applicabile ogni qualvolta si debba decidere
l’insediamento di un nuovo negozio, la presentazione
delle merci e delle marche in questo, al fine di
ottimizzare la proposta comunicativa che il negozio
offre nel suo complesso.
da Testo Sincretico
a Testo Sinestesico
Isotopia e Coerenza Narrativa
Ponti 1998
Ponti 2011
Ponti 2013
In un testo incontreremo spesso una coerenza fra certi elementi tematici
o figurativi. In un poema cavalleresco si parlerà di spade, lance, cavalli,
stendardi (figure), di onore, di nobiltà (temi).
Si dirà che c’è un’isotopia tematica: cioè tutti questi elementi sono
riconducibili a un unico tema generale (la cavalleria medievale).
L’effetto delle Figure retoriche
sulla costruzione della credibilità:
•Iperbole
•Climax
Discorsività su Brand Culinari
(Eve light italic – lettering)
Finocchietto alpino:
emblema aromatico
della cucina – identità del
brand, effetto di senso,
coerenza narrativa, isotopia
percettiva e concettuale
“Delicatezza”
da assaporare con
tutti i sensi:
sinestesia
Stile Percettivo
Si va verso una comunicazione estesica[1] delle marche/prodotti legata
alla persuasione delle sensazioni. Avendo detto quindi che l’esperienza
sensoriale è al centro dell’universo di mercato, la linea evolutiva delle
tendenze di comunicazione delle marche risulta essere la seguente:
branding  benefit  sensory experience
Comunicazione che non propone più stili di vita, ma cerca di creare nuovi
stili percettivi che facciano della sinestesia un’arma che crei un’interfaccia
tra emozione e percezione, in una parola: esperienza
[1] Estesia = percezione
Due percorsi narrativi simili, ma con finali
differenti!
Ricapitolando:
Percorso Generativo del Senso
Caso di studio
Twinings: due diversi percorsi narrativi
Semiotica del Gusto
«Siamo ciò che mangiamo»
Perché usiamo l’alimentazione non
solo per nutrirci, ma principalmente
per comunicare.
Il Testo Culinario:
Ci accorgeremo di come il cibo sia quindi
una forma di linguaggio che usa gli
alimenti come parole e le loro relazioni e
trasformazioni come strutture sintattiche.
…cercando di trasportare il
destinatario verso l’architettura
narrativa del gusto nelle esperienze
dell’assaggio e della degustazione,
per cercare di individuare i valori
profondi e le trasformazioni che
stanno alla base del senso di ogni
testo culinario.
Il percorso generativo del senso
in un’opera gastronomica
Seguiamo così questa materia (il cibo)
nelle varie fasi del suo percorso
narrativo che parte dalla manipolazione
dello chef (la messa in discorso),
prosegue nel piatto finale come
manifestazione e discorsività (fatta di
categorie plastiche, figurative e
percettive)
El Celler De Can Roca
Manipolazione dello chef
(messa in discorso del piatto)
Valori alla base
del senso
Narrazione dell’assaggio
e della degustazione
Livello della manifestazione finale
Figure di assaggiatori
Il Goloso
Il Dietista
Il Nostalgico di
una “cucina del ritorno”
Il Seduttore
E’ ora di un aperitivo goloso!
Tendenze e Stili
della Moderna Gastronomia
Idee di stile percettivo (Ceriani 2002) e di stili
culinari (Marrone 2007), per applicarle alla
moderna gastronomia, costruendo un quadrato
semiotico iscritto in un mapping in grado di
evidenziare, in maniera più possibile dinamica, le
principali caratteristiche di alcuni tra i più
apprezzati chef a livello mondiale.
Questo allo scopo di comprendere quali siano i
valori e le idee che muovono i principali trend
artistici, culturali e sociali del gusto.
Generi e Stili Culinari
Un tipo di cucina, come una pubblicità, può
avere come scopo principale una funzione
rappresentativa, tesa a dar luce alle proprietà
e ai gusti delle materie prime, con un effetto di
oggettivazione, oppure può far leva su una
funzione costruttiva che metta in secondo
piano le materie prime utilizzate, per esaltare
un’idea o un discorso.
Funzione Rappresentativa-
Referenziale:
cognitive, pratiche,
promuove valori del
rispetto per l’ambiente,
della stagionalità,
del km 0 e della veridizione
Funzione costruttiva-
Mitica:
far sognare, viaggiare,
far conoscere l’esotico,
emozionare, immaginare,
valori come l’etnicità,
ma far ricordare chi siamo
Funzione Rappresentativa-
Referenziale:
cognitive, pratiche,
promuove valori del
rispetto per l’ambiente,
della stagionalità,
del km 0 e della veridizione
Funzione costruttiva-
Mitica:
far sognare, viaggiare,
far conoscere l’esotico,
emozionare, immaginare,
valori come l’etnicità,
ma far ricordare chi siamo
Obliqua:
vuole essere motore del
cambiamento attraverso
l’introduzione di elementi
rivoluzionari, esplorazione
e mascheramento)
Sostanziale:
Vuole portare dimensione
estetica ed estesica,
e esaltare le caratteristiche
percettive, sostanziali,
propriocettive dei prodotti
Valori d’Uso Valori di Base
Ipotesi di quadrato semiotico sui «generi
culinari», sul modello di J. M. Floch 1992
Ipotesi di quadrato semiotico iscritto nel mapping sui «generi
culinari», unendo il mapping semiotico di A. Semprini 1997 e il
quadrato semiotico di J. M. Floch 1992
La cucina referenziale
La cucina referenziale potrebbe essere definita oggettivante perché vuole
mostrarci il piatto nella sua essenza, dimostrandoci cosa «sanno» e possono
fare le materie prime che lo compongono. Queste vengono esaltate nella loro
essenza, restando sempre naturali senza essere trasformate o mascherate da
processi come la liofilizzazione.
Lo Chef diventerà piuttosto un fotografo reporter di una realtà. La cucina è
qui un’arte pragmatica che userà per lo più materie prime «di qualità», sane,
naturali, sicure, affidabili, salutari, nutritive, digeribili, leggere, equilibrate nel
piatto, ecosostenibili, biologiche, a chilometro zero. La forma di vita che
questo chef evoca è quella di una persona immersa nella sua quotidianità, nel
proprio contesto d’uso.
La cucina sostanziale
Altrettanto concreta della referenziale (rapporto di implicazione) vuole
immergere l’assaggiatore nelle materie e nell’essenza degli ingredienti,
puntando però verso una forte tendenza al dinamismo e
all’innovazione nel cercare di costruire un’esperienza polisensoriale.
Lo chef cercherà quindi in primo luogo di esaltare la piacevolezza
dell’assaggio, gratificare l’occhio attraverso un’estetica raffinata e
riempire tutti gli altri sensi per far vivere fino in fondo il piatto.
E’ il mondo delle qualità materiche, della fisicità, dei sensi, del corpo
che vive un’esperienza tutt’altro che onirica o immaginaria. Al centro
del piatto non ci sono idee, costruzioni, valori, ma consistenze, colori,
odori, sapori, luci, materie e suoni.
Lo chef, che prima ancora è esploratore e biologo (alla ricerca di piante
e aromi particolari) delega alla sua creazione il compito prima di
dividere e frammentare, poi di ricongiungere l’individuo fisico con il
mondo naturale o culturale e quindi con se stesso.
Cucina Concettuale o Obliqua
Negare il regno dei bricoleur che si basa sul
pensiero concreto, sensibile, corporeo,
significa entrare nel regno degli chef ingegneri.
L’ingegnere è l’artista che progetta il suo piatto
a tavolino; per lui le materie e le creazioni
hanno senso solo se è lui a darglielo.
Questi geni della creazione si muovono tra
logica pura, matematica e delirio creativo e
poetico, negando ogni praticità e concretezza e
creando enigmi da risolvere all’interno del
piatto, fili da districare, labirinti da sciogliere,
giochi di mascheramento, investigazioni da
compiere.
Ferran Adrià: la cucina molecolare
È questo il regno della gastronomia molecolare
di Ferren Adrià, chef basco considerato il
capostipite del genere, e del suo desiderio di
provocare, sorprendere e deliziare con
contrasti continui di sapori, temperature e
colori.
Il cliente ideale del suo precedente ristorante
El Bulli «non viene per mangiare, ma per
provare un’esperienza» (Adrià 2009), che lui
stesso ha architettato nel suo laboratorio di
Barcellona «El Taller».
La cucina Mitica
Rappresenta l’arte di costruire un’esperienza
emozionale gastronomica: si prefigge di
trasportare il cliente in un mondo immaginario
che gli permetta di riconoscere la propria
identità, storia, ma anche di condividere sogni
e desideri.
Il piatto diventa un pretesto per far rivivere un
mondo fatto di sogni e ambizioni che lo chef
può condividere con il suo pubblico
traghettandolo, attraverso i sapori, verso un
percorso passionale.
Le armi sono: le rime nel piatto, l’enfasi, lo
stupore, il mistero che avvolge tutto. A
differenza della cucina referenziale quella
mitica è improntata a dare al piatto ciò che
fisicamente non possiede, per riempirlo di
valore aggiunto, di passione.
Che tendenza culinaria può essere questa?
Referenziale, Sostanziale,Obliqua, Mitica?
Ferran Adrià e la Cucina Basca
La sua arte celebrale rispecchia i temi della
cucina obliqua nell’utilizzo di tecniche
ricercatissime e innovative di laboratorio che
muovono allo scopo di scomporre il piatto nei
singoli elementi per poi riassemblarlo
attraverso nuovi stampi creativi.
Gli strumenti utilizzati sono principalmente
quelli della chimica e della fisica, mentre il
prodotto, smaterializzato, deve proiettare il
pubblico in mondi diversi e pieni di magia ad
ogni portata. L’interazione, la comunicazione
sul cibo e sulla vita, la riflessione, il gioco
dinamico e attivo è ciò a cui il cliente non può
non partecipare
Esponente straordinario della cucina referenziale è lo chef
svedese Magnus Nilsson del ristorante Fäviken Magasinet.
Cucina fortemente radicata alla terra d’origine, alle
tecniche naturali di conservazione e artigianato alimentare,
alla natura e ai prodotti che offre. L’autore di questa cucina
artigianale e rurale, rifiuta tutto ciò che è folklore o moda,
sostenendo sempre e solo il prodotto, rispettato nei suoi
tempi e spazi.
Non vuole sottomettersi alle leggi del mercato o alle
esigenze umane. Le mani diventano quindi lo strumento
d’arte di questa cucina iperrealista che manipola
ingredienti «salvati dalle intemperie» (scrive lo stesso chef)
per metterne in luce l’essenza pura.
Mani quindi che si sostituiscono appunto alle siringhe,
tipiche della cucina molecolare.
Magnus Nilsson e l’onda del Nord
Alex Atala
Alex Atala, capace di portare in cucina la
biodiversità dell’Amazzonia per svelare alimenti
fin’ora inesplorati, contribuendo alla ricchezza
culturale, sociale di alcune zone produttrici
(fornendo una nuova fonte di reddito) e
naturale.
Sta a metà strada tra una cucina referenziale
per alcuni aspetti materiali e sociali e una
obliqua, costruendo un ponte tra un mondo di
sapori e gusti inesplorati e una cultura
moderna occidentale che ha bisogno di nuovi
elementi per arricchirsi e continuare a
crescere.
Narisawa e l’estetica giapponese
Lo chef sostanziale per eccellenza non poteva che
essere il maestro giapponese Narisawa, famoso per le
sue creazioni polisensoriali, gli accostamenti tra
opposti gustativi (dolce e salato) e l’estetica
avvolgente.
La sua filosofia è una sintesi straordinaria tra il
mondo tradizionale orientale, riempito di tempi,
colori, silenzi propri , ma svuotato dalle pesantezze e
dalle costrizioni e la cucina d’autore europea.
I temi della natura (terra, acqua, fuoco, foreste e
carbone) ed il rapporto con le materie prime e le
stagioni, trasportano l’individuo in un mondo bello e
malinconico. I sensi, che vengono esaltati uno per
uno, permettono di far rivivere nel piatto la natura
delle cose che l’uomo stesso ha ucciso per poi
riassorbirne la forza vitale, promuovendo così anche il
concetto di sostenibilità.
René Redzepi: Noma di Copenhagen
Amante della propria terra cerca di farla rivivere in
ogni portata.
Padre di una cultura che viene da lontano e
percepisce il tempo come una componente
necessaria del processo creativo.
La genuinità, la naturalezza, la freschezza (freddo,
visto che stiamo parlando della Scandinavia), l’ aria
pungente, sono strumenti messi al servizio di un
talento raffinato e un’anima volta alla
sperimentazione.
L’omaggio delle sue creazioni è alla terra e al mare,
madri dei frutti che lo chef serve. Autore di una
cucina mitica, vuole riportarci alle origini, in quei
paesaggi, quelle tradizioni e quei suoli.
Contenuti Mobile
Engagement
Integrazione e
Coerenza SNS
Comunicare con i
Social Network
Engagement
La capacità di creare
coinvolgimento
ed attenzione. Gli utenti dei
social network hanno un
livello di attenzione molto
basso rispetto alle aziende
ma più alto rispetto ad
iniziative o esigenze che
li coinvolgono da vicino.
Contenuti
La sfida è quella di
generare contenuti
rilevanti ed interessanti
per gli utenti, per il proprio
target e per ogni differente
situazione.
Il concetto di rilevanza dei
contenuti diventa cruciale. In
un’analisi dei marchi principali,
Facebook ha evidenziato che i
contenuti interessanti sono il
più importante fattore per
aumentare l’engagement.
Mobile
L’integrazione con i
dispositivi mobili è ormai
avviata ed ogni
piattaforma è ormai
fruibile pienamente da
smartphone.
Facebook si
definisce una mobile
company
http://www.repubblica.it/economia/2014/05/14/foto/n
utella-86046559/1/?ref=HREC1-14#1
Cosa ascoltare?
1. I commenti sparsi nella rete sul
nostro brand e product.
2. Le discussioni più interessanti
e «relevant».
3. I principali “influencer”.
4. Che cosa stanno facendo i
competitors.
5. Le opinioni e il “sentiment” su
Blog, Forum, Pagine Facebook…
Comunicare sui Social:
Un ottimo caso di
comunicazione del Brand e del Territorio
Le immagini nei Blog di
enogastronomia
Il colore in cucina non è mai solo colore, ma costruttore di tattilità, di
aroma, di gusto.
La comunicazione culinaria, ritratta da mezzi come la fotografia, lo
schermo o la televisione, appare ai nostri occhi attraverso l’immagine del
«piatto».
La contrazione e la spettacolarizzazione degli eventi, come caratteristiche
sociali, ha portato a far diventare il centro della comunicazione proprio
questo elemento, atto a racchiudere in se stesso tutta l’essenza del pasto
e le sue regole sintagmatiche, dalla preparazione alla fruizione. Il piatto
diventa così il testo, evidentemente sintetizzato, capace di essere
valorizzato ed esaltato dal medium. I primi piani, le inquadrature
ravvicinate cariche di dettagli, l’altissima saturazione dello spazio, l’alta
definizione dei pixel, la possibilità di cogliere un tratto, un dettaglio,
guidano questo processo di rappresentazione oggettiva del reale verso
l’impiego di metafore percettive che ricostruiscono l’unità dei nostri sensi.
Si moltiplicano le foto di alimenti mitizzati nel loro essere denaturalizzati
dai contesti d’uso e di relazione come la cucina, la forchetta, o addirittura
il piatto stesso.
http://pohtpof.tumblr.com/
Pietanze da mangiare con gli occhi, dita abili e
veloci che scattano fotografie e condividono
immagini, occhi avidi e nascosti che ammirano
piatti virtuali, incantevoli, sui social media …
questo e molto di più è la pornografia del cibo.
Conclusioni
Credo che il cibo possa essere uno dei
principali strumenti capaci di
cambiare i valori che ci muovono, ma
per farlo è necessario riscoprire
un’educazione gastronomica, se non
ancor prima passionale e
sentimentale, che ribalti l’idea di
spazi asettici, di assenza di
convivialità, di neutralità delle
pratiche gastronomiche, di rigidità
degli schemi dietetici che
ossessionano una società
dell’apparenza, tipica della cultura
fast food, verso un modello che
permetta la valorizzazione del corpo
inteso come finestra sul mondo.
Mettiamoci alla prova!
Esercitazione a gruppi

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Food Advertising: Marketing e Semiotica del gusto per costruire un'esperienza enogastronomica completa

  • 1. Food Advertising Il valore della Sinestesia nella costruzione di un’esperienza enogastronomica completa Dott. Francesco Cambi Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Master Parco Agroalimentare
  • 2. Indice: 1. Cos’è un testo? 1.1 Sinestesia e coerenza narrativa e percettiva 1.2 Percorso generativo delle passioni 1.2.1 Livello della Manifestazione 1.2.2 Livello della Discorsività 1.2.3 Livello della Narratività 1.2.4 Stile di vita e Stile percettivo 2. Semiotica del gusto 2.1 Essenza intersoggettiva 2.2 Varie fasi del percorso culinario 2.3 Figure di assaggiatori 3. Tendenze e Stili della moderna gastronomia 3.1 Generi culinari 3.2 Quadrato semiotico 3.2.1 Cucina referenziale 3.2.2 Cucina Sostanziale 3.2.3 Cucina Obliqua 3.2.4 Cucina Mitica 3.2.5 Principali esponenti mondiali 3.3 Quadrato semiotico nel Mapping 4. Comunicare con i social Network 4.1 Engagement 4.2 Content 4.3 Mobile 4.4 Ascoltare la rete 4.5 Immagini gastronomiche sui Social 4.6 Evoluzioni di Food Photography
  • 3. Oggi parleremo di: • Comunicare il gusto: Che cosa è un testo culinario? • Le varie fasi della costruzione di un’esperienza enogastronomica • Tendenze e stili della moderna gastronomia d’autore • La nuova prospettiva comunicativa dei Social Network per aziende agroalimentari
  • 4. « Posso paragonarti a un giorno d'Estate? Tu sei più amabile e più tranquillo. Venti forti scuotono i teneri germogli di Maggio. E il corso dell'estate ha fin troppo presto una fine. Talvolta troppo caldo splende l'occhio del cielo, e spesso la sua pelle dorata s'oscura; ed ogni cosa bella la bellezza talora declina, spogliata per caso o per il mutevole corso della natura. Ma la tua eterna estate non dovrà svanire, né perder la bellezza che possiedi, né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra, quando in eterni versi al tempo tu crescerai: finché uomini respireranno o occhi potran vedere, queste parole vivranno, e ti daranno vita. » UN TESTO POETICO
  • 6. UN TESTO PITTORICO (NON FIGURATIVO O ASTRATTO)
  • 7. UN DOPPIO CAMOUFLAGE! E’ UN TESTO CULINARIO DELLO CHEF MASSIMO BOTTURA DELL’OSTERIA FRANCESCANA DI MODENA UNA LEPRE AL PASCOLO
  • 8. UN TESTO è un’unità di senso compiuto con qualsiasi tipo di capacità espressiva che produce qualsiasi tipo di significato Un testo non è fatto di parole! …ma di grammatica, sintassi, valorizzazioni, categorizzazioni, regole, differenze, trasformazioni…
  • 10. I nostri sensi sono tutti quanti coinvolti sia nella recezione e nella comprensione, che nella produzione del senso del testo TUTTI I TESTI SONO MULTISENSORIALI IL DIFFICILE E’ COSTRUIRE UN’ESPERIENZA SINESTESICA FATTA DI COERENZE E UN PERCORSO GUIDA DI LETTURA CHE INTEGRI PERFETTAMENTE TUTTE LE NOSTRE PERCEZIONI
  • 13. Il cibo è uno dei principali sistemi di modellizzazione culturale
  • 15. Semiotica delle passioni Approccio semiotico specifico originario della Scuola di Parigi e più precisamente di Algidan Julien Greimas: il percorso generativo della significazione. La semiotica generativa si occupa della generazione del senso in un contesto comunicativo, che scaturisce da un’articolazione progressiva che procede per piani di profondità.
  • 16. In che modo la Semiotica è utile alla Pubblicità? Perché dovrebbero sempre andare a braccetto? La semiotica è utile in pubblicità perché prende in considerazione i percorsi di senso multipli che un messaggio è suscettibile di creare, aiutando a: 1) Neutralizzare gli effetti negativi che si possono sviluppare (“aprire” il testo per decodificarlo nei suoi meccanismi di significazione) o sono stati sviluppati in passato. 2) Elaborare strategie narrative che offrano alla marca/prodotto la posizione più vantaggiosa rispetto agli obiettivi di marketing elaborando comunicazioni nuove che non stonino, siano centrate sugli obiettivi e coerenti con la storia.
  • 17. • La manifestazione rappresenta il luogo d’incontro tra sensibile e percettivo (il film che si guarda, la pagina che si legge). • Le strutture discorsive rappresentano il momento in cui tali virtualità (forme dell’enunciato) si materializzano sotto forma di scelte: di ruoli, figure, tone of voice… • Lo schema narrativo può essere esemplificato in questo modo: - contratto/manipolazione: la missione dell’azienda, i suoi valori competenza: la cultura che la contraddistingue -performanza: l’azione che essa compie attraverso il prodotto -sanzione: il riconoscimento atteso dal target Perché un percorso generativo del senso? A che cosa serve?
  • 18. la manifestazione rappresenta il luogo d’incontro sensibile e percettivo con il testo Spot Magnum 5 Sensi
  • 19. La discorsività Dalla Manifestazione alla Discorsività passiamo dalla Forma alla Sostanza dell’espressione: l’enunciazione. Che cos’è l’enunciazione? È l’atto di enunciare, cioè di parlare e dire qualcosa o, in generale, di produrre un testo. La semiotica è meno interessata a situazioni di interazione reale “Marco dice a Luca che questa lezione è noiosa!” Si interessa di testi (ogni tipo di testo), in cui la situazione reale di enunciazione è definitivamente persa. È possibile però ricreare in questi testi un simulacro (un’illusione, potremmo dire) di questa situazione enunciativa.
  • 20. Débrayage e Embrayage Il débrayage è la proiezione di attori, spazi e tempi all’interno dell’enunciato. E’ un “distacco” dall’istanza dell’enunciazione. Si ha embrayage quando, rispetto ad uno o più débrayage “annidati” si ha un ritorno indietro.
  • 21. Elementi di Semiotica visiva Ogni testo visivo è composto da linee, colori e spazi, indipendentemente dal fatto che vi si possano riconoscere o meno figure del mondo naturale …e non solo!
  • 22. “Evito che la figura si intrometta nel quadro. Quando si insinua cerco di eliminarla perché la pittura possa emergere.” Jackson Pollock …alle categorie classiche vorrei aggiungere le categorie fotiche e materico-tattili (testura, consistenza, temperatura, durezza, peso), olfattive, ritmico-musicali e, in certe situazioni, anche gustative.
  • 23. De Chirico: il silenzio olfattivo, uditivo e gustativo! «Ettore e Andromaca» De Chirico: 1917 Milano
  • 24. Il corpo del prodotto viene mostrato non a un occhio mentale, ma a un corpo coinvolto creando una relazione intersomatica di incontro tra corpi. L’estesia tattile e la pro spettiva sporgente Chef Michel Bras Spot Amedei Chocolate
  • 25. Il livello figurativo A livello figurativo di un testo visivo si distinguono quelle che Greimas chiama figure del mondo naturale, oggetti dell’esperienza ordinaria in quanto: 1) Percepiti con i cinque sensi 2) Nominati da qualche lingua 3) Dotati di significato dalla cultura di appartenenza Figure retoriche: •La rima •La rima imperfetta •Rima Invertita •Chiasmo
  • 26. Figuratività delle passioni «Alienata con la monomania dell’invidia» Géricault: 1822-1823 Lione Così Il pittore descrive la donna del suo quadro: «…la circolazione sanguigna diventa più attiva, la pressione arteriosa sale, le arterie della testa battono forte, gli occhi brillano e sono iniettati di sangue».
  • 27. Costruire coerenza all’interno di un testo Come possono i lettori comprendere i contenuti del Programma narrativo? Esistono nel testo delle vere e proprie linee guida che rendono possibile una lettura coerente ed integrata: le isotopie Negli spot pubblicitari l’isotopia è fondamentale sia per assicurare la chiarezza e leggibilità del messaggio, ma soprattutto perché deve immergere nel mondo valoriale e fisico della marca …a maggior ragione nella costruzione di un’esperienza! Faviken by Magnus Nilsson
  • 28. Punto vendita È un elemento sempre più coinvolto nel mix della comunicazione. Tutti i sensi sono coinvolti e i codici in gioco sono molteplici (vetrina,arredi,luci,colori etc.). Questo insieme di elementi costitutivi definisce le condizioni di una semiotica dello spazio. Il punto vendita appare come un “testo sincretico” in cui agiscono diversi codici. L’analisi semiotica dello spazio è applicabile ogni qualvolta si debba decidere l’insediamento di un nuovo negozio, la presentazione delle merci e delle marche in questo, al fine di ottimizzare la proposta comunicativa che il negozio offre nel suo complesso. da Testo Sincretico a Testo Sinestesico
  • 29. Isotopia e Coerenza Narrativa Ponti 1998 Ponti 2011 Ponti 2013 In un testo incontreremo spesso una coerenza fra certi elementi tematici o figurativi. In un poema cavalleresco si parlerà di spade, lance, cavalli, stendardi (figure), di onore, di nobiltà (temi). Si dirà che c’è un’isotopia tematica: cioè tutti questi elementi sono riconducibili a un unico tema generale (la cavalleria medievale). L’effetto delle Figure retoriche sulla costruzione della credibilità: •Iperbole •Climax
  • 30. Discorsività su Brand Culinari (Eve light italic – lettering) Finocchietto alpino: emblema aromatico della cucina – identità del brand, effetto di senso, coerenza narrativa, isotopia percettiva e concettuale “Delicatezza” da assaporare con tutti i sensi: sinestesia
  • 31. Stile Percettivo Si va verso una comunicazione estesica[1] delle marche/prodotti legata alla persuasione delle sensazioni. Avendo detto quindi che l’esperienza sensoriale è al centro dell’universo di mercato, la linea evolutiva delle tendenze di comunicazione delle marche risulta essere la seguente: branding  benefit  sensory experience Comunicazione che non propone più stili di vita, ma cerca di creare nuovi stili percettivi che facciano della sinestesia un’arma che crei un’interfaccia tra emozione e percezione, in una parola: esperienza [1] Estesia = percezione
  • 32. Due percorsi narrativi simili, ma con finali differenti!
  • 34. Caso di studio Twinings: due diversi percorsi narrativi
  • 35. Semiotica del Gusto «Siamo ciò che mangiamo» Perché usiamo l’alimentazione non solo per nutrirci, ma principalmente per comunicare.
  • 36.
  • 37. Il Testo Culinario: Ci accorgeremo di come il cibo sia quindi una forma di linguaggio che usa gli alimenti come parole e le loro relazioni e trasformazioni come strutture sintattiche.
  • 38. …cercando di trasportare il destinatario verso l’architettura narrativa del gusto nelle esperienze dell’assaggio e della degustazione, per cercare di individuare i valori profondi e le trasformazioni che stanno alla base del senso di ogni testo culinario. Il percorso generativo del senso in un’opera gastronomica Seguiamo così questa materia (il cibo) nelle varie fasi del suo percorso narrativo che parte dalla manipolazione dello chef (la messa in discorso), prosegue nel piatto finale come manifestazione e discorsività (fatta di categorie plastiche, figurative e percettive) El Celler De Can Roca
  • 39. Manipolazione dello chef (messa in discorso del piatto) Valori alla base del senso Narrazione dell’assaggio e della degustazione Livello della manifestazione finale
  • 40. Figure di assaggiatori Il Goloso Il Dietista Il Nostalgico di una “cucina del ritorno” Il Seduttore
  • 41. E’ ora di un aperitivo goloso!
  • 42. Tendenze e Stili della Moderna Gastronomia Idee di stile percettivo (Ceriani 2002) e di stili culinari (Marrone 2007), per applicarle alla moderna gastronomia, costruendo un quadrato semiotico iscritto in un mapping in grado di evidenziare, in maniera più possibile dinamica, le principali caratteristiche di alcuni tra i più apprezzati chef a livello mondiale. Questo allo scopo di comprendere quali siano i valori e le idee che muovono i principali trend artistici, culturali e sociali del gusto.
  • 43.
  • 44. Generi e Stili Culinari Un tipo di cucina, come una pubblicità, può avere come scopo principale una funzione rappresentativa, tesa a dar luce alle proprietà e ai gusti delle materie prime, con un effetto di oggettivazione, oppure può far leva su una funzione costruttiva che metta in secondo piano le materie prime utilizzate, per esaltare un’idea o un discorso.
  • 45. Funzione Rappresentativa- Referenziale: cognitive, pratiche, promuove valori del rispetto per l’ambiente, della stagionalità, del km 0 e della veridizione Funzione costruttiva- Mitica: far sognare, viaggiare, far conoscere l’esotico, emozionare, immaginare, valori come l’etnicità, ma far ricordare chi siamo
  • 46. Funzione Rappresentativa- Referenziale: cognitive, pratiche, promuove valori del rispetto per l’ambiente, della stagionalità, del km 0 e della veridizione Funzione costruttiva- Mitica: far sognare, viaggiare, far conoscere l’esotico, emozionare, immaginare, valori come l’etnicità, ma far ricordare chi siamo Obliqua: vuole essere motore del cambiamento attraverso l’introduzione di elementi rivoluzionari, esplorazione e mascheramento) Sostanziale: Vuole portare dimensione estetica ed estesica, e esaltare le caratteristiche percettive, sostanziali, propriocettive dei prodotti Valori d’Uso Valori di Base
  • 47. Ipotesi di quadrato semiotico sui «generi culinari», sul modello di J. M. Floch 1992
  • 48. Ipotesi di quadrato semiotico iscritto nel mapping sui «generi culinari», unendo il mapping semiotico di A. Semprini 1997 e il quadrato semiotico di J. M. Floch 1992
  • 49. La cucina referenziale La cucina referenziale potrebbe essere definita oggettivante perché vuole mostrarci il piatto nella sua essenza, dimostrandoci cosa «sanno» e possono fare le materie prime che lo compongono. Queste vengono esaltate nella loro essenza, restando sempre naturali senza essere trasformate o mascherate da processi come la liofilizzazione. Lo Chef diventerà piuttosto un fotografo reporter di una realtà. La cucina è qui un’arte pragmatica che userà per lo più materie prime «di qualità», sane, naturali, sicure, affidabili, salutari, nutritive, digeribili, leggere, equilibrate nel piatto, ecosostenibili, biologiche, a chilometro zero. La forma di vita che questo chef evoca è quella di una persona immersa nella sua quotidianità, nel proprio contesto d’uso.
  • 50. La cucina sostanziale Altrettanto concreta della referenziale (rapporto di implicazione) vuole immergere l’assaggiatore nelle materie e nell’essenza degli ingredienti, puntando però verso una forte tendenza al dinamismo e all’innovazione nel cercare di costruire un’esperienza polisensoriale. Lo chef cercherà quindi in primo luogo di esaltare la piacevolezza dell’assaggio, gratificare l’occhio attraverso un’estetica raffinata e riempire tutti gli altri sensi per far vivere fino in fondo il piatto. E’ il mondo delle qualità materiche, della fisicità, dei sensi, del corpo che vive un’esperienza tutt’altro che onirica o immaginaria. Al centro del piatto non ci sono idee, costruzioni, valori, ma consistenze, colori, odori, sapori, luci, materie e suoni. Lo chef, che prima ancora è esploratore e biologo (alla ricerca di piante e aromi particolari) delega alla sua creazione il compito prima di dividere e frammentare, poi di ricongiungere l’individuo fisico con il mondo naturale o culturale e quindi con se stesso.
  • 51. Cucina Concettuale o Obliqua Negare il regno dei bricoleur che si basa sul pensiero concreto, sensibile, corporeo, significa entrare nel regno degli chef ingegneri. L’ingegnere è l’artista che progetta il suo piatto a tavolino; per lui le materie e le creazioni hanno senso solo se è lui a darglielo. Questi geni della creazione si muovono tra logica pura, matematica e delirio creativo e poetico, negando ogni praticità e concretezza e creando enigmi da risolvere all’interno del piatto, fili da districare, labirinti da sciogliere, giochi di mascheramento, investigazioni da compiere.
  • 52. Ferran Adrià: la cucina molecolare È questo il regno della gastronomia molecolare di Ferren Adrià, chef basco considerato il capostipite del genere, e del suo desiderio di provocare, sorprendere e deliziare con contrasti continui di sapori, temperature e colori. Il cliente ideale del suo precedente ristorante El Bulli «non viene per mangiare, ma per provare un’esperienza» (Adrià 2009), che lui stesso ha architettato nel suo laboratorio di Barcellona «El Taller».
  • 53. La cucina Mitica Rappresenta l’arte di costruire un’esperienza emozionale gastronomica: si prefigge di trasportare il cliente in un mondo immaginario che gli permetta di riconoscere la propria identità, storia, ma anche di condividere sogni e desideri. Il piatto diventa un pretesto per far rivivere un mondo fatto di sogni e ambizioni che lo chef può condividere con il suo pubblico traghettandolo, attraverso i sapori, verso un percorso passionale. Le armi sono: le rime nel piatto, l’enfasi, lo stupore, il mistero che avvolge tutto. A differenza della cucina referenziale quella mitica è improntata a dare al piatto ciò che fisicamente non possiede, per riempirlo di valore aggiunto, di passione.
  • 54. Che tendenza culinaria può essere questa? Referenziale, Sostanziale,Obliqua, Mitica?
  • 55. Ferran Adrià e la Cucina Basca La sua arte celebrale rispecchia i temi della cucina obliqua nell’utilizzo di tecniche ricercatissime e innovative di laboratorio che muovono allo scopo di scomporre il piatto nei singoli elementi per poi riassemblarlo attraverso nuovi stampi creativi. Gli strumenti utilizzati sono principalmente quelli della chimica e della fisica, mentre il prodotto, smaterializzato, deve proiettare il pubblico in mondi diversi e pieni di magia ad ogni portata. L’interazione, la comunicazione sul cibo e sulla vita, la riflessione, il gioco dinamico e attivo è ciò a cui il cliente non può non partecipare
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  • 57. Esponente straordinario della cucina referenziale è lo chef svedese Magnus Nilsson del ristorante Fäviken Magasinet. Cucina fortemente radicata alla terra d’origine, alle tecniche naturali di conservazione e artigianato alimentare, alla natura e ai prodotti che offre. L’autore di questa cucina artigianale e rurale, rifiuta tutto ciò che è folklore o moda, sostenendo sempre e solo il prodotto, rispettato nei suoi tempi e spazi. Non vuole sottomettersi alle leggi del mercato o alle esigenze umane. Le mani diventano quindi lo strumento d’arte di questa cucina iperrealista che manipola ingredienti «salvati dalle intemperie» (scrive lo stesso chef) per metterne in luce l’essenza pura. Mani quindi che si sostituiscono appunto alle siringhe, tipiche della cucina molecolare. Magnus Nilsson e l’onda del Nord
  • 58.
  • 59. Alex Atala Alex Atala, capace di portare in cucina la biodiversità dell’Amazzonia per svelare alimenti fin’ora inesplorati, contribuendo alla ricchezza culturale, sociale di alcune zone produttrici (fornendo una nuova fonte di reddito) e naturale. Sta a metà strada tra una cucina referenziale per alcuni aspetti materiali e sociali e una obliqua, costruendo un ponte tra un mondo di sapori e gusti inesplorati e una cultura moderna occidentale che ha bisogno di nuovi elementi per arricchirsi e continuare a crescere.
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  • 61. Narisawa e l’estetica giapponese Lo chef sostanziale per eccellenza non poteva che essere il maestro giapponese Narisawa, famoso per le sue creazioni polisensoriali, gli accostamenti tra opposti gustativi (dolce e salato) e l’estetica avvolgente. La sua filosofia è una sintesi straordinaria tra il mondo tradizionale orientale, riempito di tempi, colori, silenzi propri , ma svuotato dalle pesantezze e dalle costrizioni e la cucina d’autore europea. I temi della natura (terra, acqua, fuoco, foreste e carbone) ed il rapporto con le materie prime e le stagioni, trasportano l’individuo in un mondo bello e malinconico. I sensi, che vengono esaltati uno per uno, permettono di far rivivere nel piatto la natura delle cose che l’uomo stesso ha ucciso per poi riassorbirne la forza vitale, promuovendo così anche il concetto di sostenibilità.
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  • 63. René Redzepi: Noma di Copenhagen Amante della propria terra cerca di farla rivivere in ogni portata. Padre di una cultura che viene da lontano e percepisce il tempo come una componente necessaria del processo creativo. La genuinità, la naturalezza, la freschezza (freddo, visto che stiamo parlando della Scandinavia), l’ aria pungente, sono strumenti messi al servizio di un talento raffinato e un’anima volta alla sperimentazione. L’omaggio delle sue creazioni è alla terra e al mare, madri dei frutti che lo chef serve. Autore di una cucina mitica, vuole riportarci alle origini, in quei paesaggi, quelle tradizioni e quei suoli.
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  • 65. Contenuti Mobile Engagement Integrazione e Coerenza SNS Comunicare con i Social Network
  • 66. Engagement La capacità di creare coinvolgimento ed attenzione. Gli utenti dei social network hanno un livello di attenzione molto basso rispetto alle aziende ma più alto rispetto ad iniziative o esigenze che li coinvolgono da vicino.
  • 67. Contenuti La sfida è quella di generare contenuti rilevanti ed interessanti per gli utenti, per il proprio target e per ogni differente situazione. Il concetto di rilevanza dei contenuti diventa cruciale. In un’analisi dei marchi principali, Facebook ha evidenziato che i contenuti interessanti sono il più importante fattore per aumentare l’engagement.
  • 68. Mobile L’integrazione con i dispositivi mobili è ormai avviata ed ogni piattaforma è ormai fruibile pienamente da smartphone. Facebook si definisce una mobile company
  • 70. Cosa ascoltare? 1. I commenti sparsi nella rete sul nostro brand e product. 2. Le discussioni più interessanti e «relevant». 3. I principali “influencer”. 4. Che cosa stanno facendo i competitors. 5. Le opinioni e il “sentiment” su Blog, Forum, Pagine Facebook…
  • 71. Comunicare sui Social: Un ottimo caso di comunicazione del Brand e del Territorio
  • 72. Le immagini nei Blog di enogastronomia Il colore in cucina non è mai solo colore, ma costruttore di tattilità, di aroma, di gusto. La comunicazione culinaria, ritratta da mezzi come la fotografia, lo schermo o la televisione, appare ai nostri occhi attraverso l’immagine del «piatto». La contrazione e la spettacolarizzazione degli eventi, come caratteristiche sociali, ha portato a far diventare il centro della comunicazione proprio questo elemento, atto a racchiudere in se stesso tutta l’essenza del pasto e le sue regole sintagmatiche, dalla preparazione alla fruizione. Il piatto diventa così il testo, evidentemente sintetizzato, capace di essere valorizzato ed esaltato dal medium. I primi piani, le inquadrature ravvicinate cariche di dettagli, l’altissima saturazione dello spazio, l’alta definizione dei pixel, la possibilità di cogliere un tratto, un dettaglio, guidano questo processo di rappresentazione oggettiva del reale verso l’impiego di metafore percettive che ricostruiscono l’unità dei nostri sensi. Si moltiplicano le foto di alimenti mitizzati nel loro essere denaturalizzati dai contesti d’uso e di relazione come la cucina, la forchetta, o addirittura il piatto stesso.
  • 73. http://pohtpof.tumblr.com/ Pietanze da mangiare con gli occhi, dita abili e veloci che scattano fotografie e condividono immagini, occhi avidi e nascosti che ammirano piatti virtuali, incantevoli, sui social media … questo e molto di più è la pornografia del cibo.
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  • 76. Conclusioni Credo che il cibo possa essere uno dei principali strumenti capaci di cambiare i valori che ci muovono, ma per farlo è necessario riscoprire un’educazione gastronomica, se non ancor prima passionale e sentimentale, che ribalti l’idea di spazi asettici, di assenza di convivialità, di neutralità delle pratiche gastronomiche, di rigidità degli schemi dietetici che ossessionano una società dell’apparenza, tipica della cultura fast food, verso un modello che permetta la valorizzazione del corpo inteso come finestra sul mondo.

Editor's Notes

  1. 1 Il livello della manifestazione: tra sogno e realtà, Dita che provano il freddo del ghiaccio e la consistenza del cioccolato fuso. Atmosfere oniriche, irreali, in cui le ciglia di una donna sono dipinte di rosso da gocce di sciroppo alla fragola… 2) La prima impressione alla vista dello spot “Magnum 5 sensi” appare confusa, ma allo stesso tempo molto efficace e coinvolgente (30 secondi, presenta ben 38 inquadrature) 3) Oggettive irreali le inquadrature 4) Il lessico utilizzato rimanda al mondo dei sensi, simbolo di istinto, seduzione, esperienza, profondamente radicato nella nostra cultura. Il nome di ciascun Magnum accosta a questa valenza simbolica l’attualità data dall’uso della lingua inglese, sempre più presente nel gergo giovanile. 5) La marca Algida è il soggetto enunciatore che, attraverso un débrayage enunciativo, genera un discorso in cui tempi, luoghi e soggetti raccontano una storia di piacere e seduzione (donne-vittime del piacere dei sensi-ma capaci di sedurre un occhio osservatore) 6) Magnum iniziale e mondo reale...debayage verso l’onirico…ritorno all’enunciazione finale con “edizione limitata”, prodotto e cenni al mondo reale
  2. 1) Il goloso è per definizione colui che non riesce a gestire la passione per il cibo, in una tendenza verso la smodatezza e l’assoluto. In questo caso lo schema passionale che si istituisce è quello di un soggetto che desidera un oggetto che egli investe di un plus-valore. Come in ogni fiaba che si rispetti l’obiettivo finale non può che essere quello della congiunzione con l’oggetto desiderato; questo non solo in senso fisico ma anche psicologico. Come in ogni racconto abbiamo bisogno di un anti-eroe che compete per il possesso del medesimo obiettivo. A contrastare il programma narrativo del goloso non ritroveremo un nemico non fisico, bensì quello di una norma morale sociale superiore. Si pone in antitesi ad un volere un dovere simbolo della proibizione; per tutti questi infatti tutto ciò che è buono, o troppo buono, fa male. Si rompe così completamente con il ruolo del cibo come nutrimento e se ne ritaglia spesso una dimensione di gratificazione fuori dai pasti, così come «fuori dalla legge». 2) In questo caso però il dietista individua delle ragioni per imporsi un veto proibizionista, relegando ad oppositore ogni licenza trasgressiva che sente il desiderio di concedersi. Sono proprio questi capricci gli antagonisti di quel «dovere» per il loro essere investiti del significato di piccola gioia. Le norme trasportano il soggetto fuori da sé e dal suo mondo in uno sforzo più di fede che di fiducia, in cui si esaltano riti collettivi. Molto spesso accade anche che questa tendenza venga portata all’eccesso. L’isotopia, spesso espressa nelle pubblicità di prodotti considerati «magri», ribalta i ruoli posizionando come oggetto di valore, verso cui tendere, un vestito particolarmente aderente o un paio di jeans molto stretti. Questi rappresentano allora la «giusta» forma verso cui orientare il nostro corpo (materia che deve essere plasmata in funzione della forma) in uno slancio di congiunzione verso quell’oggetto grazie al quale possiamo diventare attraenti (programma d’uso). 3) Molto meno pericolosa dal punto di vista del messaggio culturale che restituisce è invece la pratica sociale della «cucina del ritorno» (Ferraro 1998). Ma ritorno a che cosa? Alle origini, alla famiglia, al guscio materno e protettivo: ritorno all’interno di uno spazio chiuso e sicuro. Simboli di questo itinerario verso un gusto tradizionale sono tutti quei cibi che riproducono quest’idea di sicurezza: cibi ripieni come il tacchino per la festa del Ringraziamento negli USA, tortelli e ravioli nella cucina tosco-emiliana, panettoni farciti di uvetta e canditi al loro interno che galleggiano nella morbidezza della pasta, il cuore dolce di molti pandori…Si vengono a creare in questi momenti, siano essi a Natale, Pasqua e ad ogni altra festività sentita fortemente nell’ambito familiare, isotopie tendenti a rafforzare legami che si erano allentati, in un ritorno nostalgico e romantico alla maternità, ai ruoli familiari, agli affetti, manifestando con forza una volontà di chiusura verso tutto ciò che sta fuori di quel nucleo. Cibi come questi producono piacere perché fanno rivivere esperienze gustative già sperimentate, rievocando e rendendo «presenti» (forse sarebbe altrettanto giusto dire: «riportando al passato», «riaccompagnando indietro» poiché a innescare questo movimento sono soprattutto gli anziani con i più giovani) storie, memorie e affetti (Buosi 2004). NB: A cimma di De Andrè (audio) 4) La direzione centripeta inversa a questo mondo è quella della rappresentazione del cibo come apertura, strumento finalizzato all’interazione e allo scambio. Il gusto in questo caso non è altro che una moneta di scambio. Stiamo infatti entrando nel campo d’azione del «seduttore». In questo ambito la figura materna che prepara ancora lo zabaione al figlio ormai trentenne, nel film «Benvenuti al Sud» di L. Miniero, come simbolo di una dipendenza alimentare che ha origini nell’allattamento e viene da quel momento gelosamente custodita ed esibita, non può esistere. Stiamo scivolando verso l’ambito del trasgressivo e del proibito, sostituendo la madre con la figura dell’amante con cui condividere un sottile piacere nascosto in un vortice di allusioni e giochi sensuali.
  3. Abbiamo considerato come pertinenti ai fini dell’analisi: il materiale: (legno per tutte le scatole eccetto Coeur che connota la naturalità del prodotto l’etichetta: incollata o stampata (più o meno raffinata) il lettering: caratteri gotici e rilievo per i camembert di latte non pastorizzato, i più tradizionali la copy: informazione riguardante la materia grassa su tutte le confezioni eccetto Vallée e Lepetit, le due marche che comunicano l’immagine più elevata i segni grafici: lo stemma o l’icona demarcano i posizionamenti reciproci (dal più normanno, al più naturale) I colori: oro = materia grassa; nero = latte non pastorizzato; rosso = tradizione normanna; bianco = latte pastorizzato; blu = connotazione industriale/light; marrone/verde = naturalità, territorialità. 2) domanda volta a comprendere l’interpretazione data dal consumatore alla relazione significante involucro-contenuto(significato simbolico). A titolo esemplificativo, riportiamo alcune espressioni secondo le quali il packaging di Pringles piuttosto che richiamare alla mente il contenuto ed i suoi attributi, come sarebbe plausibile per un bene del largo consumo, è emblema di: “gusto; sfizio; originalità; dinamicità; moda; festa; giovinezza; divertimento; musica e colori; libertà; lusso; ordine; allegria; consumo in compagnia guardando la TV; amici; ecc.”
  4. Proposte comunicative che vanno dalla concretezza, tipica dello «chef bricoleur» capace di fondare la sua arte nella trasformazione tecnica, alla virtualità delle creazioni dello «chef ingegnere» (Marrone 2007) fino ad un bisogno di tradizione che tenda al controllo e a una tendenza al dinamismo che porta altresì al rinnovamento e alla decostruzione delle abitudini.
  5. Entrambe però costruiranno un discorso, una comunicazione…la prima volta a rappresentare e testimoniare (fotografo reporter realista/non snatura/narratore non mette un punto di vista, non vuole aggiungere emozione), l’altra volta a riempire di punti di vista e emozioni nuove. E’ comunque necessario costruire una coerenza all’interno di tutti gli elementi del Marketing Mix che in questo caso diventano: la struttura del ristorante, il menù, i servizi per l’apparecchiatura, la carta dei vini, il servizio in sala...
  6. 1) Uno degli strumenti più importanti che la semiotica è in grado di fornire al mkt per determinare il posizionamento è il quadrato semiotico che Floch ha dedicato all’assiologia del consumo. Il quadrato articola topologicamente le posizioni logiche per mezzo delle quali si può sfruttare un universo semantico: relazioni di contrarietà: con cui si definiscono i poli x/y che rendono conto di una categoria per opposizione. Relazioni di contraddizione o negazione: tramite cui si definiscono i poli incompatibili con i precedenti (non x e non y) Relazione di implicazione: tramite cui si articola il rapporto (non x e y e non y e x) Tramite questo strumento si possono rappresentare i brand positioning di un mercato, ma anche individuare nuovi posizionamenti e i relativi codici di riferimento. Consideriamo la versione del quadrato applicata al mkt, proposta da Floch relativamente all’assiologia dei valori di consumo: 2) Iniziamo a parlare di tendenze e valori molto attuali e in espansione.
  7. 1) valori d’uso (razionali e cognitivi) e valori di base (emotivi e impulsivi). Il quadrato elabora la proposta di mkt tramite l’asse semantico fondamentale che si determina per l’opposizione tra uso (valori pratici) e base (valori mitici). Inoltre, i termini sub-contrari (valori critici e valori ludici), permettono di rendere conto dei posizionamenti intermedi, rispettivamente di presa di coscienza/confronto e evasione/divertimento. 2)Importante ciò che Jakobson (1966) ha detto sui testi comunicativi. Le dimensioni discorsive (pragmatica, passionale, cognitiva ed estetica) saranno tutte presenti all’interno di un enunciato; è perciò sbagliato pensare alle posizioni del quadrato come esclusive, ma lo scopo è quello di individuare l’intento comunicativo dominante che uno chef, proveniente da una certa cultura, società, percorso individuale e professionale, vuole esprimere.
  8. Capire gli obiettivi comunicativi principali di una cultura culinaria è utile ad inquadrarla in relazione alle altre e ritrovare i significati profondi che la muovono. Ogni cultura per Lotman si definisce proprio in base ai discorsi e ai valori che pone come dominanti. Partire da questi valori è utile per risalire in superficie attraverso un percorso generativo che si manifesterà nell’espressione culinaria.
  9. Tipico della cucina tradizionale, potremmo ritrovare in ogni occorrenza caratteristiche consolidate, isotopie radicate e prevedibili, realizzate a regola d’arte. Gli elementi saranno sensorialmente percepibili sul piano dell’espressione e rimanderanno ad una dimensione culturale e sociale. Ma il messaggio non sarà di tipo poetico o emozionale, ma di valori pratici. Il cuoco enunciatore sarà praticamente assente nel processo di enunciazione, delegando ad una terza persona il ruolo di narratore. Questa cucina neo-realista crea un’esperienza gustativa tesa a trasportare l’enunciatario in un mondo fatto di situazioni reali e valori concreti che costui può riconoscere come propri. Saranno ben descritti i piatti già dal menù (magari anche in maniera iperbolica), evitando effetti sorpresa, costruzioni complesse, o dispersioni in profondità; le articolazioni spazio-temporali non verranno mai forzate e l’attorializzazione degli alimenti cercherà di essere lineare nel proporre una fruizione chiara che farà leva sul concetto comunicativo espresso